editoriale - Nuova Scena Antica

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editoriale - Nuova Scena Antica
Anno 2
Numero 1
Gennaio 2008
IN QUESTO NUMERO
EDITORIALE
L’INFINITO DENTRO DI NOI
…Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi
S
e ci domandassero quale sia il valore più alto della vita di un uomo,
quello per cui ancora oggi varrebbe sempre e comunque la pena lottare,
credo che in molti risponderemmo: la libertà. In suo nome, lungo tutta la storia, l’umanità ha pagato i prezzi più alti,
e ancora oggi sono molte le nazioni occidentali che con i loro eserciti sono
mobilitate in diverse parti del mondo
con l’intento di sconfiggere le ultime tirannidi. Il valore e il concetto di libertà
paiono essere così importanti nel DNA
delle nostre società civili, che laddove
se ne presenti l’occasione, vuoi nei costumi, vuoi in ambito economico, giuri-
dico o politico, se ne fa tranquillamente
sfoggio.
Ma cosa si intende precisamente, quando parliamo di libertà?
Innanzitutto sgombriamo il campo dal
pregiudizio che esista una libertà assoluta. Tutto in natura è collegato e pertanto dipendente; senza legami non
esisterebbe sopravvivenza e questa, a
quanto pare, è sempre stata connessa
ad una qualsivoglia forma di organizzazione sociale, da quelle primitive (famiglia, tribù), a quelle moderne (stati). La
prova definitiva che le leggi della vita
segue a pag. 2
M
di Silvio Da Rù
IL DIRITTO ALL’UGUAGLIANZA DEGLI UOMINI
di Pietro Luciano Belcastro
là di ogni contingenza. Poiché l’uomo tende a vivere riunito in gruppi, il diritto alla
vita e l’uguaglianza non possono prescindere dalle norme che regolano la vita comunitaria e che vengono stabilite di volta
in volta secondo le necessità di quella comunità. Nelle società moderne, tali valori
non possono prescindere dal diritto al lavoro, alla casa, alla sanità e all’istruzione.
Sono elementi necessari affinché l’uomo
conduca, nel rispetto dei diritti altrui,
quantomeno una vita dignitosa. Nelle società in cui questi valori non sono garantiti, possiamo tranquillamente parlare di fallimento. E nella storia i fallimenti sono stati numerosi; molto spesso questi diritti
(una vita dignitosa e l’uguaglianza) non
segue a pag. 2
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a vita, nelle sue manifestazioni multiformi, è quanto di più misterioso e
miracoloso possa esistere. Ogni essere vivente è portatore di quel mistero insondabile e ciò lascia presupporre un’origine comune. Ogni vita ha il diritto, proprio perché scaturisce da un mistero, di risolversi naturalmente in un altro mistero,
che è quello della morte. Le due cose sono
il complemento l’una dell’altra, sintesi di
una legge universale che vede negli opposti una sostanziale unità, come presupposto necessario di ogni divenire. Ciascun
essere venuto al mondo ha il diritto di vivere e, in virtù di quell’origine comune cui
sopra si accennava, di vivere in modo paritario rispetto ad ogni altro essere. Il diritto
alla vita e l’uguaglianza degli uomini, perciò, sono valori universali che vanno al di
EDITORIALE
L’infinito dentro
di noi
di Silvio Da Rù
1e2
Il diritto
all’uguaglianza
degli uomini
di P. Luciano Belcastro
1e2
RITRATTI
Giuseppe Meana:
l’uomo che portò
la luce a Bresso
3
PERCORSI NELL’ARTE
Alik Cavaliere:
i giardini della memoria
di Lorena Giuranna
3
QUINTA ESSENZA
Maska al Teatro
della Memoria
di Laura Giudici
4
ZOOM
L’opera lirica a Bresso
Tosca
4
PAROLE D’AUTORE
Le imperfezioni fuori
controllo
di Daniela Iotti
5
MOVIE
Corti di una sera
d’inverno - I ed.
BressoIn-corto:
rassegna del
cortometraggio italiano
6
V ed. Festival Cinema
Possibile nella rassegna
BressoIn-corto a cura
della Favola di Mattoni
6
BRESSO’S CORNER
SCENAPERTA
Concerti
d’inaugurazione
del nuovo organo
7
Scena aperta 2007/2008
Appuntamenti
di Bresso Off
7
Un palco alla Scala
CALENDARIO EVENTI
7
8
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L’INFINITO DENTRO DI NOI
non sono governate dalla libertà ce la fornisce il nostro
stesso organismo umano. Al suo interno, infatti, è lontano anni luce il concetto di anarchia: se questa subentra,
vuol dire che si è giunti all’ultimo stadio.
Ma se non può essere assoluta, a quale libertà ci riferiamo?
Se provassimo a chiedere al cittadino qualunque di una
nazione occidentale se in cuor suo si sente “un uomo libero”, non è escluso che possa rispondere negativamente.
Teoricamente, entro i limiti stabiliti dalla legge, è libero di
fare tutto, ma in pratica quel tutto non è mai abbastanza.
Così l’individuo avverte quotidianamente un profondo
senso di frustrazione, quasi di impotenza, che gli impedisce di stare bene con se stesso e con gli altri, come se,
nonostante tutto, non riuscisse in fondo ad esprimere se
stesso. Libertà non può essere unicamente la conseguenza diretta di una particolare forma di Stato (basta dare
un’occhiata al popolo delle carceri, in cui non è infrequente trovare detenuti – persino tra gli ergastolani – che, pur
essendo costretti e giustamente a rimanere chiusi tra
quattro mura, sono riusciti a sentirsi liberi). Ovviamente
questo non significa che tra le forme di Stato non ci siano
delle differenze, e che tra queste forme alcune non favoriscano un migliore sviluppo del senso di libertà; resta
tuttavia un fatto che, per essere pieno e duraturo, questo
processo deve contemporaneamente avvenire dentro ciascuno di noi.
Per aiutare lo sviluppo di questo valore fondamentale per
l’uomo è importante che uno Stato investa sulla conoscenza: essa costituisce il miglior strumento per mettere
l’individuo in contatto con se stesso e con ciò che lo circonda. Conoscere è di vitale importanza poiché costruisce
ed amplifica nell’uomo la memoria ed è grazie alla memoria che avviene l’esperienza; non in ultimo la conoscenza
ci permette di entrare in contatto con la parte più profonda di noi, il nostro genio, quella parte che non ha vincoli
perché è “libera” di creare, amare, sognare, raggiungere i
più alti traguardi.
Solo a quel punto diveniamo davvero consapevoli dell’immensa libertà di cui godiamo ogni giorno e, per conseguenza, il senso di frustrazione e di impotenza si attenua
progressivamente. Una libertà nuova, compiuta, che a
ben guardare ha poco a che vedere con proteste, ribellioni, lotte di potere.
È la libertà di chi è entrato in contatto con la vita.
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2
IL DIRITTO ALL’UGUAGLIANZA DEGLI UOMINI
sono stati riconosciuti, o se lo sono stati, in maniera molto
approssimativa. Non che ne mancassero le possibilità, ma
l’uomo ha una natura tale che lo porta a soverchiare il prossimo, perpetrando soprusi di ogni genere, sconfinando anche nell’aberrazione, benché abbia la possibilità, attraverso
la ragione, di elevarsi al di sopra dell’istinto. Ci sono stati
casi limite, spinti fino al tentativo di cancellare addirittura
un popolo. Nel solo Novecento si registrano il genocidio degli Armeni in Turchia, dei Curdi nell’ex Impero Ottomano, le
deportazioni staliniane in Siberia, l’olocausto nazista degli
ebrei, lo sterminio dei comunisti in Indonesia, lo sterminio
della popolazione nera del Sud – Sudan, dei Pol Pot in Cambogia, dei Desaparecidos in Argentina e Cile, lo sterminio in
Biafra, in Rwanda, in Bosnia Herzegovina.
Coscienti della profonda drammaticità di ognuna di queste
tragedie, che non andrebbero dimenticate, vogliamo ricordare, in occasione del “Giorno della Memoria” che ricorre ogni
27 gennaio,
BRESSOINCONTRA
l’olocausto
Suppl. al numero 1 - anno 3 di BressoInComune
nazista.
Capo Redattore: Silvio Da Rù
La data è un
Capo Redattore Vicario: Pietro Luciano Belcastro
Art Director: Daniela Bestetti
simbolo
in
quanto
proIn questo numero hanno collaborato:
prio in quel
Lorena Giuranna, Laura Giudici,
Daniela Iotti, Carmen Chimienti,
giorno
del
Antonio Pinna, Raffaele Tamburri
lontano 1945
Progetto editoriale di Nuova Scena Antica
i prigionieri
www.nuovascenaantica.it
del campo di
copyright NuovaScenaAntica 2007
concentra-
mento di Auschwitz vennero liberati. “Olocausto” è un termine che venne utilizzato per primo, poco dopo la fine del
conflitto, da Elie Wiesel, un sopravvissuto di quell’immane
tragedia. Gli ebrei oggi preferiscono chiamarla “Shoah”,
che in ebraico significa “annientamento”, “sterminio” giacché “olocausto” potrebbe confondere dal momento che indica un sacrificio propiziatorio, del quale l’Antico Testamento
ci offre numerose testimonianze. L’espressione “Shoah” si riferisce al periodo che intercorre fra il 30 gennaio 1933,
quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, e l’8
maggio 1945, fine della guerra in Europa: in questo lasso di
tempo furono oltre dieci milioni le persone soppresse dalla
follia razziale, perpetrata non soltanto nei confronti di ebrei,
ma anche di neri, omosessuali, nomadi, malati e handicappati Qui non si è trattato di semplice prevaricamento ma della soppressione cosciente di qualsiasi diritto che una vita dignitosa implica: l’esasperazione, le indicibili sofferenze morali
e fisiche si sono spinte al punto da indurre quelle persone a
vergognarsi di essere uomini e di agognare la morte.
Siamo convinti che se tutti gli uomini maturassero la piena
consapevolezza di sé e di quello che rappresentano, come
parte integrante dell’universo, questo genere di orrori cesserebbe d’esistere.
Un sogno, forse, che nasce dalla speranza che sempre accompagna la nostra vita, soprattutto nei momenti più difficili. Quella speranza che Anna Frank così esprimeva:
Prova anche tu / una volta che ti senti solo / o infelice o triste, / a guardare fuori dalla soffitta / quando
il tempo è così bello. / Non le case o i tetti, ma il cielo. / Finché potrai guardare / il cielo senza timori, /
sarai sicuro / di essere puro dentro / e tornerai / ad
essere Felice.
I
RITRATTI
GIUSEPPE MEANA
L’UOMO CHE PORTO’ LA LUCE A BRESSO
Sul finire del XIX sec., esaurite le scorte di
petrolio per l’illuminazione pubblica, il paese
rischiò seriamente di rimanere al buio.
Ad impedirlo fu l’invenzione geniale del figlio di
un mugnaio.
D
al momento in cui nasce la scienza moderna con
Galileo, gli studiosi si sono sforzati nel corso dei secoli di stabilire un metodo seguendo il quale il ricercatore arriverebbe a delle conoscenze certe e indubitabili. Dopo circa 400 anni, però, l’epistemologia, la scienza
che studia i metodi delle scienze, si sta convincendo sempre più che un ruolo preponderante nelle scoperte scientifiche, e di conseguenza nelle tecniche, va attribuito all’istinto, all’estro, al colpo di genio del ricercatore: in sostanza alla possibilità di uscire dagli schemi precostituiti,
propria di ogni spirito libero.
Proprio di questa libertà si avvalse Giuseppe Meana
(1872 – 1950) quando diede un grosso servizio alla comunità di Bresso. Nel 1903, assistendo all’apertura della
centrale idroelettrica di Trezzo d’Adda, Meana pensò di
sfruttare il salto d’acqua che azionava il mulino di proprietà del padre Gaetano per produrre energia elettrica. Vinte
le resistenze e gli scetticismi iniziali, Meana convinse il padre e i fratelli della giustezza della sua idea, fondò con loro la ditta Meana e Figli e si mise subito all’opera. Dopo
cinque anni raggiunse il traguardo sperato e con la ditta
familiare stipulò con il Comune un contratto per fornire luce elettrica per l’illuminazione pubblica.
Scomparvero i vecchi lumi a petrolio che sporgevano dalle
abitazioni e con loro il lampionaio, l’uomo che accendeva i
lampioni annunciando la notte. Poco alla volta, anche nelle case la lampadina sostituì le lampade a petrolio e le
candele.
Quando negli anni la quantità di energia elettrica prodotta
divenne insufficiente al fabbisogno del paese, Meana ottenne dalla società Edison-Volta la fornitura della quota
aggiuntiva, riservandosi pur sempre il monopolio della distribuzione sul territorio.
L’innovazione e i benefici per la comunità furono tali che
nel 1956 il Consiglio Comunale decise di dedicare una piazI
za di Bresso in memoria dell’illustre concittadino.
3
PERCORSI NELL’ARTE
RUBRICA D’ARTE CONTEMPORANEA
ALIK CAVALIERE. I GIARDINI DELLA MEMORIA
di Lorena Giuranna
I
l titolo di questo articolo è anche quello di una delle
opere di Alik Cavaliere. Alik (1926 – 1998) era uno scultore, vissuto nella Milano dello scorso millennio, che ha
fatto della natura e del rapporto che l’uomo vive con essa
l’obiettivo più autentico della sua ricerca artistica. La natura
e l’uomo, ma anche la natura e l’arte, la poesia, il racconto
e, inevitabilmente, la memoria, individuale o collettiva, il
mito e la cultura: sono questi i temi centrali che ricorrono
tanto nell’opera quanto, più in generale, nel pensiero di Cavaliere.
Dopo l’epoca della scultura realista degli anni Cinquanta, Alik
attraversa, nel decennio successivo, la così detta “età del
bronzo”, fase in cui ricorre all’uso del calco fuso in bronzo per
creare surreali teatrini composti di frammenti di natura e piccoli personaggi che si muovono con ironia talvolta inquieta.
Poi, dagli anni Settanta, l’artista giunge ad un’ulteriore “riforma” e incomincia ad allargare la scena delle sue sculture all’ambiente circostante; il processo di teatralizzazione dell’opera d’arte si accentua.
Cavaliere crea scenari sempre più articolati, in cui figure
umane a grandezza naturale si trovano immerse in spazi
complessi e densi di elementi, parti immobili (ma tutt’altro
che statiche), che raccontano una storia. L’artista sembra impegnato in una visione vitalistica dell’arte. Le opere realizzate
tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta sono governate da un’estetica prolifera e brulicante di materiali, spesso
recuperati dai suoi lavori precedenti e legati insieme come
fossero lettere di un alfabeto personale, da combinare in modi diversi per ottenere nuovi messaggi artistici.
Nel 1990 nasce una prima versione de I giardini della memoria, installazione realizzata a quattro mani insieme all’artista
Vincenzo Ferrari ed esposta nelle due sale della Galleria Milano. Il giardino di Cavaliere offriva una visione colta e onirica
della memoria: i materiali e i lavori del passato dialogavano
tra loro, dando vita ad un’atmosfera malinconica e lontana, a
cui l’arte infondeva consapevolezza.
I diversi elementi ricontestualizzati diventavano oggetto di
metamorfosi continue, che simboleggiano la crescita e la ricerca continua dell’uomo.
La memoria dunque e, inevitabilmente, il racconto, sono stati
per Cavaliere uno spunto poetico fondamentale da tradurre
in scultura, ma non solo. Egli è stato un uomo di grande cultura umanistica e amante della scrittura: nel corso della sua
vita ha raccolto più di sessanta taccuini inediti in cui possiamo ritrovare, oltre al clima della Milano dei suoi tempi, riflessioni di grande valore letterario sull’arte e la cultura, così coI
me le viveva Alik.
Martedì 11 marzo 2008 ore 21.00 presso il Centro Civico S. Pertini lettura di brani tratti dai diari di Alik
Cavaliere con presentazione dell’artista e della sua
opera.
QUINTA ESSENZA
RUBRICA DI TEATRO E DANZA
RECENSIONE
TEATRO DELLA MEMORIA.
MASKA, DI OMERO AFFEDE
di Laura Giudici
M
aska, spettacolo teatrale con la regia di Omero Affede, inizia in un’atmosfera calda e intima. All’entrata, per ingannar l’attesa, c’è un vassoio di amaretti,
mentre dalla sala del teatro arrivano suoni bassi, vibranti,
intensi e voci in esercizio di riscaldamento. Un viavai di attori sfila mentre aspetto, mangiando gli amaretti. Entro. La
scena è allestita con luci di candele e oggetti che creano
un’atmosfera di casa, di stalla, ma anche la sensazione di
essere all’aperto, in un cortile o in un campo. Al centro un
totem fatto di oggetti in bilico uno sopra l’altro; dietro al totem un uomo con una maschera tribale. L’uomo, tolta la
maschera, inizia a raccontare. Viene verso il pubblico, ci offre altri amaretti, spiegando che, nella tradizione, si chiamano fave dei morti. Attraverso questo sapore di cibo sem-
plice, conosciuto, si entra nel vivo della rappresentazione
che fa rivivere il mondo degli uomini che conoscevano la
terra e così, attraverso la memoria, avviene il recupero del
culto dei morti. Per entrare in questa dimensione due donne, anch’esse mascherate, filano le parole, disfacendole in
sillabe e suoni, il tutto accompagnato da musiche di strani
attrezzi suonati come veri e propri strumenti. Parlano i racconti, le leggende popolari, che affascinano per il mistero
che portano con sé: storie di orchi, di streghe, di ritualità perdute, che evocano la paura e la morte attraversandole, ma
anche ridendone. Affede racconta episodi della sua infanzia e
la ricchezza del passato provoca l’emozione di un vissuto comune, parlando dei nonni non senza una certa leggerezza e
momenti di tenera ilarità! E ce ne sono tanti di momenti divertenti in Maska: dalla storia degli abitanti di Pocapaglia,
narrata con una semplicità commovente, fino ad arrivare alla
commedia dell’arte con il capitano Scarabombardone e la
moglie calabrese, esilarante fino alle lacrime. Il teatro qui più
che mai porta alla memoria la cultura delle proprie radici e il
tempo delle azioni in silenzio, attraverso la biografia dell’attore che incontra la cultura contadina.
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4
ZOOM
L’OPERA LIRICA A BRESSO
TOSCA
Il ritorno al Teatro S. Carlo del capolavoro
pucciniano e del soprano Giovanna Gomiero
Sabato 16 febbraio ore 20.30 e domenica 17 alle
15.00 è di scena la Tosca, l’opera lirica in tre atti di
L. Illica e G. Giacosa, musicata da Giacomo Puccini
L
’idea di portare l’opera lirica a Bresso è nata nel
1996, grazie alla passione di un gruppo di cultori della musica classica. Da allora, anche con il sostegno
del Comune di Bresso, degli sponsor e del Centro Culturale “Gemelli” della Parrocchia S. Carlo, ogni anno i cittadini
bressesi hanno potuto assistere ai grandi capolavori operistici, da La Traviata di G. Verdi, alla Lucia di Lammermoor di G. Donizetti, al Don Giovanni di W.A. Mozart, per citarne solo alcuni. La storia di Tosca è tratta dal dramma in
cinque atti di Victorien Sardou (1831- 1908) e si svolge a
Roma al tempo della battaglia di Marengo. Floria Tosca, la
cantante famosa, amante del pittore Mario Cavaradossi,
nobile liberale, è corteggiata dal barone Scarpia, ministro
della polizia pontificia. Scarpia sospetta che il pittore abbia ospitato il suo amico Angelotti, rivoluzionario evaso da
Castel Sant’Angelo. Così eccita la gelosia di Tosca per la
marchesa Attavanti, di cui Cavaradossi dipinge il ritratto,
nella speranza di cogliere qualche indizio dal turbamento
di Floria. La reticenza di Tosca scatena l’ira di Scarpia e
dei suoi agenti che si recano alla villa del pittore nel tentativo di catturare Angelotti. Non trovandolo arrestano e
sottopongono a tortura il povero Cavaradossi. Tosca, a cui
Scarpia con raffinata crudeltà fa udire i gemiti di Cavaradossi torturato, rivela il nascondiglio di Angelotti, sperando così di salvare l’amante. Il rivoluzionario una volta scoperto, si uccide, ma Cavaradossi rimane imprigionato a
Castel Sant’Angelo e viene condannato a morte. Se Tosca
vorrà liberarlo dovrà concedersi a Scarpia. Lei accetta il
patto orrendo e appena avuto il salvacondotto per sé e
per l’amante, pugnala Scarpia per correre a Castel Sant’Angelo dove la fucilazione di Cavaradossi dovrà, secondo
la promessa di Scarpia, essere simulata. Cavaradossi invece viene realmente fucilato e Tosca, cui non resta che
la disperazione, si precipita dagli spalti del castello. Al
pianoforte troviamo Giovanni Miceli, alla regia Alberto Zaniboni, mentre Gian Paolo Vessella dirige il coro lirico Calauce. Gli interpreti principali sono il tenore Giovanni Ribichesu nel ruolo di Mario Cavaradossi, il baritono Alessandro Civili nel ruolo del Barone Scarpia e il soprano Giovanna Gomiero in quello della protagonista Floria Tosca. Agli
effetti sonori e presentatore della serata, sarà come sempre l’immancabile Luca Tempella che illustrerà atto per atto l’opera di Puccini rivelandone le molte sfaccettature.
Per informazioni e prenotazioni: tel.: 02.6142660.
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PRESENTAZIONE
Dal 13 al 17 febbraio TEATRO VERDI Via Pastrengo
16 Milano - RISTORANTE IMMORTALE ovvero sulla
transitorietà della vita
di e con Biorn Leese, Paco Gonzalez, Hajo Schuler, Ilka
Vierkant, Michael Vogel
Ulteriore appuntamento per il festival IF (festival internazionale teatro di Immagine e Figura) con la presenza della
compagnia tedesca Familie Floz impegnata in uno dei suoi
maggiori successi, nel segno del divertimento e del grande ritmo del gioco teatrale. In qualche parte tra paradiso
e inferno al centro dell’universo c’è un “Ristorante immortale”, un microcosmo con i camerieri ma senza clienti, dove in un susseguirsi fantastico di ruoli e di maschere, i
personaggi ruotano in un labirinto assurdo di rapporti,
paure, desideri. Tra maschere, danza, clownerie, magia e
improvvisazione, Familie Floz offre un’esperienza teatrale
di grande poesia e comicità.
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PAROLE D’AUTORE
RUBRICA LETTERARIA
LE IMPERFEZIONI FUORI CONTROLLO
di Daniela Iotti
M
olto probabilmente ogni uomo nel corso della propria vita ha avuto a che fare con una qualche dipendenza, forse per colpa di un’epoca in cui la società si presenta instabile e in cui mancano punti di riferimento precisi. Anche i rapporti interpersonali sono diventati labili e manca ogni certezza di legame duraturo. La realtà spesso frustra i sogni e davanti alla caduta delle illusioni e ai mutamenti l’uomo si sente vulnerabile, insicuro,
incapace di reagire e di affrontare i problemi. È per questo
motivo che spesso ci si appoggia a qualcosa o a qualcuno,
credendo di acquisire la forza necessaria per affrontare la
realtà, diventando totalmente dipendenti da ciò che si è
scelto come fonte di sicurezza sostitutiva e perdendo così
la propria libertà, paradossalmente, per scelta.
Annalisa Balestrieri nel suo libro L’Amore (im)perfetto
analizza con precisione e chiarezza un particolare tipo di
dipendenza, quella affettiva. Grazie allo sguardo razionale
e scientifico dell’autrice, si scopre che ciò che fa scattare
l’innamoramento in realtà risponde all’esigenza di trovare
qualcosa che manca: l’amore imperfetto è il frutto dei nostri desideri, dei nostri sogni, della nostra fantasia e non
della realtà. La mancanza di amore prima di tutto per se
stessi, ma anche la difficoltà a vedere positivamente la vita e ad accettarla, impediscono di amare serenamente e
conducono ad un rapporto in cui il partner viene idealizzato e considerato perfetto. Si creano così degli idoli, che
rappresentano tutti i desideri e che portano una persona
debole ed insicura ad annullarsi, sviluppando una forte dipendenza. Questo tipo di rapporto affettivo comporta l’accettazione di compromessi che bandiscono quella felicità
che invece si ricerca quando si comincia una storia d’amore. La Balestrieri mette in risalto l’importanza di impegnarci per raggiungere la condizione ideale per noi, attraverso
una ricerca continua di crescita e di miglioramento, accettando la realtà e cercando di equilibrarla con i propri sogni. Solo imparando ad amare se stessi, con la consape-
volezza della propria forza e del proprio valore, si può
amare qualcun altro: l’amore diventa allora una libera
scelta e non un rifugio; diventa perfetto, capacità di fare
dono di sé e di ricevere le medesime attenzioni e soprattutto di farci stare bene.
Altre volte invece capita, e non raramente, che la libertà
venga messa in pericolo a causa di rancori e odi che provocano scontri e guerre. Con il suo libro Antisemitismo.
Una categoria fuori controllo Giorgio Bernardelli affronta i problemi che possono insorgere fra popoli diversi,
ma anche come questi problemi spesso possano essere risolti semplicemente riconsiderando il valore della vita
umana. Bernardelli tratta l’argomento partendo dall’analisi
del concetto di antisemitismo. Il libro intende mostrare come un certo modo di intendere la lotta a questo fenomeno
stia trasformando l’antisemitismo in una categoria fuori
controllo.
Oggi sono presentati come ugualmente antisemiti Mel Gibson e l’assassino di un giovane ebreo in una banlieue di
Parigi; chi critica le scelte del governo di Israele e chi si fa
saltare in aria su un autobus. A forza di usare indiscriminatamente questa parola, è capitato persino che alcuni ebrei
abbiano accusato Ariel Sharon di essere antisemita. Una
confusione, sostiene Bernardelli, che porta a denunciare di
continuo nuovi atti di antisemitismo, senza porsi mai la domanda vera: come si combatte un odio di questo tipo? Da
questa prospettiva, il libro inquadra l’antisemitismo nel
contesto del rapporto difficile tra le religioni nell’era della
globalizzazione.
L’autore insiste sulla necessità di una lotta che non sia solo
la difesa di un popolo, ma che affermi principi e diritti validi
sempre e dovunque. Infine il libro affronta il tema specifico
dell’antisemitismo islamico, riconoscendo che il problema va
ben oltre la questione palestinese: per essere davvero efficace la risposta all’antisemitismo non deve nascere da fuori,
ma dal cuore dell’islam. Per questo si scoprono le storie di
alcuni “giusti tra le nazioni musulmane”, islamici che durante
la Shoah si adoperarono per salvare la vita di ebrei. Figure a
torto dimenticate, che hanno dato esempio di come un altro
tipo di rapporti sia possibile.
I
PRESENTAZIONE DEI LIBRI
Venerdì 8 febbraio
ore 21.00
c/o Sala Consiliare
Comune di Bresso
via Roma, 25
Venerdì 14 marzo
ore 21.00
c/o Sala Consiliare
Comune di Bresso
via Roma, 25
Annalisa Balestrieri
L’AMORE (IM)PERFETTO
Giorgio Bernardelli
ANTISEMITISMO
UNA CATEGORIA FUORI
CONTROLLO
Siamo lieti di invitarla all’inaugurazione della
mostra fotografica
I GIUSTI DELL’ISLAM - 10 storie di musulmani
che salvarono gli ebrei dalla Shoah
venerdì 14 marzo - ore 21.00 c/o Sala Consiliare
Comune di Bresso - via Roma, 25
La mostra sarà aperta fino al 21 marzo 2008
Giorni e orari:
lun-mer-ven dalle 9.00 alle 12.00
mar-gio dalle 15.00-18.00
sab dalle 8.30 alle 11.30
MOVIE
RUBRICA DI CINEMA
CORTI DI UNA SERA D’INVERNO
AL VIA BRESSOI N-CORTO: RASSEGNA DEL
CORTOMETRAGGIO ITALIANO
I
l 2 Febbraio 2008 al Centro Civico di Bresso si
terrà la serata inaugurale della prima edizione della
Rassegna di Cortometraggi BRESSOIN-CORTO.
L’evento, curato da Carmen Chimienti e Antonio Pinna per
quel che riguarda la sezione dei cortometraggi nazionali, e
dall’Associazione culturale Favola di Mattoni per la parte di
cortometraggi legata al territorio di Bresso e dintorni, è
dedicato a chi apprezza e segue il cortometraggio, ma anche a tutti coloro che sono semplicemente curiosi di conoscere questa forma d’arte.
La manifestazione del 2 febbraio, intitolata “Corti di Una
Sera d’Inverno”, è la prima di tre serate che si svolgeranno al Centro Civico nell’arco del 2008. Presenteremo al
pubblico una selezione di cortometraggi che, pur affrontando temi diversi, sono uniti dal filo rosso della riflessione sulla contemporaneità.
Nella sezione Corti Nazionali, tra le opere in programma
segnaliamo: “Rosso Fango” del regista Paolo Ameli,
opera vincitrice del prestigioso premio David Donatello
2003, che affronta il tema della memoria e della guerra in
trincea; “Fuorifuoco”, dei registi Daniele Salaris e Ernaldo Data, che attraverso lo strumento del documentario
avvia una riflessione importante sulla costruzione dell’identità sessuale e “Oltre la Barricata” di Andrea Cairoli, che con un linguaggio comico affronta il tema del dissidio generazionale.
In programma anche i cortometraggi di tre registe donne:
“Iris” di Samantha Casella, una toccante riflessione sulla
tematica della guerra; “Routine” di Laura Chiossone, che
svela uno squarcio di vita quotidiana al femminile e “Due
Pezzi Pazzi” di Giulia Brazzale, che nel ristrettissimo
spazio di cinque minuti ci ricorda quanto sia labile la soglia tra “normalità” e follia.
Un’ottima occasione insomma per vedere sul grande
schermo piccoli capolavori che fanno pensare, riflettere,
emozionare. Un giovane critico cinematografico introdurrà
ciascuna delle opere in programma e alcuni dei registi interverranno alla serata.
L’evento è ad ingresso libero.
Vi aspettiamo numerosi!
I
6
APPROFONDIMENTI
V FESTIVAL DEL CINEMA POSSIBILE
DA QUEST’ANNO NELLA RASSEGNA
BRESSOI N-CORTO
S
abato 2 febbraio al Centro
Civico di Bresso si terrà la V
Edizione del Festival del Cinema Possibile. Quest’anno saranno molte le novità del Festival a partire dalla collaborazione tra il Comune di Bresso, il Centro
Culturale Favola di Mattoni e l’Associazione Nuova Scena
Antica. La collaborazione tra questi tre enti vuole dare vita
ad una “giornata-evento” dedicata interamente al cortometraggio.
Il Centro Culturale Favola di Mattoni produce ormai da anni
cortometraggi sia con gli allievi della propria scuola che in
collaborazione con registi indipendenti legati al territorio.
Questi ultimi infatti, grazie alla struttura del Centro Culturale
Favola di Mattoni, trovano la possibilità di collaborare con altri professionisti e studenti che si mettono in gioco fino in
fondo con l’arte cinematografica.
Quest’anno il programma che presenteremo alla cittadinanza sarà anche un modo per far conoscere le diverse possibi-
lità di concepire un’opera filmica. Verranno infatti proiettate
opere appartenenti ad ogni genere: fiction, documentario e
animazione.
In particolare, il programma prevede la proiezione delle ultime opere di fiction degli studenti della scuola di regia con
i loro relativi backstage. Verrà inoltre proiettato un documentario e alcuni corti di animazione prodotti in collaborazione con enti che lavorano sul territorio, e infine sarà presentato un cortometraggio del progetto Country Code Movies che verrà svelato il giorno del Festival.
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Centro Culturale Favola di Mattoni
BRESSO’S CORNER
RUBRICA DEL CITTADINO
CONCERTI D’INAUGURAZIONE DEL NUOVO
ORGANO DELLA PARROCCHIA SAN CARLO
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l nuovo organo della parrocchia sarà collocato alle spalle del fonte battesimale. A trasmissione meccanica, è
dotato di 2 manuali (2 tastiere da suonare con le mani),
una pedaliera (una tastiera da suonare con i piedi), 1140
canne e 20 registri reali.
Dopo il successo dei due concerti di gennaio il terzo concerto d’inaugurazione avverrà presso:
Parrocchia San Carlo Bresso
Sabato 23 febbraio 2008 - ore 21.00
Organista M° Emanuele Carlo Vianelli
REPERTORIO: J.S. Bach (1685 - 1750)
Preludio e fuga in Do maggiore BWV 547 - Preludio al corale BWV 659 - Toccata, adagio e Fuga in Do maggiore BWV
564 - Preludio e Fuga in La maggiore BWV 536 - Preludio al
corale BWV 663 - Preludio e Fuga in Re maggiore BWV 532.
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SCENAPERTA 2007/2008
APPUNTAMENTI DI BRESSO OFF AL CENTRO
CIVICO PERTINI DI VIA BOLOGNA 38
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enerdì 15 febbraio è di scena Novecento, tratto
dal famoso romanzo di Alessandro Baricco, diretto e
interpretato da Corrado D’Elia.
La storia incredibile di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista, anzi il più grande pianista del mondo, nato
su una nave e lì vissuto per tutta la vita senza mai scendere.
Danny suonava una musica indefinibile, soprattutto quando
suonava in terza classe, per chi non se la poteva permettere.
Il tempo della storia sono i meravigliosi Anni Venti, a cavallo
tra le due guerre: l’età del “jazz”, quando ogni cosa sembrava
muoversi seguendo quel ritmo irresistibile. La dimensione è
quella del ricordo, denso, intenso, come quello delle grandi
storie, magari ascoltate dalla rauca voce di un marinaio in una
bettola in un porto, tra incanto, verità e allucinazione.
UN PALCO ALLA SCALA
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’Istituzione Civiche Scuole di Musica Danza e Arte propone l’abbonamento “Un Palco alla Scala”: 30 posti
messi a disposizione dei cittadini bressesi per assistere
ad alcune opere nel prestigioso teatro milanese. Per preparare alla comprensione delle varie opere saranno organizzati alcuni incontri propedeutici che analizzeranno l’opera: trama,
contestualizzazione storico-letteraria, caratterizzazione stilistica. Le lezioni saranno tenute da Luca Tempella e da Alberto
Zaniboni.
Per partecipare basta iscriversi entro sabato 5 aprile, giorno in
Martedì 26 febbraio è di scena Io santo, tu beato. Testo e regia Renato Sarti.
Da anni Renato Sarti traduce in linguaggio teatrale i grandi
temi della storia e della vita (deportazione, antifascismo,
immigrazione).
Con questa produzione affronta, attraverso gli elementi della commedia dell’arte e della maschera, una tra le più grandi tematiche di ogni tempo: la discrasia fra coloro che prestano quotidianamente la loro opera nel sociale e i vertici
della gerarchia ecclesiastica. Pio XII e Padre Pio si incontrano in un ipotetico aldilà: il primo parla un latino maccheronico e ha in testa un copricapo a forma di cupola di San Pietro, il secondo si esprime in dialetto pugliese e non si separa mai dai suoi peperoni fritti.
Venerdì 7 marzo la rassegna si chiuderà con lo spettacolo
L’Amante di M.D. di Paolo Bignamini. Regia Massimo Giovara.
L’Amante di M.D. è un testo inedito di Paolo Bignamini che
ridisegna, riscrive, ridefinisce in maniera personalissima la
vicenda del romanzo “L’amante” di Marguerite Duras.
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cui sarà effettuato il sorteggio. I sorteggiati dovranno versare
la cifra di 60 euro (10 euro di costi segreteria e 50 euro di acconto biglietti); il rimanente verrà saldato al ritiro dei biglietti,
per un totale di euro 100,00 circa a pacchetto.
Gli spettacoli in repertorio sono:
OPERA: 25 maggio: “Il prigioniero” - “Il castello del
duca Barbablù”
BALLETTO: 6 settembre “L’Arlésienne” - “Le Jeune
Homme et la Mort” - “Carmen”
OPERA: 15 ottobre “Le nozze di Figaro”
Per informazioni: Segreteria dell’Istituzione Civiche Scuole di
Bresso – via Luigi Strada - tel. 02.610.59.14
Orari: da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 18.00 / sabato
dalle 9.00 alle 12.00
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BRESSO’S CORNER è la Rubrica del Cittadino, con uno spazio interattivo che ci piacerebbe dedicare a coloro che desiderano esprimersi su temi collegati all’arte e alla cultura. Volete segnalare un’iniziativa culturale? Avete commenti, opinioni, suggerimenti, impressioni in merito alle attività culturali presenti sul territorio?
Scrivete una mail a: [email protected]
Le mail più interessanti verranno pubblicate nei numeri seguenti della rivista in cartaceo o nella versione on-line,
disponibile sul sito www.nuovascenaantica.it
CALENDARIO EVENTI
INCONTRI LETTERARI
FEBBRAIO 2008
Comune di Bresso – via Roma, 25
Sala Consiliare
Venerdì 8/2/08 ore 21.00
Ass. Nuova Scena Antica
Presentazione libri
“L’Amore (im)perfetto”
di Annalisa Balestrieri
MARZO 2008
Comune di Bresso – via Roma, 25
Sala Consiliare
Venerdì 14/3/08 ore 21.00
Ass. Nuova Scena Antica
Presentazione libri
“Antisemitismo: una categoria
fuori controllo”
di Giorgio Bernardelli
TEATRO E DANZA
FEBBRAIO 2008
Bresso – via Bologna, 38
Centro Civico Sandro Pertini
Venerdì 15/2/08 ore 21.00
SCENAPERTA
Teatri Possibili
“Novecento”
di Alessandro Baricco
con e regia di Corrado D’Elia
Info biglietti:
02 61455232 – 0331 892929
Martedì 26/2/08 ore 21.00
SCENAPERTA
Teatro della Cooperativa
“Io santo, tu beato”
testo e regia Renato Sarti
Info biglietti:
02 61455232 – 0331 892929
MARZO 2008
Bresso – via Bologna, 38
Centro Civico Sandro Pertini
Venerdì 7/3/08 ore 21.00
SCENAPERTA
Outis – O’zoo No
“L’Amante di M. D.”
di Paolo Bignamini
regia Massimo Giovara
Info biglietti:
02 61455232 – 0331 892929
CINEMA
FEBBRAIO 2008
Bresso – via Bologna, 38
Centro Civico Sandro Pertini
Sabato 2/2/08 ore 17.00
Centro Culturale Favola di Mattoni
V ed. Festival “Cinema Possibile”
ore 21.00
Ass. Nuova Scena Antica
“BressoIn-corto: rassegna del
cortometraggio italiano”
MUSICA
FEBBRAIO 2008
Bresso – Piazza De Gasperi
Teatro San Carlo
Sabato 16/2/08 ore 20.30
Domenica 17/2/08 ore 15.00
Centro Culturale A. Gemelli
Parrocchia San Carlo
L’OPERA LIRICA A BRESSO
“TOSCA”
Opera di L. Illica e G. Giacosa
Musica di G. Puccini
regia Alberto Zaniboni
pianoforte Giovanni Miceli
Info biglietti: 02 6142660
dal 4/02 (15.30 –19.00)
Bresso – Piazza De Gasperi
Parrocchia San Carlo
Sabato 23/2/08 ore 21.00
CONCERTI D’INAUGURAZIONE
NUOVO ORGANO
Musiche di J. S. Bach
Organo M° Emanuele Carlo Vianelli
ARTE CONTEMPORANEA
MARZO 2008
Bresso – via Bologna, 38
Centro Civico Sandro Pertini
Martedì 11/3/08 ore 21.00
Ass. Nuova Scena Antica
CONFERENZA-SPETTACOLO
“Alik Cavaliere: i giardini della
memoria”
relatrice Lorena Giuranna
attore Silvio Da Rù
musiche di Gurdjieff e A. Piazzolla
Comune di Bresso – via Roma, 25
Sala Consiliare
dal 14/3/08 al 21/03/08
Mostra fotografica
“I giusti dell’Islam”
10 storie di musulmani che
salvarono gli ebrei dalla Shoah
MILANO TEATRO - Zoom
FEBBRAIO 2008
TEATRO DEL BURATTO
Via Mosè Bianchi, 94 Milano
Domenica 3 febbraio ore 16.30
L’ATALANTE “OUVERTURE DES
SAPONETTES”
Per bambini (dai 3 anni)
Regia di Davide Fossati
Biglietti: 02 27002476 - 4814531
www.teatrodelburatto.it
TEATRO DELL’ARTE Crt
Viale Alemagna, 6 Milano
Dal 22/1 al 3/2 ore 20.45
domenica ore 16.00
Fondazione Teatro Due
LA CASA D’ARGILLA
testo e regia Lisa Ferlazzo Natoli
Info biglietti: 02 89011644
www.teatrocrt.it
TEATRO ARSENALE
Via Cesare Correnti, 11 Milano
Dal 17/1 al 3/2 ore 21.15
domenica ore 16.30
PER FARLA FINITA COL
GIUDIZIO DI DIO
Di Antonin Artaud
Regia di Anning Raimondi
Info biglietti: 02 8375896
www.teatroarsenale.org
TEATRO VERDI
Via Pastrengo, 16 Milano
Dal 13 al 17/2 ore 21.00
domenica ore 16.30
RISTORANTE IMMORTALE
di e con Familie Floz
Info biglietti: 02 6880038
www.teatrodelburatto.it
TEATRO OUT OFF
Via Mac Mahon, 16 Milano
Dal 7 al 24/2 ore 20.45
domenica ore 16.00
TERRA DI NESSUNO
di H. Pinter
Regia di Lorenzo Loris
Info biglietti: 02 34532140
www.teatrooutoff.it
SALA TEATRO LITTA
Corso Magenta, 24 Milano
dal 29/1 al 10/2 ore 20.30
domenica ore 16.30
Fondazione Pontedera Teatro / Caca’
CARVALHO
LA POLTRONA SCURA
Tre novelle di Pirandello
con Carlos Augusto Carvalho
regia Roberto Bacci
Info biglietti: 0286454545
www.teatrolitta.it
TEATRO FRANCO PARENTI
Via Pierlombardo, 14 Milano
Dal 12 al 17/2 ore 20.45
domenica ore 16.30
IL METODO GRÖNHOLM
di Jordi Galceran
regia Cristina Pezzoli
dal 19 al 24/2 ore 20.45
domenica ore 16.30
LA FORMA DELL’INCOMPIUTO
a cura di Andrée Ruth Shammah e
Susanna Beltrami
con G. Albertazzi e L. Savignano
e con i danzatori della Pier
Lombardo Danza
Info biglietti: 02 599944700
www.teatrofrancoparenti.com
Unitamente alle proposte culturali presenti sul territorio di Bresso, nel calendario segnaliamo alcuni tra gli spettacoli di particolare
interesse sulla scena milanese