Raccontami la Tua Terra

Transcript

Raccontami la Tua Terra
A cura di Maria Cristina Castellani
RETE DEI CTP DELLA LIGURIA
Raccontami
la Tua Terra
Lezioni di lingua e cultura
italiana per stranieri e non
Raccontami la Tua Terra
Gli Autori propongono otto Unità didattiche di lingua e cultura italiana,
elaborate nell’ambito del progetto “Raccontami la tua terra” e destinate a
studenti adulti stranieri. Le Unità contengono attività da svolgere in classe ed esercizi linguistici da eseguire anche in autoapprendimento, grazie
al CD, allegato al Volume, contenente le tracce audio della maggior parte
dei brani di lettura proposti. I materiali sono interessanti anche per lettori
italiani che vogliano approfondire la conoscenza del territorio della Liguria. I temi sviluppati nelle Unità spaziano, infatti, dall’emigrazione al paesaggio, dall’agricoltura all’uso di sapori locali, dal ricordo delle feste dei
tempi passati al cuore pulsante delle vie cittadine di oggi, dall’atmosfera
musicale di una famosa via di Genova alla pesca dell’acciuga ad Oneglia,
dal miele all’olivo, dai boschi di castagno all’orto, in un percorso fra
memoria e futuro. L’approccio è locale ma non esclude la partecipazione
culturale alle culture altre. Il percorso di lettura suggerito, non dimenticando la partenza e il viaggio dei nostri avi verso paesi lontani, vuole
accompagnare il cammino di chi viene da altri paesi e ora condivide con
noi, nella nostra Terra, l’avventura della vita.
mi la Tua Te
onta
rra
Lezioni di lingua e cultura
italiana per stranieri e non
M.I.U.R.
Ufficio Scolastico Regionale
per la Liguria
Racc
Racc
RETE DEI CTP DELLA LIGURIA
A cura di Maria Cristina Castellani
mi la Tua Te
onta
rra
Raccontami
la Tua Terra
L
Giuseppa Antonia Scicolone, CTP Marassi di Genova
Silvia Trucco, I.P.S.S.C.T. di Sanremo
Dorina Vio, CTP di Cairo Montenotte
B1 I V E
- BL L O
2
Hanno partecipato alla ricerca:
Ilaria Ambrosini, I.P.S.A.A. “D. Aicardi”, Sanremo
Graziella Arazzi, Agenzia Nazionale Scuola Liguria
Teresa Beltramo, CTP di Cairo Montenotte
Maria Anna Burgnich, Ufficio Scolastico Regionale Liguria
Patrizia Caraglio, I.P.S.S.A.R. “N. Bergese”, Genova
Maria Cristina Castellani, Ufficio Scolastico Regionale Liguria
Fabrizio M. Colombo, CTP di Cairo Montenotte
Nunzia Guasco, già docente CTP di Imperia e Sanremo
Luciana Guido, Liceo Classico Statale “G. Mazzini”, Genova
Bartolomeo Roberto Marenco, già docente
I.P.S.S.A.R. “E.Ruffini” di Arma di Taggia
Alessandra Marini, CTP Bolzaneto di Genova
Lilia Montaldi, CTP “Boine” di Imperia
A cura di Maria Cristina Castellani
RETE DEI CTP DELLA LIGURIA
Raccontami
la Tua Terra
Lezioni di lingua e cultura
italiana per stranieri e non
Raccontami la Tua Terra
Gli Autori propongono otto Unità didattiche di lingua e cultura italiana,
elaborate nell’ambito del progetto “Raccontami la tua terra” e destinate a
studenti adulti stranieri. Le Unità contengono attività da svolgere in classe ed esercizi linguistici da eseguire anche in autoapprendimento, grazie
al CD, allegato al Volume, contenente le tracce audio della maggior parte
dei brani di lettura proposti. I materiali sono interessanti anche per lettori
italiani che vogliano approfondire la conoscenza del territorio della Liguria. I temi sviluppati nelle Unità spaziano, infatti, dall’emigrazione al paesaggio, dall’agricoltura all’uso di sapori locali, dal ricordo delle feste dei
tempi passati al cuore pulsante delle vie cittadine di oggi, dall’atmosfera
musicale di una famosa via di Genova alla pesca dell’acciuga ad Oneglia,
dal miele all’olivo, dai boschi di castagno all’orto, in un percorso fra
memoria e futuro. L’approccio è locale ma non esclude la partecipazione
culturale alle culture altre. Il percorso di lettura suggerito, non dimenticando la partenza e il viaggio dei nostri avi verso paesi lontani, vuole
accompagnare il cammino di chi viene da altri paesi e ora condivide con
noi, nella nostra Terra, l’avventura della vita.
mi la Tua Te
onta
rra
Lezioni di lingua e cultura
italiana per stranieri e non
M.I.U.R.
Ufficio Scolastico Regionale
per la Liguria
Racc
Racc
RETE DEI CTP DELLA LIGURIA
A cura di Maria Cristina Castellani
mi la Tua Te
onta
rra
Raccontami
la Tua Terra
L
Giuseppa Antonia Scicolone, CTP Marassi di Genova
Silvia Trucco, I.P.S.S.C.T. di Sanremo
Dorina Vio, CTP di Cairo Montenotte
B1 I V E
- BL L O
2
Hanno partecipato alla ricerca:
Ilaria Ambrosini, I.P.S.A.A. “D. Aicardi”, Sanremo
Graziella Arazzi, Agenzia Nazionale Scuola Liguria
Teresa Beltramo, CTP di Cairo Montenotte
Maria Anna Burgnich, Ufficio Scolastico Regionale Liguria
Patrizia Caraglio, I.P.S.S.A.R. “N. Bergese”, Genova
Maria Cristina Castellani, Ufficio Scolastico Regionale Liguria
Fabrizio M. Colombo, CTP di Cairo Montenotte
Nunzia Guasco, già docente CTP di Imperia e Sanremo
Luciana Guido, Liceo Classico Statale “G. Mazzini”, Genova
Bartolomeo Roberto Marenco, già docente
I.P.S.S.A.R. “E.Ruffini” di Arma di Taggia
Alessandra Marini, CTP Bolzaneto di Genova
Lilia Montaldi, CTP “Boine” di Imperia
M.I.U.R.
Ufficio Scolastico Regionale
per la Liguria
RETE DEI CTP DELLA LIGURIA
Lezioni di lingua e cultura
italiana per stranieri e non
o
ttic
a
d
i
ed
O
rial MMERCI one
e
t
i
O
Ma
C
u
d z
RI
FUO a ripro zione
l
a
ata utorizz
t
e
i
V
za a
sen
L
B1 I V E
- BL L O
2
Racc
rra
mi la Tua Te
onta
Raccontami
la Tua Terra
Raccontami la tua terra
Racc
rra
mi la Tua Te
onta
RETE DEI CTP DELLA LIGURIA
Si ringraziano tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo volume nelle loro
diverse professionalità e competenze.
Un ringraziamento particolare: alla Dirigente dell’Ambito Territoriale di Imperia, Franca Rambaldi
per l’accoglienza all’intero Gruppo di Lavoro di Imperia; al D.S. Gianni Poggio dell’I.T.C.G. “G.Ruffini”
- Imperia per l’ospitalità offerta al comitato di redazione e il supporto logistico e al D.S. Guido Calvi
degli Istituti “E. Ruffini” - Arma di Taggia e I.P.S.A.A. “Aicardi” - Sanremo per la consulenza prestata.
I materiali nascono da una ricerca-azione effettuata da tre gruppi di lavoro (Cairo Montenotte, Genova e Imperia).
Progetto finanziato con fondi dell’U.S.R. Liguria assegnati al I.C.di Bolzaneto, sede del CTP di Bolzaneto (Genova) coordinatore della Rete dei CTP della Liguria.
Coordinamento organizzativo:
Maria Lea Borelli
Responsabile scientifico della ricerca:
Maria Cristina Castellani
Comitato di redazione:
Maria Cristina Castellani, Nunzia Guasco, Lilia Montaldi
Il c.d.r. ha rivisto tutto il materiale, apportando modifiche anche sostanziali
Raccontami la Tua Terra
Ideatore del progetto e suo curatore: Maria Cristina Castellani
Gli autori delle Unità sono indicati nell’indice.Gli autori delle ricette sono espressamente indicati nel
testo. Il brano a pag. 149 è di Alejandra Daglio
Fotografie: Archivio M&R, I. Ambrosini, M.C. Castellani, N. Guasco, A. Marini, L. Montaldi, D. Vio
CD registrato presso lo studio Loud Music di Genova con le voci di:
Giovanni Cadili Rispi, Renzo Dameri, Gloria Pastine e Roberta Petraroli con il coordinamento di Giovanni Cadili Rispi
In copertina: Il Racconto, Olio su tela, 60x50, 2012
di Gian Mario Cama (per gentile concessione dell’Autore)
© 2012, I.C. di Bolzaneto - Genova
Materiale didattico fuori commercio
2
Indice
Prefazioni
5
Prima della lettura
7
di Maria Crisitina Castellani, Nunzia Guasco, Lilia Montaldi
Bibliografia
20
Unità 1
Raccontami La tua storia
21
Unità 2
Raccontami Genova e le sue vie
41
Unità 3
Raccontami L’acciuga
73
Unità 4
Raccontami L’olivo
97
di Maria Anna Burgnich, Luciana Guido, Giuseppa Antonia Scicolone
di Maria Cristina Castellani, Silvia Trucco
di Lilia Montaldi
di Ilaria Ambrosini, Nunzia Guasco
Unità 5
Raccontami Il castagno
135
Unità 6
Raccontami L’orto
159
Unità 7
Raccontami Il miele
189
Unità 8
Raccontami Le ore e i giorni
215
di Ilaria Ambrosini, Patrizia Caraglio, Nunzia Guasco
di Graziella Arazzi, Maria Anna Burgnich, Giuseppa Antonia Scicolone
di Teresa Beltramo, Fabrizio Maria Colombo, Dorina Vio
di Maria Cristina Castellani, Alessandra Marini
3
Raccontami la tua terra
Dedichiamo la canzone Ma se ghe penso (Genova - di Cappello/Margutti - Arm. Cauriol*) a tutti i migranti del mondo
O l’ëa partio, ma senza unn-a palanca
l’ëa zà trent’anni e forze anche ciû.
O l’aia lottou pe mette i dinae a banca,
pe poèisene un giorno tornâ in zú.
E fâse a palazzinn-a e o giardinetto
cö rampicante, e a cantinn-a e o vin,
a branda attacca a-i erboi a üso letto
pe dâghe ûnn-a schennä seia e mattin,
ma o figgio o ghe dixeiva: “No ghe pensâ;
a Zena, cöse ti ghe veu tornâ?”.
Era partito senza un soldo
erano già trent’anni e forse anche più.
Aveva lottato per mettere i soldi in banca,
per potersene un giorno tornare indietro.
E farsi una casettina ed il giardinetto
Con il rampicante, e la cantina con il vino,
l’amaca attaccata agli alberi a mo’ di letto
per riposarsi la sera e la mattina,
ma il figlio gli diceva: “Non ci pensare;
che cosa vuoi tornarci a fare a Genova?”.
“Ma se ghe penso, alloa mi veddo o mâ,
veddo i mae monti e a ciassa da Nunziä:
riveddo o Righi, e me se strenze o chêu,
veddo a Lanterna, a Cava e lassû o Mêu.
Riveddo a-seia Zena illuminä,
veddo la a Foxe e sento franze o mâ
e alloa mi penso ancon de ritornâ,
a pösa e osse dove ò mae madonnâ”.
“Ma se ci penso, allora io vedo il mare,
vedo i miei monti e piazza della Nunziata:
rivedo il Righi e mi si stringe il cuore,
vedo la Lanterna, la Cava e laggiù il Molo.
Rivedo la sera Genova illuminata,
vedo la Foce e sento frangere il mare
e allora io penso di ritornare ancora,
a posare le mie ossa dove giace mia nonna”.
L’ea zà passòu do tempo, forse troppo;
o figgio o ghe dixeiva: “Stemmo ben,
dove t’êu andâ, papà, pensiëmmo doppo
o viaggio… o mâ... t’ë vegio; no convèn…”.
“Oh no, oh no, me sento ancon in gamba,
son stanco e no ne posso proprio ciû:
son stûffo de sentì “Senor, caramba”,
mi vêuggio ritornâmene ancon-in zü.
Ti t’ë nasciûo e t’ae parlòu spagnollo,
mi son nasciûo Zeneise, e no me mollo”.
Era già trascorso del tempo, forse troppo;
il figlio gli diceva: “[Qui] stiamo bene,
dove vuoi andare, papà, ci penseremo poi
il viaggio... il mare... sei vecchio, non conviene…”
“Oh no, oh no, mi sento ancora in gamba,
sono stanco e non ne posso proprio più:
sono stufo di sentire “Senor, caramba”,
voglio ritornarmene di nuovo indietro.
Tu sei nato ed hai parlato spagnolo,
io sono nato Genovese e non ci mollo”.
“Ma se ghe penso…”.
“Ma se ci penso…”.
E sensa tante cöse o l’è partïo,
e a Zena o gh’a formòu torna o seû nïo.
E senza tante cose è partito,
ed a Genova ha riformato la sua casa.
* Fornita dal Coro Monte Cauriol nell’ambito del CD Per terre assai lontane,
4
inciso nel 2004, in occasione di “Genova 2004 Capitale Europea della Cultura”.
Prefazioni
Questo volume, che ho il piacere di presentare,
raccoglie il lavoro di un gruppo di docenti dei
Centri Territoriali Permanenti per l’Istruzione
degli Adulti istituiti dal M.I.U.R. in Liguria, del
quale hanno fatto parte anche alcuni docenti di
scuola secondaria di secondo grado, che insegnano in classi in cui sono inseriti studenti non
italofoni con competenze di Italiano di livello
B1-B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue del Consiglio d’Europa.
Coordinato dal dirigente tecnico Maria Cristina
Castellani, il gruppo ha inteso progettare attività che tengano conto non solo dei bisogni linguistici degli studenti ma anche dei loro bisogni
“culturali” di integrazione nella società italiana e, in particolare, in quella ligure.
I risultati qui presentati costituiscono l’ideale
integrazione e sviluppo del volume MateriALI,
destinato a studenti non italofoni con competenze di Italiano di livello A2-B1, edito una
prima volta nel 2003 e, in forma aggiornata e
rivista, nel 2012.
Alla Coordinatrice del progetto nonché Curatrice del presente volume, al Dirigente scolastico
dell’Istituto Comprensivo di Genova Bolzaneto
Prof.ssa Maria Lea Borelli, agli Autori dei testi,
agli Attori che hanno prestato la propria voce
per la registrazione audio e a tutte le persone
che a vario titolo sono state coinvolte nella
Ricerca-azione e nella produzione dei materiali, vanno i più sinceri ringraziamenti per aver
contribuito in maniera concreta ed efficace alla
realizzazione di un progetto interculturale volto
alla reale integrazione degli studenti non italofoni nel nostro Paese.
Giuliana Pupazzoni
Direttore Generale
Ufficio Scolastico Regionale
per la Liguria
Raccontami la tua terra: già il titolo del volume
ci introduce in un contesto progettuale che va
oltre la costruzione di uno strumento utile a
supportare l’azione dei docenti che operano
nell’insegnamento a stranieri adulti dell’Italiano come lingua seconda. Sulla scia di precedenti esperienze di ricerca-azione curate da Maria
Cristina Castellani (MateriALI, Saperi condivisi), Raccontami la tua terra interviene a diversi
livelli: attraverso Unità didattiche strutturate e
flessibili consente di sviluppare percorsi di
apprendimento, anche di auto-apprendimento
guidato, e di verifica delle competenze linguistiche; attraverso un viaggio che si dispiega
lungo aspetti caratteristici della terra di Liguria introduce una modalità di educazione interculturale mirata all’integrazione, basata
sull’accoglienza e sulla scelta pensata di presentare a chi, magari distratto da altre urgenze, si inserisce per la prima volta nel territorio
ligure, le stratificazioni che via via l’intervento
umano vi ha lasciato conformando un paesaggio antropizzato, ma non degradato. Non ciò
che luccica, che falsamente attira il giovane
straniero con un’immagine patinata e distorta,
ma la narrazione onesta e rispettosa, secondo
spunti che seguono figurazioni e parole, di ciò
che lentamente ha trasformato e costruito questo territorio: un territorio culturalmente ricco,
significativo, che richiede un approccio non
superficiale con il quale impostare un dialogo e
un confronto e ricercare e condividere una
matrice comune.
Un progetto che sa effettuare una lettura dei
bisogni culturali veri di chi entra nel nostro
Paese, in particolare quello di saper decodificare il contesto, e crea le premesse per l’esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole;
che valorizza l’esperienza dei Centri Territoriali Permanenti della Liguria e li pone in una
relazione di collaborazione; uno strumento
intelligente per l’insegnamento linguistico,
utile per tutti coloro che, nella nuova realtà
delle nostre istituzioni scolastiche, operano con
giovani e adulti stranieri: questo mi sembra sia
Raccontami la tua terra, al quale ho dato un
piccolo apporto tecnico e organizzativo.
Ringrazio di cuore Maria Cristina Castellani, il
Comitato di Redazione e tutto il Gruppo di lavoro che mi hanno offerto questa opportunità.
Maria Lea Borelli
Dirigente scolastico CTP Bolzaneto
5
Raccontami la tua terra
Elenco simboli
Traccia Ascolto
Rimando a Unità
Glossario
Esercizio
Cloze
Una regola al giorno
Ricette
Verifica finale
6
Prima della lettura
PRIMA DELLA LETTURA
1. Perché?
Cari lettori e lettrici, cari amici e amiche straniere, cari amici e amiche insegnanti,
sapete come è nato questo libro? In una serata conviviale, quando si ricordano episodi
del passato, ci siamo dette che sarebbe stato bello condividere con altri non solo le nostre esperienze di insegnamento ma anche quegli elementi di tradizione locale, come la
cucina, la cura degli orti, il rapporto con la natura, le notizie su certe strade particolari,
che non sempre fanno parte del patrimonio culturale di tutti. Con tutti intendiamo anche chi non appartiene, per nascita o cittadinanza o per lungo soggiorno, al nostro paese. Ma anche chi, pur essendo di cittadinanza italiana, non vive da molto in una regione
o in una città. Anche gli italiani che sono figli di migrazioni interne ed esterne e che,
in questo caso, visto che ci soffermiamo nello scenario della Liguria, non hanno con
le terre liguri quella frequentazione che distingue chi vi è nato, vissuto e ha genitori e
nonni originari di quei luoghi. O chi prova a tornarvi dopo tanto tempo, come nel caso
della signora Alejandra Daglio, il cui contributo troverete alla pagina 149.
A titolo di esempio, vi portiamo le nostre stesse esperienze biografiche, così diverse e
così uguali! Infatti, qualcuno ha definito la popolazione italiana come un “fritto misto”,
forse poco rispettosamente, ma certo in modo molto pittoresco. Visto che nel nostro libro spesso ci riferiamo alla cucina e che i testi sono frutto di una ricerca che ha toccato
spesso l’argomento “cibo”, si può spostare il paragone alimentare su immagini meno
pittoresche ma, a livello scientifico, più collaudate. Gli americani usano, per definire la
mescolanza etnica che ha dato origine alla popolazione degli Stati Uniti d’America, la
parola “melting pot”, alla lettera “crogiolo ribollente”. Il prodotto di tale crogiolo è la
popolazione attuale, quella che è cittadina americana, cioè di un Paese che proprio dalle migrazioni è nato. L’altra immagine, anche questa anglo-americana e che testimonia
un più recente trend di integrazione, è altresì di origine alimentare. Il “salad bowl “
rappresenta infatti il parziale mantenimento delle differenze, per esempio favorendo la
conservazione della lingua di origine degli ispanici, pur tendendo a creare un comune
capitale identitario americano. Sulla parola capitale, intesa in questo senso, ritorneremo in seguito1.
Il paragone con frutta e verdura, nell’insalatiera, che forse può apparire poco rispettoso per gli umani ma è molto chiaro, corrisponde alla presenza di più lingue e culture,
in situazione migratoria, nell’Europa contemporanea. Per esempio, nella Germania di
oggi, la convivenza di più etnie, che è frutto dell’immigrazione in quel paese, già a
partire dalla fine della seconda guerra mondiale, di lavoratori più o meno “ospiti” fra i
quali anche gli italiani (Gastarbeiter). Quella convivenza, che la cancelliera Merkel ha
recentemente chiamato “multiculturalismo” e della quale ha evidenziato il fallimento
per una serie di motivi in parte reali, in parte discutibili. Ma torniamo a noi!
Il nostro multiculturalismo italiano è frutto di migrazioni interne, della storia stessa
dell’Italia, che è stata terreno di guerre, conquiste, fenomeni di acculturazione più o
meno pacifica, “terra di emigranti” di vecchia data: attende solo un lungimirante e
solido atto di politica linguistica e culturale. Una politica culturale che prenda atto del
multiculturalismo di fatto, dovuto ora anche alle migrazioni verso l’Italia da altri Paesi
e lo trasformi in un progetto interculturale sistemico2. Per ora è la scuola che se ne è
1. Castellani, 2011b: 51-81
2. Vedovelli, 2011a: 5-11 e Vedovelli 2011b: 17-33
7
Raccontami la tua terra
assunta il carico. La scuola dell’obbligo in particolare modo e, in questo caso specifico,
i CTP, che, dal 1998, hanno raccolto l’eredità dei corsi di alfabetizzazione primaria e
delle 150 ore della scuola media. Questi sono stati veri e propri laboratori interculturali, sin dall’inizio. I contributi raccolti in questo Volume sono infatti opera di insegnanti.
Sono frutto pertanto, non solo della ricerca che qui viene pubblicata, ma anche e soprattutto del vissuto professionale di questi colleghi che risponde a un macrobiettivo:
tramite l’insegnamento della lingua e della cultura italiane, favorire l’inclusione sociale degli apprendenti non nativi.
Il nostro gruppo di lavoro regionale
Era il nostro un gruppo di lavoro coeso e con gli stessi obiettivi professionali e scientifici, ma caratterizzato anche dalla differente provenienza geografica nostra e-o delle nostre famiglie. Ogni Autore delle varie parti del volume, ivi comprese le schede tecniche
e le ricette, evidenzia nel suo approccio e nelle sue memorie, radici culturali diverse,
geograficamente e storicamente e che sono frutto, come si diceva, delle migrazioni
interne all’Italia. Ma noi Autori abbiamo vissuto un confronto reciproco, regalandoci
quello che è il dono più bello che possa esistere: le proprie esperienze di vita e di studio.
Spesso, quindi, nel dialogo scaturito dalla ricerca-azione, abbiamo avuto a che fare con
esperienze culturali assai diverse, anche all’interno del ristretto territorio ligure. Si
può comprendere come spesso la varietà alimentare e soprattutto la differenziazione
nelle preparazioni caratterizzi le nostre terre liguri3. Terre di migranti da sempre.
Terre di scambi commerciali. Con le coste così ricche di insenature e porti. Con i monti
così vicino al mare. Con le terre del Ponente e con quelle del Levante unite, pur nelle
differenze, dalla condivisione di una storia delle tradizioni nate all’ombra degli olivi e
dei castagni.
Per questo nell’Unità 1 noi iniziamo a parlare di noi stessi, a partire dalla recente storia, rappresentata da un documento amministrativo americano4, del tipo cui fa spesso
riferimento il giornalista Stella quando ci ricorda che noi eravamo gli “albanesi”5…
Storia del progetto
Ma ritorniamo alla nostra serata conviviale, tenendo conto delle riflessioni già evidenziate. Eravamo quindi a tavola, una sera, quando Nunzia propose di approfondire
alcuni aspetti della nostra cultura. Prendemmo appunti sull’onnipresente taccuino di
Cristina ed ecco delineati i temi del nostro progetto! Se volessimo raccontare la nostra
terra, in breve, e usare questi materiali anche per insegnare l’italiano a chi già possiede una competenza linguistica di livello soglia, quali potrebbero essere le tappe dove
fermarsi a riflettere e a raccontare? Dopo una discussione gradevolissima giungemmo
ad annotare su una pagina, a brainstorming, queste parole:
olivo castagno acciuga-sale erbe-orti
8
3. Lingua, Torre, 1999: 11-31
4. Unità 1: 24
5. Stella, 2002: 8
Prima della lettura
Ci sembrò poi non sufficiente il soffermarci solo su nuclei tematici ristretti, dai quali,
comunque in modo concentrico, si sarebbero poi sviluppati altri argomenti. E venne
suggerito, in seguito, dopo l’inizio dei lavori imperiesi già nel 2010, in una riunione genovese, sempre nell’anno scolastico 2010-11, di trattare anche temi più generali come
per esempio quello dell’emigrazione. In un altro momento, si propose poi di raccontare
anche frammenti di “tradizione”, nella memoria di una docente del CTP di Bolzaneto,
che ricordava i sontuosi pranzi di Natale della Nonna Ida (Unità 8). E i colleghi di Cairo
Montenotte, nell’anno scolastico 2011-12, proposero di lavorare intorno al tema del miele. Un soggetto abbastanza “universale” che rappresenta -come vedrete- un’occasione
interessante di approfondimento sia linguistico, sia antropologico.
Ecco quindi nascere le otto unità didattiche che rappresentano quindi il lavoro di tre
gruppi: quello di Cairo Montenotte, quello di Genova e quello di Imperia6. Il filo conduttore era tenuto da Cristina che rivedeva a poco per volta i materiali e che provvedeva a
“ricucirli”. Ecco perché troverete alcune Unità frutto del lavoro interprovinciale (Unità 2, Unità 5, Unità 6). Il materiale non utilizzato per la pubblicazione è stato messo da
parte per eventuali altri lavori: non avremmo potuto portarlo tutto alla stampa perché
avremmo sforato il numero di pagine già preventivato. Non è stato quindi “scartato”
ma conservato e consegnato alla dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo di Bolzaneto7. Ma tutto il materiale, alla fine, doveva rispondere a questi tre fondamentali
obiettivi:
1) far conoscere tradizioni e modi di vivere per creare un capitale culturale comune
2) favorire l’approfondimento della conoscenza della lingua italiana a livello B1-B2
3) offrire agli insegnanti materiali semistrutturati e strutturati per l’insegnamento
della lingua e della cultura italiane…
2. Per chi?
Uno dei percorsi più belli per chi insegna e per chi apprende è quello che aiuta ad
entrare nella cultura del paese dove si vive e si lavora, con strumenti che consentano
anche di smontare gli stereotipi e quindi (per i docenti) di educare alla prevenzione
dei pregiudizi. Ci si arriva, anche con l’ironia e l’autoironia, ma lo si può fare quando si
conosce bene il materiale culturale con cui “giocare”. Si devono quindi operare delle
necessarie scelte, perché non si può insegnare “tutto”.
L’insegnante è abituato infatti ad operare una selezione dei contenuti linguistici. Meno
frequente è riflettere sulla selezione dei contenuti culturali8. Quando si utilizza una
piccola ricerca antropologica, come quella realizzata da noi e si riportano in parte i
prodotti di tale ricerca in un volume e lo si configura come un manuale atipico per
insegnare l’italiano a stranieri adulti di livello intermedio di conoscenza della lingua,
si devono infatti operare alcune scelte. Tali scelte sono state effettuate, tenendo conto
che i nostri lettori ideali avrebbero dovuto essere l’apprendente adulto straniero e il
suo insegnante. Ma, mentre il nostro lavoro proseguiva e al gruppo iniziale si univa
un docente di cucina dell’Istituto Alberghiero di Arma di Taggia e poi una docente
6. I membri dei gruppi di lavoro sono elencati in Quarta di copertina
7. La Dirigente Scolastica è Maria Lea Borelli, ottima coordinatrice del lavoro a livello organizzativo
8. Castellani, Peccianti, 1996: 66-86
9
Raccontami la tua terra
dell’Istituto Professionale per l’Agricoltura di Sanremo, e quindi gli ambiti disciplinari
si allargavano, raccoglievamo interesse da più parti, oltre i tipi di lettori che avevamo
previsto all’origine. Molte persone, di madrelingua italiana, ci dicevano che avrebbero
avuto piacere di avere comunque questi materiali. E poi anche insegnanti di storia e
geografia e docenti di scuola secondaria di secondo grado ci dicevano che una parte dei
materiali sarebbe stata loro utile. Infine, quando raccontavamo di qualche particolare
piatto rivisitato e trascritto in semplici ricette, a persone non legate al mondo della
scuola, queste si mostravano interessate alla ricerca antropologica che era alle spalle
della semplice ricetta e ai legami storico-geografici che una singola ricetta può intrecciare. Così potremmo iniziare a darvi la prima motivazione della nostra ricerca…
Volete quindi riconoscervi in questo piccolo, forse non esaustivo elenco? Ci domandiamo: chi è il nostro lettore? Siamo riuscite ad individuare tre gruppi ma forse siete altri
ancora?
Gruppo A
* lettore curioso ma non troppo erudito sull’argomento
* lettore che vuole approfondire le proprie conoscenze storiche di un luogo
* lettore di media competenza in cucina, che ha interesse ad imparare ricette nuove
Gruppo B
* lettore straniero che vuole conoscere le tradizioni storico-culturali dell’ambiente in
cui vive
* lettore straniero che vuole sentirsi a casa anche qui da noi e vuole conoscere argomenti su cui poter discutere con i nativi
* lettore straniero che vuole migliorare la conoscenza anche della lingua scritta, essendo già in grado di interagire con i nativi in un italiano di buon livello (B1-B2 e
oltre)
Gruppo C
* insegnante di italiano L2 che ha bisogno di materiali strutturati e semi-strutturati
da proporre ai suoi studenti
* insegnante di italiano L2, alla ricerca non solo di contenuti linguistici ma anche
culturali
* insegnante di scuola secondaria che richiede materiali di ambito multidisciplinare
(geografia, scienze naturali, storia) sulla regione Liguria e in genere sull’area mediterranea
* insegnante di scuola secondaria che vuole far rileggere il territorio da un punto di
vista antropologico, offrendo allo studente modalità diverse di apprendimento
La lista è aperta… se non vi riconoscete in queste categorie, scrivete nella riga seguente chi siete
………..................................................................................................................................................
10
Prima della lettura
3. Che cosa?
Ecco quindi una riflessione specifica sul “che cosa?” abbiamo scelto di insegnare 9.
Appare utile ricordare ora che il riferimento costante alla nostra cultura (italiana, ligure, locale, contadina, cittadina ecc.) non si riferisce allo scenario della “cultura” scolastica o accademica ma alla sua definizione antropologica. Si intende infatti la cultura
come l’insieme dei linguaggi, stili conoscitivi, modelli artistici, tradizioni, credenze,
prodotti materiali, valori ed ideali caratterizzanti di un popolo10. Questo connota chiaramente lo scenario del brainstorming raccontato a pag. 8.
Ma ora ritorniamo alla nostra iniziale serata conviviale, con un racconto di Nunzia che
ci è molto piaciuto e che vogliamo condividere. Narrava quindi Nunzia:
“Un pescatore della marina di Porto Maurizio era abilissimo ad avvistare i polpi
sott’acqua. Usava poi un sistema che un tempo i pescatori utilizzavano regolarmente. Si tratta della pesca con il “brotto”, cioè un ramo di olivo frondoso con
le foglie. L’abilità del pescatore consisteva nel tenere salda con una mano la
fiocina, una volta avvistato il polpo. Con l’altra mano, agitava appena sott’acqua
il ramo di olivo. Così le foglie argentate, illuminate dal sole, sembravano acciughe in movimento. Il polpo veniva attirato dalla promessa di un cibo gradito in
acque dove poteva essere colpito più facilmente con la fiocina.”
Quello che si perde nel tempo può essere quindi recuperato in un breve racconto in una
sera d’estate. Noi quindi proponiamo spesso racconti di vita vissuta che pensiamo possano recuperare nella memoria del lettore episodi e storie sommerse nel tempo oppure
fornire nuove informazioni del tipo utile per “sentirsi a casa”… O magari ritrovare per
chi non è nativo elementi presenti anche nella propria cultura in una sorta di rispecchiamento. Spesso capita anche la riscoperta di “storie”, rimosse a causa di pregiudizi o una
rivalutazione di elementi culturali non considerati come importanti. Noterete a proposito della storia del pescatore, che Nunzia ci ha raccontato, che il collegamento fra olivo e
acciuga (che sono due argomenti trattati in questo libro e che sembrano ovviamente legati fra di loro dal fatto che le acciughe si friggono in olio d’oliva o che le acciughe crude
si condiscono con limone e olio d’oliva) non sia solo quello alimentare! Il ramo di olivo simula le acciughe in movimento… come se facesse “finta”, grazie all’uomo, di appartenere a un altro ordine di vita. Il povero polpo diventa la vittima di questo legame fra uomo
e mondo vegetale… Ed ecco che, nel riscoprire una vecchia usanza, abbiamo ripercorso
due cammini paralleli: quello della storia della pesca e quello immaginario di un ramo
che vuole farsi credere pesce… E l’immagine dell’acciuga simulata diventa a sua volta la
complice dell’uccisione del polpo… una specie di vendetta simbolica di un piccolo pesce
verso un predatore più intelligente. Come avviene anche quando l’acciuga diventa l’esca
per pesci più grossi, quelli che sono normalmente i suoi divoratori (Cfr. Unità 2 e Unità
3). Una riscoperta fra antropologia e immaginario collettivo, a tutto campo! Così nella
Unità 6 vi abbiamo fornito una ricetta dove un fagiolino si finge pesciolino11…
9. Il tema del “che cosa” è stato trattato già nel primo paragrafo, perché questo evidenzia comunque uno
degli elementi fondamentali della buona gestione dell’insegnamento. Facciamo riferimento ad un rapporto
costante fra il soggetto che apprende (per chi?), gli obiettivi dell’insegnamento (perché?), il contenuto
della lezione (che cosa?), e metodi, strategie, modalità di comunicazione, cioè il come tale contenuto viene
proposto.
10. Castellani, 2009: 24-29
11. Unità 6: 186
11
Raccontami la tua terra
La motivazione della ricerca risiede peraltro proprio nella voglia di raccontare la propria terra, anche ispirandosi ad un aperitivo, come testimoniato nelle parole delle due
signore che prendono l’aperitivo in piazza delle Erbe a Genova:
“A volte mi rendo conto che mi mancano le radici, quelle che affondano nella
vostra terra, nelle vostre tradizioni. Un conto è imparare a fare le cose, imparare
da fuori, intendo, un altro è farlo da dentro. (…) Non è facile far proprie le tradizioni, i colori, i sapori, gli odori, le abitudini, la cultura di una terra (…) Quello
che ti ci vuole è un bel viaggio dentro il cuore della nostra terra! E magari ti serve anche una guida che ti accompagni, che conosca le nostre radici, le rispetti,
le ami e soprattutto che voglia condividere con te questa esperienza!”12
La guida potremmo essere noi? Potremmo iniziare un viaggio con chi legge, non con
la pretesa di raccontargli tutto, ma di cominciare un tratto del percorso di conoscenza
insieme? Ce lo auguriamo e questo è l’auspicio di tutti gli Autori. E lo sottolinea anche
Mircea quando chiede a Cristina dettagli e ricordi dal momento che lui non ha avuto
tempo di conoscere bene le vie cantate da De André, perché
“ho sempre lavorato per molte ore al giorno e non ho avuto tanto tempo per approfondire la conoscenza della città (…) e chi è nato e ha vissuto e lavorato in
una città conosce sempre qualcosa in più. Un dettaglio, un ricordo.”13
In effetti, Lilia, Maria Cristina e Nunzia condividono il ricordo di una mensa universitaria in Via del Campo, dove, in un antico palazzo, si servivano al primo piano piatti
tipicamente locali che sapevano di basilico e aglio... La “nostra” Via del Campo era
quella che, da una parte, aveva certi dettagli alla De André (per esempio la signorina
che “sulla soglia, vende a tutti la stessa rosa”14), dall’altra portava forti tracce locali,
non fosse altro che per il profumo di minestrone e pesto, ora sparite nel nuovo aspetto
multietnico che la caratterizza. E in quella via abbiamo portato i foresti15 della nostra
giovinezza: amici milanesi e torinesi amanti di De André e i primi compagni stranieri
che cominciavano a frequentare le nostre Facoltà umanistiche di via Balbi e dintorni…
Ovviamente il lettore che ne sa di più potrebbe obiettare che le nostre storie non sono
abbastanza erudite e che, quando Giovanni ringrazia Cristina16, in realtà la ringrazia
per motivi più emozionali e di ricordo che per avergli realmente insegnato qualcosa
grazie all’Unità 2. Ma non dimentichiamo che i primi destinatari della nostra ricerca sono comunque i parlanti non nativi e chi queste terre le conosce poco. Il livello è
quindi generalmente divulgativo e, nonostante le ricette siano state in genere fornite
da cuochi e le schede che riguardano le piante siano state compilate da un’insegnante
specializzata, il livello di approfondimento culturale non è per ovvi motivi, per mission
che ci eravamo date, di natura specialistica. Si tratta più che altro di rievocare ricordi
per chi li ha già condivisi e suscitare curiosità e voglia di saperne di più per chi di tali
argomenti non sa proprio niente… La sfida parte proprio da questi presupposti: esiste
quel “capitale” di cui prima si parlava17. È il capitale di acculturazione che chi è na-
12
12. Unità 1: 36-37
13. Unità 2: 44
14. Unità 2: 52 e 47-48 (immagini)
15. Unità 8: 218 (glossario)
16. Unità 2: 71
17. Cfr. al proposito la lucida riflessione di Esther Benbassa a proposito del “capital de francité” (Benbassa,
2012: 119-132)
Prima della lettura
tivo possiede, grazie al fenomeno dell’inculturazione che sin dalla più tenera età va a
formare la sua identità culturale: si fonda senz’altro sull’apprendimento della lingua
chiamata “materna”. Ma tale apprendimento si accompagna a una serie di altri fenomeni di inculturazione, a titolo di esempio: l’abitudine di mangiare certi cibi, il modo
stesso come li si presenta e li si mangia, il suono che ti accompagna prima del sonno o
che scandisce le tue giornate (le campane o gli orologi da torre delle città europee per
esempio), come ci si protegge dal sole o ci si apre alla luce (persiane alla genovese o
finestre schermate solo da tende nei paesi dove dal sole non è necessario “difendersi”),
il modo di stare vicini o lontani, di tendere la mano, abbracciarsi… E poi nel proprio
setting ecologico si sviluppano categorie per comprendere e ricordare oggetti, eventi,
stati d’animo. Per valutare gli altri e le loro abitudini …Ecco nascere gli stereotipi ed
eccoci tornati all’inizio del paragrafo…
Chi emigra deve rifare due volte questo processo e deve lasciarsi “acculturare”… Ma
come?
4. Come?
Alla fine del nostro percorso, Vi abbiamo dedicato una breve lettera, dove esponiamo,
oltre che i contenuti dell’Unità 8, la sintesi degli obiettivi che abbiamo esposto in modo
molto analitico nel primo paragrafo di questo capitolo, semplicemente definito come
“Prima della lettura”:
“Finiremo così il nostro viaggio, alla scoperta della nostra terra, della nostra
vita, delle nostre tradizioni. Perché questo era l’obiettivo del libro: fare un tratto
del sentiero della vita insieme e raccontarci storie, spiegarvi momenti della nostra memoria e parlare di cose buone e tenerci compagnia”.
La motivazione profonda è data inoltre nel testo “La notte dei fuochi di San Pietro” dove
si parla della piccola Cristina e della bambina di Luxor, stanche dopo la loro festa:
“(…) vidi una bimba che poteva avere la mia età di allora, portata in braccio il
venerdì sera (che è sera di festa in Egitto) dopo aver vissuto la sua giornata di
festa. Una bambina a Luxor e me stessa a San Pietro: due bambine di fronte alle
ore (la notte) e ai giorni (la festa). Due vite per una sola famiglia umana”.18
Ecco quindi il progetto di lettura nascere e svilupparsi, secondo le due profonde motivazioni che abbiamo appena ricordato. Vediamo ora come il materiale è stato raccolto
e come potreste usarlo in modo ottimale. Parleremo alternativamente a studenti e docenti in un dialogo aperto.
Il Volume è suddiviso in otto Unità, come si ricava dal sommario a pag. 3 e chi impara
l’italiano da solo e vuole approfondire quanto si impara a scuola (iniziando da un livello
intermedio o livello soglia B1) può anche prendere in esame solo singole parti delle
Unità: i testi, o gli esercizi di grammatica, o le regole grammaticali, o i cloze (testi a
completamento) o i test di comprensione dopo la lettura, o le ricette.
Le tracce ed i testi registrati
In autoapprendimento è possibile ascoltare la lettura, effettuata da attori, dei testi che
abbiamo selezionato ed il cui elenco trovate in seguito, alla pag. 19. Nel CD che è allegato al Volume, troverete anche una cartella con i file in MP3: quindi avrete la possibilità
18. Cfr. Unità 8: 217 e 236
13
Raccontami la tua terra
di ascoltarli in viaggio, sul bus o quando non avete a disposizione il vostro computer
(Cfr. anche quanto spiegato al docente a pag. 18). Vorremmo anche motivare il perché
di tale registrazione, nonostante i docenti siano parlanti nativi. Abbiamo, infatti, preferito che fosse possibile anche una situazione di autoapprendimento, visto il livello
abbastanza alto del materiale linguistico. Ed inoltre ci è parso opportuno che vi fosse
una registrazione effettuata da attori professionisti (due uomini e due donne). Noi riteniamo sia meglio che gli apprendenti possano ascoltare anche voci italiane che non
siano solo quella dell’insegnante e che leggano i testi ad una velocità reale, diversa da
quella con cui vengono proposte in genere le letture a scuola. Gli studenti ai quali è
destinato questo materiale hanno già -come si diceva- un discreto livello di competenza
linguistica e quindi possono usare i materiali anche autonomamente. Possono anche,
grazie alla buona pronuncia degli attori e delle attrici, imitare il loro modo di parlare e
migliorare anche il suono, la pronuncia, l’intonazione stessa... Nel citato elenco di pag.
19 è disponibile un elenco di tali letture con i nomi dei bravi lettori che ci hanno aiutato
in questo compito e che ringraziamo di cuore per l’aiuto che ci hanno dato. Nel testo
l’inserimento della traccia registrata è segnalato dal simbolo .
Una regola al giorno
Se, cari amici e amiche che imparate l’italiano, volete invece approfondire la conoscenza delle regole grammaticali, e se gli insegnanti vogliono avere un indice analitico di
queste, ecco di seguito un elenco delle pagine in cui potete trovare tali regole, indipendentemente dal fatto che seguiate o meno l’ordine delle Unità. Potete infatti anche
decidere di studiare le regole, di fare gli esercizi e di non leggere i testi. Ma questo
procedimento non ci pare molto utile: esistono infatti grammatiche italiane complete e
qui avete invece poche regole che riguardano le strutture grammaticali che trovate nei
testi. Può essere però utile per un ripasso.
Ecco quindi l’indice della rubrica “Una regola al giorno” che si individua per il simbolo
e per il fondino colorato
• Unità 1: Il verbo ausiliare ESSERE e il participio passato, pagg. 31-32 + esercizio
6 a pag. 33 • Unità 2: Particella “CI”, pag. 53; Verbi al passato, pagg. 57-58 • Unità
3: Il tempo imperfetto, modo indicativo, pagg. 86-87 + esercizi 8, 9, 10, pagg. 88-89
• Unità 4: Numeri, pagg. 103-104 + esercizio 3, pag. 106; Nomi e aggettivi-Concordanze, pagg. 112-113 + esercizi 7, 8, pagg. 114-115; Imperativo, esercizio 13, pag.
123 (la regola è nell’Unità 5 a pag. 146); Alcuni indefiniti che possono essere
AVVERBI o AGGETTIVI, pag. 126 + esercizio 15 (cloze), pag. 127; Superlativo,
esercizio 16, pag. 128 • Unità 5: L’imperativo, pag. 146 + esercizi 5, 6 alle pagg. 147148 e verifica grammaticale a pag. 158 • Unità 6: Aggettivi possessivi, pagg. 170171 (con rimando all’Unità 7, pag. 199) + esercizio 7, pag. 172; I pronomi relativi,
pag. 178 + esercizio 12, pagg. 179-180 • Unità 7: L’uso dell’articolo determinativo
e indeterminativo, pag. 199 + esercizio 5 a), pag. 200 e esercizio 5d), a pag. 202 •
Unità 8: Il passivo, pag. 232 + esercizio 9, pag. 232.
14
Ma al di là di queste pagine, che sono destinate in modo specifico agli insegnanti di
italiano L2 e a chi apprende la lingua italiana, potete trovare una lunga serie di esercizi linguistici: di comprensione e di produzione (invito a produrre testi liberi o guidati,
cioè con delle frasi da riutilizzare).
Prima della lettura
Poesie e testi letterari
Vi proponiamo poi un esercizio di produzione particolare che consiste nel completare
due poesie che trovate a pag. 38 (esercizio 9) e a pag. 154 (esercizio 11). Non vi diamo
il testo originale per iscritto ma avete la possibilità di sentire entrambi i testi interi nel
CD, letti dall’attore.
I testi poetici e letterari in genere che vi proponiamo nel volume (e su cui vi chiediamo
di svolgere esercizi diversi) sono:
• Litania di Giorgio Caproni, pag. 38 • Via del Campo di Fabrizio De André, pag.
52 • Le acciughe fanno il pallone di Fabrizio De André, pag. 70 • Invito all’autunno di Maria Cristina Castellani, pag. 154 • Frasi tratte da “La strada di San
Giovanni” di Italo Calvino, pag. 183 • Ci vuole un fiore di Gianni Rodari, pag. 200
• Versi tratti da “Il canto del miele” di Federico García Lorca, pag. 203 • A pag.
4 trovate invece nella versione originale genovese e in quella italiana la canzone
“Ma se ghe penso” su cui non vi proponiamo nessun esercizio: vi consigliamo di
cercarla e di ascoltarla…
Ricette
Vi invitiamo anche a condividere con noi le nostre ricette, che sono indicate dal simbolo
e dal fondino colorato:
Eccovi l’indice delle ricette:
• Unità 1: Castagnaccio, pag. 39 • Unità 2: Farinata, pag. 65 • Unità 3: Bagna caouda, pag. 92; Piscialandrea, pag. 92; Sardenaira, pagg. 93-94 • Unità 4: Olive in
salamoia alla ligure, pag. 121; Olive al forno, pag. 121; Stroscia, pag. 122 • Unità
5: Gnocchi di castagne al pesto, pag. 150; Petto di tacchino ai marroni (contenuto
nell’esercizio 8 e nell’esercizio 9), pag. 151; Bavarese alle castagne, pag. 152 •
Unità 6: O pescio in te l’orto, pag. 186 • Unità 7: Risotto agli asparagi condito con
miele di castagno, pag. 208; I baci di Alassio, pag. 209; Pere al vino rosso e miele
di tiglio, pag. 210 • Unità 8: Ravioli alla genovese, pagg. 227-228; Muscoli ripieni
delle Cinque Terre, pag. 228.
Che cosa significa avere condiviso con voi queste ricette? NON è un libro di cucina e
molte ricette non sono scritte da cuochi di professione ma da due nonne. Altre sono
ricavate da fonti specialistiche. La maggior parte delle ricette, tranne quelle a valenza
“interculturale”, sono originali del territorio ligure, tranne una ricetta piemontese (la
bagna caouda)19. Come dicevamo prima, però, alcune ricette sono delle rielaborazioni
che potreste trovare in qualsiasi regione italiana e non hanno carattere popolare ma
usano come ingrediente il miele (Unità 7) oppure la castagna che è la protagonista
dell’Unità 5. Ma torniamo alle ricette liguri: molte sono tipiche dell’estremo ponente
ligure (piscialandrea, sardenaira, stroscia), altre sono genovesi (ravioli con il tocco
nella versione di Nonna Ida e il celeberrimo pesto), altre ancora sono presenti anche
19. È una ricetta piemontese che Cristina ha trascritto secondo il protocollo di esecuzione di suo padre che
era piemontese e in onore del legame Piemonte-Liguria fra acciuga-sale-verdure. Tale percorso è narrato in
Orengo, 1997 e nella meravigliosa lettura del “pane quotidiano” di Bianchi, 2010.
15
Raccontami la tua terra
16
in altre regioni che hanno a disposizione gli stessi ingredienti (castagnaccio, farinata,
olive in salamoia e al forno), una ricetta è delle Cinque Terre (muscoli ripieni), una è
ponentina in genere (O pescio in te l’orto), una infine, connotata geograficamente, è
ricetta d’autore (Baci di Alassio).
Perché questa riflessione? Perché non è tanto importante imparare le singole ricette
anche se il cibo è fondamentale mezzo di trasmissione di simboli ed emozioni… Noi
ci siamo soffermati però sulla storia degli ingredienti che servono per preparare tali
ricette e, nel caso delle ricette che usano castagne ed olive o olio d’oliva, l’attenzione
in realtà è puntata sulle bellissime piante che danno il nome alle unità corrispettive
(Unità 4 e 5)!
È un percorso multidisciplinare (che fa riferimento a molte materie e a studi diversi,
dalle scienze naturali alla storia dell’agricoltura, dalla geografia alla storia dell’alimentazione, dalla gastronomia alla letteratura ecc.): seguitelo con noi! Provate a mettervi
- come si suole dire - nei nostri panni, cioè a vedere con i nostri occhi e giocare con i
nostri ricordi. Noi abbiamo provato a regalarveli…
Indicazioni agli insegnanti
Forniamo ora pochi suggerimenti di lavoro rivolti in particolare ai docenti, per ottimizzare l’uso delle nostre Unità didattiche.
Le nostre Unità richiedono, infatti, un lungo percorso e possono essere suddivise in genere in almeno 10 ore di lezione ciascuna. Si devono aggiungere, per ogni Unità, 2 ore di
verifica finale degli apprendimenti. La suddivisione vale per un gruppo omogeneo. Ma
sappiamo benissimo che la omogeneità non caratterizza più nessun gruppo di apprendimento, in particolare quello dei CTP. Per cui potreste dover usare le Unità, prevedendo flessibilità di percorsi all’interno delle attività e degli esercizi. Tutto il volume può
costituire materiale per un intero anno scolastico, dal momento che ogni esercizio può
essere ampliato e ogni attività può comprenderne altre che sono solo suggerite. Ogni
singola parte dell’Unità può generare altre ricerche e nuove attività didattiche. Alcune
attività sono solo tracciate e meritano ulteriori approfondimenti.
Per esempio, a pag. 184, nell’Unità 6 (L’orto) l’attività relativa al mercato interculturale
delle verdure richiede un ulteriore lavoro di ricerca. Noi infatti chiediamo di cercare le verdure e la frutta che non siano originarie dell’Europa e la classificazione che
suggeriamo è quella in Paesi europei (con chiaro riferimento al territorio italiano) e
Paesi extra-europei, suddivisi in Africa, America, Asia. Quindi abbiamo dato una semplice classificazione geografica di massima. In realtà sarebbe interessante anche individuare non solo i continenti ma le zone da cui vengono tali cibi e ripercorrere il loro
cammino. Dopo avere sistemato le categorie fondamentali (non tutti forse ricordano le
provenienze extra-europee dei prodotti), potreste fare insieme una ricerca in internet
e controllare alcuni percorsi. Per esempio è interessante seguire il “viaggio” di alcuni
frutti che in realtà sono stati portati in Europa dagli arabi, che a loro volta li avevano
importati dall’Oriente (Persia). Scoprirete insieme per esempio che le mandorle che
vengono usate per i cristianissimi “quaresimali”, dolcetti della quaresima a Genova,
sono state portate da popoli di religione islamica…
Un’altra attività che vi suggeriamo è quella di analizzare i nomi della frutta e della
verdura in italiano e ritrovarne le origini linguistiche straniere. Per esempio i carciofi
che vengono chiamati in spagnolo alcachofas e in genovese articiocche evidenziano
nel prefisso al la loro evidente origine araba e quindi raccontano solo con il nome la
Prima della lettura
loro storia. Vi consigliamo quindi di avviare un’attività di questo tipo perché è interessante e può rivalutare, in modo spontaneo, le altre lingue e le altre culture, all’interno
del gruppo di apprendenti. Ogni cultura ha regalato qualcosa ad un’altra, nel momento
stesso del contatto. Il ripercorrere il viaggio verso le Americhe, per esempio, ottiene il
risultato di “straniarsi” e di combattere un approccio eurocentrico al tema del cibo…
Oltre che in modo sequenziale, si possono usare le Unità separatamente, in modo autonomo, perché non sono state gerarchicamente ordinate, in base a difficoltà linguistiche.
Dal punto di vista del contenuto tuttavia noi abbiamo fatto in modo che l’Unità 1 e l’Unità 8 costituiscano una sorta di rispecchiamento e contengano idealmente i presupposti
per meglio comprendere la ratio delle altre. Così, nella prima, si prepara la riflessione
alle simili esperienze di chi dall’Italia non troppo tempo fa emigrava e di chi ora è immigrato in Italia da altri Paesi. Nell’ultima, nel voler condividere i temi delle ore e dei
giorni della nostra vita, abbiamo cercato di fare riferimento non alle differenze ma a
quello che ci avvicina. I riti e le feste sono presenti specialmente nell’Unità 8 “Le ore e
i giorni”… Le attività da proseguire ruotano intorno proprio a questo tema. Poiché noi
ci eravamo date come obiettivo quello di informare gli ALTRI sulle nostre tradizioni
e sulla NOSTRA cultura, sarebbe poi opportuno che in classe si approfondissero temi
legati anche alle culture ALTRE.
Per cui, potete usare le Unità anche solo come spunto, per approfondire temi e contenuti linguistici. Se volete seguire invece un percorso tipicamente curricolare, sarebbe
invece opportuno seguire l’ordine che noi abbiamo dato. Abbiamo infatti anche segnalato i collegamenti di tipo ipertestuale e i rimandi interni fra le varie parti.
di cui trovate la spiegazione a
Questi rimandi sono segnalati sempre con il simbolo
pag. 6.
Sarebbe opportuno che i docenti illustrassero agli studenti tali simboli presenti alla
citata pag. 6.
Il percorso curricolare non riguarda però gli aspetti linguistici elementari, perché,
prevede una pretrattandosi di un livello B1-B2, la rubrica “Una regola al giorno”
gressa conoscenza delle strutture linguistiche di volta in volta trattate. Tale rubrica
costituisce quindi una modalità di ripresa e sistematizzazione di regole già interiorizzate anche grazie all’acquisizione spontanea della L2. Nella rubrica lo studente può
trovare esempi e la definizione della regola stessa. Alcuni esercizi grammaticali
accompagnano tale rubrica, come appare dall’indice analitico di pag. 14.
Glossari
costituisce uno strumento immediato di consulIl Glossario, indicato con il simbolo
tazione ma se si vuole approfondire la definizione o il significato di una parola è ovviamente meglio consultare un dizionario e-o fare una ricerca on line. Perché abbiamo
usato il Glossario? Perché spesso sono state usate parole tecniche (nel campo delle
scienze naturali) e vi sono parole strettamente funzionali alla comprensione del testo
o che vengono usate con un significato particolare: per esempio “migrare” alla pag. 25
che viene usato spesso in modo improprio anche dai media e che significa in senso
esteso lo spostamento stagionale, di animali (esempio la migrazione delle rondini).
Per restare all’interno del nostro percorso curricolare, si parla di nomadismo nell’Unità 7 (Il miele): tale termine non viene approfondito perché viene limitato ai soli spostamenti delle api in cerca di nuove fioriture. Si potrebbe utilizzare però il significato di
nomadismo, per parlare di esperienze umane ed allargare quindi la riflessione.
17
Raccontami la tua terra
Il Glossario viene dato di volta in volta o in ordine alfabetico o in ordine di comparizione delle parole a seconda della caratteristica più o meno tecnica del testo di origine. Ma
in ogni testo le parole oggetto di spiegazione sono sottolineate. Spesso il Glossario viene
anche definito come ampliamento, “Per saperne di più”, quando più che di un Glossario
assume il carattere di una piccola enciclopedia (esempio a p. 60 per le parole composto
e surrogato).
Ampliamento
Il suggerimento di attività di ascolto e parlato riguarda spesso giochi di ruolo, dialoghi, partendo da una situazione data e quindi lasciano spazio ad altre attività a queste
collegate. Per esempio, a pag. 162, il dialogo fra Paolo e Amadou apre nuove possibilità:
dopo avere eseguito gli esercizi dati, si può immaginare una realtà possibile (cosa semineresti nel tuo orto?)…
Ogni argomento si presta all’ampliamento. Come Paolo e Amadou, gli altri protagonisti
del nostro libro possono immaginare di avere un orto e un giardino e di avere dei semi
e delle piantine e di creare un utile spazio di verde fra una casa e l’altra e di riproporre
magari prodotti della propria terra nella nuova terra. Può diventare quindi un dialogo
o una discussione collettiva per un orto immaginario della classe...
Produzione scritta
Il suggerimento di produzione scritta riguarda diversi ambiti: scrittura per argomentare (che è la più complessa e che viene suggerita non molto spesso); creatività nel
completamento di due poesie (pag. 38 e pag. 154); racconto libero di esperienze personali; testi descrittivi da immagine; testi ricavati dal brainstorming; scrittura guidata
partendo da una serie di domande (intervista e verbalizzazione); scrittura guidata (per
esempio utilizzando frasi date per creare un testo continuo come a pag. 237); elenco di
frasi o nomi.
Ascolto e comprensione
Per le attività che riguardano la comprensione, in genere vi forniamo delle registrazioni di letture effettuate da attori e da attrici che sono state incise sul CD allegato al
volume. Tali registrazioni che, come già detto, sono anche riprodotte in file MP3, si
possono usare in due modi. In autoapprendimento si copia sul proprio lettore portatile
o sul telefono cellulare (e quindi su strumenti poco pesanti e poco costosi e tali da poter
essere utilizzati sul treno o sull’autobus). Si può invece riproporre il testo in classe,
ascoltato tramite le casse del computer o di altro lettore di CD, e verificare la comprensione del testo con gli esercizi che vi forniamo e che appartengono a diverse categorie:
dal VERO o FALSO o NON DATO alle risposte multiple, dalle risposte aperte al cloze.
A questo punto non ci resta che augurare a tutti Voi una buona lettura di questo libro
ma soprattutto una buona VITA!
Maria Cristina Castellani, Nunzia Guasco, Lilia Montaldi
Comitato di Redazione
18
Prima della lettura
Elenco dei testi narrativi, delle poesie, dei dialoghi e delle descrizioni che
abbiamo registrato sul CD “Raccontami la tua terra” che è allegato al Volume:
Traccia e Titolo
UNITà 1
1 Raccontami la tua terra
2 Litania
UNITà 2
3 Raccontami Genova
4 La vita di Fabrizio De André
5 Memorie di Cristina fra Sciamadde,
e vie profumate di “Bella Calda” 6 Lettera di Giovanni “Cara Cristina” UNITà 3
7 Una passeggiata 8 L’aperitivo
9 Il ritorno e le ricette
UNITà 4
10 Passeggiata nell’Entroterra
11 Continua la conversazione
tra Ute e Maria
UNITà 5
12 Storia del castagno
13 I boschi di castagno
14 Invito all’autunno
15 La Castagna
UNITà 6
16 Il mio orto o il nostro orto 17 Gli orti di Savona
18 La coltivazione dell’orto
UNITà 7
19 Che cos’è il miele?
20 Breve storia del miele
21 Il miele nel linguaggio della poesia,
tra natura e... simboli
22 Il miele e l’apicoltura
UNITà 8
23 Il profumo della focaccia
24 Le uova di Pasqua di Marta e Maria
25 La dolcezza del ricordo 26 La notte dei fuochi di San Pietro
27 Aurora
I lettori*
Pagina
Gianni, Gloria e Roberta
Gianni
pagg. 36-37
pag. 38
Gianni e Gloria
Gianni e Gloria
Gloria
pagg. 44-45
pagg. 54-55
pagg. 63-64
Gianni
pag. 71
Gianni, Gloria e Roberta
Gianni, Gloria e Roberta
Gianni, Gloria e Roberta
pagg. 76-77
pagg. 82-83
pagg. 90-91
Gianni, Gloria e Roberta
Gloria e Roberta
pag. 124
pag. 129
Renzo
Renzo
Renzo
Renzo
pag. 138
pag. 142
pag. 154
pag. 155
Gianni e Renzo
Gianni
Gianni
pag. 162
pag. 174
pag. 176
Gianni
Gianni
Renzo
pag. 192
pag. 194
pag. 203
Renzo
pag. 212
Gianni
Gianni
Renzo
Gloria
Gianni
pagg. 218-219
pag. 222
pag. 234
pag. 236
pag. 240
*Giovanni Cadili Rispi, Renzo Dameri, Gloria Pastine, Roberta Petraroli, con il coordinamento di Giovanni Cadili Rispi
19
Raccontami la tua terra
Bibliografia
Bibliografia dei titoli citati
Associazione Provinciale Terranostra, 2011, Okkio alla merenda, Savona
E. Benbassa, 2012, De l’impossibilité de devenir français, Parigi, Les Liens qui Libèrent
E. Bianchi, 2010, Il pane di ieri, Torino, Einaudi
I. Calvino, 2000, La strada di San Giovanni, Milano, Mondadori
G. Caproni, 1989, Poesie 1932-1986, Milano, Garzanti
M.C. Castellani, M.C. Peccianti, 1996, Materiali didattici per l’italiano L2. Analisi e
Produzione, MPI-MAE, Genova, Sagep, in M.C. Castellani, a cura di, Progetto MILIA,
Modulo 12, Genova, Sagep, 1994-98
M.C. Castellani, 2009, Manuale di Pedagogia Interculturale, Genova, De Ferrari
M.C. Castellani, 2011a, Diario per quattro Stagioni, Genova De Ferrari
M.C. Castellani, 2011b, Il dialogo e la vita, Cinque lezioni di Pedagogia Interculturale,
Genova, De Ferrari
M.C. Castellani, N. Guasco, L. Montaldi, G. Poggio, 2012, MateriALI, per il progetto Imparo
l’italiano in Liguria, Regione Liguria (scaricabile dal sito www.istruzioneliguria.it)
F. García Lorca, 2010, Poesie, Libro de Poemas, suites, trad. it., Roma, Newton Compton
Editori
M. Goldstein, G. Simonetti, M. Watschinger, 1983, Guida al riconoscimento degli
alberi d’Europa, Milano, Mondadori
P. Lingua, S. Torre, 1999, La Cucina del ponente Ligure - Storia, leggende e “ricettario
filologico”, Genova, De Ferrari
N. Orengo, 1997, Il salto dell’acciuga, Torino, Einaudi
G.A. Stella, 2002, L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi, Milano, Rizzoli
M. Vedovelli, 2011a, Introduzione a M.C. Castellani, 2011b, pagg. 5-11
M. Vedovelli, 2011b, a cura di, Storia linguistica dell’emigrazione italiana nel mondo,
Roma, Carocci
Discografia1
F. De André, 1966, Tutto Fabrizio De André, LP 33, Karim
F. De André, 1971, Non al denaro non all’amore né al cielo, LP 33, Dischi Ricordi
S. Endrigo, 1974, Ci vuole un fiore, 45, Dischi Ricordi
Sitografia
www.ilmieleincucina.it
www.wikipedia.org/wiki/miele
www.agriligurianet.it
www.istruzioneliguria.it
20
1. Vengono citati gli originali in vinile ma tutte queste canzoni sono ora facilmente reperibili in CD
Unità 1 - Raccontami La tua storia
Unità 1
Raccontami
La tua storia
21
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
CONTENUTI
LINGUISTICI
DOMINIO:
• pubblico e personale.
• Descrivere una
fotografia.
• Capire un testo.
• Fare ipotesi.
• Descrivere una famiglia.
• Descrivere i propri gusti.
• Scrivere la sintesi di un
testo.
• Capire una poesia.
• Scrivere una poesia.
• Aggettivi.
Concordanza tra
soggetto e verbo.
• Indicativo presente,
passato prossimo,
imperfetto.
• Arricchimento lessicale.
LUOGHI:
• Genova e la sua
provincia.
AVVENIMENTI:
• emigrazione /
immigrazione, scambio
di e-mail, descrizioni,
incontri.
22
Unità 1 - Raccontami La tua storia
ATTIVITà
ESERCIZI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
• Comprensione del testo.
• Mediazione.
• Cloze. Completare il
testo con le parole date.
• Completamento di una
tabella.
• Verifica: scrivere
autonomamente un
elaborato utilizzando
le parole date.
• Discussione in coppia.
• Interazione.
Brainstorming.
Lettura silenziosa.
Discussione in gruppo.
Lettura ad alta voce.
Comprensione del testo.
Comprensione del testo.
Interazione.
Produzione scritta.
Mediazione.
Verifica finale:
• Scrivere una sintesi
del testo.
• Scrivere un breve testo
personale.
• Completare una poesia.
• Confrontare la propria
versione della poesia
con quella originale.
• Scrivere una breve
poesia.
23
Raccontami la tua terra
Brainstorming
Conosci questa città? Descrivi ciò che vedi nella fotografia a pag. 21.
la storia ritorna...
Leggi il seguente testo:
“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di
loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono,
vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo
appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso
di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti
bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese
donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di
loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non
solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri
consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non
hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e
quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.1
Quando pensi che sia stata scritta questa relazione e a chi pensi che si riferisca?
Discuti con i tuoi compagni e poi leggi la risposta nella nota di piè di pagina.
1. Il testo è del 1912 ed è tratto dalla relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso degli Stati
24
Uniti d’America sugli immigrati italiani.
Unità 1 - Raccontami La tua storia
fRA dUe LInGUe e dUe cULTURe
Leggere il testo dell’e-mail ad alta voce
Ciao Mark!
Sono John, ti scrivo da Genova, ora abito qui con la mia famiglia.
Ho trovato il tuo indirizzo e-mail grazie al nostro amico Matthew. Due anni sono passati dal
nostro ultimo incontro e dalla mia partenza.
Come sai mio nonno era genovese e si era trasferito in Ecuador. Io sono nato a Guayaquil e
dall’Ecuador sono venuto a Genova; ora il mio papà lavora in una ditta in porto, la mamma
fa le traduzioni in spagnolo e in inglese per la stessa ditta.
Il cognome a scuola è stato per me un problema, perché all’inizio i professori si aspettavano
di vedere uno studente italiano, io ho un cognome tipico genovese, ma ho la pelle scura
come mia madre, quando sono arrivato a Genova parlavo solo lo spagnolo e un po’ di
genovese, che è diverso dall’italiano.
A scuola in questi due anni ho studiato molto e sono stato promosso. Quando scrivo in
italiano, però, qualche volta sbaglio: non sempre riesco a riconoscere il suono “ve - be” e le
doppie. Sono cresciuto, ho 16 anni, sono alto m 1,65, ho i capelli corti, adoro i cappellini
come i miei amici sudamericani, amo andare in barca e remare come i miei cugini genovesi.
La mamma ha imparato a cucinare la pasta al pesto... a me piace tantissimo!
Mi domando spesso chi sono e dove voglio stare. Guayaquil o Genova? Distanze oceaniche
dividono la mia famiglia e i miei amici. Ti ricordi a scuola mi chiamavate il genovese e qui mi
chiamano il sudamericano, sono cresciuto, ma il viso è lo stesso, sono sempre io il tuo
compagno di banco: John.
I miei hobby? Naturalmente sono l’informatica ed i modellini di barche radiocomandati. Se
vuoi vedere le mie foto cercami su fb, è stato grazie a internet che mi sono messo in contatto
con Matthew, tramite lui sono arrivato a te ed ho scoperto che anche tu da un anno abiti in
Italia.
Scrivimi!  Il tuo amico cibernetico John
Un Glossario particolare... per saperne di più
Migrante: se riguarda persone, si dice di chi si
sposta e quindi cambia il Paese in cui vive.
Migrare: in riferimento ad animali e specialmente agli uccelli vuol dire cambiare luogo con il
variare delle stagioni (le rondini migrano verso i
paesi caldi quando viene l’autunno); in riferimento a persone si dice più comunemente “emigrare”
Emigrato: chi lascia il proprio Paese (visto dal
punto di vista del paese che abbandona, per esempio di un italiano che lascia l’Italia e va a lavorare
in Germania, si dice che è emigrato in Germania).
Immigrato: chi entra in un Paese che non è il
proprio (visto dal punto di vista del Paese che lo
accoglie, per esempio di uno straniero che vive e
lavora in Italia, si dirà che è un immigrato straniero nel nostro Paese).
25
Raccontami la tua terra
Esercizio 1 - Comprensione del testo
Dopo aver letto il testo dell’e-mail,
indica con una X la frase corretta come
nell’esempio:
I genitori di John abitano da due anni
a Dakar.
a Genova.
a Guayaquil.
La mamma di John lavora, fa
la traduttrice in spagnolo e inglese.
la scrittrice.
l’infermiera.
John ha trovato l’indirizzo e-mail di Mark
su internet grazie all’amico Matthew.
sull’elenco telefonico.
nella rubrica del computer.
Il nonno di John da Genova
si era trasferito
in Ecuador.
a Roma.
sull’oceano.
Quando è arrivato in Italia, due anni fa,
John parlava
spagnolo.
italiano.
spagnolo e un po’ di genovese.
John ha un cognome italiano tipico
genovese perché
è stato adottato.
il nonno paterno era un genovese.
hanno sbagliato a registrare
il documento.
Mark è amico di John perché
guardano insieme la televisione.
da piccoli erano compagni di banco
a scuola.
si sono conosciuti ad una festa.
26
Esempio:
Parodi è un cognome tipico
italiano-genovese.
ecuadoriano.
francese.
Gli hobby di John sono
l’informatica ed i modellini di barche
radiocomandati.
cucinare.
scrivere.
I cugini genovesi di John amano
leggere.
andare in barca e remare.
guardare le barche.
La famiglia di John ora abita
a Genova in Italia.
a Guayaquil in Ecuador.
a Roma in Italia.
Unità 1 - Raccontami La tua storia
Esercizio 2 - Comprensione del testo
Rispondere con VERO o FALSO o NON
DATO
John a scuola ha imparato ad usare la lingua italiana, ma sbaglia ancora quando
scrive il suono “ve - be” e certe doppie.
Vero
Falso
Non dato
Il nonno di John lavorava sulle navi.
Vero
Falso
Non dato
La famiglia di John abita a Genova
da due anni.
Vero
Falso
Non dato
Esempio:
John dice che distanze oceaniche
dividono la sua famiglia ed i suoi amici.
Vero
Falso
Non dato
Mark può vedere le foto di John
su Facebook.
Vero
Falso
Non dato
Il papà di John si chiama Luis Parodi.
Vero
Falso
Non dato
La mamma di John ha imparato
a cucinare la pasta al pesto.
Vero
Falso
Non dato
John ha 16 anni, è alto m 1,65, ha i
capelli tagliati corti e la pelle scura.
Vero
Falso
Non dato
I professori di John all’inizio dell’anno
scolastico pensavano che Parodi fosse
uno studente italiano.
Vero
Falso
Non dato
Agli amici sudamericani di John
piacciono i cappellini.
Vero
Falso
Non dato
Tramite internet John ha rintracciato
due suoi vecchi amici.
Vero
Falso
Non dato
27
Raccontami la tua terra
Esercizio 3 - Interazione e produzione scritta
Creare piccoli gruppi di tre/cinque persone per:
• cercare sulle riviste immagini, foto, disegni di visi che potrebbero avere le
caratteristiche della famiglia di John Parodi;
• creare un albero della famiglia di John Parodi ed aggiungere altri componenti
della famiglia non presenti nel testo (ad esempio zii, cugini, fratelli).
Incollare le immagini sullo schema ad albero e scrivere poi i nomi dei componenti della famiglia.
NONNI DI JOHN
Nonno paterno
Nonna paterna
Nonno materno
Nonna materna
GENITORI DI JOHN
28
Zio
Zia
Papà
Mamma
Cugino
Cugina
Fratello
JOHN
Zio
Sorella
Unità 1 - Raccontami La tua storia
Esercizio 4 - Mediazione
Aggiungere all’elenco altri nomi che riguardano la famiglia. Provare a tradurre
tutti i nomi nella propria madre lingua. Condividerli alla lavagna o su un cartellone.
Nomi di famiglia in Italiano
Nella mia lingua
• mamma
• _____________________________________
• papà
• _____________________________________
• nonno
• _____________________________________
• nonna
• _____________________________________
• zio
• _____________________________________
• zia
• _____________________________________
• cugino
• _____________________________________
• cugina
• _____________________________________
• fratello
• _____________________________________
• sorella
• _____________________________________
• genero
• _____________________________________
• nuora
• _____________________________________
• _____________________________________
• _____________________________________
• _____________________________________
• _____________________________________
29
Raccontami la tua terra
Esercizio 5 - Cloze
Completare il testo usando le parole che sono date in disordine.
amico • famiglia • amici • papà • cognome • compagno • mamma • cugini • nonno
Ciao Mark!
Sono John, ti scrivo da Genova, ora abito qui con la mia __________________ .
Ho trovato il tuo indirizzo e-mail grazie al nostro _________ Matthew. Due anni sono
passati dal nostro ultimo incontro e dalla mia partenza.
Come sai mio _______ era genovese e si era trasferito in Ecuador. Io sono nato a Guayaquil e dall’Ecuador sono venuto a Genova; ora il mio _______ lavora in una ditta in
porto, la mamma fa le traduzioni in spagnolo e in inglese per la stessa ditta.
Il ____________ a scuola è stato per me un problema, perché all’inizio i professori si
aspettavano di vedere uno studente italiano, io ho un cognome tipico genovese, ma ho
la pelle scura come mia madre, quando sono arrivato a Genova parlavo solo lo spagnolo e un po’ di genovese, che è diverso dall’italiano.
A scuola in questi due anni ho studiato molto e sono stato promosso. Quando scrivo in
italiano, però, qualche volta sbaglio: non sempre riesco a riconoscere il suono “ve - be”
e le doppie. Sono cresciuto, ho 16 anni, sono alto m 1,65, ho i capelli corti, adoro i cappellini come i miei ___________ sudamericani, amo andare in barca e remare come i
miei _____________ genovesi. La __________________ ha imparato a cucinare la pasta al
pesto... a me piace tantissimo!
Mi domando spesso chi sono e dove voglio stare. Guayaquil o Genova? Distanze oceaniche dividono la mia famiglia e i miei __________. Ti ricordi a scuola mi chiamavate il
genovese e qui mi chiamano il sudamericano, sono cresciuto, ma il viso è lo stesso,
sono sempre io il tuo ___________ di banco: John.
I miei hobby? Naturalmente sono l’informatica ed i modellini di barche radiocomandati. Se vuoi vedere le mie foto cercami su fb, è stato grazie a internet che mi sono messo
in contatto con Matthew, tramite lui sono arrivato a te ed ho scoperto che anche tu da
un anno abiti in Italia.
30
Scrivimi!  Il tuo amico cibernetico John
Unità 1 - Raccontami La tua storia
Il verbo ausiliare ESSERE
e il participio passato
Rileggi con attenzione il testo della e-mail, le parole sottolineate richiamano la nostra
attenzione sull’uso del verbo essere e sul suo bisogno di concordare il participio passato con il soggetto.
Il participio passato dei verbi che si coniugano con essere concorda in genere
(maschile/femminile) e in numero (singolare/plurale) con il soggetto del verbo:
• sono arrivato / sono arrivata / siamo arrivati / siamo arrivate
• si era trasferito / si era trasferita / si erano trasferiti / si erano trasferite
• sono stato promosso / sono stata promossa / siete stati promossi / siete state promosse
Il participio passato dei verbi regolari si forma aggiungendo al tema del verbo le
desinenze del participio passato, diverse a seconda della coniugazione:
Desinenze
dell’Infinito
Presente
I Coniugazione
ARE
II Coniugazione
ERE
III Coniugazione
IRE
Infinito
Presente
Desinenze del
Participio Passato
Participio
Passato
And-are
- ATO
And-ato
Ricev-ere
- UTO
Ricev-uto
Trasfer-ire
- ITO
Trasfer-ito
Molti verbi italiani hanno, però, un participio passato irregolare. Ecco alcuni esempi
nella tabella
Infinito
Presente
Participio
Passato
Infinito
Presente
Participio
Passato
Infinito
Presente
Participio
Passato
Infinito
Presente
Participio
Passato
vivere
vissuto
nascere
nato
leggere
letto
scrivere
scritto
chiedere
chiesto
rispondere risposto
dire
detto
soffrire
sofferto
aprire
aperto
perdere
perso
dividere
diviso
spendere
speso
bere
bevuto
prendere
preso
essere
stato
succedere
successo
apparire
apparso
promettere promesso
fare
fatto
vedere
visto
chiudere
chiuso
ridere
riso
decidere
deciso
venire
venuto
conoscere
conosciuto rimanere
rimasto
mettere
messo
vincere
vinto
coprire
coperto
crescere
cresciuto
morire
morto
accendere
acceso
correggere corretto
rompere
rotto
promuovere promosso
offrire
offerto
correre
scegliere
scelto
cuocere
scendere
sceso
corso
cotto
31
Raccontami la tua terra
Il participio passato serve in italiano per formare i tempi composti.
Un esempio: nella seguente tabella c’è la coniugazione del verbo essere, la colonna a
destra contiene i tempi composti.
“Tempo semplice + Participio Passato = tempo composto”
Il verbo essere
TEMPI SEMPLICI
TEMPI COMPOSTI
Indicativo Presente
io sono
tu sei
lui / lei / Lei è
noi siamo
voi siete
loro / Loro sono
Imperfetto
io ero
tu eri
lui / lei / Lei era
noi eravamo
voi eravate
loro / Loro erano
Passato remoto
io fui
tu fosti
lui / lei / Lei fu
noi fummo
voi foste
loro / Loro furono
Futuro semplice
io sarò
tu sarai
lui / lei / Lei sarà
noi saremo
voi sarete
loro / Loro saranno
32
Passato prossimo
io sono stato
tu sei stato
lui / lei / Lei è stato
noi siamo stati
voi siete stati
loro / Loro sono stati
Trapassato prossimo
io ero stato
tu eri stato
lui / lei / Lei era stato
noi eravamo stati
voi eravate stati
loro / Loro erano stati
Trapassato remoto
io fui stato
tu fosti stato
lui / lei / Lei fu stato
noi fummo stati
voi foste stati
loro / Loro furono stati
Futuro anteriore
io sarò stato
tu sarai stato
lui / lei / Lei sarà stato
noi saremo stati
voi sarete stati
loro / Loro saranno stati
Unità 1 - Raccontami La tua storia
Esercizio 6
Completa la tabella:
• Segna con una X il genere e il numero del participio passato del verbo.
• Concorda il participio passato del verbo al femminile.
Abbiamo iniziato l’esercizio. Ora prosegui...
Maschile
singolare
sono passati
è stato
Maschile
plurale
Femminile
singolare
X
X
Femminile
plurale
sono passate
è stata
sono cresciuto
mi sono messo
sono venuto
si era
trasferito
sono arrivato
sono stato
promosso
sono cresciuto
Verifica 1
Scrivere un breve testo usando le seguenti parole:
nonno • papà • mamma • fratello • sorella • cugini • cognome • famiglia.
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
33
Raccontami la tua terra
esercizio 7 - comprensione del testo
Le cinque persone dell’elenco “I Personaggi” stanno cercando un posto dove
pranzare o cenare e consultano la guida dove mangiare a Genova e in Liguria.
Ciascuno di loro ha delle esigenze molto precise; quindi leggi attentamente le
loro richieste e poi cerca nella pag. 35 (Dove andiamo a mangiare?) il ristorante
più adatto ad ognuno.
I PERSONAGGI
Mariam
Mariam è algerina ma vive e lavora in Italia da oltre vent’anni ed è cittadina
italiana. Ha una grande passione per la cucina ed è un’ottima cuoca. Oggi è di
buon umore perché finalmente sua madre verrà a trovarla e starà con lei per
un breve periodo. Vorrebbe portarla fuori a pranzo e cerca un posto senza
troppe pretese, adatto ad una donna anziana che non è mai uscita da Algeri,
che sia pulito ed accogliente dove poter fare assaggiare a sua madre tutte le
specialità locali.
José
José è uno studente di diciotto anni. Viene dall’Ecuador, è arrivato da poco a
Genova e deve ancora ambientarsi perciò sente una forte nostalgia di casa. È
appassionato di fotografia e vuole fare un giro per la città vecchia per scattare alcune foto da mandare agli amici. È curioso di conoscere la cucina genovese ma non può permettersi di spendere più di una decina di euro perciò
cerca un posto dove mangiare qualcosa di tipico che sia però a buon mercato.
Nagib
Nagib è un cinquantenne egiziano. Parla perfettamente l’italiano e fa il general manager per una ditta che si occupa di import/export. Adora la cucina
italiana ma non sopporta i cibi troppo unti ed elaborati. Deve organizzare un
pranzo di lavoro con un gruppo di potenziali clienti provenienti da diverse
parti del mondo. Non conosce ancora bene queste persone e sta cercando un
ristorante di classe con una cucina che gli permetta di far bella figura con gli
ospiti.
Salvatore
Salvatore è un siciliano single. Ha viaggiato molto e ora è a Genova. Dopo una
lunga giornata di lavoro ama mangiare in compagnia per chiacchierare e
divertirsi un po’. Gli piace la cucina speziata ma anche quella locale.
Pina e Luciano
Pina e Luciano lavorano tutto il giorno in un negozio. Alla sera si rifugiano nel
loro appartamentino al settimo piano di un anonimo condominio di periferia.
Solo la domenica possono trascorrere alcune ore serene nel verde delle colline liguri, gustando quei piatti che ricordano loro l’infanzia e il tempo passato.
34
Unità 1 - Raccontami La tua storia
DOVE ANDIAMO A MANGIARE?
A - Ristorante “Pimiento, Basilico e Cumino”
Piccolo ristorante multietnico che nasce dall’amicizia di un gruppo di giovani appartenenti a svariate
nazionalità. Ambiente multiculturale accogliente e vivace dove i gusti e i sapori di tradizioni diverse Unità 5
tra loro - sudamericana, araba e genovese - si mescolano in un’atmosfera colorata ed accogliente. pag. 150
Grande varietà di cibi adatti a tutte le tasche: dal cous cous alle trenette al pesto, dal dulce de leche al
gelato alla panera, il tutto condito dal piacere di stare insieme senza pregiudizi e barriere culturali.
Aperto solo per cena. Per gruppi oltre le 6 persone è necessaria la prenotazione.
B - Friggitoria “O carogio”
Tipica friggitoria genovese situata sotto gli antichi portici di Sottoripa, nel cuore della città vecchia, a
poche centinaia di metri da Palazzo San Giorgio e dal centro storico della città, uno dei più grandi, affaUnità 2
scinanti ed antichi in Europa. Cibi da asporto strettamente legati alla tradizione genovese: gustosa pagg. 44-45
farinata di ceci, saporite torte salate a base di bietole o carciofi, acciughe fritte, “panissette” e soprat- pagg. 64-65
tutto deliziosi “cuculli”, frittelle di pastella con o senza borragine, da gustare ancora caldi, appena
scolati dall’olio bollente. Prezzi per tutte le tasche. Aperto dalle 11 alle 20.
C - Ristorante “Ramadan”
Raffinato ristorante situato sulle alture, deve il suo nome ad una parola araba entrata nel dialetto genovese per indicare rumore e allegra confusione. è gestito da una coppia mista, moglie genovese e marito marocchino, che ha saputo unire in matrimonio anche le rispettive cucine: accanto ai piatti della
tradizione locale il ristorante, infatti, offre anche un’ampia varietà di preparazioni tipiche della cucina
magrebina. Dai tavoli situati nell’accogliente veranda si gode una vista mozzafiato sul porto di Genova.
Aperto dalle 12 alle 24. Prezzi adeguati all’alto livello del servizio offerto.
D - Agriturismo “Il frantoio”
In un antico borgo situato nell’entroterra di Bogliasco, si trova questo casolare ristrutturato, dove si
possono affittare bilocali o trilocali arredati, acquistare vino e olio o cenare con piatti tipici della cucina ligure, preparati con amore dalla padrona di casa utilizzando ingredienti genuini, come il salamino
della casa, la torta di verdure o la cima ripiena.
E - Trattoria “Vegia Zena”
Piccola trattoria a conduzione famigliare situata nella popolosa zona di Sampierdarena. Cucina casalinga curata dalla proprietaria, la signora Gina, che segue personalmente tutte le fasi di preparazione,
dalla scelta del basilico - rigorosamente di Prà - alla confezione dei cibi. Da non perdere le tradizionali
trenette al pesto con fagiolini e patate e lo stoccafisso “accomodato” con patate, aglio ed acciughe salate, il tutto preparato secondo le antiche ricette genovesi. Ambiente semplice e senza grandi pretese
ma pulito ed accogliente. Ottimo rapporto qualità/prezzo. Aperto a pranzo e a cena.
Comprensione del testo e interazione
• Sottolinea le parole nuove e cerca il loro significato sul dizionario di Italiano o in
internet.
• Mettetevi in coppie.
• Descrivi al tuo compagno che cosa ti piace mangiare e in quale locale vorresti
andare a mangiare.
• Motiva la tua scelta.
35
Raccontami la tua terra
Raccontami la tua terra
Ascolta la lettura del testo e sottolinea le parole nuove.
Traccia
1
pag. 39
36
Due donne sedute al tavolino di un bar all’aperto in piazza delle Erbe: un ombrellone
le protegge dal sole che scivola lungo i carogi e illumina la piazza. Due teste vicine:
una ha una massa di capelli castani, l’altra è nascosta da un velo. Due paia d’occhi
completamente diversi, iridi chiare e iridi scure, ma negli sguardi la stessa identica
luce: complicità, attenzione, amicizia. Il tavolino trabocca di stuzzichini invitanti: olive
taggiasche, diversi tipi di focaccia, farinata calda e friscieu: le mani si allungano a
pescare bocconi gustosi dai piatti e portano quelle delizie alle bocche. Ah, dimenticavo: due ricchi aperitivi accompagnano quei deliziosi cibi. Sono due analcolici alla
frutta, rosati e con una golosa guarnizione di fragole ed ananas.
- Ti ho portato il cumino - esclama una delle due, quella col velo e con gli occhi più
scuri, tirando fuori dalla borsa un sacchetto odoroso e mettendolo sul tavolino Guarda che questo viene proprio da Algeri, me l’ha mandato mia madre, quindi ha
un aroma molto intenso.
- Grazie, sei un tesoro! - l’altra le schiocca un bacio sulla guancia - E quanto devo
metterne per fare il cous cous? L’ultimo che ho preparato non sapeva di niente…
- Dipende dalle porzioni: per due persone ne basta un cucchiaino, te l’ho detto che
è piuttosto potente…
- D’accordo, ci provo domani. E tu l’hai poi fatto il castagnaccio?
- Sì, ma guarda che non m’è venuto un granché, il tuo era molto più buono.
- Ma hai seguito la ricetta che ti ho dato, quella di mia nonna?
- Sì, ma il risultato non è stato buono: non è facile preparare piatti ai quali non si è
abituati…
- E lo dici a me? I tuoi taijin e cous cous sono roba da leccarsi i baffi, i miei... beh,
lasciamo perdere!
- Beh, cucinare bene è molto più di un semplice atto meccanico, significa calarsi
nella cultura di un posto. Ed io a volte mi rendo conto che mi mancano le radici,
quelle che affondano nella vostra terra, nelle vostre tradizioni. Un conto è imparare a
fare le cose, imparare da fuori, intendo, un altro è farlo da dentro. Capisci cosa
voglio dire?
- Certo, ti sei spiegata benissimo. Non è facile far proprie le tradizioni, i colori, i sapori,
gli odori, le abitudini, la cultura di una terra.
Unità 1 - Raccontami La tua storia
- È proprio quello che intendo dire. Prendi me, per esempio: vivo qui da vent’anni e
ormai mi sento mezza genovese: so persino parlare un po’ il vostro dialetto. E poi
guarda quante cose abbiamo in comune noi due: nel genovese ci sono un sacco
di parole arabe, quando vado nei carogi mi sembra di entrare in una casbah, quasi
come essere a casa, voi usate l’olio, le olive e certe erbe aromatiche che usiamo
anche noi, vivete affacciati sul mare proprio come noi, sullo stesso mare, perfino…
Eppure ci sono cose di questa terra che continuano a sfuggirmi anche dopo tutto
questo tempo.
- Ad esempio?
- Mah, non saprei dirti esattamente. Alcune sono cose reali, come questa faccenda
del castagnaccio che non mi viene come dovrebbe: a pensarci bene, però, chi le
aveva mai viste le castagne prima di venire in Liguria? Quando le vedi con quella
buccia lucida e scura oppure pelate, tutte rinsecchite e piene di grinze, come fai a
immaginare che si possano mangiare, che possano diventare farina? È roba di un
altro mondo! È vero, anche il mio paese si affaccia sul mare, ma dietro alle spalle
noi abbiamo le palme e il dattero è stato da sempre il nostro pane, la nostra ricchezza. Tra parentesi, lo sai qual è uno degli auguri più belli nella mia terra? “Che
Dio ti lasci sempre come una palma, con le radici ben piantate in terra e la testa
sempre alta nel cielo”.
- Hai ragione, è bellissimo.
- Vero? Ma per tornare al discorso di prima, le altre cose che mi sfuggono sono sensazioni ed è difficile esprimerle: è un po’ come se sentissi che, nonostante la ami,
prima di conoscere davvero questa bellissima terra ho ancora un bel po’ di cammino da fare.
- Cammino, percorso... ma allora quello che ti ci vuole è un bel viaggio dentro il
cuore della nostra terra! E magari ti serve anche una guida che ti accompagni, che
conosca le nostre radici, le rispetti, le ami e soprattutto che voglia condividere con
te questa esperienza!
- Perfetto, hai colto nel segno. E sai cosa ti dico? Questa guida potresti essere tu!
- Io? Lo pensi davvero? Ma sarebbe fantastico!
- Lo penso eccome! Allora dai, ci vorrà un po’ di tempo… quindi cominciamo subito:
Unità 5
pag. 155
raccontami la tua terra!
Esercizio 8 - Comprensione del testo
• Confrontate le parole sottolineate e cercate di dare loro un significato, lavorando in coppia. Quando non riuscite a trovare il senso esatto, utilizzate il
dizionario di Italiano.
• Confrontate poi il vostro lavoro con il resto della classe.
37
Raccontami la tua terra
Esercizio 9
Traccia
2
Ascoltate la poesia Litania1, di Giorgio Caproni letta dall’attore.
Completate la poesia nelle parti mancanti inserendo parole a vostra scelta.
Potete aggiungere quante parole volete. Non esiste un’unica risposta! La poesia
consente anche di creare parole.
Esprimete la vostra creatività
Genova mia città intera.
Geranio. _________________.
Genova di ferro e aria,
mia lavagna, _______________.
Genova città pulita.
Brezza e luce in salita.
Genova verticale,
vertigine, aria, _____________.
[…]
Genova di tutta la vita.
Mia litania _____________.
Genova di stoccafisso
e di garofano, fisso
bersaglio dove ________________
la rondine: la rima.
Glossario
Litania: preghiera, serie lunga e monotona di
nomi.
Polveriera: deposito di materiali e ordigni esplosivi.
Arenaria: tipo di roccia.
Brezza: un vento di forza moderata.
Vertigine: disturbo che consiste nella sensazione
38
che il corpo si sposti rispetto all’ambiente circostante e viceversa.
Stoccafisso: merluzzo diseccato, intero ma senza
testa e interiora.
Garofano: fiore.
Bersaglio: punto in cui si mira con un’arma.
1. Tratto dalle poesie di Giorgio Caproni (Caproni, 1989: 180-187)
Unità 1 - Raccontami La tua storia
lA ricettA
di nonna gina
Ricetta per preparare il Castagnaccio
Ingredienti 500 gr di farina di castagne, 100 gr di uvetta sultanina, 50 gr di pinoli di Pisa, un cucchiaio di semi di finocchio, olio d’oliva, sale e acqua q.b.
Preparazione Mettete ad ammorbidire l’uvetta in acqua tiepida. Setacciate la farina di castagne
lasciandola cadere in una ciotola: unite mezzo cucchiaino di sale e sempre mescolando con una piccola frusta o con un cucchiaio di legno aggiungete tanta acqua quanto
basta per avere una pastella molto morbida. Oliate bene una tortiera del diametro di 22-24 cm, a seconda se preferite il castagnaccio basso oppure alto; versate nello stampo la pastella e spolverizzatela con una
cucchiaiata di semi di finocchio, i pinoli e l’uvetta che avrete tolto dall’acqua e bene
strizzata. Irrorate il castagnaccio con poco olio d’oliva e mettetelo in forno già caldo
a 190° lasciandovelo per circa 45 minuti cioè sino a quando si sarà formata in superficie una leggera crosticina. Servitelo sia caldo che tiepido o freddo.
Unità 5
pag. 155
39
Raccontami la tua terra
Verifica Finale
Scrivi una sintesi del dialogo tra le due donne. Usa al massimo 100 parole.
________________________________________________________________________________
_________________________________________________________________________________
_______________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
________________________________________________________________________________
Quale ingrediente e quale ricetta del tuo paese regalereste ad una persona italiana? Perché?
________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Scrivi ora una breve poesia sulla tua città di provenienza.
40
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Unità 2
Raccontami
Genova
e le sue vie
41
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
CONTENUTI
LINGUISTICI
DOMINIO:
• personale.
• Comprendere un testo
poetico (condanna del
perbenismo/moralismo
borghese, delicatezza
nella descrizione della
donna, esaltazione
malinconica di aspetti
positivi e veri di un
mondo reietto)
• Interagire in una
conversazione collettiva
• Migliorare la fruizione
orale
• Comprendere le figure
retoriche presenti nel
testo (metafore,
similitudini,..)
• Conoscere aspetti della
cultura italiana legati
al territorio genovese
• Arricchire il lessico
• Acquisire maggiore
fluenza comunicativa.
• Figure retoriche
• Arricchimento lessicale
nell’ambito della
descrizione del
paesaggio urbano
e degli alimenti
• Pronomi oggetto diretto
e indiretto
• Uso della particella “ci”
come avverbio di luogo
• Consolidamento
dell’uso dei passati
(imperfetto, passato
remoto, passato
prossimo)
• Particolarità linguistiche:
particella “ci” con valore
avverbiale.
AMBITO:
• privato.
OGGETTI:
• dischi con canzoni, cibi
etnici e liguri.
Luoghi:
• Via del Campo,
Genova, i carogi,
i Palazzi dei Rolli,
le Sciamadde,
la farinata, gli elementi
per preparare
la farinata, attrezzi
e contenitori alimentari.
Avvenimenti:
• biografia di Fabrizio De
André, memorie del
Centro Storico, divisione
delle epoche storiche,
memorie personali.
Azioni:
• interazioni sociali,
superare eventuali
pregiudizi, analisi di un
contesto specifico della
vecchia Genova,
esprimere sentimenti.
42
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
ATTIVITà
ESERCIZI
• Discussione guidata
• Brainstorming
• Ascolto di due testi
(canzoni)
• Interazione (discussione
in plenaria, lavoro a
coppie)
• Riscrittura di un testo
(ordine dei versi e delle
parole)
• Scrittura di
completamento
• Lettura e canto corale
• Riflessione sulla lingua
• Giochi linguistici.
• Formulare ipotesi
oralmente
• Rispondere a domande
aperte
• Scrivere quanto
formulato
• Ascolto e ricostruzione
del testo
• Canto e pronuncia
• Comprensione del testo
(lessico e metafore)
• Coniugazione di verbi
• Cloze
• Esercizio di fonetica
(rima di parole)
• Riconoscimento e
sottolineatura di
elementi grammaticali.
43
Raccontami la tua terra
RAcconTAmI GenoVA
Traccia
3
44
Mircea - Sai, Cristina, è poco tempo che vivo a Genova ma ho sempre lavorato per
molte ore al giorno e non ho avuto tanto tempo per approfondire la conoscenza
della città. In particolare mi interessano le vie del centro storico e tutto ciò che è legato al cantante Fabrizio De André. E poi uno che è nato e ha vissuto e ha lavorato in
una città conosce sempre qualcosa di più. Un dettaglio, un ricordo. Mi piacerebbe
sapere qualcosa di particolare sulla tua città!
cristina - La mia città è molto antica. Il suo centro storico è uno dei più grandi di Europa e le sue strette vie scendono verso il mare... In effetti Genova ha una forma stretta
e i monti le fanno da cornice: riprende un po’ la forma della Liguria...
Mircea - Che cosa rende Genova speciale?
cristina - Intanto la sua posizione che - come dicevo prima - è sul mare ma ha i monti
molto vicini. Poi possiede case e monumenti di tante epoche diverse ed in particolare la zona del centro storico dove si trovano i carogi. Questa è una parola in genovese che significa vicoli, quelle strette vie di cui ti parlavo e dove si trovano grandi palazzi e piccole case. Infatti nel centro storico si trovano i Palazzi detti “dei Rolli” che l’UNESCO ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 2006. Questi palazzi occupano una
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
zona importante del centro storico. Quindi, se percorri Strada Nuova (via Garibaldi)
puoi incontrare bellissimi palazzi (dal n. 1 di via Garibaldi al n. 12 e al numero 18) e a
fianco trovi stradine strette e purtroppo non sempre tenute bene. Qui puoi trovare
piccole botteghe, ristoranti etnici, simpatici caffè. La popolazione è multiculturale e
senti parlare tante lingue diverse. C’è una via che mi è molto cara e si chiama Via del
Campo...
Mircea - Ecco una delle cose che ti volevo chiedere...Ho sentito una canzone che si
chiama “Via del Campo”...
Cristina - Che bello! Conosci la canzone di Fabrizio De André! Sì, Via del Campo è
una via di Genova, famosa proprio anche per la canzone. De André era un celebre
cantautore genovese e le ha dedicato questa canzone deliziosa. Anzi perché non la
sentiamo insieme?
Glossario
Approfondire la conoscenza: conoscere meglio
un argomento chiedendo informazioni o studiandolo.
Cantautore (cantante+autore): è un cantante che
interpreta le canzoni di cui ha scritto il testo e/o
la musica.
Carogio, sing., carogi, pl.: è un termine genovese
che indica i vicoli, le tipiche vie strette del centro storico genovese. Si pronuncia carugiu (singolare) e carugi (plurale).
Centro storico: identifica la parte più antica di
una città e gli edifici che appartenevano alla
città almeno un secolo prima. Ma l’indicazione
può variare. Si considera per esempio centro storico quello compreso nelle vecchie mura della
città per le città che esistevano già nel Medioevo. Per Genova un lato del centro storico confina
con il mare e un lato confina con le vecchie
mura.
Dettaglio: una parte di un tutto, particolare, per
esempio il dettaglio di un’immagine, di una foto,
di un quadro.
Multiculturale - multiculturalità: indica la convivenza di due o più culture e lingue.
Ristorante etnico: la definizione di un ristorante
etnico comprende la presenza di cucina popolare
di etnie (popoli) diverse e quindi un’attività di
ristorazione legata alle tradizioni gastronomiche
di una cultura diversa da quella nazionale. Per
esempio, un ristorante indiano che proponga a
Genova la cucina delle diverse culture presenti
in India.
Rolli o, più precisamente, Rolli degli alloggiamenti pubblici di Genova: erano, anticamente, le
liste dei palazzi e delle case eccellenti delle
famiglie nobili che potevano ospitare, dopo un
sorteggio pubblico, le alte personalità in transito
per visite di Stato. La parola rolli deriva da rotoli
e quindi dagli elenchi compilati che elencavano
tali palazzi. I Rolli costituiscono quindi i palazzi
più prestigiosi del centro storico di Genova, specialmente lungo le antiche Strade Nuove, via
Garibaldi, dove ha sede il Comune, già Via
Aurea, e via Balbi, sede dell’Università.
Patrimonio dell’Umanità: è la denominazione
ufficiale che si riferisce ai siti (luoghi, aree),
compresi nella lista del Patrimonio dell’Umanità
(in inglese World Heritage List) adottata
dall’Unesco (1972). Questi siti hanno un’importanza eccezionale dal punto di vista culturale o
naturale.
UNESCO: l’organizzazione è stata fondata dalle
Nazioni Unite (ONU) nel 1945 (deriva dalle sigle
iniziali delle parole inglesi United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization)
con l’obiettivo di incoraggiare la collaborazione
tra le nazioni nelle aree dell’istruzione, scienza,
cultura e comunicazione.
45
Raccontami la tua terra
Esercizio 1 - Comprensione del testo
Dopo avere ascoltato il dialogo, e controllato il glossario, rispondi alle
seguenti domande, senza guardare il
testo scritto, indicando con una crocetta la risposta VERO o FALSO o
NON DATO come nell’esempio.
Mircea vive nel centro storico
Vero
Falso
Non dato
La forma di Genova assomiglia
a quella della Liguria
Vero
Falso
Non dato
I vicoli si chiamano in genovese “caroselli”
Vero
Falso
Non dato
I palazzi dei Rolli sono in marmo bianco
Vero
Falso
Non dato
46
Esempio:
Mircea vive a Genova da moltissimo
tempo
Vero
Falso
Non dato
I palazzi dei Rolli sono stati dichiarati
Patrimonio dell’Umanità
dal Parlamento Italiano
Vero
Falso
Non dato
In Via del Campo si trovano solo
ristoranti che fanno cucina italiana
Vero
Falso
Non dato
Via del Campo è famosa anche grazie
alla canzone di De André
Vero
Falso
Non dato
Si consiglia di ascoltare la canzone
“Via del Campo” di Fabrizio De André di cui
non si fornisce ancora il testo
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Brainstorming
Parliamone insieme.
Proviamo ad immaginare che tipo di via è rappresentata in questa foto?
Puoi usare queste parole:
Vicolo • via • carogio • canzone • palazzi • storia • storica • negozi • sole • ombra
• città • centro • popolare • camminare • cantare • percorrere • ricordare…
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
47
Raccontami la tua terra
esercizio 2 - Produzione scritta breve
Dopo la discussione o dopo avere prodotto il breve testo dell’esercizio 1, scrivi
anche sotto forma di elenco: Chi immagini abiti in Via del Campo? Che tipo di
persone e di negozi immagini di trovarci?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
48
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Esercizio 3 - Interazione orale
Rispondere a domande aperte.
• Pensa a un luogo importante per te. Che cosa te lo rende caro?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Cosa sai di Genova, dopo avere letto e ascoltato il dialogo fra Mircea e Cristina?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Che cosa è un “centro storico”, secondo te?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Qual è la differenza tra “centro storico” e “centro” di una città?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Esercizio 4
Leggere e prevedere alcune parole chiave del testo.
Quali parole ti aspetti di trovare nel testo di una canzone che si intitola Via del
Campo? Sottolinea una parola in ogni coppia:
1. giorno
2. notte
3. via
4. piazza
5. vecchia
6. bambina
7. fiore
8. rosa
9. sorriso
10. risata
11. concime
12. letame
13. balcone
14. terrazzo
15. piano
16. forte
17. diamanti
18. perle
19. ascensore
20. scale
49
Raccontami la tua terra
Esercizio 5
Ascolta la canzone Via del Campo e trova le parole “previste” nell’esercizio
precedente.
Vai all’esercizio precedente e verifica, tra le parole che hai sottolineato, quali
hai effettivamente sentito nella canzone:
Ho indovinato _______ parole!
Esercizio 6 - Produzione
Scrivi le tue impressioni e confrontale con la classe.
Ti è piaciuta la canzone? Quali impressioni/sensazioni ti ha dato? Quale idea ti
sei fatto del significato generale del testo?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
50
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Esercizio 7
Ascoltare e mettere i versi “mescolati” nel loro ordine originale.
Ascolta di nuovo la canzone, le parole sono tutte in disordine: rimettile in ordine
nella colonna a fianco:
VERSI IN DISORDINE
ORDINE CORRETTO
Via del Campo c’è una graziosa
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.
basta prenderla per la mano
Via del Campo c’è una bambina
con le labbra color rugiada
se di amarla ti vien la voglia
gli occhi grandi color di foglia
nascon fiori dove cammina.
lei ti guarda con un sorriso
gli occhi grigi come la strada
Via del Campo c’è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
e ti sembra di andar lontano
non credevi che il paradiso
a vederla salir le scale
fosse solo lì al primo piano.
fino a quando il balcone ha chiuso.
Via del Campo ci va un illuso
dal letame nascono i fior
a pregarla di maritare
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente
Ama e ridi se amor risponde
51
Raccontami la tua terra
Esercizio 8
Canto corale (intonazione e pronuncia).
Canta la canzone insieme al gruppo
(con sottofondo musicale o del CD originale).
Ti forniamo il testo.
Via del Campo
di Fabrizio De André
Via del Campo c’è una graziosa - gli occhi grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia - vende a tutti la stessa rosa.
Via del Campo c’è una bambina - con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come la strada - nascon fiori dove cammina.
Via del Campo c’è una puttana - gli occhi grandi color di foglia
se di amarla ti vien la voglia - basta prenderla per la mano
e ti sembra di andar lontano - lei ti guarda con un sorriso
non credevi che il paradiso - fosse solo lì al primo piano.
Via del Campo ci va un illuso - a pregarla di maritare
a vederla salir le scale - fino a quando il balcone ha chiuso.
Ama e ridi se amor risponde - piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce niente - dal letame nascono i fior
52
dai diamanti non nasce niente - dal letame nascono i fior.
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Particella “CI”
Quale valore ha la particella “CI” nella frase “via del Campo ci va un illuso...”?
Te lo spieghiamo nella rubrica seguente.
Nota che “CI” può:
- avere valore di pronome personale; in questo caso significa “a noi” (es.: oggi ci hai
fatto ascoltare la canzone di De André”);
- avere valore avverbiale; in questo caso significa “in questo luogo” (es.: sono stato
nel centro storico e domani ci voglio ritornare) e si usa con i verbi essere, andare,
venire, rimanere e stare.
- avere valore pronominale; in questo caso significa “a ciò”, “su ciò”, “in ciò” (es.. “ho
letto che il centro storico di Genova è il più grande d’Europa, ci credi? “Sì, ci credo”).
Esercizio 9
Sottolinea nelle frasi scritte sotto quando “CI” ha lo stesso significato di “Via del
Campo ci va un illuso”, ossia valore avverbiale:
1. Di solito CI piacciono le persone che
sorridono
2. - Sei mai stato a Sant’Ilario? - No, non CI sono mai stato -
3. Che cosa CI racconti di bello?
4. In Via del Campo CI sono persone
interessanti
5. Spirito di Govi, se CI sei, batti un
colpo!
6. Non CI possiamo lavare con il
sapone per automobili
7. - Chi va a comprare i biglietti? - CI vado io! -
8. - Non CI posso credere! -
9. Non CI sono più acciughe in
salamoia!
10.Raccogliere le olive è faticoso, da
bambina CI andavo spesso.
11.- Chi organizza la gita al centro
storico? - CI pensiamo noi! -
12.- Le comari pettogole? De André CI
rideva! -
13.- Ti porto in una friggitoria, CI sei
mai stato? -
14.Se CI metti le acciughe la pasta è
ancora più saporita.
53
Raccontami la tua terra
LA VITA dI fABRIZIo de AndRé
Traccia
4
pag. 4
54
Mircea - Mi sembra che Fabrizio De André ti piaccia molto. Cantavi mentre ascoltavamo la canzone insieme per rispondere alle domande dell’esercizio. E hai in mano
uno dei suoi primi dischi. Ha un significato particolare per te?
cristina - Certo le sue canzoni hanno accompagnato la mia giovinezza. Questo
disco mi ha accompagnato per alcuni anni. Mi pare che le canzoni di De André possano essere una colonna sonora adatta per la mia città.
Mircea - In che senso?
cristina - Le canzoni di Fabrizio cantano una Genova diversa. I suoi personaggi sono
spesso degli emarginati, delinquenti, prostitute o spesso solo persone sfortunate. Ma
Fabrizio aveva capito la vera natura di Genova, multiculturale sin dal Medioevo: “Già
cinque secoli fa non si faceva caso se uno portava il turbante”- diceva De André.
Mircea - Ma chi era veramente De André?
cristina - Fabrizio era nato a Genova nel 1940 da una famiglia borghese e aveva
frequentato il Liceo Colombo e poi la Facoltà di Giurisprudenza. Siamo nella zona
vicina a Via del Campo, alla piazza della Nunziata (non so se ti ricordi che la piazza
è cantata in un’altra canzone genovese famosa Ma se ghe pensu). Il suo primo disco
esce nel 1958. Scrive canzoni famosissime che vengono cantate negli anni Sessanta,
Settanta, Ottanta e Novanta.
L’episodio più drammatico della sua vita avviene nel 1979 quando viene rapito in
Sardegna con la sua compagna Dori Ghezzi. Muore nel 1999, circondato dalla sua
famiglia. Lascia un figlio nato dal primo matrimonio (Cristiano che è un cantante e
un musicista) e una figlia (Luvi) da Dori Ghezzi.
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Mircea - Ci sono molti dischi di De André?
cristina - Sì, i miei preferiti oltre al disco Tutto Fabrizio De André che ho in mano che è
del 1966 e raccoglie le sue ballate, sono anche: Non al denaro non all’amore né al
cielo (ispirato all’Antologia di Spoon River), La buona Novella (ispirata ai Vangeli Apocrifi), Creuza de mà (in genovese), Anime Salve (ricco di ispirazioni interculturali). Ma
la mia canzone preferita, oltre a Via del Campo, è la Canzone di Marinella, che fu
cantata ed incisa da Mina e che contribuì a rendere De André celebre.
Glossario
Colonna sonora: la colonna sonora è il suono di
un’opera composta da immagini e da suono. In
ambito tecnico, la colonna sonora è l’area della
pellicola cinematografica in cui è registrato il
suono.
drammatico: tipico di un dramma (cioè di una
rappresentazione teatrale con eventi violenti o
molto intensi).
Emarginati: messi a margine, cioè esclusi. La
parola Emarginazione (astratto di emarginare),
in origine termine burocratico col significato di
“annotare sui margini” è una condizione individuale o collettiva di esclusione dai rapporti
sociali. Il suo contrario è inclusione.
facoltà di Giurisprudenza: la facoltà universitaria, cioè il settore, dove si studia Legge.
Interculturale: in una società dove sono presenti
più lingue e culture significa il dialogo fra di
esse e nell’educazione indica il progetto perché
le diverse culture abbiano un confronto.
turbante: da una parola persiana arrivata in italiano attraverso il turco, è un copricapo di origine orientale ottenuto avvolgendo attorno al capo
una o più lunghe fasce di tessuto di seta, lana e
cotone. Indicava nell’antica e multiculturale
Genova la provenienza orientale della persona
che lo indossava.
55
Raccontami la tua terra
Esercizio 10 - Cloze
Completa la biografia.
Biografia:
Fabrizio nasce a _______________________________________ nel __________________________
Studi: _______________________________________________________________________________
La cantante che incide la sua Canzone di Marinella è __________________________________
Il suo album Non al denaro non all’amore né al cielo si ispira al libro
___________________________________________________________________________________
Il nome del suo primo figlio è ____________________________________________. Il figlio fa il
____________________________________.
Il fatto più traumatico della sua vita: ________________________________________________
Il nome di alcuni suoi brani: __________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Il titolo di alcuni LP:
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Impressioni su Fabrizio De André:
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
56
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Verbi al passato
Nel dialogo fra Mircea e Cristina hai trovato molti verbi al passato.
Prova a coniugarli, come da esempio nel passato prossimo, nel passato remoto e
all’imperfetto.
Ti proponiamo i seguenti verbi ma ti consigliamo di cercarne altri nei due dialoghi
fra Cristina e Mircea.
Accompagnare, cantare, frequentare, dedicare.
Verbo
esempio: portare
TEMPO
PASSATO
PROSSIMO
PASSATO
REMOTO
IMPERFETTO
Io
ho portato
portai
portavo
Tu
hai portato
portasti
portavi
Lui /lei
ha portato
portò
portava
Noi
abbiamo portato
portammo
portavamo
Voi
avete portato
portaste
portavate
Loro
hanno portato
portarono
portavano
PASSATO
PROSSIMO
PASSATO
REMOTO
IMPERFETTO
Verbo
TEMPO
Io
Tu
Lui /lei
Noi
Voi
Loro
57
Raccontami la tua terra
Verbo
TEMPO
PASSATO
PROSSIMO
PASSATO
REMOTO
IMPERFETTO
PASSATO
PROSSIMO
PASSATO
REMOTO
IMPERFETTO
Io
Tu
Lui /lei
Noi
Voi
Loro
Verbo
TEMPO
Io
Tu
Lui /lei
Noi
Voi
Loro
58
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Storia della farinata
La foto fa venire voglia di assaggiare la farinata vero? Ora leggi con attenzione la
sua storia e le voci del glossario di approfondimento.
Poi riempirai i vuoti del cloze (esercizio 11) e risponderai alle domande di comprensione dell’esercizio 12 che riguardano anche il glossario.
Le vie del centro storico di Genova sanno degli odori delle molte cucine che appartengono alle varie culture che convivono. Se vogliamo restare nella cucina ligure,
come non parlare della farinata? Per quanto riguarda le origini di questo surrogato
del pane, dobbiamo andare molto indietro nel tempo, addirittura al periodo dei Greci
e dei Romani, quando i soldati usavano preparare un miscuglio di farina di ceci ed
acqua che facevano poi cuocere al sole o sul proprio scudo, per sfamarsi velocemente e con poca spesa.
Il risultato era talmente nutriente, che la ricetta sopravvisse alla caduta dell’impero
romano arrivando sino al Medioevo quando la farinata veniva mangiata accompagnata con un trito di cipolle bagnate d’aceto, o con del formaggio fresco.
Proprio legata a questo periodo è la leggenda secondo la quale la farinata, come la
conosciamo oggi, sarebbe nata nel 1284, per un puro caso, quando la Repubblica di
Genova sconfisse la Repubblica di Pisa nella battaglia della Meloria. Al ritorno dalla
battaglia, infatti, le navi genovesi dovettero navigare nel corso di una tempesta ed
59
Raccontami la tua terra
alcuni barili d’olio e farina di ceci si rovesciarono bagnandosi d’acqua salata. Ma le
provviste erano molto scarse e quindi i marinai furono costretti a recuperare anche
quel composto poco appetitoso di ceci ed olio. Forse per migliorarlo, o per caso, fu
fatto asciugare al sole ottenendo così una specie di frittella.
Giunti a terra, i Genovesi, decisero di migliorare la ricetta di questa frittella improvvisata, cuocendo la purea, ottenuta da ceci, nel forno a legna caldissimo. Il risultato piacque tanto che i nostri antenati continuarono a preparare questo miscuglio che è
giunto a noi, per fortuna.
Il nome antico era scripilita (abbiamo un documento del quindicesimo secolo dove
si danno delle regole per fare la farinata secondo la norma). Sappiamo così che la
farinata era tanto diffusa che nel quindicesimo secolo venne regolamentata la sua
preparazione. Sembra infatti che alcuni poco scrupolosi commercianti non usassero
olio buono... Una forma antica di sofisticazione alimentare!
Un Glossario particolare... per saperne di più
Composto: in chimica è una sostanza con caratteristiche proprie che differiscono da quelle delle
sostanze che lo hanno originato. Nell’alimentazione si indica l’insieme bene mescolato e reso omogeneo di diversi alimenti per crearne uno solo.
Frittella: alimento, di forma solitamente tonda,
che viene fritto. Le frittelle possono essere sia
dolci che salate. Si frigge una pastella semiliquiUnità 7 da nell’olio bollente, finché assume un bel colore
pag. 186
dorato. Tipiche sono quelle di carnevale.
Medioevo: è una delle quattro grandi epoche
(antica, medievale, moderna e contemporanea)
in cui gli storici suddividono la storia dell’Europa. Comprende il periodo che va dal quinto secolo dopo Cristo al quindicesimo secolo. Segue la
caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476),
quando finisce l’epoca antica, sino all’era moderna (1492) il cui inizio corrisponde alla scoperta
dell’America.
Norma: legge, regolamento.
Purea: termine derivato dal francese purée, da
cui il francesismo “purè”. Si tratta di una preparazione alimentare, ottenuta da verdure o frutta
lessate, pestate e passate al setaccio. Noi chiamiamo in genere purea quella di patate ma molte
verdure, come le fave, gli spinaci, e in questo
caso i ceci, o la frutta, specie le mele, possono
essere ridotte a purea.
60
Scudo: questa parola ha diversi significati. In
questo caso indichiamo il significato originale
militare, che risale all’esercito romano, cioè di
un’arma di difesa, fatta di una piastra di forme
diverse a seconda delle epoche e di metalli diversi, usata per difendere il corpo del soldato dagli
attacchi delle armi nemiche.
Sfamarsi: togliersi la fame, mangiando.
Sofisticazione alimentare: esistono diversi tipi
di sofisticazione alimentare, in questo caso si
trattava dell’uso di un prodotto non pregiato o
che non corrisponde al tipo di cibo (olio non
d’oliva per esempio al posto di quello che ci
vuole per fare la farinata) o che (a seconda
della sostanza usata) poteva anche essere dannoso per la salute.
Surrogato: è un prodotto di largo consumo che
sostituisce un altro prodotto comune, quando
quest’ultimo, per esempio durante le guerre, non
si può più importare o produrre perché le vie
commerciali sono interrotte.
Spesso questa parola ha un significato negativo
proprio perché è legata all’idea che il prodotto
che sostituisce l’originale (per esempio durante
le seconda guerra mondiale in Italia il caffè fatto
con legumi arrostiti) non sia della stessa qualità
del primo.
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Esercizio 11 - Cloze
Riempi gli spazi vuoti senza guardare il testo originale.
Le vie del _________________________________ di Genova sanno degli odori delle molte
cucine etniche. Ma come non parlare della __________________, vero vanto della cucina ligure? Per quanto riguarda le origini di questo __________________ del pane, dobbiamo andare molto indietro nel tempo, addirittura al periodo __________________
quando i soldati usavano preparare un miscuglio di farina di __________ ed acqua che
facevano poi cuocere al sole o sul proprio _________, per ________________ velocemente e con poca spesa. La ricetta arrivò sino al _____________ quando veniva mangiata
accompagnata con un trito di cipolle bagnate d’aceto, o con del formaggio fresco.
C’è una leggenda, secondo la quale la __________ come la conosciamo oggi, sarebbe
nata nel 1284, per un puro caso, quando la Repubblica di Genova sconfisse la
___________________ di __________ nella battaglia della Meloria. Al ritorno dalla battaglia, infatti, le _________ genovesi dovettero navigare nel corso di una tempesta ed
alcuni barili d’ __________ e ___________ di _________ si rovesciarono bagnandosi d’acqua salata. Ma le provviste erano molto scarse e quindi i marinai furono costretti a
recuperare anche quel _______________ poco appetitoso di ceci ed olio. Forse per
migliorarlo, o per caso, fu fatto asciugare al sole ottenendo così una specie di
_______________.
Ma certamente la ricetta fu poi migliorata: non più gli scudi messi al __________ ma
una teglia nel _____________ caldissimo… Sappiamo che la farinata era tanto diffusa
che nel _____________ secolo venne regolamentata la sua _____________. Sembra infatti che alcuni poco scrupolosi commercianti non usassero olio buono… Una forma
antica di __________________________________________!
61
Raccontami la tua terra
Esercizio 12 - Comprensione del testo
Rileggi ancora il testo e il glossario e
rispondi alle domande a risposta
VERO o FALSO o NON DATO, mettendo una crocetta, come nell’esempio.
La farinata si fa con farina di ceci,
acqua e olio d’oliva
Vero
Falso
Non dato
Il Medioevo va dalla fine dell’era antica
all’inizio dell’era moderna
Vero
Falso
Non dato
La farinata fu inventata dagli egiziani
Vero
Falso
Non dato
La farinata si cuoce nel forno a legna
caldissimo
Vero
Falso
Non dato
Un surrogato sostituisce l’alimento
originale in caso di guerra
Vero
Falso
Non dato
La frittella viene bollita
Vero
Falso
Non dato
62
Esempio:
La farinata è fatta con la farina di fave
Vero
Falso
Non dato
Lo scudo veniva usato anche per
cuocere la pizza
Vero
Falso
Non dato
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
memoRIe dI cRIsTInA
fRA SCIAMADDE,
VIe PRofUmATe
dI “BeLLA cALdA”*
Caro Albertito,
mi chiedi di mandarti una mail con la ricetta della farinata e lo faccio molto volentieri Traccia
5
ma, prima di darti la ricetta, che mi ha fornito quel cuoco meraviglioso che è Marenco, ti voglio raccontare un pezzetto della mia vita nelle vie di Genova e ti mando
anche una foto che mi ritrae con una scrittrice che da giovane mi ha permesso di
conoscere delle bellissime poesie (Spoon River). Grazie a lei e alle sue traduzioni (non
avevo ancora studiato l’inglese) ho potuto anche leggere i romanzi americani, come
per esempio “Addio alle armi” di Hemingway. Ti sto parlando di Fernanda Pivano che
ho conosciuto quando era anziana (e io quasi anziana) e che mi ha regalato il piacere della sua compagnia e una bella serata nel ristorante “Sa Pesta” di Genova dove
con altri amici abbiamo mangiato la farinata e cantato le canzoni di De André… Ti
voglio parlare del profumo delle vie che sanno di focaccia e farinata… Forse è il mio
ricordo ad ingigantire il profumo… O forse no… la focaccia te la “racconterò” in un
altro momento… Ora ti parlo delle Sciamadde, cioé le fiammate che illuminavano e Unità 8
pag. 218
riscaldavano i locali dove si vendevano e consumavano torte e farinate. Lì si poteva
gustare questa specialità insieme a un buon bicchiere di vino.
La fiamma c’è ancora nei locali tipici dove si fa la farinata di ceci.
Una fiamma che riscalda il corpo in inverno ed il cuore nelle mezze
stagioni. La farinata non è infatti cibo estivo e si deve mangiare appena fatta “bella calda”, (“bella cada
”, cioè bella
sciortia d’into forno oua”,
calda, uscita ora dal forno come
veniva intonato dai commercianti
ancora quando io ero bambina).
E così mi diceva una deliziosa
signora chiamata Matilde, che era
bidella nella mia scuola, e che me
ne portava sempre un pezzetto nel
pomeriggio: “Bella cada!”” Clienti abituali delle Sciamadde erano in particolar modo gli artisti e i letterati, tra cui
ricordiamo Fabrizio De André che
amava frequentare questi locali. Nel
2005, vi ho accompagnato la famosa
scrittrice Fernanda Pivano, che già anziaFernanda Pivano
na, e in memoria di Fabrizio De André,
e M.C. Castellani
che ricordava con affetto, non rifiutava un
alla mostra dell’artista
buon piatto di farinata, magari accompaAnnamaria y Palacios, Genova 2005.
gnata da un bicchiere di vino bianco e da
63
Raccontami la tua terra
una cantata corale di Via del Campo, Carlo Martello e La canzone dell’amore perduto…
Con affetto
*Chiamata così in omaggio anche alla “piemontesità” del papà di Cristina,
visto che nell’alessandrino la farinata viene chiamata “Bella calda”
Cristina
Un Glossario particolare... per saperne di più
Farinata di ceci (in genovese fainâ): detta anche
torta di ceci o cecìna, è una torta salata molto
bassa, preparata con farina di ceci, acqua, sale e
olio di oliva. Si cuoce in forno a legna, in teglia, e
assume con la cottura un vivace colore dorato.
Sciamadde (sciamadda = fiammata): per antonomasia antichi locali dove si preparavano la farinata e
altre torte e dove c’era sempre una fiamma che
ardeva nel forno, dalla quale deriva il nome di sciaUnità 1 madda (fiammata). Oggi questi locali vengono chiapag. 35
mati quasi sempre “friggitorie” o “Torte e Farinate”.
Fernanda Pivano: scrittrice, traduttrice e giorna-
64
lista genovese, scomparsa nel 2009, fece conoscere in Italia la letteratura anglo-americana. Conobbe Primo Levi e fu allieva del giovanissimo “professore” Cesare Pavese. Nel corso della sua attività si è anche occupata di musica e di cantautori.
La ricordiamo qui per la sua collaborazione con
Fabrizio De André. Realizzò un’intervista con il
cantautore genovese, per l’album Non al denaro
non all’amore né al cielo, ispirato all’Antologia di
Spoon River, da lei tradotta in italiano. Questa
intervista è pubblicata sul retro di copertina del
disco la cui immagine è riprodotta a pag. 55.
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
lA ricettA
Ricetta per preparare la Farinata
(di Bartolomeo Roberto Marenco)
Preparazione: 5 min. + 4-5 ore di riposo
Cottura: a 250°C - 300°C per 35 - 45 min.
Ingredienti per 8 persone
0,9 lt di acqua, 300 gr di farina di ceci, 1/2 bicchiere di olio di oliva extravergine, una
spolverata di pepe nero, sale q.b., per una teglia di rame del diametro di 40 cm: olio
di oliva extravergine 1/2 bicchiere.
Preparazione
Gli ingredienti della farinata sono pochi e semplici: farina di ceci, olio, sale e acqua.
Mettete in una terrina la farina nella classica forma a fontana e versate al centro, un
po’ alla volta, l’acqua.
Mescolate il tutto per bene facendo attenzione ai grumi, fino ad ottenere un composto liquido e omogeneo, che lascerete riposare, mescolando di tanto in tanto, dalle 4-5
ore, fino ad arrivare alle 10 ore, coperto con un coperchio e fuori dal frigorifero.
Trascorso il tempo necessario, è probabile che si sia formata della schiuma in superficie: toglietela con un mestolo forato. Aggiungete al composto il sale e mezzo bicchiere di olio; versate il restante olio in una teglia di rame, coprendone tutto il fondo.
Versate dentro la teglia il composto di ceci che farete cuocere in forno preriscaldato
a 250° per circa mezz’ora fino a quando la farinata non risulti di un bel colore dorato. Quando sarà cotta, sfornate la farinata, cospargetela di sale e pepe macinato, tagliatela a rombi e servitela ancora calda!
Curiosità
In giro per i vari paesi della Liguria, non è difficile trovare delle versioni modificate
dell’originale farinata con l’aggiunta di nuovi ingredienti: verso Ponente troviamo la
farinata con le borragini, il rosmarino o l’origano; tipica di Voltri è la farinata coi
gianchetti, ovvero i bianchetti; tipica delle Albisole quella coi carciofi, con la salsiccia o con lo stracchino; ad Imperia è tipica la farinata con la cipollina fresca.
65
Raccontami la tua terra
Esercizio 13 - Comprensione del testo
Dopo la lettura dei testi che riguardano la farinata e l’attento esame della ricetta e dei glossari, rispondi ora alle domande aperte. Non guardare i testi e cerca
di ricordare a memoria le migliori risposte…
• A quando risale l’uso della farinata?
___________________________________________________________________________________
• Quando si diffonde a Genova?
___________________________________________________________________________________
• Quando viene documentata la sua produzione?
___________________________________________________________________________________
• Come si chiamavano i locali della farinata con il forno a legna?
___________________________________________________________________________________
• Quale scrittrice amava la farinata?
___________________________________________________________________________________
• Quali ingredienti si usano per fare la farinata?
___________________________________________________________________________________
• Quanto deve cuocere e a quale temperatura?
___________________________________________________________________________________
• Come viene condita la farinata nel Ponente?
___________________________________________________________________________________
66
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Una nuova storia raccontata
da fabrizio de andré
Introduzione all’esercizio 14 - Cloze.
Usciamo per un attimo dai carogi ed andiamo verso il mare, che sia Boccadasse o
che sia qualche angolo di mare e di scoglio che non ci è stato strappato dalla
costruzione di case e strade nella parte “marina” di Genova. Bisogna forse tornare
indietro qualche anno… Ci proveremo…
Ora ascolteremo un testo un po’ diverso di De André: Le acciughe fanno il pallone.
Qui si parla ancora di gente povera, specie della vita dei pescatori liguri. In particolare, la canzone racconta di un pescatore che sperava di poter pescare un grosso
pesce nella bocca del quale trovare il “pesce d’oro” che gli permetterà di diventare
ricco a sufficienza per potersi sposare. Il tono della canzone è mesto, triste, rassegnato.
Unità 3
pag. 77
67
Raccontami la tua terra
Esercizio 14 - Cloze
Prima di ascoltare la canzone Le acciughe fanno il pallone, leggi le parole scritte di seguito. Ascolta quindi la canzone due volte e, al secondo ascolto, completa con le parole che mancano:
sorso • aereo • l’hanno vista • laverò • consola • trema • sbarcherò • villeggianti
• fortuna • sposerò
Le acciughe fanno il pallone
(dall’album Anime Salve)
Le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga1
se non butti la rete / non te ne lascia una
alla riva _________________ / alla riva verrà la gente
questi pesci sorpresi / li venderò per niente
se sbarcherò alla foce / e alla foce non c’è nessuno
la faccia mi _________________ / nell’acqua del torrente
ogni tre ami / c’è una stella marina
amo per amo / c’è una stella che _________________
ogni tre lacrime / batte la campana
passano le _________________ / con gli occhi di vetro scuro
passano sotto le reti / che asciugano sul muro
e in mare c’è una _________________ / che viene dall’oriente
che tutti _________________ / e nessuno la prende
68
ogni tre ami / c’è una stella marina
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
ogni tre stelle / c’è un aereo che vola
ogni tre notti / un sogno che mi _________________ bottiglia legata stretta / come un’esca da trascinare _________________ di vena dolce / che liberi dal male se prendo il pesce d’oro / ve la farò vedere
se prendo il pesce d’oro / mi _________________ all’altare ogni tre ami / c’è una stella marina
ogni tre stelle / c’è un _________________ che vola ogni balcone / una bocca che m’innamora
ogni tre ami / c’è una stella marina
ogni tre stelle / c’è un aereo che vola
ogni balcone / una bocca che m’innamora
le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga
se non butti la rete / non te ne lascia una
non te ne lascia una / non te ne lascia
1. L’alalunga è un grosso pesce, un tipo di tonno (tonno alalunga, appunto).
69
Raccontami la tua terra
Esercizio 15 - Intonazione, pronuncia
Cantiamo la canzone in coro.
Le acciughe fanno il pallone (testo di Fabrizio De André)
Le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga
se non butti la rete / non te ne lascia una
alla riva sbarcherò / alla riva verrà la gente
questi pesci sorpresi / li venderò per niente
se sbarcherò alla foce / e alla foce non c’è nessuno
la faccia mi laverò / nell’acqua del torrente
ogni tre ami / c’è una stella marina
amo per amo / c’è una stella che trema
ogni tre lacrime / batte la campana
passano le villeggianti / con gli occhi di vetro scuro
passano sotto le reti / che asciugano sul muro
e in mare c’è una fortuna / che viene dall’oriente
che tutti l’hanno vista / e nessuno la prende
ogni tre ami / c’è una stella marina
ogni tre stelle / c’è un aereo che vola
ogni tre notti / un sogno che mi consola
bottiglia legata stretta / come un’esca da trascinare
sorso di vena dolce / che liberi dal male
se prendo il pesce d’oro / ve la farò vedere
se prendo il pesce d’oro / mi sposerò all’altare
ogni tre ami / c’è una stella marina
ogni tre stelle / c’è un aereo che vola
ogni balcone / una bocca che m’innamora
ogni tre ami / c’è una stella marina
ogni tre stelle / c’è un aereo che vola
ogni balcone / una bocca che m’innamora
70
le acciughe fanno il pallone / che sotto c’è l’alalunga
se non butti la rete / non te ne lascia una
non te ne lascia una / non te ne lascia
Unità 2 - Raccontami Genova e le sue vie
Verifica finale
Ora abbandoniamo le canzoni di Fabrizio De André ed avviciniamoci di nuovo
alle vie del centro storico, ritrovando una lettera che Giovanni ha scritto a Cristina.
Traccia
6
Cara Cristina,
Ho provato a tornare a Genova e in via del Campo e a mangiare la farinata dove mi avevi
portato tu.
Ho provato a leggere Genova con i tuoi occhi e con quelli di Fabrizio De André e la canzone
“Via del Campo” mi girava per la testa. Che cosa ho trovato?
Frammenti di storia e arte. Musei tradizionali e musei a cielo aperto. Case da vivere e da
sognare. Case da lavorarci. Vecchi e nuovi mestieri. Cieli e scorci di mare. Monti e colline.
La terra e la vita fra un paese e una città.
La città di Genova si stende fra mare e monti per un arco di estrema bellezza: dai luoghi
più noti e turistici della costa a quelli più nascosti ma non meno preziosi dell’entroterra...
Tutti noi siamo molto fieri della nostra storia e delle schegge di tradizione che vi sono
contenute. Crediamo nelle tappe della memoria che le stesse vie ci invitano a scoprire.
Molti di noi, infatti, sanno certamente di più di quanto è stato descritto nelle pagine che
riguardano Genova e le vie del Centro Storico, Fabrizio De André e i locali tipici...
Ma per un attimo Tu mi hai portato indietro, indietro nel tempo della nastra vita e di
questo Ti ringrazio.
Tuo
Giovanni
71
Raccontami la tua terra
Verifica finale
Dopo avere ascoltato la lettera di Giovanni a Cristina, potete rileggerla individualmente.
Scrivete un breve testo (una mail o una lettera) in cui raccontate a chi non vive
a Genova quello che avete imparato in questa Unità. Potete anche usare parti
della lettera di Giovanni.
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
72
Se vi è possibile e non siete troppo lontani venite a Genova a vedere il centro storico e
cercate i luoghi di De André, come hanno fatto Albertito, Cristina, Giovanni e Mircea!
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
Unità 3
Raccontami
L’acciuga
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
CONTENUTI
LINGUISTICI
DOMINIO:
• personale.
• Chiedere per ottenere
informazioni
• Estrapolare contenuti
da un dialogo
• Trasmettere informazioni
e istruzioni
• Usare idiomi
• Parlare di sé e del
proprio passato
• Elaborare elenchi
• Usare vocaboli specifici.
• La frase interrogativa
(intonazione)
• Imperfetto indicativo
• Avverbi di tempo
• Avverbi interrogativi
• La concordanza
genere/numero
• L’imperativo presente
nei testi regolativi
• Arricchimento lessicale.
AMBITO:
• privato.
OGGETTI:
• reti, pescherecci,
acciughe, lampare,
ghiaccio, alimenti,
arbanelle, sassi, lisca,
ricetta.
LUOGHI:
• Oneglia, banchina del
porto, passeggiata sul
mare, mare, spiaggia,
bar.
AVVENIMENTI:
• incontri fra persone
amiche, conversazioni
su un prodotto locale,
produzione,
conservazione e utilizzo
di alimenti, gestione
del tempo libero.
AZIONI:
• salutare in modo
informale, scusarsi,
conversare, rispettare il
proprio turno,
condividere
conoscenze e
competenze, porre
domande, fornire
risposte, dare istruzioni in
ordine cronologico.
74
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
ATTIVITà
ESERCIZI
• Ascolto
• Lettura a voce alta ed
espressiva
• Estrapolazione di
informazioni e di
contenuti
• Acquisizione di nuovo
lessico
• Comprensione del
lessico
• Comprensione del
contenuto
• Mediazione
• Comparazione
• Identificazione di
similitudini
• Discussione guidata
• Parlare di sé
• Esercizi guidati in forma
scritta
• Produzione autonoma
di brevi elaborati in
forma scritta.
Compiti comunicativi:
• Lettura guidata dei
dialoghi (attenzione
alla pronuncia e
all’intonazione)
• Analisi del testo dal
punto di vista lessicale
e strutturale
• Comprensione del
contenuto dei testi
(test vero/falso - test
a risposta multipla)
• Esercizi di interazione
• Esercizi per verificare
l’acquisizione di nuovo
lessico (cloze,
abbinamento di frasi,
esclusione di vocaboli
estranei ad un insieme)
• Esercizi di mediazione
• Rispondere a domande
aperte
• Fornire istruzioni.
Esercizi linguistici:
• Esercizi di coniugazione
dei verbi
• Esercizi sull’uso dei verbi
e degli avverbi di tempo
Verifica:
Scrivere autonomamente
un elaborato
rispettando frasi
predeterminate inerenti
il contenuto dell’unità.
75
Raccontami la tua terra
UnA PAsseGGIATA
mese di dicembre. oneglia, la banchina del porto.
Traccia
7
76
Dopo diversi giorni di pioggia è tornato il sole, non caldo ma luminoso, la luce sul
mare fermo del porto. Alcuni pescherecci sono ormeggiati e tre pescatori si occupano delle reti: uno di loro ne sta cucendo una mentre gli altri due stanno mettendo in
ordine una lunga lenza trasparente. Sono le 11 del mattino, piccoli gruppi di persone
passeggiano sulla banchina e si incamminano lungo la spianata verso le spiagge
ed il mare in movimento. Una Signora alta, con un cappello nero di lana cotta, aspetta. Indossa un paio di pantaloni neri e un piumino bianco. Non è italiana, è nata in
Svizzera e ha vissuto e lavorato nelle più belle città europee, perché faceva l’attrice
teatrale in una compagnia famosa; quando è andata in pensione ha scelto di vivere
in Liguria per via del suo clima mite e del mare che lei adora. Sulla banchina, con le
spalle rivolte al sole, aspetta la sua amica italiana, conosciuta durante una crociera,
con la quale condivide il tempo per conoscere meglio la sua nuova terra adottiva. La
Signora vede arrivare l’amica che stava aspettando, ha un lungo cappotto rosso, un
paio di stivali neri e una borsa dello stesso colore. L’amica si chiama Giovanna e arriva con un passo affrettato perché è un po’ in ritardo sull’orario dell’appuntamento.
Giovanna è nata e ha sempre vissuto a Oneglia, ama parlare del posto e delle sue
tradizioni.
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
- Ciao Edith, è tanto che aspetti? Scusa non riuscivo a trovare un parcheggio... dopo
qualche giorno di pioggia tutti escono per godere un po’ di sole...
- Ciao Giovanna, non ti preoccupare sono arrivata da pochi minuti e sono proprio
contenta di fare una passeggiata con te che, essendo nata qui, mi puoi regalare un
po’ di storia di questi posti. A proposito ho sentito una canzone con strane parole... le
acciughe fanno il pallone. Non capisco a cosa si riferisca, le acciughe sono pesci...
- è un modo di dire che si usava a Genova per dire che erano state viste in mare, si
diceva “E anciôe fàn o balón” e i ragazzi prendevano reti e secchielli e correvano alla
Foce per prenderne qualcuna1. L’autore della canzone che hai sentito era proprio di
Genova e conosceva questo modo di dire. Si tratta di Fabrizio De André.
- Lo conosco bene, ma non avevo mai sentito questa canzone e le acciughe mi interessano da quando le ho comprate sottolio alla manifestazione di novembre “Olio
oliva”. Le tolgo dal vasetto e le adagio su una fetta sottile di pane abbrustolito precedentemente spalmato di burro. Sono una delizia accompagnate da un bicchiere
fresco di Pigato o di Vermentino.
- Dovresti comprare delle acciughe sotto sale che appartengono da sempre alla storia ligure e anche un po’ a quella del Piemonte. Era il metodo di conservazione più
utilizzato e un’acciuga gustosa era gradita per insaporire tutto, addirittura insieme
all’olio e all’aglio i piemontesi ne hanno fatto una salsa sopraffina con la quale
accompagnare le verdure fresche, la chiamano “bagna caouda”. Ma di questo ne
parleremo poi. Oggi i pescatori si dedicano alla pesca del pesce spada e sono in
pochi quelli che, nei mesi di maggio e di giugno, partono la sera verso le sette e stanno in mare tutta la notte per il passaggio delle acciughe. Le acciughe passano in
banchi e vengono attirate dalla luce delle lampare che le barche hanno in dotazione per questo tipo di pesca. Con la luce che penetra nel mare le acciughe diventano luminose e scintillano come stelle. I pescatori calano una rete a “circuizione”,
rotonda con le maglie fitte perché le acciughe non possano fuggire. Sul fondo della
rete c’è un cavo di acciaio che viene tirato quando le acciughe sono dentro così
non possono più scappare e vengono issate sulla barca. è un pesce azzurro con ottime caratteristiche nutrizionali, ma è anche delicato. Nei mesi di maggio e di giugno
in Liguria fa già caldo e bisogna mettere subito le acciughe nelle casse con il ghiaccio, solo così la loro carne si conserva fresca e compatta.
- Ma la pesca delle acciughe si fa solo durante questi mesi? E una volta come facevano i pescatori a conservare le acciughe senza il ghiaccio?
- Vieni Edith, camminando e parlando siamo arrivate quasi alla Galeazza. Quel chiosco è il posto ideale dove prendere un aperitivo, magari con qualche pezzo di “piscialandrea” con due acciughe sopra... Andiamo, una volta sedute sulle sedie di giunco,
col sole in faccia e il mare sotto, ti parlerò più volentieri delle acciughe che a te stimolano così tanto interesse e a me fanno venire appetito.
Unità 2
pagg. 67-70
pag. 92
1. “A anciue fan un balon, - mi dice De André, - a Genova e a Levante si usa così. Da ragazzo le vedevamo alla Foce.
Chi le vedeva gridava: “- A anciue fan un balon”, noi allora uscivamo da casa, dai bar e ci buttavamo a mare con i
salabri e i secchielli”. Cfr. Orengo, 1997.
77
Raccontami la tua terra
Glossario
Acciuga: pesce di piccole dimensioni (da tre a
otto centimetri) pescato nel Mediterraneo, denominato azzurro per il colore argenteo e per le
sue caratteristiche nutritive. Si chiama in dialetto ligure “pan do ma” cioè “pane del mare” perché è il principale alimento dei pesci predatori
ed è uno dei prodotti più pescati nel Mar Ligure.
Il grado di salinità del Mar Ligure dà alle acciughe un sapore equilibrato e delicato che le ha
rese popolari anche oltre i confini regionali.
Peschereccio: barche che servono per la cattura
di pesci.
Lenza: filo sottilissimo e trasparente usato per
pescare, a una sua estremità sono fissati uno o
più ami da pesca (piccoli uncini ai quali si fissa
l’esca, pezzi di cibo o insetti che attirano i pesci).
Lana cotta: tipo di stoffa che si ottiene facendo
infeltrire un tessuto di lana (attraverso il calore
il filato della lana diventa più fitto e la lana si
restringe, perde morbidezza e diventa più spessa e compatta). Questo tessuto si usa per fare
giacche, borse, berretti e pantofole.
Foce: punto dove un corso d’acqua, un fiume o un
torrente, sfocia in mare.
Abbrustolito: bruciato sulla fiamma o nel forno,
tostato.
Pigato: vino bianco secco con profumo particolare.
Vermentino: vino bianco corposo e asciutto.
Bagna caouda: in piemontese vuol dire salsa
calda. è un tipico piatto del Piemonte a base di
aglio, olio extravergine d’oliva e acciughe salate.
Dentro la salsa si intingono le verdure di stagione
che possono essere crude o cotte. Oggi sono utilizzati degli appositi contenitori in terracotta, formati con una ciotola sotto la quale è posizionato un
fornellino per mantenere sempre calda la salsa.
78
Banchi: insiemi di pesci che si muovono insieme
formando gruppi.
Lampare: un tipo di lampada grossa e potente
usata sulle barche per illuminare la superficie
del mare di notte. I pesci che vedono la luce sono
attirati in superficie dove vengono catturati.
Rete a circuizione: un tipo di rete utilizzato per
pescare i pesci che vivono in banchi. Dopo che la
lampara ha illuminato i pesci che formano un
banco viene calata questa rete intorno al banco. La
rete ha dei pesi che la fanno scendere nel mare.
Quando il banco è circondato dalla rete i pescatori
tirano un cavo che stringe la rete nella parte inferiore e cattua all’interno il banco di pesci.
Maglie della rete: la larghezza dei buchi, formati
dalla lenza e dalle corde, presente nella rete.
Caratteristiche nutrizionali: caratteristiche di
un alimento inerenti la quantità di proteine, di
grassi, di zuccheri che contiene. Le buone caratteristiche nutrizionali del pesce azzurro sono
quelle di apportare proteine, omega 3, selenio,
fosforo, iodio, vitamine B ed E. Le acciughe
apportano circa 131 calorie ogni 100 grammi.
Galeazza: zona di mare e di spiagge caratterizzata dalla presenza di un grosso scoglio vicino alla
riva del mare che ha la forma triangolare simile
alla vela di una galea. (La galea era un tipo di
nave, da guerra e da commercio, usata nel Mare
Mediterraneo. Si spostava utilizzando i remi ed
era caratterizzata dalla presenza di grandi vele).
Aperitivo: bere, prima del pasto serale, una
bevanda fresca, analcolica o moderatamente
alcolica, mangiando piccoli assaggi di cibo salato
per stimolare l’appetito.
Piscialandrea: un tipo di focaccia che viene
descritta alle pagg. 92-93.
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
Esercizio 1 - Comprensione del testo
Comprensione del contenuto del testo.
Rispondere con VERO o FALSO o NON
DATO
Esempio:
Il sole è ritornato dopo diversi giorni
di pioggia

Vero

Falso

Non dato
Edith è francese

Vero

Falso

Non dato
Le acciughe passano in banchi

Vero

Falso

Non dato
Giovanna è italiana di Sanremo

Vero

Falso

Non dato
Le acciughe sono attirate dalla luce
delle lampare

Vero

Falso

Non dato
Edith mangia le acciughe sopra
una fetta di pane abbrustolito
Vero


Falso

Non dato
La rete per le acciughe ha le maglie
larghe

Vero

Falso

Non dato
Le acciughe che Edith
toglie dal vasetto
sono fresche

Vero

Falso

Non dato
Le acciughe appena pescate vengono
messe nelle casse con il ghiaccio

Vero

Falso

Non dato
Il sale si produceva
a Oneglia

Vero

Falso

Non dato
Giovanna invita Edith a prendere
un aperitivo

Vero

Falso

Non dato
79
Raccontami la tua terra
Esercizio 2 - Produzione e interazione
Si verifica l’apprendimento del lessico ed il suo immediato utilizzo nell’interazione. L’insegnante divide in coppie i corsisti in modo che i componenti di ciascuna coppia provengano da Paesi diversi. Ogni coppia, a turno, legge i seguenti
vocaboli e ne spiega il significato in italiano al gruppo usando parole proprie ed
esempi esplicativi:
pescherecci
aperitivo
mare
rete
lenza
porto
sole
cappello
vasetto
abbrustolito
Esercizio 3 - Cloze
Esercizio per verificare l’acquisizione di nuovo lessico. Leggere il seguente riassunto del dialogo e completare gli spazi con le parole indicate in fondo.
80
Una passeggiata.
Mese di dicembre. Oneglia, la banchina del porto.
Edith stava aspettando Giovanna sulla banchina del porto. Erano le undici e Giovanna
non era ancora arrivata. Quando è arrivata Giovanna ha salutato Edith chiedendole
scusa per il ______________ . Edith ha rassicurato Giovanna dicendole di essere arrivata da pochi minuti. Edith era contenta di poter fare una passeggiata insieme alla sua
amica. Edith ha chiesto una spiegazione su una frase che ha sentito in una
______________ e che non le era chiara. La frase riportava che le acciughe fanno il pallone e Giovanna le ha spiegato che era un modo di dire per segnalare il passaggio in
mare dei ______________ di acciughe affinché i ragazzi, e non solo loro, corressero alla
Foce per cercare di pescarne un po’. Edith ha detto di aver acquistato un ______________
di acciughe sottolio a una manifestazione che si svolge a Oneglia nel mese di novembre e che ama mangiarle su una fetta sottile di pane _______________ precedentemente
spalmato di burro. Giovanna ha consigliato a Edith di comprare delle acciughe sotto
sale che appartengono da sempre alla storia ligure e anche un po’ a quella del Piemonte poiché la ______________ era il metodo di conservazione più utilizzato e un’acciuga
gustosa era gradita per insaporire tutto. I piemontesi, insieme all’olio e all’aglio, ne
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
fecero una ______________ con la quale accompagnare le verdure fresche che si chiama “bagna caouda”. Giovanna ha raccontato che oggi i pescatori si dedicano prevalentemente alla pesca del pesce spada. Ha detto che le acciughe passano in banchi e
vengono attirate dalla luce delle ______________ in dotazione delle barche. Ha raccontato che con la luce che penetra nel mare le acciughe diventano luminose e scintillano
come stelle. L’acciuga è un pesce azzurro con ottime caratteristiche ______________.
Edith ha fatto altre domande ma Giovanna ha interrotto la ______________ invitando
Edith a prendere un aperitivo.
Parole da inserire:
salsa • lampare • nutrizionali • abbrustolito • chiacchierata • ritardo • canzone •
vasetto • banchi • salatura.
Esercizio 4
Esercizio per verificare l’acquisizione di nuovo lessico e della struttura morfosintattica delle frasi. Collegare con una freccia le frasi della colonna di sinistra
(con i numeri) alle frasi della colonna di destra (con le lettere) in modo da ottenere frasi di senso compiuto.
1 Le acciughe sotto sale
a le acciughe non possono fuggire.
2 I piemontesi fanno una salsa
b si conservano oltre un anno.
3 La pesca delle acciughe si fa
c caratteristiche nutrizionali.
4 Le barche partono la sera verso le
sette e
d nei mesi di maggio
e di giugno.
5 Le acciughe passano in banchi e
e vengono attirate dalla luce delle
lampare.
6 Con la luce delle lampare le
7 Le acciughe si conservano
8 I pescatori calano una rete con le
maglie fitte così
9 L’acciuga è un pesce azzurro con
ottime
10 Nei mesi di maggio e di giugno
bisogna mettere le acciughe
f sopraffina per accompagnare le
verdure fresche.
g nelle casse con il ghiaccio.
h stanno in mare tutta la notte.
i sotto sale ma anche sottolio.
j acciughe scintillano
come stelle.
81
Raccontami la tua terra
L’APERITIVO
Traccia
8
82
Edith e Giovanna si sono accomodate a un tavolo del chiosco e hanno ordinato un
aperitivo. Edith si è incuriosita sulla questione della conservazione delle acciughe,
che deve essere già iniziata sul peschereccio non appena il pescato viene issato a
bordo. Inoltre si chiede come avessero fatto in passato i pescatori senza le macchine per la produzione del ghiaccio. Quindi Edith ricomincia subito a parlare.
- Non vedevo l’ora di essere seduta qui per riprendere la nostra conversazione. Sono
proprio curiosa di sapere dove prendevano il ghiaccio i pescatori cento anni fa.
- Dovrei parlarti delle “neviere”. Il ghiaccio per conservare era una necessità. Il ghiaccio si fabbricava nell’entroterra. Si scavavano nel terreno profonde e grandi buche.
Le buche erano fasciate con foglie e rami, poi venivano riempite di neve pressata.
Gli uomini salivano sulle montagne e riempivano carretti di neve schiacciata con
le mani. Poi scaricavano la neve nelle buche. Il peso della neve compattava il
ghiaccio che veniva poi tagliato e portato sulla costa in grandi blocchi. I blocchi
erano conservati per poco tempo nei magazzini ed erano subito venduti a pezzi
alle persone. I blocchi di ghiaccio venivano trasportati con dei ganci per poterli
sollevare e spostare. Un tempo solo pochi “privilegiati” potevano comprarlo e lo
usavano per conservare i cibi e per raffreddare le bevande. Ma era una cosa da
ricchi. I bambini correvano dietro al carretto del ghiaccio per poterne raccogliere i
minuscoli pezzettini che rimanevano dopo il taglio del blocco. Sulle dita dei bambini i frammenti si scioglievano e succhiarli era un gioco divertente. Poi negli anni ’50
sono arrivate le fabbriche di ghiaccio e i frigoriferi.
- Non lo sapevo, quello che racconti è molto interessante e dimmi ancora, le acciughe, dopo essere state pescate, venivano portate alla fabbrica per essere pulite e
messe nei vasetti?
- No, la conservazione delle acciughe è sempre stata artigianale e ancora oggi
gran parte della lavorazione è rimasta così. Le mogli dei pescivendoli aspettavano
l’arrivo delle barche e ne compravano intere casse. Le acciughe venivano messe
sotto sale dopo San Giovanni, il giorno 24 del mese di giugno. Doveva fare già
caldo. Le acciughe devono essere abbastanza grosse, almeno sette o otto centimetri perché se sono più piccole il sale le brucia. Ad ogni acciuga veniva tolta la
testa usando solo le mani. Insieme con la testa si toglieva il “ventrame”. Poi le acciughe venivano messe, con la pancia rivolta verso l’alto, dentro un’arbanella di vetro
sopra uno strato di sale grosso. Si alternava uno strato di acciughe e uno di sale.
Quando l’arbanella era piena si metteva un ultimo strato di sale e si copriva con
una pietra. Ore e ore di lavoro.
- Si copriva con una pietra che cosa? Un’arbanella... che cos’è non ho mai sentito
questa parola...
- Arbanella è il nome che si dà in Liguria ai vasi di vetro.
- Non capisco neanche la necessità di una pietra. Ho visto che tutti i vasetti hanno il
loro tappo in metallo, si avvita e si svita.
- La pietra sopra le acciughe è fondamentale ancora oggi perché il peso della pietra tiene schiacciate le acciughe, il sangue esce e la carne rimane soda e compatta. Il liquido che si forma in Liguria non viene utilizzato e si butta via, mentre in
altre regioni d’Italia questo liquido si chiama colatura e si usa in cucina. In molte
parti della Liguria viene usata una lastra di ardesia del diametro del vasetto che si
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
-
-
-
-
-
-
-
-
chiama “ciappa”. La differenza è che
una volta le donne andavano alla
spiaggia e raccoglievano delle pietre
basse e larghe della dimensione giusta
per le arbanelle, mentre oggi la pietra
viene fatta fare apposta. I pescivendoli
vanno dal marmista e si fanno tagliare un
pezzo di marmo quadrato che mettono
sopra le acciughe. Una volta era normale
che ogni famiglia avesse in casa un vaso
con le acciughe con una pietra sopra.
Oggi se compri l’arbanella in pescheria il
pescivendolo toglie il pezzo di marmo e
chiude l’arbanella con un coperchio
ermetico di plastica.
Ho capito, ma le arbanelle che vedo nelle
pescherie sono grandi e, vivendo da sola, non
posso certo pensare di comprarne una intera.
No, hai ragione. Anche se il sale conserva le acciughe anche per più di un anno
un’intera arbanella è troppo grande. Puoi comprare solo le acciughe che ti servono, infatti il pescivendolo ha sempre una grossa arbanella destinata a essere venduta sfusa.
Sfusa... cosa vuol dire? Sfusa io penso ai gatti.
I gatti fanno le fusa, le acciughe possono essere vendute a peso dividendo in parti
un unico grande contenitore. Sfuse vuol dire che non devi compare tutto il contenitore ma solo una sua parte.
Va bene. Cosa ne pensi di tornare verso il porto? Se trovassi il pescivendolo ancora
aperto potrei comprare quattro acciughe.
E come le vorresti preparare?
Non lo so. Se tu fossi così gentile da darmi dei suggerimenti te ne sarei grata.
Volentieri. Paghiamo la consumazione e poi ci avviamo.
Glossario
Non appena: nello stesso momento in cui si compie un’azione, subito.
Entroterra: il territorio a monte della costa sul
mare, verso l’interno, verso i monti e le alture.
Compattare: indurire un materiale schiacciandolo.
San Giovanni: il Santo Patrono di Oneglia festeggiato il giorno 24 del mese di giugno.
Ventrame: l’intestino, le interiora presenti nella
pancia dei pesci.
Bruciare: il sale rovina la carne troppo delicata e
la distrugge.
Ardesia: pietra di colore nero usata anche per le
lavagne. è una pietra proveniente dal paese di
Lavagna.
Consumazione: quello che si consuma, si mangia
e si beve, in un locale pubblico che somministra
cibi e bevande, come ad esempio un bar.
83
Raccontami la tua terra
Esercizio 5 - Comprensione del testo
Esercizio per verificare la comprensione del contenuto del testo. Test a risposta multipla. Per ogni domanda scegliere la risposta più adeguata come
nell’esempio.
A che cosa serviva il ghiaccio?

A preparare la pasta con le acciughe.

A mantenere fresca la casa.

A conservare il cibo e a raffreddare le
bevande.
Dove venivano messe le acciughe
per la loro conservazione sotto sale?

Nelle arbanelle.

Nei vasi di terracotta.

In frigorifero.
I bambini compravano i ghiaccioli?

Sì, i bambini compravano i ghiaccioli
alla menta.

No, i bambini succhiavano i frammenti
di ghiaccio.

Qualche volta.
Di che materiale è fatta un’arbanella?

Di metallo.

Di legno.

Di vetro.
Come veniva tolta la testa alle acciughe?

Con il coltello.

Con le forbici.

Con le mani.
Quando venivano messe sotto
sale le acciughe?

Durante l’inverno.

A marzo.

Quando faceva caldo.
84
Esempio:
A che cosa servivano le neviere?
A produrre ghiaccio


A produrre sale

A produrre acciughe
Con che cosa si coprivano le acciughe
quando il contenitore era pieno?

Con una stoffa di lana cotta.

Con un telo bianco di cotone.

Con una pietra.
Per quanto tempo il sale conserva
le acciughe?

Per dieci mesi.
Per più di un anno.


Per qualche giorno.
Come si possono comprare
le acciughe?

A mazzi.

Solo in arbanelle di vetro.

Anche sfuse.
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
Esercizio 6 - Mediazione
Comprendere il significato dei seguenti modi di dire e cercarne di simili nella
propria lingua di origine.
Stretti come acciughe
(L’autobus era così pieno che eravamo
stretti come acciughe.)
Magro come un’acciuga
(Era il ragazzo più magro della classe,
era magro come un’acciuga.)
Esercizio 7
Esercizio per verificare l’acquisizione del lessico. In ogni gruppo trovare la parola
che non ha attinenza con le altre e sottolinearla, come nell’esempio.
acciuga
sale
arbanella
bottiglia
banchina
porto
baita
peschereccio
lampara
rete
fucile
lenza
piscialandrea
arance
pane abbrustolito
acciughe
bagna caouda
acciughe ripiene
acciughe sottolio
marmellata
ombrellone
ghiaccio
montagna
buche
pescheria
panetteria
macelleria
libreria
testa
ventrame
pancia
sorriso
40 giorni
30 grammi di sale
più di un anno
24 giugno
chiosco
aperitivo
pigato
caffé
Galeazza
mare
Monte Rosa
Foce
nuotare
studiare
prendere il sole
pescare
85
Raccontami la tua terra
Il tempo imperfetto
modo indicativo
Il tempo imperfetto modo indicativo si usa per
• descrivere il passato e lo svolgimento di azioni nel tempo passato
esempio: “Quando ero piccolo andavo al mare alla Galeazza. Giocavo con i miei
amici fino a sera. Mi divertivo tanto. Non era mai ora di tornare a casa.”
• iniziare a raccontare una favola
esempio: “C’era una volta un gatto che si chiamava Birba. Birba amava mangiare le
acciughe, così aspettava il ritorno delle barche per cercare di avere una bella e
fresca acciuga. Ma un giorno ...”
• esprimere un’abitudine o un fatto ripetuto nel passato
esempio: “Le pescivendole preparavano sempre le acciughe sotto sale.” “Mia
nonna andava a Messa tutte le domeniche.” “Da bambino andavo a dormire sempre
alle 21.00”.
• definire la contemporaneità di un’azione compiuta dallo stesso soggetto nel passato
esempio: “Mentre pulivo le acciughe sognavo di viaggiare verso paesi lontani.”
“Scrivevo delle lettere agli amici e nello stesso tempo ascoltavo la musica alla
radio.” “Mentre aspettavo mio figlio fuori dalla scuola parlavo con le altre mamme.”
• definire la contemporaneità di un’azione compiuta nel passato da soggetti diversi
esempio: “Io pulivo le acciughe mentre mia figlia Angela lavava le arbanelle e mia
figlia Luisa le asciugava.” “Mentre telefonavo per avere del ghiaccio Emilio spremeva i limoni per fare la limonata.” “Mentre ti leggevo le favole tu ti addormentavi.”
• indicare un’azione passata che ha una funzione continuativa che viene interrotta
da un’altra azione espressa con un altro tempo verbale
esempio: “Quando sei arrivato a prendermi stavo ancora dormendo.” “Mentre facevo colazione ho sentito abbaiare un cane.” “Andavo al lavoro e ho incontrato Mario.”
• rendere cortese una richiesta o un’affermazione
esempio: “Le volevo chiedere un piacere.” “Non doveva disturbarsi.” “Poteva evitare di correre, è ancora presto.”
• indicare un’azione che aveva una funzione continuativa nel passato espressa con il
verbo stare + gerundio
esempio: “Mario stava leggendo un libro in giardino quando ha suonato il telefono.” “Marco e Giulia stavano giocando con il cane.” “Cosa stavi facendo? Stavo
stirando.”
86
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
Il tempo imperfetto modo indicativo.
Per coniugare i verbi al tempo imperfetto modo indicativo occorre togliere i suffissi
ARE - ERE - IRE del tempo infinito presente del verbo e inserire al loro posto i suffissi del tempo imperfetto evidenziati in neretto nella tabella sottostante.
La coniugazione di quasi tutti i verbi al tempo imperfetto modo indicativo è regolare.
PARL ARE
CRED ERE
DORM IRE
Io parl avo
Io cred evo
Io dorm ivo
Tu parl avi
Tu cred evi
Tu dorm ivi
Egli parl ava
Egli cred eva
Egli dorm iva
Noi parl avamo
Noi cred evamo
Noi dorm ivamo
Voi parl avate
Voi cred evate
Voi dorm ivate
Essi parl avano
Essi cred evano
Essi dorm ivano
I verbi ESSERE, BERE, DIRE, FARE hanno una coniugazione irregolare.
ESSERE
Io ero
Tu eri
Egli era
Noi eravamo
Voi eravate
Essi erano
BERE
Io bevevo
Tu bevevi
Egli beveva
Noi bevevamo
Voi bevevate
Essi bevevano
dIRE
Io dicevo
Tu dicevi
Egli diceva
Noi dicevamo
Voi dicevate
Essi dicevano
fARE
Io facevo
Tu facevi
Egli faceva
Noi facevamo
Voi facevate
Essi facevano
87
Raccontami la tua terra
Esercizio 8
Esercizio per verificare l’apprendimento dei suffissi. Coniugare i verbi sotto
indicati al tempo imperfetto modo indicativo e scriverli sul quaderno:
pescare • passeggiare • raccontare • vedere • mettere • pulire • togliere
assaggiare • lavare • pagare
Esercizio 9
Coniugazione e uso del verbo. Cambiare i verbi sottolineati del seguente racconto coniugandoli al tempo imperfetto modo indicativo.
Tutti i giorni vado al mare. Faccio una lunga passeggiata sul molo e arrivo fino al faro.
Quando arrivo al faro mi siedo su una panchina di legno che si trova lì vicino e osservo il panorama. Vedo le barche a vela e i pescherecci ancorati nel porto. Qualche volta
rientra una barca. Mi piace guardare le manovre lente che fa per entrare nel porto. Se
si tratta di un peschereccio sopra di esso volano i gabbiani e altri uccelli marini per
cercare di prendere qualche pesce. I gabbiani seguono la barca e tutte le operazioni di
scarico del pesce. Guardo volare i gabbiani e sento il leggero rumore dell’acqua. A
volte mi porto un panino con il tonno e qualcosa da bere. Mi piace mangiare all’aperto
sotto il sole. Talvolta arrivano dei piccioni per mangiare le briciole del mio panino.
Guardo la banchina del porto, le case colorate, il campanile della chiesa e le alture
verdi appena sopra la costa. Il tempo passa velocemente. Nella borsa metto sempre
un libro da leggere, così trascorro anche due ore leggendo. Molte persone arrivano
fino al faro, poi tornano indietro subito. Poche persone si fermano vicino al faro, qualcuna cerca di parlarmi, ma io preferisco restare in silenzio così le persone vanno via
e io rimango da solo e ascolto solo il rumore del mare e delle barche. Mi piacciono i
pescatori che pescano con lunghe canne e sottilissime lenze trasparenti, perché non
parlano e non fanno rumore, rimangono in silenzio ad aspettare i pesci. Sono un tipo
solitario. Soltanto quando piove non vado al mare.
Potresti iniziare la trasformazione del racconto al tempo imperfetto usando le seguenti espressioni:
Quando ero bambino andavo ...
Tanti anni fa andavo ...
Fino a un mese fa andavo ...
Qualche tempo fa andavo ...
Una volta andavo...
88
Potresti usare le stesse espressioni anche per raccontare un fatto personale, un evento della tua infanzia, del tuo passato.
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
Esercizio 10
Esercizio per verificare l’uso del tempo imperfetto modo indicativo e la concordanza del numero con il sostantivo. Implica il riconoscimento degli oggetti elencati. Scegliere il verbo adeguato all’uso attuale degli oggetti.
Usare le espressioni:
c’è - ci sono oppure c’era - c’erano
rispettando la concordanza, poi completa la frase con l’oggetto usato per lo stesso scopo nel passato oppure nel presente costruendo frasi come nell’esempio:
Una volta c’era il giradischi oggi _______________________.
Una volta c’era il giradischi oggi c’è il lettore CD.
Nella ricerca degli oggetti puoi farti aiutare dall’insegnante.
Un tempo c’era la macchina per scrivere oggi ______________________________________
Una volta c’era la macchina fotografica con la pellicola oggi __________________________
___________________________________________________________________________________
Oggi c’è il lettore DVD, ieri _______________________________________________________
Ieri c’erano i dischi in vinile, oggi ________________________________________________
Oggi c’è la penna USB, ieri ________________________________________________________
Ieri c’era il ciclostile, oggi ________________________________________________________
Ieri c’era il frullino a mano, oggi ___________________________________________________
Ieri c’era il macinino a mano per il caffè, oggi ____________________________________
Oggi c’è il frigorifero, ieri ________________________________________________________
Ieri c’era il pallottoliere, oggi _____________________________________________________
Parole da inserire:
macinacaffè elettrico • il computer • i blocchi di ghiaccio • la macchina fotografica
digitale • la calcolatrice • il videoregistratore• il frullatore elettrico • i CD • i floppy
disc • la fotocopiatrice.
Produzione orale. Interazione.
E tu hai utilizzato tutti gli oggetti sopra elencati? Racconta le tue esperienze o quelle
dei tuoi familiari alla classe usando i verbi al tempo adeguato.
89
Raccontami la tua terra
Il Ritorno e le ricette
Traccia
9
Giovanna e Edith si avviano verso il porto e camminano sulla strada che costeggia il mare. Non ci sono persone sulla spiaggia. Solo qualche gabbiano che vola e
il frangere delle onde. La brezza del mese di dicembre è fredda, ma un tiepido sole
permette di passeggiare piacevolmente.
Glossario
90
Frangere: le onde che arrivano sulle rocce e si
rompono con rumore di acqua che cade.
Brezza: vento leggero sul mare.
Deliscare: togliere la lisca centrale del pesce. Spinare il pesce è togliere tutte le lische e le spine.
Dissalare: sciacquare bene sotto l’acqua corrente per eliminare tutto il sale della conservazione.
Ripiene: acciughe aperte in due parti all’interno
delle quali viene inserito un composto omogeneo di
cibo chiamato “ripieno”. Il ripieno per le acciughe
può essere composto da uova, pangrattato, olio,
prezzemolo, maggiorana (erba aromatica), aglio e
acciughe tritate.
Lesse: bollite in acqua.
Lessare: far cuocere un alimento nell’acqua bollente.
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
- Sai Giovanna ho pensato a una diversa possibilità. E se io comprassi le acciughe
fresche e le mettessi sotto sale?
- Dovresti aspettare, come ti ho già detto, almeno il mese di maggio per la prima
pesca. Meglio ancora il mese di giugno. Ora non ci sono acciughe fresche. In questo periodo le acciughe vivono in profondità.
- Dovrei prendere degli appunti. L’avevo già dimenticato. Come si preparano le
acciughe sotto sale?
- Non ti preoccupare. La prima volta le possiamo preparare insieme, così ti faccio
vedere come si fa.
- Grazie. Ma se io ritornassi a maggio e se tu non ci fossi come potrei preparare le
acciughe sotto sale?
- Potresti fare così: per ogni chilogrammo di acciughe, fresche, ancora da pulire,
compra un quarto di sale grosso.
- Un quarto di sale?
- Sì, sarebbe la quarta parte di un chilo, quindi 250 grammi. Bisogna deliscare le
acciughe. Seguendo la tradizione togli la testa da ogni acciuga. Prendi la testa
dell’acciuga dalla parte alta così alla testa dell’acciuga rimane attaccato il ventrame. Controlla comunque di aver tolto tutto il ventrame, cioé tutte le interiora. Poi
metti le acciughe e il sale in un’arbanella alternandoli: uno strato di sale e poi uno
strato di acciughe e avanti così... Disponi le acciughe con la pancia in alto, una
coda da una parte e poi una coda dall’altra parte. Quando hai finito le acciughe
fai l’ultimo strato con il sale. Copri le acciughe con un sasso largo e abbastanza
pesante. Aspetta almeno quaranta giorni prima di mangiarle.
- Sasso?
- Sì, un sasso, una pietra larga non troppo sottile, non troppo grande. Vieni, scendiamo insieme alla spiaggia così ti faccio vedere. Poiché il sasso lo metti a contatto
con il sale è meglio farlo bollire per dieci minuti nell’acqua per pulirlo bene.
- Va bene. Faccio cuocere anche il sasso! E dopo cosa posso preparare con le
acciughe sotto sale?
- Puoi fare un antipasto con pezzetti di acciuga e stuzzichini, le puoi mettere sulla
pizza e sulla focaccia. L’importante è pulire e dissalare bene le acciughe. Bisogna
aprire l’acciuga e togliere la lisca centrale. La cosa più importante è eliminare
bene il sale sotto l’acqua corrente anche per farle tornare morbide. Con le acciughe fresche invece puoi preparare una torta di acciughe al forno, oppure farle
ripiene o lesse.
- è tutto interessante. E la ricetta della bagna caouda? La conosci?
- Sì, aspetta. Ma guarda che fortuna! Tieni questo foglietto. Sopra ho trascritto la
ricetta per darla a mia nipote Francesca. Prendila senza problemi, per Francesca
la copierò di nuovo.
pag. 92
91
Raccontami la tua terra
Le RIceTTe
ricetta per preparare la “Bagna caouda” (di Maria Cristina Castellani)
Ingredienti
2 o 3 acciughe, per ogni commensale
2 o 3 spicchi d’aglio, per ognuno dei consumatori + poco burro
olio: alcuni cucchiai da cucina, per ciascun commensale
verdure tradizionali piemontesi
Preparazione
Dovete seguire alcune indicazioni, per poter assaporare un’autentica “Bagna caouda”.
In particolare, scegliete con attenzione gli ingredienti: le acciughe, devono essere
ottime e appena dissalate. Diliscate le acciughe, lavatele in acqua e vino, asciugatele.
L’altro elemento fondamentale è l’aglio. Togliete il germoglio verde e poi affettate
l’aglio in modo sottile. Lasciare riposare l’aglio in acqua fredda per alcune ore.
L’olio deve essere extravergine d’oliva.
In un tegame di terracotta, mettete l’aglio affettato ed asciugato, con poco olio e poco
burro. Cuocete lentamente a fuoco molto basso e girate con un cucchiaio di legno.
Dovete fare attenzione perché non deve rosolare... L’aglio si scioglierà. Si formerà
una crema omogenea bianca e soffice. A questo punto aggiungete altro olio e le
acciughe. Cuocete la salsa piano piano a fuoco lento. Anche le acciughe si scioglieranno e formeranno un’unica salsa con olio e aglio... Si otterrà in questo modo, una
salsa densa e profumata, di colore marrone chiaro.
Le verdure tradizionali che accompagnano il piatto, non devono
essere aromatiche. Scegliete cardi, peperoni, cavoli verdi, bianchi e rossi, cuori bianchi di insalate, scarola e indivia, porri freschi, cipollotti lunghi, rape bianche, barbabietole rosse cotte al
forno, cavolfiori lessi, cuori di cavolo lessi, cipolle al forno.
Infine, piatti di patate bianche bollite con la loro buccia, mele, fette
di zucca arrostite o fritte, fette di polenta calda - arrostita o fritta...
ricetta per preparare la “Piscialandrea” (di Bartolomeo Roberto Marenco)
92
Ingredienti
750 gr farina “00”
50 gr lievito di Birra
150 gr latte
150 gr olio extravergine d’oliva taggiasca
150 gr cipolla bianca
500 gr pomodoro pelati
q.b. basilico, q.b. origano, q.b. olive taggiasche, q.b. aglio di Vessalico, q.b. sale, q.b.
acciughe
Procedimento
Preparare la pasta lievitata con farina, lievito, latte, olio ed un po’ di sale. Far lievitare due ore. Con il resto degli ingredienti fare la salsa di copertura rosolando cipolla
trita con olio e aggiungendo poi i pelati e le acciughe. Quando si saranno sciolte le
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
acciughe togliere dal fuoco. Stendere l’impasto nella teglia oleata e ricoprire con
olive, spicchi d’aglio privati della pelle e la salsa ottenuta.
Spolverare d’origano e cuocere in forno preriscaldato a 200°C. Badare bene che
non si asciughi la salsa, se succede aggiungerne altra. Far raffreddare, tagliare e
servire.
Ricetta per preparare la “Sardenaira” (di Bartolomeo Roberto Marenco)
Introduzione
Si scrive Sardenaira, ma si pronuncia “Sardenara”. è una ricetta tipica di Sanremo.
La Sardenaira si può trovare in vendita nelle cittadine immediatamente limitrofe,
ma non ve lo consiglio perché, purtroppo sempre più spesso, anche a Sanremo potete
rischiare di mangiare qualcosa che non ci assomiglia nemmeno lontanamente... Peccato perché era un’istituzione fin dai tempi di Bartali e Coppi! Finita la Milano Sanremo era facile incontrarli in un’antica trattoria di Sanremo di via Palazzo.
Premesso che è VIETATO chiamare “Pizza” la Sardenaira, al fine di non offendere a
morte i sanremesi, anzi i Matuziani (da Matuzia, antico nome della città). Così anche
se non proprio con le stesse parole si può leggere in una targa all’ingresso di quella
trattoria.
Tempo
30 minuti + 1 ora per la lievitazione
Per l’impasto
(con queste dosi, otterrete una quantità di Sardenaira, delle dimensioni della placca
di un normale forno di casa)
500 gr farina di grano tenero tipo 00
lievito di birra: 1 cubetto e mezzo (30/40 gr)
sale: 20 gr
zucchero: un pizzico
olio extravergine di oliva taggiasca: 5 cucchiai abbondanti
acqua tiepida: un bicchiere / un bicchiere e mezzo (250 gr)
Per la guarnizione
1 scatola di polpa pronta
10 spicchi d’aglio medi vestiti (cioè non sbucciati)
20 olive nere liguri taggiasche
3/4 acciughe sotto sale
origano quanto basta
sale 3 pizzichi
olio extravergine di oliva
un cucchiaio di capperi
Note
• è importante ai fini dell’integrità del sapore che l’olio e le olive siano liguri.
• La quantità dell’acqua dipende dall’umidità dell’ambiente, dalla stagione e dalla
farina.
93
Raccontami la tua terra
94
Procedimento
Consiglio di preparare tutti gli ingredienti a portata di mano. Chiudete la porta della cucina ed evitate che ci siano correnti d’aria. L’ambiente di lavorazione deve essere caldo.
Versate in una terrina la polpa pronta di pomodoro, con 3 pizzichi di sale, 1 cucchiaio
di olio, 4/5 pizzichi di origano, i capperi, 5 cucchiai di acqua, mescolate coprite e mettete da parte. In una tazzina sciogliete il lievito in acqua tiepida e aggiungetevi un
pizzico di zucchero.
Mettete la farina setacciata sulla spianatoia, fate una “fontana”: versate al centro il
lievito disciolto in acqua tiepida, 5 pizzichi di sale e 5 cucchiai di olio; con i rebbi di
una forchetta cominciate ad amalgamare gli ingredienti, avendo cura di non demolire subito i bordi della vostra fontana.
Una volta amalgamato il tutto, procedete ad impastare per circa 10 minuti con le
mani, fino ad ottenere un impasto molto morbido ed elastico. Quindi se necessario
aggiustare con acqua tiepida fino a raggiungere il risultato descritto. Tenete accanto
a voi un pugno di farina in modo da spolverare mano a mano che impastate la spianatoia. Quando l’impasto non si attacca più, nelle mani ne alla spianatoia, è pronto per
essere steso.
Fare riposare per 20 minuti circa. Accendete il forno per 2/3 minuti sui 50°C poi spegnete. Ponete quindi un foglio di carta da forno sul fondo della placca oleata, appoggiatevi sopra l’impasto e, con le mani, tiratelo e allargatelo facendolo rialzare appena
sui bordi. Aiutandovi con un pennello piatto e largo 4/5 cm, spennellate l’impasto con
pochissima acqua tiepida, sale ed olio.
Conficcatevi le olive posizionandole in modo regolare a rombo. Conficcatevi qua e là
gli spicchi d’aglio senza togliere la buccia. Coprite il tutto con carta stagnola e mettete nel forno a lievitare per un’ora. L’impasto raddoppierà in altezza.
Appena pronto, coprite tutta la superficie con la polpa pronta che avevate messo da
parte, meno i bordi; sfilettate le acciughe e distribuitele qua e là in modo regolare,
spolverate di origano, e irrorate la superficie con poco olio. Accendete il forno sui
180°C - 200°C, preriscaldate 4/5 minuti e poi infornate; fate cuocere per 20 minuti: 5
minuti prima di togliere dal forno, irrorate nuovamente con poco olio di oliva.
Servite tagliando la Sardenaira a quadri regolari.
Offritela ai vostri ospiti insieme a un bicchiere di Vermentino ligure bianco: vedrete
che successo!
Unità 3 - Raccontami L’acciuga
Esercizio 11 - Produzione orale
Condivisione di conoscenze e di esperienze. Esaminate i metodi di conservazione
del cibo sotto elencati con l’aiuto dell’insegnante. Raccontare al gruppo classe
qual è il metodo più utilizzato nel proprio Paese d’origine e per quale tipo di cibo.
Conservazione del cibo mediante
l’aggiunta di altri alimenti
Conservazione del cibo attraverso
metodi meccanici
• Salatura
(usare il sale anche in soluzione con
acqua, salamoia)
• Sottolio (usare l’olio)
• Sottaceto (usare l’aceto)
• Sottoalcool
(usare vino o altri prodotti a base di
alcool)
• Insaccare
(usare sale e spezie)
• Coprire con burro
•
•
•
•
•
•
•
Cottura
Essicazione (usare il sole)
Affumicare (usare il fumo)
Congelare, surgelare (usare il freddo)
Disidratare, liofilizzare
(togliere l’acqua)
Sotto vuoto (togliere l’aria)
Inscatolare, imbottigliare, sterilizzare
(usare contenitori che impediscano il
contatto con l’aria e talvolta con la
luce)
Conosci altri metodi per conservare il cibo? Usi alcuni di questi metodi?
Oggi compriamo molti cibi pronti e “a lunga conservazione”: ricorda di controllare
sempre la data di scadenza:
Quali sono i cibi a “lunga scadenza”? E quelli che hanno una “breve scadenza”?
Oltre al cibo, conosci altri prodotti che scadono? Quali?
Esercizio di produzione orale guidato dall’insegnante.
95
Raccontami la tua terra
Verifica finale
Utilizza i seguenti capoversi per scrivere una storia.
C’era una volta un gatto magro come un’acciuga che viveva vicino al porto
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Giovanni partiva con il suo peschereccio
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
La moglie di Giovanni preparava le ceste con le acciughe e le andava a vendere
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Un giorno la moglie di Giovanni aveva finito il sale
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
La torta di acciughe era molto buona
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Il gatto aveva sentito il profumo della torta di acciughe
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Da quel giorno tutto era cambiato
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
96
___________________________________________________________________________________
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Unità 4
Raccontami
L’olivo
97
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
CONTENUTI
LINGUISTICI
DOMINIO:
• personale.
• Chiedere e dare
informazioni.
• Descrivere.
• Dare indicazioni
per fare.
• Esprimere dubbio,
interesse, sorpresa.
• Paragonare.
• Porre un fatto come
facile/difficile.
• Raccontare.
• Salutare.
• Aggettivi.
• Articoli determinativi e
indeterminativi.
• Concordanza articoli,
nomi, aggettivi.
• Forma impersonale.
• Indefiniti (aggettivi e
avverbi).
• Indicativo presente,
passato prossimo,
imperfetto.
• Imperativo.
• Nomi.
• Numeri.
• Numeri romani.
• Preposizioni semplici
e articolate.
• Pronomi.
AMBITO:
• privato e lavorativo.
OGGETTI / MATERIALI:
• paesaggi con oliveti,
piante e strumenti di
lavoro, prodotti agricoli.
Avvenimenti:
• incontri fra persone,
conversazioni su una
coltura tipica, la sua
storia, il lavoro agricolo,
emigrazione,
immigrazione.
98
Unità 4 - Raccontami L’olivo
ATTIVITà
ESERCIZI
• Brainstorming.
• Ascolto.
• Lettura dialogata
(attenzione
all’intonazione e alla
pronuncia, relativi
esercizi).
• Comprensione dei
termini del glossario.
• Comprensione del testo.
• Discussione guidata.
• Interazione.
• Racconto di esperienze
personali.
• Uscita sul territorio.
• Visita ad un frantoio.
Compiti comunicativi:
• Ascolto.
• Lettura guidata.
• Esercizi di intonazione e
pronuncia.
• Comprensione del testo
dal punto di vista
lessicale e strutturale
(completamento di frasi,
scelta della parola
adatta al contesto,
ricerca della parola
contraria).
• Comprensione del
contenuto di un testo
(risposte a scelta
multipla, collegamento
di frasi, cloze).
Esercizi linguistici:
• Esercitazioni sulle
strutture grammaticali.
• Coniugazione dei verbi
all’imperativo.
• Formazione del plurale
di alcune frasi.
• Completamento di
tabelle.
• Trovare parole derivate.
• Costruire famiglie di
parole.
Verifica:
• Dialoghi.
• Completamento di frasi
con articoli.
• Completamento di frasi
con preposizioni
semplici e articolate.
99
Raccontami la tua terra
Brainstorming
Conosci questa pianta?
Dove l’hai vista?
Esiste nel tuo paese di origine?
Qual è il suo nome nella tua lingua?
A cosa serve?
100
Unità 4 - Raccontami L’olivo
orientamento Geografico nell’emisfero boreale
Nord
Nord-Ovest
Nord-Est
Ovest
Est
Sud-Ovest
Sud-Est
Sud
La Liguria è nell’Italia del NORD. È una regione settentrionale.
Il mare è a SUD della regione Liguria ed è il suo confine meridionale.
Il punto cardinale EST indica l’oriente e qui nasce il sole. Questa riviera è la riviera di
Levante perché qui il Sole “si leva”.
Il punto cardinale OVEST indica l’occidente e qui tramonta il sole. Questa riviera è la
riviera di Ponente perché qui il Sole “si pone”.
101
Raccontami la tua terra
storia dell’olivo
L’olivo è una pianta molto antica, conosciuta come simbolo di pace. L’oliva e l’olio
erano un alimento, l’olio era usato anche per le lampade e come medicinale.
Le prime coltivazioni sono presenti in Medio Oriente; all’epoca dei Fenici troviamo
questa pianta in tutto il bacino del Mediterraneo.
Nel Trecento una glaciazione ha ricoperto questo territorio per tre secoli e solo nel
Seicento riprende la coltivazione dell’olivo.
In Liguria i monaci benedettini hanno introdotto, dopo il Mille, la varietà Taggiasca
(da Taggia, nome di un paese della Riviera di Ponente) e le tecniche per sistemare le
colline a terrazze. In quegli anni era importante trovare il modo di conservare il cibo
per i marinai nei lunghi viaggi ed in questo l’olio era migliore del sale. La coltivazione
dell’olivo è così diventata importante. Gli oliveti compaiono nel XVI secolo nelle colline dell’entroterra ligure; nella riviera di ponente prevale la coltivazione dell’olivo, nella
riviera di levante invece l’olivo è coltivato insieme alla vite, agli agrumi e ai cereali.
Glossario
Molto antica: che esiste da tanto tempo.
Simbolo: segno.
Bacino del Mediterraneo: area geografica intorno al mar Mediterraneo.
Glaciazione: presenza di ghiacciai in molte zone
della Terra. Questo fenomeno è accaduto in epoche passate.
Monaco: persona religiosa che vive da solo o in
comunità per pregare e lavorare.
Varietà: qualità.
XVI: Sedicesimo secolo. Gli oliveti compaiono in
102
Liguria nel sedicesimo secolo. Nelle descrizioni
storiche spesso i numeri romani indicano un
periodo di 100 anni.
Secolo: periodo di 100 anni.
Entroterra: territorio che sta dietro la costa.
Prevalere: predominare.
Riviera: regione lungo il mare.
Ponente: Ovest, occidente, punto in cui il Sole
tramonta (si pone).
Levante: Est, oriente, punto in cui il sole nasce
(si leva).
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Numeri
I NUMERI indicano nello stesso tempo una QUANTITà e un ORDINE.
4
3
1 2
Il bambino che occupa il posto numero uno (1) è il primo della fila, il bambino che
occupa il posto numero due (2) è il secondo, il bambino che occupa il posto numero tre
(3) è il terzo, il bambino che occupa il posto numero quattro (4) è il quarto.
I numeri uno, due, tre, quattro… sono i numeri cardinali. I numeri primo, secondo,
terzo, quarto… sono i numeri ordinali.
I numeri romani sono usati come ordinali. Si usano nelle date e per indicare i secoli.
103
Raccontami la tua terra
Numeri
CARDINALI
Numeri ORDINALI
Numeri ROMANI
1 uno
1° primo
I
2 due
2° secondo
II
3 tre
3° terzo
III
4 quattro
4° quarto
IV
5 cinque
5° quinto
V
6 sei
6° sesto
VI
7 sette
7° settimo
VII
8 otto
8° ottavo
VIII
9 nove
9°
IX
10 dieci
10° decimo
X
11 undici
11° undicesimo
XI
12 dodici
12° dodicesimo
XII
13 tredici
13° tredicesimo
XIII
14 quattordici
14° quattordicesimo
XIV
15 quindici
15° quindicesimo
XV
16 sedici
16° sedicesimo
XVI
17 diciassette
17° diciassettesimo
XVII
18 diciotto
18° diciottesimo
XVIII
19 diciannove
19° diciannovesimo
XIX
20 venti
20° ventesimo
XX
21 ventuno
21° ventunesimo
XXI
104
nono
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Esercizio 1 - Comprensione del testo
Leggete attentamente le frasi. Segnate
con una crocetta la risposta esatta.
Esempio
La glaciazione è
un luogo del Mediterraneo


un periodo molto caldo

un periodo molto freddo
L’olivo è una pianta

che cresce in terre molto fredde

sconosciuta prima del Seicento

conosciuta come simbolo di pace
L’olivo è introdotto in Liguria
dai Fenici


dai Benedettini

dai Taggiaschi
Anticamente l’olio

era usato solo per le lampade
era usato solo per conservare i cibi


era usato anche come medicinale
La coltivazione dell’olivo dal XVI secolo

diventa importante

si sviluppa solo nella Riviera di Ponente

si diffonde in Liguria
Esercizio 2 - Comprensione del testo
Completate le frasi con la parola
adatta scelta dal testo
Esempio:
L’olivo è un _____________ di pace.
(simbolo / modello)
L’olivo è un simbolo di pace.
1. L’olivo è una pianta ___________________.
(vecchia / antica)
2. La pianta dell’olivo era molto ____________________
fin dall’antichità.
(conosciuta / saputa)
3. La Taggiasca è ___________________ di olivo.
(razza / una varietà)
4. In quel tempo era ________________ trovare il modo
di conservare i cibi per i marinai nei lunghi viaggi.
(importante / notevole)
5. Per conservare i cibi l’olio era ____________ del sale.
(migliore / più positivo)
6. L’oliva e l’olio erano un __________________ prezioso.
(mangiare / alimento)
105
Raccontami la tua terra
Esercizio 3
Completare la seguente tabella. Come da esempio alla prima riga.
20°
= ventesimo
18°
=
XX
XII
15°
=
XIV
16°
=
V
6°
=
VIII
9°
=
XI
106
Unità 4 - Raccontami L’olivo
IL PAesAGGIo deLL’oLIVo
Le terrazze, le fila di muretti a secco, il colore sempreverde durante tutto l’anno delle
piante di olivo disegnano il paesaggio ligure dalla costa fino alle zone “boscate” a
monte.
Le terrazze servono per sistemare il terreno molto ripido e per diminuire la pendenza;
esse sono sostenute da muretti a secco costruiti con le pietre presenti nel terreno. Su
queste terrazze sono presenti gli oliveti.
In Liguria esistono molte piante secolari e con le loro forme maestose ed imponenti
sono veri monumenti naturali; i marinai, per esempio, guardavano dal mare “l’olivo di
Minerva” a Sanremo come un faro.
Glossario
terrazze: spazi orizzontali costruiti nella collina.
Muretti a secco: muri di pietra.
Sempreverde: pianta che non perde mai le foglie.
Boscate: parola tecnica che indica la presenza
del bosco.
terreno molto ripido: terreno con una notevole
pendenza.
Pendenza: inclinazione.
Piante secolari: piante con più di 100 anni.
Maestose: grandiose.
faro: segnale luminoso sulla costa per facilitare
la navigazione.
107
Raccontami la tua terra
Esercizio 4 - Cloze
Completate gli spazi vuoti nelle frasi seguenti: usate le parole sotto indicate
(attenzione: c’è una parola estranea).
muretti a secco • verde • “boscate” • terrazze • pendenza • balconi
• ripido • secolari • fari • pianura
Esempio:
In Italia il grano si coltiva nella
In Italia il grano si coltiva nella pianura
padana.
padana.
• La presenza delle __________________ è tipica del paesaggio ligure.
• Le piante di olivo, di limone e di arancio hanno le foglie di colore __________________
durante tutto l’anno.
• È difficile coltivare un terreno molto ____________________________.
• Le colline dell’entroterra ligure sono tutte coltivate a terrazze per diminuire la
________________ del terreno.
• I contadini costruiscono i _____________________________________ con pietre di varie
misure senza usare il cemento.
• In Liguria ci sono molti olivi ____________________________ dalle forme maestose
come monumenti.
• Se parti dal mare e sali verso la montagna trovi prima gli orti, la vite, gli olivi e poi
le zone _____________________________.
• Un tempo i _________________________ sulla costa indicavano la via ai marinai.
108
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Esercizio 5
Scegliete la parola contraria e collegatela con una freccia come nell’esempio
secco / umido.
Vocaboli
Vocaboli contrari
Maestoso
umido
Assenza
pianura
Ripido
presenza
Pendenza
naturale
Secco
insignificante
Monte
pianeggiante
Artificiale
valle
109
Raccontami la tua terra
descRIZIone BoTAnIcA
L’olivo è una pianta presente in tutto il Bacino del Mediterraneo. È un albero alto fino
a 15 metri e vive anche centinaia di anni. Il tronco di questa pianta è ricco di nodi e
contorto, con l’età spesso diventa cavo.
L’olivo ha un’ampia chioma formata da foglie semplici, di forma allungata e dure;
esse sono di colore verde scuro nella parte superiore e grigio argenteo in quella inferiore. Le foglie non cadono e la pianta è quindi sempreverde.
I fiori sono piccoli e di colore bianco, riuniti in gruppi di 10-15; la fioritura inizia in primavera (maggio - giugno). L’oliva è il frutto, compare in estate e matura gradualmente;
la produzione dei frutti è alterna: un anno è abbondante e l’anno dopo è scarsa.
Esistono molte varietà di olivo per la produzione di olio; nella provincia di Imperia è
diffusa la Taggiasca, costituita da frutti piccoli con una maturazione graduale e per
questo l’olio è molto pregiato.
Glossario
Bacino del Mediterraneo: area geografica intorno al mar Mediterraneo.
tronco: fusto di un albero.
Contorto: storto, incurvato.
Cavo: vuoto.
110
Chioma: insieme dei rami e delle foglie di un albero.
Superiore: che sta sopra.
Inferiore: che sta sotto.
Matura gradualmente: diventa oliva lentamente.
Pregiato: di valore.
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Esercizio 6
Collegate con una freccia le frasi come nell’esempio.
Esempio
La forma delle foglie
è allungata
In inverno l’olivo non perde le foglie:
diffusa nella provincia di Imperia.
I fiori sono piccoli, bianchi e
il suo tronco è contorto.
Il frutto è l’oliva che
la parte inferiore è grigio argenteo.
Il tronco di un olivo molto vecchio
è quindi sempreverde.
Le foglie formano la chioma che
si comincia a vedere in estate, poi
matura gradualmente.
Una varietà di olive è la Taggiasca,
La pianta di olivo non cresce dritta e
liscia:
Le foglie non hanno lo stesso colore
sopra e sotto ma
diventa vuoto.
di solito è ampia.
riuniti in gruppi di 10-15.
111
Raccontami la tua terra
Nomi e Aggettivi - Concordanze
In italiano la maggior parte dei nomi che terminano in “o” sono maschili e hanno il
plurale in “i”.
il contadino
l’olivo
l’albero
i contadini
gli olivi
gli alberi
La maggior parte dei nomi che termina con la “a” sono femminili e hanno il plurale
in “e”.
la collina
la cesta
la strada
le colline
le ceste
le strade
I nomi che terminano con la “e” hanno il plurale in “i”, possono essere maschili o
femminili e non esiste una regola per determinarne il genere, occorre consultare il
dizionario. Tuttavia i nomi che terminano in “-zione” o “-sione” sono femminili.
il pesce (m.)
il pane (m.)
la carne (f.)
la stazione (f.)
la pensione (f.)
…………..
i pesci
i pani
le carni
le stazioni
le pensioni
…………..
Esistono tuttavia delle eccezioni:
112
il problema (m.)
il sistema (m.)
lo schema (m.)
il pilota (m.)
il cinema (m.)
……………….
la mano (f.)
la radio (f.)
la biro (f.)
la foto (f.)
l’auto (f.)
…………..
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Gli AGGETTIVI che terminano in “O” hanno le quattro forme: O -A - I - E per maschile, femminile, singolare e plurale.
maschile
femminile
singolare
alto
plurale
alti
singolare
alta
plurale
alte
Gli AGGETTIVI che terminano in “E” hanno soltanto le due forme del singolare e del
plurale, non c’è differenza tra maschile e femminile.
maschile
femminile
singolare
verde
plurale verdi
singolare
verde
plurale
verdi
113
Raccontami la tua terra
Esercizio 7
Osservate la tabella seguente e completate i vuoti. Applicate le regole delle concordanze.
SINGOLARE
PLURALE
L’albero alto (m.)
Gli alberi alti
Il seme verde (m.)
I semi
Il seme maturo (m.)
I semi
La pianta alta (f.)
Le piante
La pianta verde (f.)
Le piante
La valle imperiese (f.)
Le valli
Il terreno roccioso
Le lame curve
Il cestino pesante
Le forbici rotte
Gli olivi secolari
La pianta forte
Le foglie secche
Il limone giallo
114
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Esercizio 8
Scrivete le seguenti frasi al plurale
Esempio:
L’oliva è un frutto
Le olive sono dei frutti
1.L’olivo è un albero alto
________________________________________
2.Il tronco è nodoso e contorto
________________________________________
3.La chioma è ampia
________________________________________
4.La foglia è allungata
________________________________________
5.La pianta è sempreverde
________________________________________
6.Il fiore è piccolo e bianco
________________________________________
7.Il raccolto è stato abbondante
8.L’olio è pregiato
________________________________________
________________________________________
115
Raccontami la tua terra
Esercizio 9
Completate le frasi. Scegliete le parole adatte dal brano “Descrizione botanica”
1.La fioritura ___________________________ in primavera.
2.Il fusto dell’olivo è ricco di __________________________ e contorto.
3.La produzione dei frutti è ___________________________.
4.Nelle valli imperiesi la varietà di olive più diffusa è la ___________________________.
5.Può capitare di trovare olivi molto vecchi dal tronco ______________________________.
6.La pianta è sempreverde perché le foglie non ___________________________________.
7.Un anno la produzione è abbondante, l’anno successivo è _________________________.
8.In tutto il Bacino del Mediterraneo è _____________________________________ l’olivo.
116
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Coltivazione dell’olivo
L’olivo è una pianta molto adattabile, vive
anche in terreni rocciosi e resiste alla siccità.
Ama le posizioni soleggiate, il clima temperato - caldo e non resiste ai freddi
invernali; il gelo, infatti, la danneggia gravemente. In questo caso l’olivo può essere tagliato alla base; da quel punto la
pianta produrrà nuovi rami e ricostruirà la
nuova chioma. La coltivazione dell’olivo
prevede tagli periodici dei rami con interventi di potatura; questi interventi servono per aumentare la produzione di olive,
per dare la forma alla pianta e per riparare eventuali danni da freddo o da funghi.
Gli attrezzi usati per la potatura sono la
roncola, le cesoie, la motosega.
Glossario
Adattabile: che si adatta facilmente.
Terreni rocciosi: terreni con molte pietre.
Siccità: aridità, mancanza di acqua.
Posizione soleggiata: posizione dove la pianta
riceve molto sole.
Clima temperato - caldo: clima mite abbastanza
caldo.
Gelo: freddo intenso.
Potatura: taglio di alcuni rami.
Funghi: organismi microscopici che provocano
malattie alle piante.
Roncola: attrezzo formato da una lama curva
molto tagliente fissata a un’asta di legno.
Cesoie: forbici da potatura.
Motosega: sega a motore usata nel taglio degli
alberi.
117
Raccontami la tua terra
Esercizio 10
Scrivete a fianco di ciascuna parola originale una parola derivata presente nel
testo “Coltivazione dell’olivo”.
Dal nome all’aggettivo
Esempio: estate
1.Inverno
2.Sole
3.Roccia
estivo
____________________________________________________
____________________________________________________
____________________________________________________
Dal verbo al nome
Esempio: raccogliere
4.Potare
5.Produrre
6.Coltivare
7.Tagliare
8.Danneggiare
raccolto
____________________________________________________
____________________________________________________
____________________________________________________
____________________________________________________
____________________________________________________
Esercizio 11 - Comprensione del testo e Cloze
Completate le frasi con la parola adatta.
Esempio: Il
danneggia gravemente le piante
Il gelo
danneggia gravemente le piante
potatura • funghi • siccità • motosega • roncola • cesoie
• La ________________ è uno strumento che serve per tagliare. La sua forma è simile a
una mezzaluna.
• La _________________ è un periodo senza pioggia e senza umidità.
• La __________________ è una serie di tagli periodici per modificare la forma di una
pianta e liberarla dalle sue parti secche o malate.
• È un attrezzo a motore, si usa per tagliare gli alberi o i rami. Il suo nome è
_________________________.
• Questi _________________ non si mangiano; sono malattie delle piante.
• Le _____________________ sono strumenti usati per la potatura, hanno diverse forme
e grandezze.
118
Unità 4 - Raccontami L’olivo
I prodotti dell’olivo
Una pianta di olivo produce circa 15-40 kg di olive, pari a 3-8 kg di olio.
In Liguria gli olivicoltori raccolgono le olive da settembre a novembre; in questo periodo sotto le piante di olivo sono disposte le reti e le olive cadono dalla pianta quando
sono completamente mature. Dalle reti le olive sono raccolte a mano, disposte in
cassette e portate al frantoio.
Il legno di olivo è di colore bruno con tratti scuri. è un legno molto duro e resistente ai
tarli.
Viene usato in falegnameria, per mobili, pavimenti e rivestimenti. Molti oggetti di uso
domestico sono in legno di olivo; taglieri per tritare le verdure, mortai - i tradizionali
contenitori per preparare il pesto dalle foglie di basilico - e ciotole.
Il legno di olivo è un buon combustibile e brucia anche da legno fresco.
Glossario
Pari a: uguale a.
Reti: teli fatti con fili di nylon intrecciati fra
loro.
Disposte in cassette: le olive sono sistemate in
piccole casse senza coperchio.
Frantoio: locale dove le olive sono frantumate
per fare l’olio.
Tarli: piccoli insetti che rodono il legno.
Falegnameria: locale dove si lavora il legno.
Combustibile: materiale che brucia.
119
Raccontami la tua terra
esercizio 12
Adesso per ogni parola a sinistra costruite famiglie di parole come nell’esempio
Esempio: fiore
fioritura, fiorire, fiorista, fioraio, fiorente
Sole
___________________________________________________________________
Produrre
___________________________________________________________________
tagliare
___________________________________________________________________
forma
___________________________________________________________________
Legno
___________________________________________________________________
Pianta
___________________________________________________________________
120
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Le RIceTTe
ricetta per preparare le olive in salamoia alla ligure
(di Bartolomeo Roberto Marenco)
Ingredienti
olive taggiasche, timo, alloro, rosmarino, 1 limone
per la salamoia: 300 gr di sale, 3 lt d’acqua
Procedimento
Scegliete olive di buona maturazione raccolte a mano direttamente dall’albero. Mettetele in un recipiente sufficientemente grande immerse in acqua
fresca abbondante. Cambiate l’acqua totalmente ogni giorno mescolando ma avendo
cura di non ammaccare i frutti con urti violenti. Dopo venti giorni mettete le olive in
un vasetto o, meglio ancora, in una damigiana di vetro dalla “bocca larga”.
Per preparare la salamoia fate bollire l’acqua e scioglietevi del sale da cucina nella
dose di grammi 100 ogni litro. Dopo 20-30
giorni rifate la salamoia al 12% (120 gr di
sale per ogni litro di acqua) facendola bollire con il timo, l’alloro ed il rosmarino. La salamoia è
pronta per l’uso solo quando è completamente fredda.
Prima di chiudere il vaso o la damigiana tagliate in due
un limone e mettetecelo dentro.
Dopo tre mesi sarà bene fare una ulteriore salamoia al
6% per avere una perfetta conservazione delle olive. A
questo punto le olive avranno perso il gusto amarognolo e
si potrà incominciare ad usarle. Sarà naturale la formazione
in superficie di un innocuo leggero strato bianco che potrà essere
facilmente levato con un cucchiaio. Mantenete le olive sempre immerse nel liquido
nel quale si conserveranno per lunghissimo tempo.
ricetta per preparare le olive al forno (di Bartolomeo Roberto Marenco)
Ingredienti
2 chili di olive nere, 1 litro di aceto di vino bianco, sale grosso, 1 litro di olio extravergine di oliva.
Preparazione
Incidete le olive in due punti, ponetele in un colapasta e ricopritele con sale grosso.
Fate anche più strati, sempre alternando olive e sale. Lasciate scolare 5 giorni l’acqua di vegetazione, quindi risciacquate con l’aceto freddo. Disponetele in un solo
strato su una teglia da forno leggermente unta e ponetele in forno a 150°C per il
tempo necessario a farle raggrinzire, quindi toglietele, lasciatele raffreddare e sistematele nei vasi, assieme al liquido che si sarà formato.
Chiudete ermeticamente.
121
Raccontami la tua terra
Ricetta per preparare la “Stroscia” (di Bartolomeo Roberto Marenco)
Ingredienti per 4 persone
500 gr di farina tipo 00, 300 gr di olio extravergine di oliva, 120 gr di Moscatello di
Taggia o di vino moscato, 1 bustina di lievito in polvere, 200 gr zucchero semolato,
pizzico di sale
Procedimento
Mescolate gli ingredienti avendo cura che il tutto si amalgami uniformemente, dividete il composto fra due o tre teglie rotonde e cospargete con zucchero semolato, infornate a forno caldo sino al raggiungimento di una bella doratura. È importate ricordare
che questo dolce NON si deve tagliare con il coltello, ma come dice il nome, si deve
rompere con le dita. È un piatto semplice da preparare e richiede circa 40 minuti.
122
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Esercizio 13
Molti verbi nella descrizione di queste ricette sono usati all’imperativo, seconda
persona plurale; questa forma è uguale all’indicativo presente.
Nell’esercizio trasformate i verbi dalla seconda persona plurale alla seconda
persona singolare.
Esempio: mescolate (voi)
mescola (tu)
VOI
Unità 5
Regola
l’imperativo
pag. 146
TU
dividete
cospargete
infornate
incidete
fate
lasciate
mettete
chiudete
cambiate
scegliete
mantenete
Ora scrivete i verbi dell’esercizio precedente nella forma dell’infinito.
Esempio: mescolate - mescolare;
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
123
Raccontami la tua terra
PAsseGGIATA neLL’enTRoTeRRA
Traccia
10
siamo in un paese dell’entroterra ligure dove Ute ha comprato una casa. Ute è
un’insegnante ormai in pensione, viene dalla Germania, ama molto la Liguria ed il
suo clima. Di solito la mattina fa una passeggiata col suo cane lungo strade mulattiere e sentieri di campagna. Qualche volta incontra Maria, un’anziana signora del
paese.
Ute - Buon giorno, Maria!
Maria - Buon giorno, Ute, come stai?
Ute - Bene, grazie, anzi molto bene! Questa mattina appena il sole cominciava a scaldare il paese sono uscita per fare una lunga passeggiata sulla collina. Dall’alto si
vedeva tutta la valle coperta di olivi, piena di luce e in fondo il mare… Era bellissimo.
Maria - Sì, è vero, ci sono molte belle vallate nel nostro entroterra. Ci sono ancora molti
oliveti, purtroppo però a coltivarli siamo rimasti in pochi. Vedi, quando io ero giovane,
una cinquantina di anni fa,
fa a quest’ora la campagna risuonava di voci, di canti, dei
colpi secchi dei bastoni con cui gli uomini battevano i rami per far cadere le olive...
ora cantano solo gli uccelli, senti?
Ute - Sì, anche questa è una bella musica!
Glossario
Entroterra: il territorio che sta dietro la costa.
Strada mulattiera: strada, sentiero di montagna
che può essere percorso da muli o da altre bestie
da soma.
Sentiero: piccola strada di campagna o di montagna che si è formata in seguito al passaggio di
persone o animali.
124
Collina: rilievo che non supera i 600 metri di altezza; i fianchi sono poco ripidi.
Valle: territorio, più o meno esteso, che si trova
fra le montagne o fra le colline.
Vallata: valle molto vasta.
Una cinquantina di anni fa: circa cinquanta anni
fa.
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Esercizio 14
Collegate con una freccia le frasi come nell’esempio.
Esempio
Un sentiero è
una piccola strada di campagna
Di solito Ute, la mattina,
tutta la valle e in fondo il mare.
Ute
un’anziana signora.
Il canto degli uccelli
è una bella musica.
Ute ha comprato
Dall’alto della collina si vede
è un’insegnante in pensione.
Tutta la valle
fa una passeggiata col suo cane.
Maria è
è coperta di olivi.
Il paesaggio una casa in paese.
Una valle luminosa vuol dire
Oggi a coltivare gli olivi sono rimaste poche persone.
è bellissimo.
piena di luce.
125
Raccontami la tua terra
Alcuni INDEFINITI che possono
essere AVVERBI o AGGETTIVI
Le parole POCO - TANTO - MOLTO - PARECCHIO - TROPPO
indicano quantità indefinite e possono essere AVVERBI o AGGETTIVI
Come AVVERBI modificano il significato di:
un verbo
lavora
poco
tanto
molto
parecchio
troppo
poco
tanto
molto
parecchio
troppo
faticoso
Ute è uscita
tanto
molto
troppo
presto
tardi
Maria è arrivata
poco
parecchio
prima
dopo
Maria
un aggettivo
Questo lavoro è
un avverbio
e in questo caso sono invariabili.
Come AGGETTIVI modificano il significato di un NOME, quindi seguono la regola
della concordanza nome - aggettivo.
•
•
•
•
•
•
126
In passato molte donne trovavano lavoro nella raccolta delle olive.
Per molto tempo il trasporto delle olive è stato fatto a dorso di mulo.
In molti paesi esistevano parecchi frantoi.
Il lavoro dei coltivatori richiede ancora oggi molta fatica.
Spesso i contadini si lamentano perché guadagnano pochi soldi e fanno troppa fatica.
Tanti stranieri amano vivere nei paesi dell’entroterra.
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Esercizio 15 - Cloze
Completate gli spazi vuoti nelle frasi seguenti.
Usate le parole sotto indicate (attenzione: c’è una parola in più).
molto • molto • molto • molti • molti • molti • molte • molte • molta • molta
• molta
Esempio: Mi piace _____________ passeggiare con il mio cane
Mi piace molto
passeggiare con il mio cane
• Nell’entroterra ci sono _________ piccoli paesi.
• Dalle colline si possono vedere _________ belle vallate.
• La signora Maria non è più _________ giovane.
• _________ persone amano vivere in campagna.
• Il paesaggio è ________ bello.
• In passato _________ uomini erano contadini.
• Ute ama _________ la Liguria ed il suo clima.
• Oggi _________ gente si è trasferita in città.
• _________ uliveti sono coltivati regolarmente.
• La raccolta delle olive anticamente richiedeva _________ fatica.
127
Raccontami la tua terra
Esercizio 16
Completate la tabella come nell’esempio.
Aggettivo
Bello
Lungo
Caldo
Secco
Faticoso
Giovane
Piccolo
128
Molto bello
Bellissimo
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Continua la conversazione
Tra ute E maria
Maria - Un tempo la raccolta delle olive si faceva in modo diverso e occupava tante
persone.
Ute - Non c’erano le reti come adesso?
Maria - No, non c’erano ancora. Le olive si bacchiavano o si raccoglievano a terra a
mano. La bacchiatura avveniva in questo modo: si stendevano grandi teli per terra
intorno agli alberi senza lasciare spazi vuoti, gli uomini salivano sull’albero e percuotevano i rami con delle lunghe pertiche per far cadere i frutti. Durante il lavoro stavano molto attenti a non rovinare i rami, specialmente quelli piccoli. Finito un albero, si
mettevano le olive in un sacco e si passava a quello successivo. Questo metodo si
pratica anche oggi, a volte si usano pertiche meccaniche per fare meno fatica, è un
metodo che permette di ottenere un olio di qualità migliore.
Il lavoro delle donne era quello di raccattare le olive a terra ad una ad una, riempire
un canestro, versarlo in un sacco, riempire il sacco… e avanti così, fino alla fine della
giornata. Per raccogliere bisognava rimanere accucciate e spostarsi tenendo le
gambe piegate, tutto il giorno. Il trasporto dei sacchi dalla campagna al magazzino
avveniva a dorso di mulo, o bue o asino. Le operazioni di carico e scarico toccavano
agli uomini, come il lavoro nel frantoio. In paese c’era un frantoio quasi presso ogni
famiglia. La terra, ovviamente, doveva essere il più possibile piatta e senza erba perciò
era necessario lavorarla bene. Gli uomini la aravano con l’aratro tirato da un bue, poi
con l’erpice rompevano le zolle e a settembre ripassavano a spianarla con la zappa.
Ute - Era un lavoro molto lungo... e anche faticoso, immagino.
Maria - Sì, ma almeno non eravamo costrette ad andare via da casa per lavorare!
Pensa che nelle annate molto abbondanti, quando gli olivi davano tantissimi frutti,
molte donne venivano da lontano a raccogliere le olive qui nei nostri paesi. Noi le
chiamavamo fureste che vuol dire “forestiere”, o muntagnine, donne della montagna.
Infatti lo erano. Emigravano. Partivano dal basso Piemonte, o da altri paesini dell’entroterra situati magari in montagna, dove d’inverno c’era la neve e niente da fare per
guadagnare un po’ di soldi. Qui ricevevano una paga mensile e, quando tornavano
alle loro case, anche una certa quantità di olio. Dovevi vedere com’erano contente!
Eravamo tutti più contenti di oggi, forse perché eravamo giovani o forse perché ci
sapevamo accontentare. Molte di queste ragazze tornavano ogni anno per la raccolta e alcune si sposavano con giovanotti di qui.
Oggi i forestieri siete voi, che avete comprato e ristrutturato anche alcuni vecchi frantoi, e parecchi albanesi e turchi che sono assunti per lavori stagionali, come ricostruire i muri a secco o per abbacchiare o potare le piante.
Ute - Loro hanno anche più bambini di noi e vedrai fra parecchi anni la gente in
paese sarà più numerosa, magari italiani e stranieri si sposeranno… sarà una bella
mescolanza!
Traccia
11
129
Raccontami la tua terra
Esercizio 17
Qual è la parola adatta?
Completate gli spazi vuoti con la parola adatta scelta fra le tre scritte a destra.
Esempio:
Le olive si _______________ a terra a mano.
Le olive si raccoglievano a terra a mano.
a bacchiavano
b percuotevano
c raccoglievano
1. Intorno agli alberi si ________________ grandi teli.
a metteva
b stendevano
c passava
2. Gli uomini salivano ________________ albero.
a in l’
b all’
c sull’
3. ______ uomini percuotevano i rami con lunghi bastoni.
a i
b gli
c li
4. Le olive si _______________ in un sacco.
a mettevi
b metteva
c mettevano
5. Questo metodo si _______________ anche oggi.
a pratica
b usano
c fai
6. Le donne dovevano ____________ accucciate tutto il giorno. a riempire
b rimanere
c raccattare
7. Il lavoro nel frantoio era svolto _______________ uomini.
a dai
b da gl’
c dagli
8. Quasi tutte le famiglie del paese __________ un frantoio.
a volevano
b possedeva
c avevano
130
Unità 4 - Raccontami L’olivo
9. Era _______________ preparare bene la terra.
a inutile
b poco importante
c necessario
10. Per spianare la terra si usava _______________.
a l’aratro
b l’erpice
c la zappa
Esercizio 18 - Comprensione del testo
Leggete attentamente le frasi e le possibilità di completamento date.
Segnate con una crocetta la risposta
esatta.
Maria afferma che nell’entroterra

sono rimasti pochi oliveti

sono rimaste poche persone

sono rimasti pochi olivicoltori
Cinquanta anni fa

le olive si raccoglievano come oggi

in campagna si sentivano cantare solo gli uccelli

si usavano altri metodi di raccolta
delle olive
Tanti anni fa le donne

non andavano in campagna

trasportavano le olive dalla campagna al magazzino

raccoglievano le olive a terra
Esempio:
Negli ultimi anni molti stranieri hanno
comprato anche
vecchie chiese abbandonate


antichi frantoi

vecchie case diroccate
La raccolta delle olive era un lavoro
faticoso

perciò molte donne cercavano
lavoro in altri paesi

che però permetteva alla gente
di guadagnare abbastanza

che però durava solo pochi giorni
Oggi per i lavori stagionali

si assumono solo ragazze

si assumono solo lavoratori italiani

si assumono spesso lavoratori stranieri
La potatura delle piante

è un lavoro inutile

è un lavoro stagionale

è un lavoro leggero
In passato per raccogliere le olive a mano

non era importante preparare il terreno

non era necessario togliere l’erba

la terra doveva essere ben spianata
131
Raccontami la tua terra
Esercizio 19 - Interazione
Leggete ancora una volta l’ultima parte della conversazione fra Ute e Maria.
Dialogate con i vostri compagni su questi argomenti:
• Nel vostro Paese ci sono molte persone
che si trasferiscono da una città all’altra
per lavorare?
• Secondo voi lo stesso lavoro dà lo stesso
guadagno nei vostri Paesi di origine?
• Sono molte le persone che lasciano il
vostro Paese per cercare lavoro all’estero?
132
• Sono molte le persone che arrivano nel
vostro Paese per lavorare? Che lavori
svolgono?
• In Italia esistono già molte famiglie in cui
un genitore è straniero; pensate che sia
facile trovare un accordo nell’educazione
dei figli e nello stile di vita?
Unità 4 - Raccontami L’olivo
Verifica Finale
Provate a raccontare per iscritto la storia di uno straniero. Potete utilizzare la
traccia seguente:
• Come immaginava l’Italia prima di
partire?
• Perché ha scelto l’Italia?
• Cosa ha trovato all’arrivo in questo
Paese?
• Come si è sentito?
• Che cosa gli ha fatto sentire più forte
la nostalgia del suo Paese?
• Come immagina il futuro?
Nelle frasi seguenti completate i vuoti con gli articoli determinativi.
• _____ parola “Stroscia” significa “rotta” ed è _____ nome di una torta.
• Mescolate ___ ingredienti avendo cura che ___ tutto si amalgami in modo uniforme.
Dividete _____ composto fra due o tre teglie rotonde.
• Cospargete con _____ zucchero semolato. Mettete _____ teglie nel forno caldo.
Lasciatele nel forno fino a quando _____ torte raggiungeranno una bella doratura.
• È importate ricordare che questo dolce NON si deve tagliare con _____ coltello, ma
come dice _____ nome, SI deve rompere con _____ dita.
• _____ ingredienti di questa ricetta sono: ___ farina tipo 00, _____ olio extravergine
di oliva, _____ vino moscato, _____ lievito, _____ zucchero semolato, _____ sale.
Riordinate le seguenti frasi, tratte dalla ricetta: “Olive al forno”.
Preparazione
1. quindi toglietele, lasciatele raffreddare
2. chiudete ermeticamente.
3. assieme al liquido che si sarà formato.
4. e ponetele a forno a 150°C per il tempo
necessario a farle raggrinzire,
5. e sistematele nei vasi,
6. Incidete le olive in due punti, ponetele
in un colapasta
7. Disponetele in un solo strato su una
teglia da forno leggermente unta
8. e ricopritele con sale grosso.
9. Lasciate scolare 5 giorni l’acqua di
vegetazione,
10.Fate anche più strati, sempre alternando olive e sale.
11.quindi risciacquate con l’aceto freddo.
133
Raccontami la tua terra
Completate gli spazi vuoti con le preposizioni semplici o articolate. Alcune preposizioni dovranno essere usate più volte: • a • ad • al • alle • con • da • dall’ •
dalla • delle • d’ • di • in • nell’ • nella • per • sulla
Al termine dell’esercizio confrontate quello che avete scritto con la ricetta delle
olive in salamoia
1. Scegliete olive _____ buona maturazione raccolte _____ mano direttamente _____
albero.
2. Mettetele _____ un recipiente grande immerse _____ acqua fresca abbondante.
3. Cambiate l’acqua totalmente ogni giorno mescolando, fate attenzione _____ non
ammaccare i frutti _____ urti violenti.
4. Dopo venti giorni mettete le olive _____ un vasetto o, meglio ancora, _____ una
damigiana _____ vetro _____ “bocca larga”.
5. _____ preparare la salamoia far bollire e sciogliere _____ acqua del sale _____ cucina _____ dose di grammi 100 ogni litro.
6. Dopo 20-30 giorni rifate la salamoia _____ 12% (120 gr _____ sale ogni litro _____
acqua) facendola bollire con il timo, l’alloro ed il rosmarino.
7. La salamoia è pronta _____ l’uso solo quando è completamente fredda. Prima _____
chiudere il vaso o la damigiana tagliate _____ due un limone e mettetelo _____
salamoia insieme _____ olive.
8. Dopo tre mesi sarà bene fare una ulteriore salamoia _____ 6% per avere una perfetta
conservazione _____ olive.
9. A questo punto le olive avranno perso il gusto amarognolo e si potrà incominciare
____ usarle.
10. Sarà naturale la formazione _____ superficie di un innocuo leggero strato bianco
che potrà essere facilmente levato _____ un cucchiaio.
Riferimento bibliografico per l’intera unità: Goldstein, Simonetti, Watschinger, 1983.
134
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Unità 5
Raccontami
Il castagno
135
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
CONTENUTI
LINGUISTICI
DOMINIO:
• personale.
• Capire le informazioni.
• Capire un testo
regolativo (ricetta).
• Trasmettere informazioni.
e istruzioni.
• Descrivere.
• Capire termini tecnici.
• Usare vocaboli specifici.
•
•
•
•
•
•
•
AMBITO:
• privato e lavorativo.
OGGETTI / MATERIALI:
• prodotti dei castagni,
legname, castagna,
carbonaia, bosco,
strumenti di lavoro,
ricette con le castagne.
LUOGHI:
• Europa centro
meridionale, Italia,
Entroterra ligure.
AVVENIMENTI:
• informazioni su una
cultura agricola e sul
prodotto locale, sul
lavoro agricolo e sulla
storia della pianta.
AZIONI:
• coltivare, raccogliere
i prodotti, trasformare,
utilizzare, conservare
e preparare cibi.
136
Imperativo.
Infinito.
Imperativo negativo.
Pronomi.
Uso degli aggettivi.
Uso degli avverbi.
Uso del sottocodice
specifico
dell’agricoltura.
• Arricchimento lessicale
in genere.
Unità 5 - Raccontami Il castagno
ATTIVITà
ESERCIZI
•
•
•
•
Compiti comunicativi:
• Lettura guidata
(attenzione alla
pronuncia e
all’intonazione).
• Analisi del testo dal
punto di vista lessicale
e strutturale.
• Comprensione del
contenuto dei testi (test
vero/falso - test a
risposta multipla).
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Ascolto.
Lettura a voce alta
ed espressiva.
Estrapolazione
di informazioni
e di contenuti.
Acquisizione di nuovo
lessico.
Comprensione
del lessico.
Comprensione
del contenuto.
Mediazione.
Comparazione.
Identificazione di
similitudini.
Discussione guidata.
Parlare di sé.
Esercizi guidati in forma
scritta.
Produzione autonoma
di brevi elaborati in
forma scritta.
Esercizi linguistici:
• Esercizi di coniugazione
dei verbi.
• Esercizi sull’uso dei verbi
e dei pronomi.
Verifica finale
Esercizi di interazione:
• Esercizi per verificare
l’acquisizione di nuovo
lessico (cloze e test di
comprensione).
• Rispondere a domande
aperte.
• Fornire istruzioni.
137
Raccontami la tua terra
Storia DEL CASTAGNO
Traccia
12
Il castagno è una pianta presente in Italia fin da un milione di anni fa; era coltivata
come pianta da legno e come pianta da frutto anche dai Romani. L’alimentazione
delle popolazioni contadine e di montagna, per molti secoli, dipendeva dal frutto di
questa pianta, la castagna. Per questo motivo il castagno era chiamato “albero del
pane”.
Negli ultimi decenni il castagno è attaccato da varie malattie parassitarie. La castagna non è più importante nell’economia e così oggi molti boschi di castagno sono
abbandonati.
Glossario
Pianta da legno (o forestale): pianta coltivata
per la produzione di legno.
Pianta da frutto: pianta coltivata per la produzione di frutti.
138
Malattie parassitarie: malattie causate da organismi di piccole dimensioni che consumano le
sostanze della pianta.
Unità 5 - Raccontami Il castagno
esercizio 1 - comprensione del testo
Senza guardare il testo, dopo l’ascolto rispondi alle seguenti domande.
1. Chi coltivava il castagno già nell’antichità?
___________________________________________________________________________________
2. Da cosa dipendeva l’alimentazione delle popolazioni contadine e di montagna?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
3. Come era chiamato il castagno, proprio perché il suo frutto serviva all’alimentazione?
___________________________________________________________________________________
4. Perché molti boschi di castagno sono ora abbandonati?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Ora controlla con il testo “Storia del Castagno” se hai risposto correttamente.
139
Raccontami la tua terra
descRIZIone BoTAnIcA
Immagini
pagg.
135
e 139
Il castagno è diffuso nell’Europa Centro-Meridionale. In
Italia è la specie più comune nei boschi delle zone collinari e montane fra i 300-1200 metri di altitudine.
È una pianta imponente, alta fino a 30 metri, con una circonferenza di 6-8 metri e molto longeva perché vive
anche 1000 anni.
Le radici sono poco profonde, il fusto ha molti rami che
formano una chioma ampia. La corteccia è liscia e bruna
quando la pianta è giovane; diventa scura e molto fessurata con il tempo.
Le foglie sono di forma allungata e con il bordo seghettato, lunghe 8-20 centimetri e cadono nella stagione fredda.
Il castagno è dunque una pianta caducifoglia. In passato le foglie erano raccolte e
messe sul pavimento della stalla oppure nei sacchi come materasso per il letto.
Il castagno fiorisce in giugno-luglio con fiori riuniti in gruppi, molto profumati. Dai fiori
di castagno si ottiene un ottimo miele di colore scuro.
Il frutto è la castagna; essa matura in autunno ed è racchiusa in un riccio spinoso.
Il più grande albero del mondo è il “castagno dei Cento Cavalli” in Sicilia: il suo tronco
misura 52 metri di circonferenza e ha circa 3000 anni. Una leggenda racconta che la
regina Giovanna d’Aragona passò con i suoi cento cavalieri in quella zona: c’era un
terribile temporale e tutti trovarono riparo sotto quell’enorme castagno.
Glossario
Imponente: di grandi dimensioni.
Longevo/a: di lunga vita.
fessurato/a: con piccoli tagli.
Seghettato: non lineare, con sporgenze appuntite.
140
Caducifoglia: pianta che perde le foglie in
autunno.
Riccio: involucro formato da foglie rigide e
coperte di spine, contiene le castagne.
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Esercizio 2 - Comprensione del testo
Leggi attentamente e rispondi alle seguenti domande.
1. In quale zona è diffuso il castagno?
___________________________________________________________________________________
2. In quali boschi italiani è più diffuso il castagno?
___________________________________________________________________________________
3. Perché si dice che il castagno è una pianta longeva?
___________________________________________________________________________________
4. Perché il castagno viene chiamato una pianta imponente?
___________________________________________________________________________________
5. Com’è la corteccia del castagno?
___________________________________________________________________________________
6. Perché il castagno viene definito una pianta caducifoglia?
___________________________________________________________________________________
7. A cosa servivano le foglie secche del castagno?
___________________________________________________________________________________
8. Che tipo di miele si ottiene dai fiori di castagno?
___________________________________________________________________________________
9. In cosa è racchiusa la castagna?
___________________________________________________________________________________
10.Dove si trova il più grande albero del mondo?
___________________________________________________________________________________
11.Perché il grande albero si chiama il “castagno dei Cento Cavalli”?
___________________________________________________________________________________
141
Raccontami la tua terra
I BoscHI dI cAsTAGno
Traccia
13
I boschi di castagno sono ricchi di altre specie, come il nocciolo, la ginestra, l’erica.
Nel terreno crescono molti funghi commestibili. Questi boschi sono molto importanti
per la fauna selvatica perché gli animali possono trovare rifugio nei grandi tronchi e
trovare cibo nelle castagne.
In passato questi boschi erano destinati alla produzione di legname: se il bosco era
tagliato dopo 10-15 anni il legno era di piccole dimensioni. In questo caso era usato
come legno da ardere. Se il bosco era tagliato dopo 50 anni si aveva legname di
grandi dimensioni: il legno, compatto ed elastico, era usato per ottenere travi per gli
edifici. Infatti molti monumenti italiani hanno la struttura in legno di castagno perché
questo legno non è attaccato dai tarli. Era anche usato per costruire le botti dove
conservare il vino e per i pali del telefono. Con il legno di castagno si costruiscono
mobili per la casa. Un tempo i genitori piantavano alberi di castagno; così quando i
figli si sposavano avevano a disposizione il legno per costruire i mobili per la nuova
casa.
Il castagno era usato anche per ottenere il carbone; nel bosco era costruita la carbonaia con tanti pezzi di legno coperti di terra. La carbonaia bruciava per giorni fino a
produrre il carbone.
Nel legno di castagno è presente il tannino, una sostanza usata nella lavorazione del
cuoio e delle pelli.
Glossario
fauna selvatica: animali che vivono negli ambienti
naturali, non allevati dall’uomo.
Legname: insieme di pezzi di legno tagliati, di
varie dimensioni.
142
tarli: piccoli insetti che si nutrono del legno.
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Esercizio 3 - Comprensione e produzione scritta
Test di comprensione (ascolto e lettura) e prova di produzione scritta da farsi
con il testo a disposizione. Rispondi alle seguenti domande e forma un testo continuo con le risposte.
1.Quali altre piante sono presenti nel bosco di castagne?
2.Perché i boschi di castagno sono importanti per la fauna selvatica?
3.A cosa serviva il legno del bosco tagliato dopo 10-15 anni?
4.A cosa serviva il legno del bosco tagliato dopo 50 anni?
5.Perché il legno di castagno veniva usato per la costruzione degli edifici?
6.Perché i genitori piantavano alberi di castagno per i figli?
7.Come veniva costruita la carbonaia?
8.Quale sostanza è presente nel legno di castagno e a cosa serve?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
143
Raccontami la tua terra
castagneti da frutto
Nel castagneto da frutto gli alberi sono grandi, vecchi e molto distanti fra loro con
ampi spazi aperti fra un albero e l’altro. In questo modo la luce del sole arriva meglio
e le piante producono frutti migliori.
Il castagneto da frutto è coltivato come un orto e si eseguono molti lavori agricoli:
eliminare i cespugli intorno agli alberi, concimare, potare la chioma dei castagni per
aumentare la produzione.
La raccolta avviene in autunno quando le castagne cadono spontaneamente al
suolo; una pianta produce circa 6 kg di castagne.
Esistono molte varietà di castagne (circa 100) coltivate per le particolari caratteristiche del frutto; i “marroni” per esempio vengono utilizzati in pasticceria per fare i “marrons glacés”.
Le castagne vengono mangiate arrostite o bollite. La conservazione delle castagne è
possibile se si immergono in acqua per 10 giorni oppure se vengono seccate.
In passato per conservare le castagne si usavano i “metati”. Sono essiccatoi a forma
di casette in pietra a due piani. Al primo piano erano le castagne su un solaio di
legno, sotto, al piano terra, era acceso il fuoco. Per 40 giorni il fuoco seccava le castagne; poi venivano portate al mulino e trasformate in farina.
Glossario
Concimare: distribuire nel terreno sostanze che
servono alla pianta per crescere.
Potare: tagliare parti della pianta.
144
Spontaneamente: da solo, senza intervento dell’uomo.
Essiccatoi: locali per seccare un prodotto.
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Esercizio 4 - Comprensione del testo
Dopo la lettura, si passa al test di comprensione. Rispondete alle domande
seguenti. Se fate l’esercizio in classe rispondete oralmente a coppie e poi rispondete per iscritto individualmente.
1.Perché nel castagneto da frutto ci sono ampi spazi aperti?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
2.Quali lavori agricoli si fanno nel castagneto da frutto?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
3.Quante castagne produce una pianta?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
4.Che cosa si fa con i “marroni”?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
5.Come vengono mangiate le castagne?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
6.Come si conservano le castagne?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
7.Che cosa sono i “metati”?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
145
Raccontami la tua terra
L’imperativo
L’imperativo in italiano si presenta in maniera diversa a seconda della persona alla
quale ci si rivolge.
L’imperativo dei verbi regolari si forma così:
Parlare
Vedere
Partire
Capire
Tu
Parla!
Vedi!
Parti!
Capisci!
Lei (F.C. *)
Parli!
Veda!
Parta!
Capisca!
Noi
Parliamo!
Vediamo!
Partiamo!
Capiamo!
Voi
Parlate!
Vedete!
Partite!
Capite!
Loro (F.C. *)
Parlino!
Vedano!
Partano!
Capiscano!
Con essere e avere si forma così:
Essere
Avere
Tu
Sii!
Abbi!
Lei (F.C. *)
Sia!
Abbia!
Noi
Siamo!
Abbiamo!
Voi
Siate!
Abbiate!
Loro (F.C. *)
Siano!
Abbiano!
L’imperativo negativo:
Parlare
Scrivere
Partire
Finire
Tu
Non parlare!
Non scrivere!
Non partire!
Non finire!
Lei
Non parli!
Non scriva!
Non parta!
Non finisca!
Noi
Non parliamo!
Non scriviamo! Non partiamo!
Non finiamo!
Voi
Non parlate!
Non scrivete!
Non finite!
* F.C.: Forma di Cortesia
146
Non partite!
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Esercizio 5
Completa la frase usando il verbo sottolineato all’imperativo positivo o
negativo e con i pronomi adatti (pronomi semplici).
Esempio:
Se vuoi fare il bagno, fallo prima di
cena.
• Se vuoi dire la verità, ____________________ subito.
• Se volete scrivere a Luigi, ____________________ una cartolina dal mare.
• Se vuoi andare a teatro, ____________________ domani, perché stasera non ci sono
più biglietti.
• Se vuoi fare i compiti, ____________________ subito all’inizio del pomeriggio.
• Se vuoi imparare una lingua straniera in fretta, ____________________ sul posto.
• Se volete cambiare i soldi, non ____________________ in questa banca perché il cambio è sfavorevole.
• Se ti dico un segreto, non ____________________ a nessuno, mi raccomando!
• Se volete fare una passeggiata nel parco, ____________________ verso sera, perché
adesso fa troppo caldo.
• Se vuoi dare l’esame di filosofia, ____________________ nella sessione di settembre.
• Se vuoi vendere l’appartamento, non ____________________ a un prezzo troppo alto.
147
Raccontami la tua terra
Esercizio 6
Trasformare la frase con il verbo sottolineato all’imperativo (sostituisci il
verbo “dovere”).
Esempio:
Franco, devi dire la verità!
Franco dì la verità!
• Giovanni, hai la febbre, devi andare dal dottore! ___________________________________________________________________________________
• Ragazzi, dovete sapere che domani non c’è la partita di calcio! ___________________________________________________________________________________
• Carlo, devi fare colazione prima di partire! ___________________________________________________________________________________
• Bambini, non dovete fare rumore, la nonna sta dormendo! ___________________________________________________________________________________
• Zia Maria, non devi andare via subito, devi rimanere con noi! ___________________________________________________________________________________
• Luca, devi stare tranquillo, hai fatto il tuo dovere! ___________________________________________________________________________________
• Ragazzi, non dovete dare ascolto a tutto quello che dice la gente! ___________________________________________________________________________________
• Marco, non devi dare l’esame domani, non sei abbastanza preparato! ___________________________________________________________________________________
• Lucia, devi sapere che non sono contenta di te! ___________________________________________________________________________________
• Franca, devi uscire adesso, dopo sarà troppo buio! ___________________________________________________________________________________
148
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Storia di un castagno
nel giardino di una casa
in Argentina
Ecco ora, per rendere un simpatico omaggio al castagno, uno scritto autobiografico
di una signora argentina, Alejandra Daglio, i cui nonni, piemontesi emigrati in Argentina, le raccontavano…
Quando andavo a Carlos Paz, in provincia di Cordoba, a visitare i miei nonni durante
le vacanze, per me era una bellissima festa, soprattutto perché potevo finalmente
ammirare il castagno che si mostrava in tutta la sua bellezza nel giardino davanti alla
loro casa.
Quando andavamo in questo luogo, per me incantato, sul finire dell’estate, potevamo
raccogliere, insieme ai miei nonni, questi “strani” frutti e mia nonna mi raccontava
che avevano deciso di comprare quella casa proprio perché c’era il castagno. In
Argentina, infatti, sebbene fosse presente una grande varietà di alberi, il castagno
non esisteva e tuttora non esiste.
I nonni, piemontesi, mi raccontavano, sognanti, che in Italia esistevano addirittura
interi boschi di castagni, i cui frutti, chiamati castagne, si cucinavano sul fuoco e
prendevano il nome di “caldarroste” che si potevano comprare anche per strada e te
le mettevano dentro coni di carta…
La nonna mi spiegava che il colore dei miei capelli veniva definito castano proprio
perché assomigliava al colore delle castagne. Questo allora mi riempiva di orgoglio e
sentivo una forma di vicinanza a questo albero ed ai suoi frutti, così speciali, che, sotto
le spine del riccio, celano un’anima dolce. Un’anima che sembra di legno verniciato.
Esercizio 7
Ora provate a scrivere anche voi un breve testo su un albero, una pianta, un
fiore o un frutto che vi piace e che è legato ai ricordi della Vostra terra...
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
149
Raccontami la tua terra
le ricette
CON IL FRUTTO DEL CASTAGNO, LA CASTAGNA, SI POSSONO PREPARARE GUSTOSE
RICETTE. PUOI PROGETTARE UN MENU COMPLETO, USANDO, CON ALTRI INGREDIENTI,
LA CASTAGNA
Primo piatto
Gnocchi di castagne al pesto
Secondo piatto
Petto di tacchino ai marroni
Dolce
Bavarese alle castagne
Ricetta per preparare gli Gnocchi di castagne al pesto (di Alberto Bernasconi)
Unità 8
pag. 234
Ingredienti per 6 persone
Per gli gnocchi: 150 gr di farina di castagne, 800 gr di patate farinose, 100 gr di farina bianca 00, 50 gr di fecola di patate, sale fino per l’impasto, 1 foglia di alloro e sale
grosso per la cottura.
Per il pesto: 1 mazzetto di basilico, una manciata di pinoli, uno spicchio piccolo
d’aglio, un cucchiaio di pecorino grattugiato, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato,
olio extravergine di oliva, sale grosso.
Preparazione
Pesto: pulite il basilico con dei fogli di carta, pestate il basilico nel mortaio con il sale
grosso, aggiungete i pinoli e l’aglio. Aggiungete i formaggi. Fate scendere l’olio a filo
e mescolate fino a coprire la salsa.
Gnocchi: lessate e sbucciate le patate, passatele facendole cadere sulla spianatoia,
unite le due farine con la fecola e un pizzico di sale, impastate accuratamente ma
velocemente finché tutto è ben amalgamato. Formate dei filoni che taglierete a tocchetti. Passateli in una forchetta infarinata per dare la forma. Lessate in abbondante
acqua salata nella quale avrete aggiunto la foglia d’alloro; quando gli gnocchi verranno a galla toglieteli con il mestolo forato, condite con il pesto allungato con un paio di
cucchiai di acqua di cottura, servite subito.
Esercizio 8
Ora provate a volgere all’infinito i verbi sottolineati.
Esempio: lessare e sbucciare le patate...
150
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Ora vi diamo una seconda ricetta su cui però vi chiediamo di fare un esercizio di
riempimento.
Cercate gli ingredienti fra le parole mancanti.
Ricetta per preparare il Petto di tacchino ai marroni (di Alberto Bernasconi)*
Ingredienti per 6 persone
1 kg di petto di tacchino in un pezzo solo, 500 gr di marroni lessati (la quantità riguarda le castagne già lessate e pulite), 1 finocchio, 4 grossi scalogni, 50 gr di gherigli di
noce, un pizzico di cannella, un pizzico di noce moscata, un pizzico di pepe nero, 1
cucchiaio di zucchero, 1 foglia di alloro, 2 bicchieri di brodo vegetale o di pollo, 80 gr
di burro, sale, acqua.
Esercizio 9 - Cloze
Completate gli spazi bianchi del testo seguente con gli ingredienti della ricetta.
Usate solo le parole che servono. Alcune parole sono ripetute più volte.
Preparazione
Fondete lentamente 50 gr di _______________, versatelo in una pirofila, rotolateci il
petto di ___________________, cospargetelo con la ______________, la noce moscata, il
pepe, i _____________ di ___________ pestati, ponete in forno preriscaldato a 180°C per
un’ora e mezzo, girandolo spesso e bagnandolo con il suo sugo e qualche cucchiaio di
_____________________ bollente se dovesse asciugare troppo.
Contorno di marroni con la sua salsa
Affettate gli _________________ e scottateli per 2 minuti in abbondante ___________
bollente leggermente salata, scolateli con il mestolo forato e tenete da parte. Nella
stessa _____________, da quando riprende il bollore lessate per 10 minuti i marroni,
toglieteli e teneteli da parte. In una casseruola sciogliete 30 gr del _______________
rimasto, unite lo zucchero, salate e pepate, cuocete per qualche minuto, aggiungete il
finocchio tagliato a listarelle sottili, lasciate insaporire, aggiungete 4 cucchiai di
______________ caldo e cuocete per 10 minuti a fuoco moderato, poi aggiungete i marroni, la foglia di alloro, i gherigli tritati grossolanamente, il brodo rimasto e cuocete
a fuoco vivace finché il liquido è quasi asciugato, scuotendo di tanto in tanto il tegame. Servite il _________________ ben caldo affettato con il contorno bollente.
* La ricetta del professor Bernasconi, insegnante di Cucina all’IPSSAR “N. Bergese” di Genova - Sestri Ponente,
è stata parzialmente modificata dal comitato di redazione.
151
Raccontami la tua terra
EccO OrA IL DOLcE cHE cONcLUDE IL VOsTrO DELIzIOsO MENU
ricetta per preparare la Bavarese alle castagne (di Alberto Bernasconi)
Ingredienti per 6 persone
500 gr marroni ancora con la buccia, 250 gr di panna liquida, ½ lt di latte, 200 gr di
zucchero semolato e 50 gr di zucchero a velo, 4 tuorli, 20 gr di gelatina in fogli, 1
bustina di vanillina, 1 foglia di alloro, sale.
Preparazione
In abbondante acqua leggermente salata lessare i marroni con la foglia d’alloro.
Dopo un’ora di cottura scolarli, e lasciarli intiepidire, poi sbucciarli accuratamente e
passarli al setaccio fine sino ad ottenere una purea. Ammorbidire la gelatina in
abbondante acqua fredda. Montare i tuorli con 150 gr di zucchero. Quando sono spumosi unire il latte sempre sbattendo. Versare in un tegame e cuocere la crema a
fuoco basso finché si è addensata. Aggiungere la gelatina ben strizzata. Togliere dal
fuoco quando è completamente sciolta, unire alla purea di castagne. Montare la
panna con il restante zucchero. Mescolare la crema di castagne con la panna montata
con delicatezza dal basso verso l’alto. Versare il composto in uno stampo con pellicola. La pellicola deve debordare per aiutarvi quando sformerete il dolce. Passare in
frigorifero per almeno 5 ore prima di servire.
esercizio 10
Volete ora volgere all’imperativo i verbi sottolineati?
Esempio: Passate in frigorifero per almeno 5 ore prima di servire.
152
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Brainstorming
Osservate una foto di un bosco di castagni in autunno.
Dite che cosa avete osservato e scrivete alla lavagna le parole che vi vengono in
mente.
153
Raccontami la tua terra
Esercizio 11
Traccia
14
Ascoltate la poesia Invito all’Autunno, letta dall’attore.
Completate la poesia nelle parti mancanti inserendo parole a vostra scelta.
Potete aggiungere quante parole volete. Non esiste un’unica risposta! La poesia
consente anche di creare parole.
Esprimete la vostra creatività
Invito all’Autunno*
Vola via, pensiero _________!
La stagione che ___________ verso il buio
del tuo _________ inverno
lascia ____________ a nuovi affetti…
Che le fiamme del _____________
e le ombre della sera, ________e fresca
di venti che sanno del __________ del bosco,
ti cullino in un ____________, caldo sogno:
________di castagno in ottobre
e foreste rosseggianti, ___________
ardano, come ___________dell’autunno per te
in un unico ______________ d’amore.
Lucidi frutti ________ nei ricci ________
in una _________ festa di colori.
Conserva ________ricordi
le ________erbe del passato!
Accarezza nel _________del commiato
le piante che _____________ per addormentarsi
nel loro ____________ letargo!
Saluta __________che non rivedrai più
nella nuova _____________primavera.
Bontà, bellezza, sapori ti hanno ___________.
In fasci raccogli i loro scheletri.
Nelle _________ ceste del ricordo
riponi gli ultimi doni della passata _____________.
Vieni, Autunno! E che la ______________
mi copra con il suo ___________ silenzio.
* Castellani, 2011a
154
Unità 5 - Raccontami Il castagno
Verifica 1
La castagna
Traccia
15
Ascolta il testo letto dall’attore.
Con l’autunno, in Liguria, torna uno dei frutti più buoni e saporiti: la castagna.
La castagna è il frutto del castagno. Questa pianta è presente allo stato selvatico
nella zona centro mediterranea dell’Europa, fin dai tempi preistorici.
I frutti possono essere raccolti e consumati freschi: bolliti o arrostiti. Oppure possono
essere essiccati per poter essere conservati e consumati successivamente sotto
forma di frutto secco o farina. Questo processo avviene in tradizionali strutture, gli
essiccatoi, generalmente posti in vicinanza dell’abitazione dei contadini, per facilitare
le operazioni di alimentazione del fuoco che deve rimanere acceso per diversi giorni.
Sin dal passato, il castagno era chiamato albero del pane per i suoi innumerevoli
impieghi nella vita dei contadini. In tutti i paesi dell’entroterra ligure rappresentava il
prodotto sostitutivo del grano. Un piatto ricorrente, semplice ma sostanzioso, che si
preparava in inverno, erano le castagne secche cotte nel latte. La farina di castagne
viene usata in preparazioni diverse (gnocchi, castagnaccio ecc.).
Immagine
pag. 140
Unità 1
pag. 39
Comprensione del testo
Dopo l’ascolto esegui il test VERO o
FALSO senza leggere il testo.
Esempio
La castagna è un frutto della primavera
Vero
Falso
Con l’estate, in Liguria torna uno dei
frutti più buoni e saporiti: la castagna
Vero
Falso
La castagna è presente nella zona centro
meridionale dell’Europa
Vero
Falso
Il castagno era chiamato l’albero
del pane
Vero
Falso
La castagna nei tempi passati ha
rappresentato il prodotto sostitutivo
del grano
Vero
Falso
Dalla castagna si ricava una farina
Vero
Falso
Un piatto che si preparava in inverno,
erano le castagne secche cotte nel latte
Vero
Falso
L’essicatoio era distante dalle abitazioni
dei contadini
Vero
Falso
155
Raccontami la tua terra
Verifica 2 - Trova il reparto giusto
Devi fare la spesa nel supermercato; collega al reparto giusto gli ingredienti
delle ricette che abbiamo visto precedentemente. Scrivi il numero del reparto
accanto al nome del prodotto.
petto di tacchino
cannella
latte
marroni lessati
(anche surgelati)
noce moscata
uova
pepe nero
gelatina in fogli
scalogni
zucchero
semolato
bustina
vanillina
gherigli di noce
zucchero a velo
alloro
finocchi
1
reparto
verdure
fresche
156
2
3
reparto
macelleria
reparto
latticini
4
reparto
drogheria
spezie
5
reparto
ingredienti
per dolci
s
ti
i
Unità 5 - Raccontami Il castagno
fecola di patate
aglio
patate
farinose
formaggio pecorino
burro
sale grosso
farina bianca 00
formaggio
parmigiano
sale fino
basilico
olio extra vergine
farina di castagne
pinoli
panna liquida
dadi
per brodo vegetale
6
reparto
surgelati
7
reparto
olio
e conserve
8
9
reparto
panetteria
reparto
farine
10
reparto
caffè
e zuccheri
157
Raccontami la tua terra
Verifica 3 - Grammaticale
Trasformare la frase con il verbo sottolineato all’imperativo (sostituisci il
verbo “dovere”).
Esempio:
Franco, devi partire subito!
Franco parti subito!
• Ragazzi, dovete essere più prudenti quando guidate!
___________________________________________________________________________________
• Giulia, non devi guardare la televisione tutte le sere!
___________________________________________________________________________________
• Giuseppe e Mario, dovete smettere di fumare perché fa male!
___________________________________________________________________________________
• Bambini, non dovete giocare sull’erba, è vietato!
___________________________________________________________________________________
• Mamma, devi avere pazienza, non l’ho fatto apposta!
___________________________________________________________________________________
• Giacomo, devi finire il compito prima di andare a giocare!
___________________________________________________________________________________
• Mario, devi essere gentile con tua sorella!
___________________________________________________________________________________
• Signori, prego, dovete avere la cortesia di aspettare in fila!
___________________________________________________________________________________
• Lucia, devi ascoltare bene quello che dice il professore!
___________________________________________________________________________________
• Francesca, non devi parlare a voce così alta, non sono sordo!
___________________________________________________________________________________
158
Unità 6 - Raccontami L’orto
Unità 6
Raccontami
L’orto
159
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
DOMINIO:
• personale.
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
• Chiedere per ottenere
informazioni.
• Estrapolare contenuti
AMBITO:
da un dialogo.
• privato.
• Trasmettere informazioni
e istruzioni.
OGGETTI / MATERIALI:
• Usare idiomi.
• orto, ortaggi, semi,
• Parlare di sé, del proprio
attrezzi agricoli, erbe,
passato, della propria
zucchero, spezie, vigneti,
terra.
stagioni, chinotto,
• Elaborare elenchi.
bevanda, canditi
• Usare vocaboli specifici.
• Confrontare/rapportare
LUOGHI:
esperienze.
• Savona, Senegal, colline • Descrivere attività
sul fiume Letimbro,
e oggetti.
Riviera Ligure, periferie,
torrenti, Calabria, Sicilia,
Sud America, Mondo
Arabo, Oriente.
AVVENIMENTI:
• incontri fra persone
amiche, conversazioni
su prodotti locali,
confronto sulle diverse
produzioni degli orti,
conservazione e utilizzo
di alimenti, gestione di
tempo libero.
AZIONI:
• conversare, rispettare
il proprio turno,
condividere
conoscenze
e competenze, porre
domande, fornire
risposte, dare istruzioni
in ordine cronologico,
descrivere, dare
riferimenti nello spazio
e nel tempo.
160
CONTENUTI
LINGUISTICI
• La frase interrogativa
(intonazione).
• Aggettivi possessivi.
• Aggettivi possessivi
e uso degli articoli
determinativi con i nomi
di parentela.
• Pronomi relativi.
• Arricchimento lessicale.
Unità 6 - Raccontami L’orto
ATTIVITà
ESERCIZI
•
•
•
•
Compiti comunicativi:
• Ascolto accompagnato
da comprensione del
contenuto.
• Lettura guidata dei
dialoghi (attenzione alla
pronuncia e
all’intonazione).
• Analisi del testo dal
punto di vista lessicale e
strutturale
• Comprensione del
contenuto dei testi (test
vero/falso - test a
risposta multipla)
• Esercizi di interazione
• Esercizi per verificare
l’acquisizione di nuovo
lessico (cloze, vero/falso,
risposta multipla)
• Esercizi di mediazione
• Rispondere a domande
aperte
• Fornire informazioni.
•
•
•
•
•
•
Ascolto.
Lettura a voce alta
ed espressiva.
Estrapolazione
di informazioni
e di contenuti.
Acquisizione di nuovo
lessico.
Comprensione
del lessico.
Comprensione
del contenuto.
Comparazione.
Parlare di sé
e del proprio Paese.
Esercizi guidati
in forma scritta.
Produzione
autonoma di brevi
elaborati in forma
scritta.
Esercizi linguistici:
• Esercizi sull’uso degli
aggettivi possessivi
• Esercizio sull’uso degli
articoli determinativi
con gli aggettivi
possessivi in presenza di
nomi di parentela
• Esercizi sull’uso dei
pronomi relativi.
Verifica:
• Svolgimento di un cloze
su un testo riassuntivo
dell’intera unità
didattica, produrre un
testo scritto che riporta il
lessico presentato
nell’unità didattica,
scrivere un testo
normativo.
161
Raccontami la tua terra
il mio orto o il nostro orto?
Traccia
16
Ascolta il testo dal cd e prova a rileggerlo ad alta voce facendo attenzione ad eventuali errori fonologici.
Paolo - Siamo a marzo e nel mio orto ho seminato le carote e la lattuga. Ho creato
anche un angolino di terra riparato, un luogo protetto, dove ho messo i semi di basilico, i pomodori e le melanzane.
Amadou - In Senegal anch’io avevo l’orto, ma non era solo mio, tutta la famiglia lo
curava: era di tutti. La nonna curava la semina, usava sempre la sua paletta col
manico di legno, i bambini andavano a dare l’acqua a turno alle piantine, due volte
al giorno. Ricordo che era necessario bagnare la terra perché il sole altrimenti faceva
seccare le piante. Giovani e anziani facevano il loro lavoro.Tutte le case nel mio paese
hanno l’orto vicino alla porta.
Paolo - A Genova poche persone hanno un orto, io abito in periferia e sono fortunato,
perché ho un piccolo pezzo di terra, un po’ lontano da casa. Mi diverto a coltivare la
terra. Nell’orto passo volentieri il mio tempo libero e quando raccolgo gli ortaggi sono
contento perché tutta la mia famiglia può mangiarli. Sai, i miei ortaggi appena raccolti hanno un sapore diverso, direi più buono dei prodotti comprati dal fruttivendolo
o al mercato.
Amadou - Hai ragione! Gli ortaggi appena raccolti hanno un sapore migliore. A me
piaceva raccogliere i pomodori: che bontà mangiarli subito! Quando ero piccolo
nell’orto della mia famiglia andavo ad innaffiare due volte al giorno. Ad agosto dovevo bagnare di più la terra anche tre o quattro volte. Potevo mangiare se volevo, ma
non potevo giocare. Potevo giocare fuori dall’orto.
Paolo - Cosa cresceva nel vostro orto?
Amadou - Nel nostro orto crescevano: le carote, le melanzane,
i pomodori, i peperoni, le cipolle, le patate e la zucca. Tutti lo
curavano, perché quando serve qualcosa da mangiare si va nell’orto: tagli e... mangi subito. Anche
un vicino, quando ha bisogno, può entrare
nell’orto e prendere quello che serve. Nel mio
paese si conoscono tutti: è un posto lontano
da Dakar parecchi chilometri. Ricordo che gli
uomini andavano a vendere al mercato in
città i loro prodotti degli orti.
Paolo - Ti farò assaggiare i miei pomodori
quando saranno maturi. Penso a luglio di
poterli raccogliere.
Mi dirai se il gusto è uguale a quello dei tuoi
pomodori del Senegal.
Amadou - Grazie! Il prossimo mese, ad aprile,
andrò a trovare i miei genitori in Senegal, starò
via due settimane. Al mio ritorno porterò per te
un po’ di zucchero di canna del Senegal, una
vera bontà! Potrai assaggiarlo. Sono molte le
canne che crescono vicino all’orto, ma ci vuole
un lungo lavoro per fare lo zucchero.
162
Unità 6 - Raccontami L’orto
Esercizio 1 - Comprensione del testo
Dopo aver ascoltato il dialogo indica
con una X la frase corretta come
nell’esempio.
I genitori di Amadou abitano
a Dakar


a Genova

in un paese lontano da Dakar parecchi
chilometri
Amadou quando era bambino andava
nell’orto

a giocare

a bagnare le piante

a studiare
Nel paese di Amadou
tutta la famiglia cura l’orto


solo gli uomini seminano

solo i bambini raccolgono
Paolo pensa che a luglio

i pomodori saranno maturi

le piante saranno secche

seminerà il basilico
Paolo abita in periferia

la sua casa ha l’orto vicino alla porta

ha un pezzo di terra un po’ lontano da
casa

ha l’orto sul terrazzo
Esempio:
Paolo semina l’orto
a marzo
a luglio
a settembre
Le carote, le melanzane, i pomodori, i
peperoni, le cipolle, le patate e la zucca

crescono nell’orto di Paolo

crescono nell’orto della famiglia di
Amadou

crescono nella casa del vicino
Gli ortaggi appena raccolti secondo
Amadou

hanno un sapore migliore

hanno un sapore uguale ai prodotti
comprati dal fruttivendolo

non si possono mangiare
Amadou al ritorno dal Senegal

raccoglierà i pomodori

porterà a Paolo un po’ di zucchero di
canna

seminerà le carote
Nell’orto di Paolo c’è

un angolino di terra riparato solo per il
basilico

una pista da gioco

un angolino di terra riparato per il
basilico, i pomodori e le melanzane
Paolo coltiva l’orto
durante il tempo libero

solo nel mese di marzo


perché è un contadino e vende i suoi
ortaggi al mercato
163
Raccontami la tua terra
Esercizio 2 - Comprensione del testo
Dopo aver letto il testo rispondere con
Vero o Falso o Non dato: è possibile
una sola risposta.
Segnare una X come nell’esempio.
Amadou coltiva l’orto per passare
il tempo.
Vero
Falso
Non dato
Nell’orto di Amadou tutta la famiglia
lavora.
Vero
Falso
Non dato
Paolo ha creato nell’orto un angolino
di terra riparato solo per le melanzane.
Vero
Falso
Non dato
La nonna di Amadou seminava nell’orto
e i bambini bagnavano il terreno.
Vero
Falso
Non dato
Paolo ha seminato ad aprile le carote,
la lattuga e la cicoria.
Vero
Falso
Non dato
164
Esempio:
Paolo abita in periferia a Genova
Vero
Falso
Non dato
Paolo è un meccanico.
Vero
Falso
Non dato
Amadou farà un viaggio ad aprile.
Vero
Falso
Non dato
Le canne da zucchero sono poche
e crescono nell’orto.
Vero
Falso
Non dato
A Genova tutti gli abitanti hanno l’orto.
Vero
Falso
Non dato
Paolo e Amadou sono colleghi di lavoro.
Vero
Falso
Non dato
Unità 6 - Raccontami L’orto
Esercizio 3 - Interazione
Mettersi in coppia: uno fa la parte di Paolo e l’altro quella di Amadou. Ripetere
il dialogo e arricchirlo con nomi di altri ortaggi.
Scrivere poi i nomi degli altri ortaggi.
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Esercizio 4 - Mediazione
Aggiungere all’elenco altri verbi italiani usati per descrivere l’orto e provare a
tradurli nelle lingue parlate dagli studenti.
Condividerli alla lavagna o su un tabellone.
Verbi che riguardano l’orto
Nella mia Lingua
• Coltivare
• _____________________________________
• Seminare
• _____________________________________
• Raccogliere
• _____________________________________
• Bagnare
• _____________________________________
• _____________________________________
• _____________________________________
• _____________________________________
• _____________________________________
165
Raccontami la tua terra
Per saperne di più!*
Gobba a ponente (ovest) = luna crescente
Gobba a levante (est) = luna calante
Fasi lunari e lavori in campagna
LUNA CRESCENTE
Luna nuova
LUNA CALANTE
Luna vecchia
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Semina di pomodori, peperoni,
melanzane
Semina di fiori in giardino
Piantare siepi e arbusti
Innestare piante da frutto
Raccolta di zucchine, fagioli, piselli
Raccolta di erbe medicinali
Semina di basilico, prezzemolo,
insalate
Potare le siepi
Potare gli olivi, la vite
Potare piante da frutto
Vendemmiare
Imbottigliare il vino
Cerca sul dizionario le parole imbottigliare, innestare, potare, vendemmiare e prova
a tradurle nella tua lingua.
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
* A cura di Ilaria Ambrosini
166
Unità 6 - Raccontami L’orto
esercizio 5 - comprensione del testo
Rispondi alle seguenti domande
• Che cosa puoi seminare con la luna nuova?
___________________________________________________________________________________
• Che cosa puoi seminare con la luna vecchia?
___________________________________________________________________________________
• Puoi potare con la luna nuova?
___________________________________________________________________________________
• E con la luna vecchia?
___________________________________________________________________________________
• Che cosa puoi piantare con la luna nuova?
___________________________________________________________________________________
• Quando puoi vendemmiare?
___________________________________________________________________________________
• Quando puoi imbottigliare il vino?
___________________________________________________________________________________
• Quando puoi raccogliere le zucchine, i fagioli e i piselli?
___________________________________________________________________________________
• Che cosa puoi raccogliere inoltre con la luna nuova?
___________________________________________________________________________________
167
Raccontami la tua terra
Esercizio 6 - Cloze
Completare gli spazi vuoti, come nell’esempio, con le parole del testo che vengono date non in ordine.
L’esercizio va fatto senza guardare il testo iniziale e il controllo con il testo iniziale a fronte va fatto alla fine dell’esercizio.
nel mio orto • bagnare • qualcosa da mangiare • fuori dall’orto • nel mio paese
• un lungo lavoro • raccolgo gli ortaggi • la mia famiglia • era di tutti i miei
• innaffiare • Nel nostro orto • i pomodori • i miei genitori • legno • due volte al
giorno • luglio • le cipolle • mercato.
Paolo - Siamo a marzo e nel mio orto ho seminato le carote e la lattuga. Ho creato
anche un angolino di terra riparato, un luogo protetto, dove ho messo i semi di basilico, i pomodori e le melanzane.
Amadou - In Senegal anch’io avevo l’orto, ma non era solo mio, tutta la famiglia lo
curava: __________________. La nonna curava la semina, usava sempre la sua paletta
col manico di __________, i bambini andavano a dare l’acqua a turno alle piantine,
______________. Ricordo che era necessario bagnare la terra perché il sole altrimenti
faceva seccare le piante. Giovani e anziani facevano il loro lavoro. Tutte le case
___________________ hanno l’orto vicino alla porta.
Paolo - A Genova poche persone hanno un orto, io abito in periferia e sono fortunato,
perché ho un piccolo pezzo di terra, un po’ lontano da casa. Mi diverto a coltivare la
terra, nell’orto passo volentieri il mio tempo libero e quando __________________ sono
contento perché tutta _____________ può mangiarli. Sai, i miei ortaggi appena raccolti
hanno un sapore diverso, direi più buono dei prodotti comprati dal fruttivendolo o al
mercato.
Amadou - Hai ragione! Gli ortaggi appena raccolti hanno un sapore migliore. A me
piaceva raccogliere i pomodori. Che bontà mangiarli subito! Quando ero piccolo
168
Unità 6 - Raccontami L’orto
nell’orto della mia famiglia andavo ad _______________ due volte al giorno, ad agosto
dovevo ________________ di più la terra anche tre o quattro volte. Potevo mangiare se
volevo, ma non potevo giocare. Potevo giocare ____________________.
Paolo - Cosa cresceva nel vostro orto?
Amadou - ________________ crescevano: le carote, le melanzane, i pomodori, i peperoni, ___________, le patate e la zucca. Tutti lo curavano, perché quando serve ____________
si va nell’orto: tagli e ... mangi subito. Anche un vicino, quando ha bisogno, può entrare nell’orto e prendere quello che serve. Nel mio paese si conoscono tutti, è un posto
lontano da Dakar parecchi chilometri, Ricordo che gli uomini andavano a vendere al
_______________ in città i loro prodotti degli orti.
Paolo - Ti farò assaggiare _________________ quando saranno maturi. Penso di poterli
raccogliere a ________________.
Mi dirai se il gusto è uguale a quello dei tuoi pomodori del Senegal.
Amadou - Grazie! Il prossimo mese, ad aprile, andrò a trovare __________________ in
Senegal, starò via due settimane, quando tornerò porterò per te un po’ di zucchero di
canna del Senegal, una vera bontà! Potrai assaggiarlo, sono molte le canne che crescono vicino all’orto, ma ci vuole _____________________ per fare lo zucchero.
169
Raccontami la tua terra
Aggettivi possessivi
Rileggere con attenzione il dialogo tra Paolo e Amadou.
Le parole sottolineate richiamano la nostra attenzione sugli aggettivi possessivi.
maschile
singolare
maschile
plurale
femminile
singolare
femminile
plurale
IO
MIO
MIEI
MIA
MIE
TU
TUO
TUOI
TUA
TUE
LUI/LEI/LEI
SUO
SUOI
SUA
SUE
NOI
NOSTRO
NOSTRI
NOSTRA
NOSTRE
VOI
VOSTRO
VOSTRI
VOSTRA
VOSTRE
LORO
LORO
LORO
SUA
LORO
Il possessivo in italiano ha sempre l’articolo:
•
•
•
•
•
il mio amico
il nostro orto
le vostre case
la sua paletta
il loro paese
Completa la tabella con gli articoli mancanti il i la le
maschile
singolare
maschile
plurale
femminile
singolare
femminile
plurale
IO
Il MIO
I MIEI
La MIA
Le MIE
TU
Il TUO
__TUOI
La TUA
Le TUE
LUI/LEI/LEI
Il SUO
I SUOI
__ SUA
___SUE
NOI
Il NOSTRO
I NOSTRI
__-NOSTRA
__-NOSTRE
VOI
__VOSTRO
__ VOSTRI
___VOSTRA
__ VOSTRE
LORO
__LORO
I LORO
___SUA
Le LORO
170
Unità 6 - Raccontami L’orto
Attenzione
I possessivi con i nomi di parentela non sempre hanno l’articolo.
Esempio:
- Ti presento mia moglie
- Oggi ho aiutato mia nonna
Unità 7
pag. 199
Ma…
1.Quando il nome di parentela è al plurale è obbligatorio usare l’articolo prima del
possessivo.
- Le mie sorelle vivono in Senegal.
2. Anche con il possessivo loro è necessario usare l’articolo.
- Paolo e Tiziana hanno due bambini, i loro figli amano la campagna.
3.L’articolo si usa prima del possessivo con i nomi di parentela alterati, come ad
esempio, mammina, papino, fratellino, sorellina, nonnina ecc.
- Devo aiutare il mio fratellino Mamadou a bagnare l’orto.
- La mia sorellina ha giocato tutto il pomeriggio.
4.Con i termini che indicano un legame che non rientra ancora nei rapporti di
parentela (es. fidanzato, compagno, ragazzo, fidanzata, compagna, ragazza) si
usa l’articolo prima del possessivo.
- Il mio fidanzato è simpatico. 5.L’articolo si usa prima di un nome di parentela preceduto da un aggettivo.
- Il mio caro zio ha un grande orto.
Lasciatevi guidare dall’uso e dalla buona consuetudine!
171
Raccontami la tua terra
Esercizio 7
Completa con il possessivo e con l’articolo quando occorre.
• Paolo ha festeggiato gli ottanta anni del nonno. ________ nonno è molto anziano.
• Amadou è arrivato ieri in compagnia del fratello che vive in Senegal. Sono andata a
passeggiare con ________ fratello.
• La zia mi ha dato appuntamento per domani. Incontrerò _______ zia nel parco.
• Mi avete telefonato per invitarmi a prendere un caffè con voi e __________ cugine.
• Vogliono andare a visitare la mostra con ____________ nipoti.
• Paolo ha comprato un anello per la ___________ fidanzata
• ____________ madre prepara delle torte deliziose. Sono proprio contenta che sia
_________ mamma!
• Giovanni, per piacere chiama ________ sorella! È pronto in tavola!
• Se volete, potete partecipare alla festa con __________ amici.
• Sono stata a lungo all’Estero e aspettavo con ansia le lettere de ______________ cari
genitori.
• _____ amato fidanzato mi ha portato un bellissimo mazzo di rose.
• ________ famiglia vive in Romania: tornerò a trovarli presto.
• Amadou viene dal Senegal. _________ genitori non lo vedono da molto tempo.
• Paolo ha incontrato un’amica di ______ sorella.
172
Unità 6 - Raccontami L’orto
Esercizio 8 - Produzione di un testo
Scrivere un breve testo usando le seguenti parole:
pomodori • lattuga • basilico • orto • famiglia • casa • mercato
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
173
Raccontami la tua terra
GLI ORTI DI SAVONA
Traccia
17
Unità 4
pag. 107
Gli orti di Savona si scoprono all’improvviso, quando meno te l’aspetti. Dietro i resti di
una vecchia fabbrica, ai bordi delle colline sul fiume Letimbro, tra un caseggiato e
l’altro nelle zone di periferia, dove due secoli fa prosperavano gli alberi di chinotto.
Spesso si arriva agli orti percorrendo stradine o sentieri stretti e in salita, tra muri a
secco. è il regno delle creuze(1). Lo spazio dell’orto è ordinato e disordinato nello stesso tempo. A ogni stagione l’orto è in festa. Raggi di sole, pioggia e nebbia si inseriscono tra filari di viti e alberi da frutta, giocando con le zolle di terra.
Il confine tra un orto e l’altro è segnato da siepi alte quanto basta per incuriosire i
bambini. Nell’orto l’alto e il basso si alternano. In basso, la linea di fresche verdure:
cavolfiori, bietole leggere, lattughe multicolori, carciofi dal cuore spinoso, spinaci ricchi di ferro, cardi. In alto, le piante dei piselli e dei fagioli.
Come se non bastasse, ci sono verdure che stanno sottoterra: i tuberi delle patate e i
finocchi che lasciano emergere simpatici ciuffetti. In mezzo, zucche di ogni tipo ti
guardano con occhio curioso. Pomodori piccoli e profumati annunciano l’angolo
delle spezie. Origano, salvia, basilico, prezzemolo crescono quasi in disparte. Erbette
selvatiche, ranuncoli e pratoline si ritagliano spazi di vita e sembrano pacificamente
convivere con le “primizie”, le verdure che l’ortolano segue con amore quasi paterno.
Anche le erbe infestanti, come le piante spontanee, danno poco fastidio e vengono
controllate dalla bravura dell’agricoltore che usa prodotti fitosanitari chimici solo in
casi di estrema necessità.
(1) La creuza è un termine ligure. Indica uno stretto viottolo.
Glossario
Emergere: venire fuori, dal basso verso l’alto.
Erbe infestanti: erbe che crescono non desiderate ed invadono il terreno coltivato.
Muri a secco: muri costruiti utilizzando solo
pietre senza usare il cemento.
174
Primizie: frutta e verdura in anticipo rispetto
alla normale maturazione.
Prodotti fitosanitari: prodotti chimici usati per
la cura delle piante.
Zolle: pezzi compatti di terra.
Unità 6 - Raccontami L’orto
Esercizio 9 - Cloze
Completare gli spazi vuoti, come nell’esempio, con le parole del testo che vengono date non in ordine.
L’esercizio può essere fatto anche guardando il testo iniziale che è stato ridotto.
Si scoprono, muri a secco, caseggiato, confine, Erbette selvatiche, periferia,
carciofi, erbe infestanti, agricoltore, chinotto, sentieri, stagione, zolle, sottoterra, zucche, angolo.
Esempio
Gli orti di Savona _____________ all’improvviso.
Gli orti di Savona si scoprono all’improvviso.
Gli orti di Savona si scoprono all’improvviso, quando meno te l’aspetti. Dietro i resti di
una vecchia fabbrica, ai bordi delle colline sul fiume Letimbro, tra un _________________
e l’altro nelle zone di __________________, dove due secoli fa prosperavano gli alberi di
________________. Spesso si arriva agli orti percorrendo stradine o ____________ stretti e
in salita, tra ________________. è il regno delle creuze. Lo spazio dell’orto è ordinato e
disordinato nello stesso tempo. A ogni ___________ l’orto è in festa. Raggi di sole, pioggia
e nebbia si inseriscono tra filari di viti e alberi da frutta, giocando con le ______ di terra.
Il ______________ tra un orto e l’altro è segnato da siepi alte quanto basta per incuriosire
i bambini. Nell’orto l’alto e il basso si alternano. In basso, la linea di fresche verdure:
cavolfiori, bietole leggere, lattughe multicolori, ________________ dal cuore spinoso, spinaci ricchi di ferro, cardi. In alto, le piante dei piselli e dei fagioli.
Come se non bastasse, ci sono verdure che stanno ______________: i tuberi delle patate e i
finocchi che lasciano emergere simpatici ciuffetti. In mezzo, ______________ di ogni tipo
ti guardano con occhio curioso. Pomodori piccoli e profumati annunciano l’_____________
delle spezie. Origano, salvia, basilico, prezzemolo crescono quasi in disparte. __________
___________, ranuncoli e pratoline si ritagliano spazi di vita e sembrano pacificamente
convivere con le “primizie”, le verdure che l’ortolano segue con amore quasi paterno.
Anche le ___________________, come le piante spontanee, danno poco fastidio e vengono
controllate dalla bravura dell’___________________ che usa prodotti fitosanitari chimici
solo in casi di estrema necessità.
Esercizio 10 - Produzione di un testo e interazione
Dopo aver letto il testo, descrivi un orto che ricordi, anche del tuo paese, usando alcune parole del testo e raccontalo ai compagni.
175
Raccontami la tua terra
LA coLTIVAZIone deLL’oRTo
Ascolta la lettura da parte dell’attore.
Traccia
18
Oggi, chi coltiva l’orto in Liguria quasi sempre lo fa nei momenti di tempo libero e sa
apprezzare l’umido della terra che ogni orto conserva, anche nel culmine dell’estate.
Negli orti, gli ortaggi commestibili e le specie selvatiche e spontanee si mescolano in
piena libertà. Ci sono zone soleggiate e zone che invece sono sempre in ombra.
Nell’orto, oltre a togliere erbacce, a irrigare, a potare i vigneti, ci si riposa seduti su
panche di fortuna, attorno a tavoli di pietra. Ogni contadino ricovera attrezzi e piante
in casette di legno o di pietra, costruite con “mezzi di fortuna” o riutilizzando vecchi
materiali, vicino a conigliere e a pollai.
Se vuoi coltivare un orto devi sapere che si tratta di un’attività che ti occupa per tutto
l’anno, come i ritmi delle stagioni: ora è il momento di potare, ora è il momento di
concimare o di mettere a dimora le piante. In altri casi è bene spruzzare solfato di
rame(1) sulle viti e proteggerle con paglia, in vista del gelo dell’inverno.
Se vuoi proteggere le piante devi prepararti con estrema cura.
Devi raccogliere canne che crescono in riva ai torrenti.
Servono per far crescere molte piante dal fusto delicato (fagioli, piselli, pomodori).
Poi devi rifornirti di fili di ginestra per legare le
piantine di pomodoro e impedire che il vento e le
intemperie le distruggano. Qualche contadino dice che anche le fasi lunari influenzano
la coltivazione. Coltivare un orto richiede
tanta energia. Ci vogliono anche immaginazione e creatività. L’orto non è infatti un luogo
banale, un parente povero del giardino, è
invece uno spazio vivo, popolato di tante creature che nascono e crescono in continuazione. Nell’orto c’è sempre qualcuno!
(1) Il solfato di rame è un prodotto che si usa
per eliminare i parassiti della vite.
Glossario
Commestibili: che si possono mangiare.
Conigliere: casette per allevare i conigli.
Creatività: capacità di immaginare e trovare
modi nuovi per fare le cose.
Culmine: il punto più alto, il momento più forte.
Erbacce: Erbe infestanti, cfr. pag. 174.
Influenzano: provocano un effetto.
Intemperie: cattivo tempo.
Mettere a dimora: portare le piantine dal semen-
176
zaio al terreno dove devono crescere.
Mezzi di fortuna: mezzi che si trovano a disposizione al momento.
Pollai: spazio per allevare polli.
Potare: rimando unità olivo.
Ricoverare: mettere al coperto per proteggere
una pianta e gli attrezzi (N.B. la parola ricoverare ha altri significati per esempio ricoverare
qualcuno in ospedale!).
Unità 6 - Raccontami L’orto
Esercizio 11 - Comprensione del testo
Dopo aver ascoltato, guardato il glossario e riletto il testo, indica con una X
la migliore risposta, come nell’esempio.
Esempio:
Umido
bagnato
odore
sapore
Culmine
Punto più alto
Termine
Inizio
Spruzzare
Sciogliere
Raccogliere
Spargere
Commestibili
Che si mangiano
Che si comprano
Che si vendono
Gelo
Freddo
Pioggia
Temporale
Erbacce
Origano e menta
Origano rosmarino e menta
Erbe da buttare
Intemperie
Bel tempo
Brutto tempo
Tempo variabile
Potare
Legare
Tagliare
Seminare
Influenzano
Condizionano
Che hanno la febbre
Impediscono
Mettere a dimora
Gettare
Tagliare
Piantare
Creatività
Fantasia
Impegno
Lavoro
177
Raccontami la tua terra
I pronomi relativi
- Anche le erbe infestanti danno poco fastidio e vengono controllate dalla bravura
dell’agricoltore. L’agricoltore usa i prodotti fitosanitari solo in caso di necessità.
- Anche le erbe infestanti danno poco fastidio e vengono controllate dalla bravura
dell’agricoltore che usa i prodotti fitosanitari solo in caso di necessità.
- Devi raccogliere le canne. Le canne crescono in riva ai torrenti.
- Devi raccogliere le canne che crescono in riva ai torrenti.
Che è il pronome relativo, usato per sostituire un nome e collegare più frasi.
Che è usato sia al posto del nome maschile (l’agricoltore) sia al posto del femminile
(la canna), sia per il singolare (l’agricoltore) sia per il plurale (le canne).
Che può essere usato come soggetto o come complemento oggetto.
Quando il pronome relativo è preceduto da una preposizione (con, in, ecc.) è sostituito da cui (invariabile) o quale (che ha invece quattro forme: il quale, la quale, i quali,
le quali).
Quando si trova solo il pronome cui senza preposizione vuole intendersi come a cui.
- Questo è il ragazzo con cui trascorrevo le mie vacanze estive al mare.
- Queste sono le piante di cui ti ho parlato.
- La persona cui mi riferisco è il direttore della scuola.
178
Unità 6 - Raccontami L’orto
Esercizio 12
Sottolinea il pronome relativo che trovi
in ogni frase, come nell’esempio.
Esempio:
La torta che mi hai preparato era squisita.
1.Il bar che preferisco è quello in cima alla via.
2.Ti ho parlato della ragazza con cui abitavo mentre studiavo all’università?
3.Sei tu che mi hai proposto di aiutarmi con i compiti?
4.Luisa era tanto affezionata a quel cane che le aveva salvato la vita.
5.Giorgio abitava un tempo proprio nella casa in cui ieri è avvenuto uno strano omicidio.
Collega le frasi con un pronome relativo, come nell’esempio.
Esempio:
Ho venduto l’auto. L’auto era diventata
troppo piccola.
Ho venduto l’auto che era diventata
troppo piccola.
1. Amadou ha fatto visita a un contadino. Il contadino si è rotto un piede.
__________________________________________________________________________________
2. Paolo è furibondo perché non trova il cellulare. Il cellulare era sul davanzale della
finestra.
__________________________________________________________________________________
3. Ieri abbiamo fatto un esercizio in classe. L’esercizio era molto difficile.
__________________________________________________________________________________
4. Giovanna ha comprato un nuovo computer. Con il computer Giovanna scrive la storia della sua vita.
__________________________________________________________________________________
5. Vivo in una grande città. In quella città c’è un grande parco.
__________________________________________________________________________________
179
Raccontami la tua terra
Completa le frasi scrivendo il pronome
relativo adatto, come nell’esempio.
Esempio:
Judith è la donna con cui esce mio cugino.
1. Il kebab _________ vendono qui è il mio preferito.
2. Il divano su _________ siedi era di mia nonna.
3. Ti ho mai parlato della signora _________ mi ha restituito il portafoglio _________
avevo perso?
4. Domani ti racconterò il motivo per _________ oggi sono triste.
5. La località da _________ vengo si trova nell’Italia del Sud.
Scrivi cinque frasi che contengono un pronome relativo
1. ________________________________________________________________________________
2. ________________________________________________________________________________
3. ________________________________________________________________________________
4. ________________________________________________________________________________
5. ________________________________________________________________________________
Leggi le frasi al tuo compagno di banco.
180
Unità 6 - Raccontami L’orto
mA cHe cos’È IL cHInoTTo?
Negli orti savonesi, spezie e aromi sono la delizia dei cinque sensi. Fanno ricordare
tempi antichi a chi si rifugia nella pace dell’orto. E i chinotti di Savona?
Qui la storia diventa intrigante; gli orti savonesi nascondono tesori d’Oriente.
Ma che cos’è il chinotto?
Ah, che domanda! Molti di noi pensano che il chinotto sia una bibita; ma se io vi
chiedessi “Con che cosa è fatto il chinotto?” non sarebbe facile trovare una risposta.
Io non lo sapevo, mio padre non lo sapeva e neppure mio nonno.
L’ho scoperto solo leggendo l’etichetta di una bottiglia. Il chinotto è un agrume,
come l’arancio e il limone. Ma non ha lo stesso sapore e, soprattutto, le stesse origini…
Importato probabilmente dalla Cina, è un albero sempreverde che si è diffuso nel
savonese intorno al Cinquecento; produce frutti di colore giallo-arancio, intensamente profumati e di sapore amarognolo. A Savona è presente sia lungo la costa sia nel
primo entroterra, tra Varazze e Finale Ligure, in una zona tra i 200 e i 300 metri sul livello
del mare.
I frutti del chinotto vengono utilizzati per preparare una bevanda gassata e amarognola, per preparare canditi e marmellate. Alla fine del XIX secolo una fabbrica francese si trasferì a Savona e diede origine alla tradizione dei chinotti canditi che ancor
oggi continua.
In Italia il chinotto è diffuso anche in Calabria e in Sicilia.
Glossario
Aromi: profumi.
Albero sempreverde: pianta che non perde le
foglie in inverno.
Canditi: frutta conservata in uno sciroppo di
zucchero.
181
Raccontami la tua terra
esercizio 13 - comprensione del testo
Dopo aver letto il testo, indica con una
X se la frase è vera o falsa, come
nell’esempio:
Esempio:
Il chinotto è anche una bibita
 Vero
 Falso
1. Solo il nonno sapeva che cos’è
il chinotto.
 Vero
 Falso
7. Con il chinotto si producono anche
marmellate.
 Vero
 Falso
2. Il chinotto cresce solo sul mare.
 Vero
 Falso
8. Il chinotto perde le foglie d’inverno.
 Vero
 Falso
3. Il chinotto proviene dall’Asia.
 Vero
 Falso
9. Il chinotto cresce fino a 300 m
di altitudine.
 Vero
 Falso
4. Il chinotto viene utilizzato al posto
dello zucchero.
 Vero
 Falso
5. I suoi frutti sono simili alle arance.
 Vero
 Falso
6. La tradizione del chinotto arrivò a
Savona con una fabbrica francese.
 Vero
 Falso
182
10. Il chinotto cresce solo in Liguria.
 Vero
 Falso
Unità 6 - Raccontami L’orto
Esercizio 14
A) Leggi insieme ai tuoi compagni le seguenti frasi, scritte da Italo Calvino(1) nel
racconto <La strada di San Giovanni>:
1. “Alberi di fico sporgevano qua e là dalle fasce”.
2. “[…] una macchia di canne fitte e fruscianti, ed eravamo arrivati al torrente” .
3. “Sporgevano dalle ceste le trombe verdi degli zucchini, le pere […], i grappoli d’uva
[…], le spine verdi-viola dei carciofi, […], le patate, i pomodori, le bottiglie del latte
e del vino, […] il tutto disposto in modo che le cose dure non ammaccassero le
molli, e vi restasse il posto per il cespo d’origano o di maggiorana o di basilico”.
4. “La tavola dove si posava la frutta e la verdura e si riempivano le ceste […] era
sotto il fico”.
5. “La vigna occupava la parte più bassa della campagna, con le piante da frutto tra i
filari”.
B) Abbina ogni frase ad almeno un colore
Frase n.: __________
Frase n.: __________
Frase n.: __________
Frase n.: __________
Frase n.: __________
Frase n.: __________
Frase n.: __________
Frase n.: __________
1. Scrittore di origini liguri, nato nel 1923 e morto nel 1985. Suo padre, Mario, era di Sanremo. Era esperto di
agricoltura e di floricoltura. Cfr. Calvino, 2000.
183
Raccontami la tua terra
esercizio 15
Creiamo il MERCATO INTERCULTURALE DELLE VERDURE
I FASE
• Portate a scuola le verdure che volete.
• Mettetele su un tavolo.
• Scrivete i nomi delle verdure su un
cartellino.
• Mettete il cartellino vicino all’ortaggio che avete portato.
• Ognuno di voi dica il nome dell’ortaggio che ha portato nella propria
lingua e in italiano.
II FASE
• Disegnate un tavolo vuoto.
• gradualmente cominciate a riempirlo di verdure o di frutti che non sono
europei ma provengono dall’America, dall’Africa e dall’Asia.
• Indicate vicino al disegno di ogni
verdura o frutto il relativo nome e
l’area di provenienza.
184
Unità 6 - Raccontami L’orto
Ecco le verdure e i frutti non europei:
Capperi
Zucche
Barbabietole
Limone
Arance
Pesca
Mais
Mandorle
Melanzane
Peperone
Patata
Pomodoro
Carciofo
Spinaci
Fagioli
Senape
Zafferano
Tabacco
Caffè
185
Raccontami la tua terra
lA ricettA
Ricetta per preparare “O pescio in te l’orto” cioè fritti di fagiolini
(di Bartolomeo Roberto Marenco)
Il nome della ricetta fa riferimento all’uso di verdure al posto del pesce in una frittura croccante ed appetitosa, come se nel nostro orto fosse comparso un “nuovo pesciolino”… Noi ve la proponiamo con i fagiolini ma può essere eseguita con qualsiasi
verdura del vostro orto.
Ingredienti
500 gr di fagiolini nostrani teneri, olio extra vergine di oliva Dop Riviera Ligure; 100
gr farina 00, 100 gr; 2 uova intere; un bicchiere di acqua minerale frizzante e fredda;
sale q.b.
Preparazione
Si lavano e si puliscono i fagiolini, togliendo le estremità e si lasciano interi.
Si spolverano con un po’ di sale ponendoli in uno scolapasta per circa dieci minuti. Si
sciacquano sotto l’acqua corrente e si asciugano con della carta da cucina o uno strofinaccio pulito.
Nel frattempo si prepara una pastella con la farina, il sale, un tuorlo d’uovo e uno
intero e l’acqua minerale. La si lascia riposare per un quarto d’ora. Nel frattempo si
monta a neve l’albume rimasto e lo si incorpora delicatamente alla pastella dopo
averla fatta riposare. Si immergono i fagiolini nella pastella e quindi si friggono in
olio d’oliva bollente.
La pastella avvolge i fagiolini e consente di formare una crosticina che dà l’impressione di un pesciolino.
186
Unità 6 - Raccontami L’orto
Verifica 1
Completare gli spazi vuoti, come nell’esempio, con le parole del testo che vengono date non in ordine. L’esercizio può essere fatto anche guardando i due testi
“La coltivazione dell’orto” e “Ma che cos’è il chinotto” alle pagine 176 e 181.
Si scoprono • bevanda • erbacce • aromi • spruzzare • ritmi • mettere a dimora •
gelo • sapere • paglia • vigneti • coltivare • pietra • agrume • “mezzi di fortuna” •
Sicilia • canditi • conigliere • torrenti • etichetta • chinotto
Esempio:
Gli orti di Savona
Gli orti di Savona
si scoprono
all’improvviso
all’improvviso
Nell’orto, oltre a togliere le ___________, a irrigare, a potare i ____________ ci si riposa
seduti su panche di fortuna, attorno a tavoli di _________. Ogni contadino ricovera
attrezzi e piante in casette di legno o di pietra, costruite con “____________________” o
riutilizzando vecchi materiali, vicino a __________________________________ e a pollai.
Se vuoi un orto devi _________ che si tratta di un’attività che ti occupa per tutto l’anno, come i _______ delle stagioni: ora è il momento di potare, ora è il momento di concimare o di _____________ a ________________ le piante. In altri casi è bene _____________
solfato di rame sulle viti e proteggerle con ___________, in vista del __________ dell’inverno. Se vuoi proteggere le piante devi prepararti con estrema cura.
Devi raccogliere canne che crescono in riva ai _______. Servono per far crescere
molte piante dal fusto delicato (fagioli, piselli, pomodori).
Negli orti savonesi, spezie e ______ sono la delizia dei cinque sensi. Fanno ricordare
tempi antichi a chi si rifugia nella pace dell’orto. E i chinotti di Savona?
Ma che cos’è il _________________?
L’ho scoperto solo leggendo l’______________________ di una bottiglia. Il chinotto è un
_________________, come l’arancio e il limone.
I frutti del chinotto vengono utilizzati per preparare una ______________ gassata e
amarognola, per preparare _______________________ e marmellate
In Italia il chinotto è diffuso anche in Calabria e in _________________.
187
Raccontami la tua terra
Verifica 2
Usare le parole nuove che avete imparato e produrre un breve testo che parli di
orti e di frutta e verdura.
Verifica 3
Scrivi una ricetta del Tuo Paese di origine o della Terra dove ora vivi in cui vengano usati anche i prodotti dell’orto.
La mia ricetta: ____________________________________________________________________
Per …. persone: ___________________________________________________________________
Ingredienti: _______________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Preparazione: _____________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
188
Unità 7 - Raccontami Il miele
Unità 7
Raccontami
Il miele
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
CONTENUTI
LINGUISTICI
DOMINIO:
• personale.
• Capire le informazioni
• Capire un testo
regolativo (ricetta)
• Trasmettere informazioni
e istruzioni
• Descrivere
• Capire termini tecnici
• Usare vocaboli specifici.
• Uso dell’articolo
determinativo
e indeterminativo
• Intonazione e pronuncia
• Infinito
• Imperativo
• Pronomi
• Uso degli aggettivi
• Uso degli avverbi
• Uso del sottocodice
specifico dell’apicoltura
• Arricchimento lessicale
in genere.
AMBITO:
• privato e lavorativo.
OGGETTI:
• Strumenti e utensili
relativi alla produzione
del miele, prodotti
alimentari derivati, cibi
relativi a ricette prodotte
con il miele.
LUOGHI:
• Europa centro
meridionale, Italia,
Entroterra ligure,
Campagna
e montagna.
AVVENIMENTI:
• informazioni
su una cultura agricola
e sul prodotto locale,
sul lavoro dell’apicoltore,
nozioni di storia
della tradizione.
AZIONI:
• coltivare, allevare,
raccogliere i prodotti,
trasformare, utilizzare,
conservare e preparare
cibi.
190
Unità 7 - Raccontami Il miele
ATTIVITà
ESERCIZI
•
•
•
Compiti comunicativi:
• Lettura guidata
(attenzione alla
pronuncia e
al’intonazione)
• Analisi del testo dal
punto di vista lessicale
e strutturale
• Comprensione del
contenuto dei testi (test
vero/falso - test a
risposta multipla)
• Esercizi di interazione
• Esercizi per verificare
l’acquisizione di nuovo
lessico (cloze e test di
comprensione)
• Rispondere a domande
aperte
• Fornire istruzioni.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Ascolto
Lettura a voce alta
ed espressiva
Miglioramento della
pronuncia attraverso
il canto
Estrapolazione
di informazioni
e di contenuti
Acquisizione di nuovo
lessico
Comprensione
del lessico
Comprensione
del contenuto
Mediazione
Comparazione
Identificazione
di similitudini
Discussione guidata
Parlare di sé
Esercizi guidati in forma
scritta
Produzione autonoma
di brevi elaborati
in forma scritta
Produzione di un testo
regolativo (ricetta)
in forma scritta.
Esercizi linguistici:
• Esercizi di coniugazione
dei verbi
• Esercizi sull’uso dei verbi
e dei pronomi
Verifica finale:
• Prova d’ascolto e
comprensione
attraverso domande
e risposte vero o falso
• Collegare informazioni
e oggetti
• Produzione di un testo
regolativo (ricetta).
191
Raccontami la tua terra
cHe cos’È IL mIeLe?
“Il miele è come il sole del mattino,
con tutta la grazia dell’estate
e il fresco antico dell’autunno.”
Traccia
19
(FEDERICO GARCíA LORCA, Il canto del miele)
Il miele è un prodotto alimentare che le api (e pochi altri insetti a loro simili) producono dal nettare dei fiori o da un’altra sostanza zuccherina (melata) proveniente dalle
piante.
Le api trasformano il nettare, lo combinano con sostanze specifiche proprie, e lo
lasciano maturare nei favi dell’alveare perché hanno la necessità di accumulare
scorte di cibo.
Il nettare è una sostanza zuccherina che i fiori producono: fiori diversi danno nettari
diversi e da qui nasce la varietà del miele.
Il miele è un alimento: può essere visto come una fonte di zuccheri e per questo è un
cibo altamente energetico e dolcificante. Nella categoria dei dolcificanti è l’unico
che non necessita di nessuna trasformazione per arrivare dalla natura alla nostra
tavola.
L’insieme delle celle a forma esagonale costituisce il favo.
Glossario
Api plur. di Ape:: l’ape è un insetto che ha corpo
nero dorato, antenne corte, addome con aculeo
che produce veleno nella femmina; vive in
società e si alleva da età antichissima per il
miele e per la cera che produce:
• ape regina, l’unica femmina feconda dell’alveare;
• ape operaia, femmina sterile che provvede
alle necessità della regina e delle larve;
• ape maschio, detta più comunemente fuco,
ha la sola funzione di fecondare la regina,
dopo di che muore o viene scacciata.
192
Nettare:: sostanza zuccherina secreta da speciali organi dei fiori.
favi plur. di Favo:: insieme delle celle di cera, a
forma esagonale, costruite dalle api per deporvi
uova, miele e polline (cfr. immagine sopra).
Alveare: nido naturale delle api o cassetta
costruita dall’uomo per il loro allevamento.
Zuccherina: che contiene zucchero.
Unità 7 - Raccontami Il miele
esercizio 1 - comprensione del testo
Dopo avere ascoltato la lettura del testo, rispondi alle domande del test di comprensione.
• Quali sostanze le api utilizzano per produrre il miele?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Che cos’è il nettare?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Perché le api producono il miele?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Perché esistono diversi tipi di miele?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Perché il miele è un cibo altamente energetico e dolcificante?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
193
Raccontami la tua terra
BReVe sToRIA deL mIeLe
Traccia
20
La parola miele è antichissima. Per millenni ha rappresentato l’unico alimento zuccherino concentrato disponibile. Le prime tracce di arnie costruite dall’uomo risalgono al VI millennio a.C. circa.
Anche nell’antico Egitto il miele era apprezzato, e già 4000 anni fa gli apicoltori si spostavano lungo il Nilo per seguire con le proprie arnie la fioritura delle piante per produrre il miele. Gli Egizi usavano deporre accanto alle mummie grandi coppe colme
di miele. Pensavano che il defunto avrebbe consumato il miele durante il viaggio
nell’aldilà. Infatti, durante gli scavi nelle tombe dei faraoni, abbiamo ritrovato vasi di
miele ermeticamente chiusi (e il cui contenuto si era perfettamente conservato).
In alcuni geroglifici si leggono ricette a base di miele che erano impiegate sia nell’arte culinaria che in medicina. Infatti venivano usate per la cura dei disturbi digestivi e
come unguenti per piaghe e ferite. Il miele era importantissimo anche per gli antichi
Greci che lo consideravano un cibo per gli dei. Pitagora lo raccomandava come alimento per una vita lunga. Gli antichi Romani importavano grandi quantitativi di miele
da Creta, da Cipro, dalla Spagna e da Malta. Quest’isola del Mediterraneo anzi sembra prendere il suo nome originale Meilat proprio dal miele. Il miele veniva utilizzato
dai Romani come dolcificante, per la produzione di idromele, di birra, come conservante alimentare e per preparare salse agrodolci. Il miele ebbe un ruolo centrale
nell’alimentazione degli uomini del Medioevo, ma, nei secoli successivi, non è più
l’unico dolcificante. Questo accade soprattutto dopo l’introduzione dello zucchero che sostituisce il miele quando si incomincia a raffinarlo industrialmente. Recentemente il miele sta in parte ritornando di moda perché
terapeutiche
tutti riconoscono le sue virtù terapeutiche.
Testo tratto e adattato dal sito
http://it.www.wikipedia.org/wiki/Miele
Glossario
Arnie plur. di Arnia: cassetta destinata all’allevamento delle api.
Apicoltori plur. di Apicoltore: cioè chi esercita
l’apicoltura.
Apicoltura: allevamento delle api.
dolcificare: rendere dolce: dolcificare una
bevanda.
dolce: che ha il gradevole sapore proprio dello
zucchero, del miele e sostanze simili.
faraoni: i re dell’antico Egitto.
Geroglifici: scrittura dell’antico Egitto.
Idromele: bevanda alcolica di origine molto antica ottenuta dalla fermentazione del miele diluito
nell’acqua.
194
Pitagora: era un filosofo, matematico e scienziato della Grecia antica (570 a.C. 495 a.C.).
Virtù terapeutiche: proprietà di un alimento o di
un elemento che può curare e guarire.
Zucchero: sostanza dolce, bianca e cristallina,
che si estrae dalla barbabietola o dalla canna da
zucchero e serve a dolcificare cibi e bevande.
Unità 7 - Raccontami Il miele
Esercizio 2 - Comprensione del testo
Dopo avere ascoltato la lettura del testo, rispondi alle seguenti domande
• Quando furono costruite le prime arnie?
___________________________________________________________________________________
• Gli apicoltori nell’antico Egitto come seguivano la fioritura delle piante?
___________________________________________________________________________________
• Nell’antico Egitto come era utilizzato il miele?
___________________________________________________________________________________
• Cosa si legge nei geroglifici?
___________________________________________________________________________________
• Qual è il legame tra l’isola di Malta e la parola “miele”?
___________________________________________________________________________________
• Nella civiltà romana come veniva utilizzato il miele?
___________________________________________________________________________________
• Che cosa sostituisce il miele come dolcificante?
___________________________________________________________________________________
195
Raccontami la tua terra
La lavorazione del miele
Dall’alveare al vasetto
Le fasi di lavorazione del miele sono un insieme di procedimenti che l’apicoltore compie per ottenere il miele in forma commercializzabile.
La lavorazione dell’uomo inizia dove finisce quella dell’ape ovvero alla fine delle fioriture, dopo che le api hanno immagazzinato il miele nei favi.
pag. 212
Estrazione dei melari
L’apicoltore con appositi strumenti asporta i melari.
Stoccaggio dei melari
I melari vengono portati in laboratorio, accatastati e controllati.
Disopercolatura
Il tappo di cera che chiude le celle viene asportato con un apposito coltello per permettere al miele di uscire.
Smielatura
I telaini vengono posti nello smielatore che, grazie alla centrifugazione, fa fuoriuscire il
miele. Dallo smielatore il prodotto è convogliato nei maturatori.
Filtraggio
Il miele viene passato in filtri che raccolgono eventuali residui di impurità.
Decantazione
Durante la smielatura il miele ingloba aria, che, nella fase di decantazione, forma
schiuma alla superficie.
Schiumatura
La schiuma viene eliminata.
Invasettamento
Il miele viene posto in vasetti con un’apposita macchina.
Testi tratti e adattati da: http://it.wikipedia.org/wiki/Miele e “Okkio alla merenda”, Il miele pp.129-130, Associazione
Provinciale Terranostra - Savona, 2011.
196
Unità 7 - Raccontami Il miele
Glossario
Melari plur. di Melario: la parte dell’arnia sopra
il nido in cui le api depositano il miele.
disopercolatura dal verbo disopercolare:: cioè
togliere dalle celle di un favo le pellicole di cera
(opercoli) per far uscire il miele.
Smielatura dal verbo smielare: svuotare dal
miele i favi dell’alveare.
filtraggio dal verbo filtrare: far passare un liquido o un gas attraverso un filtro, colare, depurare, purificare, distillare.
decantazione:: sedimentazione e conseguente
separazione di un solido da un liquido o di due
liquidi.
esercizio 3
Ogni fase della lavorazione del miele corrisponde alla descrizione della seconda colonna. Collega con una freccia ciascuna fase alla rispettiva descrizione.
Fase
Descrizione
Estrazione dei melari
il tappo di cera che chiude le celle
viene asportato con un apposito coltello per permettere al miele di uscire
Stoccaggio dei melari
la schiuma viene eliminata
disopercolatura
il miele viene passato in filtri che raccolgono eventuali residui di impurità
Smielatura
l’apicoltore con appositi strumenti
asporta i melari
filtraggio
il miele viene posto in vasetti con
un’apposita macchina
decantazione
i telaini vengono posti nello smielatore che, grazie alla centrifugazione, fa
fuoriuscire il miele. Dallo smielatore
il prodotto è convogliato nei maturatori
Schiumatura
durante la smielatura il miele ingloba
aria, che, nella fase di decantazione,
forma schiuma alla superficie
Invasettamento
i melari vengono portati in laboratorio, accatastati e controllati
197
Raccontami la tua terra
Esercizio 4 - Produzione di un testo
Guarda le immagini e descrivi cosa vedi: individua le fasi della lavorazione del
miele.
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
198
Unità 7 - Raccontami Il miele
L’uso dell’articolo
determinativo e indeterminativo*
ARTICOLI DETERMINATIVI
SINGOLARE
Maschile
il ragazzo
lo studente
l’amico
Femminile
la ragazza
l’amica
PLURALE
i ragazzi
gli studenti
gli amici
le ragazze
le amiche
Come si usano gli articoli:
il/i
lo/gli
l’/gli
la/le
l’/le
davanti ai nomi che iniziano con una consonante
davanti ai nomi che iniziano con: S seguita da una consonante, Z, GN o PS
davanti ai nomi che iniziano con una vocale
davanti ai nomi che iniziano con una consonante
davanti ai nomi che iniziano con una vocale
Gli articoli determinativi al plurale non vogliono l’apostrofo.
ARTICOLI INDETERMINATIVI
SINGOLARE
Maschile
un ragazzo
uno studente
un amico
Femminile
una ragazza
un’amica
PLURALE
(dei ragazzi)
(degli studenti)
(degli amici)
(delle ragazze)
(delle amiche)
Gli articoli indeterminativi non hanno il plurale, per questo al plurale si usano le
forme del partitivo.
* Scheda di Nunzia Guasco
199
Raccontami la tua terra
Esercizio 5
Esercizio a):
inserisci gli articoli determinativi e indeterminativi nelle seguenti due strofe del
testo della canzone “Ci vuole un fiore” (Sergio Endrigo-Gianni Rodari, 1974)
Le cose d’ogni giorno
raccontano segreti
a chi le sa guardare
ed ascoltare...
Per fare __ tavolo
Per fare __ fiore
ci vuole __ legno,
ci vuole __ ramo,
per fare __ legno
per fare __ ramo
ci vuole __ albero,
ci vuole __ albero,
per fare __ albero
per fare __ albero
ci vuole __ seme,
ci vuole __ bosco,
per fare __ seme
per fare __ bosco
ci vuole __ frutto,
ci vuole __ monte,
per fare __ frutto
per fare __ monte
ci vuole __ fiore,
ci vuol __ terra,
ci vuole __ fiore,
per far __ terra
ci vuole __ fiore:
ci vuole __ fiore:
per fare __ tavolo
per fare tutto
ci vuole __ fiore!
ci vuole __ fiore!
200
Unità 7 - Raccontami Il miele
Esercizio b) (intonazione, pronuncia): ascoltiamo e cantiamo la canzone in
coro.
Controlla se nel precedente esercizio hai usato gli stessi articoli del testo originale (puoi utilizzare la versione karaoke rielaborata con immagini all’indirizzo web:
http://www.youtube.com/watch?v=sddptx6n9L8)
Esercizio c):
esprimi la tua creatività e rielabora una strofa della canzone “Ci vuole un fiore”.
Partendo dalla parola “miele” inserisci negli spazi gli articoli e le parole che
preferisci (ad esempio: ape, nettare, favo, cera, ....)
Per fare il MIELE
ci vuole __ ..........................
per fare __ ..........................
per fare __ ..........................
ci vuole __ ..........................,
ci vuole __ ..........................,
ci vuole __ ..........................,
per fare __..........................
ci vuole __ ..........................:
ci vuole __ ..........................,
per fare __ ..........................
per fare __ ..........................
ci vuole __ ..........................,
ci vuole un fiore!
201
Raccontami la tua terra
Esercizio d):
completa le seguenti regole sull’uso dell’articolo.
1) L’articolo indeterminativo maschile è:
un davanti a ____________________________
uno davanti a ___________________________
2) L’articolo indeterminativo femminile è:
un’ davanti a ___________________________
una davanti a ___________________________
3) L’articolo determinativo maschile singolare è:
il davanti a _____________________________
lo davanti a ____________________________
l’ davanti a _____________________________
202
4) L’articolo determinativo maschile plurale è:
i davanti a ______________________________
gli davanti a ____________________________
5) L’articolo determinativo femminile
singolare è:
la davanti a _____________________________
l’ davanti a _____________________________
6) L’articolo determinativo femminile
plurale è:
le davanti a _____________________________
Unità 7 - Raccontami Il miele
IL MIELE nel linguaggio
della poesia,
tra natura e... simboli
Ascolta la lettura della poesia da parte dell’attore, poi rileggi il testo e sottolinea le
parole che si riferiscono al “mondo naturale” (nettare, alveare, campi, fiori, favo,
olivo)
Traccia
21
Versi tratti da Il canto del miele (Federico García Lorca)
L’alveare è una stella pura,
pozzo d’ambra che alimenta il ritmo
delle api. Seno dei campi
tremulo d’aromi e di ronzii.
(…)
(Così il miele dell’uomo è la poesia
che emana dal suo petto addolorato,
da un favo con la cera del ricordo
creato dall’ape nell’intimità).
Il miele è come il sole del mattino,
con tutta la grazia dell’estate
e il fresco antico dell’autunno.
è la foglia appassita ed è il frumento.
Oh divino liquore dell’umiltà,
sereno come un verso primitivo!
Tu sei l’armonia incarnata,
lo spirito geniale di liricità.
In te dorme la malinconia,
il segreto del bacio e del grido.
García Lorca, 2010
Dolcissimo. Dolce. Questo è il tuo
aggettivo.
Dolce come il ventre di una donna.
Dolce come gli occhi dei bimbi.
Dolce come le ombre della notte.
Dolce come una voce.
O come un giglio.
Per chi ha in sé la pena e la lira
tu sei il sole che illumina il cammino.
Equivali a tutte le bellezze,
al colore, alla luce, ai suoni.
(…)
è la superiore anima dei fiori.
Oh liquore che hai unito queste anime!
Chi ti gusta non sa che inghiotte
lo spirito d’oro di liricità.
Granada, Novembre 1918
203
Raccontami la tua terra
Esercizio 6
Spiega il significato di questi “paragoni”, come dall’esempio. Ricorda che si
tratta di una poesia e quindi puoi essere “creativo”.
Esempio:
“L’alveare è una stella pura”
= ...L’alveare è luminoso come una
stella...
“il miele dell’uomo è la poesia”
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
“il miele è come il sole del mattino”
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
“dolce come le ombre della notte”
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
“il miele è la superiore anima dei fiori”
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
204
Unità 7 - Raccontami Il miele
Varietà di MIELi liguri
In Liguria i mieli prodotti più comunemente sono il miele millefiori oltre agli unifloreali di acacia, castagno, erica, melata e tiglio.
(La presentazione della seguente tabella dovrebbe essere accompagnata da
una degustazione delle varietà di miele).
Tipo
Colore
Sapore
Odore
Consistenza
Proprietà
Acacia
colore
chiaro,
trasparente
dolce e
delicato,
vanigliato
tenue
e floreale
liquida
non altera
il sapore
dei cibi
con cui
viene
abbinato
Castagno
scuro, da
ambrato a
quasi nero
intenso
che tende
all’amaro
forte e
pungente
fluida, ma
corposa
ottimo
ricostituente
Erica
arborea
ambrato
con
tonalità
arancioni
intenso e
persistente,
d’anice
caramellato
pastosa
diuretico
e antireumatico
Melata
scuro, con
tonalità dal
rossastro
all’ebano
poco dolce,
a volte
leggermente salato
vegetale
vischiosa
antibatterico e antisettico
Millefiori
dal chiaro
all’ambrato
forte e
aromatico
tenue
e floreale
dal fluido
al corposo
decongestionante delle vie
respiratorie
Tiglio
dall’ambra
giallognolo
allo scuro
rossastro
balsamico,
con
leggero
retrogusto
profumo
assai
pronunciato,
mentolato
pastosa
consigliato
contro
emicranie
e
nervosismo
Fonte: Agriligurianet - Sito ufficiale della Regione Liguria per l’agricoltura www.agriligurianet.it
205
Raccontami la tua terra
Glossario
Diuretico: che concerne o favorisce la secrezione
di urina (diuresi).
Antireumatico: si dice di farmaco o altro mezzo
che previene e cura le affezioni reumatiche.
Reumatico: del reumatismo; che causa il reumatismo.
Reumatismo: termine generico usato per indicare
un complesso di affezioni dolorose che colpiscono
le articolazioni, i muscoli, i tendini, le ossa.
Antisettico: si dice di sostanza o trattamento che
uccide i germi e previene le infezioni.
Esercizio 7 - Comprensione del testo
Dopo avere letto con attenzione la scheda, rispondi alle seguenti domande.
Quale tipo di miele ha un colore ambrato con tonalità arancioni?
___________________________________________________________________________________
Quale tipo di miele ha un sapore dolce e delicato, vanigliato?
___________________________________________________________________________________
Quale tipo di miele ha un odore forte e pungente?
___________________________________________________________________________________
Quali tipi di miele hanno una consistenza pastosa?
___________________________________________________________________________________
Quale tipo di miele ha le proprietà di decongestionare le vie respiratorie?
___________________________________________________________________________________
206
Unità 7 - Raccontami Il miele
Esercizio 8 - Quale tipo di miele preferisci?
Seguendo lo schema delle precedenti domande realizzate un’intervista. L’esercizio si può svolgere tra coppie di studenti.
Quale tipo di miele ha un colore ....?
___________________________________________________________________________________
Quale tipo di miele ha un sapore ....?
___________________________________________________________________________________
Quale tipo di miele ha un odore ....?
___________________________________________________________________________________
Quale tipo di miele ha una consistenza ....?
___________________________________________________________________________________
Quale tipo di miele ha le proprietà ....?
___________________________________________________________________________________
Esercizio 9 - Ampliamento
Possiamo ampliare la prospettiva degli esercizi precedenti considerando le
oltre 50 varietà di miele presenti in Italia. Riproduci per ogni tipo di miele
altrettante tabelle
Per arricchire la precedente tabella possiamo trovare informazioni sul sito
http://www.cittadelmiele.it/area_istituzionale_c.asp
Avviamo l’esercizio considerando il miele di Agrumi....
Tipo
Agrumi
Colore
Sapore
Odore
Consistenza
Proprietà
Energetico,
sedativo e
rilassante
Regioni
tipiche di
produzione
Sardegna,
Sicilia,
Calabria e
Basilicata
207
Raccontami la tua terra
il miele in cucina
CON IL MIELE SI POSSONO PREPARARE GUSTOSE RICETTE: PROGETTIAMO UN
MENU LEGGERO MA DELIZIOSO, USANDO IL MIELE
Piatto Unico
Risotto agli asparagi
con miele di castagno
Dolce
Pere al vino rosso e miele di tiglio
Caffè con Baci di Alassio
Ricetta per preparare il Risotto agli asparagi condito
con miele di castagno*
Ingredienti per 4 persone
300 gr di riso Vialone Nano, 1/2 cipolla bianca tritata fine, 1 spicchio d’aglio schiacciato, 300 gr di asparagi, 700 ml di brodo vegetale,
60 gr di grana padano, olio extravergine d’oliva, sale e pepe, miele di
castagno, semi di papavero
Preparazione
Pulire gli asparagi, privandoli della parte più dura del gambo, lavarli sotto acqua
corrente e asciugarli tamponandoli con carta assorbente. In una padella fare soffriggere 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva con la cipolla, l’aglio e metà degli asparagi tagliati a pezzetti, con le punte intere. Lasciare insaporire, aggiungere il riso e
farlo tostare. Bagnare con il brodo vegetale e iniziare la cottura, mescolando di tanto
in tanto aggiustare di sale e pepe. Dopo 14 minuti, aggiungere le rimanenti punte di
asparagi e i gambi a pezzetti. Continuare la cottura per altri 5 o 6 minuti, spegnere il
fuoco e mantecare il risotto con un cucchiaio di olio e il grana padano grattugiato.
Mentre cuoce il riso, in un pentolino porre 3 cucchiai di miele di castagno a scaldare.
Quando inizia a sfrigolare nel pentolino, aggiungere 2 cucchiai di semi di papavero,
mescolare e lasciare riposare a fuoco spento fino al momento di servire nel piatto.
Servire il riso nei piatti da portata e irrorarlo con il miele caldo ai semi di papavero.
Esercizio 10
Riscrivete il testo volgendo all’imperativo i verbi sottolineati.
Esempio: Pulite gli asparagi...
* Fonte: http://www.ilmieleincucina.it/ricette/primi
208
Unità 7 - Raccontami Il miele
ORA VI DIAMO LA SECONDA RICETTA: DOVRETE TRASFORMARE I VERBI DALL’IMPERATIVO ALL’INFINITO
Ricetta per preparare i Baci di Alassio*
Ingredienti
750 gr di nocciole del Piemonte, 600 gr di
zucchero, 150 gr di albume d’uovo, 75 gr
di cacao amaro, 75 gr di miele, 200 gr di
panna liquida, 200 gr di cioccolata
amara per la copertura
Preparazione
Dopo aver tostato le nocciole, macinatele insieme allo zucchero. Montate
quindi a neve l’album e unitevi delicatamente il macinato di nocciole e zucchero. Aggiungete pure il cacao ed il miele e
mescolate bene il tutto otterrete così una
pasta piuttosto morbida e spalmabile da mettere in un sacco a “poche” con cornetto rigato.
Su una teglia foderata con carta da forno, colate
dal sacco a “poche” delle roselline di pasta di circa
3-4 cm di diametro che infornerete. Fatele cuocere per
una decina di minuti a 200°C.
Prima di staccarle dalla carta di cottura lasciate ben raffreddare le roselline ottenute. Nel frattempo fate bollire la panna aggiungendovi il cioccolato fondente sciolto. Con una frusta battete bene il composto fino ad ottenere una crema ben
amalgamata. Con questa attaccate a due a due le stelline di nocciola e cacao.
Esercizio 11
Riscrivete il testo dei Baci di Alassio volgendo all’infinito i verbi sottolineati.
Esempio: Macinare (le nocciole) insieme allo zucchero...
* Ricetta classica della Pasticceria Balzola di Alassio tratta da Lingua, Torre, 1999: 175.
La ricetta è stata scelta perché, oltre che per la bontà del prodotto finale costituisce un ricordo/simbolo per la curatrice. Infatti, il suo ultimo giorno di servizio, trovandosi ad Alassio la sua coetanea Maria le regalò questi deliziosi baci.
209
Raccontami la tua terra
Esercizio 12 - Cloze
Vi chiediamo di fare un esercizio di riempimento.
Cercate fra gli ingredienti le parole mancanti.
Ricetta per preparare le Pere al vino rosso
e miele di tiglio*
Ingredienti
500 ml vino rosso, 75 gr zucchero semolato, 2 cucchiai di miele di tiglio, 1 stecca di
vaniglia tagliata a metà, 4 pere
Completate gli spazi del testo seguente con gli ingredienti della ricetta.
Alcune parole sono ripetute più volte.
Preparazione
Sbucciare le ____________, dividerle a metà e privarle del torsolo facendo attenzione
a non staccare il picciolo. In una casseruola mettere il ____________, lo______________,
il ____________ e la ____________ Portare a bollore a fuoco lento, unire le _______________
e chiudere con il coperchio e un foglio di carta oleata. Far sobbollire per 8 minuti finché infilzandole
con uno stecchino, si sente che sono diventate
tenere. Togliere le ____________ con un mestolo
forato per scolarle bene e tenerle da parte.
Riportare a bollore il liquido e continuare la
cottura a fuoco molto delicato (senza perderlo
di vista) per 15/20 minuti fino a che diventa
denso e sciropposo e poi lasciare raffreddare. Togli la stecca di ____________ e trasferisci lo sciroppo di ________________ in una
ciottolina. Servi le ____________ in una ciotola nappandole con lo sciroppo di _____________
e ____________. è un dessert raffinato e semplicissimo che si presta a diverse varianti per
esempio per renderlo più invernale sarebbe
carino aromatizzare il _________________ con
cannella, fiori di garofano e scorza d’arancia...
come il vin brulé.
* http://www.ilmieleincucina.it/ricette/dolci/ricetta.asp?ricetta=Pere_al_vino_rosso_e_miele_di_Tiglio.html
210
Unità 7 - Raccontami Il miele
Verifica 1 - Cloze
Completa gli spazi del testo con le parole giuste scegliendo dal seguente elenco:
alimentazione • favo • alveare • miele • nettare • polline
Una parola è di troppo. Cercala!
Alla fine dell’inverno nell’_______________ le scorte di cibo e il ______________ raccolto
nella passata stagione stanno per finire. Le bottinatrici, le api più esperte dedite alla
raccolta delle provviste, trovano sui primi rari fiorellini un po’ di polline e
_____________________: il ________________ è la polverina che possiamo vedere all’interno dei fiori, il nettare è quel liquido dolce che i fiori producono all’interno del loro
calice per attirare gli insetti: entrambi servono alle api per la propria ________________.
211
Raccontami la tua terra
Verifica 2 - Lettura e comprensione del testo
IL mIeLe e L’APIcoLTURA
Ascolta il testo con attenzione, puoi anche guardare il testo scritto.
Traccia
22
Con l’avanzare della primavera aumenta la temperatura dell’aria, i prati e gli alberi si
coprono di fiori, sempre più nettare arriva nell’alveare. L’arnia si riempie di provviste, la
regina depone un numero sempre crescente di uova e nascono un maggior numero
di api. L’apicoltore sa che è giunto il momento di mettere sopra le sue arnie il “melario”, il magazzino dove le api porteranno le scorte di miele.Iniziano le fioriture importanti come la cicoria, l’acacia, il tiglio, il girasole, e poi in estate il castagno, il rododendro...
Le api esploratrici, quando trovano tanti fiori, cioè una sorgente di nettare abbondante e buono, indicano alle loro compagne, per mezzo di una danza, dove andare a
bottinare. Tutte le api si recheranno sugli stessi fiori ed il melario si riempirà di nettare
dello stesso tipo, con le caratteristiche dei fiori visitati. Avremo così il classico miele
monoflora: di acacia, di tiglio, di girasole, di castagno, di rododendro, di tarassaco...
Questo nettare non è ancora il miele: è nelle cellette di cera, nel “favo”, che si completa la sua trasformazione in miele, grazie al lavoro delle giovani api, che ancora non
sono in grado di volare sui fiori. Queste prendono il nettare portato dalle bottinatrici, vi
aggiungono particolari sostanze da loro prodotte, gli enzimi, e lo immagazzinano nelle
cellette; poi, muovendo le ali all’interno dell’alveare, creano una corrente d’aria che fa
evaporare l’eccessiva umidità contenuta nel nettare che si trasforma finalmente in
miele. II miele monoflora si ha solo se la stagione si mantiene buona per un lungo
periodo e le fioriture durano a sufficienza affinché le api possano riempire il melario
con il miele proveniente da un solo tipo di fiore. In alternativa l’apicoltore può spostare
le api portandole in altre zone, seguendo le varie fioriture pratica così “il nomadismo”.
Invece se, prima di riempire il melario, accade che ad una fioritura importante si sostituiscano altri tipi di fiori, le api visiteranno molte specie botaniche: questo miele avrà
una varietà e ricchezza di odori, sapori, colori derivanti da tutti i differenti fiori visitati.
Avremo così il miele millefiori. Una volta che i favi
sono pieni ed il miele ha raggiunto il giusto grado
di umidità, le api chiudono le cellette con un
tappo di cera impermeabile: “l’opercolo”, ed il
miele resta protetto ed incontaminato.
A quel punto l’apicoltore preleva i melari e li
porta in laboratorio per la smielatura. Questa si
inizia togliendo gli opercoli di cera e introducendo i favi nello smielatore, una centrifuga che ruotando fa uscire il miele dalle cellette senza rovinare i favi di cera. Questi sono poi restituiti alle
api che vi immagazzinano il successivo raccolto,
risparmiando il lavoro di ricostruzione. II miele
viene prelevato dallo smielatore, passato in un
filtro per eliminare i pezzi di cera e lasciato
decantare nei maturatori. Alla fine viene messo
nei vasetti, pronto per il nostro consumo, senza
subire alcuna lavorazione così come lo hanno
fatto le api.
212
Unità 7 - Raccontami Il miele
Ora rispondi alle seguenti domande, consultando anche il testo a pag. 212:
In quale stagione dell’anno nell’alveare arriva sempre più nettare?
___________________________________________________________________________________
Che cos’è il melario?
___________________________________________________________________________________
Qual è la funzione della danza delle api esploratrici?
___________________________________________________________________________________
Qual è la caratteristica del miele monoflora? Fai un esempio.
___________________________________________________________________________________
Le giovani api con quale procedura trasformano il nettare in miele?
___________________________________________________________________________________
Qual è lo scopo dell’apicoltore che pratica “il nomadismo”?
___________________________________________________________________________________
Come si ottiene il miele millefiori?
___________________________________________________________________________________
Che cos’è “l’opercolo”?
___________________________________________________________________________________
Che cos’è lo smielatore e come funziona?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Perché il miele dopo essere stato prelevato dallo smielatore deve essere filtrato?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
213
Raccontami la tua terra
Verifica 3
Scrivi una tua ricetta utilizzando il miele tipico del tuo paese.
Nome della ricetta:_________________________________________________________________
È un primo piatto, un secondo piatto, un dolce? ___________________________________
Per …. persone: __________________________
Miele da utilizzare: _______________________________________________________________
Caratteristiche e proprietà del tipo di miele: ______________________________________
Ingredienti:
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Preparazione:
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Racconta brevemente in quali occasioni può essere proposta questa ricetta:
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
214
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Unità 8
Raccontami
Le ore e i giorni
215
Raccontami la tua terra
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
OBIETTIVI LINGUISTICO/
COMUNICATIVI
CONTENUTI
LINGUISTICI
DOMINIO:
• personale.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
AMBITO:
• privato.
OGGETTI:
• Alimenti, bevande
utensili cucina.
Esprimere soddisfazione
Esprimere felicità
Esprimere emozioni
Elencare azioni
Descrivere aspetti
psicologici
• Ascoltare
• Raccontare
• Ricordare.
Imperfetto
Il passivo
Aggettivi
Nomi e diminutivi
Pronomi
Verbi
Condizionale.
Luoghi:
• Stanze di una casa,
Paesi liguri, spiaggia e
entroterra, Genova,
Vie genovesi,
la Foce di notte.
Avvenimenti:
• Preparare un pranzo,
festeggiare,
ricordare l’infanzia,
ricordare eventi
attraverso il cibo.
Azioni:
• Preparare un piatto,
mangiare, fare festa,
andare alla spiaggia,
giocare, ricordare.
ATTIVITà
ESERCIZI
•
•
•
•
•
•
•
•
• Ascolto dei testi
• Lettura guidata dei testi
• comprensione del testo
(glossario)
• comprensione del testo
(vero, falso, non dato)
• comprensione del testo
(risposte multiple)
• rielaborazione del testo
• costruzione di un testo
personale
• esercizi di struttura
grammaticale
Ascolto
Parlato
Lettura
Scrittura di testi guidati
Scrittura di testi liberi
Interazione scritta
Interazione orale
Mediazione.
216
Verifiche:
• interazione e scrittura
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Cari amici,
questa è l’ultima Unità del libro. Vi vogliamo raccontare frammenti della nostra vita che
corrispondono a particolari momenti della giornata, dell’anno e della storia della nostra
terra.
Vi parleremo di alcuni episodi, legati al tema del cibo e dell’amore per le tradizioni.
Nel primo testo passeremo con Voi il momento in cui la città, in questo caso Genova, si
sveglia alle prime ore del mattino con un buon odore, quello della focaccia. Saremo poi
con le bambine Marta e Maria, di mattina, mentre aprono le loro uova di Pasqua.
Pranzeremo poi insieme ad Alessandra e alla sua nonna Ida il giorno di Natale. Poi ci
sposteremo a Bonassola mentre Roberto ci racconta di un’estate, di quando era giovane,
insieme alla sua Silvia e di una buona minestra estiva. Torneremo poi a Genova con
Cristina nella notte della festa dei Santi Pietro e Paolo per vedere i fuochi artificiali.
Ma poi la notte passa e viene l’aurora.
Siamo nel luogo che voi preferite perché quello che conta è la nascita di una bambina che
si chiama appunto Aurora ed è simbolo di un nuovo mondo...
Finiremo così il nostro viaggio, alla scoperta della nostra terra, della nostra vita, delle
nostre tradizioni. Perché questo era l’obiettivo del libro: fare un tratto del sentiero della
vita insieme e raccontarci storie, spiegarvi momenti della nostra memoria e parlare di cose
buone e tenerci compagnia...
Gli Autori
217
Raccontami la tua terra
il profumo della focaccia
Traccia
23
Sono le prime ore del mattino, quando la città riprende vita dopo la notte. L’odore della
città al mattino è quello del caffè. È il profumo dei dolci che proviene dai bar e dai forni.
Ma siamo a Genova. E questo significa che un aroma caldo e particolare avvolge le
strade: è quello della focaccia. È una vera e propria tradizione. Tanto fa parte della tradizione locale che, quando milanesi e torinesi vengono al mare, prendono l’abitudine
della focaccia. Ma che cos’è la focaccia? Non è un dolce, come il nome farebbe
intendere. È una sottile pizza bianca (come erroneamente la chiamano i romani), è
una schiacciata (come la chiamano i toscani)? No, non sono sinonimi e non chiamiamola con nomi diversi: è focaccia. Sottile, né secca, né morbida. Non alta come la
fanno nelle riviere. Ma nemmeno quel velo leggero che tanti panettieri sfornano per far
credere ai foresti che si tratta di quella vera... Dovrebbe essere un po’ unta, da lasciare
le dita oleose! Lo ammetto è parecchio unta, sì e... salata, parecchio salata. Da doversi
poi leccare le mani e prolungare il piacere. La mamma mi diceva che la focaccia metteva sete. E in parte è vero. Ora non sarei più capace di mangiarne 1 etto come allora,
quando, rifasciata con molta cura per non ungere i quaderni, la portavamo a scuola.
Ora mangio la striscia che servono nei bar e che non è mai più di mezz’etto. Noi la
mangiamo ora insieme al caffè o al cappuccino, ma la vera tradizione genovese è
quella di gustarla insieme ad un bicchiere di vino bianco.
Quando non sono a Genova, sostituisco la focaccia con quello che trovo al bar: cornetto, brioche, pasta, croissant o la sfincia come si mangia in Sicilia... questo la dice
lunga sulle enormi risorse delle varie culture presenti in Italia... Ma quello che trovo al
posto della mia focaccia non mi soddisfa pienamente. Mi sembra che siano dei surrogati poco saporiti della mia amata striscia. Allora preferisco piuttosto, cercando
nella memoria delle ore e dei giorni, la prima colazione della mia infanzia a base di
latte e biscotti, o pane e marmellata. Ma si può mai svegliare una città con pane e
marmellata? Forse potremmo svegliare i bambini piccoli... Ma ecco che, al primo
soffio di vento, ritorna quel buon profumo e mi sembra di aspirare odore di focaccia
comunque, insieme al vento che viene dal mare...
Glossario
Aroma: profumo.
Comico: attore che interpreta parti scritte apposta per divertire il pubblico.
Cornetto, brioche, pasta, croissant, sfincia: indicano nelle diverse regioni italiane dolci da forno
che si consumano in genere al bar alla prima colazione (brioche e croissant sono parole francesi).
1 etto: (100 gr) mezz’etto (50 gr).
Foresti: si dice in dialetto genovese di persone
che non sono nate a Genova, anche se non sono
straniere.
La dice lunga: significa e spiega molto bene.
Oleose: unte d’olio. A base di olio.
Pizza bianca, schiacciata: tipi di pizze e focacce di
218
altre regioni.
Rifasciare: avvolgere con del materiale, in questo
caso della carta (per esempio i libri o un regalo).
Quando non si usava la plastica, tutti i cibi un po’
unti andavamo rifasciati con molta cura.
Riprende vita: in questo caso, significa si risveglia.
Sfornano: fanno uscire dal forno, tirano fuori dal
forno.
Sinonimi: parole che hanno un significato uguale
o molto simile.
Striscia: termine colloquiale con il quale si definisce nei bar genovesi una fetta di focaccia che
pesa al massimo 50 gr.
Surrogati: cfr. Unità 2, pag. 60 (glossario).
Tradizione: insieme degli usi che ci vengono dal
passato.
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Ore 07.00
E così iniziano le prime ore della mia giornata, con il sapore del sale e l’odore del
pane caldo e della mia focaccia...
Lo sapete cosa dice il comico genovese Maurizio Crozza? Dice che se a Milano hai
solo 1 euro, ti senti povero, ma, se a Genova hai 1 euro solo in tasca, ti compri 1 euro
di focaccia, vai davanti al mare e ti senti come un re!
Esercizio 1 - Comprensione del testo
Rispondi alle seguenti domande scegliendo la risposta giusta fra VERO o
FALSO o NON DATO
La focaccia si mangia bevendo
coca cola o una spremuta
Vero
Falso
Non dato
La tradizione genovese accompagna la
focaccia a un bicchiere di vino bianco
Vero
Falso
Non dato
Esempio:
La focaccia viene da Milano
Vero
Falso
Non dato
La focaccia unge le mani
Vero
Falso
Non dato
Se hai solo 1 euro e vivi a Milano ti puoi
sentire come un re
Vero
Falso
Non dato
219
Raccontami la tua terra
Esercizio 2 - Comprensione e produzione scritta
Ora rispondi alle seguenti domande aperte, scrivendo delle frasi: puoi guardare il
testo.
• Che cosa avviene al mattino? Quali profumi avvolgono le vie di Genova?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Quale tradizione seguono i milanesi e i torinesi quando vengono in Liguria?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Quali cibi di altre regioni assomigliano alla focaccia ma non sono la stessa cosa?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Quanta focaccia mangiava l’autrice da ragazzina e quanta invece ne mangia ora?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Spiega perché con 1 euro in tasca un genovese può sentirsi un re
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
220
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Esercizio 3 - Cloze
Completa il testo nelle parti mancanti. Puoi guardare il testo.
Di mattino la ________ si sveglia dopo la notte. L’_________ al mattino è quello del caffè.
È il ____________ dei dolci che proviene dai bar e dai _________. Ma a ______________
puoi sentire un aroma _____ e ___________che avvolge le strade: è quello della ________.
È una vera e propria ___________. È un uso locale molto diffuso e, quando __________ e
_________ vengono al _______, fanno _________ con la focaccia che ____ è un dolce ma
una sottile striscia né _______, né __________ ma nemmeno troppo ___________ come la
fanno nelle riviere. Non deve però essere troppo ______________ come la fanno tanti
____________ così i _________ credono che sia quella vera... Dovrebbe essere un po’
_______ e parecchio _______. La mamma di Cristina diceva infatti che la focaccia
______________. Noi la mangiamo ora insieme al ________ o al ________________, ma la
vera ___________ genovese è quella di gustarla insieme ad un bicchiere di _____________.
Cristina quando non è a ______________ sostituisce la focaccia con ___________ ma non
le sembrano che poco ______________ surrogati della sua amata _______________.
Allora piuttosto meglio fare colazione con _____________ come i bambini piccoli... Lo
sapete cosa dice il _________ genovese Maurizio Crozza? Dice che se a Milano possiedi
solo _______ ti senti _________, ma, se a Genova hai 1 euro solo in _______, ti compri
________ di focaccia e vai a sederti davanti _________________ e ti senti come ________!
Esercizio 4 - Interazione
Ora scrivi che cosa mangi in genere come prima colazione. Descrivi una tipica prima
colazione al Tuo Paese. Scrivi i nomi dei cibi anche nella Tua lingua. Poi, con l’aiuto
dell’insegnante, confrontali con quelli che hanno scritto i tuoi compagni. Scambiate
delle opinioni sui tipi di cibo e sulle bevande che consumate all’inizio della giornata.
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
221
Raccontami la tua terra
Le UoVA dI PAsQUA
dI mARTA e mARIA
ore 12.15
Leggi il testo con attenzione e poi esegui gli esercizi.
Traccia
24
Ci regalavano le uova di cioccolato e non potevamo aprirle sino alla mattina di
Pasqua! Eravamo due sorelline, bambine negli anni Cinquanta e avevamo parenti
ed amici che per Pasqua si ricordavamo di noi con questo dono: le belle uova di
cioccolato. Erano di tipo diverso: sfasciate e decorate con figurine e
fiori di zucchero, oppure fasciate con una bella carta di metallo
dorato oppure con carta colorata e un bel fiocco...
Le uova portavano il ricordo di chi le aveva donate: erano esposte in un mobile che si chiamava la “cristalliera” perché conteneva bicchieri e cose fragili. Quando lo aprivamo per guardare le uova o per giocarci, si sentiva un forte odore di cioccolato che impregnava anche le tazzine da caffè che la
mamma vi custodiva. C’erano le uova degli zii di via
Malta, quelle dei cugini di via Ippolito D’Aste, dei colleghi
di papà, della zia Rosalia: erano tutte doppie, regalate
ad ognuna di noi due sorelline. Per questo, il numero
complessivo delle uova era notevole.
Quando rompevamo le uova, finalmente, nella mattinata della festa di Pasqua, al momento dell’estrazione della sorpresa, eravamo particolarmente emozionate: non avevamo infatti tutte le ghiottonerie ed i giocattoli che hanno ora i bambini.
Mangiavamo la cioccolata solo in
quell’occasione, infatti, e la mamma
non permetteva che ne mangiassimo
troppa nemmeno allora. E le sorprese
ci sembravano bellissime anche se in
realtà forse non lo erano per niente.
Ma quella collanina e quel piccolo
braccialetto con le perline venivano custoditi come tesori nelle scatolette vuote delle caramelle...
Quelle scatolette di latta dipinte
erano i nostri forzieri, quelli che
contenevano il tesoro di Marta e
Maria.
Forse ora il cioccolato è addirittura
migliore di quel cioccolato degli
anni Cinquanta e forse ora le sorprese
nelle uova più costose sono anche
garantite in argento. Ma noi consideravamo quel cioccolato come il cibo della festa e
quella collanina di false perle ci sembrava più
bella di quella di Cenerentola la sera del ballo
al castello!
222
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Esercizio 5 - Cloze
Riempi gli spazi vuoti con le parole mancanti. Puoi guardare il testo “Le uova
di Pasqua di Marta e Maria”.
Gli zii ci regalavano le ___________ di cioccolato e non potevamo aprirle sino alla mattina di _______________. Le uova erano di tipo ______________. Alcune erano decorate
con ________________ e ______________ di ________________. Altre erano fasciate con una
bella _________________ di _______________ dorato.
Le uova erano esposte in un ________________ che si chiamava la “cristalliera” perché
conteneva ________________ e ______________ fragili. Anche le tazzine da _____________
che stavano dentro al mobile _____________ di cioccolata!
Il momento dell’estrazione della __________________ era particolarmente emozionante:
non avevamo infatti tutte le ____________________ ed i _________________ che hanno ora
i bambini. Mangiavamo la ____________________ solo in quell’occasione. E le sorprese
ci sembravano ___________________ ma non credo fossero molto più ______________
di quelle contenute ora nelle ____________________________ di Pasqua. Ma quella
_____________________ e quel piccolo braccialetto con le perline venivano custoditi come __________________ nelle scatolette vuote delle ______________. Quelle
__________________ erano i nostri forzieri, quelli che contenevano il tesoro di Marta e
Maria. Ora le sorprese sono forse più _____________ anche perché le fanno anche in
________________ ma quella collanina di false ________________ ci sembrava più bella di
quella di Cenerentola la sera del __________ al castello!
223
Raccontami la tua terra
Esercizio 6 - Comprensione del testo
Rispondi alle seguenti domande
scegliendo la risposta giusta fra
VERO o FALSO o NON DATO
Esempio:
Le uova di cioccolato si regalano a Natale
Vero
Falso
Non dato
Le due bambine si chiamano Marta
e Marina
Vero
Falso
Non dato
Gli zii compravano le uova in un negozio
del centro storico
Vero
Falso
Non dato
Erano sorelle ed erano bambine negli
anni Cinquanta
Vero
Falso
Non dato
Le bambine mangiavano la cioccolata
tutti i giorni
Vero
Falso
Non dato
Le bambine potevano già aprire le uova
molto prima di Pasqua
Vero
Falso
Non dato
Qualche volta ora le sorprese sono
in argento
Vero
Falso
Non dato
Alcune uova erano decorate con figurine
di zucchero
Vero
Falso
Non dato
Le bambine trovavano come sorpresa
una collanina di perle vere
Vero
Falso
Non dato
224
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Il pranzo di natale
di nonna ida
Ore 15.00
Alessandra aspettava con ansia le feste di Natale e le belle tradizioni che accompagnano le feste. A Genova il pranzo di Natale della tradizione è particolarmente ricco.
Un tempo la Vigilia di Natale, cioè il giorno prima, era un giorno di “magro”. Questo
spiega l’eccesso di cibi che venivano portati in tavola. Oggi la tendenza è a mantenere le tradizioni ma... senza esagerare.
La mattina di Natale, il 25 di Dicembre, Alessandra si alzava entusiasta per la giornata
che avrebbe passato. Sapeva che, come ogni Natale, ci sarebbe stato lo scintillante
pranzo a casa della nonna. La nonna era una donna autorevole e forte. Alessandra
era nata in una famiglia di tipo matriarcale, la figura della nonna troneggiava su tutti.
Nonna Ida, che di mestiere aveva diretto tre rosticcerie nel centro di Genova, organizzava quel pranzo nei minimi particolari.
Già mesi prima metteva sottolio i funghi porcini trovati personalmente dal genero nei
boschi di Torriglia, località di campagna dell’entroterra ligure che era frequentata
dall’intero gruppo familiare.
Il vero lavoro frenetico iniziava una settimana prima del grande pranzo. Le figlie di
nonna Ida, due donne adulte e stimate nei loro rispettivi ambiti professionali, diventavano le sue fedeli aiutanti. Per tutto il tempo, per una settimana intera, tagliavano,
sminuzzavano, bollivano, lavavano, pulivano, cucinavano, rilavavano sotto l’attento
occhio della “padrona”. Loro in effetti arrivavano al giorno fatidico un po’ provate, ma,
secondo Alessandra, ne valeva la pena. Mettere a tavola dalle 15 alle 20 persone
non era in effetti impresa facile. C’era sempre qualche invitato nuovo: un diverso
fidanzato o fidanzata, dei parenti mai visti, dei possibili futuri suoceri e questo naturalmente alimentava nuove conversazioni e pettegolezzi familiari.
225
Raccontami la tua terra
L’attenzione di tutti girava comunque intorno al pranzo. Si iniziava con l’aperitivo servito in salotto: il vermouth era accompagnato da sottili sfoglie fritte, ripiene di formaggio ammorbidito dal calore... Erano deliziose.
Poi si passava nella bella sala da pranzo della grande casa di corso Buenos Aires, via
del centro di Genova, e si partiva con gli antipasti. Giravano tutti i sottoli preparati
mesi prima: melanzane, cipolline, peperoni e funghi; poi non poteva mancare il cappon magro con la salsa verde, l’insalata russa, l’insalata di mare e i muscoli ripieni,
secondo la ricetta delle “Cinque Terre”.
Ma i piatti forti erano i primi: ravioli genovesi al “tocco” e i tradizionalissimi maccheroni
di Natale.
Alessandra aveva una certa passione per il suo papà che possedeva però un carattere un po’ difficile. Poiché nonna Ida inizialmente non l’aveva accolto a braccia
aperte, lui non perdeva occasione, in questi pranzi, di creare qualche discussione
accesa. Ma la nonna incassava: aveva compreso col tempo che era un ottimo compagno per sua figlia e un buon padre per le sue due nipoti, Floriana e Alessandra; e
poi il pranzo non poteva andare male...
I secondi erano succulenti e curati come il resto: cappone ripieno, che richiedeva
una particolare maestria, orata al forno e il flan di spinaci con salsa di pomodoro che
fino all’ultimo creava una certa ansia, per la paura che si potesse afflosciare. Tutte le
portate erano accompagnate da ovazioni e commenti inneggianti la grande cuoca
che si pavoneggiava con soddisfazione. Naturalmente, le figlie, che avevano lavorato
come sguattere, passavano in secondo piano; anche se spossate dalla stanchezza,
non erano comunque per niente offese anzi piuttosto ironicamente divertite.
I dolci erano curati come il resto: torta “Carlini”, pandolce genovese e funghetti dolci
secchi che venivano serviti con il caffè agli ulteriori ospiti che arrivavano nel pomeriggio. Il tutto era innaffiato da ottimi vini scelti personalmente dallo zio che, essendo
l’unico figlio maschio, veniva considerato il più competente su qualsiasi argomento.
Questi erano i pranzi di Natale di Alessandra. Dentro di lei hanno lasciato un segno
profondo. Come in tutte le famiglie ci sono stati, col tempo, avvenimenti molto tristi.
Questi pranzi a un certo punto non si sono più fatti. La nonna è morta a 88 anni e ha
lasciato in eredità a tutti quel tripudio di vita che scaturiva nella preparazione dei suoi
cibi e, naturalmente, le sue ricette.
226
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Menu di Natale di nonna Ida
Aperitivi
Sfoglie fritte ripiene
di formaggio stracchino
(come la ricetta delle focaccine
di Sant’Apollinare)
Antipasti
Cappon magro con salsa verde
Insalata russa
Muscoli ripieni (ricetta delle Cinque Terre)
Primi Piatti
Ravioli con il tocco
Maccheroni di Natale
Secondi Piatti
Cappone ripieno
Orata al forno
Flan di verdure al sugo di pomodoro
Dolci
Torta “Carlini”
Pandolce genovese
Funghetti dolci secchi
Ricetta per preparare i Ravioli alla genovese
Ingredienti per la pasta: 400 gr di farina, 3 uova intere, sale.
Ingredienti per il ripieno: 200 gr di bietole, 200 gr di borragine, 150 gr di carne magra
di vitello, 100 gr di carne magra di maiale*, 50 gr di poppa (tettine) di vitello, 100 gr
di cervella di vitello, 100 gr di animelle di vitello, 40 gr di burro, 2 uova intere e 2
tuorli, un pugno di mollica di pane bagnata nel brodo e strizzata, 2 cucchiai di parmigiano grattugiato, sale, pepe, un pizzico di noce moscata (facoltativo).
Preparazione
Preparare la pasta. Far rosolare nel burro la carne di maiale e di vitello.
Tagliarla a pezzi, passarla al tritacarne e pestarla nel mortaio.
* Si può sostituire con 100 gr di carne magra bovina
227
Raccontami la tua terra
Sbollentare per qualche minuto in acqua le animelle e la cervella, spellarle e pestarle
nel mortaio.
Mettere la poltiglia così ottenuta in una scodella capiente.
Lessare per 10 minuti circa in acqua le tettine, tagliarle, tritarle, pestarle a poltiglia
e aggiungerle all’altra carne.
Lessare in acqua le verdure, sgocciolarle, strizzarle e tritarle finemente.
Unirle agli altri ingredienti nella scodella insieme alle uova intere, ai tuorli, alla mollica di pane, al parmigiano grattugiato, al sale, al pepe e alla noce moscata.
Amalgamare il tutto formando un impasto omogeneo, da cui si ricaveranno tante
polpettine grosse come nocciole.
Preparare due sfoglie di pasta.
Versare il ripieno nella tasca di tela o in un cono di carta con la punta tagliata e spremere delle pallottoline schiacciando con le dita. Disporre le pallottoline su tutta la
superficie di una sfoglia, a 4-6 cm di distanza l’una dall’altra.
Ricoprire la prima sfoglia con la seconda e schiacciare con le dita nei punti intermedi, dove non c’è ripieno, in modo da far aderire le due sfoglie.
Con l’apposita rotella, ritagliare, seguendo questi vuoti, dei quadrati di 5-6 cm di lato.
Lessare i ravioli in abbondante acqua salata, scolarli, versarli in un piatto da portata
caldo e condirli.
Ricetta per preparare i Muscoli ripieni delle “Cinque Terre”
Ingredienti e dosi per quattro persone
1,5 kg di muscoli, 100 gr di formaggio grana grattugiato, 2 uova, mollica di un panino
bagnata nel latte, ciuffo di prezzemolo, rametto di maggiorana, pomodori maturi da
sugo.
Realizzazione
Lavare i muscoli, metterli in una pentola senz’acqua e farli aprire.
Scegliere i più grossi e metterli a parte. I piccoli tritarli insieme al prezzemolo e alla
maggiorana. Mettere il trito in una terrina aggiungendo le uova, il formaggio e la
mollica di pane strizzata. Mescolare bene. Mettere i pomodori tritati in un tegame e
salare. Prendere i muscoli e fra le valve di ognuno mettere il ripieno. Legarli con il
filo e adagiarli nel sugo per farli insaporire per 10 minuti in forno. Togliere il filo
prima di portarli in tavola.
228
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Glossario e ampliamento per saperne di più
Conosci i cibi del menù di Natale di nonna Ida?
Dopo la lettura del testo elenca le parole che non conosci e cercane il significato sul vocabolario. Vi
sono anche delle “frasi fatte”, elencane alcune. La parola “tocco” indica un sugo tipicamente genovese, cercala su internet per scoprire come si prepara questo sugo.
Autorevole: che esprime autorità.
Cappon magro: tipico piatto ligure a base di pesce
e verdure e salsa verde.
“Di magro”: cibi che non contengono carni, per
esempio i ravioli fatti solo con verdura. La vigilia
di Natale era considerata un giorno di “magro”.
Eccesso: quantità esagerata.
Entusiasta: molto contento.
Fatidico: che rivela il fato, profetico.
Flan: preparazione a base di uova da cuocersi in
forno e che si può afflosciare (abbassare) quando
si raffredda.
Frenetico: molto agitato e veloce.
Incassare: sopportare gli attacchi.
Inneggiare: cantare inni e quindi lodare in modo
molto deciso.
Matriarcale: modello sociale e familiare con a
capo una donna.
Ovazioni: manifestazione collettiva di approvazione accompagnata da applausi e complimenti.
Pavoneggiarsi: tenere atteggiamenti simili a
quelli di un pavone, essendo contenta dei complimenti.
Pettegolezzo: chiacchiera maliziosa.
Rosticceria: negozio che cucina e vende specialità
gastronomiche.
Salsa verde: salsa a base di prezzemolo, con aglio,
aceto, uova sode, acciughe e mollica.
Sant’Apollinare: paesino in collina sopra Sori,
nota località balneare ligure.
Scaturire: venire fuori.
Scintillante: che manda scintille.
Sguattera: serva.
Sminuzzare: tagliare a pezzi molto piccoli.
Sottolio: conservazione di cibi nell’olio, dopo cottura. Per estensione, i sottoli: cibi sottolio (per
esempio, funghi o carciofini).
Spossata: stanca.
Succulento: letteralmente ricco di sugo e quindi
molto gustoso.
Tocco: tipico sugo ligure a base di carne e pomodoro.
Torriglia: paese in campagna dell’entroterra ligure.
Torta Carlini: torta di un’antica pasticceria genovese a base di panna e pan di Spagna.
Tripudio: antica danza gioiosa che in questo caso
indica la gioia nel preparare i cibi.
Troneggiare: essere seduti su un trono come un re
o una regina, essere sopra tutti.
Ulteriori: in questo caso vuole dire “altri”, cioè gli
ospiti che sono venuti dopo.
Valere la pena: essere conveniente.
Vermouth: vino liquoroso che si serve come aperitivo.
229
Raccontami la tua terra
Esercizio 7 - Comprensione del testo
Dopo la lettura del testo con l’insegnante rispondere con VERO o FALSO
o NON DATO
Alessandra è una bambina?
Vero
Falso
Non dato
Il pranzo di Natale di nonna Ida
è preparato solo da lei?
Vero
Falso
Non dato
Nonna Ida è una donna autorevole?
Vero
Falso
Non dato
Il lavoro per il pranzo di Natale iniziava
il giorno prima del pranzo?
Vero
Falso
Non dato
Le persone che partecipavano al pranzo
erano circa dieci?
Vero
Falso
Non dato
230
Esempio:
Alessandra aspettava con ansia le
feste
Vero
Falso
Non dato
L’aperitivo veniva servito in sala da
pranzo?
Vero
Falso
Non dato
Fra gli antipasti c’era anche il flan
di spinaci?
Vero
Falso
Non dato
I ravioli erano conditi con il “tocco”?
Vero
Falso
Non dato
I pranzi di Natale hanno lasciato in
Alessandra un segno profondo?
Vero
Falso
Non dato
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Esercizio 8 - Comprensione del testo
Completare le frasi; per ogni frase
diamo tre possibilità di completamento, scegliere quella esatta.
Esempio:
A casa di Nonna Ida ci sarebbe stato
il pranzo
Scintillante
Noioso
Ricco
La mattina di Natale Alessandra si alzava
curiosa
entusiasta
triste
Il pranzo era servito
in cucina
in salotto
in sala da pranzo
Nonna Ida era una donna
forte e autorevole
mite e remissiva
serena e dolce
Il Cappon magro era servito
come antipasto
come primo piatto
come secondo piatto
Si iniziava a preparare il pranzo
il giorno prima
tre giorni prima
una settimana prima
Le portate erano accolte con
silenzio
ovazioni
critiche
La casa di nonna Ida era
nel centro di Genova
in periferia
in campagna
231
Raccontami la tua terra
Il passivo
Passivo: essere (venire) con il participio passato
Forma attiva
- L’intero gruppo familiare frequentava Torriglia
Forma passiva
- Torriglia era frequentata dall’intero gruppo familiare
Forma attiva e passiva del verbo frequentare al tempo imperfetto (azione passata che
si ripete nel tempo e tempo usato spesso nei racconti, soprattutto scritti)
Io frequentavo
Io ero frequentato
Tu frequentavi
Tu eri frequentato
Lui/lei frequentava
Lei/lui era frequentato
Noi frequentavamo
Noi eravamo frequentati
Voi frequentavate
Voi eravate frequentati
Essi frequentavano
Essi erano frequentati
Esercizio 9
Completare le seguenti frasi con il
verbo alla forma attiva e passiva al
tempo imperfetto.
Esempio: (accogliere)
Nonna Ida non accoglieva a braccia
aperte Carlo
Carlo non era accolto a braccia aperte
da nonna Ida
• (servire) L’aperitivo _____________ da nonna Ida in salotto.
Nonna Ida ______________ l’aperitivo in salotto.
• (preparare) I sottoli ________________ da nonna Ida mesi prima.
Nonna Ida ______________ i sottoli mesi prima.
• (raccogliere) I funghi ________________ dal padre di Alessandra.
• Il padre di Alessandra _____________ i funghi.
• (scegliere) I vini ______________ dallo zio.
232
Lo zio ____________ i vini.
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
esercizio 10 - Tecnica narrativa
Scegliere la risposta migliore fra quelle proposte.
Chi racconta la storia?
 uno dei personaggi
 l’autore
 uno esterno alla storia
La storia è raccontata
 in prima persona plurale
 in terza persona singolare
 in seconda persona singolare
Il lettore vede la storia
 attraverso gli occhi del narratore
 attraverso gli occhi di nonna Ida
 attraverso gli occhi di un estraneo
La storia è raccontata al tempo
 Passato prossimo
 Presente
 Passato imperfetto
Il quaderno di nonna Ida
233
Raccontami la tua terra
La dolcezza
del ricordo
Ore 17.00
Ascolta il testo con attenzione.
Traccia
25
Mi chiamo Roberto e sono anziano... Un po’ di anni fa, andavo, con mia moglie Silvia,
a Bonassola, un piccolo paese sul mare in provincia di La Spezia, in una casetta che
mi prestavano alcuni amici... La nostra stanza e la sala da pranzo, dove avevamo
portato i vecchi mobili di casa, che io avevo ridipinto in azzurro, si affacciavano su un
carogio stretto e freschissimo in estate e riparato dal vento in inverno. Sul retro invece,
dove c’era la cucina, la vista si apriva su orti e terrazze. Intorno la collina era tutta olivi.
Più in alto, la montagna profumava di pini e il vento della sera portava l’odore della
pineta verso le spiagge. Spiagge sassose e pulitissime. E pulito era il mare, dove stavamo “a mollo” per molte ore perché da giovani sembra di non avere mai freddo!
La mattina presto, si andava al mercato a comprare frutta e verdura che i contadini
dell’entroterra vendevano in piccoli banchi coloratissimi. Che aromi! Che differenza
con i prodotti che vendevano in città! Portavamo la borsa con la spesa in cucina e
poi, via ...al mare per una bella mattinata all’aria aperta con i nostri amici. Una cosa
non compravamo mai al mercato: il basilico perché ne avevamo un grosso vaso
rotondo, che mia moglie aveva portato da Genova e che tenevamo sul piccolo balcone. Lo bagnavo con cura e quello che la piantina produceva mi bastava per fare
il pesto, in quel vecchio mortaio di marmo che la padrona di casa ci aveva lasciato:
il nostro amato pesto, quello che aggiungevamo al minestrone e che lo profumava...
Il basilico era quello genovese con foglie piccole. L’aglio lo comprava Silvia al mercato ed era di ottima qualità. Compravamo al mercato anche il Parmigiano e un ottimo
pecorino. Così come i pinoli di Pisa. E l’olio era ovviamente extravergine di oliva e ligure. Ovviamente questa meravigliosa salsa di colore verde smeraldo la usavamo
anche per condire la pasta. Ma, in quei giorni d’estate al mare, in genere, serviva per
dare carattere al nostro minestrone. Un piatto splendido, credetemi. Non penso di
averlo più mangiato così buono.
Il pomeriggio, infatti, nel riposo della fresca casetta, era dedicato alla cucina: prima
preparavamo tutta la verdura che veniva lavata, pulita, tagliata e messa a cuocere.
Silvia e io andavamo a riposare e lasciavamo la pentola con la minestra che cuoceva sul fuoco bassissimo. Ci pareva che la giornata finisse in bellezza e bontà...
Ma forse la bellezza e la bontà sono nel ricordo di quelle ore e di quei giorni?
Nella calma e silenziosa ombra delle stanze
dove le persiane verdi lasciavano entrare
solo quella luce che serviva ad illuminare i miei mobili azzurri?
Non ho più quei mobili, né ho più visto
quelle stanze e Silvia e io non siamo
più giovani, anche se, per fortuna stiamo bene... Ma quel sapore e quell’odore e la sensazione della pelle salata e
del benessere provocato dalla frescura
e dalla minestra sana e buona, dopo
tanto sole e acqua di mare, sono ancora
nel nostro ricordo.
234
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Esercizio 11 - Produzione scritta
Vai all’Unità Il Castagno e cerca la ricetta per preparare il pesto.
Ora prova a riscriverla, senza guardare il testo ma tenendo conto delle indicazioni che ti fornisce Roberto...
Pensa anche di non usare il frullatore ma di pestare gli ingredienti nel mortaio
come facevano Silvia e Roberto.
Unità 5
pag. 150
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
Esercizio 12 - Produzione di un testo regolativo
Cerca nell’Unità L’orto i nomi delle verdure e prova a comporre una tua ricetta
di minestra di verdure.
Unità 6
pag. 174
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
235
Raccontami la tua terra
LA NOTTE DEI FUOCHI
DI SAN PIETRO
Ore 00.00
Mezzanotte
Ascolta la lettura del testo con attenzione, puoi anche guardare il testo sul libro.
Traccia
26
La fiera di San Pietro esiste a Genova da molto tempo. Si svolgeva, quando io (che mi
chiamo Cristina) ero bambina, in due giorni che coincidevano con le feste dei Santi
Pietro e Paolo. C’erano tanti banchi che vendevano varie merci e anche una grande
lotteria. La data del 29 giugno, la festa dei due santi, era anche vacanza a scuola:
allora si andava a scuola sino alla fine del mese di giugno e gli esami di maturità
iniziavano a luglio.
Andavo a vedere i fuochi artificiali nella notte del 29 giugno, nel quartiere della Foce
dove abitava la nonna dei miei cugini e dove non avevano ancora costruito la Fiera
del Mare, né avevano ricoperto il Bisagno. C’era un doppio motivo di festa, oltre a
vedere i fuochi d’artificio... Ora ve lo spiego: allora noi bambini non mangiavamo il
gelato tutti i giorni e in tutte le stagioni come si può fare ora. Ma soprattutto andavamo a letto molto presto. Per me era quindi una grande e doppia festa poter stare
alzata sino a tardi e mangiare la torta gelato, alla crema, nocciola e pistacchio con
ciliegine candite, di un’antica gelateria genovese che si chiamava Balilla. Quei fuochi, quella notte ed il gusto di quel gelato li porto ancora nelle mie memorie. Era mezzanotte quando tornavamo a casa, a piedi, perché non avevamo la macchina. Mi
ricordo che ero stanchissima e spesso mi dovevano prendere in braccio. E, dormendo, in braccio a mio padre, sognavo. I bei fuochi rossi, verdi, azzurri nella notte illuminavano il mio sogno. Nella bocca ancora il gusto di pistacchio e nocciola. Un’atmosfera di ingenuo e stanco abbandono di una bambina con il vestitino a quadretti
azzurri.
Una simile atmosfera l’ho rivissuta per un momento a Luxor in Egitto nel dicembre del
2004, quando vidi una bimba che poteva avere la mia età di allora, portata in braccio il venerdì sera (che è sera di festa in Egitto) dopo aver vissuto la sua giornata di
festa. Una bambina a Luxor e me stessa a San Pietro: due bambine di fronte alle ore
(la notte) e ai giorni (la festa). Due vite per una sola famiglia umana.
236
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Esercizio 13 - Comprensione del testo
Completa le frasi seguenti, scegliendo
una delle tre risposte, senza guardare
il testo.
Esempio:
La fiera di San Pietro esiste a Genova
Da pochi anni
Da molto tempo
Dal Medioevo
Il 29 giugno si festeggiano
Santi Pietro e Paolo
Santi Cosma e Damiano
San Giovanni Battista
La nonna abitava
A Molassana
Nel centro storico
Alla Foce
Cristina andava dalla nonna a vedere
Il panorama
Uno spettacolo musicale
I fuochi di artificio
Cristina era stanca e sognava
I bei fuochi colorati
Il mare
La lotteria
Il 29 giugno era
Festa ma non era vacanza a scuola
Vacanza a scuola
Un giorno feriale
Cristina sentiva ancora in bocca
Il sapore dei dolci
Il gusto di pistacchio e nocciola
Il profumo di menta
La famiglia di Cristina comprava per
l’occasione
Le paste alla crema
Una torta gelato
I cioccolatini
La bambina di Luxor era stanca
dopo la festa
La sera di un venerdì
La sera della domenica
La sera di sabato
Esercizio 14 - Produzione di un testo
Ora prova a collegare le frasi che hai ottenuto nell’esercizio 13 e forma un testo
continuo.
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
237
Raccontami la tua terra
Esercizio 15 - Produzione di un testo (in terza persona)
Dopo aver letto il brano “Il pranzo di Natale di nonna Ida” alle pagine 225-26,
che ha scritto Alessandra in terza persona e il brano “La notte dei fuochi di San
Pietro” di pagina 236, che ha scritto Cristina in prima persona, imita Alessandra e scrivi un racconto in terza persona al tempo imperfetto, che parli di un
momento importante per te. Deve essere un episodio realmente accaduto e che
riguardi le tradizioni del tuo paese. Riporta le tue emozioni e sensazioni e se
vuoi parla anche del cibo.
Esempio del brano di Cristina portato in terza persona:
Cristina aveva dai 3 ai 6 anni anni e la nonna dei suoi cugini la invitava in casa sua per vedere i fuochi
___________________________________________________________________________________
artificiali di San Pietro. La sua casa era sul mare...
___________________________________________________________________________________
Ora continua l’esercizio con la TUA storia...
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
238
Unità 8 - Raccontami Le ore e i giorni
Esercizio 16 - Produzione e interazione
Mangiare è un’attività carica di simboli e con il cibo si può anche esprimere che
tipo di relazione si ha con il mondo e quali sono le nostre radici.
Rispondi alle seguenti domande....
• Quali sono i tuoi cibi preferiti?
___________________________________________________________________________________
• Quali sono quelli che non ti piacciono?
___________________________________________________________________________________
• Quali sono i cibi che nella tua cultura sono “buoni”?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Quali sono i cibi che nella tua cultura non sono “buoni”?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Chi è la persona che ti prepara meglio i tuoi cibi preferiti?
___________________________________________________________________________________
• Quali cibi prepari tu personalmente?
___________________________________________________________________________________
• Quali sono, nella tua cultura e nella tua famiglia, i cibi che hanno un alto valore
simbolico? (cibi preziosi, costosi, tradizionali, legati a una festa...)
___________________________________________________________________________________
• Quali sono i cibi che ti mancano maggiormente perché non riesci a trovarli in
Italia?
___________________________________________________________________________________
239
Raccontami la tua terra
AURoRA
Traccia
27
ore 03.00
Ascolta il testo letto da un attore guardando il testo scritto. Poi ascoltalo ancora
senza guardare il testo scritto e rispondi alle domande di comprensione.
È nata 2 giorni prima di Natale la piccola Aurora. È una bellissima bambina. I suoi
genitori appartengono a due culture differenti: la mamma viene dal Centro America
e il padre è italiano. Aurora è il simbolo di una nuova società. Una società multiculturale. La società che le persone intelligenti e di buon cuore desiderano: una società
che crea ponti fra le persone e non innalza muri. Anche per noi che scriviamo questo
libro può rappresentare un simbolo: noi vi raccontiamo la nostra terra per offrirvi quelle informazioni che consentono a una persona di entrare meglio nella cultura del
paese in cui vive, se questo paese non è il suo...
Aurora non ne avrà bisogno: vivrà nel rispetto di entrambe le culture.
Quando è nata, ha ricevuto i tradizionali regali della nascita: bavaglini, scarpine, tutine, persino un cappottino di pelliccia rosa perché è nata a Natale, quando da noi
è freddo.
Le due famiglie si sono riunite per festeggiare e hanno
formato una famiglia sola. Mi hanno invitato: intorno alla
tavola della sala pranzo tutto richiamava il colore rosa
e, dopo un piccolo rinfresco, ci hanno dato i confetti
rosa e i finocchietti racchiusi nei sacchetti di tulle.
Ad Aurora abbiamo dedicato il racconto della
nostra terra
Verifica - comprensione
• Perché la famiglia di Aurora è multiculturale?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Che cosa riceve Aurora in regalo alla nascita? Che cosa si regala nel tuo paese
ai bambini appena nati?
___________________________________________________________________________________
___________________________________________________________________________________
• Che cosa significa essere un ponte fra culture?
___________________________________________________________________________________
240