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APRILE 2012 NUMERO 19 “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 DCB Brescia” MUSEKE Notiziario dell’associazione Museke O.N.L.U.S. Passione per la Vita Le cinque stazioni quaresimali della Parola di Dio scandiscono l’esodo dei credenti nella sequela di Cristo: il deserto, il monte, il tempio, l’esodo e il chicco di grano costituiscono le soste principali dell’anno liturgico B poste lungo il cammino quaresimale. Questo itinerario non è di un singolo né tantomeno è posto di fronte alla croce di Cristo, bensì è comunitario ed è accompagnato, in ogni tappa, dall’umanità del Figlio di Dio che ha imparato l’obbedienza fedele da quanto ha sofferto durante la Passione. Proprio il modo in cui Gesù muore rivela il suo amore divino per l’umanità. Ancora oggi la morte di tanti nostri fratelli, la loro testimonianza donata seguendo il Maestro e “amando fino alla fine”, come ci ricorda la giornata in memoria dei missionari martiri, continua ad annunciare anche nel nostro tempo l’amore che ci ha redenti. Sono ventisei le missionarie e i missionari uccisi nel 2011: diciotto sacerdoti, quattro religiose e quattro laici. Alcuni di questi volti sono cari e familiari anche alla nostra terra bresciana. La Pasqua di risurrezione ci rinnovi la passione per la vita a tutti i livelli, a tutte le età della persona e in tutte le situazioni, anche quelle più dure, attraversate da ogni tipo di morte. La speranza cristiana che nasce dalla Pasqua non può che far generare vita piena già oggi in attesa di una vita definitiva per sempre. Buona Pasqua a tutti con l’augurio di continuare a fare scelte di relazione e di verità, di prossimità e d’inclusione, di comunione e di pace. don Roberto Lombardi Via Brescia, 10 25014 Castenedolo (Brescia) ITALY Tel. e Fax +39 030 2130053 Cell. +39 349 8832835 sommario Auguri Scafale: Una straordinaria 1 esperienza di fraternità 2 Notizie: Un segno di speranza della politica 5 Testimonianza: Volti, sguardi e…6 Attualità: Lavorare insieme per lo sviluppo sostenibile 7 Progetti: Progetto Nderanseke “Educami e sarò felice” 10 scaffale notizie MUSEKE Una straordinaria esperienza di fraternità È appena stata pubblicata dall’editrice Rizzoli un’avvincente autobiografia di Dominique Lapierre intitolata: Gli ultimi saranno i primi. La mia vita accanto ai dimenticati della terra. Dominique Lapierre è uno dei grandi testimoni del nostro tempo, famosissimo in tutto il mondo per la sua azione filantropica in favore dell’India, che l’ha condotto nel giro di trent’anni a realizzare ingenti progetti di sviluppo a Calcutta, a Bhopal e nelle zone più povere della regione del Bengala. Ha testimoniato le condizioni disumane di una bidonville di Calcutta in un’opera celebre, La città della gioia, dalla quale è stato tratto un film altrettanto famoso; è costantemente impegnato in incontri e conferenze allo scopo di far conoscere le sue realizzazioni e i suoi progetti e di raccogliere fondi per la sua “crociata umanitaria”, come ama definirla. Questo libro offre la possibilità di conoscere meglio la sua personalità e il suo operato, e soprattutto fa riflettere il lettore su una straordinaria esperienza di fraternità. Ricordo che quando avevo assistito alla conferenza che Lapierre aveva tenuto a Brescia alcuni anni fa mi avevano colpito il suo entusiasmo e il suo dinamismo: parole, gesti e sguardo, tutto concorreva a trasmettere la sensazione di un’energia straordinaria. Una medesima vitalità percorre tutto il libro e costituisce il filo conduttore delle esperienze raccontate, che delineano una personalità indubbiamente fuori dal comune. La prima parte dell’opera avvince il lettore con il racconto di un’infanzia troppo presto interrotta dall’occupazione nazista di Parigi, e soprattutto con l’incredibile intraprendenza di un adolescente già determinato a «giocare liberamente il bel gioco della vita sulle strade del vasto mondo», che a soli sedici anni si imbarca tutto solo come mozzo di bordo su una nave-cargo per la Louisiana e da lì compie un epico viaggio fino in Messico, per studiare la civiltà degli antichi aztechi, e successivamente in Canada, e traduce la sua esperienza in un libro che lo trasforma a soli diciotto anni in uno scrittore di successo. Il giro del mondo per la luna di miele, a vent’anni, ed ecco il nostro eroe che si procura il denaro per il viaggio facendo il libraio a san pagina 02 Francisco, è sconvolto dalla visita a Hiroshima, viene ingaggiato come corrispondente di guerra in Corea, assiste, quale ospite di un maharaja, a una caccia alla tigre nella giungla indiana. La seconda sezione è dedicata alla vita professionale di Lapierre, per dieci anni impegnato come reporter nell’équipe dell’importante settimanale “Paris match”: la sua passione per l’avventura si concretizza in un incarico che gli offre l’opportunità di incontri e viaggi straordinari in tutto il mondo, affrontando anche situazioni molto pericolose pur di riuscire a realizzare servizi in esclusiva sui fatti più clamorosi e i personaggi più in vista del pianeta. scaffale MUSEKE Dalla cronaca alla storia: alle soglie della maturità, il giornalista si rende conto che non gli basta documentare gli eventi; vuole comprenderne la genesi profonda, scavare alle radici del nostro tempo per analizzarlo nella sua complessità. Accettando con entusiasmo le opportunità che di volta in volta gli vengono offerte, in uno stretto sodalizio con il collega e amico statunitense Larry Collins, Dominique Lapierre compie un approfondito lavoro di indagine su quattro grandi temi storico-politici: il secondo conflitto mondiale, la guerra civile spagnola, la nascita dello Stato di Israele e la rivoluzione non violenta condotta da Gandhi per l’indipendenza dell’India. Ogni ricerca dura alcuni anni, richiede numerosi viaggi e prolungati soggiorni all’estero e si concretizza nello studio di una mole di documenti d’archivio e in migliaia di interviste: ne scaturiscono altrettanti bestsellers mondiali: Parigi brucia?, Alle cinque della sera, Gerusalemme, Gerusalemme! e Stanotte la libertà. Proprio quest’ultima ricostruzione della fine del più grande impero coloniale della storia consente a Lapierre, alla metà degli anni Settanta, un primo contatto con la civiltà indiana, sufficiente per essere profondamente affascinato dal Paese che diventerà negli anni successivi la sua seconda patria. Nella quarta e ultima parte della sua autobiografia, Lapierre racconta dunque, con grande semplicità, la svolta decisiva della sua esistenza: un cambiamento di vita irreversibile, mosso dal desiderio di dare un contributo concreto per aiutare a risolvere almeno in minima parte le immani contraddizioni sociali che aveva constatato e denunciato durante il suo soggiorno in India. Decide quindi di sostenere, con i proventi dei diritti d’autore dei suoi libri, un’iniziativa particolarmente bisognosa e meritevole di aiuto, e di pagina 03 chiedere consiglio in merito a Madre Teresa. Da questo primo incontro, dall’aiuto offerto a James Stevens per la “Casa della Resurrezione” che ospita i bambini delle bidonvilles di Calcutta colpiti dalla lebbra, una prima “goccia nell’oceano”, prende l’avvio una conoscenza sempre più diretta, profonda e sconvolgente del subcontinente indiano e dei suoi enormi problemi; una conoscenza che Lapierre non si stanca di divulgare, dando vita ad un’inarrestabile catena di solidarietà da cui scaturisce una serie di iniziative a sostegno dei più poveri: scuole, centri di assistenza per persone disabili, dispensari, centinaia di pozzi nei villaggi, quattro battelli-ospedale per soccorrere gli abitanti delle isole lungo il delta del Gange; un impegno incessante, che dall’India si allarga a sostenere progetti di sviluppo anche in Africa e in America latina. Ciò che più colpisce nel racconto di quella che Lapierre definisce «la mia storia d’amore con l’India» è il senso di fraternità che pervade queste pagine: non l’ombra di un giudizio (anche se non vengono risparmiate le critiche nei confronti del governo indiano e dell’élite dei cittadini, rei di prestare ben poca attenzione alla miserie del loro popolo), ma al contrario una familiarità profonda, la consapevolezza di un debito di riconoscenza, una stima assoluta per le virtù umane e spirituali di persone. Il testo, corredato da un ricco apparato di fotografie, si conclude con un’intervista a cura di Renzo Agasso (giornalista e scrittore, già autore di una biografia di Lapierre pubblicata qualche anno scaffale notizie MUSEKE fa dalle Edizioni Paoline) che aiuta a comprendere meglio le motivazioni profonde della sua azione filantropica. Il dialogo si apre con una domanda sulla fede: Lapierre delinea un cammino spirituale articolato in tre tappe, non intimista, ma radicato nella storia: «… sono cresciuto in una famiglia cristiana. […] Ma per parecchio tempo la fede ha “dormito” in me. Ho potuto vivere direttamente la realtà tangibile di quella religione di cui ero impregnato, certo, ma che non avevo mai vissuto nel concreto […]. A Gerusalemme si scopre una relazione permanente tra gli uomini e Dio. La seconda tappa del mio risveglio religioso si è svolta in India, dove ho incontrato profeti e santi […]. Come Gerusalemme, Benares mi ha incoraggiato ad acquisire consapevolezza del fatto che Dio è universale. […] La religione induista, così come quella ebraica, mi ha aiutato a collegare Dio a ogni essere e a ogni cosa, e a glorificarlo in ogni occasione. […] La mia terza tappa fu la città disastrata di Calcutta [...]. Nella miseria e nell’estrema privazione dei dannati delle bidonvilles di Calcutta ho scoperto donne e uomini che riuscivano a rimanere in piedi, a celebrare Dio per il minimo beneficio, a condividere quel poco che avevano con chi stava ancor peggio di loro. Donne e uomini che non ho esitato a chiamare “luci del mondo”. A Calcutta ho scoperto una perenne cattedrale della sopravvivenza, una basilica d’amore. In quell’universo così spesso disumano ho finito per comprendere che ogni essere umiliato, disprezzato, martirizzato, è un’incarnazione di Cristo.» Alla domanda “Chi è Gesù Cristo per te?” la risposta di quest’uomo di successo che ha incontrato quasi tutti i personaggi più grandi e potenti della sua epoca, di questo intellettuale che ha trascorso buona parte della sua vita a studiare la storia del suo tempo colpisce per la sua concretezza e la sua pagina 04 profondità: «È una ragazzina che ho incontrato un giorno nelle campagne del Bengala. […] Tornava da scuola ed era evidente che non mangiava dall’alba. Mi rivolse un sorriso sconvolgente, accompagnato da un gesto della mano. Fu uno shock. Sotto i lineamenti di quella piccola indiana avevo intravisto Gesù Cristo. Ho trovato un biscotto in tasca e gliel’ho dato. “Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Ho compreso in quel momento che Gesù era in quella ragazzina e che era in me. Che lui, lei e io eravamo parte di una stessa storia, una storia d’amore. Quella scoperta avrebbe trasformato la mia vita». Mariagrazia Stella notizie MUSEKE Un segno di speranza dalla Politica Per la prima volta, segnando una svolta radicale con il passato, un Governo Italiano istituisce un Dicastero dedicato a due temi evidenziandone le inestricabili e reciproche connessioni: la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione Come non considerare di buon auspicio il fatto che la responsabilità del nuovo Ministero sia stata affidata ad Andrea Riccardi che è ordinario di Storia Contemporanea presso l’ Università degli Studi di Roma ma è soprattutto noto internazionalmente per essere stato il Fondatore della Comunità di Sant’Egidio. La Comunità di Sant’Egidio nasce a Roma nel 1968, all’indomani del Concilio Vaticano II. Oggi è un movimento di laici a cui aderiscono più di 60.000 persone, impegnato nella comunicazione del Vangelo e nella carità a Roma, in Italia e in 73 paesi dei diversi continenti. Si definisce “Associazione pubblica di laici della Chiesa”. Le differenti comunità, sparse nel mondo, condividono la stessa spiritualità e i fondamenti che caratterizzano il cammino di Sant’Egidio rappresentando per molti un segno vivo di speranza. Sant’Egidio oltre che per l’impegno sociale e i numerosi progetti di sviluppo nel Sud del mondo, è conosciuta per il suo lavoro a favore della pace e del dialogo. “Cooperazione Internazionale e Integrazione” ha subito detto Riccardi “mi sembra che si dia centralità a qualcosa di importante e che finora è stato ritenuto accessorio, un lusso, qualcosa di non necessario. Mi sembra un segno di speranza per tutti, nella giusta direzione”. La costituzione stessa di questo Ministero evidenzia poi un’attenzione positiva e una rinnovata consapevolezza di quanto la cooperazione internazionale debba essere coniugata e coordinata con politiche di integrazione nel nostro Paese. La lettura delle competenze assegnate al ministro Riccardi evidenzia ancor meglio quanto debba essere ampia e non certo “provinciale” la gestione di queste complesse tematiche: • Cooperazione internazionale • Integrazione • Politiche per la famiglia • Gioventù • Politiche antidroga • Servizio civile • Adozioni internazionali • Antidiscriminazione razziale Con questo nuovo incarico e con l’importanza data a questi due settori, si riaccendono le speranze di vedere l’Italia tra i protagonisti che si impegnano nelle buone pratiche politiche pagina 05 di cooperazione internazionale e di accoglienza. Dopo tanta speranza, volendo ricorrere alla concretezza e realismo che caratterizzano l’attività di Museke come di tante altre serie ONLUS, pare inevitabile dover prendere atto che la serietà d’intenti rischia di essere attenuata nei suoi effetti concreti dal fatto che il nuovo Ministero è caratterizzato da una scarsa autonomia di spesa propria dei ministeri senza portafoglio. Forse si poteva fare di più? Forse si dovrà fare di più? Aspettando speranzosi guardando al futuro noi come sempre non ci fermeremo. Per approfondimenti: www.cooperazioneintegrazione.gov.it/ www.santegidio.org Giacomo Marniga testimonianze MUSEKE Volti, sguardi, ricordi e... un coraggio di riprendere il servizio in Burundi Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”. E, uscito, pianse amaramente. (Lc 23,61-62) Risuona in questa settimana di passione questa Parola di Dio che commuove, muove il nostro cuore, verso una vita che sia a immagine di Cristo nostro Signore. Lo sguardo di Gesù porta Pietro al pentimento ridando al cuore dell’apostolo la presenza di Cristo e della sua parola ( Anche il vangelo secondo Matteo sottolinea che Pietro si ri-corda della parola di Cristo nell’ultima cena) , questo lo porta al pentimento, da quel momento sarà veramente la “roccia” sulla quale Gesù costruirà la sua chiesa. In questi giorni il mio sguardo è stato colpito, nella Cappella delle Suore Ancelle della Carità di via Moretto a Brescia dalle mani di suor Carla con i segni delle ferite infertele dal rapinatore il Novembre scorso a Kiremba, lo sguardo sereno di una donna forte consapevole della sua vocazione al servizio dei poveri. Sono stato rapito dal volto serio e determinato di suor Antonietta che pur non avendo ancora del tutto rielaborato la sofferenza mi ha manifestato più volte la ferma intenzione di riprendere il suo servizio in Burundi, un coraggio encomiabile. Nei giorni scorsi Anna e Stefania hanno mostrato agli studenti dell’Istituto Cesare Arici e dell’Università Cattolica le foto della loro esperienza a Gitega; i colori di quella terra, i volti sorridenti dei bambini, mi hanno ricordato che è possibile vivere in maniera diversa dalla nostra ed essere felici nonostante la povertà materiale. Sorseggio ora una tazza di the, un aroma ed un colore intessissimi, the che mi ha regalato suor Lucrezia il giorno della mia partenza da Kiremba, dicendomi che il profumo e il sapore di quelle foglioline, una volta tornato in Italia, mi permetteranno di non pagina 06 dimenticare il Burundi, i volti, le persone e poter pregare per loro. Grazie a tutte queste suggestioni torna nel cuore la memoria di quei giorni passati insieme in Burundi, le tante persone conosciute, un popolo quello burundese con una grande capacità di accoglienza e con una grande fiducia nel Signore. Queste due caratteristiche vanno di pari passo, accogliere l’altro è la premessa per accogliere l’Altro; solo chi accoglie Cristo vede nell’altro un fratello e non un antagonista. La sobrietà di vita che noi andiamo cercando può essere uno strumento utile per scoprire l’essenzialità della nostra esistenza, siamo fatti per essere in relazione e le relazioni ci realizzano, impariamo ad aver fame e sete di relazioni veramente umane e perciò veramente cristiane. Don Faustino Guerini attualità MUSEKE Ottavo Obiettivo Lavorare insieme per lo sviluppo umano Sviluppare una partnership globale per lo sviluppo Gli obiettivi del Millennio sono un insieme di otto misure concrete (dimezzare la povertà estrema e la fame; raggiungere l’istruzione primaria universale, promuovere l’uguaglianza di genere, diminuire la mortalità infantile, migliorare la salute materna, combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre malattie, assicurare la sostenibilità ambientale, sviluppare un partenariato globale per lo sviluppo) adottate dai capi di stato e di governo nel 2000 durante l’Assemblea Generale dell’ONU, volti a migliorare la condizione di povertà estrema che ancora oggi colpisce i paesi in via di sviluppo entro 2015. Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio riconoscono esplicitamente che si può eliminare la povertà solo attraverso una “partnership globale per lo sviluppo”, che veda tutti i Paesi reciprocamente impegnati rispetto a responsabilità specifiche. Una collaborazione attiva. Essi devono fare la propria parte per assicurare ai cittadini una maggiore credibilità delle proprie politiche ed un uso efficiente delle risorse. Ma per fare in modo che i paesi poveri raggiungano i primi obiettivi, è necessario che i paesi ricchi facciano la loro parte aumentando gli aiuti allo sviluppo e migliorandone l’efficacia, riducendo in modo più sostenibile il debito e realizzando regole commerciali più eque. Ogni Paese deve fare la sua parte, solo così,insieme, raggiungeremo gli 8 Obiettivi! Questi sono stati distinti in base agli argomenti, ma sono correlati l’uno con l’altro: il raggiungimento di uno dei obiettivo può così avere riflessi positivo sugli altri. L’unione fa la forza! Nel report relativo al 2011, Ban Ki-moon evidenzia anche i progressi: “Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno già contribuito a sottrarre milioni di persone alla povertà, a salvare la vita di innumerevoli bambini e ad assicurarne la frequenza scolastica”. “Hanno ridotto la mortalità materna, aumentato le opportunità per le donne, incrementato l’accesso all’acqua pulita e liberato molte persone da malattie debilitanti e mortali”. Al tempo stesso però il rapporto mostra che “abbiamo ancora molta strada da percorrere per una maggiore pagina responsabilizzazione di donne e ragazze, per promuovere uno sviluppo sostenibile e per proteggere i più vulnerabili dagli effetti devastanti di molteplici crisi, che si tratti di conflitti, disastri naturali o instabilità dei prezzi di cibo ed energia”. Tra i parziali successi delle politiche di sviluppo in corso, il Segretario generale ricorda quello dell’istruzione: “alcuni fra i paesi più poveri hanno fatto i più grandi progressi nel campo dell’istruzione- si legge nella sintesi - La politica “dell’istruzione per tutti” messa in pratica nei paesi dell’Africa subsahariana all’inizio del nuovo millennio ha favorito l’ingresso di milioni di bambini (soprattutto delle regioni più povere) nelle scuole. Per esempio, Burundi, Madagascar, Ruanda, Samoa, Sao Tome e Principe, Togo e Tanzania hanno raggiunto o quasi l’obiettivo dell’istruzione primaria universale”. Inoltre, sebbene sia tuttora un risultato insufficiente, si evidenzia che “il numero di decessi di bambini sotto i cinque anni 07 attualità MUSEKE è sceso da 12,4 milioni nel 1990 a 8,1 nel 2009, il che significa circa 12.000 decessi infantili in meno al giorno”. Tuttavia“Il progresso tende a escludere coloro che si trovano sui gradini più bassi della scala economica o che sono svantaggiati a causa del loro sesso, età, handicap o etnia” sostiene il segretario generale Ban Ki-moon. “Inoltre le disparità tra le zone rurali e urbane sono ancora scoraggianti”. Nel 2009 quasi un quarto dei bambini nei paesi in via di sviluppo era sottopeso, soprattutto fra quelli più poveri. I bambini provenienti dalle famiglie più povere nei paesi in via di sviluppo hanno più del doppio delle possibilità di morire prima del compimento del loro quinto anno di vita rispetto ai bambini provenienti dalle famiglie più ricche. pagina A soltanto tre anni dal termine fissato per il raggiungimento degli ODM, gran parte dei paesi dell’Africa sub sahariana continua a presentare bassi indici di sviluppo umano. Nonostante i recenti progressi verificatisi, il quadro generale della situazione socio-politica africana resta una grande sfida. Mentre il Burundi ha compiuto progressi significativi in materia di istruzione scolastica, sono rimasti poco realizzati gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio per la riduzione della povertà, parità tra i sessi, la mortalità materna ed infantile, l’accesso sicuro all’acqua potabile, denutrizione e la prevalenza dei tassi di HIV / AIDS. E ‘improbabile che il Burundi raggiunga gli Obiettivi di 08 attualità MUSEKE Sviluppo del Millennio entro il 2015, nonostante i segnali di progresso. L’aspettativa di vita è passato da 43 anni nel 2000 a 51 anni nel 2010. I Tassi di vaccinazione sono migliorati a 103 per cento nel 2009. Il governo ha tentato di aumentare la copertura dei servizi sanitari, annunciando nel maggio 2006 i servizi sanitari gratuiti per bambini sotto i cinque e le donne in gravidanza. Questa misura ha contribuito a diminuire sotto i cinque anni il tasso di mortalità del 20 per cento dal 2005 al 2009. Tuttavia, la mancanza di medicine essenziali e personale qualificato sta pagina colpendo l’erogazione dei servizi. Per migliorare la qualità e la copertura, garantendo nel contempo la sostenibilità della riforma gratuita, il governo ha esteso i risultati sperimentati con successo sulla base di finanziamento basato sulle performance (RBF) all’intero settore della sanità. In materia di istruzione, alcune riforme sono stati compiute, ma sono attesi ulteriori progressi per la crescita futura del paese. Dal momento che per la “scuola libera” la politica è stata introdotta nel settembre 2005, l’iscrizione complessiva alla scuola primaria è migliorata sensibilmente dall’ 80 percento nel 2003-2004 a circa il 100 per cento nel 2005-2006, e più di 130 per cento nel 2009. Tuttavia, la qualità è bassa e il tasso di completamento è di circa il 46 per cento. Di conseguenza, le probabilità di raggiungere il MDG, tasso di completamento del 100 per cento, per la scuola primaria rimangono scarse. Per invertire la tendenza, e raggiungere gli Obiettivi del Millennio, serve una rinnovata volontà politica, nello spirito di partenariato che caratterizza la Dichiarazione del Millennio dove sia i paesi ricchi che i paesi poveri si assumano responsabilità precise. la Campagna assunta nel 2002, per il nuovo Millennio: “No excuse 2015”, ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questo patto tra Sud e Nord del mondo e ricordare ai governi gli impegni assunti. È possibile al riguardo consultare i siti: www.un.org/milleniumgoals http://www. mdgs.un.org 09 Rose Nintunze progetti notizie MUSEKE Progetto Nderanseke Educami e sarò felice Il mese di Dicembre e i primi mesi dell’anno sono quelli generalmente dedicati ai rinnovi delle adozioni da parte delle famiglie adottanti. È quella, perciò, l’occasione in cui i numerosi faldoni che racchiudono il “curriculum” dei bambini burundesi sostenuti con l’adozione (fotografie, notizie personali e famigliari, aggiornamenti, posizione scolastica), pur periodicamente visionati, vengono consultati e tenuti maggiormente “sotto controllo”. E così ci si accorge di come è difficile essere puntuali e tempestivi nei contatti con le famiglie: a volte è una fotografia non ricevuta al momento della richiesta e poi non più inviata , a volte sono aggiornamenti rimandati e non più ricevuti, altre volte è la notizia inesatta di una frequenza scolastica pagina non rettificata con sollecitudine…..ci scusiamo per questo con le famiglie, alle quali chiediamo pazienza. Ci preme chiedere ad alcune di esse una certa puntualità nel rinnovo della adozione; spesso quando intercorre un po’ di tempo dal rinnovo precedente ci domandiamo: sarà dimenticanza o intenzione di interrompere il sostegno ? Casi come questi, rari per fortuna, ci mettono un po’ in crisi, preferiremmo, come già detto più volte, ricevere una comunicazione telefonica, via fax o mail. Consultando i faldoni dei bimbi in adozione siamo portati a fare alcune piacevoli riflessioni: numerose famiglie hanno iniziato con noi l’avventura del progetto Nderanseke, (anno 2000) e quindi hanno sostenuto e in alcuni casi 10 progetti notizie MUSEKE ancora sostengono i bambini per tutti questi anni (undicidodici) accompagnandoli nel loro cammino di crescita e consentendo loro di ricevere adeguata assistenza medica e soprattutto di poter frequentare la scuola, raggiungendo anche buoni traguardi. Pensiamo sia motivo di soddisfazione e di orgoglio. Vogliamo ringraziare da queste pagine tutti indistintamente, ma in particolar modo queste famiglie “pioniere” per aver creduto in questo progetto e per la costanza con cui l’hanno sostenuto. Al momento dell’adozione questi bimbi erano piccoli (ne sono testimonianza le fotografie che li ritraggono avvolti nelle loro coloratissime coperte, fotografie spesso sbiadite e poco chiare perché fotocopie di fotocopie). Poi pagina attraverso gli aggiornamenti si documentava il cambiamento con fotografie( molto migliorate) di ragazzi sempre più grandicelli. E infine eccoli ormai giovinetti. Alcune famiglie, generosamente, li sostengono ancora alle soglie dell’università. Altra piacevole constatazione, del resto altre volte menzionata: i bimbi adottati gradualmente migliorano il loro stato di salute e di pari passo migliora nettamente la loro resa scolastica, e in tanti casi ne trae beneficio anche la situazione famigliare che la miseria rende problematica: le tensioni si appianano, il clima è più sereno. Ancora: dalle storie di questi bambini si evidenzia l’importanza della figura dei nonni. Sono loro che spesso accudiscono i piccoli, sono loro che si prendono carico dei nipoti e spesso di bimbi soli, sono loro che accolgono in casa figlie ancora giovani con il loro piccolo fardello non voluto, ma accettato. Di contro molto spesso sono i nipoti stessi che pur avendo la famiglia abitano con la nonna sola, perche bisognosa di aiuto o di compagnia, oppure prima della scuola procurano ai nonni legna o acqua o svolgono per loro piccoli quotidiani lavori. Abbiamo poche occasioni di ricordare tutte le persone che in Burundi collaborano con suor Cecilia per la conduzione delle adozioni; infatti grande parte dei 350 adottati vive a Gitega, ma un buon gruppetto vive sparso sulle colline e in località piuttosto lontane per cui alcune Suore della congregazione e qualche Padre aiutano suor Cecilia: a loro, ma soprattutto a lei, Suor Cecilia, vada il nostro grazie più sincero: quante volte la investiamo con mail e telefonate per avere questa o quella notizia, questa o quella foto, quel certo numero di aggiornamenti da...a..... e come vorremmo che fosse sollecita, che ci rispondesse immediatamente! Purtroppo spesso anche i computer ci mettono lo zampino e, a causa dei frequenti blak- out, non ci inviano in tempi brevi quanto richiesto. Qualche volta si deve attendere l’arrivo di un volontario che ci porta il pacchetto delle notizie e delle foto. Da noi di Museke, ma soprattutto dai bambini Burundesi, vi giungano i nostri migliori auguri pasquali. 11 Amalia Gennari DIAMO DUE MANI ALLA PROVVIDENZA MUSEKE x 1000 5 Anche quest’anno è possibile destinare il 5 per mille delle tue imposte all’Associazione Museke Onlus: FIRMA PER DIRE CHE IL TUO CUORE È GRANDE COME IL MONDO. Un gesto che non costa nulla ma che ci permetterà di realizzare i nostri progetti in corso. Come fare per devolvere il tuo 5 per mille all’associazione Museke Onlus • Compila la scheda CUD o il modello 730 o il modello Unico; • Firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato...”; • Indica nel riquadro il codice fiscale di Museke: 98013970177 Un ringraziamento alla neonata Fondazione Dominique Franchi per avere sottoscritto 2 adozioni a distanza per 3 anni ai bambini disabili del progetto Gateka (dignità) gestito dall’associazione Museke. L’Associazione Museke onlus ringrazia di cuore i numerosi clienti di Italmark che, con la raccolta punti Nimis 2011, hanno dato un generoso contributo ai progetti realizzati in Burundi a favore di bambini orfani e disabili. Un caloroso ringraziamento va inoltre ai titolari e alla direzione di Italmark per aver sostenuto la scelta dei propri clienti, raddoppiando la quota raccolta. Visto il successo ottenuto, l’iniziativa è stata rinnovata anche quest’anno. Buona Pasqua nel Risorto Pasika nziza Joyeuses Pacques Feliz Pascua “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere.” MUSEKE ONLUS Direttore Responsabile: Gabriele Filippini www.associazionemuseke.org • [email protected] Direttore Editoriale: Roberto Lombardi Codice Fiscale 98013970177 • c/c postale 15681257 Grafica: Nadir 2.0 - Ciliverghe di Mazzano (Bs) Cod. IBAN IT61B0350011200000000027499 Stampa: Euroteam - Nuvolera (Bs) intestati a MUSEKE ONLUS Autorizzazione del Tribunale di Brescia N. 30 del 16/09/2006 Editore: Associazione Museke Onlus - Via Brescia, 10 - Castenedolo (Bs) Via Brescia, 10 - 25014 CASTENEDOLO (BS) - ITALIA