FIR2002-7(1) - Centro della Famiglia
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FIR2002-7(1) - Centro della Famiglia
SEZIONE NOTIZIE: Convegni celebrati A cura di Mariselda Tessarolo GIOCO D’AZZARDO E FAMIGLIA CISF Milano, 18 aprile 2002 IL GIOCO OGGI: OLTRE L’HOMO LUDENS Storia e antropologia del gioco (Riccardo Zerbetto, psichiatra, psicoterapeuta e presidente ALEA, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, Siena) Come cambiano i giochi, come cambiano i giocatori (Mauro Croce, psicoterapeuta e fondatore ALEA, Associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio, responsabile settore educazione sanitaria dell’A.S.L. Omegna) CHI E COME: RISPONDERE AL GIOCO PATOLOGICO Costretti a giocare: il giocatore compulsivo (Michele G. Sforza, psichiatra, psicoanalista SPI, Casa di cura Le Betulle, Appiano Gentile) La famiglia, dalla codipendenza alla coterapia (Tazio Carlevaro, psichiatra, direttore del settore psichiatrico del Sopraceneri, Canton Ticino, Svizzera) Disponibilità e caratteristiche di servizi sul territorio (Daniela Capitanucci, psicologa psicoterapeuta, coordinatrice progetto sulla dipendenza da gioco d’azzardo, A.S.L. Varese) Il 18 Aprile 2002 si è svolto a Milano il seminario di studio “Gioco d’azzardo e famiglia” organizzato dal Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf); tra i relatori: Daniela Capitanucci, Tazio Carlevaro, Mauro Croce, Cesare Guerreschi, Gioacchino Lavanco, Michele G. Sforza, Roberto Zerbetto. In armonia con le proprie finalità, il CISF è impegnato nella promozione della famiglia all’interno della società italiana con attenzione alla concretezza delle situazioni. Non può mancare pertanto di porre la propria attenzione a quei luoghi sociali in cui la famiglia vive concretamente le proprie difficoltà e le proprie potenzialità. Aprendo i lavori, Francesco Belletti, direttore del Centro, ha sottolineato come molto spesso, in tanti luoghi del sociale, della sanità e della politica, la famiglia sia ignorata o trascurata, É proprio urgente ricercare con costanza le modalità secondo cui la famiglia può essere ancora coinvolta e può essere considerata risorsa forte. Da qui la giustificazione di un seminario di questo tipo che affronta un tema molto specifico e ancora poco esplorato sia sul versante del Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 75 giocare sia nel suo rapporto all’interno delle dinamiche familiari, nonostante stia emergendo una rinnovata attenzione al gioco e ai giocatori. Nel corso del seminario particolare attenzione è stata posta non tanto sul gioco come settore di attività economica, bensì sulle gravi conseguenze – rispetto al benessere delle persone e delle loro famiglie – che il gioco comporta dal momento in cui diviene “patologico”. Di fronte al diffondersi crescente delle situazioni di difficoltà, dipendenza ed emergenza, risulta necessario un ripensamento complessivo e culturale della nostra società. In attesa che si sviluppi una “nuova cultura del gioco e del denaro” appare opportuno avanzare alcune richieste agli attori coinvolti. (a) Il mondo politico: di fronte alla necessità di prevedere sistemi regolativi del gioco d’azzardo è doveroso richiedere provvedimenti in cui prevedere che i potenziali giocatori vengano adeguatamente avvertiti dei rischi del gioco d’azzardo (prevenzione); eventuali esposizioni debitorie dovrebbero essere tempestivamente “governate”, impedendo inoltre l’innescarsi di percorsi di usura; centrale a questo riguardo è l’individuazione di nuovi meccanismi che consentano una “messa sotto tutela” del giocatore (come la figura di un tutor/amministratore) e che parte delle risorse economiche e dei profitti realizzati da tale attività vengano esplicitamente riservate alla prevenzione, cura e riabilitazione della dipendenza da gioco. (b) Rispetto ai servizi socio-sanitari appare ancora scarsa la consapevolezza della rilevanza del tema, e in molte parti del territorio non esistono risorse in grado di agire sulla dipendenza da gioco. Alcuni suggerimenti a riguardo: una grande opera di sensibilizzazione (anche tramite i mezzi di comunicazione di massa, oltre che all’interno dei servizi); la messa in rete delle esperienze, dei progetti, dei protocolli operativi che in alcuni contesti già esistono, sia in via sperimentale che come pratica ormai consolidata; una forte sinergia con il privato-sociale e con il mondo associativo; una attenzione specifica alla famiglia, con strumenti e competenze multiprofessionali (cliniche, sociali, relazionali). (c) Due sono gli approcci attualmente individuabili all’interno dell’ampio mondo del privato-sociale (che peraltro appare ancora poco attento a questa specifica area di sofferenza e disagio): da un lato c’è chi opera a favore delle persone con problemi di gioco, dall’altro si registrano delle esperienze di auto e mutuo aiuto che vedono un ruolo attivo da parte dei giocatori (ex-giocatori) e delle loro famiglie. Il sostegno offerto dal privato-sociale riguarda diversi aspetti, dal supporto psicologico fino al sostegno economico in caso di gravi perdite e indebitamento. É però essenziale ripensarsi “in rete”, collaborando (e sollecitando la collaborazione) con tutti gli altri attori (in primis con i servizi sociosanitari). Inoltre, le esperienze di auto e mutuo aiuto (Giocatori Anonimi in particolare) vanno inoltre maggiormente promosse, pubblicizzate e valorizzate, sempre in una prospettiva di legami collaborativi. (d) Per quanto concerne il sistema del credito, sembrano essere ancora troppo deboli gli strumenti di credito oggi disponibili per aiutare una persona o una famiglia in difficoltà economica (tanto più a seguito di esposizioni debitorie derivanti da gioco). Solo attraverso un ruolo attivo di tale sistema sarà possibile costruire percorsi di uscita dalla dipendenza; senza il supporto di tale strumento, i giocatori e le loro famiglie resteranno inoltre facile preda dell’usura e di circuiti malavitosi e ricattatori. (e) Ai gestori si dovrebbe chiedere, oltre alla “normale” eticità di gestione (regole certe, niente trucchi, attenzione alle contaminazioni da criminalità organizzata), anche particolare attenzione rispetto alla potenziale “pericolosità” del gioco. Dovrebbero essere estremamente rigorosi sui limiti di età; avere “moderazione” nelle strategie comunicative e di marketing e, soprattutto, mantenere una chiara posizione contro l’innescarsi di dipendenze da gioco attivando gli strumenti necessari (esempio, autocertificazioni di “negazione all’ingresso”, reale impossibilità di concedere crediti a copertura di debiti di gioco o peggio per la sua prosecuzione, interventi formativi per il proprio staff finalizzati ad individuare e “contenere” comportamenti compulsivi, ecc.). A tale proposito nell’esperienza svizzera esiste anche un “supporto psicologico” all’interno delle case da gioco. (f) Anche per le famiglie il problema si colloca a diversi livelli; innanzitutto possono adottare una prospettiva culturale e preventiva coltivando l’aspetto educativo rispetto all’accettabilità sociale del gioco in quanto tale. É fondamentale costruire meccanismi che consentano il “gioco sociale” ed evidenziando al contempo i rischi e i fattori che possono condurre al gioco patologico (compulsivo). In Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 76 secondo luogo, quando si manifestano episodi di dipendenza da gioco, devono saper gestire i momenti di crisi e i periodi di emergenza, accettando cadute ed errori, ma all’interno di un sistema comunicativo capace di “riallacciare i fili” una volta scoperto il “segreto del giocatore”. Spesso un’adeguata capacità del nucleo familiare (competenza necessaria di fronte a molti “eventi critici” della vita familiare) è la risorsa fondamentale che consente alla persona di “tirarsi fuori” prima di entrare nella dipendenza vera e propria. Se la dipendenza del giocatore si conferma vera e propria “sindrome” è necessario “rimettersi in gioco” radicalmente in quanto famiglia. I rischi sono molteplici: può rifiutare il giocatore, può usare il giocatore come unico capro espiatorio senza interrogarsi, può abbandonare il campo. In positivo, invece, la famiglia può confermare una alleanza, verificando le proprie dinamiche e cercando risorse esterne che accompagnino il difficile percorso di uscita dalla dipendenza. Deve accettare il rischio del cambiamento, inevitabile ma anche possibile (“le cose non saranno più come prima” può essere non solo una minaccia o un rimpianto, ma anche una possibilità). Francesco Belletti, riassumendo alcune delle possibili indicazioni operative a conclusione del seminario, ricorda che nessuna azione diventa realmente significativa se non attraverso la riscoperta della persona e della sua responsabilità. Il giocatore stesso ha di fronte la partita più importante della sua vita; dipende tutto da dove giocherà il suo ultimo gettone, ma nessuno potrà giocarlo – o non giocarlo - al posto suo. Claudia Scilletta Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 77 Convegni da celebrare Per iniziativa di Jan Gerris, università di Nimega, Klaus Schneewind, Università di Monaco, Voss, Università di Darmstad, Perrez, Università di Friburgo, Pourtois, Università di Mons, prende avvio una nuova associazione “European Society on Family Relations”, come confederazione di istituti di ricerca e di singoli studiosi che sono impegnati nell’ambito degli studi familiari. Pertanto l’adesione può essere a livello istituzionale e a livello individuale. La conferenza inaugurale che si terrà a Nimega dal 30 ottobre al 2 novembre 2002 comprenderà una preconferenza per tutti i potenziali membri dove verrà discusso lo statuto. Nel pomeriggio del 2 novembre, dopo la conferenza, si terrà un consiglio per l’approvazione dello statuto. Proposals for symposia and índívídual poster presentations are invíted from researchers addressing any theme related to family relations. Language: The official language during the conference will be English, be written in English. Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 78 — La prospettiva genitoriale, Josep Oriol Esteve, psicoanalista, membro della Società Spagnola di Psicoanalisi — La prospettiva dei figli, Biancarosa Volpe, psicologa, Ufficio del Pubblico Tutore, Regione Veneto Segreteria: Associazione Amici Trentini via Manzoni 9—38100 Trento National Council on Family Relations Annual Conference 3989 Central Ave. NE, # 550 Minneapolis, MN 55421 USA Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 79 PROGRAMMA: — Lettura dei lavori di base Emilio Boccarini, docente di antropologia filosofica, Roma — Famiglia tra libertà e conformismo: ieri e oggi Giorgio Campanini, docente di Storia delle dottrine politiche, Parma — Dinamismo giuridico dell’istituto familiare Giuseppe Limone, docente di filosofia del diritto, Napoli — Vincoli e simboli famigliari nel gioco delle apparenze Vittorio Cigoli, docente di psicologia clinica, Milano — Paure e responsabilità della famiglia tra scienza e fede Simone Morandini, docente di fisica e di teologia, Venezia — Famiglia laboratorio di libertà Carla Xoda, docente di filosofia dell’educazione e di pedagogia del lavoro, Padova — La libertà secondo il Vangelo Giuseppe Barbaglio, biblista, Roma — Il ruolo della famiglia nella comunità locale Flavia Franzoni Prodi, docente di organizzazione del servizio sociale, Bologna — Il volontariato delle famiglie Claudio Bucciarelli, sociopedagogista, CENSIS, Roma Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 80 Università di Padova Centro di Ateneo di Servizi e Ricerca sulle Disabilità II Congresso Nazionale: DISABILITÁ, TRATTAMENTO, INTEGRAZIONE Padova 30, 31 Maggio – 1 Giugno 2002 Comitato Scientifico e Relatori invitati M. Angi (Padova), E. Arslan (Padova), F. Barale (Pavia), L. Bartolomei (Vicenza), N. Basaglia (Ferrara), A. Bianchetti (Cremona), P. Bisiacchi (Padova), F. Bortolon (Vicenza), C. Caltagirone (Roma), A. Canevaro (Bologna), C. Cornoldi (Padova), R. Cubelli, (Padova), L. De Anna (Roma), S. Di Nuovo (Catania), A. Fischi (Verona), G. Foresti (Milano), L. Galliani (Padova), G. G. Mascetti (Padova), A. Mazucchi (Prato), P. Meazzini (Roma), P Moderato (Parma), D Palomba (Padova), L. Pedrabissi (Padova), S. Perini (Parma), G. Pinto (Firenze), L. Pizzamiglio (Roma), A. Rasore Quartino (Genova), M. L. Rusconi (Padova), M. Sala (Milano), N. Saviolo (Padova), C. Scorretti (Università di Parma), C. Semenza (Trieste), S. Soresi (Padova), P. Tonin (Venezia), V. Toso (Vicenza) S. Ucelli (Pavia), C. A. Umilità (Padova), R. Vianello (Università di Padova) Lezioni Magistrali A. Andreoli (Università di Ginevra), J. Rondal (Université Leige), F. R. Rusch (University of Illinois) Temi del Congresso · Le disabilità nei primi anni di vita · Disabilità, sviluppo cognitivo e metacognitivo · Assessment cognitivo e neuropsicologico · Le disabiltà linguistiche · Famiglia e disabilità · Interventi pedagogici · Interventi cognitivi · Le disabilità motorie · Le disabilità uditive · Le disabilità visive · Le disabilità nell’adulto · Le disabilità nell’anziano · Le disabilità intellettive · Le disabilità nell’università · La riabilitazione · L’integrazione scolastica · L’integrazione lavorativa · L’integrazione comunitaria · La valutazione delle disabilità · Il lavoro d’équipe · Le protesi · La certificazione di invalidità · Terapie farmacologiche dei deficit cognitivi · L’analisi della qualità dei servizi per disabili · Supporti informatici e disabilità · La valutazione dell’efficienza della riabilitazione Direzione Scientifica: Salvatore Soresi, Renzo Vianello Segreteria Scientifica Laura Nota, Teresa Sgaramella e Franca Stablum Centro di Ateneo di Servizi e di Ricerca Handicap, Disabilità e Riabilitazione Università di Padova Segreteria Organizzativa Michela Giuseppin Via Belzoni, 80 - 35131 Padova, Tel.: 049/8278477,E-mail: [email protected] Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 81 TDR Test di Relazione Diadica Valutazione della relazione coniugale secondo la teoria “selfhood” di L. L’Abate. Test realizzato da M. Cusinato. Manuale di istruzione € 10,33 TRD 1: Partner prossimi al matrimonio — Fascicoli per il maschio e la femmina, 50 fogli di risposta, 25 griglie di valutazione manuale € 10,33 TRD 2: Coniugi giovani senza figli — Fascicoli per il maschio e la femmina, 50 fogli di risposta, 25 griglie di valutazione manuale € 10,33 TRD 3: Coniugi con figli piccoli — Fascicoli per il maschio e la femmina, 50 fogli di € 10,33 risposta, 25 griglie di valutazione manuale TRD 4: Coniugi con figli nella scuola dell’obbligo — Fascicoli per il maschio e la femmina, 50 fogli di risposta, 25 griglie di valutazione manuale € 10,33 TRD 5: Coniugi con figli adolescenti — Fascicoli per il maschio e la femmina, 50 fogli di risposta, 25 griglie di valutazione manuale € 10,33 TRD 6: Coniugi con figli giovani-adulti — Fascicoli per il maschio e la femmina, 50 fogli di € 10,33 risposta, 25 griglie di valutazione manuale Il Test di Relazione Diadica è uno strumento di TRD 7: Coniugi in pensione/nido vuoto valutazione delle relazioni coniugali in grado di — Fascicoli per il maschio e la femmina, 50 fogli di distinguere la funzionalità, la disfunzionalità risposta, 25 griglie di valutazione manuale € 10,33 intermedia e la disfunzionalità piena. É un test più visivo che verbale e pertanto ben accetto ai soggetti coinvolti. É di facile somministrazione e di facile correzione. I dati poi si prestano a diverse elaborazioni, potendo così raggiungere indicazioni sia individuali che relazionali. Si basa sul modello teorico “selfhood” di Luciano L’Abate, professore emerito alla Georgia State University, Atlanta, USA. É realizzato in diverse forme parallele, capaci di abbracciare l’intero arco del ciclo di vita familiare, in armonia anche con l’assunto di base della teoria di riferimento, secondo la quale il senso di importanza — di se stessi e delle altre persone significative — viene scambiato lungo tutto l’arco della vita e quindi può continuamente evolvere, anche se viene appreso principalmente nella propria famiglia di origine e poi arricchito nella famiglia di acquisizione. L’edizione attuale presenta il manuale di istruzione e sette kit corrispondenti alle fasi del ciclo di vita familiare. Ogni kit comprende il test per il partner maschile e per il partner femminile, 50 fogli di risposta e 25 fogli per la correzione manuale. Stanno per essere messe a punto le norme per trasformare i punti grezzi in punti standard (media 50, dev. st. 10). Edizione Centro della Famiglia, via S. Nicolò 60 – 31100 Treviso Tel. 0422 582367 - Fax 0422 545213 - Email: [email protected] Volume 7, Numero 1, 2002, pag. 82