La cultura fondamento dello sviluppo economico sostenibile una
Transcript
La cultura fondamento dello sviluppo economico sostenibile una
La cultura fondamento dello sviluppo economico sostenibile una sfida lanciata dal FORUM dell’UNESCO tenuto a Firenze Il FORUM UNESCO a Firenze si è chiuso con un risultato che è destinato ad aprire una nuova era per l’UNESCO, nel suo sessantesimo anniversario, e per il mondo: la cultura è riconosciuta come il volano dello sviluppo sostenibile, motore dell’economia e dello sviluppo, catalizzatore ’di un nuovo umanismo in cui città e cittadini siano protagonisti e la cultura consenta di andare oltre l’omologazione, mettendo al centro la persona. Lo ha sottolineato la Direttrice Generale dell’UNESCO Irina Bokova nei suoi interventi, in apertura e in conclusione dei lavori tenuti nelle sale di Palazzo Vecchio; guardando a Cosimo dei Medici, alto nel salone dei 500, ha detto che la cultura è creatività – ora come allora - e può essere ancora il fondamento di uno sviluppo economico . Nulla di nuovo per l’UNESCO – l’Organizzazione per l’Educazione, la Scienza, la Cultura, che da sessant’anni ha sostenuto promosso e difeso programmi volti a valorizzare il ruolo della cultura, nelle sue diverse accezioni: nell’economia , nell’arte, nel patrimonio, eredità comune dell’umanità. Numerosi i programmi, le risoluzioni, gli incontri operativi; fondamentale resta il Rapporto delle Nazioni Unite sull’economia creativa, pubblicato e messo in atto dall’UNESCO nel 2013, che intende attribuire un valore non commerciale alla creatività e alla cultura. In vista dell’agenda post-2015, questo documento riconosce l’importanza di un’economia creativa che comprenda anche il contributo delle arti dello spettacolo, della tradizione, del design e dei nuovi media, per lo sviluppo sociale , il dialogo e la comprensione fra i popoli, in primis SudSud. Ma troppo spesso – e sempre più negli ultimi anni, l’avanzare delle tecnologie, lo spazio crescente occupato dall’economia nello sviluppo hanno creato fratture che sembravano irrimediabili fra i diversi fattori . Ora, come recita la Dichiarazione di Firenze, firmata a conclusione dei lavori, si tratta di riconoscere “l'importanza di misurare l'impatto della cultura e della creatività sullo sviluppo sostenibile al fine di mantenerla alta nell'Agenda politica” Una sfida che esige impegno e ricerca, alla quale potrebbe fare fronte un Istituto Internazionale in questo ambito che il Comune di Firenze è pronto ad ospitare – come ha detto il sindaco Nardella valutandone le finalità e le prospettive a breve e lungo 1 termine: una proposta operativa che è stata accolta con favore da tutti i delegati, come precisa la stessa Dichiarazione. Questa dimensione – che potremmo definire culturale dello sviluppo è stato il filo conduttore delle tre giornate di lavoro, articolate in sessioni plenarie e gruppi tematici, con la partecipazione di Esperti in tutti i settori coinvolti, accademici, ministri capi di governo, rappresentanti del mondo diplomatico, culturale, Istituzionale, docenti, esponenti della società civile, che hanno confermato questo nuovo ruolo centrale, potremmo dire epocale, che la cultura sta ora assumendo. Presenti per l’Italia il ministro per la cultura Franceschini, il vice ministro Ghiro che ha coordinato efficacemente l’apertura e la chiusura dei lavori, con gli interventi e gli indirizzi di saluto della Direttrice generale per i Beni Culturali e Ambientali Recchia, dell’Ambasciatrice e delegato permanente dell’Italia all’UNESCO Lo Monaco, del presidente della Commissione UNESCO Italiana Puglisi . Aspetto interessante di questa tre giorni è stata la concretezza degli interventi che si sono riferiti a esempi e casi, proposte e realizzazioni nei diversi paesi, a realtà sociali e politiche che, pure in situazioni diverse, condividono la convinzione che la cultura debba essere alla base dello sviluppo – non viceversa, come un motore capace di operare sul terreno, mettendo in movimento l’economia e lo sviluppo sostenibile. Interessante è stato indubbiamente l’orizzonte ampio in cui il Forum si è mosso, passando da paesi o territori ad economia avanzata ad altri con problemi economici sociali e politici di estrema gravità , sensibili alla salvaguardia dei loro tesori materiali o immateriali . La cultura deve essere via per la scoperta dei valori antichi, anche in una realtà tecnologicamente avanzata, favorendo , allo stesso tempo, il migliore utilizzo, competente e creativo, delle tecnologie per lo sviluppo – Un cammino non facile che richiede educazione e formazione. Notevole pertanto l’attenzione alla cultura per e nell’educazione , come indicato da numerosi interventi: non può esserci sviluppo senza educazione culturale, intesa in senso ampio, dal superamento dell’analfabetismo alla preparazione scientifica e tecnologica, al potenziamento delle biblioteche nelle scuole e dei programmi scolatici, sostenuto con priorità in molti paesi africani . 2 Un impegno innovativo, questo, condiviso dai paesi dove la formazione educativa si impone con urgenza, in particolare in Africa, in una dimensione della società civile che vede la cultura come strumento fondamentale per la scolarizzazione e la lotta contro l’analfabetismo, ma presente anche in Paesi economicamente avanzati. Ricordiamo i programmi operativi presentati dai delegati dell’Uganda, del Camerun, dello Zimbawe, del Mali, come gli interessanti interventi dei delegati degli Stati Uniti, dell’ Australia e l’Italia. L’educazione fondata su valori culturali, sulla conoscenza e la conservazione della tradizione e alla stesso tempo sull’innovazione, costituisce per tutti un impegno prioritario, perché i giovani possano, a loro volta, contribuire a uno sviluppo sostenibile, come sottolineato dalla senatrice Rosa Maria Di Giorgi, sia a livello nazionale sia locale, nel settore privato e in quello pubblico nei settori tecnologici e in quelli artigianali. L’impegno educativo fondato sulla cultura è apparso notevole anche nel campo dell’artigianato – inteso come conoscenza e salvaguardia dei mestieri e lavori tradizionaliè 2, che sono alla base di civiltà millenarie, su cui puntano fra gli altri il Perù e il Messico, ma anche il Kazakhistan e il Vietnam, dove allo stesso tempo è curata anche la tecnologia per la salvaguardia dei patrimoni storici e artistici , Recita la Dichiarazione finale di Firenze, evidenziando “l’eterno valore della cultura”: ” :Attingere a risorse creative, know-how e competenze tradizionali, può contribuire efficacemente alla ricerca di soluzioni di sviluppo creative e più efficaci, e ad aiutare ad affrontare le sfide globali, quali l’impatto negativo dei cambiamenti climatici e del turismo non sostenibile “ . Interessante la testimonianza portata dal Mali, dove proprio il comune tesoro della tradizione ha contribuito durante la crisi militare a unire tutto il popolo intorno a valori che appartengono alla storia e alla civiltà di quella terra. Ancora, un campo dove la cultura si inserisce di prepotenza nei programmi non solo dei governi ma anche della società civile è quello per l’uguaglianza di genere, con attenzione alla donna: tema fondamentale e ricorrente, oggi prioritario in Marocco, ma presente, con molti programmi operativi, potremmo dire in tutti i Paesi . E’ apparso evidente che la formazione gioca un ruolo privilegiato nei programmi e nelle iniziative messe in atto, valendosi della cultura nel rispetto della tradizione e dei diritti 3 fondamentali e nell’apertura all’innovazione in una società in rapido sviluppo, in cui la donna deve trovare nuovi orizzonti e nuove possibilità di azione . Un settore presente i tutti paesi e fin troppo seguito da tutti, è quello della cultura come strumento per la valorizzazione del turismo– un tema che possiamo considerare scontato, considerate le tante pagine scritte in merito anche dall’UNESCO impegnato da anni a sviluppare un turismo culturale e non di masse in movimento, anche potenziando scambi culturali generatori di un turismo creativo . Numerosi i programmi di formazione culturale, in questa linea, illustrati e messi in atto in molti paesi, La cultura può certamente giocare un ruolo importante nella salvaguardia dell’ambiente, nel rispetto del paesaggio, mai fine a se stesso in un quadro non nuovo per l’UNESCO che da anni lo sostiene, inserendo la tutela e la cultura dell’ambiente e del paesaggio in una visione globale dello sviluppo economico sostenibile che li rispetti e li integri. Immediato è stato anche il riferimento all’EXPO di Milano 2015 che metterà in luce il valore della cultura nell’economia della natura e del cibo per la sopravvivenza e lo sviluppo sostenibile. Ancora una volta è chiara la Dichiarazione di Firenze che recita al par. 8: “Nell'affrontare le sfide dello sviluppo urbano e rurale e del turismo sostenibile, le politiche devono tenere conto della cultura e rispettare la diversità. D'altra parte, la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (ad esempio attraverso la promozione di tecniche agricole rispettose della tradizione e dell’ambiente) porta a dei processi di produzione alimentare sostenibili e di qualità, che sono essenziali per affrontare la crescita della popolazione con il minor impatto possibile sull'ambiente”- Concludendo, riteniamo che da questo Forum sia emerso un quadro di operosità e di potenzialità in atto e in progressiva realizzazione in tutti i paesi . La cultura come fondamento di un’economia creativa a tutti livelli, aiuto e motore delio sviluppo, non un peso dal passato . Non si possono certo sottovalutare i rischi di questo cammino, ad esempio, come nota la Dichiarazione “ L’assenza di espressioni creative nel Sud del mondo” tuttavia il problema può essere risolto attraverso il sostegno alla produzione locale di beni e 4 servizi culturali, la loro distribuzione internazionale /….e la libera circolazione di artisti e operatori culturali” Attenti a non perdere questa occasione storica. La posta in gioco è assolutamente invitante: “Quando la creatività si fonda sui diritti umani fondamentali e i principi della libertà di espressione, gli individui possono anche sviluppare le loro competenze per condurre la vita che desiderano, grazie all’accesso alle risorse culturali” Ci troviamo dunque all’alba di una nuova era ma anche di fronte a un impegno che esige studio e ricerche per produrre tutti i suoi frutti– ha detto il sindaco Nardella in chiusura del FORUM. Firenze è pronta ad accettare la sfida. La città ha accolto i convegnisti con i suoi tesori artistici e naturali, con giornate di un luminoso settembre, con l’arte , l’ambiente, la storia nelle le sue ville dichiarate patrimonio dell’Umanità, incluse nel programma delle quattro giornate: la Pietraia. Il l Poggio Imperiale, con i chiostri nella notte di Santa Maria Novella, esaltati da luci che ne accrescevano la magia. La potenza di un passato da salvare appariva in tutto il suo splendore, ma allo stesso tempo i partecipanti condividevano con il sindaco la convinzione che oggi la cultura deve divenire “un agente dinamico capace di orientare la via verso il futuro¸ la crisi economica è anche crisi culturale ma da qui può nascere un futuro per le nuove generazioni Marialuisa Stringa 5