QUAL È IL TUO

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QUAL È IL TUO
Formazione
OLIMPIADI
QUAL È IL TUO
TRAGUARDO?
I valori dello sport
possono offrire spunti
per dare il meglio,
nella professione
e nella vita. Ecco
come allenarsi
per vincere le sfide
quotidiane
I
L MONDO DELLO SPORT OFFRE AL MANAGEMENT una serie di curiose combinazioni metaforiche e di suggestioni affascinanti che si possono esplorare con passione e coraggio. L’obiettivo è la ricerca di contaminazioni in grado di arricchire reciprocamente questi due universi. Il confronto costante con altri contesti diventa infatti preziosa fonte di sviluppo del sé, dove la ri-
cerca di analogie definisce percorsi di apprendimento che arricchiscono la coscienza di ruolo. L’idea di mettere costantemente a confronto
sport e management ora è divenuta una realtà che attraversa un periodo che si colloca tra due edizioni olimpiche; un periodo che al contempo ha visto trasformarsi profondamente il contesto in cui opera il management, i suoi stessi significati e le proprie logiche di azione.
Nelle olimpiadi antiche (nate proprio nel paese che oggi è curiosamente
la principale fonte di incertezza del nostro ambiente di riferimento) lo stadion era la competizione principale, una corsa su un rettilineo di 197 metri circa, e chi la vinceva era l’eroe principale dell’olimpiade, colui che da-
Carlo S. Romanelli
va il nome ai successivi giochi e che ne avrebbe acceso il fuoco. In un certo senso, diventava un “manager” dei giochi a venire. Da allora lo stadion
è divenuto un luogo, per noi metafora perfetta dell’arena competitiva nella quale ciascuno di noi agisce e lotta per affermare prima di tutto la propria identità nell’alternarsi delle sfide quotidiane. In quell’arena ci sono
tutta l’essenza metaforica e la potenza reale del pensiero, della costruzione e della realizzazione di ciò che porta a produrre la prestazione.
Il 2012 è l’anno in cui gli sportivi di eccellenza saranno con vari ruoli
impegnati nei giochi della XXX Olimpiade moderna, perfettamente
consapevoli di concentrare nell’arena competitiva anni di progetti, fatiche, rinunce, sogni, sconfitte e vittorie.
È anche, questo, un anno in cui tutto il management è impegnato ad affrontare un epocale cambio di paradigmi in una delle stagioni più incerte e sfidanti dell’economia e del mercato negli ultimi decenni. Come
gli atleti e i loro allenatori si preparano ad affrontare sfide delle quali
non conoscono l’esito – ma proprio per questo lo fanno con la massima
intensità – nelle organizzazioni i manager conducono e sperimentano
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percorsi dall’esito incerto, che
mettono a dura prova capacità,
immaginazione, coraggio e pratiche quotidiane.
Quelle del 2012 saranno in buona
parte olimpiadi “di città”, svolte
prevalentemente in luoghi storici
appositamente riqualificati dalla
città che le ospita, in una stagione
di grande difficoltà economica e
percezione di incertezza anche
per il mondo dello sport: un bel
messaggio per chi, come accade al
management nelle organizzazioni, deve prima di tutto e più che
mai “guardarsi dentro” per costruire qualcosa di nuovo.
Il 2012 è l’anno in cui tutto
il management
è impegnato ad affrontare
un epocale
cambio di paradigmi
Allenarsi all’incertezza
Ciò che accomuna è la riscoperta
continua delle attitudini giuste per
rinnovare le proprie prestazioni in
un contesto in cui variabilità e rischio sono la linfa vitale per ogni
forma di ricerca di risultato. Un
contesto nei confronti dei quali non
retrocedere, ma con il quale misurarsi per costruire performance
nuove, che vadano oltre, in grado
di essere un punto di riferimento e
una traccia significativa per chi
opera sia nello stadion che nelle
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ter affrontare ogni situazione con
ogni tipo di avversario, soprattutto quando quest’ultimo ha caratteristiche fisiche superiori alle tue e
devi imparare a far leva su opzio-
Massimo Barbolini
Sandro Campagna
ni diverse e superiori alle sue per
poter competere. Allenarsi all’incertezza significa in gran parte tutto questo».
Visione personale esplicita
È quindi evidente che per ottenere
risultati in condizioni dove incertezza, rischio e variabilità sono
componenti stessi della prestazione, occorre avere maturato una visione personale molto esplicita al-
caratterizzati da elevati livelli di ri-
la quale essere fedele: vale a dire
«Il mio lavoro come
giocatore prima e come
coach oggi è allenare
all’incertezza, a non
temerla e a sfruttarla
come elemento naturale
nel quale muoversi»
schio e variabilità, occorre matura-
che meno sono chiari i punti di ri-
re “confidenza” con l’incertezza,
ferimento e quindi maggiore è la
cioè allenarsi all’incertezza. Come
variabilità situazionale, più è ne-
afferma Sandro Campagna, cam-
cessario che esista un progetto fon-
pione olimpico a Barcellona come
dato su una visione capace di de-
giocatore e attuale allenatore del
terminare e ispirare i comporta-
leggendario “Settebello”, campio-
menti. E questo è vero sia negli
ne del mondo in carica di pallanuo-
sport individuali che in quelli di
Sandro Campagna
to maschile, «il mio lavoro come
squadra. «Sono convinto e fedele a
giocatore prima e come coach oggi
questa convinzione – dice Massimo
è allenare all’incertezza, a non te-
Barbolini, allenatore della naziona-
merla e a sfruttarla come elemento
le femminile campione del mondo
naturale nel quale muoversi; nella
di volley – e cioè che il risultato di
pallanuoto il 70% del gioco avvie-
squadra dipenda dalle capacità in-
ne sotto la linea di galleggiamento,
dividuali. Il volley è uno sport si-
i giocatori devono imparare ad
tuazionale, in cui praticamente
adattarsi a quelle che potremmo
nessun movimento può prescinde-
definire “situazioni sporche”, e per
re da quello che fanno i tuoi com-
questo vanno allenati a esprimere
pagni di gioco, per cui per la pre-
aziende. I protagonisti dello sport
personalità, coraggio e forza men-
stazione è fondamentale che cia-
ci offrono con immediatezza alcu-
tale, ai massimi livelli possibili di
scuno perfezioni le sue capacità in-
ne di queste tracce, perché sono
stress; in pratica si tratta di allena-
dividuali al massimo livello di
l’essenza della loro visione perso-
re il corpo e la mente a essere co-
espressione possibile. Solo così si
nale di ricerca per la costruzione di
stantemente in preallarme per po-
eliminano gli alibi che portano ad
«Sono convinto e fedele
a questa convinzione e
cioè che il risultato
di squadra dipenda
dalle capacità individuali»
Massimo Barbolini
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prestazioni. Per agire in contesti
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attribuire ad altri la responsabilità
degli errori fatti. Questo è un punto fermo del mio modo di interpretare questo sport e il mio ruolo, devo riuscire a comunicare e far pra-
Chi deve misurarsi con la forza dell’incertezza è un esploratore di potenzialità, e queste possono emergere solo se il potenziale non solo lo
si sa riconoscere, ma lo si responsabilizza, cioè gli si dà una possibilità reale di esprimersi. È questo, ad
Andrea Anastasi
Esplorare la potenzialità
Francesco Damiani
ticare questa visione».
esempio, il pensiero di Francesco
Damiani, boxeur già campione del
nale polacca, che sarà una delle
mondo dei pesi massimi e oggi al-
protagoniste alle Olimpiadi, espri-
lenatore della nazionale italiana di
me chiaramente questo pensiero:
pugilato. «Io lavoro sul potenziale
«La mia nazionale è giovane, cari-
di persone che hanno talento, forza
ca di entusiasmo, sulla squadra ci
e coraggio, ma che devono scopri-
sono grandi aspettative: se voglio
re dove possono arrivare tramite
tentare di ottenere risultati impor-
«Io lavoro sul potenziale
di persone che hanno
talento, forza e coraggio,
ma che devono scoprire
dove possono arrivare»
queste loro caratteristiche. Perché
tanti devo essere in grado di co-
Francesco Damiani
questo accada, fiducia e responsa-
struire un equilibrio vitale ed effi-
bilità sono una sperimentazione
cace tra l’entusiasmo e la voglia di
necessaria: spesso non basta il ta-
affermarsi dei giovani con l’espe-
lento per ottenere risultati. A volte
rienza di quelli più affermati, che
mi è accaduto di sottovalutare il po-
per altro esprimono ancora grande
tenziale di un talento, e se avessi in-
voglia di arrivare oltre. Tutto que-
sistito su questa strada non avrem-
sto facendo i conti con le pressioni
mo scoperto dei campioni».
ambientali, che sono molto forti.
Deve esserci coincidenza tra gli
«Se voglio ottenere
risultati importanti devo
essere in grado di costruire
un equilibrio vitale ed
efficace tra l’entusiasmo
e la voglia di affermarsi
dei giovani»
Equilibrio
obiettivi e le aspettative individua-
tra esperienza e innovazione
li e quelle della squadra, cioè far
Ottenere risultati nell’incertezza
parte di questo team deve permet-
comporta anche saper equilibrare
tere a ciascuno di conseguire obiet-
esperienza e innovazione all’inter-
tivi importanti individualmente. E
to senza indugiare sulle colpe. Sol-
no di un progetto. Andrea Anastasi,
bisogna proporre azioni positive,
tanto così si costruisce uno spirito
ex giocatore e già allenatore della
concentrarsi sulle cose fatte bene,
di squadra che sia un progetto, in
nazionale italiana e spagnola di
piuttosto che insistere su quello che
grado di tentare di ottenere risulta-
volley maschile, oggi della nazio-
non ha funzionato, che va analizza-
ti positivi anche nel breve periodo».
Andrea Anastasi
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ché nel nostro sport si riteneva
che a 30 anni iniziasse un declino
irreversibile; stavo quasi per crederci, ma grazie alla mia volontà
e alla visione di mio marito e allenatore Guglielmo Guerrini, che
era un allenatore di volley, riflettemmo sul fatto che probabilmen-
Josefa Idem
te era così perché i metodi di allenamento fino ad allora sperimentati si basavano su quell’idea, e
sull’ossessione di ripetere all’infinito gli stessi schemi. Così, grazie
alla nostra esperienza, ma anche
dall’alto della nostra inesperienza, abbiamo cambiato radical-
«Grazie alla nostra
esperienza, ma
anche dall’alto della nostra
inesperienza, abbiamo
cambiato radicalmente
i metodi di allenamento,
ed è per questo che
i risultati più importanti li
ho ottenuti dopo i 35 anni»
Josefa Idem
Longevità della prestazione
Siamo così tutti consapevoli che
una delle sfide di questa stagione
è che l’incertezza mette a dura
prova la necessità di costruire risultati visibili nel breve periodo
(che legittimano la permanenza
nel ruolo) con l’opportunità di
poter disporre di tempo per costruire un progetto che getti le basi per prestazioni durature: quel24
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la della longevità della prestazio-
mente i metodi di allenamento, ed
ne è una questione comune a ma-
è per questo che i risultati più im-
nager e sportivi. Per Josefa Idem,
portanti li ho ottenuti dopo i 35
campionessa olimpica di K500 al-
anni, e sempre per questo che an-
le Olimpiadi di Sydney, quella di
drò alla mia ottava Olimpiade,
Londra sarà l’ottava Olimpiade:
dove tenterò di vincere. Il “segre-
«Dopo Seoul nel 1988 cercarono
to” è avere una visione sapendo-
di convincermi che ero finita, per-
si rinnovare sempre».
2012: anno olimpico per
lo sport e per il management
Tutti questi protagonisti dello sport, insieme con Arrigo Sacchi, Valentina Vezzali, Valerio Bianchini, Domenico Fioravanti, Cino Ricci,
Julio Velasco, sono stati e saranno testimoni dell’Accademia Sport
& Management del Cfmt, il progetto che, alla sua quarta edizione,
continua a ricercare le radici più profonde della prestazione nelle
sue diverse prospettive, creando un contesto permanente di confronto tra sport e management. Un contesto di ricerca autentica
dove non impera la retorica della prestazione e la passione è autentica. Come dice Simone Moro, uno dei più grandi alpinisti viventi e
più volte testimone dell’Accademia, «scalo le montagne semplicemente perché questo mi rende felice». I manager come i protagonisti dello sport, gli sportivi come i manager.
Per i prossimi appuntamenti di marzo e aprile www.cfmt.it
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