Ac news - ACI Torino

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Ac news - ACI Torino
www.acitorino.it
Ac news
0,52 euro
L’Avvocato Agnelli alla cena
per i 90 anni
dell’Automobile Club Torino
con l’avvocato Rosario Alessi
e l’ingegner Emilio Christillin.
Trofeo Giovanni Agnelli.
Celebrazione centenario
nascita Giovanni Agnelli
1866-1966.
Febbraio 2003 - n. 1
ADALBERTO LUCCA, DIRETTORE RESPONSABILE
PIERO SORIA, IDEAZIONE E COORDINAMENTO
NOTIZIARIO PER I SOCI dell’Automobile Club di Torino (autorizzazione del tribunale di Torino 3592 del 2/12/1985).
Pubblicazione di informazione. Abbonamento riservato ai Soci. Editrice: Edit-Data S. Francesco s.r.l., via Giolitti 15 tel. 57.79.287/8/9 - Direzione, Redazione: via Giolitti 15 - tel. 57.79.213 - Composizione, Stampa:
G. Canale & C. S.p.A. - Torino - Pubblicità: All-Media, corso Siracusa 152 - tel. (011) 311.90.90.
Dal marzo del 1946
l’Avvocato Giovanni Agnelli
ha sempre fatto parte
del Consiglio Direttivo
del nostro Club
e la sua grande competenza
e passione per il mondo
dell’automobilismo
è stata per noi un sicuro
punto di riferimento.
La lunga permanenza
nel nostro Consiglio
testimonia quanto
l’Avvocato Giovanni Agnelli
ritenesse il nostro Sodalizio
una componente importante
dello scenario del mondo
dell’auto e ne ha accompagnato
e condiviso con noi tutti,
la crescita, lo sviluppo
ed il prestigio.
A nome di tutti i Soci
dell’Automobile Club di Torino,
desidero rinnovare alla famiglia
il più profondo cordoglio
per la sua scomparsa.
Piergiorgio Re
Celebrazione dei 90 anni
dell’Automobile Club Torino.
Primo Trofeo Giovanni Agnelli
1/10/1966.
NOVITÀ
ASSOLUTA
La tessera
diventa europea
senza
ulteriori costi
VALIDITÀ
Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia,
Francia, Germania, Grecia, Irlanda,
Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo,
Inghilterra, Spagna e Svezia
ncora una volta, l’arrivo del nuovo anno porta
grandi novità per i soci ACI.
Infatti, dal 1° gennaio 2003, chi sottoscrive
o rinnova la sua associazione “ACI Sistema” (valida per auto, moto o camper fino a kg 3.500) potrà
usufruire dei servizi di assistenza tradizionalmente
offerti sul territorio italiano anche negli altri 14 Pae-
A
IL
NUOVO
NUMERO
VERDE
si dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania,
Grecia, Irlanda, Lussemburgo,
Paesi Bassi, Portogallo, Regno
Unito, Spagna e Svezia, a cui
vanno aggiunti Andorra, Montecarlo, San Marino e Città del
Vaticano). E tutto questo a costo zero, cioè alle stesse tariffe già in vigore nel 2002, senza alcun aumento di prezzo!
Dal 2003, il socio dell’Automobile Club d’Italia potrà
dunque viaggiare tranquillamente nei Paesi della U. E. con
2
il veicolo la cui targa è stata indicata all’atto dell’associazione, godendo degli stessi servizi di cui dispone sul suolo nazionale.
Soccorso stradale, dépannage, auto sostitutiva, rimpatrio
dell’auto, rimborso delle spese
alberghiere, servizio taxi, invio
pezzi di ricambio, assistenza
medico sanitaria: a Moncalieri
o a Briançon, a Piacenza o a Lisbona, in Puglia o in Svezia, per
ottenere le prestazioni previste
(alle condizioni indicate sul
“Regolamento dei servizi”
consegnato all’atto dell’associazione) il socio non dovrà far
altro che chiamare i numeri telefonici che compaiono sul retro della propria tessera:
+390266165116, dall’estero;
numero verde 803.116, dall’Italia.
Coloro che erano soliti acquistare l’estensione “ACI in Europa” per garantirsi l’assistenza
all’estero, in occasione delle vacanze o dei loro spostamenti di
lavoro, conseguiranno un notevole risparmio. Tutti i soci, comunque, godranno della libertà
e della sicurezza di viaggiare in
Europa accompagnati dai servizi del Club (N.B. Due sole limitazioni: la personalità del soccorso stradale e l’invio di un medico generico sono prestazioni
riconosciute solo entro i confini
italiani).
L’allargamento della copertura ACI alla U.E. riguarda anche le imprese. Anche per le associazioni relative alle automobili delle flotte aziendali, infatti, è stata introdotta l’automatica estensione della validità
dei servizi ai Paesi dell’Unione
Europea: sarà dunque ancora
più facile e conveniente estendere i propri affari oltre confine e spostarsi per lavoro sulle
strade europee.
MODULO PER INSERZIONE GRATUITA
■ VENDO
■ CERCO
■ AUTOMOBILE
■ MOTOCICLO
■ ALTRO
Compro e vendo:
annunci gratuiti
on line
(anche per chi
non ha il pc)
MARCA
MODELLO
ANNO
KM
COLORE
OPTIONAL
“D
ovrei cambiare macchina,
ma…”. A quanti è capitato di ripetersi
questo ritornello contemplando un nuovo modello, pensando ai costi
di gestione e manutenzione ormai troppo alti
della vecchia auto, preparandosi all’arrivo del
primo o del secondo figlio! Ci possono essere
mille buoni motivi per
sostituire la propria vettura, ma purtroppo sono
altrettante le difficoltà che
si incontrano per realizzare tale disegno e liberarsi
del precedente veicolo.
PREZZO
IN EURO
Ritagli questo coupon e lo spedisca in busta
chiusa a:
ACI Torino - Servizi Internet - Via Giolitti 15
La Sua inserzione sarà pubblicata sui sit internet
www.acitorino.it - www.carshow.it
DATI DELL’INSERZIONISTA
COGNOME
NOME
TELEFONO
E-MAIL
N° TESSERA ACI
Il prezzo, le pratiche amministrative da espletare, la reperibilità delle risorse finanziarie
necessarie. E poi ci sono le incognite relative alle certificazioni, alle garanzie, alle polizze assicurative, ecc…
Sarebbe bello poter andare
da un concessionario e rispondere alla domanda: “Lei possiede un usato?” con un bel
“No! Che sconto posso ave-
Si informa che il trattamento dei dati personali che La riguardano
viene svolto da carshow.it limitatamente al tagliando in questione
e nell'ambito di quanto stabilito dalla legge 675/96 sulla tutela dei
suoi dati personali. Il trattamento dei dati, di cui si garantisce la
massima riservatezza, è effettuato esclusivamente al fine di
pubblicare la Sua inserzione (unitamente alla quale, solo sulla
versione on line, verrà evidenziata la Sua qualifica di Socio ACI).
I Suoi dati, pertanto, non saranno diffusi a terzi.
Consapevole delle responsabilità in cui incorre chi rilascia false
dichiarazioni, dichiaro sotto la mia responsabilità di non operare
né direttamente né per conto terzi in qualità di operatore nel
settore merceologico cui fa riferimento la presente inserzione.
✂
Resta naturalmente possibile ampliare, a pagamento, l’assistenza ACI ad altri 19 Paesi
dell’Europa e del bacino mediterraneo (Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Egitto, Israele, Jugoslavia [Serbia e Montenegro], Malta, Macedonia, Marocco, Norvegia, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia,
Svizzera e Liechtenstein, Tunisia, Turchia, Ungheria). È
sufficiente rivolgersi alla propria delegazione ACI ed acquistare il carnet “Oltre
l’Unione Europea” (ad un costo di € 25, con validità mensile, o di € 35, con validità annuale, allineata alla scadenza
della tessera di riferimento).
Come già accennato più sopra, per richiedere le prestazioni ACI dall’Italia è stato
messo a disposizione di soci e
non soci un nuovo numero
verde: 803.116. Torna così,
nelle ultime tre cifre, il tradizionale numero 116, che da
sempre identifica per gli automobilisti il pronto intervento dell’Automobile Club
d’Italia.
Il quadro delle novità è completato dal restyling della grafica della tessera associativa e
del “Regolamento dei servizi”
(ora di più facile consultazione ed arricchito dall’indicazione delle principali convenzioni ed agevolazioni di cui il
socio dispone a livello nazionale ed internazionale) e dal
potenziamento di alcuni servizi offerti dalle tessere “Sistema Azienda”, “Sistema Trasporti” (riservata agli autocarri) e dalle tessere ACI Diners,
a rinnovo automatico ed inclusive della funzione di pagamento ottenibile tramite il
circuito Diners Club International.
■
AUTO USATA
Nuovo
servizio
sul sito
Internet
dell’AC
Torino
3
Firma per accettazione
ANNUNCI GRATUITI
CHECK UP!
15 Controlli
alla tua auto
presso
il Centro
Revisioni Aci
p.le San Gabriele
da Gorizia n. 210
Torino
(via Filadelfia)
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Tel. n. 011.30.40.748
A soli € 13,50
Per i Soci ACI
€ 10,50:
• Impianto
frenante
• Cinture di
sicurezza
• Pneumatici
• Sospensioni
• Identificabilità
• Targhe
• Livello olio
• Impianto
elettrico
• Cristalli
• Fari
• Usura
pastiglie freni
• Carrozzeria
• Rumorosità
• Telaio
• Tergicristalli
re?”. Perché, come noto, il ritiro della vecchia auto esclude la
riduzione del prezzo di acquisto della nuova: sono le regole
di un mercato che oggi difficilmente vede quotare l’usato al
livello delle valutazioni che
compaiono sulle riviste specializzate. Il risultato è la frustrazione di chi inizia la trattativa
partendo da una posizione di
svantaggio, essendo obbligato
a liberarsi dell’attuale vettura.
Da oggi, l’Automobile Club
Torino si pone al fianco dei propri soci anche in questo delicato
momento, fornendo a coloro che
si trovano nella situazione sopra
descritta la possibilità di mettere in vendita la propria vettura o,
viceversa, di cercare un usato rispondente alle proprie necessità
sulle pagine Internet del sito
www.acitorino.it.
Nella maggior parte dei casi,
le auto dei soci ACI sono dotate di un accessorio in più: l’attenzione di un automobilista
appassionato e responsabile,
che ha curato nel tempo le condizioni del proprio veicolo: assistenza e manutenzione programmata, lavaggi e garage,
prudenza e attenzione. Proporre la propria auto ad una clientela preferenziale, da socio a
socio, o da socio a chi sta per
diventarlo, potrà aumentare le
probabilità di incontrare l’acquirente giusto.
Per consentire l’accesso al
servizio anche ai soci che non
dispongono ancora di un collegamento Internet è stata inserita in queste pagine una scheda
da compilare ed inviare direttamente all’Automobile Club
Torino. L’Ufficio incaricato
provvederà ad immettere l’annuncio on line, consentendo
così alla vasta platea dei navigatori telematici di prenderne
visione.
NUMERI
Chi invece possiede computer e modem, non dovrà fare altro che collegarsi al sito
www.acitorino.it, accedere alle pagine relative al servizio ed
inserire i dati necessari. Grazie
alla collaborazione con Carshow.it, società specializzata
che opera da anni in questo settore telematico, con un database ricco, mediamente, di oltre
4.000 auto, i soci porteranno la
propria vettura in un garage
“virtuale”, visitabile dagli automobilisti di tutta Italia. Il collegamento con Carshow.it offrirà un elevato livello di visibilità e permetterà ai Soci maggiori possibilità di interscambio tramite gli annunci “Vendo” e “Cerco”.
Sul sito è anche possibile
avere indicazione, gratuitamente, del valore reale della
propria vettura, grazie al collegamento con “Eurotax On Line”. Inoltre, in qualunque momento, il socio potrà modificare il prezzo da lui indicato in un
primo momento e correggere o
rimuovere il proprio annuncio
in tempo reale.
Sempre gratuitamente, è
inoltre possibile pubblicare la
foto a colori dell’auto o della
moto e contattare via e-mail i
possibili acquirenti o venditori.
Per i soci dell’A.C. Torino si
aprono così nuove opportunità
di comunicazione e di accesso
ai tanti servizi che il sito
www.acitorino.it e gli Uffici
di città e provincia riservano
loro.
■
4
UTILI
803.116
Soccorso stradale - Assistenza
medica - Agenzia viaggi Sestante
Percorribilità strade - Informazioni
sui servizi
Automobile Club Torino –
Uffici: via Giolitti, 15,
Tel. 011/57.791,
Fax 011/57.79.286,
Orario al pubblico:
8.30-13.00 / 14.00-17.00
dal lunedì al venerdì
Sito Internet:
www.acitorino.it
Indirizzi posta elettronica:
[email protected]
Informazioni revisioni
(24h su 24): 011/57.79.379
Informazioni tasse
automobilistiche
(24h su 24): 011/57.79.333
Soccorso stradale
nazionale: 803116
Noleggio autovetture
e parcheggi ACI:
via S. Francesco da Paola,
20, Tel. 011/562.35.14
Lubrificazione:
via Filadelfia, 71,
Tel. 011/318.09.08
Lavaggio: via Filadelfia, 71,
Tel. 011/319.92.02
Centro Revisioni Auto:
piazzale San Gabriele
da Gorizia, 210,
Tel. 011/30.40.748
Autoscuola Club:
via Giolitti, 15,
Tel. 011/57.79.246
c.so Moncalieri, 215,
Tel. 011/66.12.623
Autoscuola Eureka:
c.so Tassoni, 57,
Tel. 011/74.79.71.
■
AC. TORINO
Attenti al controllo dei gas
di scarico
Molti automobilisti non ricordano che gli autoveicoli immatricolati
da 12 mesi devono effettuare annualmente il controllo noto come
“BOLLINO BLU”.
Per i veicoli immatricolati sino al
31/12/1987 tale controllo ha cadenza semestrale. Sono previste sanzioni di carattere amministrativo per la
mancata effettuazione di questa operazione.
Il Centro Revisioni auto e moto di
piazzale San Gabriele da Gorizia
opera il controllo sulle tre linee a disposizione garantendo un servizio
veloce e preciso. Potrete prenotare
l’operazione telefonando al n.
011/3040748-3040747 o recandoVi
presso la Sede di via Giolitti o qualunque Delegazione di Torino e provincia.
Il costo del servizio è di € 10,33
mentre ai Soci viene applicata la tariffa di € 7,75.
Revisioni Auto e Moto
Si ricorda che entro l’anno sono
soggetti a revisione tutti gli autoveicoli immatricolati nel 1999 e quelli
revisionati nel 2001.
Per i motoveicoli le scadenze
sono:
– i motoveicoli immatricolati dal
1994 al 1999 entro il mese di prima
immatricolazione (es.: immatricolato nel febbraio 1994 revisione entro
febbraio 2003);
– tutti i motoveicoli già revisionati nel 2001 (farà fede la data di ultima revisione).
Per i Soci che prenotano la revisione presso il Centro di piazzale San Gabriele da Gorizia n.
tel. 011/3040748 è prevista la
prerevisione gratuita, operazione che permette di individuare eventuali difetti che potrebbero non consentire il superamento della successiva revisione.
Per le moto l’agevolazione della
prerevisione gratuita è estesa anche
ai mezzi di proprietà dei famigliari
conviventi del Socio.
Anche per l’operazione di revisione e prerevisione i Soci possono
telefonare al numero sopra indicato o alla Sede di via Giolitti e alle
Delegazioni dell’Act.
IL NUOVO OMAGGIO
stribuiti nei tre parcheggi sotterranei
di piazza Madama Cristina, piazza
Bodoni e via Roma.
Tariffe orarie, abbonamenti mensili (diurni e notturni), buoni parcheggio per chi vuole dare un servizio ai propri ospiti o clienti. Garanzia di sicurezza, ambienti luminosi
ed accoglienti, permettono di lasciare il proprio mezzo in custodia e svolgere con serenità i propri impegni.
La sera, dopo le 19.30 e fino alle
ore 1.00, tariffa scontata: solo
€ 2,00. Veramente conveniente per
parcheggiare comodamente ed andare a teatro, al cinema, al ristorante, in pizzeria o semplicemente per
fare due passi senza il problema del
traffico.
PER I SOCI
Servizio cartografico
e turistico
Presso la Sede dell’Automobile
Club Torino e presso tutte le Delegazioni sono disponibili (a prezzi
scontati per i Soci) cartine e guide
turistiche d’Italia, d’Europa e del
mondo. Sono inoltre in vendita tessere Viacard (prepagate), per le autostrade italiane, e le marche obbligatorie per il transito di autoveicoli
e motocicli su autostrade e superstrade austriache e svizzere.
Tutti
i servizi
Controllo e ricarica
dei condizionatori
Sempre presso il Centro di piazzale San Gabriele da Gorizia è possibile effettuare il controllo e la ricarica del condizionatore della vettura. Il servizio è offerto ai Soci al
prezzo di € 45,00.
Noleggio Auto
Presso il Centro di via San Francesco da Paola 20/A (tel. n.
011/5623514-5779271) è a disposizione degli automobilisti un vasto
parco di autovetture quasi tutte dotate di impianto di climatizzazione.
Ai Soci sono riservate tariffe agevolate. Ad esempio:
– contratti giornalieri da € 30,99
+ € 0,22 al km per una Fiat Seicento (aria condizionata);
– contratti giornalieri da € 46,48
+ € 0,28 al km per una Fiat Stilo (full
optional).
Le formule di noleggio sono numerose e vanno dalla mezza giornata di impegno sino a periodi di oltre un mese.
Anche nel caso del noleggio, oltre che telefonare ai numeri sopra
detti, si potrà prenotare direttamente presso una delle Delegazioni.
Servizio parcheggi
L’A.C. Torino ha un’ottima soluzione per i problemi di parcheggio in
centro a Torino: 1000 posti auto di-
Informazioni e Pratiche
Automobilistiche
Se avete qualche dubbio potrete
rivolgervi all’Ufficio Assistenza
della Sede di via Giolitti o presso
qualunque Delegazione dove potrete avere informazioni dettagliate.
Presso tali Uffici potrete svolgere qualsiasi operazione amministrativa inerente al Vostro mezzo ed in
particolare potrete controllare la
patente di guida e, se necessario,
provvedere alle operazioni di rinnovo, ivi compresa la visita medica, od effettuare il passaggio di
proprietà.
Nella Sede di via Giolitti troverete un medico a Vostra disposizione
dal lunedì al venerdì, dalle 14.30 alle 15.30, ed il martedì e il giovedì anche al mattino, dalle 10.30 alle 11.30.
Anche presso le Delegazioni è presente il medico per l’eventuale visita, con orari che potrete conoscere telefonando direttamente agli uffici
più vicini a voi o visitando il sito
www.acitorino.it.
■
P
resentando la propria tessera ACI in regolare corso di
validità, è possibile godere
delle seguenti agevolazioni:
CULTURA
E TEMPO LIBERO
• Palazzo Bricherasio, via T.
Rossi (angolo via Lagrange),
Torino - tel. 011/5711811.
Sconto 15% sul biglietto
d’ingresso alle mostre, per il
socio e per un accompagnatore (il parcheggio sotterraneo
ACI di via Roma ha uno dei
suoi ingressi davanti al Palazzo: i soci godono di tariffa di
sosta oraria ridotta).
• Museo Nazionale del Cinema - Mole Antonelliana, via
Montebello 210, Torino - tel.
011/8125658. Sconto 20%
sul biglietto d’ingresso, per il
socio e per un accompagnatore.
• “Sala 3” Multisala Cinema
Massimo, via Verdi 18, Torino - tel. 011/8125606. Sconto
30% sul biglietto d’ingresso
agli spettacoli, per il socio e
per un accompagnatore.
• Safari Park, Pombia (NO),
tel. 0321/95.64.31 - www.safaripark.it. Sconto € 3,00 per
Con noi
un mare
di convenzioni
gli adulti, € 2,00 per i bambini, sul biglietto d’ingresso.
• “Family Fun Card” + Guida al Tempo libero, circuito Viviparchi, tel. 035/362798 - www.viviparchi.it. Sconto € 3,00.
• Teatro Regio di Torino, P.zza Castello 215 - Tel.
011/88151. Sconto 20% sui biglietti degli spettacoli
prodotti dal Teatro (ad eccezione delle recite abbinate
ai turni di abbonamento Pomeridiano 1 e 2).
• Fondazione Italiana per la Fotografia, via Avogadro 4, Torino - tel. 011/544132 - www.fif.arte2000.net. Sconto 25% sul biglietto d’ingresso alle esposizioni; sconto 20% sui libri editi dalla Fondazione.
Presso tutte le delegazioni dell’A.C. Torino i soci possono acquistare una tessera ACINEMA a € 42,00: abbonamento per 10 ingressi alle sale cinematografiche di
Torino e provincia aderenti all’iniziativa, valido
dall’1/9/2002 al 31/8/2003 (disponibile sino ad esaurimento).
VIAGGI E VACANZE
Agenzia
Viaggi
“Pianeta Gaia” (Fiduciaria A.C. To•
rino), via Giolitti 15, Torino - tel. 011/546385 6
www.pianetagaia.it - Sconto 5%
su tutti i tour operators. Servizio biglietteria Formula 1.
• “Residence Loano2”, via degli
Alpini 6, 17025 Loano (SV) tel. 019/67911 - fax
019/671765 - www.residenceloano2.it; e-mail: [email protected]. Sconto su camere o appartamenti: 10%
dal 31/5 al 15/9, 15% nel resto
dell’anno; sconto 10% noleggio sale congressi ad aziende.
ISTRUZIONE
• Autoscuola Club (Fiduciaria
ACI), via Giolitti 15, Torino tel 011/5779246; corso Moncalieri 215, Torino - tel.
011/661263. Sconto 10% sulle
lezioni di teoria.
• Academy International, centri a Torino, Carmagnola, Venaria - numero verde
800.80.17.54. Sconti dal 10%
al 30% su corsi di lingue straniere ed informatica, per il socio e per i suoi familiari.
SPORT
• Speed Kart, Settimo Torinese
(km 0,5 Autostrada TO-MI) tel. 011/2222904. Sconto 10%
sulle tariffe orarie.
COMMERCIO E SERVIZI
Car
City Club, servizio di car
•
sharing, corso Cairoli 32, Torino - tel 011/57641 www.carcityclub.it. Sconto
10% sul canone di abbonamento annuale, sulle tariffe
orarie (nella fascia che va dalle ore 8.00 alle ore 21.00) e sulle tariffe chilometriche (nella
fascia sino a km 180).
• Griffes Diffusion REVEDI,
corso Emilia 8, Torino - tel.
011/2485913. Sconto 10% su
abbigliamento e accessori uomo/donna (occorre esibire anche la tessera in distribuzione
presso gli Uffici dell’A.C. Torino). Numerosi punti vendita
nel Centro-Nord Italia.
Per maggiori informazioni,
contattare i numeri telefonici
o consultare i siti Internet sopra riportati.
■
Vediamo le novità una per una
LE CONVENZIONI DI AC. TORINO PER
• Scuola Sci Olimpionica Sestriere, via Pinerolo 17 - Sestriere - tel. 0122/76116. Sconto 15% sulle lezioni individuali; 20% sulle lezioni collettive (per il socio, il coniuge
ed i figli fino a 26 anni di età).
• Golf Club Stupinigi, corso
Unione Sovietica 506/A, Torino - tel. 011/3472640. Sconto
10% sui corsi per “under 18”
e principianti (esclusa la tessera federale).
• Golf Club Moncalieri, Reg.
Vallere 20, Moncalieri - tel.
011/6479918 - www.moncalierigolfclub.com. Sconto
10% sui corsi per “under 18”
e principianti. Sconto 10% su
green fee campo pratica. Solo
nei giorni feriali, sconto 10%
su green fee 9/18 buche, se in
possesso tessera FIG.
• Golf Club Grugliasco, Strada
Provinciale Gerbido 97, Grugliasco - tel. 011/4081220 - email [email protected]. Sconto 20% su corsi per
principianti (5 lezioni). Sconto 50% green fee campo pratica.
Loano Village
G
razie alla convenzione
stipulata dall’Automobile Club Torino con il “Residence Loano 2”, si aprono
nuove possibilità di vacanza e
di risparmio per i soci ACI.
Il villaggio, completamente
immerso in cinque ettari di verde, nella zona residenziale di
Loano (SV), a 1.300 metri dal
mare e dal centro del paese, è
stato recentemente ampliato e
potenziato nelle sue strutture e
propone alla clientela sia la formula “Residence” che la formula “Hotel”.
I bellissimi e curati giardini, le ampie piscine, l’architettura garbata ed i moderni
comforts rappresentano la soluzione ideale per soddisfare
le diverse esigenze di vacanza
della famiglia, della coppia e
di tutti coloro che desiderano
un soggiorno piacevole, rilassante e divertente unito ad un
trattamento accurato ed attento alle singole esigenze. Una
meta particolarmente comoda
per torinesi e piemontesi che,
in ogni periodo dell’anno,
possono raggiungere la Riviera ligure in pochissime ore di
viaggio!
7
Le camere e gli appartamenti, confortevoli ed eleganti, sono arredati con cura e sono tutti serviti con ascensore:
dispongono di televisione,
cassaforte, telefono, balcone o
terrazza; alcuni sono dotati di
aria condizionata ed asciugacapelli.
Il villaggio garantisce alla
clientela un comodo parcheggio sotterraneo ed un servizio
gratuito di navetta per raggiungere il paese o la spiaggia (il miglior stabilimento balneare di
Loano è convenzionato per gli
ospiti del residence).
Sono disponibili anche sale
convegni (fino a 600 metri quadrati di dimensione) ideali per
l’organizzazione di convention
o riunioni aziendali in una gradevole e rilassante cornice (il
ristorante del villaggio permette la realizzazione di cene o
buffet).
Esibendo alla reception la
propria tessera ACI in corso di
validità, il socio potrà usufruire di uno sconto del 10% nel periodo compreso tra il 31/5 ed il
15/9 e del 15% nel resto
dell’anno (esclusi i servizi extra). Lo sconto “socio ACI” è
I
R
I SOCI
Fondazione italiana
per la Fotografia
C
Sede della Fondazione.
U
cumulabile con le promozioni
previste dal residence. Per le
aziende associate all’ACI ed
interessate all’organizzazione
di convegni verrà riconosciuto
uno sconto del 10% sul noleggio delle sale.
In caso di prenotazioni telefoniche, si raccomanda di comunicare agli operatori il codice “ACI TORINO”: solo così
si potrà godere delle particolari condizioni riservate.
“Residence Loano 2”
Via degli Alpini, 6 17025 LOANO (SV)
Tel. 019/67911
Fax 019/671765
E-mail:
[email protected]
Sito internet:
www.residenceloano2.it
n nuovo tassello si aggiunge alla lista
delle convenzioni stipulate dall’Automobile Club Torino a favore dei soci
ACI. Grazie all’accordo recentemente concluso, esibendo presso le biglietterie la propria tessera associativa in regolare corso di
validità, i soci godranno di una riduzione del
25% sul biglietto di accesso alle mostre proposte dalla Fondazione Italiana per la Fotografia e del 20% sui libri editi dalla stessa.
La Fondazione, una delle realtà più giovani e dinamiche del panorama culturale torinese, è nata nel 1992 grazie alla partecipazione di Città di Torino, Regione Piemonte, Città di Acquasparta, Banca Mediocredito (Gruppo Unicredit), Sai. Tra gli enti che contribuiscono in maniera costante allo sviluppo delle sue attività figurano la Provincia di Torino, la Compagnia di San Paolo e la Fondazione CRT.
Il Museo della Fondazione, che per la sua
specificità è invidiato ed ammirato in Italia
ed all’estero, ha aperto i battenti nel 1996,
portando a coronamento un’attività di promozione della cultura fotografica che, nel
capoluogo piemontese, ebbe inizio nel 1985,
con la realizzazione della prima edizione
della Biennale Internazionale di Fotografia.
Nell’elegante palazzina liberty che lo ospita, in via Avogadro, a pochi passi dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, viene allestito un programma di mostre che prevede almeno 5 appuntamenti all’anno, incentrati sui grandi autori italiani e stranieri
che hanno segnato la storia della fotografia.
Nelle sale del Museo, sino ad oggi, sono state organizzate rassegne di autori del calibro di
Henri Cartier Bresson, William Klein, Margaret Bourke-White, Sebastiao Salgado, Jacques
Henri Lartigue (nomi notissimi, e non solo agli
appassionati) e, più recentemente, ad un grande della fotografia torinese: Riccardo Moncal-
■
8
vo. La sua mostra sulla Torino degli anni ’30 e
’40 ha riscosso un ampio successo di pubblico.
Naturalmente le attività della Fondazione non si esauriscono nell’ambito espositivo. Nella palazzina sono ospitate una biblioteca ricca di oltre 2.000 volumi (aperta
dal lunedì al venerdì, su appuntamento) ed
il settore di catalogazione e archivio di fondi e beni fotografici. Il laboratorio di restauro ha inaugurato a novembre 2002 la
nuova sede distaccata in via Locana 14.
La Fondazione è inoltre fortemente impegnata sul piano della didattica: un settore
specifico opera al suo interno, con laboratori attivati in accordo con il programma
espositivo, ma anche e soprattutto all’esterno, presso istituti scolastici di ogni ordine e grado, dove viene sviluppato un lavoro formativo accurato e in sintonia con il
corpo docente delle diverse scuole.
Fondazione Italiana
per la Fotografia
Via Avogadro 4
10121 TORINO
tel. 011/544132
sito internet:
www.fif.arte2000.net
Orario mostre:
dal martedì al venerdì
16.00-20.00
sabato e domenica
10.00-20.00
chiuso lunedì
Per i soci ACI, biglietto d’ingresso al Museo: 4,50 euro
(N.B.: ai soci verrà riservata riduzione analoga o più favorevole anche per l’ingresso
alle mostre organizzate dalla Fondazione
Italiana per la Fotografia in sedi diverse dal
proprio museo)
■
Gli artisti
del Faraone
Interno
della tomba
di Sennedjem.
D
al 14 febbraio al 18 maggio 2003, Palazzo Bricherasio ospita una nuova eccezionale esposizione: un affascinante viaggio in una valle egiziana vicino a Tebe, dove, tra il 1500 ed il 1050 a.C.,
nel villaggio di Deir el Medina, sulla sponda ovest
del Nilo, una comunità di artisti, artigiani e operai lavorò agli scavi e alle decorazioni delle Tombe della
Valle dei Re e della Valle delle Regine.
A rendere unica la mostra (già ospitata al Louvre
ed al Museo di Bruxelles) è la possibilità di una visita articolata su due sedi: oltre a Palazzo Bricherasio,
dove il visitatore può ripercorrere la vita quotidiana
dell’Egitto del Nuovo Regno attraverso circa 300 pezzi provenienti da musei di tutto il mondo, il Museo
Egizio di Torino, con un percorso apposito, mette in
evidenza gli importanti reperti della propria collezione provenienti dal sito di Deir el Medina (l’eventuale
visita al Museo Egizio prevede l’acquisto dell’ulteriore biglietto, sul quale non c’è riduzione per i Soci).
Quattro le sezioni della mostra: “La vita quotidiana”; “Il lavoro”; “Le credenze religiose”; “I riti funerari”. Si entra in una casa del villaggio per scoprire la storia delle famiglie egizie ed aspetti della loro
vita quotidiana: mobili, papiri con preghiere o formule magiche, statuette di culto dedicate agli antenati, gioielli, oggetti di uso comune. Altri papiri raccontano l’organizzazione del lavoro, i salari, i conflitti, i motivi d’assenza, gli scioperi.
La visita alla mostra termina con la discesa nella
tomba di uno degli abitanti del villaggio, Sennedjem
“il servitore nella Sede della Verità”, ricostruita a
grandezza naturale.
SEDE:
Palazzo Bricherasio
Via T. Rossi (angolo via Lagrange)
Torino - Tel. 011/5711811.
ORARIO: Lunedì 14.00-20.00
Martedì, mercoledì:
dalle 9.00 alle 20.00
Da giovedì a domenica:
dalle 9.00 alle 23.00
Sconto sul prezzo del biglietto per i soci ACI
che esibiscono la propria tessera in corso di
validità.
Il PARCHEGGIO sotterraneo ACI di via Roma ha
uno dei suoi ingressi proprio davanti a Palazzo Bricherasio (tariffa di sosta oraria ridotta per i
Soci).
■
I
l golf. Lo si nega, pensandolo un gioco per pensionati, o ricchi
con la puzza sotto il naso. Non è così. Intanto da gioco, su 9
buche, diventa uno sport su 18. Ancora di più se le 18 buche
vengono effettuate in gara. Non è un gioco da vecchi. Lo si può
sì praticare fino a tardissima età, ma è meglio impararlo da giovani: il movimento è istintivo, meno costruito. Vedere quella pallina che, se ben colpita, parte come un proiettile è una gioia. Una
gioia maggiore se la pallina va dove desideravamo metterla. Intrigante. Se si è un minimo sportivi anche se non giovani si impara in fretta quel tanto da didi
vertirci, sia in gara, sia con gli
Gian dell’Erba
amici. L’handicap – il numero
di colpi che l’avversario più
e Daniela Bosco
bravo ci deve concedere su ogni
buca – consente il confronto
anche con i migliori. Il golf si
gioca nel verde totale, ogni
campo – in Italia o all’estero –
è solitamente ubicato nei posti
più belli. Dopo i circoli esclusivi sono arrivati e arrivano
quelli accessibili a tutti. Una
volta a conoscenza di quel tanto che permette di girare in
campo (viene assegnato un
handicap massimo che si ridurrà di gara in gara a seconda
del punteggio realizzato) una
buona attrezzatura usata – si incomincia sempre così – composta di sacca, attrezzatura (1
drive, 8 ferri e il putter per imbucare sul green e il peschino
per le palline in acqua) costa tra
i 300 e 425 euro, come un paio
di sci. E, giocando in tutto quel
verde silenzio, si stacca veramente “la spina” con grande relax. Provare per credere.
■ Il Golf di Stupinigi. Sopra: quello di Moncalieri.
Il golf p e
9
DOVE I SOCI ACI HANNO DIRITTO ALLO SCONTO-CONVENZIONE
Golf Club Stupinigi
Ha appena festeggiato i cinquant’anni di attività il Golf
Club Stupinigi, fondato nel
1952 – primo driving range
d’Italia – e federato nel 1972.
Il circolo, che è stato fucina di
golfisti, offre agli appassionati
una struttura attrezzata sia per
l’apprendimento sia per il gioco in un’oasi di verde a pochi
chilometri dal centro cittadino.
L’ampio campo pratica mette a
disposizione 11 postazioni coperte e tredici all’aperto, putting green (provvisto di illuminazione), pitching green e area
per gli approcci. Il percorso, 9
buche, Par 64, 2.205 metri di
sviluppo, è impegnativo: molto stretto, presenta difficoltà –
dai tanti fuori limite, al laghetto che difende la buca 7, ai numerosi bunker che difendono i
green – che richiedono più precisione che potenza. Lo staff
dei maestri, diretto da Dino Ca-
er tutti
eri.
nonica, organizza corsi per tutti i livelli, dai principianti, ai seniores, ai giovani, nell’ottica
della filosofia del Circolo che
continua ad essere quella di
promuovere e divulgare il golf.
Golf Club Stupinigi, corso
Unione Sovietica 506/A, Torino, tel 011.3472640, fax
011.3978038, e-mail [email protected]. Presidente:
Vittorio Coggiola. Direttore:
Germano Prochietto. Stagione:
aperto tutto l’anno. Giorno di
chiusura: lunedì non festivo.
Green fee per il pubblico: campo pratica 8 €, 9 buche (feriali e festivi) 16 €, 18 buche (feriali e festivi) 26 €.
Moncalieri Golf Club
È soltanto al secondo anno di
attività, tuttavia il Moncalieri
Golf Club si sta facendo apprezzare per i vasti spazi e la
validità delle strutture. La grande e moderna club house ospita i vari servizi, dal bar al ristorante, alla segreteria, agli
spogliatori; dall’ampia terrazza si offre la vista della collina
e del percorso. Le 9 buche, Par
32, si snodano nel verde, lungo
le sponde del fiume Po, per un
totale di 2.270 metri: l’impegno comincia già dalla prima
buca, un lungo Par 5 di 489 metri e si conclude con un facile
Par 3 di 137 metri. I fairway sono di grandi dimensioni, spesso senza fuori limite; piuttosto
estesi anche i green, protetti
però da bunker insidiosi. Un
campo, nel complesso, vasto e
pianeggiante, dove è possibile
effettuare tutto il repertorio dei
colpi. Spazioso anche per il
campo pratica, che offre 6 piazzole coperte e trentacinque
all’aperto, putting green e pitching green. Maurizio Barbi e
Luca Gandolfi, i maestri titolari, affiancati da Jonathan Ba-
10
glioni e Luca Servelli, assistenti, provvedono all’attività
didattica, organizzando corsi
sia per neofiti sia per giocatori
esperti.
Moncalieri Golf Club, strada
Vallere 20, Moncalieri (Torino), tel 011.6479918, fax
011.6423656, sito web moncalierigolfclub.com, e-mail
[email protected].
Presidente: Lorenzo Varia. Direttore: Roberto Baglioni. Stagione: aperto tutto l’anno.
Giorno di chiusura: martedì
non festivo. Green fee per il
pubblico: campo pratica 8 €; 9
buche feriali 20 € (sabato e festivi 25 €), 18 buche feriali 30
€ (sabato e festivi 45 €).
Circolo Golf Grugliasco
Il Circolo Golf Grugliasco,
alle porte di Torino, è una struttura a vocazione squisitamente
propedeutica, che nell’arco di
soli quattro anni ha già formato numerosi adepti. Il campo
pratica è dotato di 5 postazioni
coperte e quaranta all’aperto,
divise in due settori distinti, oltre a putting green e pitching
green. Il potenziale del circolo
è completato da un mini-percorso di tre buche, Par 12, con
uno sviluppo complessivo di
quasi 950 metri, riservato ai soci. Lo staff didattico è composto dai maestri Luigi Zavattaro, Alberto Biglia e Stefano
Franzin, che organizzano corsi
individuali di apprendimento e
perfezionamento.
Circolo Golf Grugliasco, strada provinciale del Gerbido 97,
Grugliasco (Torino), tel.
011.4081220, fax 011.4084329,
e-mail [email protected]. Presidente: Umberto Rossotti. Stagione: aperto tutto l’anno. Giorno di chiusura: lunedì
non festivo. Green fee per il pubblico: campo pratica 10 €. ■
Glossario
Fairway:
l’area verde della buca compresa dal tee, la
piazzola di partenza, al green
(l’area di arrivo, dove si trova la buca segnalata dalla
bandiera)
Green fee: il
ticket giornaliero che concede
l’ingresso al
campo pratica o
al percorso
Driving
range: il campo
pratica riservato all’allenamento
Putting
green: area riservata alla pratica del gioco
sul green
Pitching
green: area riservata alla pratica del gioco
corto
Bunker:
ostacolo di sabbia, a protezione del green
Par: numero
ideale di colpi
per portare a
termine una buca o il percorso.
ULTIMA
G
razie alla
convenzione stipulata
dall’Automobile
Club Torino, i soci ACI potranno
usufruire di uno
sconto del 10%
su tutti gli acquisti
effettuati presso i
punti vendita
GRIFFES DIFFUSION REVEDI: sarà sufficiente presentare la
tessera associativa in corso di validità, unitamente
alla tessera sconto
REVEDI, disponibile presso tutte
le delegazioni
dell’A.C. Torino e
consegnata ai soci
all’atto della sottoscrizione o del
rinnovo della propria tessera.
La catena di
punti vendita
GRIFFES DIFFUSION REVEDI (già del gruppo
GFT e passata dal
1° febbraio 2002
alla società emiliana “Mariella
Burani Fashion
Group”
Spa,
azienda che produce e distribuisce a livello mondiale un’ampia
gamma di prodotti di abbigliamento e pelletteria di
lusso con i marchi
Mila Schön, Mariella Burani Collezioni, Amuleti,
Notizie, Gai Mattiolo, Braccialini
e Baldinini) pro-
“la tessera sconto può essere
ritirata presso la
Sua Delegazione Aci
TORINO
corso Emilia, 8 - tel. 011.2485913
SETTIMO T.SE (TO)
via Italia, 69 - tel. 011.8002296
CHIERI (TO)
via Buschetti, 4 - tel. 011.9472075
SAN DAMIANO (AT)
via Conte Nuvoli, 2/a - tel. 0141.975903
RACCONIGI (CN)
corso Principi di Piemonte, 65 - tel. 0172.813187
ARLUNO (MI)
via Guido Rossa, 1 - tel. 02.9022017
Il
car
sharing
ovvero
la mobilità
intelligente
CREMONA
via Dante, 108 - tel. 0372.33221
SASSUOLO (MO)
via Regina Pacis, 92-100, tel. 0536.808413
GUASTALLA (RE)
via Marzabotto, 15/17/19 - tel. 0522.835136
BOLOGNA
via Ducati, 5 - tel. 051.6415873
SANREMO (IM)
l.go Nuvoloni, 5 - tel. 0184.500209
REGGIO EMILIA
via F.lli Cervi, 312 - tel. 0522.934114
Convenzione
Revedi
pone nei suoi 18
punti vendita del
Centro-Nord Italia (il più comodo
è a Torino in corso Emilia 8, ma
troverete tutti gli
indirizzi sulla tessera sconto di cui
sopra) una molteplicità di prodotti
destinati ad un vasto ed esigente
pubblico: dal
classico abito da
uomo al pantalone sportivo, dal-
l’abito da sera per
le signore alla maglieria di tendenza, dalle scarpe
agli accessori più
attuali.
Il marchio Revedi, conosciuto
attraverso i suoi
factory outlet, soprattutto in Piemonte, per la qualità e la convenienza disponibili
direttamente alla
produzione, si è
rinnovato con
11
nuove proposte
moda e nuovi
marchi, fornendo
alla clientela una
immagine ed un
servizio di assoluto livello che non
fa rimpiangere i
prestigiosi negozi
del centro città.
Richiedete
presso la Vostra
delegazione la tessera sconto GRIFFES DIFFUSION
REVEDI e… buoni acquisti!!! ■
D
alla collaborazione
del Comune di Torino e del Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con
partner locali, pubblici e
privati, è nata a Torino
“Car City Club”, un’iniziativa volta a fornire ai
cittadini un servizio di mobilità
urbana integrativo del trasporto pubblico e privato.
Si tratta del car sharing, una
soluzione che permette di avere un’auto a disposizione 24 ore
su 24, sempre in piena efficienza e nel rispetto della normativa anti-inquinamento,
senza doversene occupare: nessun investimento per l’acquisto
del mezzo o per l’affitto del garage, né tasse o spese di manutenzione.
Per usufruire del servizio
occorre abbonarsi presso gli
uffici di corso Cairoli 32 a Torino (tel 01157641; www.carcityclub.it): si riceverà una
card, personale e non cedibile,
dotata di microchip, con la
CONVENZIONE
quale ci si potrà recare nei punti Car City Club più vicini e
prelevare l’auto desiderata per
il tempo necessario. Tramite
addebito mensile in conto corrente, previa invio della fattura, si pagheranno solo le ore ed
i chilometri di effettivo utilizzo. Un call center è a disposizione degli utenti, 24 ore su 24,
per consentire loro di prenotare il mezzo ed evitare così di
trovarlo già impegnato da altri
utenti.
Le auto in car sharing (attualmente, nelle apposite
aree di parcheggio sono disponibili i modelli Punto,
Stilo e Multipla, in futuro si
aggiungeranno nuovi modelli e veicoli commerciali) parcheggiano gratuitamente
nelle zone blu, hanno libero
accesso alla ZTL (in ogni
orario), possono percorrere
le corsie riservate ai mezzi
pubblici. E inoltre, la card dà
acceso al servizio in tutte le
città italiane che aderiscono
all’iniziativa ICS.
Per i soci ACI, l’Automobile Club Torino ha ottenuto
condizioni di favore. Infatti,
presentando la propria tessera
associativa in regolare corso di
validità il socio godrà di:
– sconto del 10% sul canone di abbonamento annuale;
– tariffe orarie scontate del
10% nella fascia che va dalle
ore 8.00 alle ore 21.00;
– tariffe chilometriche scontate del 10% nella fascia sino
a km 180.
Con il car sharing, l’auto costa solo quando la si usa. E in
più si contribuisce a ridurre
l’inquinamento, a liberare posti parcheggio ed a decongestionare il traffico cittadino.
Davvero una soluzione intelligente ai problemi della mobilità!
■
12
SPORT
A Pragelato
e Sauze
di Cesana
i re
del ghiaccio
P
er i piloti piemontesi
la stagione agonistica 2003 è incominciata molto presto, almeno per gli specialisti delle
corse su ghiaccio, i quali
hanno avuto a disposizione due impianti nella provincia di Torino. A Pra-
gelato e Sauze di Cesana sono
stati infatti allestiti due circuiti
ghiacciati sui quali si sono disputati rispettivamente il
Trophée de la Glace e il Challenge Ice Trophy.
Lo spettacolo non è mancato negli 8 appuntamenti complessivi, nei quali i più bravi sono stati, come in passato, specialisti del calibro del torinese
Lorenzo Saracco, che continua
a portare al successo la Lancia
Delta Integrale.
Ma le piste non hanno ospitato solo gare. In entrambi i casi hanno consentito agli automobilisti di prendere confidenza, in condizioni di assoluta sicurezza con il fondo ghiacciato.
A Pragelato, ad esempio,
Emilio Corio, esperto pilota
che ha corso diverse edizioni
del campionato mondiale della
specialità, tiene corsi anche
personalizzati di guida, costruendo un programma su misura. Chi desidera solo acquisire un po’ di esperienza per controllare al meglio un’auto sui
fondi scivolosi, può farlo anche
in una sola serata, con una formula che prevede tempi concentrati e interamente dedicati
alla guida, quindi con pochissima teoria e costi contenuti. Le
vetture utilizzate sono delle
Fiat Coupé a trazione anteriore. Chi invece intende perfezionare il proprio stile di guida
per gareggiare, può farlo con
uno stage che prevede un maggior numero di ore da passare
al volante.
La scuola di pilotaggio di
Emilio Corio è attiva fino al
“disgelo”, in date e orari da
concordare con i partecipanti.
Per informazioni, telefono
011.3149464, fax 011.3149445,
cell. 348.22.48.840, E-mail [email protected].
■
13
Validità europea
per l’8°
Sestriestorico
L’
ottava edizione del Sestrierestorico-Trofeo Lancia, gara di regolarità per autostoriche in programma il 21 e 22 giugno
prossimi, farà parte del Challenge Européen de
Régularité, nuovo campionato italo-francese
che si articola su 6 gare. Tre appuntamenti in
Italia e 3 in Francia: oltre al Sestrierestorico, il
calendario comprende la Coppa dei Castelli Pavesi (15-16 marzo 2003), il Rally Jean Behra
Historique (maggio-giugno 2003), la Ruota
d’Oro Storica (Cuneo, 21 settembre 2003), la
Ronde de Rasteau (ottobre 2003) e il P.A.C. Historic Rally (novembre 2003).
Il nuovo challenge europeo di regolarità, che
sostituisce e rinnova il Criterium Alpino, prevede un montepremi interessante.
Il Sestrierestorico, organizzato dalla Promauto in collaborazione con l’ufficio sportivo
dell’Automobile Club Torino, è valido anche
per il Challenge Lancia Club, per la Coppa Lancia Aurelia e per la Coppa Lancia Stratos.
Informazioni presso Promauto 011.3272040.
■
Snowboard
che festa in piazza Vittorio...
D
i nuovo la montagna in piazza Vittorio, come l’anno scorso. Uno
spettacolo entusiasmante all’ombra della Mole. Una settimana di sport
e divertimento, una gara di Coppa del
Mondo con gli atleti più forti del pianeta e la possibilità per tutti di avvicinarsi allo snowboard. Concerti, spettacoli ed ospiti. La manifestazione Blix
dall’8 al 15 febbraio. La piazza si trasforma. Sul lato destro dal bordo del Po:
il Campo Scuola, il Village e l’Area Intrattenimenti. Sul sinistro: il Palco ed il
Campo di Gara, una gigante rampa che
svetta sulla splendida cornice torinese.
14 Febbraio: un San Valentino davvero speciale per tutta Torino. Sulla
rampa, una tappa della Nokia Snowboard F.I.S. World Cup. La specialità è
il Big Air: uno salto acrobatico mozzafiato. Fra i molti atleti partecipanti c’è
anche Giacomo Kratter, che molti ricordano nei Giochi Olimpici di Salt
Lake City per quel podio sfiorato in
Half Pipe. Il 15, un’altra gara: il Blix
Duell Cross aperto a tutti i tesserati
F.I.S.I. La pista viene modificata rispetto alla gara di Coppa del mondo per
permettere agli atleti di scendere in parallelo affrontando un percorso con
ostacoli, salti e paraboliche, per dare
sempre più spettacolo. Dopo entrambe
le gare e le premiazioni, gli show serali, i concerti con ospiti e cantanti di successo.
Due serate da non dimenticare.
Il Campo Scuola appositamente crea-
to per tutti i curiosi che vogliono provare a “surfare” nel pieno centro di una
città. C’è la possibilità di affittare l’attrezzatura e di farsi aiutare dai maestri
Fisi, per provare una prima volta la sensazione di avere una tavola ai piedi o
per farsi dare un consiglio da esperti.
L’area è aperta gratuitamente tutto il
giorno fino alle 23. Di fianco c’è il Village. Entrambe le strutture aperte fin
dall’8 Febbraio. Nel Village (una tensostruttura riscaldata), ci sono gli stand
degli sponsor, le aree commerciali, il
desk informazioni e lo spazio incontri
dove è possibile assistere alla consegna
dei pettorali e agli incontri con gli atleti, i cantanti e gli ospiti. Ogni spazio e
ogni attività sono stati studiati appositamente per permettere a tutti di partecipare integralmente all’evento, anche
grazie ai megaschermi, posizionati in
tutte le zone della piazza, che trasmettono ininterrottamente per non far perdere neanche un secondo dello spettacolo.
Insomma, una grande manifestazione, una piazza colma di gente, il più
spettacolare giorno di snowboard immaginabile nel cuore di una metropoli moderna. Una settimana di sport,
suoni, luci e balli. Una gara di Coppa
del mondo che avvicina la gente alla
neve e alla futura Torino Olimpica e
che dà lustro alla nostra città a livello
internazionale. Un evento eccezionale: bello poter dire in futuro di esserci
stati...
■
14
S
SONDAGGIO
ECCO
COME
i è concluso il concorso legato al sondaggio
TORINO IN AUTO, una volta assegnati i
premi, possiamo dare uno sguardo ai risul-
tati.
Come al solito l’attenzione dei Soci dell’Automobile Club Torino è stata altissima, numerosissime risposte che denotano un forte attaccamento alle problematiche legate alla mobilità in
città e alla cura dell’ambiente e del proprio veicolo.
Una prima panoramica su alcune risposte ci
dà indicazioni abbastanza precise sull’orientamento e le abitudini dei Soci Aci di Torino e Provincia.
Alta la percentuale delle risposte come alta è
stata la percentuale di donne che hanno voluto
esprimere il loro parere, infatti il 19% delle risposte proviene dalle nostre Socie automobiliste.
Il mezzo preferito risulta sempre l’automobile che è posseduta dall’87% dei nostri Soci , mentre la percentuale dei motocicli è ancora al di sotto del 10%.
Ma la giornata è scandita principalmente dagli impegni lavorativi, con che mezzo si recano
al lavoro i nostri Soci?
Anche in questo caso l’auto è il mezzo prescelto dalla maggioranza, al secondo posto ancora un po’ distanziati i mezzi pubblici.
Quante persone viaggiano normalmente sullo
stesso veicolo?
Il 40% dei nostri Soci viaggia da solo, ma si sta
diffondendo l’abitudine di non viaggiare soli.
HANNO
RISPOSTO
Il Parcheggio è uno dei problemi che un automobilista deve affrontare oggi, come lo affrontano i nostri Soci? La maggioranza si affida
alla sosta libera.
I SOCI
DELL’AC.
TORINO
Il chilometraggio medio annuale dei veicoli
posseduti dai nostri Soci è vario, mostra una tendenza ad un utilizzo tra i 5000 ed i 20.000 km
per il 65% degli intervistati.
Una minoranza percorre più di 20.000 chilometri anno.
15
Una buona percentuale risolve il problema con
parcheggi di proprietà od aziendali, ancora una minoranza sceglie i parcheggi sotterranei o pluripiano.
Un plebiscito quello che ha sancito la preferenza dei nostri Soci sulla nascita e proliferazione dei parcheggi di interscambio:
Come giudicano i nostri Soci il traffico cittadino oggi?
LE MIE
SCADENZE
8%
92%
I nostri Soci hanno espresso parere positivo
circa l’introduzione della patente a punti con una
alta percentuale di consensi.
I provvedimenti ecologici come le targhe alterne sono apprezzati? La maggioranza non ritiene efficace i provvedimenti limitativi della
circolazione.
23%
si
no
77%
Le domeniche ecologiche sono ritenute utili?
Anche in questo caso la risposta dei nostri soci
è negativa.
Per quanto riguarda la situazione parcheggi in
città l’opinione più diffusa riferisce di una situazione in peggioramento e di una situazione che non
tende al miglioramento, segno di una necessità
sempre maggiore di strutture e di informazione.
3% 5%
21%
23%
Per aiutare nella
gestione delle scadenze dei vari documenti
relativi e non al veicolo, è già attivo sul sito dell’A.C. Torino
(www.acitorino.it) il
servizio “Le mie scadenze” che, partito da
pochi giorni, sta riscontrando un buon
successo.
Analogamente
molti soci hanno mostrato interesse alla
eventuale creazione di
uno spazio riservato
alla compravendita
dei loro mezzi. Ritenendolo affidabile
proprio perché offerto
dall’Automobile Club
di appartenenza.
21%
5%
buono
74%
sufficiente
affidabile
media
poco
interessante
per niente
interessante
in peggior.
23%
Nonostante il parere contrario ci si organizza
per poter muoversi durante i giorni in cui la nostra targa è “proibita”, come?
insufficiente
25%
in miglioram.
Una parte interessante che ha stimolato L’Automobile Club Torino nella creazione di novità
è stata quella relativa ai servizi scadenze, i nostri Soci hanno come molti altri necessità di ricordare le scadenze dei loro mezzi o documenti, ed in mancanza di strumenti diversi si affidano a svariate soluzioni.
1%
2%
1%
personalmente
8%
familiare
segreteria
Ma la necessità di avere una zona a misura d’uomo in centro città, una zona pedonale per poter apprezzare meglio la città di Torino è unanime, segno della responsabilità e dell’attenzione dei nostri concittadini nei confronti della città di Torino!
consulenza
altro
88%
16
Ringraziamo i nostri soci per l’apprezzamento e con soddisfazione possiamo annunciare l’apertura di
uno spazio sul sito
www.acitorino.it di un
settore in cui si potranno inviare e pubblicare le inserzioni dei Soci relative alla compravendita dei loro veicoli corredando l’offerta
anche con le fotografie.
Nell’articolo pubblicato su questo numero
di ACI NEWS troverete ogni dettaglio in merito.
■
Detroit
Lusso e idee nel segno dei
Suv
di
Piero
Bianco
P
iù che in passato, quest’anno il mondo dell’auto attendeva da Detroit un segnale forte. Il Salone nordamericano, prima vetrina globale del
2003, ne ha lanciati parecchi ma di segno opposto.
Da un lato tante idee, stand faraonici, lusso sfrenato
e una voglia ostentata di novità; dall’altro la consapevolezza che le sofferenze non sono finite, che i costruttori dovranno combattere ancora contro immatricolazioni in calo, mercati difficili e incognite pesanti. Il problema tocca tutti i
continenti, compresa l’America dei Big Three (General MoSopra:
tors, Ford e Chrysler) padroni
Lamborghini
di casa all’Auto Show, ma c’è
Barchetta.
voglia
di reagire. Un’idea azSotto:
zeccata può rivelarsi la chiave
Maserati
del successo, anche se non tutKubang.
te quelle viste nei padiglioni del
Michigan sono parse davvero
geniali: molti i prototipi “esagerati”, le provocazioni che non
vedranno mai sviluppo industriale, accanto però ad alcuni
pezzi d’autore. E qui il made in
Italy ha come sempre brillato.
Non a caso la più ammirata in
assoluto tra le concept cars di
Detroit è stata una Maserati, la
Kubang Gt Wagon: un altro bel
colpo piazzato dal Tridente, che
proprio negli Usa un anno fa lanciò la Spyder. Pur essendo soltanto un’ipotesi (cioè una versione statica), la Kubang ha dominato la scena e riscosso consensi. Merito della griffe Maserati, ma soprattutto dello splendido stile firmato da Giorgetto
Giugiaro. “La concorrenza è
sempre più spietata – ha spiegato il festeggiatissimo designer
torinese – e allora bisogna inventarsi formule nuove. Kubang, con motore 8 cilindri a V
di 4200 cc e 390 Cv, non è un
Suv tradizionale, è una granturismo spaziosa e prestazionale che
consente di ospitare anche cari17
chi ingombranti senza rinunciare alle caratteristiche tradizionali della marca modenese”.
Luca Montezemolo, presidente del polo Ferrari/Maserati, auspica che questa bella Gt
Wagon arrivi alla produzione.
Deciderà il mercato. “È un bel
sogno che speriamo si trasformi in realtà come tutti i sogni
esaltanti – ha ripetuto Montezemolo –. Riteniamo assolutamente innovativa la formula:
una vettura diversa dai classici
Suv o dai fuoristrada in commercio, sportiva e con grande
accelerazione, a quattro ruote
motrici ma dotata di grande
abitabilità e del portellone posteriore. Volevamo una macchina che non richiedesse la
scala per entrarci, che potessero guidare tutti in famiglia.
Giugiaro ha realizzato un capolavoro”. L’idea Maserati è
una delle numerose declinazioni del concetto di veicolo multiuso, il tema dominante della
rassegna americana che ha proposto un grande sfoggio di
sport utility, crossover, sport
tourer, tutte varianti del medesimo moderno concetto di concepire l’automobile. Il Suv, insomma, è cresciuto, ha messo i
muscoli inventandosi nuovi
utilizzi. Tra le tante proposte
curiose, ecco la Ford Model U,
una compatta modulare concepita per far compiere all’azienda di Dearborn (che la interpreta come l’erede della mitica
Model T) un balzo di cent’anni. Model U, Suv atipico, è concepita con propulsione a fuel
cell, quindi per il massimo rispetto ambientale, e l’arredamento interno si presta alle più
diverse soluzioni personalizzate. Il posteriore può essere completamente chiuso o tutto aperto per il trasporto di oggetti ingombranti.
LA FORD MODEL U
Cent’anni
di Ford
L’
auto Show nordamericano, che proponeva
38 debutti mondiali, ha celebrato anche anniversari importanti. I cent’anni della
Buick (marca forte nell’orbita General Motors),
soprattutto quello della Ford, cioè dell’azienda
che ha cambiato il processo industriale nel mondo all’inizio dello scorso secolo. Bill Ford jr. era
davvero commosso, nella grande serata della memoria arricchita da un filmato che ha ripercorso
a ritroso un secolo di storia americana. “Nessuno – ha detto il presidente della Casa di Dearborn
– potrà mai più proporre idee geniali come quelle di mio nonno”. Henry Ford, il fondatore, aveva fatto il contadino, poi l’operaio, fino a diventare imprenditore. Il classico self made man. L’intuizione geniale gli venne ispirata da un’azienda
che produceva carne in scatola a Chicago. Ford
appese le sue macchine a una catena che scorreva, come fossero carcasse di buoi. E nacque la prima catena di montaggio automobilistica: una vera rivoluzione, una formula che poi venne copiata dalle industrie di ogni continente. Dopo molti
esperimenti, nel 1913 a Detroit la Ford cominciò
così a sfornare il Model T, che motorizzò mezza
America e il cui prezzo passò grazie alla nuova
lavorazione da 850 a 260 dollari.
La Ford di oggi ha festeggiato il centenario
di fondazione esponendo una raffica di curiosità, addirittura 15 nuovi modelli, tra cui il pickup F-150, in vendita dal 2004, la Lincoln Navicross, la divertente e poliedrica compatta modulare Model U tutta riciclabile, la Freestyle Fx.
■
AUTO
Guarda al futuro anche DaimlerChrysler, specie con la Dodge
Kahuna, già indicata come possibile erede del Pt Cruiser. Curioso e avveniristico, è un minivan 6 posti, fiancate a pannelli effetto-legno stile retrò, interno
modulare con tecnologie
d’avanguardia e capacità di trasportare sul tetto oggetti impegnativi come due tavole da surf.
Lo scorso anno fu la Pacifica a
rompere con gli schemi tradizionali, ora ecco la sua evoluzione,
il Dodge Magnum SRT-8, emblema di nuovo sport tourer, multiuso poliedrico e spazioso in un
guscio elegante, con prestazioni
ambiziose e (dettaglio importante) tecnologia tutta Mercedes.
Arriverà nel 2004. Sempre da
Dodge, il prototipo Avenger (incrocio tra un muscoloso Suv e un
coupé prestazionale) e l’imponente concept Durango Hemi.
Identica formula di Suv “evoluto” adotta il bel prototipo Gm
Chevrolet Equinox, che dal 2006
sperimenterà un sistema ibrido
fuel cells (già dedicato all’HiWire). Gli “eco-boomers” americani, si prevede, privilegeranno i motori puliti, pur non rinunciando al piacere delle forme e le
case non possono farsi cogliere
impreparate.
Emblemi di Suv “muscolosi”,
sulla scia della Porsche Cayenne
e del Touareg Volkswagen, sono
anche due interessanti proposte
europee: la xActivity Bmw (trazione integrale, motore 6 cilindri
in linea da 231 Cv; 4,55 m di lunghezza, grandi spazi abitabili: ci
stanno 2 mountain bike) e la
Pikes Peak Quattro Audi disegnata dallo stilista italiano Walter de’ Silva (trazione integrale
permanente, motore V8 da 500
Cv). Coreani e giapponesi brillano con l’OLV (Outdoor Lifestyle Vehicle) Hyundai il cui posteriore si trasforma addirittura in
Maserati
Kubang.
Audi Pikes Peak.
Mercedes Classe E “Estate”.
Rolls Phantom.
Bmw Activity.
Dodge Kahuna
LE NOVITÀ DI DETROIT
letto; con il Lexus (marchio di
lusso della Toyota, che presenta
la Senna) RX 330, ricco e ambizioso. Con il concept Slice della
Kia o ancora con lo Studio E della Honda.
Curiosa davvero la formula
del Ford Freestyle FX: pare una
classica station wagon sette posti, invece basta premere un pulsante elettrico e diventa un pick
up perché il posteriore della carrozzeria rientra, liberando il piano di carico.
Ma Detroit ha celebrato un altro debutto importante, quello
della nuova Rolls Royce Phantom. Non si tratta in questo caso
soltanto di un modello inedito: la
più famosa casa del mondo, che
ha motorizzato re, regine e Paperoni di ogni continente, ha infatti cambiato padrone. Dalla
Volkswagen (che detiene ancora
il marchio della gemella Bentley) è passata alla Bmw,
nell’ambito di una sfida del lusso tutta tedesca. I nuovi padroni
hanno costruito uno stabilimento modello a Goodwood, nel
Sussex, e la Phantom rappresenta il primo gioiello della nuova
era. Tutto in linea con la tradizione (anche se il motore non è
più inglese, bensì un potente V12
Bmw di 7 litri e 338 kW per una
velocità autolimitata a 240
l’ora): grande cura degli interni
con pelli, legni e velluti, ombrelli inseriti nelle porte posteriori,
perfino la famosa statuetta sul radiatore (Spirit of Ecstasy) retrattile per evitare che venga trafugata nei parcheggi.
La rivale diretta di questa Rolls (costo 320 mila euro più tasse)
è sicuramente la Maybach, già
vista in Europa ma portata al debutto americano dalla DaymlerChrysler. Per non essere da meno, la Cadillac ha esposto un prototipo “assurdo” e per certi aspetti inebriante, la Sixteen a quattro
Kia Slice.
Lamborghini Barchetta.
Cadillac
Sixteen.
20
ruote sterzanti: basta dire che nel
cofano battono mille cavalli e
che la velocità massima sviluppata dal motore 16 cilindri da
13,6 litri, se non fosse autolimitata, supererebbe i 300 l’ora. Detroit ha segnato inoltre l’esordio
mondiale della Mercedes Classe
E Estate, elegante station wagon
che abbina le varie tecnologie e
le molte motorizzazioni della
Classe E berlina già in commercio a soluzioni molto pratiche,
come il vano di carico estraibile
per facilitare l’alloggiamento di
oggetti ingombranti.
Anteprima a Detroit inoltre
per la SL 600 con motore V12 da
500 Cv, che consente al potentissimo roadster Mercedes (con
doppio turbo) di accelerare da 0
a 100 km in 4,7 secondi e di toccare i 250 l’ora (autolimitati). Sul
fronte della sicurezza, spazio alla Classe S con sistema anticollisione Pre-Safe, che predispone
elettronicamente i vari sistemi al
massimo grado di protezione degli occupanti prima dell’eventuale impatto; sul piano ecologico, interessante l’esperimento di
60 Classe A “Fuel Cell” destinate ora anche ai clienti americani
per testare i benefici dell’idrogeno e delle zero-emission (obiettivo ancora molto lontano).
Nel campo delle ultrasportive,
una novità Lamborghini (oggi di
proprietà Volkswagen). L’azienda di Sant’Agata Bolognese ha
presentato un concept derivato
dalla Murcielago, interpretata
per l’occasione in versione “barchetta”. Un modello che potrebbe essere prodotto fra due anni.
L’obiettivo per il 2003 è salire a
mille vetture, con l’arrivo della
nuova Gallardo (motore 10 cilindri da 500 Cv, carrozzeria in
alluminio, cambio a 6 marce o
sequenziale): debutterà a Ginevra e verrà costruita in 600 esemplari da maggio.
■
AUTO-PROTOTIPI
L’idrogeno
si avvicina
U
n anno fa ci chiedevamo a che punto era arrivata l’industria automobilistica nello sviluppo
di automobili funzionanti ad idrogeno, la sola
tecnologia che permette di non avere gas di scarico: parliamo naturalmente del sistema basato sulle celle a combustibile, cioè quelle apparecchiature che producono corrente elettrica grazie alla reazione dell’idrogeno con l’ossigeno dell’aria ed
emettono solo vapor d’acqua.
L’alternativa di usare idrogeno al posto della benzina neldi
le auto normali non ha alcun
Gianni
senso pratico.
Rogliatti
Le più recenti notizie in materia sono che grandi costrut-
tori con in prima fila la General Motors stanno ottenendo
lusinghieri risultati con prototipi a trazione elettrica azionati appunto dalle celle a combustibile o fuel cell. I risultati in
campo tecnico ed economico
sono incoraggianti. Dal punto
di vista tecnico si può dire che
la parte elettrica di trazione sia
ormai pronta, essendo stata già
collaudata sulle auto elettriche
a batteria. La sperimentazione
più avanzata riguarda gli impianti di conservazione a bor-
21
do dei veicoli dell’idrogeno e
si sperimentano i due sistemi,
ad alta pressione (fino a 700
bar) oppure a bassa temperatura (–253 °C ) ed il perfezionamento delle celle a combustibile.
Queste ultime subiscono
una evoluzione continua che
ne ha già ridotto il peso e le
dimensioni per unità di potenza fornita; ma il costo resta per ora ancora un fattore
frenante perché, pur essendo
stato ridotto drasticamente,
secondo i tecnici della GM
una automobile con le fuel
cell costa dieci volte di più di
una normale.
Il grande impegno posto nel
portare avanti la sperimentazione significa che almeno esistono le premesse per arrivare
a costi competitivi entro la fine del decennio. Qualcuno
spera anche prima.
Intanto sono state messe a
punto alcune vetture di serie
equipaggiate col nuovo sistema motopropulsore consistente nella fuel cell, nel convertitore di corrente per azionare il
motore elettrico e nel motore
stesso che non necessita di
cambio di velocità. Tutto il
gruppo trova posto nel vano
motore normale mentre il serbatoio criogenico o le bombo-
le sono collocati sotto al sedile posteriore insieme con altri
accessori.
In tal modo lo spazio interno della vettura non viene sacrificato, mentre è ancora
piuttosto elevato il suo peso
che si può calcolare di circa
200-300 kg superiore a quello del modello a benzina equivalente.
Nel frattempo l’industria
petrolifera si dovrà attrezzare
per produrre e distribuire
l’idrogeno a prezzi competitivi con quello della benzina (e
del gasolio) e possibilmente
utilizzando energie rinnovabili prima dell’esaurimento del
petrolio. Sono in questo modo
si arriverà ad eliminare l’inquinamento e le targhe pari e
dispari.
■
22
Motorlandia
Arriva
la pista
di
Formula 1
Enzo Ghigo.
di
Luciano
Borghesan
I
n un dossier di quasi mille pagine, oggi, c’è la nuova pista di Formula Uno. È sul tavolo del presidente della Regione, Enzo Ghigo, interessato
dall’ex pilota e collega di Forza Italia, Beppe Pozzo,
43 anni, consigliere regionale che siede nell’ufficio
di presidenza di Palazzo Lascaris. Dopo tanta attesa
“Motorlandia” sta per entrare in pole position: per
realizzare l’operazione è stata coinvolta anche l’Automobile Club Italia.
La Regione ha incaricato la
Finpiemonte di elaborare il piano finanziario per verificare la
fattibilità dell’impianto nella
provincia torinese; per il presidente Ghigo se fosse realizzabile il progetto sarebbe “la
chiusura del cerchio: la naturale propensione del territorio al
mondo dell’auto”. Pozzo è ottimista: l’autodromo dal 2005
– in tempo per le attesissime
Olimpiadi – sarà a trenta chilometri da Torino, raggiungibile
in venti minuti di autostrada:
lungo 3500 metri, circondato
da contenitori per una galleria
commerciale ed un expò da 6
mila metri destinata al design e
ai prototipi di modelli automobilistici, con tre ristoranti, un
motel ed una ludoteca. Di fronte al rettilineo del circuito una
tribuna da cinquemila posti,
dietro spazi dedicati a lezioni e
prove di guida sicura, agli appassionati di go kart e del radiomodellismo. La struttura
avrà tre vocazioni: attività
sportive nel fine settimana, industriali dal lunedì al venerdì e
ludico tutti i giorni.
“Motorlandia”, la terra dei
motori, occuperà oltre due milioni di metri quadrati tra Montalenghe e San Giorgio Canavese, il “sogno” ha messo radici lì a trenta metri dal casello
dell’Aosta-Torino, dove ora ci
sono campi, galoppatoio e i resti di uno zoo.
Costerà 67 milioni di euro
veder crescere il progetto elaborato da una società di privati, il cui principale perno è
TRA MONTALENGHE E SAN GIORGIO CANAVESE
Leandro Burgai, il biellese che
ha impiantato Telecittà, gli studi di San Giorgio dove si sfornano fiction note come Centovetrine. Tra i suoi partner nomi
collaudati: Tony Fassina, ex
campione di rally, l’uomo che
gestisce la più grande concessionaria Fiat con un fatturato di
500 miliardi di vecchie lire
l’anno; la Prototipo Spa,
dell’ex direttore generale Ferrari, Giovanni Razelli, proprietaria dell’autodromo di Nardò.
“La Regione – spiega Pozzo
– potrà partecipare alla relizzazione di questa eccezionale
impresa con la Finpiemonte.
Quella zona rientra nelle aree
da rilanciare per cui l’Unione
Europea può stanziare contributi a fondo perduto. Ci sono
imprenditori seri, c’è l’Aci”.
Vero? Il presidente dell’Automobile Club Torino, Pier
Giorgio Re, in un saluto di fine
anno alla stampa aveva anticipato il consenso per quest’operazione che vedeva la simpatia
della Regione: “La presenza
della massima istituzione pubblica piemontese è decisiva”.
Oggi la conferma: “Se c’è la
Regione, c’è l’Aci”, che nella
partecipazione della società
che realizzerà l’opera sarà una
presenza simbolica, ma su
quella di gestione delle gare è
pressoché d’obbligo, come avviene per l’organizzazione del
Gran Premio di Monza, ad
esempio.
Più si approfondisce il programma e più si scoprono ambiziosi traguardi: l’auto, il design, la formula uno, una sinergia industria-commercio-sport
che potrà contare su uno strumento di diffusione proprio con
la tv satellitare. “Burgai è già
attrezzato con la vicina Telecittà, ha mezzi, tecnici, studi”.
Un business, il super investi-
mento dovrebbe dare utili a
partire dal 2014, dando lavoro
per cinquecento posti.
“La pista – spiega Pozzo –
potrebbe essere utilizzata per le
prove di Formula Uno, inizialmente”. Anche in soccorso a
eventuali problematiche riguardanti gli impianti di Monza e Imola. La zona prescelta è
giudicata adatta, facilmente
raggiungibile: parola degli ingegneri Barzani, che hanno
progettato la pista dell’Alfa Romeo e Sala responsabile di Vallelunga. Per l’ambiente intorno
possono esserci inconvenienti?
“Sono stato recentemente in
Giappone, sugli impianti della
Honda, il rumore non è più un
ostacolo, ci sono siepi fonoassorbenti che consentono di poter parlare sottovoce a pochi
metri dal circuito”.
Il copione potrà essere arricchito. Pozzo si lascia andare a ipotizzare una piccola città
dell’auto a poche accelerate
dalla capitale: “Perché non
esporre i prototipi dei famosi
designer torinesi? Molti sono
relegati in magazzini. Perché
non allestire una sezione del
Museo dell’Auto? C’è da fantasticare”. Nel palinsesto di
Motorlandia le speranze diventano numeri, si pensa di attirare almeno un milione di visitatori: e chi ha firmato la previsione è la Costa Edutainment spa, la società che gestisce l’acquario di Genova, una
struttura capace di richiamare
oltre un milione e mezzo di
persone.
Il presidente della Regione,
Ghigo, guarda le immagini del
progetto convinto che si possa
realizzare. Dal 30 luglio scorso
ha quel fotomontaggio sulla
scrivania del suo ufficio: “E la
presenza dell’Aci ci è di
conforto”.
■
24
TORINO
COME CAMBIA
Centro
della
cultura
al Ponte
Mosca
di
Irene Cabiati
U
n villaggio della cultura, non freddo
contenitore di libri e
opere d’arte o di spettacoli a orario fisso, ma un
condominio abitato e vissuto giorno per giorno da
chi inventa, costruisce e
offre cultura e da chi in-
vece ne vuole godere, potendone diventare a sua volta protagonista. È il sogno che Luisella D’Alessandro della Fondazione Italiana per la Fotografia
è riuscita a realizzare aggregando intorno a sé l’entusiamo
dell’amministrazione pubblica
(in particolare di Mercedes
Bresso, presidente della Provincia) e di altre persone che
rappresentano 106 associazioni torinesi attive nei settori delle arti visive, teatro, cinema,
musica, studi storici e sociali,
didattica, conservazione del
patrimonio culturale. Il tempo
che fa esaurire il sogno è il fatidico 2006, quando Torino
sarà una città spumeggiante dopo tutti questi anni di tensioni,
di lavori in corso e di perplessità. Sulla fitta mappa delle novità ci sarà anche il Centro Ponte Mosca nell’area dell’ex Istituto Aldo Moro, nella zona
compresa tra Lungo Dora Firenze, Via Aosta, Via Brescia e
Corso Giulio Cesare, di fronte
al ponte costruito dall’architetto Carlo Bernardo Mosca.
Si è da poco concluso l’esame del progetto di finanzia25
mento e si è fatto avanti un promotore (Garboli e Co.ni.cos di
Roma e Mondovì) che si impegna a costruire il complesso
con il 51 per cento dei fondi necessari ottenenedo in cambio la
gestione trentennale. Se la sua
proposta sarà soddisfacente, si
aprirà una gara d’appalto per
sondare se ci saranno proposte
più soddisfacenti. La spesa restante sarà sostentuta da Re-
IL PONTE
gione (20 miliardi di lire), Provincia (10 miliardi) e Comune
(10 miliardi). I lavori dovrebbero incominciare nel 2004.
L’edificio occuperà un’area di
17 mila e 500 metri quadri con
parcheggio sotterraneo (530
posti) e un giardino attrezzato
di 8 mila metri quadri. Sessanta associazioni abiteranno
il grande condominio e avranno in comune alcuni spazi come la sala mostre, una sala polifunzionale (utilizzabile per
teatro, musica, cinema e conferenze), la Biblioteca Storica
della Provincia, la Biblioteca
del Forum, spazi per la produzione culturale di spettacoli,
aule per la didattica, sale prova, magazzini. Il giardino e il
belvedere (400 mq) potranno
diventare anche luoghi di lettura e spettacolo.
Il villaggio potrà ricevere e
accogliere ospiti nella foresteria (100 posti letto) intorno alla quale sorgerano anche ristoranti, caffè e servizi commerciali. Negli intenti di chi l’ha
voluto, non chiuderà mai le
porte e offrirà eventi a getto
continuo in tutti i giorni
dell’anno, eventi che potranno
essere proposti anche da operatori culturali esterni. L’idea è
brillante e non soltanto perché
darà a tutto il quartiere una nuova luce, ma perché parte con i
presupposti di un’azienda che
vuole crescere senza dipendere
dai finanziamenti pubblici. “Il
terreno – dice Luisella d’Alessandro – è stato offerto dalla
Provincia e gli enti pubblici
contribuiranno a sostenere la
costruzione della struttura, ma
dopo dovremo essere noi a darci da fare con il nostro lavoro e
la nostra intelligenza. Ciascuno dovrà sopportare il peso finanziario di ciò che ha in mente. Questo ci pare un presuppo26
MOSCA
sto fondamentale per dare vitalità al nostro villaggio”.
“Non sarà il rifugio dei diseredati – continua la d’Alessandro –. Saranno ammesse associazioni ed enti che hanno competenza e capacità manageriale
in grado anche di autofinanziarsi. Enti e fondazioni più ricchi
interverranno in maniera più
consistente. Il progetto contribuirà in maniera consistente a
valorizzare tutto il quartiere come punto di richiamo per chi frequenta la cultura, ma anche come luogo di riferimento per chi
ci abita: il nostro giardino sarà
aperto al pubblico come invito
ad entrare nel Centro per assistere allo spettacolo infinito che
ci proponiamo di offrire”.
“Non sarà l’ennesima cattedrale nel deserto” assicura Luisella che, nel 1999, insieme con
altri convinti sostenitori (fanno
parte del comitato Folk club,
Assemblea teatro, Associazione Sotto la mole, Rive gauche,
Immagine e fumetto e Zenit),
aveva sottoposto il progetto alla presidente della Provincia
Mercedes Bresso. “Chiedevamo un vecchio edificio da ristrutturare. Con nostra grande
soddisfazione ci è stato offerto
il terreno di Ponte Mosca che
appartiene alla Provincia”. Di
qui è partita, più consistente,
l’idea della cittadella, un progetto, innovativo perché il Centro si dovrà sostenere con le
proprie forze economiche. Ovvero, gli enti pubblici contribuiscono alla realizzazione
dell’edificio (Regione 10 milioni di euro circa, Provincia e
Comune 5 milioni) a cui parteciperanno anche aziende private per un investimento totale di
circa 40 milioni di euro. Dopo
l’approvazione del Project financing (entro ottobre) partirà
la gara d’appalto per la costru-
zione dell’edificio il cui studio
preliminare è stato affidato alla Mares (Movimento architettura ecosostenibile) con i suggerimenti del Forum.
Dopo l’inaugurazione, una
parte delle associazioni trasferirà la propria sede in lungo Do27
ra (fra queste la Fondazione per
la Fotografia) intanto si attiveranno iniziative e manifestazioni culturali contando sulla
possibilità di risparmiare sui
costi, lavorando in sinergia e
offrendo i locali in affitto ad altre associazioni.
■
PIEMONTE
DA SCOPRIRE
Tra
osterie,
cave
e certose
nella
provincia
Granda
I
Il caffè Roma a Barge.
l Monte Bracco, singolare microregione alpestre
e contadina, una delle piccole meraviglie piemontesi, è iscritto grosso modo in un triangolo,
con un cateto che guarda la valle Po, l’altro la piccola valle Infernotto e l’ipotenusa volta a oriente sulla pianura. Sei i comuni che gli stanno ai piedi: Barge, Envie, Revello, Rifreddo, Sanfront e Paesana.
Tutti in provincia di Cuneo.
Un microcosmo appartato, come immagine mondana, lontano dai barabba del
turismo mangione e rumoroso,
ma celebrato e amato da quanti lo abitano, sopra e sotto. Di
recente però è stato inserito nei
circuiti turistici regionali, ed è
stata anche stampata una bella
cartina con le strade, i sentieri,
cappelle, cascine, incisioni ruFoto
pestri. Il tutto battezzato: “La
e testi
montagna di Leonardo”, sfrutdi
tando una piccola annotazione
di Leonardo da Vinci (il manoRenato
si trova nell’Archive
Scagliola scritto
National di Parigi), che nel
1511 scrisse a proposito delle
pietre che si cavano ancora nella zona: “Monbracho, sopra Saluzzo, sopra la certosa, un miglio a piè di Monviso, a una miniera di pietra faldata, la quale
e biancha come marmo di car-
rara, senza machule, che è della dureza del porfido, delle quali il mio maestro Benedetto
scultore a impromesso donarmene una tabuletta per li colori…”.
Nel bel pieghevole edito con
vari contributi pubblici, e distribuito in tutti i comuni della
zona, si legge: “…Una balconata di fronte al Monviso e al
Po, da cui affacciarsi entrando
in un grande laboratorio geologico, botanico e faunistico, un
infinito, vertiginoso libro dove
leggere le testimonianze affascinanti della preistoria: le incisioni rupestri, lontani segni di
un passato ormai al confine della fantasia. Ma sul Monte Bracco si percepiscono altri segni:
quelli del lavoro di tante genti
che hanno trasformato la montagna, lavorandone la pietra
con infinite fatiche nelle antiche cave, l’incanto e il rigore
dell’architettura contadina, il
fascino delle misteriose barme,
la complessità del reticolo dei
percorsi rurali che si snoda sulla montagna, e le diversità del
28
paesaggio costruito dall’uomo,
inserito in un ambiente austero
e di affascinante bellezza con
un’armonia creativa cui è necessario riflettere…”
Su un’ampia sella del monte, tra boschi castagni e vaste
macchie di felci, a 900 metri di
quota, giusto sullo spartiacque,
c’è la Certosa, la Trappa, proprio quella citata da Leonardo.
I frati se ne sono andati nell’800, e il convento già esistente nel XIII secolo come romitorio, ben conservato nelle
sue strutture medioevali, completamente in pietra e con tetti
di lose, è stato frazionato in tanti piccoli appartamenti e casette di villeggiatura, rimanendo
un luogo fascinoso, con la chiesa, dove ancora officia, ogni
tanto il parroco di Barge, i resti
del chiostro, un piccolo intrico
di porticati e passaggi coperti,
l’ingresso ad arco, silenzi. Al
posto della vechia scuola c’è
l’Osteria del Convento, che
promette polente, funghi e cacciagione tutto l’anno. Gli anziani raccontano che fino a pri-
TRA BARGE, REVELLO,
ma della guerra c’erano sessanta bambini che frequentavano le elementari, e dozzine di
famiglie che vivevano della
scarsa agricoltura montana, e si
andava a fare la spesa a Barge
a piedi.
Nelle belle giornate – siamo
su un invidiabile belvedere – si
vede proprio di fronte la piramide del Monviso, e uno racconta che con gli amici si facevano segnalazioni con uno
specchietto – al mattino col sole di fronte – dal rifugio Quintino Sella ai piedi del Viso, che
sta diritto davanti al naso verso
ovest. L’unica carrozzabile per
salire parte da Barge, con otto
chilometri circa di buona strada asfaltata in mezzo ai boschi.
Altre carrarecce poco praticabili vanno un po’ dappertutto e
una fino alla cima più alta, 1300
metri, segnata da una grande
croce. Per iniziativa di alcuni
volontari sono stati ripuliti e segnalati sentieri in quota che circumnavigano tutto il monte,
con un anello di 22 chilometri,
percorribile a piedi, in mountain bike, a cavallo, mentre sono note e frequentate da anni alcune palestre di roccia con tiri
attrezzati, nei territori dei comuni di Envie e Sanfront. In
quest’ultimo, tra l’altro, c’è un
magnifico esempio di barma o
balma – vocabolo di probabile
origine celtica che significa riparo sotto roccia – ed è la famosa Balma Boves, sito di almeno duecento anni e tutt’ora
usato – minuscolo insieme di
abitazioni e stalle costruiti sotto tetti naturali, e quindi sistema economico e intelligente di
sfruttamento dell’ambiente.
La montagna degrada a ovest verso le valli Po e Infernotto, mentre strapiomba vertiginosa, boscaglie impraticabili,
forre, dirupi verticali, verso la
Tre immagini
di Barge.
RIFREDDO, ENVIE, SANFRONT E PAESANA
pianura e il comune di Envie.
Qui tra l’altro, su un ampio territorio collinare, una specie di
panoramico terrazzamento declinante che comincia dove finiscono le falesie, dopo i castagni, è tutto un frutteto, dove
si coltiva la speciale Mela grigia di Torriana (che è una frazione di Barge), pesche e soprattutto kiwi, che dicono crescono meglio che altrove, perché d’inverno non gela mai, anche se la pianura scende a temperature siberiane. Un tempo
circolava addirittura la leggenda che il Monte Bracco era di
origine vulcanica, e per questo
era più caldo del territorio circostante. Ma era una storia un
po’ come quelle delle masche.
Tutta la zona è piuttosto ben
conservata, come paesaggio e
antropizzazione, con belle case
di pietra, stalle, piloni votivi e
tutta perfettamente coltivata a
frutteti, vigne comprese, tanto
che i bei terreni agricoli, valgono piccole fortune. Qui tra
l’altro opera da una ventina
d’anni il “Gruppo di Ricerca
Mare tera”, che ha anche allestito un piccolo museo etnografico in una vecchia grangia,
denominato La Brunetta, raccogliendo utensili e attrezzi,
oggetti, abiti, monili, legati alla vita contadina; non solo, ma
lavorando sul recupero di cultura orale, dai canti alle conte,
alle testimonianze di cavatori e
boscaioli, realizzando alcuni
quaderni di cultura popolare e
musicassette di canti tradizionali.
Una curiosità di Barge sono
le risaie – poche, rispetto alle
immense superfici vercellesi e
novaresi – ripristinate in regione Crocera, riprendendo una
tradizione che risale al XV secolo. Dicono che il riso di qui
sia particolarmente pregiato
per la purezza dell’acqua in cui
nasce e cresce, e che scende copiosa appunto dal Monte Bracco. Il paese – settemila abitanti – è molto gradevole, con un
centro storico di portici bassi e
botteghe; visto dall’alto è una
distesa di tetti di lose e comignoli di mattoni, di rara bellezza architettonica, dominato
dalla mole della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista,
un solido esempio di barocco
piemontese, disegnata da Francesco Gallo, regio architetto
militare dei Savoia. Il Gallo, fu
tra l’altro, autore della straordinaria cupola ellittica del santuario di Vicoforte, che dicono
la più grande al mondo in muratura. Tra le navate, oltre ad un
monumentale organo di tremila canne, firmato dai maestri
Collino di Pinerolo, c’è un busto di Carlo Alberto, che in
quanto del ramo Savoia-Carignano, fu anche conte di Barge, e volle mantenere, modestamente, solo quel titolo, anche durante l’esilio in Portogallo. Il paese da secoli si regge, come il vicino Bagnolo,
sull’estrazione e lavorazione
della pietra, e da qualche anno
i vecchi cavatori e scalpellini
locali sono stati quasi tutti sostituiti da lavoratori cinesi,
quasi trecento, che hanno costituito una solida, silenziosa
comunità, aprendo anche un ristorante proprio.
L’attività estrattiva – come
scrive Giorgio Di Francesco –
diventò un’importante industria nel 1930, quando l’industriale zurighese Richard Hess,
fondò la società anonima La
Quarzite, che dava lavoro, solo nelle cave, a 350 operai, senza contare gli altri addetti in
paese. Oggi sono ancora due le
aziende che lavorano su giacimenti di proprietà comunale: la
L’osteria
del convento.
Il Monte Bracco.
La Certosa della Trappa.
PIEMONTE
DA SCOPRIRE
Quarzite di Ferrario e le Cave
Gontero. Da un censimento del
1897, sappiamo invece che erano ben 31 i piccoli artigiani
operanti in paese, saliti a 82 nel
1905. Quasi tutto il materiale
era lavorato in quota, ed era trasportato a valle su slitte di legno – le lese usate da sempre in
montagna per portare a valle
fieno, legname, cariche vari –
poi trasferito su carri e inviato
ai committenti soprattutto a Torino, dove arrivava su chiatte
che navigavano il Po da Villafranca Piemonte fino alla capitale sabauda. Non solo, ma il
commercio era talmente florido e redditizio, che nacquero
due tronchi ferroviari, il BargeBricherasio, aperto nel 1885 e
chiuso nel 1966, e la tranvia
Barge-Revello, aperta nel 1915
e chiusa nel 1935.
Dalle cave del Monbracco, si
estraggono gneis e quarzite (il
primo termine deriva dal tedesco arcaico che significa grezzo, ruvido), mentre la seconda
qualità indica una pietra chiara, detta Bargiolina, che può
avere tonalità diverse: oliva,
giallo, grigio.
E che fu ed è utilizzata soprattutto per pavimenti, che divennero una peculiarità delle
pavimentazioni del barocco
piemontese, usati per chiese e
palazzi, accostando il grigio e
il giallino, come si vede ancora dappertutto. Il gneis invece,
genericamente indicato come
pietra di Luserna, fu usato in lastre per coprire tetti, lastricare
strade, e in monoliti per stipiti,
soglie, colonne, ma anche fontane, abbeveratoi per animali,
manufatti diversi, che oggi sono diventati oggetti d’antiquariato, con prezzi da capogiro.
I selvatici del Monte Bracco.
Ce n’è ancora abbastanza nonostante tutto. Tra i mammifeIl Castello
di Envie.
La Balma Boves a Sanfront.
ri sono arrivati negli ultimi anni cinghiali e caprioli. C’è qualche lepre, e minilepri, una specie reintrodotta dai cacciatori e
che si riproduce in maniera
esponenziale. Dei roditori – le
ricerche sono di Costanzo Lorenzati e Mario Chiabrando –
sono presenti i soliti scoiattoli
(pochi), il ghiro, il moscardino,
il topo campagnolo, predati da
mustelidi come donnole e faine, e dalla volpe. Ci sono anche
tassi, dalle elusive abitudini
notturne, mentre la lontra è definitivamente estinta. Tra gli
insettivori il riccio, la talpa e il
toporagno, mentre per fortuna
sopravvivono piccole colonie
di pipistrelli nei ripari sotto roccia più profondi. Sugli strapiombi nidificano poi poiane,
gheppi, sparvieri, l’astore, e
perfino alcune coppie del raro
falco pellegrino. È stato anche
segnalato qualche esemplare di
biancone, detto anche Aquila
dei serpenti per via delle prede
preferite. Di notte infine si sentono i richiami della civetta e
dell’allocco. Insomma un discreto serraglio domestico. ■
Ancora Barge.
TORINO COME
1937: la Lancia Artena-Eiar
in piazza Castello.
Quando inventammo
la radio
I
l 6 ottobre 1924 andava in onda la prima trasmissione radiofonica per l’Italia. A fare da madrina
fu Maria Luisa Boncompagni, la prima “signorina buonasera” della radio che alle ore 21 da Palazzo
Corradi in Roma, dove era stato improvvisato una
specie di studio con drappeggi in stoffa alle pareti,
diede lo storico annuncio attraverso un microfono
“elettrodinamico” con queste parole: “URI, Unione
Radiofonica Italiana, stazione di Roma: concerto
sinfonico inaugurale”. C’è da
dire che gli ascoltatori della sera furono pochissimi perché
di
pochissime erano le radioriceventi: la maggior parte degli
Edoardo
neppure si accorse di
Massucci italiani
quanto era avvenuto. A possedere un apparecchio radio
(quasi sempre a galena cioè con
l’ascolto in cuffia) erano a quel
tempo pochi amatori dilettanti
che in genere se li costruivano
con le loro mani. Da quel momento inizia la storia della radio italiana che al principio si
chiamava URI (Unione Radiofonica Italiana), nel 1928 divenne EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche) e infine
RAI nel 1944. Dopo Roma
vennero inaugurate nuove stazioni: nel 1925 toccò a Milano,
poi seguirono Napoli, Bolzano,
Genova e nel 1929 Torino, che
divenne il centro più importante negli anni Trenta.
I primi anni della radio furono a dir poco avventurosi e i
pionieri si trovarono di fronte a
difficoltà inimmaginabili. Era
un mondo tutto da scoprire e la
“scatola parlante” ogni giorno
riservava nuove sorprese. Ma
bastarono pochi anni agli ardimentosi uomini della URI per
organizzarsi e dar vita ad innumerevoli iniziative che contribuivano giorno per giorno a migliorare i programmi e a ren32
derli sempre più graditi agli
ascoltatori. Si partì con qualche
notiziario, delle conferenze,
qualche concerto per passare a
trasmissioni di prosa, varietà,
musica leggera, rubriche per
bambini, opere liriche, collegamenti esterni, interviste, radiocronache. Già: collegamenti
esterni, interviste, radiocronache.Una nuova frontiera. Per
dare immediatezza all’informazione e garantire fedeltà agli
avvenimenti non bastava più
trasmettere dagli studi, ma occorreva muoversi e andare incontro ai fatti. Se ne resero conto presto i dirigenti e gli operatori dell’EIAR che non tardarono a mettere l’automobile al
servizio della radio. Nel 1930
entravano così in servizio le
prime “radiomobili”: erano due
grossi furgoni Ceirano appositamente attrezzati per effettuare collegamenti esterni, realizzare cronache e interviste e
all’occorrenza fare da ponte
con le stazioni radio. Già di un
certo livello l’attrezzatura tecnica che consisteva in due grossi altoparlanti, uno dei quali
montato sul tetto e udibile a
quasi un chilometro di distanza, due apparecchi per effettuare registrazioni su disco (il
nastro non esisteva ancora) e
una cabina interna “imbottita e
schermata acusticamente” per
ospitare intervistati e intervistatori. Questi due veicoli vennero impiegati per cogliere
l’attualità e diffondere i più importanti avvenimenti del tempo: discorsi del duce, del re, del
papa e di altre personalità, cerimonie civili e militari, commemorazioni e gare sportive.
Delle due “radiomobili” Ceirano sono rimaste un paio di fotografie dell’epoca e null’altro.
Nata la “Balilla” l’EIAR si
dotò di un nuovo mezzo più
ERAVAMO
moderno e più agile per le proprie necessità: vennero scelti
due camioncini “Balilla 4 marce” (1934) sul cui piano di carico era installata una apparecchiatura per registrazioni su disco: queste piccole vetture erano impiegate soprattutto per ottenere effetti sonori dal vivo
che poi servivano per animare
trasmissioni di prosa, rivista e
varietà. Le vetturette si spostavano in ogni luogo: dalle stazioni ferroviarie alle caserme,
dalle aie di campagna alle officine, dai porti ai campi d’aviazione, perfino nelle risaie dove
una volta, per registrare di notte il gracidio delle rane, una Balilla restò impantanata nel fango fino al mattino. I macchinari montati su queste prime autovetture dell’EIAR erano molto pesanti e non certo pratici da
manovrare: una puntina incideva sul disco un solco che, procedendo a spirale dall’interno
verso l’esterno o viceversa, registrava i vari suoni; occorreva
da parte del tecnico molta abilità e prontezza per cogliere
l’attimo giusto e non sprecare
materiale. Una rara fotografia
dell’epoca mostra una Balilla
al Casello autostradale di Brandizzo sulla Torino-Milano dove riprendeva i passaggi delle
auto; qui fu pure fotografata
una Bianchi “Freccia S9” con
la quale gli inviati speciali
dell’EIAR seguirono il Giro
d’Italia del 1936. L’elegante
vettura era bicolore con scritte
“EIAR” sulle fiancate.
Nel 1937 l’ente radiofonico
compiva un salto di qualità
presentando una coppia di speciali vetture per il servizio di
registrazione in esterno. Si
trattava di due splendide Lancia “Artena” carrozzate Viotti
di colore azzurrino metallizzato, due “studi mobili” dotati
1940: la Fiat 1100 coloniale sulla collina torinese.
delle più moderne attrezzature
per produrre dischi di pronto
ascolto all’acetato di cellulosa. Ciascuna vettura montava
due giradischi che permettevano la registrazione continua
con passaggio istantaneo da un
disco all’altro. Pure installati
un amplificatore microfonico
a quattro ingressi, un misuratore di livello e un amplificatore di potenza; e sul tetto esisteva una postazione microfonica per il radiocronista. Le
due “Artena” percorsero in
lungo e in largo tutta la Penisola e una era ancora in servizio dopo la guerra. Non vi fu
avvenimento a cui mancarono:
una serie di rare fotografie le
ritraggono alle grandi manovre, ad un concorso ippico,
all’Accademia Navale di Livorno, a Redipuglia, a Cortina
d’Ampezzo. Fu propria una di
queste vetture “Artena” (targata 44723-TO) la prima automobile ad entrare in piazza
S. Marco a Venezia. Naturalmente per effettuare la radiocronaca di un avvenimento.
Se nelle principali città tutti
poco per volta avevano preso
confidenza con la radio, non altrettanto poteva dirsi per la gente di campagna. L’EIAR si impegnò così in una capillare opera di propaganda nei paesi e
nelle borgate per avvicinare
questo pubblico digiuno di radio e per farne possibilmente
33
1934: la Balilla al casello di Brandizzo.
Accanto, la Bianchi Freccia poi usata nel Giro d’Italia del 1936.
Due immagini della Fiat 508 C.
LE PRIME AUTO DELLA RADIO
1930: la radiomobile Ceirano.
1937: l’Artena
a Venezia.
dei nuovi abbonati. Nacque così la “Radio Rurale”. Per questi giri di propaganda si ricorse
ancora all’automobile e alcune
Fiat “508 C” (o “1100”) con la
scritta EIAR si avventurarono
sulle polverose strade di campagna e sui monti portando la
voce della radio nei villaggi e
nei più sperduti casolari. Le
stesse vetture vennero anche
usate come mezzi ausiliari in
occasione di avvenimenti sportivi come il Giro d’Italia.
La guerra era ormai alle porte e anche all’EIAR ci si pre-
1945: il “Giuseppone” Dodge del dopoguerra.
parava ad andare al fronte. Non
occorreva essere grandi strateghi per prevedere che le “radiomobili” avrebbero giocato
un ruolo importantissimo sui
vari teatri d’operazioni. Nel
1940, a guerra già iniziata,
l’EIAR aveva commissionato
una coppia di autovetture
“1100” tipo coloniale appositamente attrezzate per seguire le
operazioni militari in Cirenaica dove occorrevano mezzi
adatti alle particolari condizioni ambientali. Le due auto furono preparate in breve tempo
e dopo alcuni giri di prova sulla collina torinese (di cui esistono due foto) si misero in movimento per raggiungere il
fronte. Purtroppo non arrivarono mai in Libia: nuove di zecca, con il loro carico di modernissime apparecchiature, colarono a picco in seguito al siluramento della nave che le trasportava da Napoli a Tripoli. E
la loro voce tacque per sempre.
Era il 1941.
Dopo la guerra e tutte le distruzioni che ne erano seguite
la radio italiana dovette arrangiarsi con quello che c’era e il
primo veicolo disponibile fu
un mezzo di fortuna: i tecnici
lo battezzarono affettuosamente il “Giuseppone” (per
non chiamarlo “Gippone”) e
altro non era che un Dodge
americano residuato bellico su
cui era stata montata una attrezzatura di fortuna, ma comunque validissima per riprese esterne. Fu molto utile negli
anni della ricostruzione e ancora nel 1949 fece parte della
carovana al seguito del Giro
d’Italia. In quell’anno comunque il parco autovetture della
RAI era già quasi completamente rinnovato con veicoli
Fiat, Lancia e Alfa Romeo. Il
resto è storia di oggi.
■
34
1950: Galassini, Angelini,
Duo Fasano, Pizzi e Togliani.
di
Maurizio
Ternavasio
S
i chiamava Cinico,
ma era proprio all’opposto: un uomo
gentile, ben disposto nei
confronti di tutti, discreto
nella sua compostezza
molto piemontese. In verità il vero nome di battesimo era Angelo, che dal
diminutivo Angelino era stato
definitivamente storpiato in
Angelini, mentre Cinico era il
cognome.
Dunque, Angelo Cinico nasce a Crescentino, vicino a Vercelli, nel novembre del 1901.
Rimasto presto orfano di madre, viene cresciuto dal padre
calzolaio che lo incoraggia nella passione per la musica. Così, dopo aver lavorato per qualche tempo nella bottega paterna, a dodici anni si iscrive al
Conservatorio dove studia violino. Nonostante sognasse di
TORINO COM’ERAVAMO
sigla dell’orchestra, mutuata da
una canzone americana di Rogers (“Ma dove e quando mi apparisti tu…”) viene sostituita
d’imperio dalla ben più rassicurante “C’è una chiesetta
amor…” di chiara impronta nostrana. In ogni caso grazie a lui
molti altri cantanti alle prime
armi (Ernesto Bonino, il Trio
Lescano, Alberto Rabagliati…) diventano popolari più dei
divi pallonari Meazza e Piola.
Nel frattempo in Italia arrivano per vie traverse i brani
americani che piacevano tanto
ai giovani, anche se la censura
tramuta nella goffa “Pepe sulle
rose” la celeberrima “Honeydiventare musicista classico,
gli inizi lo vedono nel ruolo di
strumentista in un’orchestrina
che di sera si esibiva in piccoli
locali di periferia; di giorno invece si guadagnava da vivere
come disegnatore in uno studio
professionale.
In seguito viene scritturato
dalla sala danza Gay, che aveva la sede estiva lungo il Po e
quella invernale in via Pomba:
erano gli anni in cui a Torino
andava per la maggiore il “valzer esitation”, di cui il sodalizio guidato da Angelini diviene presto il migliore interprete.
Sul finire degli anni Venti
Angelini, desideroso di nuove
esperienze e voglioso di mettersi alla prova in contesti diversi, decide di “attraversare il
brodo” (come si diceva di chi
all’epoca andava in America
via mare) per conoscere da vicino la musica d’oltreoceano,
sino ad allora soltanto vagheggiata. Dopo le lunghe tournée a
Curacao, Caracas e New York,
dove si invaghisce del jazz, il
promettente musicista torna a
Torino per dedicarsi agli arrangiamenti e agli adattamen-
ti delle canzoni e dei ritmi
americani.
Dopo essere entrato a far parte del diretto dal giovane collega Pippo Barzizza, nel ’31 mette finalmente su il suo primo,
vero, grande gruppo, inizialmente chiamato Perruquet
Royal. Proprio dal capoluogo
piemontese inizia la rincorsa al
successo del giovane maestro,
il primo a trasmettere in diretta dall’Eiar (la futura Rai) di via
Verdi un programma di canzoni eseguite da un’orchestra italiana. Per cinque anni la sua
musica entra nelle case di mezza Italia, deliziando i non ancora numerosissimi possessori
dei costosi apparecchi radio e
portando al successo Otello
Boccaccini, Oscar Carboni,
Dea Garbaccio, Carlo Buti e Lina Termini. Intanto viene chiamato in pianta stabile ad esibirsi nel palazzo rosso di via
Verdi, la sede di Radio Torino,
dove perfeziona sempre più
uno stile tendente allo swing
che pure non piaceva agli autarchici funzionari del regime,
che cercavano di privilegiare la
melodia nazionale. Tanto che la
35
suckle rose”, e “Le tristezze di
San Luigi” (il famoso “Saint
Louis blues”) veniva eseguito
da Luigi Braccioforte, meglio
conosciuto come Louis Armstrong. Il calmo e apparentemente distaccato Angelini, che
più che muovere le mani dirigeva con gli occhi i movimenti, i tempi e le inflessioni dei
suoi musicisti, riesce comunque a farla spesso in barba ai
censori proponendo, abilmente
camuffati, i nuovi motivi stranieri.
Nel 1941, alla morte dell’amata moglie Clara, il direttore d’orchestra inserisce in re-
A tavola
con Carla Boni
e Gino Latilla.
Sopra: col
Duo Fasano.
TORINO COM’ERAVAMO: I TEMPI DI ANGELINI
Ancora con il
Duo Fasano
a Bari,
Epifania 1957.
pertorio un brano (“Un angelo
dal ciel”) composto in sua memoria dall’accoppiata Nizza e
Casiroli. L’Italia di allora era
un paese dai gusti musicali ancora caserecci, dominati dalle
passioni innocenti e dalle gelosie ricorrenti, dalle nostalgie
passeggere come dagli amori
finiti repentinamente che il
maestro, con divertito rigore,
sapeva interpretare come pochi
altri.
Nel dopoguerra Angelini,
che intanto era andato ad abitare all’ultimo piano di un bel palazzo di via Goito, subisce l’onta dell’epurazione per aver suo-
nato in un ospedale da campo
della Repubblica Sociale Italiana. Erano, quelli, anni davvero difficili: il conflitto aveva
provocato danni inimmaginabili nelle piazze, nei corpi e nelle menti.
Dopo la riabilitazione, la sua
orchestra raggiunge il massimo
splendore nonostante la grande
rivalità con il sanremese Pippo
Barzizza, che lavorava invece
all’Eiar di Milano: i loro successi avevano diviso gli italiani in due distinte fazioni che si
sintonizzavano alla radio per
ascoltare esclusivamente la
musica dell’uno o dell’altro.
Ad Angelini va riconosciuto
il merito di aver attribuito al
cantante solista un ruolo centrale all’interno dell’orchestra,
e di aver fatto ballare, al ritmo
delle sue canzoni, intere generazioni di giovani. Esiste una
ricca aneddotica riguardo al carattere del musicista, personaggio carismatico e riservato ma
pure ricco di umanità nonostante la scarsa loquacità. Si favoleggiava sullo sguardo severo che intimoriva chiunque
(sembra che un’occhiataccia
abbia fatto svenire Amedeo
Parlante, divo della canzone
napoletana del dopoguerra) e
sul fatto che obbligasse gli interpreti, anche quando non cantavano, a rimanere in piedi ore
ed ore per imparare. In realtà
non era un despota, ma solo un
serio professionista che detestava l’improvvisazione.
Altri cantanti che hanno fatto la storia della musica italiana del dopoguerra gli devono
molto, se non tutto: Gino Latilla, Carla Boni, Achille Togliani e Nilla Pizzi (con la quale era
stato a lungo fidanzato) si imposero facendo leva su quel rinnovamento nel solco della tradizione da lui tenacemente pro36
pugnato, anche se la melodia
veniva spesso modernizzata da
qualche spunto d’oltreoceano.
Il 1951 è l’anno del primo festival di Sanremo. È Angelini a
presentarlo, anzi a lanciarlo.
Trionfa Nilla Pizzi, l’ex sartina
bolognese, con “Grazie dei
fior”. Nel ’53 si risposa quasi
in segreto con Mimma Sanvito, di 24 anni più giovane, l’anno successivo viene pensionato anticipatamente dalla Rai. Il
direttore d’orchestra, arrangiatore ma anche insuperabile talent scout e scopritore di voci
nuove, cui bastava ascoltare le
prime note emesse da un cantante per giudicarlo, viene presto richiamato con tante scuse:
anche se i tempi erano cambiati, fa ancora in tempo a scoprire una interprete sconosciuta,
nome d’arte Sabrina, da lui definitivamente battezzata come
Milva.
Una decina d’anni più tardi
abbandona definitivamente le
scene. Ciò nonostante nel ’73
si ripresenta con l’inconfondibile mise bianca alla Bussola di
Viareggio in compagnia delle
“voci” dei suoi tempi: Latilla,
il Duo Fasano, Pizzi, Boni e Togliani. Quella sera, mentre gli
occhi gli brillavano di gioia,
qualcuno gli chiese perché non
avesse mai scritto una canzone.
E lui, pacato, rispose: “Vede,
per anni sono stato un impiegato pubblico della Rai. Se
avessi composto dei brani, gli
altri direttori d’orchestra si sarebbero sentiti obbligati ad eseguirli; ed io, in cambio, avrei
dovuto suonare i loro, anche se
brutti. Non potevo farlo: il pubblico merita rispetto e onestà”.
La sua ultima lezione di stile.
Nel ’83 Angelini si congeda
dalla vita dove un breve ricovero al Policlinico Gemelli di
Roma.
■
SPETTACOLI
Corto Maltese
diventa
un cartone
V
edremo finalmente Corto Maltese sul grande
schermo. In disegni animati. Un cartoon di lungometraggio atipico, lo definisce il parigino
Pascal Morelli che ne firma la regia, perché a differenza dell’intera (o quasi) altra produzione simile,
vuole coinvolgere un tipo particolare di spettatore,
anche giovanissimo certamente, comunque in confidenza con le avventure disegnate di Hugo Pratt,
all’interno delle quali Corto è un moderno mito simbolo di libertà. Cinque anni di
lavoro per dar vita non, come si
era pensato in un primo momento, a “Una ballata del madi
re salato” che rappresentò il dePiero
butto del personaggio, letteralZanotto
mente pescato dalle acque dei
Mari del Sud, nel 1967. Bensì
a “Corte Sconta detta Arcana”
di sette anni più tardi che vede
il marinaio giramondo nella
sua completa maturità psicologica. Insieme all’ispido amiconemico Rasputin.
Più lineare narrativamente,
dice Pascal, sia pure snodata su
scansioni che non lasciano respiro. Tutta giocata, con partenza da una specie di visione
onirica veneziana che vede
Corto, nella Corte Sconta del titolo situata da Pratt in Ghetto,
insieme alla enigmatica “sacerdotessa” nera di San Salvador
di Bahia chiamata Bocca Dorata. Un 34 dicembre poiché,
spiega la donna senza età (dice
d’essere già stata in Ghetto nel
1300 col cabalista Marcello
Giudeo) a Venezia gli anni sono sempre un poco più lunghi...
Una specie di antefatto questa parentesi veneziana, sul
quale avanzano i titoli di testa
per poi passare al vero inizio
della storia, nel 1919, in quel di
Hong Kong. E si tratta del favoleggiato treno blindato
dell’ammiraglio russo Kolchak
che trasporta l’oro del governo
controrivoluzionario e che in
ragione di questo suo carico
scatena una autentica caccia al
tesoro da parte di varie figure.
Lungo un itinerario che dalla
Russia porta in Manciuria attraversando Siberia e Mongolia. E Corto che porta il suo aiuto alle Lanterne rosse che gli
avevano salvata la vita, incrociandosi con una società segreta cinese e confrontandosi con
una minuta attiva gentile ragazza con gli occhi a mandorla, definita “panasiatica”, ovvero Shangai li.
Cinque anni di lavoro preceduti da vari tentativi, come
quello, rivelatosi disastroso, di
affidare le prove grafiche di
animazione ad una équipe coreana. Sotto la consulenza di
Patrizia Zanotti che è stata a
37
lungo collaboratrice del Maestro di Malamocco, fino alla
sua scomparsa a Losanna nel
1995. Morelli, estimatore fin
dalla fanciullezza di Pratt e con
un curriculum alle spalle segnato da varie esperienze nel
cinema disegnato, ha lavorato
sulla fedeltà fisica del personaggio, preoccupandosi di trasferire nel racconto i retroterra
culturali del romanziere-disegnatore che traspaiono in molte situazioni e che rimandano a
tanta letteratura e in egual misura a certo particolare cinema
SPETTACOLI
esotico d’avventura appartenente alla Hollywood, soprattutto, degli anni trenta.
V’è stato il problema delle
creazioni degli sfondi scenografici che in Pratt sono spesso
soltanto suggeriti. E la scelta,
ardua, delle voci e del tono da
dare alla battute. Corto nella
versione francese parla con
quella di Patrick Berry. Assicura Pascal Morelli, ferma e sicura con una nota appena accennata di ironia.
Frutto di una multipla coproduzione che vede unite
France 2 Cinema e Raifiction
con la partecipazione di Canal+
e Tele+. “La Cour Secret des
Arcane” (questo il titolo francese), è già uscito sugli schermi d’oltre Alpi. Ci sono contatti con De Hadeln neo direttore della Mostra del Cinema di
Venezia per farne oggetto di
un’anteprima di spessore
straordinario al Lido. Viene a
coronare un sogno ch’era già di
Pratt fin dagli anni sessanta.
Quando i giornali di categoria
uscirono a tutta pagina con un
flano figurato che annunciava
il film “Corto Maltese”. Dal vivo, con attori. Tentativi come i
successivi (Pratt ci confidava
che era stato anche contattato
da collaboratori di Steven
Spielberg) finiti nel nulla. Hugo avrebbe voluto per il suo
Marinaio con l’orecchio inanellato Burt Lancaster. Dopo
averlo visto nel film “Il trono
nero” dove l’attore vestiva per
pochi attimi proprio il costume
di Corto. Ma Lancaster passando il tempo non aveva più l’età
giusta.
Il debutto avviene ora attraverso il cinema di animazione.
In fondo si tratta del parente più
stretto del racconto composto
da sequenze di quadretti disegnati.
■
Il signore
degli
Anelli
di Edoardo Arpaia
F
ra l’abbondanza di titoli
che hanno allettato gli appassionati di videogames
nelle ultime settimane troviamo un vero classico ispirato alla trilogia del grande J.R.R.
Tolkien: Il Signore degli Anelli - La compagnia dell’anello,
38
che ancora una volta (dopo il
recente successo cinematografico) coinvolge il giocatore in
un mondo nuovo che si rifà ad
antichi miti nordeuropei introducendo personaggi e luoghi
che appartengono all’immaginario collettivo. Il gioco è un
VIDEOGIOCHI
action-adventure in terza persona che narra di Frodo, Aragorn e Gandalf e delle loro avventure attraverso la Terra di
Mezzo, allo scopo di distruggere l’anello malvagio e sconfiggere il perfido Sauron. Intuito ed osservazione sono le
doti principali per risolvere le
molte missioni, potendo contare sulle differenti capacità dei
protagonisti e sull’appoggio di
tutti i personaggi incontrati sul
cammino.
Ovviamente i tre amici combattono in modo diverso: Gandalf è un mago, quindi capace
di lanciare incantesimi potentissimi; Aragorn è sempre armato di arco e spada; Frodo ha
il vantaggio di possedere
l’anello e di rendersi invisibile,
con il rischio sempre crescente
di divenirne soggiogato.
I punti forti? Sicuramente
l’apprendimento di nuovi attacchi e abilità lungo il percorso, la varietà delle regioni da
esplorare (incluse la Contea, la
Vecchia Foresta, Brea, Moria e
Colle Vento), i bellissimi filmati tridimensionali che arricchiscono la vicenda di significati. Inoltre i tecnici della Black
Label Games hanno curato al
meglio tutti i particolari, come
i riflessi dell’acqua, le mappe,
il doppiaggio in italiano di alta
qualità e l’animazione facciale
di ogni personaggio.
Il signore degli Anelli è disponibile nei formati Ps2, Game Boy Advance, Xbox e PC.
Dagli stessi autori di Crash
Bandicoot per PS2 è finalmente arrivato il rivoluzionario Haven: Call of the King. Ciò che
rende unico questo gioco è il
fatto di miscelare con maestria
vari generi: dal platform all’arcade, dallo sparatutto spaziale
a quello con postazione fissa. Il
plot narra di un ragazzo – Ha-
ven appunto – destinato a divenire un eroe salvando il suo popolo; si tratta di una storia che
nel complesso è di epiche proporzioni, spiegata mediante
molte sequenze interattive e
cut-scene estremamente cinematografici. Haven deve fronteggiare la minaccia del malvagio Lord Vetch, guidato da
una misteriosa Golden Voice.
Sul suo cammino nemici e pericoli di ogni tipo, peregrinando fra i molti pianeti di un piccolo universo tutto da esplorare, spostandosi a piedi e con
veicoli volanti, subacquei o terrestri. Non manca qua e là qualche battaglia spaziale nel vuoto interplanetario, o qualche
corsa contro il tempo.
Gli autori della Midway, per
meglio identificare la varietà di
situazioni che si incontrano in
Haven: Call of the King, hanno ideato il termine FreeFormer Gameplay, che sottolinea
una totale libertà di azione come mai si era vista fino ad ora.
Per ora il gioco, che per essere
realizzato ha necessitato di oltre due anni di sviluppo, è disponibile solo per PS2, ma sono già in arrivo le versioni per
GameCube e Xbox.
Per chi invece ha sempre sognato il mondo dei casinò e
delle scommesse è arrivato
Casino Empire, che riproduce perfettamente l’atmosfera
delle case da gioco di Las Vegas. Questo gioco della Sierra
consente di apprendere tutti i
retroscena da un punto di vista
manageriale, arrivando perfino ai coinvolgimenti della Mafia, attraverso una perfetta riproduzione dei suoni e delle
luci della città americana.
L’unico scopo del gioco è
quello di portare il casinò al
successo, attraverso vari livelli di cambiamento ed inganni
39
che manterranno alta la tensione del giocatore. Tutta una
serie di personaggi, spesso
bizzarri, sarà disposta ad offrire il proprio aiuto, mentre
spesso sui tavoli si dovranno
far lievitare forzatamente le
puntate dei giocatori meno
scaltri. Dopo aver accumulato
un capitale cospicuo si potranno aprire altre sale da gioco,
anch’esse da organizzare nel
miglior modo possibile.
Casino Empire è per ora disponibile solo nel formato
PC.
■
L’altro
Moggi
L
uciano Moggi intimo, lontano dal ronzio del cellulare e dalle grida dello stadio. Ti scruta con occhi svagati ed espressione semiseria, simpatica,
ironica. Talvolta irridente. Finge di astrarsi e intanto indaga tutt’altro che distratto. Un misto di contemplazione e di diffidenza. Da giocatore di poker.
Il direttore generale della Juve si toglie la maschera
dietro cui spesso è costretto a rifugiarsi, quell’universo di piccole e grandi bugie che offre sul lavoro
non per vocazione, ma per necessità, lo ammette lui stesso.
“Perché devo fronteggiare
giornalisti bugiardi in un teatrale gioco delle parti”, spiega
mentre fa lampeggiare occhi
volpini.
Luciano Moggi ha vinto sei
scudetti, una Champions League, una Intercontinentale, una
di
Supercoppa Europea, una UeAngelo
fa, quattro Supercoppe italiane
Caroli
e tre Coppe Italia. Ma non è dei
successi che vuole parlare. Lo
accontentiamo.
Chi è Luciano Moggi?
“Un uomo soddisfatto di ciò
che ha realizzato. Il che non significa appagamento, parola
che escludo dal mio vocabolario. Voglio, anzi devo fare sempre di più e meglio”.
L’INTERVISTA
Chi era Moggi 55 anni fa?
“Un bambino che aveva
l’aspirazione di fare il calciatore e che era la disperazione di
sua madre. Crescendo mi sono
divertito e ho divertito”.
Un episodio che chiami in
causa i tuoi genitori...
“Sono sempre stato un monello. Sotto casa tenevamo un
ciliegio. Un giorno raccolgo i
frutti, li spremo e imbratto mani, gambe e faccia. Poi comincio a strillare. Mia madre accorre e a momenti sviene. Pensa che io sia sporco di sangue.
Quando si accorge che è succo
di ciliegia mi riempie di botte”.
E i calci di un bambino che
spera di arrivare sull’Olimpo?
“Nella parrocchia del mio
paese, con don Rossi che seguiva i miei movimenti, i primi
calci”.
Il ruolo?
“Ero un difensore che usava
la vanga e, all’occorrenza, il
piccone. Però avevo tanta classe da permettermi di segnare
anche dei gol. Di testa ero forte davvero”.
40
Qualche successo?
“Ho vinto un campionato di
quarta serie con l’Akragas. E
tutto finisce lì”.
Come mai?
“Faccio un esame di coscienza. Mi comporto come
Grimilde, la strega di Biancaneve. Mi guardo allo specchio, domando se posso diventare qualcuno e lo specchio risponde ‘no’. Perciò appendo le scarpe. Questione di
onestà verso me stesso”.
La verità sulla storia di
Moggi capostazione?
“Semplice, non ho mai fatto il capostazione. Ero impiegato nel ramo amministrativo, ho fatto il capo gestione a
Roma e a Civitavecchia”.
Perché hai abbandonato
le rotaie?
“Era impossibile fare
un’importante carriera da
professionista nel calcio e restare nelle Ferrovie dello Stato. Ero già nel gruppo osservatori della Juve”.
Hai l’aria di un simpatico
compagnone che va d’accordo con tutti... Vero o falso?
“Piano, io vado d’amore e
d’accordo con chi va d’accordo con me. Ci sono persone
con cui non potrei stringere
un cordiale rapporto di simpatia. Questione di pelle”.
Quale è, in teoria, il tipo
di persona che ti farebbe girare i così detti?
“Chi dice una cosa e ne pensa un’altra. Io sono abituato a
dire le cose in faccia. È il modo migliore per ricavare lealtà
dall’amicizia. Ribadisco, sono bugiardo coi bugiardi”.
Dove e come nascono le
incomprensioni con Sensi?
“Lui sta a Roma, io a Torino. Viviamo bene così, a 600
chilometri di distanza”.
La musica, quale preferisci?
“La leggera. Da ragazzino
suonavo il sassofono, dallo
strumento uscivano muggiti e
ho smesso”.
Quale disco regaleresti a
Sensi?
“La lontananza”.
Hai dei nemici?
“Come tutti quelli che svolgono un lavoro come il mio.
Questione di circostanze. Basta non lasciarsi prendere dal
panico”.
Credi nella fortuna o nel
talento?
“La fortuna va cercata. Da
sola non arriva mai”.
Sei scaramantico?
“Sono religioso. Dunque!”.
Il primo contatto con la
Juve?
“Smetto di giocare al calcio
e conosco Amerio, allora segretario bianconero, e gli propongo una collaborazione da
visionatore. Lui accetta e dimostra intuito di talent scout
visto come si è sviluppata la
mia carriera. Era il ’60”.
Che cosa vedi nel pubblico?
“Niente, poiché sono concentratissimo sulla partita”.
Che cosa leggi nel tuo futuro?
“Scudetti e Champions
League”.
Un prototipo di campione
come sintesi di uomo e atleta?
“Due, Ferrara e Conte”.
Il tuo maestro?
“Italo Allodi, non era geloso di nessuno e sapeva tutto”.
I rapporti con i tuoi figli?
“Ottimi. Con Alessandro,
che fa il procuratore ed è lau-
41
reato in Scienze Politiche, mi
sono comportato come Allodi
fece con me. L’ho buttato nella mischia, in mare perché imparasse a nuotare però controllando che non andasse a
fondo. L’altro, Andrea, è avvocato ed è direttore di Banca. Una doppia grande soddisfazione”.
Due parole sull’Avvocato
e sul Dottore.
“Persone eccezionali. Lasciano lavorare nelle migliori
condizioni. Danno fiducia a
chi la merita”.
Bettega, Giraudo e Moggi: dove sta il segreto di tanto affiatamento?
“Nel lavoro svolto in costante concertazione per il
bene della società. Nel segno
della schiettezza e del rispetto”.
■
MITI
“Non
ho mai
fatto
il capostazione”
L’ultimo
strillo
della Rete?
Il Blog
di Anna Masera
I
l binomio tra Rete e informazione si sta arricchendo di un nuovo fenomeno, quello dei weblog,
detti anche Blog. Secondo la definizione del Wall
Street Journal si tratta di “semplici siti web gestiti da
individui che riferiscono di qualsiasi cosa, dai loro
fallimenti ai problemi delle telecomunicazioni. Riflettono il meglio di Internet: un medium informale
per idee informate, anarchico, commercialmente ingenuo e affascinante”. Per una panoramica italiana
si può partire da:
www.blog-it.net
<http://www.blog-it.net>
In Italia il blog si sta diffondendo soprattutto tra i giornalisti. Per ora ci hanno provato
solo due quotidiani e un settimanale ad aprire una sezione
blog per redattori e collaboratori.
Il Foglio <http://www.ilfoglio.it/> ospita Camillo di
Christian Rocca e Wittgenstein
di Luca Sofri; Il Riformista
<http://www.ilriformista.it/>
sta lavorando, assieme a Studenti.it, al sito Il Cannocchiale
<http://www.ilcannocchiale.it>,
dove sono annunciati CappeBlog di Stefano Cappellini, Paisà di Carlo Puca e Uqbar di Fabrizio d’Esposito; Internazionale <http://www.internaziona-
42
le.it/> ospita nella sua sezione
Interblog addirittura otto weblog (un record non solo per
l’Italia): SpaceyBlog, guviblog, BlogNote, Lubeblog,
gioblog, blogpa, Radioblog e
nerdland.
Poi ci sono blog interamente dedicati al giornalismo
(giornalismi.splinder.it di
Giovanni Cocconi) o alla Net
Economy (www.ilquintostato.it di Carlo Formenti).
Intanto, Bruce Sterling,
giornalista e scrittore americano (padre del Cyberpunk), è
stato intervistato sui controversi rapporti tra giornalismi
(giornalisti) e blog sul Blog
italiano di Bookcafè.
www.bookcafe.net/blog/
<http://www.bookcafe.net/blog/>
Negli Stati Uniti il fenomeno è
molto più diffuso: le testate di
informazione che ospitano nei
loro siti uno o più weblog sono
già oltre cinquanta; l’elenco
completo si trova su Cyberjournalist.net <http://www.
cyberjournalist.net/cyberjournalists.html>, il blog dell’American Press Institute, curato da
Jonathan Dube. Il record spetta alle testate online. Prima per
numero di blog (cinque) è
Msnbc.com <http://www.
msnbc.com/>, il sito web
d’informazione nato da una
partneship tra Microsoft e in
network televisivo Nbc. Al secondo posto il web magazine
Slate <http://www.slate.com/>
(anch’esso di Microsoft) nel cui
sito trovano ospitalità quattro
weblog, il più noto dei quali è
Kausfile di Mickey Kaus. Tra i
giornali cartacei, spiccano il
Christian Science Monitor
<http://www.csmonitor.com/>
con quattro weblog, seguito
con tre dal quotidiano inglese
The Guardian <http://www.
dailyguardian.com/>, che organizza anche un concorso annuale sul miglior weblog. Tre
blog anche per l’Online Journalism Review <http://www.
ojr.org/>: Glaser Online, OnlineJournalism.com e The Spike
Report. Sei i giornali che ospitano due blog: Usa Today
<http://www.usatoday.com/>,
FoxNews.com <http://www.
foxnews.com/>, Projo.com
<http://www.projo.com/>, San
Jose Mercury News <http://www.
sjmercury.com/> (uno è il famoso Silicon Valley.com),
S p o k e s m a n - R e v i e w. c o m
43
<http://www.spokesman-review.com/> e Journal Times
<http://www.journaltimes.com/>.
Due blog molto noti, dedicati al
mondo dei media, sono ospitati anche nel sito del Poynter Institute <http://www.poynter.
org/>: E-Media Tidbits diretto
da Steve Outing e MediaNews
di Jim Romenesko. Venti, infine, i siti di giornali e reti televisive di informazione che
ospitano un solo blog: tra essi
ci sono il Wall Street Journal
<http://interactive.wsj.com/>,
il Boston Globe <http://www.
boston.com/>, la National Review <http://www.nationalreview.com/>, Time <http://
www.time.com/>, CbsNews.
com <http://www.cbsnews.
com/> e Salon <http://www.
salon.com/>.
■
In Italia
è diffuso
soprattutto
tra
i giornalisti
MANGIARE E BERE BENE
Moscato
amore mio
di
Edoardo Ballone
I
l Moscato, dicono gli enologi piemontesi, sta guadagnando punti di notorietà nelle regioni italiane
che hanno buona nomea nella conoscenza (e nella consumazione) del vino. Vediamo che cosa succede in alcune piccole patrie storiche subalpine note per la loro raffinata produzione enoica. Incastonata nella collina sulla cui sommità c’è un castello,
ecco Canelli “perla” nella zona del Moscato. La cittadina (i suoi abitanti sono oltre diecimila) ha l’am-
bizioso titolo di capitale “enologica” e con tale fama è conosciuta nel mondo. La “nomea” di Canelli è assai giusta.
Ogni angolo, ogni casa pare
che parli di vino. Questa “atmosfera” originale già fu percepita da Cesare Pavese che ne
“La luna e i falò” così scriveva: “A Canelli entrai per un
lungo viale che ai miei tempi
non c’era, ma sentii subito
l’odore, quella punta di vinacce, di arietta di Belbo e di vermut. Le stradette erano le stesse, con quei fiori alle finestre,
e le facce, i fotografi, le palazzine. Dove c’era movimento
era in piazza, un nuovo bar, una
stazione di benzina, un va e
vieni di motociclette nel polverone. Ma il grosso platano
era là. Si capiva che i soldi correvano sempre”.
Ancora oggi, Canelli, pur
con la patina di “vecchio Piemonte” contenuto e poco sfarzoso, fa percepire al turista che
in città la moneta “gira”. I suoi
traffici commerciali sono fiorenti e sono gli stessi, quelli
collegati alla produzione del
vino, che la resero ricca a partire dal secolo XII. L’etimo
della cittadina deriva dal latino “cannula”. Tuttoggi, infatti, sulle sponde acquitrinose
del Belbo, nascono le canne
palustri. A Canelli, il Moscato
trionfa e berlo è una vera delizia. La sua degustazione diventa poi poesia se il rito è
compiuto nelle salette fin de
siècle dei buoni ristoranti locali. Le parecchie e famose
“fabbriche dello spumante” lavorano le uve che nascono nei
vigneti circostanti. Sono crus
soleggiati e ordinatamente lavorati con stradette brulicanti
di mezzi agricoli e talvolta con
“barose” trainate da buoi. Dietro questo bozzetto degno di un
44
quadro impressionista c’è la
realtà economica canellese:
compravendite di uve, tonnellate di grappoli di moscato, lavorazione dello spumante, il
tutto in un vertiginoso giro di
euro. E fra i crus più pregiati
della zona, c’è quello di
Sant’Antonio, a nord della “capitale enoica”. Ad ovest dei
bricchi di Sant’Antonio, nascosto dai vigneti, c’è Calosse.
Questo simpatico posticino, a
399 metri d’altitudine, produce dell’ottimo moscato e per
nulla sente il complesso di trovarsi a pochi chilometri da Canelli. Anzi, anche Calosse, è
uno dei nomi magici nel Gotha
dei vini. I contadini della zona,
un tempo, coltivavano la consuetudine di offrire agli ospiti
un bicchiere di moscato e una
torta con semi di finocchio,
detta tirà. Il paese, a Carnevale, diventa la terra del bengodi. Sulla piazza principale sono distribuite ai presenti fette
di polenta, accompagnate da
pietanze ricavate da 600 dozzine di uova, da un mezzo vitello e da un maiale di peso abbondante. Il tutto innaffiato da
cinquanta brente di vino. Dopo questa parentesi gastronomica, eccoci di nuovo a zonzo
per la terra del Moscato. A
nord di Calosse, dopo Boglietto, attraversiamo il torrente Tinella: lassù, sul bricco, c’è Castagnole Lanze. La storia del
paese merita un accenno. Il territorio, soggetto al contado di
Loreto, nel periodo medievale,
era ricco di castagni (oggi ne
sono rimasti assai pochi). Il nome della località derivò proprio da questa sua ricchezza
boschiva e fu Castanetu. In seguito il paese acquistò anche
un… cognome: quello di Lanze. Infatti, un conte di Loreto,
Manfredo Lancia (1190-1215)
MANGIARE E BERE BENE
fu scudiero, o lancifero, alla
corte di Federico Barbarossa.
Manfredo, dunque, in tutti i
suoi atti pubblici, si firmava
Lancia o Lanza. Pare inoltre
che il giovane conte avesse stabilito la sua dimora a Castagnole, attratto dalla particolare bellezza del luogo: da ciò
l’aggiunta di Lanza al primitivo nome di Castagnole. Ma,
storicamente, la ragione di tale aggiuntivo è un’altra. Dal
codice Astese risulta, infatti,
una particolare concessione
che Manfredo Lancia donò al
paese: quella di esentare i castagnolesi dal diritto di fodro,
con cui il feudatario locale poteva mantenere a sua disposizione un certo numero di contadini per la sua difesa personale. Gli abitanti, riconoscenti
di ciò, avrebbero “dedicato” il
paese al conte Manfredo, adot-
tandone il suo soprannome.
Fra le curiosità di Castagnole
Lanze la torre di borgo Castello. Fu costruita sul posto dove
sorgeva il castello distrutto
verso la metà del 1200; la torre ha oltre cento anni e fu fatta innalzare dal conte Paolo
della Casa Ballada di San Roberto, detto ’l cont di babi, essendo un appassionato entomologo. Altra data da ricordare, il 1631, anno in cui imperversò la peste. Centinaia di persone morirono e, ancora oggi,
in località talvolta ossa umane.
Prima di lasciare il paese, è bene visitare l’interessante chiesa di San Pietro in Vincoli, la
cui costruzione fu iniziata nel
1681, sulle rovine di una basilica precedente di cui ne parlava già il Codice Astese nel
1200. Altro monumento religioso importante è il santuario
45
della Madonna del Buon Consiglio. Per arrivarci dobbiamo
puntare a sud verso Castiglione Tinella, sulla destra del torrente. Entriamo in provincia di
Cuneo, nella Bassa Langa. Anche qui tanto Moscato, anche
se più “nervoso”: lo producono i crus intorno a Castiglione
Tinella dove il solo Moscato
rappresenta il 90 per cento
dell’intera produzione vinicola della zona. Il Santuario della Madonna del Buon Consiglio ha origine in un presunto
miracolo. Lì, infatti, c’era una
colonna dedicata alla Vergine
dinanzi alla quale si fermavano i contadini a pregare. Un
giorno fu il turno di una cieca.
La donna, anziana, pregò con
tale fervore da recuperare la vista. In segno di gratitudine, gli
abitanti del luogo eressero il
Santuario.
■