Scarica - Associazione Museke Onlus

Transcript

Scarica - Associazione Museke Onlus
APRILE 2012 NUMERO 19
“Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2 DCB Brescia”
MUSEKE
Notiziario
dell’associazione
Museke O.N.L.U.S.
Passione per la Vita
Le cinque stazioni quaresimali della Parola
di Dio scandiscono l’esodo dei credenti
nella sequela di Cristo: il deserto, il monte, il tempio, l’esodo e il chicco di grano
costituiscono le soste principali dell’anno
liturgico B poste lungo il cammino quaresimale. Questo itinerario non è di un
singolo né tantomeno è posto di fronte
alla croce di Cristo, bensì è comunitario
ed è accompagnato, in ogni tappa, dall’umanità del Figlio di Dio che ha imparato
l’obbedienza fedele da quanto ha sofferto
durante la Passione.
Proprio il modo in cui Gesù muore rivela
il suo amore divino per l’umanità. Ancora
oggi la morte di tanti nostri fratelli, la loro
testimonianza donata seguendo il Maestro
e “amando fino alla fine”, come ci ricorda la giornata in memoria dei missionari
martiri, continua ad annunciare anche nel
nostro tempo l’amore che ci ha redenti.
Sono ventisei le missionarie e i missionari
uccisi nel 2011: diciotto sacerdoti, quattro
religiose e quattro laici. Alcuni di questi
volti sono cari e familiari anche alla nostra
terra bresciana.
La Pasqua di risurrezione ci rinnovi la passione per la vita a tutti i livelli, a tutte le età
della persona e in tutte le situazioni, anche
quelle più dure, attraversate da ogni tipo di
morte. La speranza cristiana che nasce dalla
Pasqua non può che far generare vita piena
già oggi in attesa di una vita definitiva per
sempre.
Buona Pasqua a tutti con l’augurio di continuare a fare scelte di relazione e di verità,
di prossimità e d’inclusione, di comunione
e di pace.
don Roberto Lombardi
Via Brescia, 10
25014 Castenedolo (Brescia) ITALY
Tel. e Fax +39 030 2130053
Cell. +39 349 8832835
sommario
Auguri
Scafale: Una straordinaria
1
esperienza di fraternità
2
Notizie: Un segno di speranza
della politica
5
Testimonianza: Volti, sguardi e…6
Attualità: Lavorare insieme
per lo sviluppo sostenibile
7
Progetti: Progetto Nderanseke
“Educami e sarò felice”
10
scaffale
notizie
MUSEKE
Una straordinaria esperienza di fraternità
È appena stata pubblicata dall’editrice
Rizzoli un’avvincente autobiografia
di Dominique Lapierre intitolata: Gli
ultimi saranno i primi. La mia vita
accanto ai dimenticati della terra.
Dominique Lapierre è uno dei grandi
testimoni del nostro tempo, famosissimo in tutto il mondo per la sua azione
filantropica in favore dell’India, che
l’ha condotto nel giro di trent’anni a
realizzare ingenti progetti di sviluppo
a Calcutta, a Bhopal e nelle zone più
povere della regione del Bengala. Ha
testimoniato le condizioni disumane
di una bidonville di Calcutta in un’opera celebre, La città della gioia, dalla
quale è stato tratto un film altrettanto
famoso; è costantemente impegnato in
incontri e conferenze allo scopo di far
conoscere le sue realizzazioni e i suoi
progetti e di raccogliere fondi per la
sua “crociata umanitaria”, come ama
definirla.
Questo libro offre la possibilità di
conoscere meglio la sua personalità
e il suo operato, e soprattutto fa riflettere il lettore su una straordinaria
esperienza di fraternità.
Ricordo che quando avevo assistito
alla conferenza che Lapierre aveva
tenuto a Brescia alcuni anni fa mi
avevano colpito il suo entusiasmo e il
suo dinamismo: parole, gesti e sguardo, tutto concorreva a trasmettere la
sensazione di un’energia straordinaria.
Una medesima vitalità percorre tutto
il libro e costituisce il filo conduttore
delle esperienze raccontate, che delineano una personalità indubbiamente
fuori dal comune.
La prima parte dell’opera avvince il
lettore con il racconto di un’infanzia
troppo presto interrotta dall’occupazione nazista di Parigi, e soprattutto
con l’incredibile intraprendenza
di un adolescente già determinato
a «giocare liberamente il bel gioco
della vita sulle strade del vasto mondo», che a soli sedici anni si imbarca
tutto solo come mozzo di bordo su
una nave-cargo per la Louisiana e da
lì compie un epico viaggio fino in
Messico, per studiare la civiltà degli
antichi aztechi, e successivamente in
Canada, e traduce la sua esperienza
in un libro che lo trasforma a soli
diciotto anni in uno scrittore di
successo. Il giro del mondo per la
luna di miele, a vent’anni, ed ecco il
nostro eroe che si procura il denaro
per il viaggio facendo il libraio a san
pagina
02
Francisco, è sconvolto dalla visita a
Hiroshima, viene ingaggiato come
corrispondente di guerra in Corea,
assiste, quale ospite di un maharaja,
a una caccia alla tigre nella giungla
indiana.
La seconda sezione è dedicata alla
vita professionale di Lapierre, per
dieci anni impegnato come reporter
nell’équipe dell’importante settimanale “Paris match”: la sua passione
per l’avventura si concretizza in un
incarico che gli offre l’opportunità
di incontri e viaggi straordinari in
tutto il mondo, affrontando anche
situazioni molto pericolose pur di riuscire a realizzare servizi in esclusiva
sui fatti più clamorosi e i personaggi
più in vista del pianeta.
scaffale
MUSEKE
Dalla cronaca alla storia: alle soglie
della maturità, il giornalista si rende
conto che non gli basta documentare
gli eventi; vuole comprenderne la
genesi profonda, scavare alle radici
del nostro tempo per analizzarlo
nella sua complessità. Accettando
con entusiasmo le opportunità che
di volta in volta gli vengono offerte,
in uno stretto sodalizio con il collega
e amico statunitense Larry Collins,
Dominique Lapierre compie un
approfondito lavoro di indagine su
quattro grandi temi storico-politici: il
secondo conflitto mondiale, la guerra
civile spagnola, la nascita dello Stato
di Israele e la rivoluzione non violenta
condotta da Gandhi per l’indipendenza dell’India. Ogni ricerca dura
alcuni anni, richiede numerosi viaggi
e prolungati soggiorni all’estero e si
concretizza nello studio di una mole di
documenti d’archivio e in migliaia di
interviste: ne scaturiscono altrettanti
bestsellers mondiali: Parigi brucia?,
Alle cinque della sera, Gerusalemme,
Gerusalemme! e Stanotte la libertà.
Proprio quest’ultima ricostruzione
della fine del più grande impero coloniale della storia consente a Lapierre,
alla metà degli anni Settanta, un primo contatto con la civiltà indiana,
sufficiente per essere profondamente
affascinato dal Paese che diventerà
negli anni successivi la sua seconda
patria.
Nella quarta e ultima parte della sua
autobiografia, Lapierre racconta dunque, con grande semplicità, la svolta
decisiva della sua esistenza: un cambiamento di vita irreversibile, mosso
dal desiderio di dare un contributo
concreto per aiutare a risolvere almeno
in minima parte le immani contraddizioni sociali che aveva constatato e
denunciato durante il suo soggiorno in
India. Decide quindi di sostenere, con
i proventi dei diritti d’autore dei suoi
libri, un’iniziativa particolarmente
bisognosa e meritevole di aiuto, e di
pagina
03
chiedere consiglio in merito a Madre
Teresa. Da questo primo incontro,
dall’aiuto offerto a James Stevens per
la “Casa della Resurrezione” che ospita
i bambini delle bidonvilles di Calcutta
colpiti dalla lebbra, una prima “goccia
nell’oceano”, prende l’avvio una conoscenza sempre più diretta, profonda
e sconvolgente del subcontinente
indiano e dei suoi enormi problemi;
una conoscenza che Lapierre non si
stanca di divulgare, dando vita ad
un’inarrestabile catena di solidarietà
da cui scaturisce una serie di iniziative a sostegno dei più poveri: scuole,
centri di assistenza per persone disabili, dispensari, centinaia di pozzi
nei villaggi, quattro battelli-ospedale
per soccorrere gli abitanti delle isole
lungo il delta del Gange; un impegno
incessante, che dall’India si allarga a
sostenere progetti di sviluppo anche
in Africa e in America latina.
Ciò che più colpisce nel racconto
di quella che Lapierre definisce «la
mia storia d’amore con l’India» è il
senso di fraternità che pervade queste
pagine: non l’ombra di un giudizio
(anche se non vengono risparmiate
le critiche nei confronti del governo
indiano e dell’élite dei cittadini, rei
di prestare ben poca attenzione alla
miserie del loro popolo), ma al contrario una familiarità profonda, la
consapevolezza di un debito di riconoscenza, una stima assoluta per le virtù
umane e spirituali di persone. Il testo,
corredato da un ricco apparato di fotografie, si conclude con un’intervista
a cura di Renzo Agasso (giornalista e
scrittore, già autore di una biografia
di Lapierre pubblicata qualche anno
scaffale
notizie
MUSEKE
fa dalle Edizioni Paoline) che aiuta a
comprendere meglio le motivazioni
profonde della sua azione filantropica.
Il dialogo si apre con una domanda
sulla fede: Lapierre delinea un cammino spirituale articolato in tre tappe,
non intimista, ma radicato nella storia:
«… sono cresciuto in una famiglia cristiana. […] Ma per parecchio tempo la
fede ha “dormito” in me. Ho potuto
vivere direttamente la realtà tangibile
di quella religione di cui ero impregnato, certo, ma che non avevo mai vissuto nel concreto […]. A Gerusalemme si
scopre una relazione permanente tra
gli uomini e Dio. La seconda tappa
del mio risveglio religioso si è svolta
in India, dove ho incontrato profeti
e santi […]. Come Gerusalemme,
Benares mi ha incoraggiato ad acquisire consapevolezza
del fatto che Dio è
universale. […] La
religione induista,
così come quella
ebraica, mi ha
aiutato a collegare
Dio a ogni essere
e a ogni cosa, e a
glorificarlo in ogni
occasione. […] La
mia terza tappa fu
la città disastrata
di Calcutta [...].
Nella miseria e
nell’estrema privazione dei dannati
delle bidonvilles
di Calcutta ho
scoperto donne e
uomini che riuscivano a rimanere in
piedi, a celebrare Dio per il minimo
beneficio, a condividere quel poco che
avevano con chi stava ancor peggio
di loro. Donne e uomini che non ho
esitato a chiamare “luci del mondo”.
A Calcutta ho scoperto una perenne
cattedrale della sopravvivenza, una
basilica d’amore. In quell’universo
così spesso disumano ho finito per
comprendere che ogni essere umiliato,
disprezzato, martirizzato, è un’incarnazione di Cristo.»
Alla domanda “Chi è Gesù Cristo
per te?” la risposta di quest’uomo di
successo che ha incontrato quasi tutti
i personaggi più grandi e potenti della
sua epoca, di questo intellettuale che
ha trascorso buona parte della sua
vita a studiare la storia del suo tempo
colpisce per la sua concretezza e la sua
pagina
04
profondità: «È una ragazzina che ho
incontrato un giorno nelle campagne
del Bengala. […] Tornava da scuola ed
era evidente che non mangiava dall’alba. Mi rivolse un sorriso sconvolgente,
accompagnato da un gesto della mano.
Fu uno shock. Sotto i lineamenti di
quella piccola indiana avevo intravisto
Gesù Cristo. Ho trovato un biscotto
in tasca e gliel’ho dato. “Quello che
avete fatto a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Ho compreso in quel momento che
Gesù era in quella ragazzina e che
era in me. Che lui, lei e io eravamo
parte di una stessa storia, una storia
d’amore. Quella scoperta avrebbe
trasformato la mia vita».
Mariagrazia Stella
notizie
MUSEKE
Un segno di speranza dalla Politica
Per la prima volta, segnando una svolta radicale con il passato, un Governo
Italiano istituisce un Dicastero dedicato a due temi evidenziandone le
inestricabili e reciproche connessioni:
la Cooperazione Internazionale e
l’Integrazione Come non considerare di buon auspicio il fatto che la
responsabilità del nuovo Ministero sia
stata affidata ad Andrea Riccardi che
è ordinario di Storia Contemporanea
presso l’ Università degli Studi di Roma
ma è soprattutto noto internazionalmente per essere stato il Fondatore
della Comunità di Sant’Egidio. La
Comunità di Sant’Egidio nasce a Roma
nel 1968, all’indomani del Concilio
Vaticano II. Oggi è un movimento di
laici a cui aderiscono più di 60.000
persone, impegnato nella comunicazione del Vangelo e nella carità a
Roma, in Italia e in 73 paesi dei diversi
continenti. Si definisce “Associazione
pubblica di laici della Chiesa”. Le differenti comunità, sparse nel mondo,
condividono la stessa spiritualità e i
fondamenti che caratterizzano il cammino di Sant’Egidio rappresentando
per molti un segno vivo di speranza.
Sant’Egidio oltre che per l’impegno
sociale e i numerosi progetti di sviluppo
nel Sud del mondo, è conosciuta per
il suo lavoro a favore della pace e del
dialogo. “Cooperazione Internazionale
e Integrazione” ha subito detto Riccardi
“mi sembra che si dia centralità a qualcosa di importante e che finora è stato
ritenuto accessorio, un lusso, qualcosa
di non necessario. Mi sembra un segno di speranza per tutti, nella giusta
direzione”.
La costituzione stessa di questo
Ministero evidenzia poi un’attenzione
positiva e una rinnovata consapevolezza
di quanto la cooperazione internazionale debba essere coniugata e coordinata con politiche di integrazione nel
nostro Paese. La lettura delle competenze assegnate al ministro Riccardi
evidenzia ancor meglio quanto debba
essere ampia e non certo “provinciale”
la gestione di queste complesse tematiche: • Cooperazione internazionale
• Integrazione • Politiche per la famiglia • Gioventù • Politiche antidroga
• Servizio civile • Adozioni internazionali • Antidiscriminazione razziale
Con questo nuovo incarico e con l’importanza data a questi due settori, si
riaccendono le speranze di vedere
l’Italia tra i protagonisti che si impegnano nelle buone pratiche politiche
pagina
05
di cooperazione internazionale e di
accoglienza.
Dopo tanta speranza, volendo ricorrere
alla concretezza e realismo che caratterizzano l’attività di Museke come di
tante altre serie ONLUS, pare inevitabile dover prendere atto che la serietà
d’intenti rischia di essere attenuata
nei suoi effetti concreti dal fatto che
il nuovo Ministero è caratterizzato da
una scarsa autonomia di spesa propria
dei ministeri senza portafoglio. Forse
si poteva fare di più? Forse si dovrà fare
di più? Aspettando speranzosi guardando al futuro noi come sempre non
ci fermeremo.
Per approfondimenti:
www.cooperazioneintegrazione.gov.it/
www.santegidio.org
Giacomo Marniga
testimonianze
MUSEKE
Volti, sguardi, ricordi e...
un coraggio di riprendere il servizio in Burundi
Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva
detto: “Prima che il gallo canti,
oggi mi rinnegherai tre volte”.
E, uscito, pianse amaramente.
(Lc 23,61-62)
Risuona in questa settimana di passione questa Parola di Dio che commuove, muove il nostro cuore, verso
una vita che sia a immagine di Cristo
nostro Signore.
Lo sguardo di Gesù porta Pietro al
pentimento ridando al cuore dell’apostolo la presenza di Cristo e della
sua parola ( Anche il vangelo secondo
Matteo sottolinea che Pietro si ri-corda della parola di Cristo nell’ultima
cena) , questo lo porta al pentimento,
da quel momento sarà veramente la
“roccia” sulla quale Gesù costruirà la
sua chiesa.
In questi giorni il mio sguardo è stato colpito, nella
Cappella delle
Suore Ancelle
della Carità di
via Moretto a
Brescia dalle
mani di suor
Carla con i segni delle ferite
infertele dal
rapinatore il
Novembre scorso a Kiremba, lo
sguardo sereno
di una donna
forte consapevole della sua
vocazione al
servizio dei poveri.
Sono stato rapito dal volto serio e determinato di suor Antonietta che pur
non avendo ancora del tutto rielaborato la sofferenza mi ha manifestato più
volte la ferma intenzione di riprendere
il suo servizio in Burundi, un coraggio
encomiabile.
Nei giorni scorsi Anna e Stefania
hanno mostrato agli studenti dell’Istituto Cesare Arici e dell’Università
Cattolica le foto della loro esperienza
a Gitega; i colori di quella terra, i volti sorridenti dei bambini, mi hanno
ricordato che è possibile vivere in
maniera diversa dalla nostra ed essere
felici nonostante la povertà materiale.
Sorseggio ora una tazza di the, un
aroma ed un colore intessissimi, the
che mi ha regalato suor Lucrezia il
giorno della mia partenza da Kiremba,
dicendomi che il profumo e il sapore
di quelle foglioline, una volta tornato
in Italia, mi permetteranno di non
pagina
06
dimenticare il Burundi, i volti, le persone e poter pregare per loro.
Grazie a tutte queste suggestioni torna
nel cuore la memoria di quei giorni
passati insieme in Burundi, le tante
persone conosciute, un popolo quello
burundese con una grande capacità di
accoglienza e con una grande fiducia
nel Signore.
Queste due caratteristiche vanno
di pari passo, accogliere l’altro è la
premessa per accogliere l’Altro; solo
chi accoglie Cristo vede nell’altro un
fratello e non un antagonista.
La sobrietà di vita che noi andiamo
cercando può essere uno strumento
utile per scoprire l’essenzialità della
nostra esistenza, siamo fatti per essere
in relazione e le relazioni ci realizzano, impariamo ad aver fame e sete di
relazioni veramente umane e perciò
veramente cristiane.
Don Faustino Guerini
attualità
MUSEKE
Ottavo Obiettivo
Lavorare insieme per lo sviluppo umano
Sviluppare una partnership globale
per lo sviluppo
Gli obiettivi del Millennio sono un
insieme di otto misure concrete (dimezzare la povertà estrema e la fame;
raggiungere l’istruzione primaria universale, promuovere l’uguaglianza di
genere, diminuire la mortalità infantile, migliorare la salute
materna, combattere l’HIV/AIDS, la malaria e le altre
malattie, assicurare la sostenibilità ambientale, sviluppare
un partenariato globale per lo sviluppo) adottate dai capi di
stato e di governo nel 2000 durante l’Assemblea Generale
dell’ONU, volti a migliorare la condizione di povertà
estrema che ancora oggi colpisce i paesi in via di sviluppo
entro 2015.
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio riconoscono esplicitamente che si può eliminare la povertà solo attraverso
una “partnership globale per lo sviluppo”, che veda tutti i
Paesi reciprocamente impegnati rispetto a responsabilità
specifiche. Una collaborazione attiva.
Essi devono fare la propria parte per assicurare ai cittadini
una maggiore credibilità delle proprie politiche ed un uso
efficiente delle risorse. Ma per fare in modo che i paesi
poveri raggiungano i primi obiettivi, è necessario che i
paesi ricchi facciano la loro parte aumentando gli aiuti allo
sviluppo e migliorandone l’efficacia, riducendo in modo più
sostenibile il debito e realizzando regole commerciali più
eque. Ogni Paese deve fare la sua parte, solo così,insieme,
raggiungeremo gli 8 Obiettivi! Questi sono stati distinti in
base agli argomenti, ma sono correlati l’uno con l’altro: il
raggiungimento di uno dei obiettivo può così avere riflessi
positivo sugli altri. L’unione fa la forza!
Nel report relativo al 2011, Ban Ki-moon evidenzia anche
i progressi: “Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno
già contribuito a sottrarre milioni di persone alla povertà, a
salvare la vita di innumerevoli bambini e ad assicurarne la
frequenza scolastica”. “Hanno ridotto la mortalità materna,
aumentato le opportunità per le donne, incrementato l’accesso all’acqua pulita e liberato molte persone da malattie
debilitanti e mortali”.
Al tempo stesso però il rapporto mostra che “abbiamo
ancora molta strada da percorrere per una maggiore
pagina
responsabilizzazione di donne e ragazze, per promuovere
uno sviluppo sostenibile e per proteggere i più vulnerabili dagli effetti devastanti di molteplici crisi, che si tratti
di conflitti, disastri naturali o instabilità dei prezzi di
cibo ed energia”. Tra i parziali successi delle politiche di
sviluppo in corso, il Segretario generale ricorda quello
dell’istruzione: “alcuni fra i paesi più poveri hanno fatto
i più grandi progressi nel campo dell’istruzione- si legge
nella sintesi - La politica “dell’istruzione per tutti” messa
in pratica nei paesi dell’Africa subsahariana all’inizio del
nuovo millennio ha favorito l’ingresso di milioni di
bambini (soprattutto delle regioni più povere) nelle scuole.
Per esempio, Burundi, Madagascar, Ruanda, Samoa, Sao
Tome e Principe, Togo e Tanzania hanno raggiunto o quasi
l’obiettivo dell’istruzione primaria universale”. Inoltre,
sebbene sia tuttora un risultato insufficiente, si evidenzia
che “il numero di decessi di bambini sotto i cinque anni
07
attualità
MUSEKE
è sceso da 12,4 milioni nel 1990 a 8,1 nel 2009, il che
significa circa 12.000 decessi infantili in meno al giorno”.
Tuttavia“Il progresso tende a escludere coloro che si trovano sui gradini più bassi della scala economica o che sono
svantaggiati a causa del loro sesso, età, handicap o etnia”
sostiene il segretario generale Ban Ki-moon. “Inoltre le disparità tra le zone rurali e urbane sono ancora scoraggianti”.
Nel 2009 quasi un quarto dei bambini nei paesi in via di
sviluppo era sottopeso, soprattutto fra quelli più poveri.
I bambini provenienti dalle famiglie più povere nei paesi
in via di sviluppo hanno più del doppio delle possibilità di
morire prima del compimento del loro quinto anno di vita
rispetto ai bambini provenienti dalle famiglie più ricche.
pagina
A soltanto tre anni dal termine fissato per il raggiungimento degli ODM, gran parte dei paesi dell’Africa sub
sahariana continua a presentare bassi indici di sviluppo
umano. Nonostante i recenti progressi verificatisi, il quadro
generale della situazione socio-politica africana resta una
grande sfida.
Mentre il Burundi ha compiuto progressi significativi in​​
materia di istruzione scolastica, sono rimasti poco realizzati
gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio per la riduzione
della povertà, parità tra i sessi, la mortalità materna ed
infantile, l’accesso sicuro all’acqua potabile, denutrizione
e la prevalenza dei tassi di HIV / AIDS.
E ‘improbabile che il Burundi raggiunga gli Obiettivi di
08
attualità
MUSEKE
Sviluppo del Millennio entro il 2015, nonostante i segnali
di progresso. L’aspettativa di vita è passato da 43 anni
nel 2000 a 51 anni nel 2010. I Tassi di vaccinazione sono
migliorati a 103 per cento nel 2009. Il governo ha tentato
di aumentare la copertura dei servizi sanitari, annunciando
nel maggio 2006 i servizi sanitari gratuiti per
bambini sotto i cinque e
le donne in gravidanza.
Questa misura ha contribuito a diminuire sotto
i cinque anni il tasso
di mortalità del 20 per
cento dal 2005 al 2009.
Tuttavia, la mancanza
di medicine essenziali e
personale qualificato sta
pagina
colpendo l’erogazione dei servizi. Per migliorare la qualità
e la copertura, garantendo nel contempo la sostenibilità della riforma gratuita, il governo ha esteso i risultati
sperimentati con successo sulla base di finanziamento
basato sulle performance (RBF) all’intero settore della
sanità. In materia di istruzione, alcune riforme sono stati
compiute, ma sono attesi ulteriori progressi per la crescita
futura del paese. Dal momento che per la “scuola libera” la
politica è stata introdotta nel settembre 2005, l’iscrizione
complessiva alla scuola primaria è migliorata sensibilmente
dall’ 80 percento nel 2003-2004 a circa il 100 per cento
nel 2005-2006, e più di 130 per cento nel 2009. Tuttavia,
la qualità è bassa e il tasso di completamento è di circa il
46 per cento.
Di conseguenza, le probabilità di raggiungere il MDG,
tasso di completamento del 100 per cento, per la scuola
primaria rimangono scarse. Per invertire la tendenza, e
raggiungere gli Obiettivi del Millennio, serve una rinnovata volontà politica, nello spirito di partenariato che
caratterizza la Dichiarazione del Millennio dove sia i paesi
ricchi che i paesi poveri si assumano responsabilità precise.
la Campagna assunta nel 2002, per il nuovo Millennio:
“No excuse 2015”, ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione
pubblica sull’importanza di questo patto tra Sud e Nord
del mondo e ricordare ai governi gli impegni assunti.
È possibile al riguardo consultare i siti:
www.un.org/milleniumgoals
http://www. mdgs.un.org
09
Rose Nintunze
progetti
notizie
MUSEKE
Progetto Nderanseke
Educami e sarò felice
Il mese di Dicembre e i primi mesi dell’anno sono quelli
generalmente dedicati ai rinnovi delle adozioni da parte
delle famiglie adottanti. È quella, perciò, l’occasione in cui
i numerosi faldoni che racchiudono il “curriculum” dei
bambini burundesi sostenuti con l’adozione (fotografie,
notizie personali e famigliari, aggiornamenti, posizione
scolastica), pur periodicamente visionati, vengono consultati e tenuti maggiormente “sotto controllo”. E così ci
si accorge di come è difficile essere puntuali e tempestivi
nei contatti con le famiglie: a volte è una fotografia non
ricevuta al momento della richiesta e poi non più inviata ,
a volte sono aggiornamenti rimandati e non più ricevuti,
altre volte è la notizia inesatta di una frequenza scolastica
pagina
non rettificata con sollecitudine…..ci scusiamo per questo
con le famiglie, alle quali chiediamo pazienza.
Ci preme chiedere ad alcune di esse una certa puntualità
nel rinnovo della adozione; spesso quando intercorre un
po’ di tempo dal rinnovo precedente ci domandiamo: sarà
dimenticanza o intenzione di interrompere il sostegno ?
Casi come questi, rari per fortuna, ci mettono un po’ in
crisi, preferiremmo, come già detto più volte, ricevere una
comunicazione telefonica, via fax o mail.
Consultando i faldoni dei bimbi in adozione siamo portati
a fare alcune piacevoli riflessioni: numerose famiglie hanno
iniziato con noi l’avventura del progetto Nderanseke,
(anno 2000) e quindi hanno sostenuto e in alcuni casi
10
progetti
notizie
MUSEKE
ancora sostengono i bambini per tutti questi anni (undicidodici) accompagnandoli nel loro cammino di crescita e
consentendo loro di ricevere adeguata assistenza medica e
soprattutto di poter frequentare la scuola, raggiungendo
anche buoni traguardi. Pensiamo sia motivo di soddisfazione e di orgoglio.
Vogliamo ringraziare da queste pagine tutti indistintamente, ma in particolar modo queste famiglie “pioniere”
per aver creduto in questo progetto e per la costanza con
cui l’hanno sostenuto.
Al momento dell’adozione questi bimbi erano piccoli
(ne sono testimonianza le fotografie che li ritraggono
avvolti nelle loro coloratissime coperte, fotografie spesso
sbiadite e poco chiare perché fotocopie di fotocopie). Poi
pagina
attraverso gli aggiornamenti si documentava il cambiamento con fotografie( molto migliorate) di ragazzi sempre
più grandicelli. E infine eccoli ormai giovinetti. Alcune
famiglie, generosamente, li sostengono ancora alle soglie
dell’università.
Altra piacevole constatazione, del resto altre volte menzionata: i bimbi adottati gradualmente migliorano il loro
stato di salute e di pari passo migliora nettamente la loro
resa scolastica, e in tanti casi ne trae beneficio anche la
situazione famigliare che la miseria rende problematica:
le tensioni si appianano, il clima è più sereno.
Ancora: dalle storie di questi bambini si evidenzia l’importanza della figura dei nonni. Sono loro che spesso accudiscono i piccoli, sono loro che si prendono carico dei
nipoti e spesso di bimbi soli, sono loro che accolgono in
casa figlie ancora giovani con il loro piccolo fardello non
voluto, ma accettato.
Di contro molto spesso sono i nipoti stessi che pur avendo
la famiglia abitano con la nonna sola, perche bisognosa di
aiuto o di compagnia, oppure prima della scuola procurano ai nonni legna o acqua o svolgono per loro piccoli
quotidiani lavori.
Abbiamo poche occasioni di ricordare tutte le persone che
in Burundi collaborano con suor Cecilia per la conduzione
delle adozioni; infatti grande parte dei 350 adottati vive
a Gitega, ma un buon gruppetto vive sparso sulle colline
e in località piuttosto lontane per cui alcune Suore della
congregazione e qualche Padre aiutano suor Cecilia: a loro,
ma soprattutto a lei, Suor Cecilia, vada il nostro grazie più
sincero: quante volte la investiamo con mail e telefonate
per avere questa o quella notizia, questa o quella foto, quel
certo numero di aggiornamenti da...a..... e come vorremmo
che fosse sollecita, che ci rispondesse immediatamente!
Purtroppo spesso anche i computer ci mettono lo zampino
e, a causa dei frequenti blak- out, non ci inviano in tempi
brevi quanto richiesto. Qualche volta si deve attendere
l’arrivo di un volontario che ci porta il pacchetto delle
notizie e delle foto.
Da noi di Museke, ma soprattutto dai bambini Burundesi,
vi giungano i nostri migliori auguri pasquali.
11
Amalia Gennari
DIAMO DUE MANI
ALLA PROVVIDENZA
MUSEKE
x
1000
5
Anche quest’anno è possibile destinare il 5
per mille delle tue imposte all’Associazione
Museke Onlus: FIRMA PER DIRE CHE
IL TUO CUORE È GRANDE COME IL
MONDO.
Un gesto che non costa nulla ma che ci permetterà di realizzare i nostri progetti in corso.
Come fare per devolvere il tuo 5 per mille
all’associazione Museke Onlus
• Compila la scheda CUD o il modello 730 o
il modello Unico;
• Firma nel riquadro indicato come “Sostegno del volontariato...”;
• Indica nel riquadro il codice fiscale di Museke: 98013970177


Un ringraziamento alla neonata Fondazione Dominique Franchi per avere sottoscritto 2 adozioni a distanza per 3 anni ai bambini disabili del progetto Gateka
(dignità) gestito dall’associazione Museke.
L’Associazione Museke onlus ringrazia di cuore i numerosi clienti di
Italmark che, con la raccolta punti
Nimis 2011, hanno dato un generoso contributo ai progetti realizzati
in Burundi a favore di bambini orfani e disabili.
Un caloroso ringraziamento va
inoltre ai titolari e alla direzione di
Italmark per aver sostenuto la scelta dei propri clienti, raddoppiando
la quota raccolta. Visto il successo
ottenuto, l’iniziativa è stata rinnovata anche quest’anno.
Buona Pasqua nel Risorto
Pasika nziza
Joyeuses Pacques
Feliz Pascua
“Perché io ho avuto fame
e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi
avete dato da bere.”
MUSEKE ONLUS
Direttore Responsabile: Gabriele Filippini
www.associazionemuseke.org • [email protected]
Direttore Editoriale: Roberto Lombardi
Codice Fiscale 98013970177 • c/c postale 15681257
Grafica: Nadir 2.0 - Ciliverghe di Mazzano (Bs)
Cod. IBAN IT61B0350011200000000027499
Stampa: Euroteam - Nuvolera (Bs)
intestati a MUSEKE ONLUS
Autorizzazione del Tribunale di Brescia N. 30 del 16/09/2006
Editore: Associazione Museke Onlus - Via Brescia, 10 - Castenedolo (Bs)
Via Brescia, 10 - 25014 CASTENEDOLO (BS) - ITALIA