copertina dicembre
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VIMAX MAGAZINE DICEMBRE GATTI 30 2012 di Laura Burani, foto di Renate Kury BELL’ABISSINO Caratteristiche, carattere e comportamento di un simpatico micio che arriva dall’attuale Etiopia QUANDO si parla del gatto abissino si parla anche del suo gemello a pelo lungo, il somalo: i nomi indicano due nazioni africane, ma non sono i Paesi d’origine dei gatti in oggetto, bensì nomi “appiccicati” a questi magnifici felini in una esposizione in Inghilterra. Il gatto, infatti, era stato registrato in esposizione come proveniente dall’Abissinia (l’attuale Etiopia) e da questo a chiamarlo abissino il passo è stato breve. Il suo gemello a pelo lungo, invece, venne chiamato somalo per la vicinanza dei due Paesi. Sono scelte che appaiono arbitrarie, ma andando a studiare più a fondo la morfologia del gatto e il ticking (ogni pelo ha due o tre bande di colore), e si confrontano queste informazioni con le varie tipologie di felini domestici, ci si convince della presenza di queste caratteristiche sulle coste dell’Oceano Indiano e in alcune zone del SudEst Asiatico: infatti, molti soggetti vennero importati sia in Inghilterra che negli Usa da colonizzatori e mercanti provenienti dalle Indie, più precisamente da Calcutta, che all’epoca era il più grande porto dell’Oceano Indiano. UN PO’ DI STORIA. La Somalia e l’Abissinia (Etiopia) sono il prolungamento dell’Africa verso l’Oceano Indiano, il Corno d’Africa, un’enorme penisola che si estende per centinaia di chilometri davanti al Golfo di Aden, approdo naturale per i commerci con il continente nero. Gli inglesi abbandonarono l’Abissinia nel 1868, e la moglie di un ufficiale portò in patria un gatto di nome Zula le cui caratteristiche erano, a grandi linee, quelle dell’abissino, con il ticking e assenza di striature tabby sul corpo. Non mancano certo studi e leggende che collocano il gatto abissino nell’antico Egitto, tra faraoni, dee e dei: alcune sculture egizie ritraggono un felino elegante e muscoloso, dalle grandi orecchie e con gli occhi a mandorla. La somiglianza con il Felis lybica, il gatto selvatico africano, capostipite di tutti i gatti domestici, è innegabile. BELLO CON L’ANIMA. Indubbiamente è un gatto molto bello, intelligente e socievole, ama molto giocare, correre e saltare; la sua struttura agile e longilinea, i piccoli piedi ovali e la lunga coda affusolata, gli consentono acrobazie che altri mici più potenti e robusti non si possono permettere, senza pericoli per i soprammobili: riesce a effettuare funambolismi incredibili senza neppure sfiorarli. Questa sua grande agilità non è da confondere con iperattività o con un comportamento nevrotico, tutt’altro: il suo essere felino lo porta a fare lunghi pisolini alternati a pulizie meticolose, a rimanerci accanto mentre guardiamo la televisione o leggiamo un libro e, se lo permettiamo, a dormire con noi. La differenza con altri gatti è la sua grande agilità e la enorme curiosità che lo rende più partecipe e reattivo: è parte integrante della famiglia e sarà sempre presente in qualsiasi frangente, sia che si tratti di un ospite, che verrà accolto con strusciatine e richiesta di coccole, sia una qualsiasi attività svolta da un membro della famiglia che riceverà immancabilmente il suo aiuto o, comunque, la sua presenza. Insomma: deve sempre mettersi in mezzo per curiosare e “aiutare”, e il suo carattere particolarmente equilibrato gli consente di non eccedere mai.