Il racconto giallo di Jacopo

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Il racconto giallo di Jacopo
IL RACCONTO GIALLO
LO SMARRIMENTO DEL REGISTRO
(di Jacopo Sangregorio)
Era il 25 novembre e non si riusciva ancora a trovare il registro di classe…Chissà chi l’aveva preso! Eppure
l’ultimo ad averlo visto era il collaboratore scolastico, il signor G. Prezzavento, durante l’uscita dalle classi.
Giorno 21 novembre c’era stata un’interrogazione a tappeto di storia, nella quale Massimo, Gabriele e
Mario si erano beccati una brutta impreparazione. Nella stessa ora c’era stato un litigio tra Massimo e
Mario, così la prof Anastasi aveva scritto nel registro la nota sia per l’impreparazione in storia che per il
comportamento tenuto dai due in classe. La mattina dopo era avvenuta la sparizione del registro di classe e
tutti si professavano innocenti. La professoressa Anastasi credeva che l’avesse preso qualcuno della nostra
classe, così mise l’ennesima nota collettiva. Eravamo pieni di note, sia sul registro che sul diario. Passavano i
giorni, ma del registro non c’erano tracce. Arrivammo così al 28 novembre: il giorno della verità. Appena
entrati in classe dovevamo per forza trovare questo registro. Cercammo in giro per tutta la scuola e
provammo a capire chi era il/la colpevole. La signora Pina, collaboratrice anche lei, non poteva essere mai,
lei il 22 stava male e non era venuta; l’altro collaboratore, il signor Ottaviano, neanche: era stato impegnato
tutto il giorno nelle pulizie della palestra. Dunque arrivammo al punto che doveva essere per forza il signor
Prezzavento: è lui quello che se ne va dopo tutti, quindi quando probabilmente aveva smarrito il registro
era da solo. Si percepiva anche dai movimenti strani che eseguiva: doveva essere lui il colpevole. Non ci
restava che indagare sul motivo per cui avrebbe dovuto prendere il registro: sospettammo che il signor G.
Prezzavento potesse essere un familiare di Mario, poiché lo accompagnava spesso a scuola. Inoltre, quando
il signor Giuseppe veniva nominato come sospetto, Mario era sempre il primo a negare. Appena stavamo
per gettare la spugna, i miei due compagni Simone e Alessio, andarono in bagno. Dato il suo spirito, Simone
voleva fare uno scherzo ad Alessio nascondendosi nel ripostiglio dei bidelli. Si era nascosto dietro al banco
e…Trovò un mazzo di chiavi che servivano ad aprire il cassetto. Data la sua curiosità, Simone lo aprì e trovò
il registro. Lo disse subito ad Alessio e, insieme, corsero in classe dicendo alla prof Anastasi che il registro
era nel banco del signor Prezzavento. Il signor Giuseppe, tornò nel ripostiglio e non trovò più il registro. La
prof gli venne incontro e lo fermò, ma lui aveva capito che avevamo trovato il registro, così confessò che
era stato lui a prenderlo. A questo punto la prof chiese il motivo della sparizione del registro e lui disse che
l’aveva preso per evitare le ripercussioni sull’andamento scolastico di Mario. La prof chiese il motivo di
questa preoccupazione nei confronti dell’alunno e il signor Giuseppe rispose che aveva promesso alla
madre di Mario (dato che avevano un certo rapporto) che lo avrebbe aiutato nella scuola. Dunque la prof
rispose dicendo che non avrebbe riferito nulla alla preside sennò rischiava il posto di lavoro, però in
compenso lui non doveva fare capitare mai più una cosa del genere.
Sistema dei personaggi:
Protagonista-Investigatore: Protagonista corale (tutta la classe). In particolare chi scioglie l’enigma è
Simone
Aiutante del protagonista: Alessio
Antagonista-Colpevole: signor G. Prezzavento
Vittima: la prof Anastasi e la classe
Personaggi sospettati: gli alunni Mario, Massimo, Gabriele; i collaboratori Pina e Ottaviano