PERCORSI DI AUTOCOMPRENSIONE

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PERCORSI DI AUTOCOMPRENSIONE
PERCORSI DI AUTOCOMPRENSIONE
L’esercizio consapevole di riflessione critica accompagna usualmente la produzione progettuale
come una sorta di tonalità dominante, capace di determinarne surrettiziamente il carattere.
Nelle intenzioni iniziali questo esercizio avrebbe dovuto concretizzarsi in un personale
repertorio di Figure progettuali. Rimaneva sullo sfondo il problema del senso di questo operare,
ovvero dell’ “appropriatezza” dei segni impiegati rispetto ad un sito e ad un committente al fine
di creare “luoghi” significativi.
L’avvicinamento all’opera filosofica di Carlo Sini e in particolare alla sua “etica della scrittura”,
ha dato a questo compito un esito diverso, un orizzonte etico. Detto in altri termini si è venuto
affermando il carattere auto-biografico del percorso progettuale, con i suoi necessari debiti e i
suoi abbagliamenti. L’istanza di auto-chiarimento è sfociata pertanto nella “comprensione
genealogica”, riaprendo l’esercizio di riflessione su più fronti:
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la rivisitazione dei propri autori preferiti, a partire dai quali abbiamo con facilità
individuato dei possibili compagni di viaggio. Di essi diamo conto in una bibliografia
commentata.
la formulazione di alcune ipotesi di lavoro per la riflessione sulla disciplina
dell’architettura del paesaggio, raccolte nella forma di appunti su una tavola sinottica,
derivate dalla lettura della recente opera di Sini.
la presentazione di alcune Figure del personale percorso progettuale e alcune riflessioni
metodologiche sul progetto di giardino. I testi erano stati scritti con l’obiettivo di enucleare
un repertorio tipologico e volutamente non sono ora stati modificati. La svolta
genealogica ci induce a trattare la tipologia in un più ampio contesto di “pratiche”
paesaggistiche, ognuna con il suo universo di significato. Le Figure sono nel testo
“Elementi del giardino “, mentre le riflessioni metodologiche sono riportate in: “Venti
domande per la valutazione di un progetto di giardino”. Entrambi i testi sono disponibili in
altri files di testo.
UNA NUOVA BIBLIOGRAFIA
Il compito di una riscrittura a carattere genealogico della disciplina dell’architettura del
paesaggio è troppo vasto per dei professionisti impegnati attivamente nella professione, ma al
tempo stesso tanto affascinante da non lasciare nulla di intentato. L’individuazione di una
bibliografia può essere l’inizio.
L’opera di Sini a cui facciamo riferimento consta di sei volumi, ciascuno dei quali si occupa del
rapporto fra la filosofia e una delle sei scienze paradigmatiche: la metafisica, la psicologia,
l’etologia, l’antropologia, la cosmologia e la pedagogia. Utilissimo per capire il pensiero di Sini
anche l’ultimo lavoro su Spinoza:
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Figure dell’enciclopedia filosofica – “Transito Verità” (sei libri), Carlo Sini, Jaca Book, 2004-2005
Archivio Spinoza. La verità e la vita, Carlo Sini, Edizioni Ghibli, 2005
Segnaliamo ora due opere nella letteratura sul paesaggio che a nostro parere ambiscono a
sondare il terreno a partire da “pratiche” individuate e non da progetti dagli esiti formali più o
meno brillanti o alla moda. Ci è sembrato in esse di trovare un’affinità con il concetto di
“pratica” individuato da Sini. Dal Libro primo delle Figure dell’Enciclopedia Filosofica,
“L’analogia della parola – Filosofia e metafisica”: “L’abito della prassi, quell’ ‘aver da fare’ che in
ogni istante caratterizza l’essere soggetti viventi e operanti (…), frequenta soglie determinate;
tali determinazioni sono appunto riassunte e idealmente comprese nella parola ‘pratica’. Si
tratta di pratiche di vita e di sapere, ovvero, in termini generali, si tratta del saper fare, del saper
dire e del saper scrivere (…) Una pratica è dunque un intreccio di molte pratiche, subordinate
allo scopo preminente della pratica, cioè al conseguimento dei suoi oggetti”
Sentiamo gli autori della “Poetica dei giardini”: ”Riteniamo più utile classificare i giardini che
abbiamo scelto in quattro categorie: scenari collezioni, pellegrinaggi e pattern. I giardini di tutte
queste quattro categorie possono avere una grande varietà di dimensioni, di forme e atmosfere,
e possono cercare o gli schemi simmetrici del paradiso o quelli asimmetrici della natura,
assimilati e perfezionati (e talvolta entrambe le cose). Le nostre quattro categorie sono in realtà
categorie che rispecchiano un uso, una disposizione a interpretare i luoghi e a prenderne
diletto.”
Ora diamo la parola a Potteiger e Purinton: “We chose the notion of practices because it
reaches beyond the working processes o design to include cultural practices of daily life, rituals,
and interpretation. The five chapters in part two, Naming, Sequencing, Revealing and
Concealing, Gathering and Opening, were selected from a larger group of practices (including
recycling, referencing, inscribing, and registering) as the most fundamental to narrative. Each
capter goes back and forth between looking at the designed landscape and the vernacular
landscape, because designers will better understand how every site has it own stories by
understanding how narrative inhere in the ordinary landscapes (...) All of these practices cross
and intersect; some of the richest and most complex work engages many practices at once”.
Questo approccio conferma sul piano teorico un atteggiamento progettuale che non propone
immediatamente delle forme ma si interroga sugli usi futuri e sulle possibili interpretazioni delle
immagini proposte ai committenti.
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La poetica dei giardini, C.W Moore, W.J. Mitchell, W. Turnbull Jr., Franco Muzzio Editore, 1991
Landscape Narratives – Designing Practices for Telling Stories, Matthew Potteiger, Jamie Purinton,
John Wiley & Sons, 1998
La Société paysagiste, Pierre Donadieu, Actes Sud / Ensp
Opere che a vario titolo individuano dei repertori di regole, di temi, di figure, di strumenti
progettuali, sono elencate a seguire. In esse si trovano anche lavori che si occupano di
architettura. Ci è sembrato interessante riportarle sia per il carattere disciplinarmente ibrido
dell’architettura del paesaggio, sia come trattati di pratiche affini:
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Genius loci. Paesaggio, ambiente, architettura, Christian Norberg-Schulz, Electa, 1979
Architettura: presenza, linguaggio e luogo, Christian Norberg-Schulz, Skira, 1996
Earth Moves: The Furnishing of Territories, Bernarde Cache, MIT Press, 1995
I luoghi di dedalo: elementi teorici dell’architettura, Vittorio Ugo, Edizioni Dedalo, 1991
AuftritteScenes, Alban Janson e Thorsten Bürklin, Birkhäuser, 2002
Comporre l’architettura, Franco Purini, Laterza, 2000
Designing parks, Lodewijk Baljon, Architectura e Natura Press, Amsterdam, 1995
Elements of visual design in the landscape, Simon Bell, E&FN SPON, 1993
Gardens without boundaries, Paul Cooper, Mitchell Beazley, 2003
The visual and spatial structure of landscapes, Tadahiko Higuchi, The Mit Press, Massachusetts,
1983
Il giardino analogo - Considerazioni sull'architettura dei giardini, Adriana Carnemolla, Officina
edizioni
The Planting Design Handbook, Nick Robinson, Brookfield, VT, Gower Pub. Co., 1992.
Piccoli giardini, Ippolito Pizzetti, Orietta Sala, Idealibri, 1986
Altre opere indagano la materia con un taglio storico-critico come il lavoro di Rossella Salerno,
impegnata a verificare nelle discipline del paesaggio la forza analitica del metodo “archeologico”
di Michel Foucault:
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Architettura e rappresentazione del paesaggio , Rossella Salerno, Guerini e Associati, 1995
Rassegne di lavori recenti cercano di approfondire le problematiche dell’architettura del
paesaggio con sguardi teorici nuovi. Nel testo sotto-indicato Peter Connolly utilizza i concetti
della filosofia deleuziana per interpretare le tematiche più scottanti della disciplina, attraverso
alcuni lavori di dottorato al RMIT a Melbourne.
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Technique, René Van der Velde, Peter Connolly, RMIT University Press, Melbourne, 2002
TAVOLA SINOTTICA DELLE FIGURE DELL’ENCICLOPEDIA FILOSOFICA
Il riferimento è ai sei volumi dell’opera di Carlo Sini “Figure dell’Enciclopedia filosofica – Transito
verità” (vedi bibliografia)
Metafisica
Psicologia
Etologia
Antropologia
Cosmologia
Pedagogia
Il segno
inscritto e
circoscritto
Il pensiero
delle pratiche
L’interpretante
iscritto e
circoscritto
Il pensiero
delle
circostanze
La soglia dello
stacco
La differenza
dello stacco
L’indecidibile
Il desiderio
iscritto e
circoscritto
La pratica
della forza
Il racconto
iscritto e
circoscritto
Il pensiero come
pratica
dell’origine
Il racconto
dell’origine
La differenza
cosmologica
L’inimmaginabile
Il coro iscritto e
circoscritto
La soglia
dell’origine
La soglia della
differenza
L’innominabile
La visione
iscritta e
circoscritta
Il pensiero della
potenza e
dell’atto
L’oscillazione
dell’origine
I due lati della
differenza
L’inallogabile
Lo specchio
dell’origine
La differenza
della scienza
L’immemorabile
L’analogia
della parola
L’analogia della
voce
L’analogia del
corpo
L’analogia dei
racconti
L’analogia del
significato
L’incontro
L’incontro
L’occasione
L’occasione
La verità
L’occasione
della verità
L’incontro col
segno
L’occasione
della scrittura
La verità
duplice
L’incontro
analogico
L’occasione
del corpo
La verità
dell’umano
L’analogia
della parola
scritta
L’incontro con
la morte
L’occasione
del segno
La verità del
segno
L’incontro con la
Dea
L’occasione del
ricordo
La verità del
racconto
L’incontro con il
negativo
L’occasione
della oggettività
L’abito della
verità
L’inscritto e il
circoscritto
Il pensiero e le
pratiche
L’origine
La differenza
La trascendenza
o negazione
L’analogia
L’origine dello
Stato
La differenza
sessuale
L’invisibile
La pratica del
doppio
IPOTESI DI LAVORO PER UNA GENEALOGIA DELLE PRATICHE PAESAGGISTICHE
Paesaggistica
L’inscritto e il
circoscritto
Il paesaggio
inscritto e
circoscritto
Il racconto paesaggistico come modalità di appropriazione dello spazio da parte dei
suoi abitanti. L’uomo come speculum mundi, effetto a specchio uomo-mondo, il
contraccolpo delle azioni umane va a costituire il loro mondo. Paesaggio materiale e
paesaggio rappresentato. Realtà e idea della realtà. Il rapporto uomo-Natura e la sua
idealizzazione, la sua messa in abito. Il paesaggio come stanza-teatro, come “interno”
Il pensiero e le
pratiche
Le pratiche
paesaggistiche
come pratiche
di “abitabilità”
del territorio
L’origine
La soglia
dell’origine
La differenza
immaginativa o
del
rispecchiamento
L’indominabile
La differenza
La trascendenza
o negazione
L’analogia
L’analogia della
forma
L’incontro
L’incontro del
corpo con la
Natura
L’occasione
L’occasione
delle identità
territoriali
Il verità del
paesaggio
La verità
architettonico, e come inquadratura, come scena. Le statue erano gli attori. Nel
giardino pittoresco si può dire che lo spettatore si fonde con la scena? In che modo.
Dalla geometria alla pittura di paesaggio, alla land art.
La domesticazione della Natura. Il susseguirsi delle retroflessioni: sfruttamento
produttivo, controllo geometrico, miglioramento pittoresco, miniaturizzazione
metafisica, visione sublime, risanamento ecologico, conservazione integrale, indagine
scientifica. A ben vedere si tratta sempre di un tentativo di fusione, di ripacificazione, di
riappropriazione, di desiderio colmato, attraverso un racconto. Il corpo “naturale” e i
rimedi “naturali”. Il desiderio di paesaggio, come desiderio di spazio, desiderio di
rappresentazione, desiderio di immergersi nella vita della Natura. Il paesaggio come
teatro dell’uomo e della natura.
Gli archetipi della cultura paesaggista: il giardino, il paesaggio pittoresco, la natura,
l’urbanità. Gli eventi fondativi. La foresta, la radura, il giardino.
Il doppio del paesaggio. Come abito il mondo, come creo il mondo. Il circolo uomoterritorio-paeasaggio attivato dalle pratiche territoriali. Cultura e Natura. La Natura per
le culture nomadiche e per le culture stanziali. La distanza fisica e simbolica dalla
“Natura” (la cultura giapponese). Il paesaggio come teatro. Il paesaggio come itinerario
L’indeterminato, il ritorno della de-territorializzazione (territori striati e territori lisci), la
kinesis originaria. La convivenza fra la rete “orizzontale” e il luogo “verticale”. La
simultaneità e il fuori dal tempo.
L’analogia delle scritture della Terra. Analogia dei corpi semoventi. La ripetizione delle
forme del paesaggio come fonte di stabilità identitaria. Il ritmo del paesaggio, per un
vivere sulla Terra. Nuclei di senso nel supporto nella costruzione di un paesaggio
riconoscibile. Le scritture del territorio per anime “abitanti”.
Pratiche di fruizione: visione, scoperta, ecc.. Il paesaggio come pratica riflessiva, come
presa indiretta ordinante sulla realtà. Il paesaggio dell’insider e dell’outsider.
Dall’immersione dell’azione alla scritture del paesaggio. Pratiche universalizzanti e
costruzioni “logiche” del paesaggio. La separazione fra pratiche artistiche e pratiche
scientifiche
La costruzione dei paesaggi, come sogno, come idealità. Economia del paesaggio,
politica del paesaggio, il paesaggio come bene pubblico. La società paesaggista è
edonista.
Le pratiche paesaggistiche cercano il loro valore di verità anche in altri ambiti, fra
l’ecologia e le arti figurative e plastiche. Alla ricerca della sensazione perduta. Il
paesaggio come istanza etica. Il gioco sociale del paesaggio, all’incrocio fra le
pratiche, per soggetti a pratiche (mediatiche). Il significato del paesaggio e il suo
Evento. La promessa di vita eterna del paesaggio, dall’eden alle immagini pittoresche,
dall’inconscio ecologico alla società della nuova urbanità.