Complicanze della chirurgia della cuffia dei rotatori
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Complicanze della chirurgia della cuffia dei rotatori
5 Complicanze della chirurgia della cuffia dei rotatori Brian D. Cameron, Gerald R. Williams, Jr. Joseph P. Iannotti INTRODUZIONE FRATTURA DA STRESS DELL’ACROMION – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento CONFLITTO SOTTOACROMIALE PERSISTENTE – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento OSSIFICAZIONE ETEROTOPICA – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento DISTACCO DEL DELTOIDE – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento LESIONE DEL NERVO ASCELLARE – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento LESIONE DEL NERVO SOVRASCAPOLARE – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento RECIDIVA DI LESIONE DELLA CUFFIA DEI ROTATORI – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento SPALLA CONGELATA – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento SUBLUSSAZIONE ANTEROSUPERIORE DELLA TESTA OMERALE – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento INFEZIONE – Eziologia e prevenzione – Valutazione – Trattamento CONCLUSIONI E ALGORITMO DI TRATTAMENTO INTRODUZIONE La patologia della cuffia dei rotatori rappresenta la più frequente fonte di dolore alla spalla, e l’acromionplastica la procedura chirurgica più comune sulla stessa. Persiste un antico dibattito circa le cause intrinseche ed estrinseche della patologia della cuffia dei rotatori; tuttavia, la maggioranza degli autori concorda sul fatto che generalmente, quest’intervento ha successo. Routinariamente eseguito in un contesto ambulatoriale43, generalmente, consiste in un’acromionplastica anteriore, una riparazione della cuffia dei rotatori, o un’associazione delle due procedure. Recen- Versione Italiana a cura di Giovanni E. Magliano SOC Ortopedia, Ospedale C. Massaia, ASTI 141 150 SEZIONE I - Malattie e rotture tendinee della cuffia dei rotatori Fig. 5-7. Si realizza un’acromionplastica conservativa insieme alla resezione dell’osteofita clavicolare inferiore. fresa artroscopica e di una pompa pressurizzata forzi le particelle ossee nelle parti molli, aumentando il rischio di formazione di osso eterotopico dopo un’acromionplastica artroscopica. Tuttavia, poiché non sono state realizzate radiografie postoperatorie immediate, gli autori possono avere erroneamente scambiato una resezione ossea inadeguata per una formazione di osso eterotopico. Berg e Ciullo10 hanno realizzato radiografie entro 8 settimane dall’intervento, senza notare segni di osso eterotopico. L’incidenza complessiva di ossificazioni eterotopiche nella loro serie era del 3,2%, e questi autori hanno notato una forte correlazione fra l’ossificazione eterotopica postoperatoria e un’anamnesi di patologia polmonare cronica10. Benché la completa prevenzione dell’ossificazione eterotopica postoperatoria dopo un’acromionplastica a cielo aperto o artroscopica sarebbe preferibile al suo trattamento, questo può non essere possibile. Tuttavia, alcune considerazioni tecniche possono ridurre l’incidenza di tale complicanza. L’uso di un osteotomo durante l’acromionplastica a cielo aperto può produrre un minor numero di detriti ossei particolati rispetto ad una fresa motorizzata o una raspa a mano149. Quando vengono usati questi ultimi strumenti, si raccomanda un’abbondante irrigazione per ridurre la quantità di detriti ossei creati. Durante un’acromionplastica artroscopica, il frequente uso del dispositivo di aspirazione sulla fresa ridurrà al minimo la disseminazione di particelle ossee nello spazio sottoacromiale. Lo spazio sottoacro- miale deve essere attentamente ispezionato al termine della procedura, e ogni frammento osseo visibile deve essere rimosso utilizzando l’aspirazione. Berg e Ciullo10 hanno raccomandato il trattamento profilattico con indometacina o radioterapia nei pazienti con un’anamnesi di spondilite anchilosante, osteoartropatia polmonare ipertrofica, patologia polmonare cronica o artrosi ipertrofica. Valutazione Il dolore ricorrente attribuibile a ossificazione eterotopica si svilupperà abitualmente entro 3-6 mesi dall’intervento chirurgico. L’ossificazione eterotopica compare il più delle volte nello spazio sottoacromiale, all’interno dell’intervallo acromion-clavicolare, o nella sede di inserzione del deltoide. Il segno del conflitto, il test di conflitto e i test di rinforzo del conflitto sono spesso positivi92,93,148, e l’arco di movimento passivo in genere non è significativamente limitato10,121. Una grave ossificazione eterotopica periarticolare si verifica raramente, ed è associata ad una drammatica perdita di mobilità gleno-omerale passiva, che ricorda una spalla congelata. Possono essere presenti arrossamento e calore, simulando un’infezione. Un’infezione occulta può provocare lo sviluppo di osso ectopico e deve essere accuratamente indagata. Il sistema di classificazione di Booker e coll. non è stato estesamente applicato a questa condizione nella spalla. 5 - Complicanze della chirurgia della cuffia dei rotatori 151 Fig. 5-8. Radiografia antero-posteriore (A) e ascellare (B) di un paziente con grave limitazione del movimento glenoomerale associata ad estesa ossificazione eterotopica sottoacromiale e pericapsulare, dopo riparazione di una rottura del tendine sovraspinoso. C, La tomografia computerizzata rivela l’estensione anteriore e posteriore dell’osso eterotopico. L’analisi radiografica, che comprende proiezioni anteroposteriore, ascellare, dell’outlet del sovraspinoso, di Zanca e con inclinazione caudale di 30°, faciliterà la diagnosi42,153,180. La tomografia computerizzata può essere utile per identificare sedi multiple di osso eterotopico e può contribuire alla pianificazione preoperatoria (Fig. 5-8). Trattamento Una volta iniziato il processo di ossificazione eterotopica, è dubbio che qualsiasi misura preventiva disponibile possa influenzare gli esiti. L’esperienza con questo problema nella regione della spalla è limitata, e le raccomandazioni si basano sull’esperienza riferita e sul trattamento della formazione di osso eterotopico a livello di altre articolazioni. Un timore importante è correlato alla scelta temporale dell’intervento chirurgico, ed alcuni autori indicano che può non essere necessario un ritardo arbitrario di 12- 18 mesi136,177 e suggeriscono che l’osso eterotopico associato ad una lesione del sistema nervoso centrale si comporta in maniera differente rispetto a quello osservato nei pazienti postoperatori178. Il trattamento chirurgico viene realizzato anche dopo soli 3-4 mesi, momento in cui l’osso eterotopico spesso ha già margini ben definiti ed una trama trabecolare sulle radiografie standard177. Non appare necessario attendere fino a quando si normalizzino la scintigrafia con radionuclidi o le fosfatasi alcaline sieriche136. La rimozione precoce dell’osso eterotopico del gomito ha offerto dei vantaggi significativi e fornisce dei risultati favorevoli136. I vantaggi comprendono la possibilità di distaccare più facilmente l’osso immaturo dai piani tissutali, nonché un’accelerazione del recupero funzionale. Il ripristino precoce del movimento può fornire effetti benefici alla cartilagine articolare, e può contribuire a prevenire la retrazione secondaria delle parti molli e l’atrofia muscolare, auspicabilmente massimizzando il recupero funzionale136,178.