Ac news - ACI Torino
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Ac news - ACI Torino
www.acitorino.it Ac news 0,52 euro L’Avvocato Agnelli alla cena per i 90 anni dell’Automobile Club Torino con l’avvocato Rosario Alessi e l’ingegner Emilio Christillin. Trofeo Giovanni Agnelli. Celebrazione centenario nascita Giovanni Agnelli 1866-1966. Febbraio 2003 - n. 1 ADALBERTO LUCCA, DIRETTORE RESPONSABILE PIERO SORIA, IDEAZIONE E COORDINAMENTO NOTIZIARIO PER I SOCI dell’Automobile Club di Torino (autorizzazione del tribunale di Torino 3592 del 2/12/1985). Pubblicazione di informazione. Abbonamento riservato ai Soci. Editrice: Edit-Data S. Francesco s.r.l., via Giolitti 15 tel. 57.79.287/8/9 - Direzione, Redazione: via Giolitti 15 - tel. 57.79.213 - Composizione, Stampa: G. Canale & C. S.p.A. - Torino - Pubblicità: All-Media, corso Siracusa 152 - tel. (011) 311.90.90. Dal marzo del 1946 l’Avvocato Giovanni Agnelli ha sempre fatto parte del Consiglio Direttivo del nostro Club e la sua grande competenza e passione per il mondo dell’automobilismo è stata per noi un sicuro punto di riferimento. La lunga permanenza nel nostro Consiglio testimonia quanto l’Avvocato Giovanni Agnelli ritenesse il nostro Sodalizio una componente importante dello scenario del mondo dell’auto e ne ha accompagnato e condiviso con noi tutti, la crescita, lo sviluppo ed il prestigio. A nome di tutti i Soci dell’Automobile Club di Torino, desidero rinnovare alla famiglia il più profondo cordoglio per la sua scomparsa. Piergiorgio Re Celebrazione dei 90 anni dell’Automobile Club Torino. Primo Trofeo Giovanni Agnelli 1/10/1966. NOVITÀ ASSOLUTA La tessera diventa europea senza ulteriori costi VALIDITÀ Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Inghilterra, Spagna e Svezia ncora una volta, l’arrivo del nuovo anno porta grandi novità per i soci ACI. Infatti, dal 1° gennaio 2003, chi sottoscrive o rinnova la sua associazione “ACI Sistema” (valida per auto, moto o camper fino a kg 3.500) potrà usufruire dei servizi di assistenza tradizionalmente offerti sul territorio italiano anche negli altri 14 Pae- A IL NUOVO NUMERO VERDE si dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna e Svezia, a cui vanno aggiunti Andorra, Montecarlo, San Marino e Città del Vaticano). E tutto questo a costo zero, cioè alle stesse tariffe già in vigore nel 2002, senza alcun aumento di prezzo! Dal 2003, il socio dell’Automobile Club d’Italia potrà dunque viaggiare tranquillamente nei Paesi della U. E. con 2 il veicolo la cui targa è stata indicata all’atto dell’associazione, godendo degli stessi servizi di cui dispone sul suolo nazionale. Soccorso stradale, dépannage, auto sostitutiva, rimpatrio dell’auto, rimborso delle spese alberghiere, servizio taxi, invio pezzi di ricambio, assistenza medico sanitaria: a Moncalieri o a Briançon, a Piacenza o a Lisbona, in Puglia o in Svezia, per ottenere le prestazioni previste (alle condizioni indicate sul “Regolamento dei servizi” consegnato all’atto dell’associazione) il socio non dovrà far altro che chiamare i numeri telefonici che compaiono sul retro della propria tessera: +390266165116, dall’estero; numero verde 803.116, dall’Italia. Coloro che erano soliti acquistare l’estensione “ACI in Europa” per garantirsi l’assistenza all’estero, in occasione delle vacanze o dei loro spostamenti di lavoro, conseguiranno un notevole risparmio. Tutti i soci, comunque, godranno della libertà e della sicurezza di viaggiare in Europa accompagnati dai servizi del Club (N.B. Due sole limitazioni: la personalità del soccorso stradale e l’invio di un medico generico sono prestazioni riconosciute solo entro i confini italiani). L’allargamento della copertura ACI alla U.E. riguarda anche le imprese. Anche per le associazioni relative alle automobili delle flotte aziendali, infatti, è stata introdotta l’automatica estensione della validità dei servizi ai Paesi dell’Unione Europea: sarà dunque ancora più facile e conveniente estendere i propri affari oltre confine e spostarsi per lavoro sulle strade europee. MODULO PER INSERZIONE GRATUITA ■ VENDO ■ CERCO ■ AUTOMOBILE ■ MOTOCICLO ■ ALTRO Compro e vendo: annunci gratuiti on line (anche per chi non ha il pc) MARCA MODELLO ANNO KM COLORE OPTIONAL “D ovrei cambiare macchina, ma…”. A quanti è capitato di ripetersi questo ritornello contemplando un nuovo modello, pensando ai costi di gestione e manutenzione ormai troppo alti della vecchia auto, preparandosi all’arrivo del primo o del secondo figlio! Ci possono essere mille buoni motivi per sostituire la propria vettura, ma purtroppo sono altrettante le difficoltà che si incontrano per realizzare tale disegno e liberarsi del precedente veicolo. PREZZO IN EURO Ritagli questo coupon e lo spedisca in busta chiusa a: ACI Torino - Servizi Internet - Via Giolitti 15 La Sua inserzione sarà pubblicata sui sit internet www.acitorino.it - www.carshow.it DATI DELL’INSERZIONISTA COGNOME NOME TELEFONO E-MAIL N° TESSERA ACI Il prezzo, le pratiche amministrative da espletare, la reperibilità delle risorse finanziarie necessarie. E poi ci sono le incognite relative alle certificazioni, alle garanzie, alle polizze assicurative, ecc… Sarebbe bello poter andare da un concessionario e rispondere alla domanda: “Lei possiede un usato?” con un bel “No! Che sconto posso ave- Si informa che il trattamento dei dati personali che La riguardano viene svolto da carshow.it limitatamente al tagliando in questione e nell'ambito di quanto stabilito dalla legge 675/96 sulla tutela dei suoi dati personali. Il trattamento dei dati, di cui si garantisce la massima riservatezza, è effettuato esclusivamente al fine di pubblicare la Sua inserzione (unitamente alla quale, solo sulla versione on line, verrà evidenziata la Sua qualifica di Socio ACI). I Suoi dati, pertanto, non saranno diffusi a terzi. Consapevole delle responsabilità in cui incorre chi rilascia false dichiarazioni, dichiaro sotto la mia responsabilità di non operare né direttamente né per conto terzi in qualità di operatore nel settore merceologico cui fa riferimento la presente inserzione. ✂ Resta naturalmente possibile ampliare, a pagamento, l’assistenza ACI ad altri 19 Paesi dell’Europa e del bacino mediterraneo (Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Egitto, Israele, Jugoslavia [Serbia e Montenegro], Malta, Macedonia, Marocco, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Svizzera e Liechtenstein, Tunisia, Turchia, Ungheria). È sufficiente rivolgersi alla propria delegazione ACI ed acquistare il carnet “Oltre l’Unione Europea” (ad un costo di € 25, con validità mensile, o di € 35, con validità annuale, allineata alla scadenza della tessera di riferimento). Come già accennato più sopra, per richiedere le prestazioni ACI dall’Italia è stato messo a disposizione di soci e non soci un nuovo numero verde: 803.116. Torna così, nelle ultime tre cifre, il tradizionale numero 116, che da sempre identifica per gli automobilisti il pronto intervento dell’Automobile Club d’Italia. Il quadro delle novità è completato dal restyling della grafica della tessera associativa e del “Regolamento dei servizi” (ora di più facile consultazione ed arricchito dall’indicazione delle principali convenzioni ed agevolazioni di cui il socio dispone a livello nazionale ed internazionale) e dal potenziamento di alcuni servizi offerti dalle tessere “Sistema Azienda”, “Sistema Trasporti” (riservata agli autocarri) e dalle tessere ACI Diners, a rinnovo automatico ed inclusive della funzione di pagamento ottenibile tramite il circuito Diners Club International. ■ AUTO USATA Nuovo servizio sul sito Internet dell’AC Torino 3 Firma per accettazione ANNUNCI GRATUITI CHECK UP! 15 Controlli alla tua auto presso il Centro Revisioni Aci p.le San Gabriele da Gorizia n. 210 Torino (via Filadelfia) PRENOTATI!!! Tel. n. 011.30.40.748 A soli € 13,50 Per i Soci ACI € 10,50: • Impianto frenante • Cinture di sicurezza • Pneumatici • Sospensioni • Identificabilità • Targhe • Livello olio • Impianto elettrico • Cristalli • Fari • Usura pastiglie freni • Carrozzeria • Rumorosità • Telaio • Tergicristalli re?”. Perché, come noto, il ritiro della vecchia auto esclude la riduzione del prezzo di acquisto della nuova: sono le regole di un mercato che oggi difficilmente vede quotare l’usato al livello delle valutazioni che compaiono sulle riviste specializzate. Il risultato è la frustrazione di chi inizia la trattativa partendo da una posizione di svantaggio, essendo obbligato a liberarsi dell’attuale vettura. Da oggi, l’Automobile Club Torino si pone al fianco dei propri soci anche in questo delicato momento, fornendo a coloro che si trovano nella situazione sopra descritta la possibilità di mettere in vendita la propria vettura o, viceversa, di cercare un usato rispondente alle proprie necessità sulle pagine Internet del sito www.acitorino.it. Nella maggior parte dei casi, le auto dei soci ACI sono dotate di un accessorio in più: l’attenzione di un automobilista appassionato e responsabile, che ha curato nel tempo le condizioni del proprio veicolo: assistenza e manutenzione programmata, lavaggi e garage, prudenza e attenzione. Proporre la propria auto ad una clientela preferenziale, da socio a socio, o da socio a chi sta per diventarlo, potrà aumentare le probabilità di incontrare l’acquirente giusto. Per consentire l’accesso al servizio anche ai soci che non dispongono ancora di un collegamento Internet è stata inserita in queste pagine una scheda da compilare ed inviare direttamente all’Automobile Club Torino. L’Ufficio incaricato provvederà ad immettere l’annuncio on line, consentendo così alla vasta platea dei navigatori telematici di prenderne visione. NUMERI Chi invece possiede computer e modem, non dovrà fare altro che collegarsi al sito www.acitorino.it, accedere alle pagine relative al servizio ed inserire i dati necessari. Grazie alla collaborazione con Carshow.it, società specializzata che opera da anni in questo settore telematico, con un database ricco, mediamente, di oltre 4.000 auto, i soci porteranno la propria vettura in un garage “virtuale”, visitabile dagli automobilisti di tutta Italia. Il collegamento con Carshow.it offrirà un elevato livello di visibilità e permetterà ai Soci maggiori possibilità di interscambio tramite gli annunci “Vendo” e “Cerco”. Sul sito è anche possibile avere indicazione, gratuitamente, del valore reale della propria vettura, grazie al collegamento con “Eurotax On Line”. Inoltre, in qualunque momento, il socio potrà modificare il prezzo da lui indicato in un primo momento e correggere o rimuovere il proprio annuncio in tempo reale. Sempre gratuitamente, è inoltre possibile pubblicare la foto a colori dell’auto o della moto e contattare via e-mail i possibili acquirenti o venditori. Per i soci dell’A.C. Torino si aprono così nuove opportunità di comunicazione e di accesso ai tanti servizi che il sito www.acitorino.it e gli Uffici di città e provincia riservano loro. ■ 4 UTILI 803.116 Soccorso stradale - Assistenza medica - Agenzia viaggi Sestante Percorribilità strade - Informazioni sui servizi Automobile Club Torino – Uffici: via Giolitti, 15, Tel. 011/57.791, Fax 011/57.79.286, Orario al pubblico: 8.30-13.00 / 14.00-17.00 dal lunedì al venerdì Sito Internet: www.acitorino.it Indirizzi posta elettronica: [email protected] Informazioni revisioni (24h su 24): 011/57.79.379 Informazioni tasse automobilistiche (24h su 24): 011/57.79.333 Soccorso stradale nazionale: 803116 Noleggio autovetture e parcheggi ACI: via S. Francesco da Paola, 20, Tel. 011/562.35.14 Lubrificazione: via Filadelfia, 71, Tel. 011/318.09.08 Lavaggio: via Filadelfia, 71, Tel. 011/319.92.02 Centro Revisioni Auto: piazzale San Gabriele da Gorizia, 210, Tel. 011/30.40.748 Autoscuola Club: via Giolitti, 15, Tel. 011/57.79.246 c.so Moncalieri, 215, Tel. 011/66.12.623 Autoscuola Eureka: c.so Tassoni, 57, Tel. 011/74.79.71. ■ AC. TORINO Attenti al controllo dei gas di scarico Molti automobilisti non ricordano che gli autoveicoli immatricolati da 12 mesi devono effettuare annualmente il controllo noto come “BOLLINO BLU”. Per i veicoli immatricolati sino al 31/12/1987 tale controllo ha cadenza semestrale. Sono previste sanzioni di carattere amministrativo per la mancata effettuazione di questa operazione. Il Centro Revisioni auto e moto di piazzale San Gabriele da Gorizia opera il controllo sulle tre linee a disposizione garantendo un servizio veloce e preciso. Potrete prenotare l’operazione telefonando al n. 011/3040748-3040747 o recandoVi presso la Sede di via Giolitti o qualunque Delegazione di Torino e provincia. Il costo del servizio è di € 10,33 mentre ai Soci viene applicata la tariffa di € 7,75. Revisioni Auto e Moto Si ricorda che entro l’anno sono soggetti a revisione tutti gli autoveicoli immatricolati nel 1999 e quelli revisionati nel 2001. Per i motoveicoli le scadenze sono: – i motoveicoli immatricolati dal 1994 al 1999 entro il mese di prima immatricolazione (es.: immatricolato nel febbraio 1994 revisione entro febbraio 2003); – tutti i motoveicoli già revisionati nel 2001 (farà fede la data di ultima revisione). Per i Soci che prenotano la revisione presso il Centro di piazzale San Gabriele da Gorizia n. tel. 011/3040748 è prevista la prerevisione gratuita, operazione che permette di individuare eventuali difetti che potrebbero non consentire il superamento della successiva revisione. Per le moto l’agevolazione della prerevisione gratuita è estesa anche ai mezzi di proprietà dei famigliari conviventi del Socio. Anche per l’operazione di revisione e prerevisione i Soci possono telefonare al numero sopra indicato o alla Sede di via Giolitti e alle Delegazioni dell’Act. IL NUOVO OMAGGIO stribuiti nei tre parcheggi sotterranei di piazza Madama Cristina, piazza Bodoni e via Roma. Tariffe orarie, abbonamenti mensili (diurni e notturni), buoni parcheggio per chi vuole dare un servizio ai propri ospiti o clienti. Garanzia di sicurezza, ambienti luminosi ed accoglienti, permettono di lasciare il proprio mezzo in custodia e svolgere con serenità i propri impegni. La sera, dopo le 19.30 e fino alle ore 1.00, tariffa scontata: solo € 2,00. Veramente conveniente per parcheggiare comodamente ed andare a teatro, al cinema, al ristorante, in pizzeria o semplicemente per fare due passi senza il problema del traffico. PER I SOCI Servizio cartografico e turistico Presso la Sede dell’Automobile Club Torino e presso tutte le Delegazioni sono disponibili (a prezzi scontati per i Soci) cartine e guide turistiche d’Italia, d’Europa e del mondo. Sono inoltre in vendita tessere Viacard (prepagate), per le autostrade italiane, e le marche obbligatorie per il transito di autoveicoli e motocicli su autostrade e superstrade austriache e svizzere. Tutti i servizi Controllo e ricarica dei condizionatori Sempre presso il Centro di piazzale San Gabriele da Gorizia è possibile effettuare il controllo e la ricarica del condizionatore della vettura. Il servizio è offerto ai Soci al prezzo di € 45,00. Noleggio Auto Presso il Centro di via San Francesco da Paola 20/A (tel. n. 011/5623514-5779271) è a disposizione degli automobilisti un vasto parco di autovetture quasi tutte dotate di impianto di climatizzazione. Ai Soci sono riservate tariffe agevolate. Ad esempio: – contratti giornalieri da € 30,99 + € 0,22 al km per una Fiat Seicento (aria condizionata); – contratti giornalieri da € 46,48 + € 0,28 al km per una Fiat Stilo (full optional). Le formule di noleggio sono numerose e vanno dalla mezza giornata di impegno sino a periodi di oltre un mese. Anche nel caso del noleggio, oltre che telefonare ai numeri sopra detti, si potrà prenotare direttamente presso una delle Delegazioni. Servizio parcheggi L’A.C. Torino ha un’ottima soluzione per i problemi di parcheggio in centro a Torino: 1000 posti auto di- Informazioni e Pratiche Automobilistiche Se avete qualche dubbio potrete rivolgervi all’Ufficio Assistenza della Sede di via Giolitti o presso qualunque Delegazione dove potrete avere informazioni dettagliate. Presso tali Uffici potrete svolgere qualsiasi operazione amministrativa inerente al Vostro mezzo ed in particolare potrete controllare la patente di guida e, se necessario, provvedere alle operazioni di rinnovo, ivi compresa la visita medica, od effettuare il passaggio di proprietà. Nella Sede di via Giolitti troverete un medico a Vostra disposizione dal lunedì al venerdì, dalle 14.30 alle 15.30, ed il martedì e il giovedì anche al mattino, dalle 10.30 alle 11.30. Anche presso le Delegazioni è presente il medico per l’eventuale visita, con orari che potrete conoscere telefonando direttamente agli uffici più vicini a voi o visitando il sito www.acitorino.it. ■ P resentando la propria tessera ACI in regolare corso di validità, è possibile godere delle seguenti agevolazioni: CULTURA E TEMPO LIBERO • Palazzo Bricherasio, via T. Rossi (angolo via Lagrange), Torino - tel. 011/5711811. Sconto 15% sul biglietto d’ingresso alle mostre, per il socio e per un accompagnatore (il parcheggio sotterraneo ACI di via Roma ha uno dei suoi ingressi davanti al Palazzo: i soci godono di tariffa di sosta oraria ridotta). • Museo Nazionale del Cinema - Mole Antonelliana, via Montebello 210, Torino - tel. 011/8125658. Sconto 20% sul biglietto d’ingresso, per il socio e per un accompagnatore. • “Sala 3” Multisala Cinema Massimo, via Verdi 18, Torino - tel. 011/8125606. Sconto 30% sul biglietto d’ingresso agli spettacoli, per il socio e per un accompagnatore. • Safari Park, Pombia (NO), tel. 0321/95.64.31 - www.safaripark.it. Sconto € 3,00 per Con noi un mare di convenzioni gli adulti, € 2,00 per i bambini, sul biglietto d’ingresso. • “Family Fun Card” + Guida al Tempo libero, circuito Viviparchi, tel. 035/362798 - www.viviparchi.it. Sconto € 3,00. • Teatro Regio di Torino, P.zza Castello 215 - Tel. 011/88151. Sconto 20% sui biglietti degli spettacoli prodotti dal Teatro (ad eccezione delle recite abbinate ai turni di abbonamento Pomeridiano 1 e 2). • Fondazione Italiana per la Fotografia, via Avogadro 4, Torino - tel. 011/544132 - www.fif.arte2000.net. Sconto 25% sul biglietto d’ingresso alle esposizioni; sconto 20% sui libri editi dalla Fondazione. Presso tutte le delegazioni dell’A.C. Torino i soci possono acquistare una tessera ACINEMA a € 42,00: abbonamento per 10 ingressi alle sale cinematografiche di Torino e provincia aderenti all’iniziativa, valido dall’1/9/2002 al 31/8/2003 (disponibile sino ad esaurimento). VIAGGI E VACANZE Agenzia Viaggi “Pianeta Gaia” (Fiduciaria A.C. To• rino), via Giolitti 15, Torino - tel. 011/546385 6 www.pianetagaia.it - Sconto 5% su tutti i tour operators. Servizio biglietteria Formula 1. • “Residence Loano2”, via degli Alpini 6, 17025 Loano (SV) tel. 019/67911 - fax 019/671765 - www.residenceloano2.it; e-mail: [email protected]. Sconto su camere o appartamenti: 10% dal 31/5 al 15/9, 15% nel resto dell’anno; sconto 10% noleggio sale congressi ad aziende. ISTRUZIONE • Autoscuola Club (Fiduciaria ACI), via Giolitti 15, Torino tel 011/5779246; corso Moncalieri 215, Torino - tel. 011/661263. Sconto 10% sulle lezioni di teoria. • Academy International, centri a Torino, Carmagnola, Venaria - numero verde 800.80.17.54. Sconti dal 10% al 30% su corsi di lingue straniere ed informatica, per il socio e per i suoi familiari. SPORT • Speed Kart, Settimo Torinese (km 0,5 Autostrada TO-MI) tel. 011/2222904. Sconto 10% sulle tariffe orarie. COMMERCIO E SERVIZI Car City Club, servizio di car • sharing, corso Cairoli 32, Torino - tel 011/57641 www.carcityclub.it. Sconto 10% sul canone di abbonamento annuale, sulle tariffe orarie (nella fascia che va dalle ore 8.00 alle ore 21.00) e sulle tariffe chilometriche (nella fascia sino a km 180). • Griffes Diffusion REVEDI, corso Emilia 8, Torino - tel. 011/2485913. Sconto 10% su abbigliamento e accessori uomo/donna (occorre esibire anche la tessera in distribuzione presso gli Uffici dell’A.C. Torino). Numerosi punti vendita nel Centro-Nord Italia. Per maggiori informazioni, contattare i numeri telefonici o consultare i siti Internet sopra riportati. ■ Vediamo le novità una per una LE CONVENZIONI DI AC. TORINO PER • Scuola Sci Olimpionica Sestriere, via Pinerolo 17 - Sestriere - tel. 0122/76116. Sconto 15% sulle lezioni individuali; 20% sulle lezioni collettive (per il socio, il coniuge ed i figli fino a 26 anni di età). • Golf Club Stupinigi, corso Unione Sovietica 506/A, Torino - tel. 011/3472640. Sconto 10% sui corsi per “under 18” e principianti (esclusa la tessera federale). • Golf Club Moncalieri, Reg. Vallere 20, Moncalieri - tel. 011/6479918 - www.moncalierigolfclub.com. Sconto 10% sui corsi per “under 18” e principianti. Sconto 10% su green fee campo pratica. Solo nei giorni feriali, sconto 10% su green fee 9/18 buche, se in possesso tessera FIG. • Golf Club Grugliasco, Strada Provinciale Gerbido 97, Grugliasco - tel. 011/4081220 - email [email protected]. Sconto 20% su corsi per principianti (5 lezioni). Sconto 50% green fee campo pratica. Loano Village G razie alla convenzione stipulata dall’Automobile Club Torino con il “Residence Loano 2”, si aprono nuove possibilità di vacanza e di risparmio per i soci ACI. Il villaggio, completamente immerso in cinque ettari di verde, nella zona residenziale di Loano (SV), a 1.300 metri dal mare e dal centro del paese, è stato recentemente ampliato e potenziato nelle sue strutture e propone alla clientela sia la formula “Residence” che la formula “Hotel”. I bellissimi e curati giardini, le ampie piscine, l’architettura garbata ed i moderni comforts rappresentano la soluzione ideale per soddisfare le diverse esigenze di vacanza della famiglia, della coppia e di tutti coloro che desiderano un soggiorno piacevole, rilassante e divertente unito ad un trattamento accurato ed attento alle singole esigenze. Una meta particolarmente comoda per torinesi e piemontesi che, in ogni periodo dell’anno, possono raggiungere la Riviera ligure in pochissime ore di viaggio! 7 Le camere e gli appartamenti, confortevoli ed eleganti, sono arredati con cura e sono tutti serviti con ascensore: dispongono di televisione, cassaforte, telefono, balcone o terrazza; alcuni sono dotati di aria condizionata ed asciugacapelli. Il villaggio garantisce alla clientela un comodo parcheggio sotterraneo ed un servizio gratuito di navetta per raggiungere il paese o la spiaggia (il miglior stabilimento balneare di Loano è convenzionato per gli ospiti del residence). Sono disponibili anche sale convegni (fino a 600 metri quadrati di dimensione) ideali per l’organizzazione di convention o riunioni aziendali in una gradevole e rilassante cornice (il ristorante del villaggio permette la realizzazione di cene o buffet). Esibendo alla reception la propria tessera ACI in corso di validità, il socio potrà usufruire di uno sconto del 10% nel periodo compreso tra il 31/5 ed il 15/9 e del 15% nel resto dell’anno (esclusi i servizi extra). Lo sconto “socio ACI” è I R I SOCI Fondazione italiana per la Fotografia C Sede della Fondazione. U cumulabile con le promozioni previste dal residence. Per le aziende associate all’ACI ed interessate all’organizzazione di convegni verrà riconosciuto uno sconto del 10% sul noleggio delle sale. In caso di prenotazioni telefoniche, si raccomanda di comunicare agli operatori il codice “ACI TORINO”: solo così si potrà godere delle particolari condizioni riservate. “Residence Loano 2” Via degli Alpini, 6 17025 LOANO (SV) Tel. 019/67911 Fax 019/671765 E-mail: [email protected] Sito internet: www.residenceloano2.it n nuovo tassello si aggiunge alla lista delle convenzioni stipulate dall’Automobile Club Torino a favore dei soci ACI. Grazie all’accordo recentemente concluso, esibendo presso le biglietterie la propria tessera associativa in regolare corso di validità, i soci godranno di una riduzione del 25% sul biglietto di accesso alle mostre proposte dalla Fondazione Italiana per la Fotografia e del 20% sui libri editi dalla stessa. La Fondazione, una delle realtà più giovani e dinamiche del panorama culturale torinese, è nata nel 1992 grazie alla partecipazione di Città di Torino, Regione Piemonte, Città di Acquasparta, Banca Mediocredito (Gruppo Unicredit), Sai. Tra gli enti che contribuiscono in maniera costante allo sviluppo delle sue attività figurano la Provincia di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT. Il Museo della Fondazione, che per la sua specificità è invidiato ed ammirato in Italia ed all’estero, ha aperto i battenti nel 1996, portando a coronamento un’attività di promozione della cultura fotografica che, nel capoluogo piemontese, ebbe inizio nel 1985, con la realizzazione della prima edizione della Biennale Internazionale di Fotografia. Nell’elegante palazzina liberty che lo ospita, in via Avogadro, a pochi passi dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, viene allestito un programma di mostre che prevede almeno 5 appuntamenti all’anno, incentrati sui grandi autori italiani e stranieri che hanno segnato la storia della fotografia. Nelle sale del Museo, sino ad oggi, sono state organizzate rassegne di autori del calibro di Henri Cartier Bresson, William Klein, Margaret Bourke-White, Sebastiao Salgado, Jacques Henri Lartigue (nomi notissimi, e non solo agli appassionati) e, più recentemente, ad un grande della fotografia torinese: Riccardo Moncal- ■ 8 vo. La sua mostra sulla Torino degli anni ’30 e ’40 ha riscosso un ampio successo di pubblico. Naturalmente le attività della Fondazione non si esauriscono nell’ambito espositivo. Nella palazzina sono ospitate una biblioteca ricca di oltre 2.000 volumi (aperta dal lunedì al venerdì, su appuntamento) ed il settore di catalogazione e archivio di fondi e beni fotografici. Il laboratorio di restauro ha inaugurato a novembre 2002 la nuova sede distaccata in via Locana 14. La Fondazione è inoltre fortemente impegnata sul piano della didattica: un settore specifico opera al suo interno, con laboratori attivati in accordo con il programma espositivo, ma anche e soprattutto all’esterno, presso istituti scolastici di ogni ordine e grado, dove viene sviluppato un lavoro formativo accurato e in sintonia con il corpo docente delle diverse scuole. Fondazione Italiana per la Fotografia Via Avogadro 4 10121 TORINO tel. 011/544132 sito internet: www.fif.arte2000.net Orario mostre: dal martedì al venerdì 16.00-20.00 sabato e domenica 10.00-20.00 chiuso lunedì Per i soci ACI, biglietto d’ingresso al Museo: 4,50 euro (N.B.: ai soci verrà riservata riduzione analoga o più favorevole anche per l’ingresso alle mostre organizzate dalla Fondazione Italiana per la Fotografia in sedi diverse dal proprio museo) ■ Gli artisti del Faraone Interno della tomba di Sennedjem. D al 14 febbraio al 18 maggio 2003, Palazzo Bricherasio ospita una nuova eccezionale esposizione: un affascinante viaggio in una valle egiziana vicino a Tebe, dove, tra il 1500 ed il 1050 a.C., nel villaggio di Deir el Medina, sulla sponda ovest del Nilo, una comunità di artisti, artigiani e operai lavorò agli scavi e alle decorazioni delle Tombe della Valle dei Re e della Valle delle Regine. A rendere unica la mostra (già ospitata al Louvre ed al Museo di Bruxelles) è la possibilità di una visita articolata su due sedi: oltre a Palazzo Bricherasio, dove il visitatore può ripercorrere la vita quotidiana dell’Egitto del Nuovo Regno attraverso circa 300 pezzi provenienti da musei di tutto il mondo, il Museo Egizio di Torino, con un percorso apposito, mette in evidenza gli importanti reperti della propria collezione provenienti dal sito di Deir el Medina (l’eventuale visita al Museo Egizio prevede l’acquisto dell’ulteriore biglietto, sul quale non c’è riduzione per i Soci). Quattro le sezioni della mostra: “La vita quotidiana”; “Il lavoro”; “Le credenze religiose”; “I riti funerari”. Si entra in una casa del villaggio per scoprire la storia delle famiglie egizie ed aspetti della loro vita quotidiana: mobili, papiri con preghiere o formule magiche, statuette di culto dedicate agli antenati, gioielli, oggetti di uso comune. Altri papiri raccontano l’organizzazione del lavoro, i salari, i conflitti, i motivi d’assenza, gli scioperi. La visita alla mostra termina con la discesa nella tomba di uno degli abitanti del villaggio, Sennedjem “il servitore nella Sede della Verità”, ricostruita a grandezza naturale. SEDE: Palazzo Bricherasio Via T. Rossi (angolo via Lagrange) Torino - Tel. 011/5711811. ORARIO: Lunedì 14.00-20.00 Martedì, mercoledì: dalle 9.00 alle 20.00 Da giovedì a domenica: dalle 9.00 alle 23.00 Sconto sul prezzo del biglietto per i soci ACI che esibiscono la propria tessera in corso di validità. Il PARCHEGGIO sotterraneo ACI di via Roma ha uno dei suoi ingressi proprio davanti a Palazzo Bricherasio (tariffa di sosta oraria ridotta per i Soci). ■ I l golf. Lo si nega, pensandolo un gioco per pensionati, o ricchi con la puzza sotto il naso. Non è così. Intanto da gioco, su 9 buche, diventa uno sport su 18. Ancora di più se le 18 buche vengono effettuate in gara. Non è un gioco da vecchi. Lo si può sì praticare fino a tardissima età, ma è meglio impararlo da giovani: il movimento è istintivo, meno costruito. Vedere quella pallina che, se ben colpita, parte come un proiettile è una gioia. Una gioia maggiore se la pallina va dove desideravamo metterla. Intrigante. Se si è un minimo sportivi anche se non giovani si impara in fretta quel tanto da didi vertirci, sia in gara, sia con gli Gian dell’Erba amici. L’handicap – il numero di colpi che l’avversario più e Daniela Bosco bravo ci deve concedere su ogni buca – consente il confronto anche con i migliori. Il golf si gioca nel verde totale, ogni campo – in Italia o all’estero – è solitamente ubicato nei posti più belli. Dopo i circoli esclusivi sono arrivati e arrivano quelli accessibili a tutti. Una volta a conoscenza di quel tanto che permette di girare in campo (viene assegnato un handicap massimo che si ridurrà di gara in gara a seconda del punteggio realizzato) una buona attrezzatura usata – si incomincia sempre così – composta di sacca, attrezzatura (1 drive, 8 ferri e il putter per imbucare sul green e il peschino per le palline in acqua) costa tra i 300 e 425 euro, come un paio di sci. E, giocando in tutto quel verde silenzio, si stacca veramente “la spina” con grande relax. Provare per credere. ■ Il Golf di Stupinigi. Sopra: quello di Moncalieri. Il golf p e 9 DOVE I SOCI ACI HANNO DIRITTO ALLO SCONTO-CONVENZIONE Golf Club Stupinigi Ha appena festeggiato i cinquant’anni di attività il Golf Club Stupinigi, fondato nel 1952 – primo driving range d’Italia – e federato nel 1972. Il circolo, che è stato fucina di golfisti, offre agli appassionati una struttura attrezzata sia per l’apprendimento sia per il gioco in un’oasi di verde a pochi chilometri dal centro cittadino. L’ampio campo pratica mette a disposizione 11 postazioni coperte e tredici all’aperto, putting green (provvisto di illuminazione), pitching green e area per gli approcci. Il percorso, 9 buche, Par 64, 2.205 metri di sviluppo, è impegnativo: molto stretto, presenta difficoltà – dai tanti fuori limite, al laghetto che difende la buca 7, ai numerosi bunker che difendono i green – che richiedono più precisione che potenza. Lo staff dei maestri, diretto da Dino Ca- er tutti eri. nonica, organizza corsi per tutti i livelli, dai principianti, ai seniores, ai giovani, nell’ottica della filosofia del Circolo che continua ad essere quella di promuovere e divulgare il golf. Golf Club Stupinigi, corso Unione Sovietica 506/A, Torino, tel 011.3472640, fax 011.3978038, e-mail [email protected]. Presidente: Vittorio Coggiola. Direttore: Germano Prochietto. Stagione: aperto tutto l’anno. Giorno di chiusura: lunedì non festivo. Green fee per il pubblico: campo pratica 8 €, 9 buche (feriali e festivi) 16 €, 18 buche (feriali e festivi) 26 €. Moncalieri Golf Club È soltanto al secondo anno di attività, tuttavia il Moncalieri Golf Club si sta facendo apprezzare per i vasti spazi e la validità delle strutture. La grande e moderna club house ospita i vari servizi, dal bar al ristorante, alla segreteria, agli spogliatori; dall’ampia terrazza si offre la vista della collina e del percorso. Le 9 buche, Par 32, si snodano nel verde, lungo le sponde del fiume Po, per un totale di 2.270 metri: l’impegno comincia già dalla prima buca, un lungo Par 5 di 489 metri e si conclude con un facile Par 3 di 137 metri. I fairway sono di grandi dimensioni, spesso senza fuori limite; piuttosto estesi anche i green, protetti però da bunker insidiosi. Un campo, nel complesso, vasto e pianeggiante, dove è possibile effettuare tutto il repertorio dei colpi. Spazioso anche per il campo pratica, che offre 6 piazzole coperte e trentacinque all’aperto, putting green e pitching green. Maurizio Barbi e Luca Gandolfi, i maestri titolari, affiancati da Jonathan Ba- 10 glioni e Luca Servelli, assistenti, provvedono all’attività didattica, organizzando corsi sia per neofiti sia per giocatori esperti. Moncalieri Golf Club, strada Vallere 20, Moncalieri (Torino), tel 011.6479918, fax 011.6423656, sito web moncalierigolfclub.com, e-mail [email protected]. Presidente: Lorenzo Varia. Direttore: Roberto Baglioni. Stagione: aperto tutto l’anno. Giorno di chiusura: martedì non festivo. Green fee per il pubblico: campo pratica 8 €; 9 buche feriali 20 € (sabato e festivi 25 €), 18 buche feriali 30 € (sabato e festivi 45 €). Circolo Golf Grugliasco Il Circolo Golf Grugliasco, alle porte di Torino, è una struttura a vocazione squisitamente propedeutica, che nell’arco di soli quattro anni ha già formato numerosi adepti. Il campo pratica è dotato di 5 postazioni coperte e quaranta all’aperto, divise in due settori distinti, oltre a putting green e pitching green. Il potenziale del circolo è completato da un mini-percorso di tre buche, Par 12, con uno sviluppo complessivo di quasi 950 metri, riservato ai soci. Lo staff didattico è composto dai maestri Luigi Zavattaro, Alberto Biglia e Stefano Franzin, che organizzano corsi individuali di apprendimento e perfezionamento. Circolo Golf Grugliasco, strada provinciale del Gerbido 97, Grugliasco (Torino), tel. 011.4081220, fax 011.4084329, e-mail [email protected]. Presidente: Umberto Rossotti. Stagione: aperto tutto l’anno. Giorno di chiusura: lunedì non festivo. Green fee per il pubblico: campo pratica 10 €. ■ Glossario Fairway: l’area verde della buca compresa dal tee, la piazzola di partenza, al green (l’area di arrivo, dove si trova la buca segnalata dalla bandiera) Green fee: il ticket giornaliero che concede l’ingresso al campo pratica o al percorso Driving range: il campo pratica riservato all’allenamento Putting green: area riservata alla pratica del gioco sul green Pitching green: area riservata alla pratica del gioco corto Bunker: ostacolo di sabbia, a protezione del green Par: numero ideale di colpi per portare a termine una buca o il percorso. ULTIMA G razie alla convenzione stipulata dall’Automobile Club Torino, i soci ACI potranno usufruire di uno sconto del 10% su tutti gli acquisti effettuati presso i punti vendita GRIFFES DIFFUSION REVEDI: sarà sufficiente presentare la tessera associativa in corso di validità, unitamente alla tessera sconto REVEDI, disponibile presso tutte le delegazioni dell’A.C. Torino e consegnata ai soci all’atto della sottoscrizione o del rinnovo della propria tessera. La catena di punti vendita GRIFFES DIFFUSION REVEDI (già del gruppo GFT e passata dal 1° febbraio 2002 alla società emiliana “Mariella Burani Fashion Group” Spa, azienda che produce e distribuisce a livello mondiale un’ampia gamma di prodotti di abbigliamento e pelletteria di lusso con i marchi Mila Schön, Mariella Burani Collezioni, Amuleti, Notizie, Gai Mattiolo, Braccialini e Baldinini) pro- “la tessera sconto può essere ritirata presso la Sua Delegazione Aci TORINO corso Emilia, 8 - tel. 011.2485913 SETTIMO T.SE (TO) via Italia, 69 - tel. 011.8002296 CHIERI (TO) via Buschetti, 4 - tel. 011.9472075 SAN DAMIANO (AT) via Conte Nuvoli, 2/a - tel. 0141.975903 RACCONIGI (CN) corso Principi di Piemonte, 65 - tel. 0172.813187 ARLUNO (MI) via Guido Rossa, 1 - tel. 02.9022017 Il car sharing ovvero la mobilità intelligente CREMONA via Dante, 108 - tel. 0372.33221 SASSUOLO (MO) via Regina Pacis, 92-100, tel. 0536.808413 GUASTALLA (RE) via Marzabotto, 15/17/19 - tel. 0522.835136 BOLOGNA via Ducati, 5 - tel. 051.6415873 SANREMO (IM) l.go Nuvoloni, 5 - tel. 0184.500209 REGGIO EMILIA via F.lli Cervi, 312 - tel. 0522.934114 Convenzione Revedi pone nei suoi 18 punti vendita del Centro-Nord Italia (il più comodo è a Torino in corso Emilia 8, ma troverete tutti gli indirizzi sulla tessera sconto di cui sopra) una molteplicità di prodotti destinati ad un vasto ed esigente pubblico: dal classico abito da uomo al pantalone sportivo, dal- l’abito da sera per le signore alla maglieria di tendenza, dalle scarpe agli accessori più attuali. Il marchio Revedi, conosciuto attraverso i suoi factory outlet, soprattutto in Piemonte, per la qualità e la convenienza disponibili direttamente alla produzione, si è rinnovato con 11 nuove proposte moda e nuovi marchi, fornendo alla clientela una immagine ed un servizio di assoluto livello che non fa rimpiangere i prestigiosi negozi del centro città. Richiedete presso la Vostra delegazione la tessera sconto GRIFFES DIFFUSION REVEDI e… buoni acquisti!!! ■ D alla collaborazione del Comune di Torino e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con partner locali, pubblici e privati, è nata a Torino “Car City Club”, un’iniziativa volta a fornire ai cittadini un servizio di mobilità urbana integrativo del trasporto pubblico e privato. Si tratta del car sharing, una soluzione che permette di avere un’auto a disposizione 24 ore su 24, sempre in piena efficienza e nel rispetto della normativa anti-inquinamento, senza doversene occupare: nessun investimento per l’acquisto del mezzo o per l’affitto del garage, né tasse o spese di manutenzione. Per usufruire del servizio occorre abbonarsi presso gli uffici di corso Cairoli 32 a Torino (tel 01157641; www.carcityclub.it): si riceverà una card, personale e non cedibile, dotata di microchip, con la CONVENZIONE quale ci si potrà recare nei punti Car City Club più vicini e prelevare l’auto desiderata per il tempo necessario. Tramite addebito mensile in conto corrente, previa invio della fattura, si pagheranno solo le ore ed i chilometri di effettivo utilizzo. Un call center è a disposizione degli utenti, 24 ore su 24, per consentire loro di prenotare il mezzo ed evitare così di trovarlo già impegnato da altri utenti. Le auto in car sharing (attualmente, nelle apposite aree di parcheggio sono disponibili i modelli Punto, Stilo e Multipla, in futuro si aggiungeranno nuovi modelli e veicoli commerciali) parcheggiano gratuitamente nelle zone blu, hanno libero accesso alla ZTL (in ogni orario), possono percorrere le corsie riservate ai mezzi pubblici. E inoltre, la card dà acceso al servizio in tutte le città italiane che aderiscono all’iniziativa ICS. Per i soci ACI, l’Automobile Club Torino ha ottenuto condizioni di favore. Infatti, presentando la propria tessera associativa in regolare corso di validità il socio godrà di: – sconto del 10% sul canone di abbonamento annuale; – tariffe orarie scontate del 10% nella fascia che va dalle ore 8.00 alle ore 21.00; – tariffe chilometriche scontate del 10% nella fascia sino a km 180. Con il car sharing, l’auto costa solo quando la si usa. E in più si contribuisce a ridurre l’inquinamento, a liberare posti parcheggio ed a decongestionare il traffico cittadino. Davvero una soluzione intelligente ai problemi della mobilità! ■ 12 SPORT A Pragelato e Sauze di Cesana i re del ghiaccio P er i piloti piemontesi la stagione agonistica 2003 è incominciata molto presto, almeno per gli specialisti delle corse su ghiaccio, i quali hanno avuto a disposizione due impianti nella provincia di Torino. A Pra- gelato e Sauze di Cesana sono stati infatti allestiti due circuiti ghiacciati sui quali si sono disputati rispettivamente il Trophée de la Glace e il Challenge Ice Trophy. Lo spettacolo non è mancato negli 8 appuntamenti complessivi, nei quali i più bravi sono stati, come in passato, specialisti del calibro del torinese Lorenzo Saracco, che continua a portare al successo la Lancia Delta Integrale. Ma le piste non hanno ospitato solo gare. In entrambi i casi hanno consentito agli automobilisti di prendere confidenza, in condizioni di assoluta sicurezza con il fondo ghiacciato. A Pragelato, ad esempio, Emilio Corio, esperto pilota che ha corso diverse edizioni del campionato mondiale della specialità, tiene corsi anche personalizzati di guida, costruendo un programma su misura. Chi desidera solo acquisire un po’ di esperienza per controllare al meglio un’auto sui fondi scivolosi, può farlo anche in una sola serata, con una formula che prevede tempi concentrati e interamente dedicati alla guida, quindi con pochissima teoria e costi contenuti. Le vetture utilizzate sono delle Fiat Coupé a trazione anteriore. Chi invece intende perfezionare il proprio stile di guida per gareggiare, può farlo con uno stage che prevede un maggior numero di ore da passare al volante. La scuola di pilotaggio di Emilio Corio è attiva fino al “disgelo”, in date e orari da concordare con i partecipanti. Per informazioni, telefono 011.3149464, fax 011.3149445, cell. 348.22.48.840, E-mail [email protected]. ■ 13 Validità europea per l’8° Sestriestorico L’ ottava edizione del Sestrierestorico-Trofeo Lancia, gara di regolarità per autostoriche in programma il 21 e 22 giugno prossimi, farà parte del Challenge Européen de Régularité, nuovo campionato italo-francese che si articola su 6 gare. Tre appuntamenti in Italia e 3 in Francia: oltre al Sestrierestorico, il calendario comprende la Coppa dei Castelli Pavesi (15-16 marzo 2003), il Rally Jean Behra Historique (maggio-giugno 2003), la Ruota d’Oro Storica (Cuneo, 21 settembre 2003), la Ronde de Rasteau (ottobre 2003) e il P.A.C. Historic Rally (novembre 2003). Il nuovo challenge europeo di regolarità, che sostituisce e rinnova il Criterium Alpino, prevede un montepremi interessante. Il Sestrierestorico, organizzato dalla Promauto in collaborazione con l’ufficio sportivo dell’Automobile Club Torino, è valido anche per il Challenge Lancia Club, per la Coppa Lancia Aurelia e per la Coppa Lancia Stratos. Informazioni presso Promauto 011.3272040. ■ Snowboard che festa in piazza Vittorio... D i nuovo la montagna in piazza Vittorio, come l’anno scorso. Uno spettacolo entusiasmante all’ombra della Mole. Una settimana di sport e divertimento, una gara di Coppa del Mondo con gli atleti più forti del pianeta e la possibilità per tutti di avvicinarsi allo snowboard. Concerti, spettacoli ed ospiti. La manifestazione Blix dall’8 al 15 febbraio. La piazza si trasforma. Sul lato destro dal bordo del Po: il Campo Scuola, il Village e l’Area Intrattenimenti. Sul sinistro: il Palco ed il Campo di Gara, una gigante rampa che svetta sulla splendida cornice torinese. 14 Febbraio: un San Valentino davvero speciale per tutta Torino. Sulla rampa, una tappa della Nokia Snowboard F.I.S. World Cup. La specialità è il Big Air: uno salto acrobatico mozzafiato. Fra i molti atleti partecipanti c’è anche Giacomo Kratter, che molti ricordano nei Giochi Olimpici di Salt Lake City per quel podio sfiorato in Half Pipe. Il 15, un’altra gara: il Blix Duell Cross aperto a tutti i tesserati F.I.S.I. La pista viene modificata rispetto alla gara di Coppa del mondo per permettere agli atleti di scendere in parallelo affrontando un percorso con ostacoli, salti e paraboliche, per dare sempre più spettacolo. Dopo entrambe le gare e le premiazioni, gli show serali, i concerti con ospiti e cantanti di successo. Due serate da non dimenticare. Il Campo Scuola appositamente crea- to per tutti i curiosi che vogliono provare a “surfare” nel pieno centro di una città. C’è la possibilità di affittare l’attrezzatura e di farsi aiutare dai maestri Fisi, per provare una prima volta la sensazione di avere una tavola ai piedi o per farsi dare un consiglio da esperti. L’area è aperta gratuitamente tutto il giorno fino alle 23. Di fianco c’è il Village. Entrambe le strutture aperte fin dall’8 Febbraio. Nel Village (una tensostruttura riscaldata), ci sono gli stand degli sponsor, le aree commerciali, il desk informazioni e lo spazio incontri dove è possibile assistere alla consegna dei pettorali e agli incontri con gli atleti, i cantanti e gli ospiti. Ogni spazio e ogni attività sono stati studiati appositamente per permettere a tutti di partecipare integralmente all’evento, anche grazie ai megaschermi, posizionati in tutte le zone della piazza, che trasmettono ininterrottamente per non far perdere neanche un secondo dello spettacolo. Insomma, una grande manifestazione, una piazza colma di gente, il più spettacolare giorno di snowboard immaginabile nel cuore di una metropoli moderna. Una settimana di sport, suoni, luci e balli. Una gara di Coppa del mondo che avvicina la gente alla neve e alla futura Torino Olimpica e che dà lustro alla nostra città a livello internazionale. Un evento eccezionale: bello poter dire in futuro di esserci stati... ■ 14 S SONDAGGIO ECCO COME i è concluso il concorso legato al sondaggio TORINO IN AUTO, una volta assegnati i premi, possiamo dare uno sguardo ai risul- tati. Come al solito l’attenzione dei Soci dell’Automobile Club Torino è stata altissima, numerosissime risposte che denotano un forte attaccamento alle problematiche legate alla mobilità in città e alla cura dell’ambiente e del proprio veicolo. Una prima panoramica su alcune risposte ci dà indicazioni abbastanza precise sull’orientamento e le abitudini dei Soci Aci di Torino e Provincia. Alta la percentuale delle risposte come alta è stata la percentuale di donne che hanno voluto esprimere il loro parere, infatti il 19% delle risposte proviene dalle nostre Socie automobiliste. Il mezzo preferito risulta sempre l’automobile che è posseduta dall’87% dei nostri Soci , mentre la percentuale dei motocicli è ancora al di sotto del 10%. Ma la giornata è scandita principalmente dagli impegni lavorativi, con che mezzo si recano al lavoro i nostri Soci? Anche in questo caso l’auto è il mezzo prescelto dalla maggioranza, al secondo posto ancora un po’ distanziati i mezzi pubblici. Quante persone viaggiano normalmente sullo stesso veicolo? Il 40% dei nostri Soci viaggia da solo, ma si sta diffondendo l’abitudine di non viaggiare soli. HANNO RISPOSTO Il Parcheggio è uno dei problemi che un automobilista deve affrontare oggi, come lo affrontano i nostri Soci? La maggioranza si affida alla sosta libera. I SOCI DELL’AC. TORINO Il chilometraggio medio annuale dei veicoli posseduti dai nostri Soci è vario, mostra una tendenza ad un utilizzo tra i 5000 ed i 20.000 km per il 65% degli intervistati. Una minoranza percorre più di 20.000 chilometri anno. 15 Una buona percentuale risolve il problema con parcheggi di proprietà od aziendali, ancora una minoranza sceglie i parcheggi sotterranei o pluripiano. Un plebiscito quello che ha sancito la preferenza dei nostri Soci sulla nascita e proliferazione dei parcheggi di interscambio: Come giudicano i nostri Soci il traffico cittadino oggi? LE MIE SCADENZE 8% 92% I nostri Soci hanno espresso parere positivo circa l’introduzione della patente a punti con una alta percentuale di consensi. I provvedimenti ecologici come le targhe alterne sono apprezzati? La maggioranza non ritiene efficace i provvedimenti limitativi della circolazione. 23% si no 77% Le domeniche ecologiche sono ritenute utili? Anche in questo caso la risposta dei nostri soci è negativa. Per quanto riguarda la situazione parcheggi in città l’opinione più diffusa riferisce di una situazione in peggioramento e di una situazione che non tende al miglioramento, segno di una necessità sempre maggiore di strutture e di informazione. 3% 5% 21% 23% Per aiutare nella gestione delle scadenze dei vari documenti relativi e non al veicolo, è già attivo sul sito dell’A.C. Torino (www.acitorino.it) il servizio “Le mie scadenze” che, partito da pochi giorni, sta riscontrando un buon successo. Analogamente molti soci hanno mostrato interesse alla eventuale creazione di uno spazio riservato alla compravendita dei loro mezzi. Ritenendolo affidabile proprio perché offerto dall’Automobile Club di appartenenza. 21% 5% buono 74% sufficiente affidabile media poco interessante per niente interessante in peggior. 23% Nonostante il parere contrario ci si organizza per poter muoversi durante i giorni in cui la nostra targa è “proibita”, come? insufficiente 25% in miglioram. Una parte interessante che ha stimolato L’Automobile Club Torino nella creazione di novità è stata quella relativa ai servizi scadenze, i nostri Soci hanno come molti altri necessità di ricordare le scadenze dei loro mezzi o documenti, ed in mancanza di strumenti diversi si affidano a svariate soluzioni. 1% 2% 1% personalmente 8% familiare segreteria Ma la necessità di avere una zona a misura d’uomo in centro città, una zona pedonale per poter apprezzare meglio la città di Torino è unanime, segno della responsabilità e dell’attenzione dei nostri concittadini nei confronti della città di Torino! consulenza altro 88% 16 Ringraziamo i nostri soci per l’apprezzamento e con soddisfazione possiamo annunciare l’apertura di uno spazio sul sito www.acitorino.it di un settore in cui si potranno inviare e pubblicare le inserzioni dei Soci relative alla compravendita dei loro veicoli corredando l’offerta anche con le fotografie. Nell’articolo pubblicato su questo numero di ACI NEWS troverete ogni dettaglio in merito. ■ Detroit Lusso e idee nel segno dei Suv di Piero Bianco P iù che in passato, quest’anno il mondo dell’auto attendeva da Detroit un segnale forte. Il Salone nordamericano, prima vetrina globale del 2003, ne ha lanciati parecchi ma di segno opposto. Da un lato tante idee, stand faraonici, lusso sfrenato e una voglia ostentata di novità; dall’altro la consapevolezza che le sofferenze non sono finite, che i costruttori dovranno combattere ancora contro immatricolazioni in calo, mercati difficili e incognite pesanti. Il problema tocca tutti i continenti, compresa l’America dei Big Three (General MoSopra: tors, Ford e Chrysler) padroni Lamborghini di casa all’Auto Show, ma c’è Barchetta. voglia di reagire. Un’idea azSotto: zeccata può rivelarsi la chiave Maserati del successo, anche se non tutKubang. te quelle viste nei padiglioni del Michigan sono parse davvero geniali: molti i prototipi “esagerati”, le provocazioni che non vedranno mai sviluppo industriale, accanto però ad alcuni pezzi d’autore. E qui il made in Italy ha come sempre brillato. Non a caso la più ammirata in assoluto tra le concept cars di Detroit è stata una Maserati, la Kubang Gt Wagon: un altro bel colpo piazzato dal Tridente, che proprio negli Usa un anno fa lanciò la Spyder. Pur essendo soltanto un’ipotesi (cioè una versione statica), la Kubang ha dominato la scena e riscosso consensi. Merito della griffe Maserati, ma soprattutto dello splendido stile firmato da Giorgetto Giugiaro. “La concorrenza è sempre più spietata – ha spiegato il festeggiatissimo designer torinese – e allora bisogna inventarsi formule nuove. Kubang, con motore 8 cilindri a V di 4200 cc e 390 Cv, non è un Suv tradizionale, è una granturismo spaziosa e prestazionale che consente di ospitare anche cari17 chi ingombranti senza rinunciare alle caratteristiche tradizionali della marca modenese”. Luca Montezemolo, presidente del polo Ferrari/Maserati, auspica che questa bella Gt Wagon arrivi alla produzione. Deciderà il mercato. “È un bel sogno che speriamo si trasformi in realtà come tutti i sogni esaltanti – ha ripetuto Montezemolo –. Riteniamo assolutamente innovativa la formula: una vettura diversa dai classici Suv o dai fuoristrada in commercio, sportiva e con grande accelerazione, a quattro ruote motrici ma dotata di grande abitabilità e del portellone posteriore. Volevamo una macchina che non richiedesse la scala per entrarci, che potessero guidare tutti in famiglia. Giugiaro ha realizzato un capolavoro”. L’idea Maserati è una delle numerose declinazioni del concetto di veicolo multiuso, il tema dominante della rassegna americana che ha proposto un grande sfoggio di sport utility, crossover, sport tourer, tutte varianti del medesimo moderno concetto di concepire l’automobile. Il Suv, insomma, è cresciuto, ha messo i muscoli inventandosi nuovi utilizzi. Tra le tante proposte curiose, ecco la Ford Model U, una compatta modulare concepita per far compiere all’azienda di Dearborn (che la interpreta come l’erede della mitica Model T) un balzo di cent’anni. Model U, Suv atipico, è concepita con propulsione a fuel cell, quindi per il massimo rispetto ambientale, e l’arredamento interno si presta alle più diverse soluzioni personalizzate. Il posteriore può essere completamente chiuso o tutto aperto per il trasporto di oggetti ingombranti. LA FORD MODEL U Cent’anni di Ford L’ auto Show nordamericano, che proponeva 38 debutti mondiali, ha celebrato anche anniversari importanti. I cent’anni della Buick (marca forte nell’orbita General Motors), soprattutto quello della Ford, cioè dell’azienda che ha cambiato il processo industriale nel mondo all’inizio dello scorso secolo. Bill Ford jr. era davvero commosso, nella grande serata della memoria arricchita da un filmato che ha ripercorso a ritroso un secolo di storia americana. “Nessuno – ha detto il presidente della Casa di Dearborn – potrà mai più proporre idee geniali come quelle di mio nonno”. Henry Ford, il fondatore, aveva fatto il contadino, poi l’operaio, fino a diventare imprenditore. Il classico self made man. L’intuizione geniale gli venne ispirata da un’azienda che produceva carne in scatola a Chicago. Ford appese le sue macchine a una catena che scorreva, come fossero carcasse di buoi. E nacque la prima catena di montaggio automobilistica: una vera rivoluzione, una formula che poi venne copiata dalle industrie di ogni continente. Dopo molti esperimenti, nel 1913 a Detroit la Ford cominciò così a sfornare il Model T, che motorizzò mezza America e il cui prezzo passò grazie alla nuova lavorazione da 850 a 260 dollari. La Ford di oggi ha festeggiato il centenario di fondazione esponendo una raffica di curiosità, addirittura 15 nuovi modelli, tra cui il pickup F-150, in vendita dal 2004, la Lincoln Navicross, la divertente e poliedrica compatta modulare Model U tutta riciclabile, la Freestyle Fx. ■ AUTO Guarda al futuro anche DaimlerChrysler, specie con la Dodge Kahuna, già indicata come possibile erede del Pt Cruiser. Curioso e avveniristico, è un minivan 6 posti, fiancate a pannelli effetto-legno stile retrò, interno modulare con tecnologie d’avanguardia e capacità di trasportare sul tetto oggetti impegnativi come due tavole da surf. Lo scorso anno fu la Pacifica a rompere con gli schemi tradizionali, ora ecco la sua evoluzione, il Dodge Magnum SRT-8, emblema di nuovo sport tourer, multiuso poliedrico e spazioso in un guscio elegante, con prestazioni ambiziose e (dettaglio importante) tecnologia tutta Mercedes. Arriverà nel 2004. Sempre da Dodge, il prototipo Avenger (incrocio tra un muscoloso Suv e un coupé prestazionale) e l’imponente concept Durango Hemi. Identica formula di Suv “evoluto” adotta il bel prototipo Gm Chevrolet Equinox, che dal 2006 sperimenterà un sistema ibrido fuel cells (già dedicato all’HiWire). Gli “eco-boomers” americani, si prevede, privilegeranno i motori puliti, pur non rinunciando al piacere delle forme e le case non possono farsi cogliere impreparate. Emblemi di Suv “muscolosi”, sulla scia della Porsche Cayenne e del Touareg Volkswagen, sono anche due interessanti proposte europee: la xActivity Bmw (trazione integrale, motore 6 cilindri in linea da 231 Cv; 4,55 m di lunghezza, grandi spazi abitabili: ci stanno 2 mountain bike) e la Pikes Peak Quattro Audi disegnata dallo stilista italiano Walter de’ Silva (trazione integrale permanente, motore V8 da 500 Cv). Coreani e giapponesi brillano con l’OLV (Outdoor Lifestyle Vehicle) Hyundai il cui posteriore si trasforma addirittura in Maserati Kubang. Audi Pikes Peak. Mercedes Classe E “Estate”. Rolls Phantom. Bmw Activity. Dodge Kahuna LE NOVITÀ DI DETROIT letto; con il Lexus (marchio di lusso della Toyota, che presenta la Senna) RX 330, ricco e ambizioso. Con il concept Slice della Kia o ancora con lo Studio E della Honda. Curiosa davvero la formula del Ford Freestyle FX: pare una classica station wagon sette posti, invece basta premere un pulsante elettrico e diventa un pick up perché il posteriore della carrozzeria rientra, liberando il piano di carico. Ma Detroit ha celebrato un altro debutto importante, quello della nuova Rolls Royce Phantom. Non si tratta in questo caso soltanto di un modello inedito: la più famosa casa del mondo, che ha motorizzato re, regine e Paperoni di ogni continente, ha infatti cambiato padrone. Dalla Volkswagen (che detiene ancora il marchio della gemella Bentley) è passata alla Bmw, nell’ambito di una sfida del lusso tutta tedesca. I nuovi padroni hanno costruito uno stabilimento modello a Goodwood, nel Sussex, e la Phantom rappresenta il primo gioiello della nuova era. Tutto in linea con la tradizione (anche se il motore non è più inglese, bensì un potente V12 Bmw di 7 litri e 338 kW per una velocità autolimitata a 240 l’ora): grande cura degli interni con pelli, legni e velluti, ombrelli inseriti nelle porte posteriori, perfino la famosa statuetta sul radiatore (Spirit of Ecstasy) retrattile per evitare che venga trafugata nei parcheggi. La rivale diretta di questa Rolls (costo 320 mila euro più tasse) è sicuramente la Maybach, già vista in Europa ma portata al debutto americano dalla DaymlerChrysler. Per non essere da meno, la Cadillac ha esposto un prototipo “assurdo” e per certi aspetti inebriante, la Sixteen a quattro Kia Slice. Lamborghini Barchetta. Cadillac Sixteen. 20 ruote sterzanti: basta dire che nel cofano battono mille cavalli e che la velocità massima sviluppata dal motore 16 cilindri da 13,6 litri, se non fosse autolimitata, supererebbe i 300 l’ora. Detroit ha segnato inoltre l’esordio mondiale della Mercedes Classe E Estate, elegante station wagon che abbina le varie tecnologie e le molte motorizzazioni della Classe E berlina già in commercio a soluzioni molto pratiche, come il vano di carico estraibile per facilitare l’alloggiamento di oggetti ingombranti. Anteprima a Detroit inoltre per la SL 600 con motore V12 da 500 Cv, che consente al potentissimo roadster Mercedes (con doppio turbo) di accelerare da 0 a 100 km in 4,7 secondi e di toccare i 250 l’ora (autolimitati). Sul fronte della sicurezza, spazio alla Classe S con sistema anticollisione Pre-Safe, che predispone elettronicamente i vari sistemi al massimo grado di protezione degli occupanti prima dell’eventuale impatto; sul piano ecologico, interessante l’esperimento di 60 Classe A “Fuel Cell” destinate ora anche ai clienti americani per testare i benefici dell’idrogeno e delle zero-emission (obiettivo ancora molto lontano). Nel campo delle ultrasportive, una novità Lamborghini (oggi di proprietà Volkswagen). L’azienda di Sant’Agata Bolognese ha presentato un concept derivato dalla Murcielago, interpretata per l’occasione in versione “barchetta”. Un modello che potrebbe essere prodotto fra due anni. L’obiettivo per il 2003 è salire a mille vetture, con l’arrivo della nuova Gallardo (motore 10 cilindri da 500 Cv, carrozzeria in alluminio, cambio a 6 marce o sequenziale): debutterà a Ginevra e verrà costruita in 600 esemplari da maggio. ■ AUTO-PROTOTIPI L’idrogeno si avvicina U n anno fa ci chiedevamo a che punto era arrivata l’industria automobilistica nello sviluppo di automobili funzionanti ad idrogeno, la sola tecnologia che permette di non avere gas di scarico: parliamo naturalmente del sistema basato sulle celle a combustibile, cioè quelle apparecchiature che producono corrente elettrica grazie alla reazione dell’idrogeno con l’ossigeno dell’aria ed emettono solo vapor d’acqua. L’alternativa di usare idrogeno al posto della benzina neldi le auto normali non ha alcun Gianni senso pratico. Rogliatti Le più recenti notizie in materia sono che grandi costrut- tori con in prima fila la General Motors stanno ottenendo lusinghieri risultati con prototipi a trazione elettrica azionati appunto dalle celle a combustibile o fuel cell. I risultati in campo tecnico ed economico sono incoraggianti. Dal punto di vista tecnico si può dire che la parte elettrica di trazione sia ormai pronta, essendo stata già collaudata sulle auto elettriche a batteria. La sperimentazione più avanzata riguarda gli impianti di conservazione a bor- 21 do dei veicoli dell’idrogeno e si sperimentano i due sistemi, ad alta pressione (fino a 700 bar) oppure a bassa temperatura (–253 °C ) ed il perfezionamento delle celle a combustibile. Queste ultime subiscono una evoluzione continua che ne ha già ridotto il peso e le dimensioni per unità di potenza fornita; ma il costo resta per ora ancora un fattore frenante perché, pur essendo stato ridotto drasticamente, secondo i tecnici della GM una automobile con le fuel cell costa dieci volte di più di una normale. Il grande impegno posto nel portare avanti la sperimentazione significa che almeno esistono le premesse per arrivare a costi competitivi entro la fine del decennio. Qualcuno spera anche prima. Intanto sono state messe a punto alcune vetture di serie equipaggiate col nuovo sistema motopropulsore consistente nella fuel cell, nel convertitore di corrente per azionare il motore elettrico e nel motore stesso che non necessita di cambio di velocità. Tutto il gruppo trova posto nel vano motore normale mentre il serbatoio criogenico o le bombo- le sono collocati sotto al sedile posteriore insieme con altri accessori. In tal modo lo spazio interno della vettura non viene sacrificato, mentre è ancora piuttosto elevato il suo peso che si può calcolare di circa 200-300 kg superiore a quello del modello a benzina equivalente. Nel frattempo l’industria petrolifera si dovrà attrezzare per produrre e distribuire l’idrogeno a prezzi competitivi con quello della benzina (e del gasolio) e possibilmente utilizzando energie rinnovabili prima dell’esaurimento del petrolio. Sono in questo modo si arriverà ad eliminare l’inquinamento e le targhe pari e dispari. ■ 22 Motorlandia Arriva la pista di Formula 1 Enzo Ghigo. di Luciano Borghesan I n un dossier di quasi mille pagine, oggi, c’è la nuova pista di Formula Uno. È sul tavolo del presidente della Regione, Enzo Ghigo, interessato dall’ex pilota e collega di Forza Italia, Beppe Pozzo, 43 anni, consigliere regionale che siede nell’ufficio di presidenza di Palazzo Lascaris. Dopo tanta attesa “Motorlandia” sta per entrare in pole position: per realizzare l’operazione è stata coinvolta anche l’Automobile Club Italia. La Regione ha incaricato la Finpiemonte di elaborare il piano finanziario per verificare la fattibilità dell’impianto nella provincia torinese; per il presidente Ghigo se fosse realizzabile il progetto sarebbe “la chiusura del cerchio: la naturale propensione del territorio al mondo dell’auto”. Pozzo è ottimista: l’autodromo dal 2005 – in tempo per le attesissime Olimpiadi – sarà a trenta chilometri da Torino, raggiungibile in venti minuti di autostrada: lungo 3500 metri, circondato da contenitori per una galleria commerciale ed un expò da 6 mila metri destinata al design e ai prototipi di modelli automobilistici, con tre ristoranti, un motel ed una ludoteca. Di fronte al rettilineo del circuito una tribuna da cinquemila posti, dietro spazi dedicati a lezioni e prove di guida sicura, agli appassionati di go kart e del radiomodellismo. La struttura avrà tre vocazioni: attività sportive nel fine settimana, industriali dal lunedì al venerdì e ludico tutti i giorni. “Motorlandia”, la terra dei motori, occuperà oltre due milioni di metri quadrati tra Montalenghe e San Giorgio Canavese, il “sogno” ha messo radici lì a trenta metri dal casello dell’Aosta-Torino, dove ora ci sono campi, galoppatoio e i resti di uno zoo. Costerà 67 milioni di euro veder crescere il progetto elaborato da una società di privati, il cui principale perno è TRA MONTALENGHE E SAN GIORGIO CANAVESE Leandro Burgai, il biellese che ha impiantato Telecittà, gli studi di San Giorgio dove si sfornano fiction note come Centovetrine. Tra i suoi partner nomi collaudati: Tony Fassina, ex campione di rally, l’uomo che gestisce la più grande concessionaria Fiat con un fatturato di 500 miliardi di vecchie lire l’anno; la Prototipo Spa, dell’ex direttore generale Ferrari, Giovanni Razelli, proprietaria dell’autodromo di Nardò. “La Regione – spiega Pozzo – potrà partecipare alla relizzazione di questa eccezionale impresa con la Finpiemonte. Quella zona rientra nelle aree da rilanciare per cui l’Unione Europea può stanziare contributi a fondo perduto. Ci sono imprenditori seri, c’è l’Aci”. Vero? Il presidente dell’Automobile Club Torino, Pier Giorgio Re, in un saluto di fine anno alla stampa aveva anticipato il consenso per quest’operazione che vedeva la simpatia della Regione: “La presenza della massima istituzione pubblica piemontese è decisiva”. Oggi la conferma: “Se c’è la Regione, c’è l’Aci”, che nella partecipazione della società che realizzerà l’opera sarà una presenza simbolica, ma su quella di gestione delle gare è pressoché d’obbligo, come avviene per l’organizzazione del Gran Premio di Monza, ad esempio. Più si approfondisce il programma e più si scoprono ambiziosi traguardi: l’auto, il design, la formula uno, una sinergia industria-commercio-sport che potrà contare su uno strumento di diffusione proprio con la tv satellitare. “Burgai è già attrezzato con la vicina Telecittà, ha mezzi, tecnici, studi”. Un business, il super investi- mento dovrebbe dare utili a partire dal 2014, dando lavoro per cinquecento posti. “La pista – spiega Pozzo – potrebbe essere utilizzata per le prove di Formula Uno, inizialmente”. Anche in soccorso a eventuali problematiche riguardanti gli impianti di Monza e Imola. La zona prescelta è giudicata adatta, facilmente raggiungibile: parola degli ingegneri Barzani, che hanno progettato la pista dell’Alfa Romeo e Sala responsabile di Vallelunga. Per l’ambiente intorno possono esserci inconvenienti? “Sono stato recentemente in Giappone, sugli impianti della Honda, il rumore non è più un ostacolo, ci sono siepi fonoassorbenti che consentono di poter parlare sottovoce a pochi metri dal circuito”. Il copione potrà essere arricchito. Pozzo si lascia andare a ipotizzare una piccola città dell’auto a poche accelerate dalla capitale: “Perché non esporre i prototipi dei famosi designer torinesi? Molti sono relegati in magazzini. Perché non allestire una sezione del Museo dell’Auto? C’è da fantasticare”. Nel palinsesto di Motorlandia le speranze diventano numeri, si pensa di attirare almeno un milione di visitatori: e chi ha firmato la previsione è la Costa Edutainment spa, la società che gestisce l’acquario di Genova, una struttura capace di richiamare oltre un milione e mezzo di persone. Il presidente della Regione, Ghigo, guarda le immagini del progetto convinto che si possa realizzare. Dal 30 luglio scorso ha quel fotomontaggio sulla scrivania del suo ufficio: “E la presenza dell’Aci ci è di conforto”. ■ 24 TORINO COME CAMBIA Centro della cultura al Ponte Mosca di Irene Cabiati U n villaggio della cultura, non freddo contenitore di libri e opere d’arte o di spettacoli a orario fisso, ma un condominio abitato e vissuto giorno per giorno da chi inventa, costruisce e offre cultura e da chi in- vece ne vuole godere, potendone diventare a sua volta protagonista. È il sogno che Luisella D’Alessandro della Fondazione Italiana per la Fotografia è riuscita a realizzare aggregando intorno a sé l’entusiamo dell’amministrazione pubblica (in particolare di Mercedes Bresso, presidente della Provincia) e di altre persone che rappresentano 106 associazioni torinesi attive nei settori delle arti visive, teatro, cinema, musica, studi storici e sociali, didattica, conservazione del patrimonio culturale. Il tempo che fa esaurire il sogno è il fatidico 2006, quando Torino sarà una città spumeggiante dopo tutti questi anni di tensioni, di lavori in corso e di perplessità. Sulla fitta mappa delle novità ci sarà anche il Centro Ponte Mosca nell’area dell’ex Istituto Aldo Moro, nella zona compresa tra Lungo Dora Firenze, Via Aosta, Via Brescia e Corso Giulio Cesare, di fronte al ponte costruito dall’architetto Carlo Bernardo Mosca. Si è da poco concluso l’esame del progetto di finanzia25 mento e si è fatto avanti un promotore (Garboli e Co.ni.cos di Roma e Mondovì) che si impegna a costruire il complesso con il 51 per cento dei fondi necessari ottenenedo in cambio la gestione trentennale. Se la sua proposta sarà soddisfacente, si aprirà una gara d’appalto per sondare se ci saranno proposte più soddisfacenti. La spesa restante sarà sostentuta da Re- IL PONTE gione (20 miliardi di lire), Provincia (10 miliardi) e Comune (10 miliardi). I lavori dovrebbero incominciare nel 2004. L’edificio occuperà un’area di 17 mila e 500 metri quadri con parcheggio sotterraneo (530 posti) e un giardino attrezzato di 8 mila metri quadri. Sessanta associazioni abiteranno il grande condominio e avranno in comune alcuni spazi come la sala mostre, una sala polifunzionale (utilizzabile per teatro, musica, cinema e conferenze), la Biblioteca Storica della Provincia, la Biblioteca del Forum, spazi per la produzione culturale di spettacoli, aule per la didattica, sale prova, magazzini. Il giardino e il belvedere (400 mq) potranno diventare anche luoghi di lettura e spettacolo. Il villaggio potrà ricevere e accogliere ospiti nella foresteria (100 posti letto) intorno alla quale sorgerano anche ristoranti, caffè e servizi commerciali. Negli intenti di chi l’ha voluto, non chiuderà mai le porte e offrirà eventi a getto continuo in tutti i giorni dell’anno, eventi che potranno essere proposti anche da operatori culturali esterni. L’idea è brillante e non soltanto perché darà a tutto il quartiere una nuova luce, ma perché parte con i presupposti di un’azienda che vuole crescere senza dipendere dai finanziamenti pubblici. “Il terreno – dice Luisella d’Alessandro – è stato offerto dalla Provincia e gli enti pubblici contribuiranno a sostenere la costruzione della struttura, ma dopo dovremo essere noi a darci da fare con il nostro lavoro e la nostra intelligenza. Ciascuno dovrà sopportare il peso finanziario di ciò che ha in mente. Questo ci pare un presuppo26 MOSCA sto fondamentale per dare vitalità al nostro villaggio”. “Non sarà il rifugio dei diseredati – continua la d’Alessandro –. Saranno ammesse associazioni ed enti che hanno competenza e capacità manageriale in grado anche di autofinanziarsi. Enti e fondazioni più ricchi interverranno in maniera più consistente. Il progetto contribuirà in maniera consistente a valorizzare tutto il quartiere come punto di richiamo per chi frequenta la cultura, ma anche come luogo di riferimento per chi ci abita: il nostro giardino sarà aperto al pubblico come invito ad entrare nel Centro per assistere allo spettacolo infinito che ci proponiamo di offrire”. “Non sarà l’ennesima cattedrale nel deserto” assicura Luisella che, nel 1999, insieme con altri convinti sostenitori (fanno parte del comitato Folk club, Assemblea teatro, Associazione Sotto la mole, Rive gauche, Immagine e fumetto e Zenit), aveva sottoposto il progetto alla presidente della Provincia Mercedes Bresso. “Chiedevamo un vecchio edificio da ristrutturare. Con nostra grande soddisfazione ci è stato offerto il terreno di Ponte Mosca che appartiene alla Provincia”. Di qui è partita, più consistente, l’idea della cittadella, un progetto, innovativo perché il Centro si dovrà sostenere con le proprie forze economiche. Ovvero, gli enti pubblici contribuiscono alla realizzazione dell’edificio (Regione 10 milioni di euro circa, Provincia e Comune 5 milioni) a cui parteciperanno anche aziende private per un investimento totale di circa 40 milioni di euro. Dopo l’approvazione del Project financing (entro ottobre) partirà la gara d’appalto per la costru- zione dell’edificio il cui studio preliminare è stato affidato alla Mares (Movimento architettura ecosostenibile) con i suggerimenti del Forum. Dopo l’inaugurazione, una parte delle associazioni trasferirà la propria sede in lungo Do27 ra (fra queste la Fondazione per la Fotografia) intanto si attiveranno iniziative e manifestazioni culturali contando sulla possibilità di risparmiare sui costi, lavorando in sinergia e offrendo i locali in affitto ad altre associazioni. ■ PIEMONTE DA SCOPRIRE Tra osterie, cave e certose nella provincia Granda I Il caffè Roma a Barge. l Monte Bracco, singolare microregione alpestre e contadina, una delle piccole meraviglie piemontesi, è iscritto grosso modo in un triangolo, con un cateto che guarda la valle Po, l’altro la piccola valle Infernotto e l’ipotenusa volta a oriente sulla pianura. Sei i comuni che gli stanno ai piedi: Barge, Envie, Revello, Rifreddo, Sanfront e Paesana. Tutti in provincia di Cuneo. Un microcosmo appartato, come immagine mondana, lontano dai barabba del turismo mangione e rumoroso, ma celebrato e amato da quanti lo abitano, sopra e sotto. Di recente però è stato inserito nei circuiti turistici regionali, ed è stata anche stampata una bella cartina con le strade, i sentieri, cappelle, cascine, incisioni ruFoto pestri. Il tutto battezzato: “La e testi montagna di Leonardo”, sfrutdi tando una piccola annotazione di Leonardo da Vinci (il manoRenato si trova nell’Archive Scagliola scritto National di Parigi), che nel 1511 scrisse a proposito delle pietre che si cavano ancora nella zona: “Monbracho, sopra Saluzzo, sopra la certosa, un miglio a piè di Monviso, a una miniera di pietra faldata, la quale e biancha come marmo di car- rara, senza machule, che è della dureza del porfido, delle quali il mio maestro Benedetto scultore a impromesso donarmene una tabuletta per li colori…”. Nel bel pieghevole edito con vari contributi pubblici, e distribuito in tutti i comuni della zona, si legge: “…Una balconata di fronte al Monviso e al Po, da cui affacciarsi entrando in un grande laboratorio geologico, botanico e faunistico, un infinito, vertiginoso libro dove leggere le testimonianze affascinanti della preistoria: le incisioni rupestri, lontani segni di un passato ormai al confine della fantasia. Ma sul Monte Bracco si percepiscono altri segni: quelli del lavoro di tante genti che hanno trasformato la montagna, lavorandone la pietra con infinite fatiche nelle antiche cave, l’incanto e il rigore dell’architettura contadina, il fascino delle misteriose barme, la complessità del reticolo dei percorsi rurali che si snoda sulla montagna, e le diversità del 28 paesaggio costruito dall’uomo, inserito in un ambiente austero e di affascinante bellezza con un’armonia creativa cui è necessario riflettere…” Su un’ampia sella del monte, tra boschi castagni e vaste macchie di felci, a 900 metri di quota, giusto sullo spartiacque, c’è la Certosa, la Trappa, proprio quella citata da Leonardo. I frati se ne sono andati nell’800, e il convento già esistente nel XIII secolo come romitorio, ben conservato nelle sue strutture medioevali, completamente in pietra e con tetti di lose, è stato frazionato in tanti piccoli appartamenti e casette di villeggiatura, rimanendo un luogo fascinoso, con la chiesa, dove ancora officia, ogni tanto il parroco di Barge, i resti del chiostro, un piccolo intrico di porticati e passaggi coperti, l’ingresso ad arco, silenzi. Al posto della vechia scuola c’è l’Osteria del Convento, che promette polente, funghi e cacciagione tutto l’anno. Gli anziani raccontano che fino a pri- TRA BARGE, REVELLO, ma della guerra c’erano sessanta bambini che frequentavano le elementari, e dozzine di famiglie che vivevano della scarsa agricoltura montana, e si andava a fare la spesa a Barge a piedi. Nelle belle giornate – siamo su un invidiabile belvedere – si vede proprio di fronte la piramide del Monviso, e uno racconta che con gli amici si facevano segnalazioni con uno specchietto – al mattino col sole di fronte – dal rifugio Quintino Sella ai piedi del Viso, che sta diritto davanti al naso verso ovest. L’unica carrozzabile per salire parte da Barge, con otto chilometri circa di buona strada asfaltata in mezzo ai boschi. Altre carrarecce poco praticabili vanno un po’ dappertutto e una fino alla cima più alta, 1300 metri, segnata da una grande croce. Per iniziativa di alcuni volontari sono stati ripuliti e segnalati sentieri in quota che circumnavigano tutto il monte, con un anello di 22 chilometri, percorribile a piedi, in mountain bike, a cavallo, mentre sono note e frequentate da anni alcune palestre di roccia con tiri attrezzati, nei territori dei comuni di Envie e Sanfront. In quest’ultimo, tra l’altro, c’è un magnifico esempio di barma o balma – vocabolo di probabile origine celtica che significa riparo sotto roccia – ed è la famosa Balma Boves, sito di almeno duecento anni e tutt’ora usato – minuscolo insieme di abitazioni e stalle costruiti sotto tetti naturali, e quindi sistema economico e intelligente di sfruttamento dell’ambiente. La montagna degrada a ovest verso le valli Po e Infernotto, mentre strapiomba vertiginosa, boscaglie impraticabili, forre, dirupi verticali, verso la Tre immagini di Barge. RIFREDDO, ENVIE, SANFRONT E PAESANA pianura e il comune di Envie. Qui tra l’altro, su un ampio territorio collinare, una specie di panoramico terrazzamento declinante che comincia dove finiscono le falesie, dopo i castagni, è tutto un frutteto, dove si coltiva la speciale Mela grigia di Torriana (che è una frazione di Barge), pesche e soprattutto kiwi, che dicono crescono meglio che altrove, perché d’inverno non gela mai, anche se la pianura scende a temperature siberiane. Un tempo circolava addirittura la leggenda che il Monte Bracco era di origine vulcanica, e per questo era più caldo del territorio circostante. Ma era una storia un po’ come quelle delle masche. Tutta la zona è piuttosto ben conservata, come paesaggio e antropizzazione, con belle case di pietra, stalle, piloni votivi e tutta perfettamente coltivata a frutteti, vigne comprese, tanto che i bei terreni agricoli, valgono piccole fortune. Qui tra l’altro opera da una ventina d’anni il “Gruppo di Ricerca Mare tera”, che ha anche allestito un piccolo museo etnografico in una vecchia grangia, denominato La Brunetta, raccogliendo utensili e attrezzi, oggetti, abiti, monili, legati alla vita contadina; non solo, ma lavorando sul recupero di cultura orale, dai canti alle conte, alle testimonianze di cavatori e boscaioli, realizzando alcuni quaderni di cultura popolare e musicassette di canti tradizionali. Una curiosità di Barge sono le risaie – poche, rispetto alle immense superfici vercellesi e novaresi – ripristinate in regione Crocera, riprendendo una tradizione che risale al XV secolo. Dicono che il riso di qui sia particolarmente pregiato per la purezza dell’acqua in cui nasce e cresce, e che scende copiosa appunto dal Monte Bracco. Il paese – settemila abitanti – è molto gradevole, con un centro storico di portici bassi e botteghe; visto dall’alto è una distesa di tetti di lose e comignoli di mattoni, di rara bellezza architettonica, dominato dalla mole della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, un solido esempio di barocco piemontese, disegnata da Francesco Gallo, regio architetto militare dei Savoia. Il Gallo, fu tra l’altro, autore della straordinaria cupola ellittica del santuario di Vicoforte, che dicono la più grande al mondo in muratura. Tra le navate, oltre ad un monumentale organo di tremila canne, firmato dai maestri Collino di Pinerolo, c’è un busto di Carlo Alberto, che in quanto del ramo Savoia-Carignano, fu anche conte di Barge, e volle mantenere, modestamente, solo quel titolo, anche durante l’esilio in Portogallo. Il paese da secoli si regge, come il vicino Bagnolo, sull’estrazione e lavorazione della pietra, e da qualche anno i vecchi cavatori e scalpellini locali sono stati quasi tutti sostituiti da lavoratori cinesi, quasi trecento, che hanno costituito una solida, silenziosa comunità, aprendo anche un ristorante proprio. L’attività estrattiva – come scrive Giorgio Di Francesco – diventò un’importante industria nel 1930, quando l’industriale zurighese Richard Hess, fondò la società anonima La Quarzite, che dava lavoro, solo nelle cave, a 350 operai, senza contare gli altri addetti in paese. Oggi sono ancora due le aziende che lavorano su giacimenti di proprietà comunale: la L’osteria del convento. Il Monte Bracco. La Certosa della Trappa. PIEMONTE DA SCOPRIRE Quarzite di Ferrario e le Cave Gontero. Da un censimento del 1897, sappiamo invece che erano ben 31 i piccoli artigiani operanti in paese, saliti a 82 nel 1905. Quasi tutto il materiale era lavorato in quota, ed era trasportato a valle su slitte di legno – le lese usate da sempre in montagna per portare a valle fieno, legname, cariche vari – poi trasferito su carri e inviato ai committenti soprattutto a Torino, dove arrivava su chiatte che navigavano il Po da Villafranca Piemonte fino alla capitale sabauda. Non solo, ma il commercio era talmente florido e redditizio, che nacquero due tronchi ferroviari, il BargeBricherasio, aperto nel 1885 e chiuso nel 1966, e la tranvia Barge-Revello, aperta nel 1915 e chiusa nel 1935. Dalle cave del Monbracco, si estraggono gneis e quarzite (il primo termine deriva dal tedesco arcaico che significa grezzo, ruvido), mentre la seconda qualità indica una pietra chiara, detta Bargiolina, che può avere tonalità diverse: oliva, giallo, grigio. E che fu ed è utilizzata soprattutto per pavimenti, che divennero una peculiarità delle pavimentazioni del barocco piemontese, usati per chiese e palazzi, accostando il grigio e il giallino, come si vede ancora dappertutto. Il gneis invece, genericamente indicato come pietra di Luserna, fu usato in lastre per coprire tetti, lastricare strade, e in monoliti per stipiti, soglie, colonne, ma anche fontane, abbeveratoi per animali, manufatti diversi, che oggi sono diventati oggetti d’antiquariato, con prezzi da capogiro. I selvatici del Monte Bracco. Ce n’è ancora abbastanza nonostante tutto. Tra i mammifeIl Castello di Envie. La Balma Boves a Sanfront. ri sono arrivati negli ultimi anni cinghiali e caprioli. C’è qualche lepre, e minilepri, una specie reintrodotta dai cacciatori e che si riproduce in maniera esponenziale. Dei roditori – le ricerche sono di Costanzo Lorenzati e Mario Chiabrando – sono presenti i soliti scoiattoli (pochi), il ghiro, il moscardino, il topo campagnolo, predati da mustelidi come donnole e faine, e dalla volpe. Ci sono anche tassi, dalle elusive abitudini notturne, mentre la lontra è definitivamente estinta. Tra gli insettivori il riccio, la talpa e il toporagno, mentre per fortuna sopravvivono piccole colonie di pipistrelli nei ripari sotto roccia più profondi. Sugli strapiombi nidificano poi poiane, gheppi, sparvieri, l’astore, e perfino alcune coppie del raro falco pellegrino. È stato anche segnalato qualche esemplare di biancone, detto anche Aquila dei serpenti per via delle prede preferite. Di notte infine si sentono i richiami della civetta e dell’allocco. Insomma un discreto serraglio domestico. ■ Ancora Barge. TORINO COME 1937: la Lancia Artena-Eiar in piazza Castello. Quando inventammo la radio I l 6 ottobre 1924 andava in onda la prima trasmissione radiofonica per l’Italia. A fare da madrina fu Maria Luisa Boncompagni, la prima “signorina buonasera” della radio che alle ore 21 da Palazzo Corradi in Roma, dove era stato improvvisato una specie di studio con drappeggi in stoffa alle pareti, diede lo storico annuncio attraverso un microfono “elettrodinamico” con queste parole: “URI, Unione Radiofonica Italiana, stazione di Roma: concerto sinfonico inaugurale”. C’è da dire che gli ascoltatori della sera furono pochissimi perché di pochissime erano le radioriceventi: la maggior parte degli Edoardo neppure si accorse di Massucci italiani quanto era avvenuto. A possedere un apparecchio radio (quasi sempre a galena cioè con l’ascolto in cuffia) erano a quel tempo pochi amatori dilettanti che in genere se li costruivano con le loro mani. Da quel momento inizia la storia della radio italiana che al principio si chiamava URI (Unione Radiofonica Italiana), nel 1928 divenne EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e infine RAI nel 1944. Dopo Roma vennero inaugurate nuove stazioni: nel 1925 toccò a Milano, poi seguirono Napoli, Bolzano, Genova e nel 1929 Torino, che divenne il centro più importante negli anni Trenta. I primi anni della radio furono a dir poco avventurosi e i pionieri si trovarono di fronte a difficoltà inimmaginabili. Era un mondo tutto da scoprire e la “scatola parlante” ogni giorno riservava nuove sorprese. Ma bastarono pochi anni agli ardimentosi uomini della URI per organizzarsi e dar vita ad innumerevoli iniziative che contribuivano giorno per giorno a migliorare i programmi e a ren32 derli sempre più graditi agli ascoltatori. Si partì con qualche notiziario, delle conferenze, qualche concerto per passare a trasmissioni di prosa, varietà, musica leggera, rubriche per bambini, opere liriche, collegamenti esterni, interviste, radiocronache. Già: collegamenti esterni, interviste, radiocronache.Una nuova frontiera. Per dare immediatezza all’informazione e garantire fedeltà agli avvenimenti non bastava più trasmettere dagli studi, ma occorreva muoversi e andare incontro ai fatti. Se ne resero conto presto i dirigenti e gli operatori dell’EIAR che non tardarono a mettere l’automobile al servizio della radio. Nel 1930 entravano così in servizio le prime “radiomobili”: erano due grossi furgoni Ceirano appositamente attrezzati per effettuare collegamenti esterni, realizzare cronache e interviste e all’occorrenza fare da ponte con le stazioni radio. Già di un certo livello l’attrezzatura tecnica che consisteva in due grossi altoparlanti, uno dei quali montato sul tetto e udibile a quasi un chilometro di distanza, due apparecchi per effettuare registrazioni su disco (il nastro non esisteva ancora) e una cabina interna “imbottita e schermata acusticamente” per ospitare intervistati e intervistatori. Questi due veicoli vennero impiegati per cogliere l’attualità e diffondere i più importanti avvenimenti del tempo: discorsi del duce, del re, del papa e di altre personalità, cerimonie civili e militari, commemorazioni e gare sportive. Delle due “radiomobili” Ceirano sono rimaste un paio di fotografie dell’epoca e null’altro. Nata la “Balilla” l’EIAR si dotò di un nuovo mezzo più ERAVAMO moderno e più agile per le proprie necessità: vennero scelti due camioncini “Balilla 4 marce” (1934) sul cui piano di carico era installata una apparecchiatura per registrazioni su disco: queste piccole vetture erano impiegate soprattutto per ottenere effetti sonori dal vivo che poi servivano per animare trasmissioni di prosa, rivista e varietà. Le vetturette si spostavano in ogni luogo: dalle stazioni ferroviarie alle caserme, dalle aie di campagna alle officine, dai porti ai campi d’aviazione, perfino nelle risaie dove una volta, per registrare di notte il gracidio delle rane, una Balilla restò impantanata nel fango fino al mattino. I macchinari montati su queste prime autovetture dell’EIAR erano molto pesanti e non certo pratici da manovrare: una puntina incideva sul disco un solco che, procedendo a spirale dall’interno verso l’esterno o viceversa, registrava i vari suoni; occorreva da parte del tecnico molta abilità e prontezza per cogliere l’attimo giusto e non sprecare materiale. Una rara fotografia dell’epoca mostra una Balilla al Casello autostradale di Brandizzo sulla Torino-Milano dove riprendeva i passaggi delle auto; qui fu pure fotografata una Bianchi “Freccia S9” con la quale gli inviati speciali dell’EIAR seguirono il Giro d’Italia del 1936. L’elegante vettura era bicolore con scritte “EIAR” sulle fiancate. Nel 1937 l’ente radiofonico compiva un salto di qualità presentando una coppia di speciali vetture per il servizio di registrazione in esterno. Si trattava di due splendide Lancia “Artena” carrozzate Viotti di colore azzurrino metallizzato, due “studi mobili” dotati 1940: la Fiat 1100 coloniale sulla collina torinese. delle più moderne attrezzature per produrre dischi di pronto ascolto all’acetato di cellulosa. Ciascuna vettura montava due giradischi che permettevano la registrazione continua con passaggio istantaneo da un disco all’altro. Pure installati un amplificatore microfonico a quattro ingressi, un misuratore di livello e un amplificatore di potenza; e sul tetto esisteva una postazione microfonica per il radiocronista. Le due “Artena” percorsero in lungo e in largo tutta la Penisola e una era ancora in servizio dopo la guerra. Non vi fu avvenimento a cui mancarono: una serie di rare fotografie le ritraggono alle grandi manovre, ad un concorso ippico, all’Accademia Navale di Livorno, a Redipuglia, a Cortina d’Ampezzo. Fu propria una di queste vetture “Artena” (targata 44723-TO) la prima automobile ad entrare in piazza S. Marco a Venezia. Naturalmente per effettuare la radiocronaca di un avvenimento. Se nelle principali città tutti poco per volta avevano preso confidenza con la radio, non altrettanto poteva dirsi per la gente di campagna. L’EIAR si impegnò così in una capillare opera di propaganda nei paesi e nelle borgate per avvicinare questo pubblico digiuno di radio e per farne possibilmente 33 1934: la Balilla al casello di Brandizzo. Accanto, la Bianchi Freccia poi usata nel Giro d’Italia del 1936. Due immagini della Fiat 508 C. LE PRIME AUTO DELLA RADIO 1930: la radiomobile Ceirano. 1937: l’Artena a Venezia. dei nuovi abbonati. Nacque così la “Radio Rurale”. Per questi giri di propaganda si ricorse ancora all’automobile e alcune Fiat “508 C” (o “1100”) con la scritta EIAR si avventurarono sulle polverose strade di campagna e sui monti portando la voce della radio nei villaggi e nei più sperduti casolari. Le stesse vetture vennero anche usate come mezzi ausiliari in occasione di avvenimenti sportivi come il Giro d’Italia. La guerra era ormai alle porte e anche all’EIAR ci si pre- 1945: il “Giuseppone” Dodge del dopoguerra. parava ad andare al fronte. Non occorreva essere grandi strateghi per prevedere che le “radiomobili” avrebbero giocato un ruolo importantissimo sui vari teatri d’operazioni. Nel 1940, a guerra già iniziata, l’EIAR aveva commissionato una coppia di autovetture “1100” tipo coloniale appositamente attrezzate per seguire le operazioni militari in Cirenaica dove occorrevano mezzi adatti alle particolari condizioni ambientali. Le due auto furono preparate in breve tempo e dopo alcuni giri di prova sulla collina torinese (di cui esistono due foto) si misero in movimento per raggiungere il fronte. Purtroppo non arrivarono mai in Libia: nuove di zecca, con il loro carico di modernissime apparecchiature, colarono a picco in seguito al siluramento della nave che le trasportava da Napoli a Tripoli. E la loro voce tacque per sempre. Era il 1941. Dopo la guerra e tutte le distruzioni che ne erano seguite la radio italiana dovette arrangiarsi con quello che c’era e il primo veicolo disponibile fu un mezzo di fortuna: i tecnici lo battezzarono affettuosamente il “Giuseppone” (per non chiamarlo “Gippone”) e altro non era che un Dodge americano residuato bellico su cui era stata montata una attrezzatura di fortuna, ma comunque validissima per riprese esterne. Fu molto utile negli anni della ricostruzione e ancora nel 1949 fece parte della carovana al seguito del Giro d’Italia. In quell’anno comunque il parco autovetture della RAI era già quasi completamente rinnovato con veicoli Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Il resto è storia di oggi. ■ 34 1950: Galassini, Angelini, Duo Fasano, Pizzi e Togliani. di Maurizio Ternavasio S i chiamava Cinico, ma era proprio all’opposto: un uomo gentile, ben disposto nei confronti di tutti, discreto nella sua compostezza molto piemontese. In verità il vero nome di battesimo era Angelo, che dal diminutivo Angelino era stato definitivamente storpiato in Angelini, mentre Cinico era il cognome. Dunque, Angelo Cinico nasce a Crescentino, vicino a Vercelli, nel novembre del 1901. Rimasto presto orfano di madre, viene cresciuto dal padre calzolaio che lo incoraggia nella passione per la musica. Così, dopo aver lavorato per qualche tempo nella bottega paterna, a dodici anni si iscrive al Conservatorio dove studia violino. Nonostante sognasse di TORINO COM’ERAVAMO sigla dell’orchestra, mutuata da una canzone americana di Rogers (“Ma dove e quando mi apparisti tu…”) viene sostituita d’imperio dalla ben più rassicurante “C’è una chiesetta amor…” di chiara impronta nostrana. In ogni caso grazie a lui molti altri cantanti alle prime armi (Ernesto Bonino, il Trio Lescano, Alberto Rabagliati…) diventano popolari più dei divi pallonari Meazza e Piola. Nel frattempo in Italia arrivano per vie traverse i brani americani che piacevano tanto ai giovani, anche se la censura tramuta nella goffa “Pepe sulle rose” la celeberrima “Honeydiventare musicista classico, gli inizi lo vedono nel ruolo di strumentista in un’orchestrina che di sera si esibiva in piccoli locali di periferia; di giorno invece si guadagnava da vivere come disegnatore in uno studio professionale. In seguito viene scritturato dalla sala danza Gay, che aveva la sede estiva lungo il Po e quella invernale in via Pomba: erano gli anni in cui a Torino andava per la maggiore il “valzer esitation”, di cui il sodalizio guidato da Angelini diviene presto il migliore interprete. Sul finire degli anni Venti Angelini, desideroso di nuove esperienze e voglioso di mettersi alla prova in contesti diversi, decide di “attraversare il brodo” (come si diceva di chi all’epoca andava in America via mare) per conoscere da vicino la musica d’oltreoceano, sino ad allora soltanto vagheggiata. Dopo le lunghe tournée a Curacao, Caracas e New York, dove si invaghisce del jazz, il promettente musicista torna a Torino per dedicarsi agli arrangiamenti e agli adattamen- ti delle canzoni e dei ritmi americani. Dopo essere entrato a far parte del diretto dal giovane collega Pippo Barzizza, nel ’31 mette finalmente su il suo primo, vero, grande gruppo, inizialmente chiamato Perruquet Royal. Proprio dal capoluogo piemontese inizia la rincorsa al successo del giovane maestro, il primo a trasmettere in diretta dall’Eiar (la futura Rai) di via Verdi un programma di canzoni eseguite da un’orchestra italiana. Per cinque anni la sua musica entra nelle case di mezza Italia, deliziando i non ancora numerosissimi possessori dei costosi apparecchi radio e portando al successo Otello Boccaccini, Oscar Carboni, Dea Garbaccio, Carlo Buti e Lina Termini. Intanto viene chiamato in pianta stabile ad esibirsi nel palazzo rosso di via Verdi, la sede di Radio Torino, dove perfeziona sempre più uno stile tendente allo swing che pure non piaceva agli autarchici funzionari del regime, che cercavano di privilegiare la melodia nazionale. Tanto che la 35 suckle rose”, e “Le tristezze di San Luigi” (il famoso “Saint Louis blues”) veniva eseguito da Luigi Braccioforte, meglio conosciuto come Louis Armstrong. Il calmo e apparentemente distaccato Angelini, che più che muovere le mani dirigeva con gli occhi i movimenti, i tempi e le inflessioni dei suoi musicisti, riesce comunque a farla spesso in barba ai censori proponendo, abilmente camuffati, i nuovi motivi stranieri. Nel 1941, alla morte dell’amata moglie Clara, il direttore d’orchestra inserisce in re- A tavola con Carla Boni e Gino Latilla. Sopra: col Duo Fasano. TORINO COM’ERAVAMO: I TEMPI DI ANGELINI Ancora con il Duo Fasano a Bari, Epifania 1957. pertorio un brano (“Un angelo dal ciel”) composto in sua memoria dall’accoppiata Nizza e Casiroli. L’Italia di allora era un paese dai gusti musicali ancora caserecci, dominati dalle passioni innocenti e dalle gelosie ricorrenti, dalle nostalgie passeggere come dagli amori finiti repentinamente che il maestro, con divertito rigore, sapeva interpretare come pochi altri. Nel dopoguerra Angelini, che intanto era andato ad abitare all’ultimo piano di un bel palazzo di via Goito, subisce l’onta dell’epurazione per aver suo- nato in un ospedale da campo della Repubblica Sociale Italiana. Erano, quelli, anni davvero difficili: il conflitto aveva provocato danni inimmaginabili nelle piazze, nei corpi e nelle menti. Dopo la riabilitazione, la sua orchestra raggiunge il massimo splendore nonostante la grande rivalità con il sanremese Pippo Barzizza, che lavorava invece all’Eiar di Milano: i loro successi avevano diviso gli italiani in due distinte fazioni che si sintonizzavano alla radio per ascoltare esclusivamente la musica dell’uno o dell’altro. Ad Angelini va riconosciuto il merito di aver attribuito al cantante solista un ruolo centrale all’interno dell’orchestra, e di aver fatto ballare, al ritmo delle sue canzoni, intere generazioni di giovani. Esiste una ricca aneddotica riguardo al carattere del musicista, personaggio carismatico e riservato ma pure ricco di umanità nonostante la scarsa loquacità. Si favoleggiava sullo sguardo severo che intimoriva chiunque (sembra che un’occhiataccia abbia fatto svenire Amedeo Parlante, divo della canzone napoletana del dopoguerra) e sul fatto che obbligasse gli interpreti, anche quando non cantavano, a rimanere in piedi ore ed ore per imparare. In realtà non era un despota, ma solo un serio professionista che detestava l’improvvisazione. Altri cantanti che hanno fatto la storia della musica italiana del dopoguerra gli devono molto, se non tutto: Gino Latilla, Carla Boni, Achille Togliani e Nilla Pizzi (con la quale era stato a lungo fidanzato) si imposero facendo leva su quel rinnovamento nel solco della tradizione da lui tenacemente pro36 pugnato, anche se la melodia veniva spesso modernizzata da qualche spunto d’oltreoceano. Il 1951 è l’anno del primo festival di Sanremo. È Angelini a presentarlo, anzi a lanciarlo. Trionfa Nilla Pizzi, l’ex sartina bolognese, con “Grazie dei fior”. Nel ’53 si risposa quasi in segreto con Mimma Sanvito, di 24 anni più giovane, l’anno successivo viene pensionato anticipatamente dalla Rai. Il direttore d’orchestra, arrangiatore ma anche insuperabile talent scout e scopritore di voci nuove, cui bastava ascoltare le prime note emesse da un cantante per giudicarlo, viene presto richiamato con tante scuse: anche se i tempi erano cambiati, fa ancora in tempo a scoprire una interprete sconosciuta, nome d’arte Sabrina, da lui definitivamente battezzata come Milva. Una decina d’anni più tardi abbandona definitivamente le scene. Ciò nonostante nel ’73 si ripresenta con l’inconfondibile mise bianca alla Bussola di Viareggio in compagnia delle “voci” dei suoi tempi: Latilla, il Duo Fasano, Pizzi, Boni e Togliani. Quella sera, mentre gli occhi gli brillavano di gioia, qualcuno gli chiese perché non avesse mai scritto una canzone. E lui, pacato, rispose: “Vede, per anni sono stato un impiegato pubblico della Rai. Se avessi composto dei brani, gli altri direttori d’orchestra si sarebbero sentiti obbligati ad eseguirli; ed io, in cambio, avrei dovuto suonare i loro, anche se brutti. Non potevo farlo: il pubblico merita rispetto e onestà”. La sua ultima lezione di stile. Nel ’83 Angelini si congeda dalla vita dove un breve ricovero al Policlinico Gemelli di Roma. ■ SPETTACOLI Corto Maltese diventa un cartone V edremo finalmente Corto Maltese sul grande schermo. In disegni animati. Un cartoon di lungometraggio atipico, lo definisce il parigino Pascal Morelli che ne firma la regia, perché a differenza dell’intera (o quasi) altra produzione simile, vuole coinvolgere un tipo particolare di spettatore, anche giovanissimo certamente, comunque in confidenza con le avventure disegnate di Hugo Pratt, all’interno delle quali Corto è un moderno mito simbolo di libertà. Cinque anni di lavoro per dar vita non, come si era pensato in un primo momento, a “Una ballata del madi re salato” che rappresentò il dePiero butto del personaggio, letteralZanotto mente pescato dalle acque dei Mari del Sud, nel 1967. Bensì a “Corte Sconta detta Arcana” di sette anni più tardi che vede il marinaio giramondo nella sua completa maturità psicologica. Insieme all’ispido amiconemico Rasputin. Più lineare narrativamente, dice Pascal, sia pure snodata su scansioni che non lasciano respiro. Tutta giocata, con partenza da una specie di visione onirica veneziana che vede Corto, nella Corte Sconta del titolo situata da Pratt in Ghetto, insieme alla enigmatica “sacerdotessa” nera di San Salvador di Bahia chiamata Bocca Dorata. Un 34 dicembre poiché, spiega la donna senza età (dice d’essere già stata in Ghetto nel 1300 col cabalista Marcello Giudeo) a Venezia gli anni sono sempre un poco più lunghi... Una specie di antefatto questa parentesi veneziana, sul quale avanzano i titoli di testa per poi passare al vero inizio della storia, nel 1919, in quel di Hong Kong. E si tratta del favoleggiato treno blindato dell’ammiraglio russo Kolchak che trasporta l’oro del governo controrivoluzionario e che in ragione di questo suo carico scatena una autentica caccia al tesoro da parte di varie figure. Lungo un itinerario che dalla Russia porta in Manciuria attraversando Siberia e Mongolia. E Corto che porta il suo aiuto alle Lanterne rosse che gli avevano salvata la vita, incrociandosi con una società segreta cinese e confrontandosi con una minuta attiva gentile ragazza con gli occhi a mandorla, definita “panasiatica”, ovvero Shangai li. Cinque anni di lavoro preceduti da vari tentativi, come quello, rivelatosi disastroso, di affidare le prove grafiche di animazione ad una équipe coreana. Sotto la consulenza di Patrizia Zanotti che è stata a 37 lungo collaboratrice del Maestro di Malamocco, fino alla sua scomparsa a Losanna nel 1995. Morelli, estimatore fin dalla fanciullezza di Pratt e con un curriculum alle spalle segnato da varie esperienze nel cinema disegnato, ha lavorato sulla fedeltà fisica del personaggio, preoccupandosi di trasferire nel racconto i retroterra culturali del romanziere-disegnatore che traspaiono in molte situazioni e che rimandano a tanta letteratura e in egual misura a certo particolare cinema SPETTACOLI esotico d’avventura appartenente alla Hollywood, soprattutto, degli anni trenta. V’è stato il problema delle creazioni degli sfondi scenografici che in Pratt sono spesso soltanto suggeriti. E la scelta, ardua, delle voci e del tono da dare alla battute. Corto nella versione francese parla con quella di Patrick Berry. Assicura Pascal Morelli, ferma e sicura con una nota appena accennata di ironia. Frutto di una multipla coproduzione che vede unite France 2 Cinema e Raifiction con la partecipazione di Canal+ e Tele+. “La Cour Secret des Arcane” (questo il titolo francese), è già uscito sugli schermi d’oltre Alpi. Ci sono contatti con De Hadeln neo direttore della Mostra del Cinema di Venezia per farne oggetto di un’anteprima di spessore straordinario al Lido. Viene a coronare un sogno ch’era già di Pratt fin dagli anni sessanta. Quando i giornali di categoria uscirono a tutta pagina con un flano figurato che annunciava il film “Corto Maltese”. Dal vivo, con attori. Tentativi come i successivi (Pratt ci confidava che era stato anche contattato da collaboratori di Steven Spielberg) finiti nel nulla. Hugo avrebbe voluto per il suo Marinaio con l’orecchio inanellato Burt Lancaster. Dopo averlo visto nel film “Il trono nero” dove l’attore vestiva per pochi attimi proprio il costume di Corto. Ma Lancaster passando il tempo non aveva più l’età giusta. Il debutto avviene ora attraverso il cinema di animazione. In fondo si tratta del parente più stretto del racconto composto da sequenze di quadretti disegnati. ■ Il signore degli Anelli di Edoardo Arpaia F ra l’abbondanza di titoli che hanno allettato gli appassionati di videogames nelle ultime settimane troviamo un vero classico ispirato alla trilogia del grande J.R.R. Tolkien: Il Signore degli Anelli - La compagnia dell’anello, 38 che ancora una volta (dopo il recente successo cinematografico) coinvolge il giocatore in un mondo nuovo che si rifà ad antichi miti nordeuropei introducendo personaggi e luoghi che appartengono all’immaginario collettivo. Il gioco è un VIDEOGIOCHI action-adventure in terza persona che narra di Frodo, Aragorn e Gandalf e delle loro avventure attraverso la Terra di Mezzo, allo scopo di distruggere l’anello malvagio e sconfiggere il perfido Sauron. Intuito ed osservazione sono le doti principali per risolvere le molte missioni, potendo contare sulle differenti capacità dei protagonisti e sull’appoggio di tutti i personaggi incontrati sul cammino. Ovviamente i tre amici combattono in modo diverso: Gandalf è un mago, quindi capace di lanciare incantesimi potentissimi; Aragorn è sempre armato di arco e spada; Frodo ha il vantaggio di possedere l’anello e di rendersi invisibile, con il rischio sempre crescente di divenirne soggiogato. I punti forti? Sicuramente l’apprendimento di nuovi attacchi e abilità lungo il percorso, la varietà delle regioni da esplorare (incluse la Contea, la Vecchia Foresta, Brea, Moria e Colle Vento), i bellissimi filmati tridimensionali che arricchiscono la vicenda di significati. Inoltre i tecnici della Black Label Games hanno curato al meglio tutti i particolari, come i riflessi dell’acqua, le mappe, il doppiaggio in italiano di alta qualità e l’animazione facciale di ogni personaggio. Il signore degli Anelli è disponibile nei formati Ps2, Game Boy Advance, Xbox e PC. Dagli stessi autori di Crash Bandicoot per PS2 è finalmente arrivato il rivoluzionario Haven: Call of the King. Ciò che rende unico questo gioco è il fatto di miscelare con maestria vari generi: dal platform all’arcade, dallo sparatutto spaziale a quello con postazione fissa. Il plot narra di un ragazzo – Ha- ven appunto – destinato a divenire un eroe salvando il suo popolo; si tratta di una storia che nel complesso è di epiche proporzioni, spiegata mediante molte sequenze interattive e cut-scene estremamente cinematografici. Haven deve fronteggiare la minaccia del malvagio Lord Vetch, guidato da una misteriosa Golden Voice. Sul suo cammino nemici e pericoli di ogni tipo, peregrinando fra i molti pianeti di un piccolo universo tutto da esplorare, spostandosi a piedi e con veicoli volanti, subacquei o terrestri. Non manca qua e là qualche battaglia spaziale nel vuoto interplanetario, o qualche corsa contro il tempo. Gli autori della Midway, per meglio identificare la varietà di situazioni che si incontrano in Haven: Call of the King, hanno ideato il termine FreeFormer Gameplay, che sottolinea una totale libertà di azione come mai si era vista fino ad ora. Per ora il gioco, che per essere realizzato ha necessitato di oltre due anni di sviluppo, è disponibile solo per PS2, ma sono già in arrivo le versioni per GameCube e Xbox. Per chi invece ha sempre sognato il mondo dei casinò e delle scommesse è arrivato Casino Empire, che riproduce perfettamente l’atmosfera delle case da gioco di Las Vegas. Questo gioco della Sierra consente di apprendere tutti i retroscena da un punto di vista manageriale, arrivando perfino ai coinvolgimenti della Mafia, attraverso una perfetta riproduzione dei suoni e delle luci della città americana. L’unico scopo del gioco è quello di portare il casinò al successo, attraverso vari livelli di cambiamento ed inganni 39 che manterranno alta la tensione del giocatore. Tutta una serie di personaggi, spesso bizzarri, sarà disposta ad offrire il proprio aiuto, mentre spesso sui tavoli si dovranno far lievitare forzatamente le puntate dei giocatori meno scaltri. Dopo aver accumulato un capitale cospicuo si potranno aprire altre sale da gioco, anch’esse da organizzare nel miglior modo possibile. Casino Empire è per ora disponibile solo nel formato PC. ■ L’altro Moggi L uciano Moggi intimo, lontano dal ronzio del cellulare e dalle grida dello stadio. Ti scruta con occhi svagati ed espressione semiseria, simpatica, ironica. Talvolta irridente. Finge di astrarsi e intanto indaga tutt’altro che distratto. Un misto di contemplazione e di diffidenza. Da giocatore di poker. Il direttore generale della Juve si toglie la maschera dietro cui spesso è costretto a rifugiarsi, quell’universo di piccole e grandi bugie che offre sul lavoro non per vocazione, ma per necessità, lo ammette lui stesso. “Perché devo fronteggiare giornalisti bugiardi in un teatrale gioco delle parti”, spiega mentre fa lampeggiare occhi volpini. Luciano Moggi ha vinto sei scudetti, una Champions League, una Intercontinentale, una di Supercoppa Europea, una UeAngelo fa, quattro Supercoppe italiane Caroli e tre Coppe Italia. Ma non è dei successi che vuole parlare. Lo accontentiamo. Chi è Luciano Moggi? “Un uomo soddisfatto di ciò che ha realizzato. Il che non significa appagamento, parola che escludo dal mio vocabolario. Voglio, anzi devo fare sempre di più e meglio”. L’INTERVISTA Chi era Moggi 55 anni fa? “Un bambino che aveva l’aspirazione di fare il calciatore e che era la disperazione di sua madre. Crescendo mi sono divertito e ho divertito”. Un episodio che chiami in causa i tuoi genitori... “Sono sempre stato un monello. Sotto casa tenevamo un ciliegio. Un giorno raccolgo i frutti, li spremo e imbratto mani, gambe e faccia. Poi comincio a strillare. Mia madre accorre e a momenti sviene. Pensa che io sia sporco di sangue. Quando si accorge che è succo di ciliegia mi riempie di botte”. E i calci di un bambino che spera di arrivare sull’Olimpo? “Nella parrocchia del mio paese, con don Rossi che seguiva i miei movimenti, i primi calci”. Il ruolo? “Ero un difensore che usava la vanga e, all’occorrenza, il piccone. Però avevo tanta classe da permettermi di segnare anche dei gol. Di testa ero forte davvero”. 40 Qualche successo? “Ho vinto un campionato di quarta serie con l’Akragas. E tutto finisce lì”. Come mai? “Faccio un esame di coscienza. Mi comporto come Grimilde, la strega di Biancaneve. Mi guardo allo specchio, domando se posso diventare qualcuno e lo specchio risponde ‘no’. Perciò appendo le scarpe. Questione di onestà verso me stesso”. La verità sulla storia di Moggi capostazione? “Semplice, non ho mai fatto il capostazione. Ero impiegato nel ramo amministrativo, ho fatto il capo gestione a Roma e a Civitavecchia”. Perché hai abbandonato le rotaie? “Era impossibile fare un’importante carriera da professionista nel calcio e restare nelle Ferrovie dello Stato. Ero già nel gruppo osservatori della Juve”. Hai l’aria di un simpatico compagnone che va d’accordo con tutti... Vero o falso? “Piano, io vado d’amore e d’accordo con chi va d’accordo con me. Ci sono persone con cui non potrei stringere un cordiale rapporto di simpatia. Questione di pelle”. Quale è, in teoria, il tipo di persona che ti farebbe girare i così detti? “Chi dice una cosa e ne pensa un’altra. Io sono abituato a dire le cose in faccia. È il modo migliore per ricavare lealtà dall’amicizia. Ribadisco, sono bugiardo coi bugiardi”. Dove e come nascono le incomprensioni con Sensi? “Lui sta a Roma, io a Torino. Viviamo bene così, a 600 chilometri di distanza”. La musica, quale preferisci? “La leggera. Da ragazzino suonavo il sassofono, dallo strumento uscivano muggiti e ho smesso”. Quale disco regaleresti a Sensi? “La lontananza”. Hai dei nemici? “Come tutti quelli che svolgono un lavoro come il mio. Questione di circostanze. Basta non lasciarsi prendere dal panico”. Credi nella fortuna o nel talento? “La fortuna va cercata. Da sola non arriva mai”. Sei scaramantico? “Sono religioso. Dunque!”. Il primo contatto con la Juve? “Smetto di giocare al calcio e conosco Amerio, allora segretario bianconero, e gli propongo una collaborazione da visionatore. Lui accetta e dimostra intuito di talent scout visto come si è sviluppata la mia carriera. Era il ’60”. Che cosa vedi nel pubblico? “Niente, poiché sono concentratissimo sulla partita”. Che cosa leggi nel tuo futuro? “Scudetti e Champions League”. Un prototipo di campione come sintesi di uomo e atleta? “Due, Ferrara e Conte”. Il tuo maestro? “Italo Allodi, non era geloso di nessuno e sapeva tutto”. I rapporti con i tuoi figli? “Ottimi. Con Alessandro, che fa il procuratore ed è lau- 41 reato in Scienze Politiche, mi sono comportato come Allodi fece con me. L’ho buttato nella mischia, in mare perché imparasse a nuotare però controllando che non andasse a fondo. L’altro, Andrea, è avvocato ed è direttore di Banca. Una doppia grande soddisfazione”. Due parole sull’Avvocato e sul Dottore. “Persone eccezionali. Lasciano lavorare nelle migliori condizioni. Danno fiducia a chi la merita”. Bettega, Giraudo e Moggi: dove sta il segreto di tanto affiatamento? “Nel lavoro svolto in costante concertazione per il bene della società. Nel segno della schiettezza e del rispetto”. ■ MITI “Non ho mai fatto il capostazione” L’ultimo strillo della Rete? Il Blog di Anna Masera I l binomio tra Rete e informazione si sta arricchendo di un nuovo fenomeno, quello dei weblog, detti anche Blog. Secondo la definizione del Wall Street Journal si tratta di “semplici siti web gestiti da individui che riferiscono di qualsiasi cosa, dai loro fallimenti ai problemi delle telecomunicazioni. Riflettono il meglio di Internet: un medium informale per idee informate, anarchico, commercialmente ingenuo e affascinante”. Per una panoramica italiana si può partire da: www.blog-it.net <http://www.blog-it.net> In Italia il blog si sta diffondendo soprattutto tra i giornalisti. Per ora ci hanno provato solo due quotidiani e un settimanale ad aprire una sezione blog per redattori e collaboratori. Il Foglio <http://www.ilfoglio.it/> ospita Camillo di Christian Rocca e Wittgenstein di Luca Sofri; Il Riformista <http://www.ilriformista.it/> sta lavorando, assieme a Studenti.it, al sito Il Cannocchiale <http://www.ilcannocchiale.it>, dove sono annunciati CappeBlog di Stefano Cappellini, Paisà di Carlo Puca e Uqbar di Fabrizio d’Esposito; Internazionale <http://www.internaziona- 42 le.it/> ospita nella sua sezione Interblog addirittura otto weblog (un record non solo per l’Italia): SpaceyBlog, guviblog, BlogNote, Lubeblog, gioblog, blogpa, Radioblog e nerdland. Poi ci sono blog interamente dedicati al giornalismo (giornalismi.splinder.it di Giovanni Cocconi) o alla Net Economy (www.ilquintostato.it di Carlo Formenti). Intanto, Bruce Sterling, giornalista e scrittore americano (padre del Cyberpunk), è stato intervistato sui controversi rapporti tra giornalismi (giornalisti) e blog sul Blog italiano di Bookcafè. www.bookcafe.net/blog/ <http://www.bookcafe.net/blog/> Negli Stati Uniti il fenomeno è molto più diffuso: le testate di informazione che ospitano nei loro siti uno o più weblog sono già oltre cinquanta; l’elenco completo si trova su Cyberjournalist.net <http://www. cyberjournalist.net/cyberjournalists.html>, il blog dell’American Press Institute, curato da Jonathan Dube. Il record spetta alle testate online. Prima per numero di blog (cinque) è Msnbc.com <http://www. msnbc.com/>, il sito web d’informazione nato da una partneship tra Microsoft e in network televisivo Nbc. Al secondo posto il web magazine Slate <http://www.slate.com/> (anch’esso di Microsoft) nel cui sito trovano ospitalità quattro weblog, il più noto dei quali è Kausfile di Mickey Kaus. Tra i giornali cartacei, spiccano il Christian Science Monitor <http://www.csmonitor.com/> con quattro weblog, seguito con tre dal quotidiano inglese The Guardian <http://www. dailyguardian.com/>, che organizza anche un concorso annuale sul miglior weblog. Tre blog anche per l’Online Journalism Review <http://www. ojr.org/>: Glaser Online, OnlineJournalism.com e The Spike Report. Sei i giornali che ospitano due blog: Usa Today <http://www.usatoday.com/>, FoxNews.com <http://www. foxnews.com/>, Projo.com <http://www.projo.com/>, San Jose Mercury News <http://www. sjmercury.com/> (uno è il famoso Silicon Valley.com), S p o k e s m a n - R e v i e w. c o m 43 <http://www.spokesman-review.com/> e Journal Times <http://www.journaltimes.com/>. Due blog molto noti, dedicati al mondo dei media, sono ospitati anche nel sito del Poynter Institute <http://www.poynter. org/>: E-Media Tidbits diretto da Steve Outing e MediaNews di Jim Romenesko. Venti, infine, i siti di giornali e reti televisive di informazione che ospitano un solo blog: tra essi ci sono il Wall Street Journal <http://interactive.wsj.com/>, il Boston Globe <http://www. boston.com/>, la National Review <http://www.nationalreview.com/>, Time <http:// www.time.com/>, CbsNews. com <http://www.cbsnews. com/> e Salon <http://www. salon.com/>. ■ In Italia è diffuso soprattutto tra i giornalisti MANGIARE E BERE BENE Moscato amore mio di Edoardo Ballone I l Moscato, dicono gli enologi piemontesi, sta guadagnando punti di notorietà nelle regioni italiane che hanno buona nomea nella conoscenza (e nella consumazione) del vino. Vediamo che cosa succede in alcune piccole patrie storiche subalpine note per la loro raffinata produzione enoica. Incastonata nella collina sulla cui sommità c’è un castello, ecco Canelli “perla” nella zona del Moscato. La cittadina (i suoi abitanti sono oltre diecimila) ha l’am- bizioso titolo di capitale “enologica” e con tale fama è conosciuta nel mondo. La “nomea” di Canelli è assai giusta. Ogni angolo, ogni casa pare che parli di vino. Questa “atmosfera” originale già fu percepita da Cesare Pavese che ne “La luna e i falò” così scriveva: “A Canelli entrai per un lungo viale che ai miei tempi non c’era, ma sentii subito l’odore, quella punta di vinacce, di arietta di Belbo e di vermut. Le stradette erano le stesse, con quei fiori alle finestre, e le facce, i fotografi, le palazzine. Dove c’era movimento era in piazza, un nuovo bar, una stazione di benzina, un va e vieni di motociclette nel polverone. Ma il grosso platano era là. Si capiva che i soldi correvano sempre”. Ancora oggi, Canelli, pur con la patina di “vecchio Piemonte” contenuto e poco sfarzoso, fa percepire al turista che in città la moneta “gira”. I suoi traffici commerciali sono fiorenti e sono gli stessi, quelli collegati alla produzione del vino, che la resero ricca a partire dal secolo XII. L’etimo della cittadina deriva dal latino “cannula”. Tuttoggi, infatti, sulle sponde acquitrinose del Belbo, nascono le canne palustri. A Canelli, il Moscato trionfa e berlo è una vera delizia. La sua degustazione diventa poi poesia se il rito è compiuto nelle salette fin de siècle dei buoni ristoranti locali. Le parecchie e famose “fabbriche dello spumante” lavorano le uve che nascono nei vigneti circostanti. Sono crus soleggiati e ordinatamente lavorati con stradette brulicanti di mezzi agricoli e talvolta con “barose” trainate da buoi. Dietro questo bozzetto degno di un 44 quadro impressionista c’è la realtà economica canellese: compravendite di uve, tonnellate di grappoli di moscato, lavorazione dello spumante, il tutto in un vertiginoso giro di euro. E fra i crus più pregiati della zona, c’è quello di Sant’Antonio, a nord della “capitale enoica”. Ad ovest dei bricchi di Sant’Antonio, nascosto dai vigneti, c’è Calosse. Questo simpatico posticino, a 399 metri d’altitudine, produce dell’ottimo moscato e per nulla sente il complesso di trovarsi a pochi chilometri da Canelli. Anzi, anche Calosse, è uno dei nomi magici nel Gotha dei vini. I contadini della zona, un tempo, coltivavano la consuetudine di offrire agli ospiti un bicchiere di moscato e una torta con semi di finocchio, detta tirà. Il paese, a Carnevale, diventa la terra del bengodi. Sulla piazza principale sono distribuite ai presenti fette di polenta, accompagnate da pietanze ricavate da 600 dozzine di uova, da un mezzo vitello e da un maiale di peso abbondante. Il tutto innaffiato da cinquanta brente di vino. Dopo questa parentesi gastronomica, eccoci di nuovo a zonzo per la terra del Moscato. A nord di Calosse, dopo Boglietto, attraversiamo il torrente Tinella: lassù, sul bricco, c’è Castagnole Lanze. La storia del paese merita un accenno. Il territorio, soggetto al contado di Loreto, nel periodo medievale, era ricco di castagni (oggi ne sono rimasti assai pochi). Il nome della località derivò proprio da questa sua ricchezza boschiva e fu Castanetu. In seguito il paese acquistò anche un… cognome: quello di Lanze. Infatti, un conte di Loreto, Manfredo Lancia (1190-1215) MANGIARE E BERE BENE fu scudiero, o lancifero, alla corte di Federico Barbarossa. Manfredo, dunque, in tutti i suoi atti pubblici, si firmava Lancia o Lanza. Pare inoltre che il giovane conte avesse stabilito la sua dimora a Castagnole, attratto dalla particolare bellezza del luogo: da ciò l’aggiunta di Lanza al primitivo nome di Castagnole. Ma, storicamente, la ragione di tale aggiuntivo è un’altra. Dal codice Astese risulta, infatti, una particolare concessione che Manfredo Lancia donò al paese: quella di esentare i castagnolesi dal diritto di fodro, con cui il feudatario locale poteva mantenere a sua disposizione un certo numero di contadini per la sua difesa personale. Gli abitanti, riconoscenti di ciò, avrebbero “dedicato” il paese al conte Manfredo, adot- tandone il suo soprannome. Fra le curiosità di Castagnole Lanze la torre di borgo Castello. Fu costruita sul posto dove sorgeva il castello distrutto verso la metà del 1200; la torre ha oltre cento anni e fu fatta innalzare dal conte Paolo della Casa Ballada di San Roberto, detto ’l cont di babi, essendo un appassionato entomologo. Altra data da ricordare, il 1631, anno in cui imperversò la peste. Centinaia di persone morirono e, ancora oggi, in località talvolta ossa umane. Prima di lasciare il paese, è bene visitare l’interessante chiesa di San Pietro in Vincoli, la cui costruzione fu iniziata nel 1681, sulle rovine di una basilica precedente di cui ne parlava già il Codice Astese nel 1200. Altro monumento religioso importante è il santuario 45 della Madonna del Buon Consiglio. Per arrivarci dobbiamo puntare a sud verso Castiglione Tinella, sulla destra del torrente. Entriamo in provincia di Cuneo, nella Bassa Langa. Anche qui tanto Moscato, anche se più “nervoso”: lo producono i crus intorno a Castiglione Tinella dove il solo Moscato rappresenta il 90 per cento dell’intera produzione vinicola della zona. Il Santuario della Madonna del Buon Consiglio ha origine in un presunto miracolo. Lì, infatti, c’era una colonna dedicata alla Vergine dinanzi alla quale si fermavano i contadini a pregare. Un giorno fu il turno di una cieca. La donna, anziana, pregò con tale fervore da recuperare la vista. In segno di gratitudine, gli abitanti del luogo eressero il Santuario. ■