editoriale - Nuova Scena Antica
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Anno 2 Numero 1 Gennaio 2008 IN QUESTO NUMERO EDITORIALE L’INFINITO DENTRO DI NOI …Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: E il naufragar m’è dolce in questo mare. Giacomo Leopardi S e ci domandassero quale sia il valore più alto della vita di un uomo, quello per cui ancora oggi varrebbe sempre e comunque la pena lottare, credo che in molti risponderemmo: la libertà. In suo nome, lungo tutta la storia, l’umanità ha pagato i prezzi più alti, e ancora oggi sono molte le nazioni occidentali che con i loro eserciti sono mobilitate in diverse parti del mondo con l’intento di sconfiggere le ultime tirannidi. Il valore e il concetto di libertà paiono essere così importanti nel DNA delle nostre società civili, che laddove se ne presenti l’occasione, vuoi nei costumi, vuoi in ambito economico, giuri- dico o politico, se ne fa tranquillamente sfoggio. Ma cosa si intende precisamente, quando parliamo di libertà? Innanzitutto sgombriamo il campo dal pregiudizio che esista una libertà assoluta. Tutto in natura è collegato e pertanto dipendente; senza legami non esisterebbe sopravvivenza e questa, a quanto pare, è sempre stata connessa ad una qualsivoglia forma di organizzazione sociale, da quelle primitive (famiglia, tribù), a quelle moderne (stati). La prova definitiva che le leggi della vita segue a pag. 2 M di Silvio Da Rù IL DIRITTO ALL’UGUAGLIANZA DEGLI UOMINI di Pietro Luciano Belcastro là di ogni contingenza. Poiché l’uomo tende a vivere riunito in gruppi, il diritto alla vita e l’uguaglianza non possono prescindere dalle norme che regolano la vita comunitaria e che vengono stabilite di volta in volta secondo le necessità di quella comunità. Nelle società moderne, tali valori non possono prescindere dal diritto al lavoro, alla casa, alla sanità e all’istruzione. Sono elementi necessari affinché l’uomo conduca, nel rispetto dei diritti altrui, quantomeno una vita dignitosa. Nelle società in cui questi valori non sono garantiti, possiamo tranquillamente parlare di fallimento. E nella storia i fallimenti sono stati numerosi; molto spesso questi diritti (una vita dignitosa e l’uguaglianza) non segue a pag. 2 M L a vita, nelle sue manifestazioni multiformi, è quanto di più misterioso e miracoloso possa esistere. Ogni essere vivente è portatore di quel mistero insondabile e ciò lascia presupporre un’origine comune. Ogni vita ha il diritto, proprio perché scaturisce da un mistero, di risolversi naturalmente in un altro mistero, che è quello della morte. Le due cose sono il complemento l’una dell’altra, sintesi di una legge universale che vede negli opposti una sostanziale unità, come presupposto necessario di ogni divenire. Ciascun essere venuto al mondo ha il diritto di vivere e, in virtù di quell’origine comune cui sopra si accennava, di vivere in modo paritario rispetto ad ogni altro essere. Il diritto alla vita e l’uguaglianza degli uomini, perciò, sono valori universali che vanno al di EDITORIALE L’infinito dentro di noi di Silvio Da Rù 1e2 Il diritto all’uguaglianza degli uomini di P. Luciano Belcastro 1e2 RITRATTI Giuseppe Meana: l’uomo che portò la luce a Bresso 3 PERCORSI NELL’ARTE Alik Cavaliere: i giardini della memoria di Lorena Giuranna 3 QUINTA ESSENZA Maska al Teatro della Memoria di Laura Giudici 4 ZOOM L’opera lirica a Bresso Tosca 4 PAROLE D’AUTORE Le imperfezioni fuori controllo di Daniela Iotti 5 MOVIE Corti di una sera d’inverno - I ed. BressoIn-corto: rassegna del cortometraggio italiano 6 V ed. Festival Cinema Possibile nella rassegna BressoIn-corto a cura della Favola di Mattoni 6 BRESSO’S CORNER SCENAPERTA Concerti d’inaugurazione del nuovo organo 7 Scena aperta 2007/2008 Appuntamenti di Bresso Off 7 Un palco alla Scala CALENDARIO EVENTI 7 8 M L’INFINITO DENTRO DI NOI non sono governate dalla libertà ce la fornisce il nostro stesso organismo umano. Al suo interno, infatti, è lontano anni luce il concetto di anarchia: se questa subentra, vuol dire che si è giunti all’ultimo stadio. Ma se non può essere assoluta, a quale libertà ci riferiamo? Se provassimo a chiedere al cittadino qualunque di una nazione occidentale se in cuor suo si sente “un uomo libero”, non è escluso che possa rispondere negativamente. Teoricamente, entro i limiti stabiliti dalla legge, è libero di fare tutto, ma in pratica quel tutto non è mai abbastanza. Così l’individuo avverte quotidianamente un profondo senso di frustrazione, quasi di impotenza, che gli impedisce di stare bene con se stesso e con gli altri, come se, nonostante tutto, non riuscisse in fondo ad esprimere se stesso. Libertà non può essere unicamente la conseguenza diretta di una particolare forma di Stato (basta dare un’occhiata al popolo delle carceri, in cui non è infrequente trovare detenuti – persino tra gli ergastolani – che, pur essendo costretti e giustamente a rimanere chiusi tra quattro mura, sono riusciti a sentirsi liberi). Ovviamente questo non significa che tra le forme di Stato non ci siano delle differenze, e che tra queste forme alcune non favoriscano un migliore sviluppo del senso di libertà; resta tuttavia un fatto che, per essere pieno e duraturo, questo processo deve contemporaneamente avvenire dentro ciascuno di noi. Per aiutare lo sviluppo di questo valore fondamentale per l’uomo è importante che uno Stato investa sulla conoscenza: essa costituisce il miglior strumento per mettere l’individuo in contatto con se stesso e con ciò che lo circonda. Conoscere è di vitale importanza poiché costruisce ed amplifica nell’uomo la memoria ed è grazie alla memoria che avviene l’esperienza; non in ultimo la conoscenza ci permette di entrare in contatto con la parte più profonda di noi, il nostro genio, quella parte che non ha vincoli perché è “libera” di creare, amare, sognare, raggiungere i più alti traguardi. Solo a quel punto diveniamo davvero consapevoli dell’immensa libertà di cui godiamo ogni giorno e, per conseguenza, il senso di frustrazione e di impotenza si attenua progressivamente. Una libertà nuova, compiuta, che a ben guardare ha poco a che vedere con proteste, ribellioni, lotte di potere. È la libertà di chi è entrato in contatto con la vita. I M 2 IL DIRITTO ALL’UGUAGLIANZA DEGLI UOMINI sono stati riconosciuti, o se lo sono stati, in maniera molto approssimativa. Non che ne mancassero le possibilità, ma l’uomo ha una natura tale che lo porta a soverchiare il prossimo, perpetrando soprusi di ogni genere, sconfinando anche nell’aberrazione, benché abbia la possibilità, attraverso la ragione, di elevarsi al di sopra dell’istinto. Ci sono stati casi limite, spinti fino al tentativo di cancellare addirittura un popolo. Nel solo Novecento si registrano il genocidio degli Armeni in Turchia, dei Curdi nell’ex Impero Ottomano, le deportazioni staliniane in Siberia, l’olocausto nazista degli ebrei, lo sterminio dei comunisti in Indonesia, lo sterminio della popolazione nera del Sud – Sudan, dei Pol Pot in Cambogia, dei Desaparecidos in Argentina e Cile, lo sterminio in Biafra, in Rwanda, in Bosnia Herzegovina. Coscienti della profonda drammaticità di ognuna di queste tragedie, che non andrebbero dimenticate, vogliamo ricordare, in occasione del “Giorno della Memoria” che ricorre ogni 27 gennaio, BRESSOINCONTRA l’olocausto Suppl. al numero 1 - anno 3 di BressoInComune nazista. Capo Redattore: Silvio Da Rù La data è un Capo Redattore Vicario: Pietro Luciano Belcastro Art Director: Daniela Bestetti simbolo in quanto proIn questo numero hanno collaborato: prio in quel Lorena Giuranna, Laura Giudici, Daniela Iotti, Carmen Chimienti, giorno del Antonio Pinna, Raffaele Tamburri lontano 1945 Progetto editoriale di Nuova Scena Antica i prigionieri www.nuovascenaantica.it del campo di copyright NuovaScenaAntica 2007 concentra- mento di Auschwitz vennero liberati. “Olocausto” è un termine che venne utilizzato per primo, poco dopo la fine del conflitto, da Elie Wiesel, un sopravvissuto di quell’immane tragedia. Gli ebrei oggi preferiscono chiamarla “Shoah”, che in ebraico significa “annientamento”, “sterminio” giacché “olocausto” potrebbe confondere dal momento che indica un sacrificio propiziatorio, del quale l’Antico Testamento ci offre numerose testimonianze. L’espressione “Shoah” si riferisce al periodo che intercorre fra il 30 gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, e l’8 maggio 1945, fine della guerra in Europa: in questo lasso di tempo furono oltre dieci milioni le persone soppresse dalla follia razziale, perpetrata non soltanto nei confronti di ebrei, ma anche di neri, omosessuali, nomadi, malati e handicappati Qui non si è trattato di semplice prevaricamento ma della soppressione cosciente di qualsiasi diritto che una vita dignitosa implica: l’esasperazione, le indicibili sofferenze morali e fisiche si sono spinte al punto da indurre quelle persone a vergognarsi di essere uomini e di agognare la morte. Siamo convinti che se tutti gli uomini maturassero la piena consapevolezza di sé e di quello che rappresentano, come parte integrante dell’universo, questo genere di orrori cesserebbe d’esistere. Un sogno, forse, che nasce dalla speranza che sempre accompagna la nostra vita, soprattutto nei momenti più difficili. Quella speranza che Anna Frank così esprimeva: Prova anche tu / una volta che ti senti solo / o infelice o triste, / a guardare fuori dalla soffitta / quando il tempo è così bello. / Non le case o i tetti, ma il cielo. / Finché potrai guardare / il cielo senza timori, / sarai sicuro / di essere puro dentro / e tornerai / ad essere Felice. I RITRATTI GIUSEPPE MEANA L’UOMO CHE PORTO’ LA LUCE A BRESSO Sul finire del XIX sec., esaurite le scorte di petrolio per l’illuminazione pubblica, il paese rischiò seriamente di rimanere al buio. Ad impedirlo fu l’invenzione geniale del figlio di un mugnaio. D al momento in cui nasce la scienza moderna con Galileo, gli studiosi si sono sforzati nel corso dei secoli di stabilire un metodo seguendo il quale il ricercatore arriverebbe a delle conoscenze certe e indubitabili. Dopo circa 400 anni, però, l’epistemologia, la scienza che studia i metodi delle scienze, si sta convincendo sempre più che un ruolo preponderante nelle scoperte scientifiche, e di conseguenza nelle tecniche, va attribuito all’istinto, all’estro, al colpo di genio del ricercatore: in sostanza alla possibilità di uscire dagli schemi precostituiti, propria di ogni spirito libero. Proprio di questa libertà si avvalse Giuseppe Meana (1872 – 1950) quando diede un grosso servizio alla comunità di Bresso. Nel 1903, assistendo all’apertura della centrale idroelettrica di Trezzo d’Adda, Meana pensò di sfruttare il salto d’acqua che azionava il mulino di proprietà del padre Gaetano per produrre energia elettrica. Vinte le resistenze e gli scetticismi iniziali, Meana convinse il padre e i fratelli della giustezza della sua idea, fondò con loro la ditta Meana e Figli e si mise subito all’opera. Dopo cinque anni raggiunse il traguardo sperato e con la ditta familiare stipulò con il Comune un contratto per fornire luce elettrica per l’illuminazione pubblica. Scomparvero i vecchi lumi a petrolio che sporgevano dalle abitazioni e con loro il lampionaio, l’uomo che accendeva i lampioni annunciando la notte. Poco alla volta, anche nelle case la lampadina sostituì le lampade a petrolio e le candele. Quando negli anni la quantità di energia elettrica prodotta divenne insufficiente al fabbisogno del paese, Meana ottenne dalla società Edison-Volta la fornitura della quota aggiuntiva, riservandosi pur sempre il monopolio della distribuzione sul territorio. L’innovazione e i benefici per la comunità furono tali che nel 1956 il Consiglio Comunale decise di dedicare una piazI za di Bresso in memoria dell’illustre concittadino. 3 PERCORSI NELL’ARTE RUBRICA D’ARTE CONTEMPORANEA ALIK CAVALIERE. I GIARDINI DELLA MEMORIA di Lorena Giuranna I l titolo di questo articolo è anche quello di una delle opere di Alik Cavaliere. Alik (1926 – 1998) era uno scultore, vissuto nella Milano dello scorso millennio, che ha fatto della natura e del rapporto che l’uomo vive con essa l’obiettivo più autentico della sua ricerca artistica. La natura e l’uomo, ma anche la natura e l’arte, la poesia, il racconto e, inevitabilmente, la memoria, individuale o collettiva, il mito e la cultura: sono questi i temi centrali che ricorrono tanto nell’opera quanto, più in generale, nel pensiero di Cavaliere. Dopo l’epoca della scultura realista degli anni Cinquanta, Alik attraversa, nel decennio successivo, la così detta “età del bronzo”, fase in cui ricorre all’uso del calco fuso in bronzo per creare surreali teatrini composti di frammenti di natura e piccoli personaggi che si muovono con ironia talvolta inquieta. Poi, dagli anni Settanta, l’artista giunge ad un’ulteriore “riforma” e incomincia ad allargare la scena delle sue sculture all’ambiente circostante; il processo di teatralizzazione dell’opera d’arte si accentua. Cavaliere crea scenari sempre più articolati, in cui figure umane a grandezza naturale si trovano immerse in spazi complessi e densi di elementi, parti immobili (ma tutt’altro che statiche), che raccontano una storia. L’artista sembra impegnato in una visione vitalistica dell’arte. Le opere realizzate tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta sono governate da un’estetica prolifera e brulicante di materiali, spesso recuperati dai suoi lavori precedenti e legati insieme come fossero lettere di un alfabeto personale, da combinare in modi diversi per ottenere nuovi messaggi artistici. Nel 1990 nasce una prima versione de I giardini della memoria, installazione realizzata a quattro mani insieme all’artista Vincenzo Ferrari ed esposta nelle due sale della Galleria Milano. Il giardino di Cavaliere offriva una visione colta e onirica della memoria: i materiali e i lavori del passato dialogavano tra loro, dando vita ad un’atmosfera malinconica e lontana, a cui l’arte infondeva consapevolezza. I diversi elementi ricontestualizzati diventavano oggetto di metamorfosi continue, che simboleggiano la crescita e la ricerca continua dell’uomo. La memoria dunque e, inevitabilmente, il racconto, sono stati per Cavaliere uno spunto poetico fondamentale da tradurre in scultura, ma non solo. Egli è stato un uomo di grande cultura umanistica e amante della scrittura: nel corso della sua vita ha raccolto più di sessanta taccuini inediti in cui possiamo ritrovare, oltre al clima della Milano dei suoi tempi, riflessioni di grande valore letterario sull’arte e la cultura, così coI me le viveva Alik. Martedì 11 marzo 2008 ore 21.00 presso il Centro Civico S. Pertini lettura di brani tratti dai diari di Alik Cavaliere con presentazione dell’artista e della sua opera. QUINTA ESSENZA RUBRICA DI TEATRO E DANZA RECENSIONE TEATRO DELLA MEMORIA. MASKA, DI OMERO AFFEDE di Laura Giudici M aska, spettacolo teatrale con la regia di Omero Affede, inizia in un’atmosfera calda e intima. All’entrata, per ingannar l’attesa, c’è un vassoio di amaretti, mentre dalla sala del teatro arrivano suoni bassi, vibranti, intensi e voci in esercizio di riscaldamento. Un viavai di attori sfila mentre aspetto, mangiando gli amaretti. Entro. La scena è allestita con luci di candele e oggetti che creano un’atmosfera di casa, di stalla, ma anche la sensazione di essere all’aperto, in un cortile o in un campo. Al centro un totem fatto di oggetti in bilico uno sopra l’altro; dietro al totem un uomo con una maschera tribale. L’uomo, tolta la maschera, inizia a raccontare. Viene verso il pubblico, ci offre altri amaretti, spiegando che, nella tradizione, si chiamano fave dei morti. Attraverso questo sapore di cibo sem- plice, conosciuto, si entra nel vivo della rappresentazione che fa rivivere il mondo degli uomini che conoscevano la terra e così, attraverso la memoria, avviene il recupero del culto dei morti. Per entrare in questa dimensione due donne, anch’esse mascherate, filano le parole, disfacendole in sillabe e suoni, il tutto accompagnato da musiche di strani attrezzi suonati come veri e propri strumenti. Parlano i racconti, le leggende popolari, che affascinano per il mistero che portano con sé: storie di orchi, di streghe, di ritualità perdute, che evocano la paura e la morte attraversandole, ma anche ridendone. Affede racconta episodi della sua infanzia e la ricchezza del passato provoca l’emozione di un vissuto comune, parlando dei nonni non senza una certa leggerezza e momenti di tenera ilarità! E ce ne sono tanti di momenti divertenti in Maska: dalla storia degli abitanti di Pocapaglia, narrata con una semplicità commovente, fino ad arrivare alla commedia dell’arte con il capitano Scarabombardone e la moglie calabrese, esilarante fino alle lacrime. Il teatro qui più che mai porta alla memoria la cultura delle proprie radici e il tempo delle azioni in silenzio, attraverso la biografia dell’attore che incontra la cultura contadina. I 4 ZOOM L’OPERA LIRICA A BRESSO TOSCA Il ritorno al Teatro S. Carlo del capolavoro pucciniano e del soprano Giovanna Gomiero Sabato 16 febbraio ore 20.30 e domenica 17 alle 15.00 è di scena la Tosca, l’opera lirica in tre atti di L. Illica e G. Giacosa, musicata da Giacomo Puccini L ’idea di portare l’opera lirica a Bresso è nata nel 1996, grazie alla passione di un gruppo di cultori della musica classica. Da allora, anche con il sostegno del Comune di Bresso, degli sponsor e del Centro Culturale “Gemelli” della Parrocchia S. Carlo, ogni anno i cittadini bressesi hanno potuto assistere ai grandi capolavori operistici, da La Traviata di G. Verdi, alla Lucia di Lammermoor di G. Donizetti, al Don Giovanni di W.A. Mozart, per citarne solo alcuni. La storia di Tosca è tratta dal dramma in cinque atti di Victorien Sardou (1831- 1908) e si svolge a Roma al tempo della battaglia di Marengo. Floria Tosca, la cantante famosa, amante del pittore Mario Cavaradossi, nobile liberale, è corteggiata dal barone Scarpia, ministro della polizia pontificia. Scarpia sospetta che il pittore abbia ospitato il suo amico Angelotti, rivoluzionario evaso da Castel Sant’Angelo. Così eccita la gelosia di Tosca per la marchesa Attavanti, di cui Cavaradossi dipinge il ritratto, nella speranza di cogliere qualche indizio dal turbamento di Floria. La reticenza di Tosca scatena l’ira di Scarpia e dei suoi agenti che si recano alla villa del pittore nel tentativo di catturare Angelotti. Non trovandolo arrestano e sottopongono a tortura il povero Cavaradossi. Tosca, a cui Scarpia con raffinata crudeltà fa udire i gemiti di Cavaradossi torturato, rivela il nascondiglio di Angelotti, sperando così di salvare l’amante. Il rivoluzionario una volta scoperto, si uccide, ma Cavaradossi rimane imprigionato a Castel Sant’Angelo e viene condannato a morte. Se Tosca vorrà liberarlo dovrà concedersi a Scarpia. Lei accetta il patto orrendo e appena avuto il salvacondotto per sé e per l’amante, pugnala Scarpia per correre a Castel Sant’Angelo dove la fucilazione di Cavaradossi dovrà, secondo la promessa di Scarpia, essere simulata. Cavaradossi invece viene realmente fucilato e Tosca, cui non resta che la disperazione, si precipita dagli spalti del castello. Al pianoforte troviamo Giovanni Miceli, alla regia Alberto Zaniboni, mentre Gian Paolo Vessella dirige il coro lirico Calauce. Gli interpreti principali sono il tenore Giovanni Ribichesu nel ruolo di Mario Cavaradossi, il baritono Alessandro Civili nel ruolo del Barone Scarpia e il soprano Giovanna Gomiero in quello della protagonista Floria Tosca. Agli effetti sonori e presentatore della serata, sarà come sempre l’immancabile Luca Tempella che illustrerà atto per atto l’opera di Puccini rivelandone le molte sfaccettature. Per informazioni e prenotazioni: tel.: 02.6142660. I PRESENTAZIONE Dal 13 al 17 febbraio TEATRO VERDI Via Pastrengo 16 Milano - RISTORANTE IMMORTALE ovvero sulla transitorietà della vita di e con Biorn Leese, Paco Gonzalez, Hajo Schuler, Ilka Vierkant, Michael Vogel Ulteriore appuntamento per il festival IF (festival internazionale teatro di Immagine e Figura) con la presenza della compagnia tedesca Familie Floz impegnata in uno dei suoi maggiori successi, nel segno del divertimento e del grande ritmo del gioco teatrale. In qualche parte tra paradiso e inferno al centro dell’universo c’è un “Ristorante immortale”, un microcosmo con i camerieri ma senza clienti, dove in un susseguirsi fantastico di ruoli e di maschere, i personaggi ruotano in un labirinto assurdo di rapporti, paure, desideri. Tra maschere, danza, clownerie, magia e improvvisazione, Familie Floz offre un’esperienza teatrale di grande poesia e comicità. I PAROLE D’AUTORE RUBRICA LETTERARIA LE IMPERFEZIONI FUORI CONTROLLO di Daniela Iotti M olto probabilmente ogni uomo nel corso della propria vita ha avuto a che fare con una qualche dipendenza, forse per colpa di un’epoca in cui la società si presenta instabile e in cui mancano punti di riferimento precisi. Anche i rapporti interpersonali sono diventati labili e manca ogni certezza di legame duraturo. La realtà spesso frustra i sogni e davanti alla caduta delle illusioni e ai mutamenti l’uomo si sente vulnerabile, insicuro, incapace di reagire e di affrontare i problemi. È per questo motivo che spesso ci si appoggia a qualcosa o a qualcuno, credendo di acquisire la forza necessaria per affrontare la realtà, diventando totalmente dipendenti da ciò che si è scelto come fonte di sicurezza sostitutiva e perdendo così la propria libertà, paradossalmente, per scelta. Annalisa Balestrieri nel suo libro L’Amore (im)perfetto analizza con precisione e chiarezza un particolare tipo di dipendenza, quella affettiva. Grazie allo sguardo razionale e scientifico dell’autrice, si scopre che ciò che fa scattare l’innamoramento in realtà risponde all’esigenza di trovare qualcosa che manca: l’amore imperfetto è il frutto dei nostri desideri, dei nostri sogni, della nostra fantasia e non della realtà. La mancanza di amore prima di tutto per se stessi, ma anche la difficoltà a vedere positivamente la vita e ad accettarla, impediscono di amare serenamente e conducono ad un rapporto in cui il partner viene idealizzato e considerato perfetto. Si creano così degli idoli, che rappresentano tutti i desideri e che portano una persona debole ed insicura ad annullarsi, sviluppando una forte dipendenza. Questo tipo di rapporto affettivo comporta l’accettazione di compromessi che bandiscono quella felicità che invece si ricerca quando si comincia una storia d’amore. La Balestrieri mette in risalto l’importanza di impegnarci per raggiungere la condizione ideale per noi, attraverso una ricerca continua di crescita e di miglioramento, accettando la realtà e cercando di equilibrarla con i propri sogni. Solo imparando ad amare se stessi, con la consape- volezza della propria forza e del proprio valore, si può amare qualcun altro: l’amore diventa allora una libera scelta e non un rifugio; diventa perfetto, capacità di fare dono di sé e di ricevere le medesime attenzioni e soprattutto di farci stare bene. Altre volte invece capita, e non raramente, che la libertà venga messa in pericolo a causa di rancori e odi che provocano scontri e guerre. Con il suo libro Antisemitismo. Una categoria fuori controllo Giorgio Bernardelli affronta i problemi che possono insorgere fra popoli diversi, ma anche come questi problemi spesso possano essere risolti semplicemente riconsiderando il valore della vita umana. Bernardelli tratta l’argomento partendo dall’analisi del concetto di antisemitismo. Il libro intende mostrare come un certo modo di intendere la lotta a questo fenomeno stia trasformando l’antisemitismo in una categoria fuori controllo. Oggi sono presentati come ugualmente antisemiti Mel Gibson e l’assassino di un giovane ebreo in una banlieue di Parigi; chi critica le scelte del governo di Israele e chi si fa saltare in aria su un autobus. A forza di usare indiscriminatamente questa parola, è capitato persino che alcuni ebrei abbiano accusato Ariel Sharon di essere antisemita. Una confusione, sostiene Bernardelli, che porta a denunciare di continuo nuovi atti di antisemitismo, senza porsi mai la domanda vera: come si combatte un odio di questo tipo? Da questa prospettiva, il libro inquadra l’antisemitismo nel contesto del rapporto difficile tra le religioni nell’era della globalizzazione. L’autore insiste sulla necessità di una lotta che non sia solo la difesa di un popolo, ma che affermi principi e diritti validi sempre e dovunque. Infine il libro affronta il tema specifico dell’antisemitismo islamico, riconoscendo che il problema va ben oltre la questione palestinese: per essere davvero efficace la risposta all’antisemitismo non deve nascere da fuori, ma dal cuore dell’islam. Per questo si scoprono le storie di alcuni “giusti tra le nazioni musulmane”, islamici che durante la Shoah si adoperarono per salvare la vita di ebrei. Figure a torto dimenticate, che hanno dato esempio di come un altro tipo di rapporti sia possibile. I PRESENTAZIONE DEI LIBRI Venerdì 8 febbraio ore 21.00 c/o Sala Consiliare Comune di Bresso via Roma, 25 Venerdì 14 marzo ore 21.00 c/o Sala Consiliare Comune di Bresso via Roma, 25 Annalisa Balestrieri L’AMORE (IM)PERFETTO Giorgio Bernardelli ANTISEMITISMO UNA CATEGORIA FUORI CONTROLLO Siamo lieti di invitarla all’inaugurazione della mostra fotografica I GIUSTI DELL’ISLAM - 10 storie di musulmani che salvarono gli ebrei dalla Shoah venerdì 14 marzo - ore 21.00 c/o Sala Consiliare Comune di Bresso - via Roma, 25 La mostra sarà aperta fino al 21 marzo 2008 Giorni e orari: lun-mer-ven dalle 9.00 alle 12.00 mar-gio dalle 15.00-18.00 sab dalle 8.30 alle 11.30 MOVIE RUBRICA DI CINEMA CORTI DI UNA SERA D’INVERNO AL VIA BRESSOI N-CORTO: RASSEGNA DEL CORTOMETRAGGIO ITALIANO I l 2 Febbraio 2008 al Centro Civico di Bresso si terrà la serata inaugurale della prima edizione della Rassegna di Cortometraggi BRESSOIN-CORTO. L’evento, curato da Carmen Chimienti e Antonio Pinna per quel che riguarda la sezione dei cortometraggi nazionali, e dall’Associazione culturale Favola di Mattoni per la parte di cortometraggi legata al territorio di Bresso e dintorni, è dedicato a chi apprezza e segue il cortometraggio, ma anche a tutti coloro che sono semplicemente curiosi di conoscere questa forma d’arte. La manifestazione del 2 febbraio, intitolata “Corti di Una Sera d’Inverno”, è la prima di tre serate che si svolgeranno al Centro Civico nell’arco del 2008. Presenteremo al pubblico una selezione di cortometraggi che, pur affrontando temi diversi, sono uniti dal filo rosso della riflessione sulla contemporaneità. Nella sezione Corti Nazionali, tra le opere in programma segnaliamo: “Rosso Fango” del regista Paolo Ameli, opera vincitrice del prestigioso premio David Donatello 2003, che affronta il tema della memoria e della guerra in trincea; “Fuorifuoco”, dei registi Daniele Salaris e Ernaldo Data, che attraverso lo strumento del documentario avvia una riflessione importante sulla costruzione dell’identità sessuale e “Oltre la Barricata” di Andrea Cairoli, che con un linguaggio comico affronta il tema del dissidio generazionale. In programma anche i cortometraggi di tre registe donne: “Iris” di Samantha Casella, una toccante riflessione sulla tematica della guerra; “Routine” di Laura Chiossone, che svela uno squarcio di vita quotidiana al femminile e “Due Pezzi Pazzi” di Giulia Brazzale, che nel ristrettissimo spazio di cinque minuti ci ricorda quanto sia labile la soglia tra “normalità” e follia. Un’ottima occasione insomma per vedere sul grande schermo piccoli capolavori che fanno pensare, riflettere, emozionare. Un giovane critico cinematografico introdurrà ciascuna delle opere in programma e alcuni dei registi interverranno alla serata. L’evento è ad ingresso libero. Vi aspettiamo numerosi! I 6 APPROFONDIMENTI V FESTIVAL DEL CINEMA POSSIBILE DA QUEST’ANNO NELLA RASSEGNA BRESSOI N-CORTO S abato 2 febbraio al Centro Civico di Bresso si terrà la V Edizione del Festival del Cinema Possibile. Quest’anno saranno molte le novità del Festival a partire dalla collaborazione tra il Comune di Bresso, il Centro Culturale Favola di Mattoni e l’Associazione Nuova Scena Antica. La collaborazione tra questi tre enti vuole dare vita ad una “giornata-evento” dedicata interamente al cortometraggio. Il Centro Culturale Favola di Mattoni produce ormai da anni cortometraggi sia con gli allievi della propria scuola che in collaborazione con registi indipendenti legati al territorio. Questi ultimi infatti, grazie alla struttura del Centro Culturale Favola di Mattoni, trovano la possibilità di collaborare con altri professionisti e studenti che si mettono in gioco fino in fondo con l’arte cinematografica. Quest’anno il programma che presenteremo alla cittadinanza sarà anche un modo per far conoscere le diverse possibi- lità di concepire un’opera filmica. Verranno infatti proiettate opere appartenenti ad ogni genere: fiction, documentario e animazione. In particolare, il programma prevede la proiezione delle ultime opere di fiction degli studenti della scuola di regia con i loro relativi backstage. Verrà inoltre proiettato un documentario e alcuni corti di animazione prodotti in collaborazione con enti che lavorano sul territorio, e infine sarà presentato un cortometraggio del progetto Country Code Movies che verrà svelato il giorno del Festival. I Centro Culturale Favola di Mattoni BRESSO’S CORNER RUBRICA DEL CITTADINO CONCERTI D’INAUGURAZIONE DEL NUOVO ORGANO DELLA PARROCCHIA SAN CARLO I l nuovo organo della parrocchia sarà collocato alle spalle del fonte battesimale. A trasmissione meccanica, è dotato di 2 manuali (2 tastiere da suonare con le mani), una pedaliera (una tastiera da suonare con i piedi), 1140 canne e 20 registri reali. Dopo il successo dei due concerti di gennaio il terzo concerto d’inaugurazione avverrà presso: Parrocchia San Carlo Bresso Sabato 23 febbraio 2008 - ore 21.00 Organista M° Emanuele Carlo Vianelli REPERTORIO: J.S. Bach (1685 - 1750) Preludio e fuga in Do maggiore BWV 547 - Preludio al corale BWV 659 - Toccata, adagio e Fuga in Do maggiore BWV 564 - Preludio e Fuga in La maggiore BWV 536 - Preludio al corale BWV 663 - Preludio e Fuga in Re maggiore BWV 532. 7 SCENAPERTA 2007/2008 APPUNTAMENTI DI BRESSO OFF AL CENTRO CIVICO PERTINI DI VIA BOLOGNA 38 V enerdì 15 febbraio è di scena Novecento, tratto dal famoso romanzo di Alessandro Baricco, diretto e interpretato da Corrado D’Elia. La storia incredibile di Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, un pianista, anzi il più grande pianista del mondo, nato su una nave e lì vissuto per tutta la vita senza mai scendere. Danny suonava una musica indefinibile, soprattutto quando suonava in terza classe, per chi non se la poteva permettere. Il tempo della storia sono i meravigliosi Anni Venti, a cavallo tra le due guerre: l’età del “jazz”, quando ogni cosa sembrava muoversi seguendo quel ritmo irresistibile. La dimensione è quella del ricordo, denso, intenso, come quello delle grandi storie, magari ascoltate dalla rauca voce di un marinaio in una bettola in un porto, tra incanto, verità e allucinazione. UN PALCO ALLA SCALA L ’Istituzione Civiche Scuole di Musica Danza e Arte propone l’abbonamento “Un Palco alla Scala”: 30 posti messi a disposizione dei cittadini bressesi per assistere ad alcune opere nel prestigioso teatro milanese. Per preparare alla comprensione delle varie opere saranno organizzati alcuni incontri propedeutici che analizzeranno l’opera: trama, contestualizzazione storico-letteraria, caratterizzazione stilistica. Le lezioni saranno tenute da Luca Tempella e da Alberto Zaniboni. Per partecipare basta iscriversi entro sabato 5 aprile, giorno in Martedì 26 febbraio è di scena Io santo, tu beato. Testo e regia Renato Sarti. Da anni Renato Sarti traduce in linguaggio teatrale i grandi temi della storia e della vita (deportazione, antifascismo, immigrazione). Con questa produzione affronta, attraverso gli elementi della commedia dell’arte e della maschera, una tra le più grandi tematiche di ogni tempo: la discrasia fra coloro che prestano quotidianamente la loro opera nel sociale e i vertici della gerarchia ecclesiastica. Pio XII e Padre Pio si incontrano in un ipotetico aldilà: il primo parla un latino maccheronico e ha in testa un copricapo a forma di cupola di San Pietro, il secondo si esprime in dialetto pugliese e non si separa mai dai suoi peperoni fritti. Venerdì 7 marzo la rassegna si chiuderà con lo spettacolo L’Amante di M.D. di Paolo Bignamini. Regia Massimo Giovara. L’Amante di M.D. è un testo inedito di Paolo Bignamini che ridisegna, riscrive, ridefinisce in maniera personalissima la vicenda del romanzo “L’amante” di Marguerite Duras. I cui sarà effettuato il sorteggio. I sorteggiati dovranno versare la cifra di 60 euro (10 euro di costi segreteria e 50 euro di acconto biglietti); il rimanente verrà saldato al ritiro dei biglietti, per un totale di euro 100,00 circa a pacchetto. Gli spettacoli in repertorio sono: OPERA: 25 maggio: “Il prigioniero” - “Il castello del duca Barbablù” BALLETTO: 6 settembre “L’Arlésienne” - “Le Jeune Homme et la Mort” - “Carmen” OPERA: 15 ottobre “Le nozze di Figaro” Per informazioni: Segreteria dell’Istituzione Civiche Scuole di Bresso – via Luigi Strada - tel. 02.610.59.14 Orari: da lunedì a venerdì dalle 15.00 alle 18.00 / sabato dalle 9.00 alle 12.00 I BRESSO’S CORNER è la Rubrica del Cittadino, con uno spazio interattivo che ci piacerebbe dedicare a coloro che desiderano esprimersi su temi collegati all’arte e alla cultura. Volete segnalare un’iniziativa culturale? Avete commenti, opinioni, suggerimenti, impressioni in merito alle attività culturali presenti sul territorio? Scrivete una mail a: [email protected] Le mail più interessanti verranno pubblicate nei numeri seguenti della rivista in cartaceo o nella versione on-line, disponibile sul sito www.nuovascenaantica.it CALENDARIO EVENTI INCONTRI LETTERARI FEBBRAIO 2008 Comune di Bresso – via Roma, 25 Sala Consiliare Venerdì 8/2/08 ore 21.00 Ass. Nuova Scena Antica Presentazione libri “L’Amore (im)perfetto” di Annalisa Balestrieri MARZO 2008 Comune di Bresso – via Roma, 25 Sala Consiliare Venerdì 14/3/08 ore 21.00 Ass. Nuova Scena Antica Presentazione libri “Antisemitismo: una categoria fuori controllo” di Giorgio Bernardelli TEATRO E DANZA FEBBRAIO 2008 Bresso – via Bologna, 38 Centro Civico Sandro Pertini Venerdì 15/2/08 ore 21.00 SCENAPERTA Teatri Possibili “Novecento” di Alessandro Baricco con e regia di Corrado D’Elia Info biglietti: 02 61455232 – 0331 892929 Martedì 26/2/08 ore 21.00 SCENAPERTA Teatro della Cooperativa “Io santo, tu beato” testo e regia Renato Sarti Info biglietti: 02 61455232 – 0331 892929 MARZO 2008 Bresso – via Bologna, 38 Centro Civico Sandro Pertini Venerdì 7/3/08 ore 21.00 SCENAPERTA Outis – O’zoo No “L’Amante di M. D.” di Paolo Bignamini regia Massimo Giovara Info biglietti: 02 61455232 – 0331 892929 CINEMA FEBBRAIO 2008 Bresso – via Bologna, 38 Centro Civico Sandro Pertini Sabato 2/2/08 ore 17.00 Centro Culturale Favola di Mattoni V ed. Festival “Cinema Possibile” ore 21.00 Ass. Nuova Scena Antica “BressoIn-corto: rassegna del cortometraggio italiano” MUSICA FEBBRAIO 2008 Bresso – Piazza De Gasperi Teatro San Carlo Sabato 16/2/08 ore 20.30 Domenica 17/2/08 ore 15.00 Centro Culturale A. Gemelli Parrocchia San Carlo L’OPERA LIRICA A BRESSO “TOSCA” Opera di L. Illica e G. Giacosa Musica di G. Puccini regia Alberto Zaniboni pianoforte Giovanni Miceli Info biglietti: 02 6142660 dal 4/02 (15.30 –19.00) Bresso – Piazza De Gasperi Parrocchia San Carlo Sabato 23/2/08 ore 21.00 CONCERTI D’INAUGURAZIONE NUOVO ORGANO Musiche di J. S. Bach Organo M° Emanuele Carlo Vianelli ARTE CONTEMPORANEA MARZO 2008 Bresso – via Bologna, 38 Centro Civico Sandro Pertini Martedì 11/3/08 ore 21.00 Ass. Nuova Scena Antica CONFERENZA-SPETTACOLO “Alik Cavaliere: i giardini della memoria” relatrice Lorena Giuranna attore Silvio Da Rù musiche di Gurdjieff e A. Piazzolla Comune di Bresso – via Roma, 25 Sala Consiliare dal 14/3/08 al 21/03/08 Mostra fotografica “I giusti dell’Islam” 10 storie di musulmani che salvarono gli ebrei dalla Shoah MILANO TEATRO - Zoom FEBBRAIO 2008 TEATRO DEL BURATTO Via Mosè Bianchi, 94 Milano Domenica 3 febbraio ore 16.30 L’ATALANTE “OUVERTURE DES SAPONETTES” Per bambini (dai 3 anni) Regia di Davide Fossati Biglietti: 02 27002476 - 4814531 www.teatrodelburatto.it TEATRO DELL’ARTE Crt Viale Alemagna, 6 Milano Dal 22/1 al 3/2 ore 20.45 domenica ore 16.00 Fondazione Teatro Due LA CASA D’ARGILLA testo e regia Lisa Ferlazzo Natoli Info biglietti: 02 89011644 www.teatrocrt.it TEATRO ARSENALE Via Cesare Correnti, 11 Milano Dal 17/1 al 3/2 ore 21.15 domenica ore 16.30 PER FARLA FINITA COL GIUDIZIO DI DIO Di Antonin Artaud Regia di Anning Raimondi Info biglietti: 02 8375896 www.teatroarsenale.org TEATRO VERDI Via Pastrengo, 16 Milano Dal 13 al 17/2 ore 21.00 domenica ore 16.30 RISTORANTE IMMORTALE di e con Familie Floz Info biglietti: 02 6880038 www.teatrodelburatto.it TEATRO OUT OFF Via Mac Mahon, 16 Milano Dal 7 al 24/2 ore 20.45 domenica ore 16.00 TERRA DI NESSUNO di H. Pinter Regia di Lorenzo Loris Info biglietti: 02 34532140 www.teatrooutoff.it SALA TEATRO LITTA Corso Magenta, 24 Milano dal 29/1 al 10/2 ore 20.30 domenica ore 16.30 Fondazione Pontedera Teatro / Caca’ CARVALHO LA POLTRONA SCURA Tre novelle di Pirandello con Carlos Augusto Carvalho regia Roberto Bacci Info biglietti: 0286454545 www.teatrolitta.it TEATRO FRANCO PARENTI Via Pierlombardo, 14 Milano Dal 12 al 17/2 ore 20.45 domenica ore 16.30 IL METODO GRÖNHOLM di Jordi Galceran regia Cristina Pezzoli dal 19 al 24/2 ore 20.45 domenica ore 16.30 LA FORMA DELL’INCOMPIUTO a cura di Andrée Ruth Shammah e Susanna Beltrami con G. Albertazzi e L. Savignano e con i danzatori della Pier Lombardo Danza Info biglietti: 02 599944700 www.teatrofrancoparenti.com Unitamente alle proposte culturali presenti sul territorio di Bresso, nel calendario segnaliamo alcuni tra gli spettacoli di particolare interesse sulla scena milanese