Riforma scuola, i sindacati: "Le priorità sono contratto e risorse. Stop

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Riforma scuola, i sindacati: "Le priorità sono contratto e risorse. Stop
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Riforma scuola, i sindacati: "Le
priorità sono contratto e
risorse. Stop ai supplenti? Basta
assumerli"
Reazioni scettiche dalle sigle sindacali alle anticipazioni sulla riforma:
"Gli stipendi sono fermi. E se si vuole eliminare il precariato bisogna
far diventare i contratti a tempo indeterminato". Sciopero
dell'Unicobas per il primo giorno di lezioni
26 agosto 2014
Stefania Giannini (lapresse)
ROMA - Risorse certe nella legge
di Stabilità e il rinnovo del
contratto di lavoro scaduto ormai
da 5 anni. Prudenza sulla
questione supplenze, in attesa di
capire cosa cosa diranno i testi
predisposti dal ministero. Anche
se fa notare qualcuno
causticamente "per eliminare i
supplenti basta assumerli". Sono
queste le reazioni delle principali
sigle sindacali della scuola in
merito alla "rivoluzione"
annunciata dal ministro Stefania
Giannini.
I paletti riguardano la necessità di stanziare risorse. Senza di questo "non si
parla del nulla", tagliano corto i rappresentanti sindacali. Il governo faccia la sua
proposta, poi sediamoci intorno a un tavolo e confrontiamoci. Ma la nostra prima
richiesta è il rinnovo del contratto", dice con fermezza Franco Scrima, della Cisl
Scuola.
"Dato che il contratto degli insegnanti è scaduto da 5 anni - gli fa eco Massimo
Di Menna (Uil) - che le retribuzioni sono al palo e che stanno agli ultimi posti nel
raffronto con gli altri paesi europei, piuttosto che organizzare confronti, si
mettano risorse nella legge di Stabilità: questo è un elemento concreto sulla
base del quale, poi, possiamo avviare un negoziato vero. Ma, ripeto, se non ci
saranno risorse nella legge di Stabilità parliamo del nulla". "Se le anticipazioni
apparse sugli organi di stampa fossero vere - spiega invece Mimmo Pantaleo
(Flc Cgil) - noi non siamo per niente tranquilli perchè in pratica verrebbe
riproposto il modello Gelmini. Aspettiamo però un testo perchè questa ministra
dice tutto e il contrario di tutto, buttando frasi lì, forse cercando più un effetto
mediatico che altro. Per noi il primo punto è il contratto e la certezza delle risorse
per la scuola".
Il nodo supplenze. Entrando più in particolare nella questione delle supplenze,
che il ministro Giannini ha annunciato di voler rivedere profondamente, "non si
tratta della loro eliminazione tout court, ma di un modo diverso di programmarle",
sostiene Di Menna aggiungendo che "in via di principio, prevedere l'organico
funzionale di reti di scuole non solo è condivisibile ma è una richiesta che
abbiamo fatto da tempo come sindacato. E' una cosa - evidenzia il sindacalista che tra l'altro è già prevista in un decreto legislativo del governo Monti, sul quale
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indoona
però manca l'ok del ministero dell'Economia".
Sponsor e scuole private. "Bisogna capire cosa intende Giannini per organico
funzionale di rete", sottolinea ancora Pantaleo, ribadendo che "per noi occorre
superare la distinzione tra organico di diritto e organico di fatto, stabilizzando chi
è precario e quindi creando un organico stabile". "Aspettiamo cosa verrà fuori
dal Cdm del 29 agosto - dice Scrima - perchè non sappiamo ancora se si tratta
di interventi di natura ordinamentale o sui programmi scolastici o sulla
professionalità del personale docente. Certamente, la rivendicazione
dell'organico funzionale il sindacato la fa da anni". Per quanto riguarda poi
l'ingresso di privati nella scuola, secondo Di Menna "il problema è trovarli questi
privati perchè al momento non ci risulta che ce ne siano pronti a fare una corsa
per investire in questo settore". E sull'eventuale detassazione delle iscrizioni
negli istituti privati la Flc Cgil è sul piede di guerra: "noi siamo assolutamente
contrari - avverte Pantaleo - e siamo pronti a dare battaglia perchè sarebbe
togliere risorse alla scuola pubblica a favore della scuola privata". La strada
sembra quindi tutta in salita.
Toni ancora più risoluti da altre due sigle del settore. "Il ministro dell'Istruzione
dice che vuole eliminare i supplenti? Allora si metta all'opera, perché non deve
fare altro che assumerli". Così l'Anief replica al ministro, secondo il quale, ricorda
il sindacato, "le supplenze non fanno bene nè a chi le fa nè a chi le riceve". "I
numeri - sottolinea l'Anief in una nota - ci dicono che i supplenti servono, solo che
vanno stabilizzati. Dal 2001 a oggi lo Stato ha assunto nelle scuole pubbliche
258.206 insegnanti, ma in quegli anni ne sono andati in pensione 37 mila in più.
E i posti liberi erano 311.364. Tanto è vero che le supplenze sono aumentate da
105 mila a 140 mila. E la maggior parte sono su posti vacanti".
"Se veramente Giannini vuole risolvere il problema del precariato - sostiene
Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir - ha una
sola via d'uscita: chiedere al suo Governo di farla finita di ignorare i richiami
dell'Ue e tramutare in contratti a tempo indeterminato almeno la metà delle
140mila supplenze di lunga durata, la metà di tutta la Pa, che gli uffici scolastici
periferici sottoscriveranno nei prossimi giorni. Solo una scelta radicale di questo
tipo - aggiunge Pacifico - rappresenterebbe la svolta nell'affrontare il problema
della mancata stabilizzazione di tanto personale".
Unicobas: sciopero il 17 settembre. L'Unicobas, invece, conferma lo
sciopero della scuola per mercoledì 17 settembre, primo giorno nel quale
saranno aperte tutte le scuole del Paese, e annuncia una manifestazione, dal
mattino, sotto il ministero dell'Istruzione perchè ritiene "inaccettabile il progetto di
riforma Renzi-Giannini". "La Giannini, utilizzando il palco a lei più congeniale
(quello di Cl, ovvero dei padrini delle scuole private) anticipa la sua 'riforma':
'merito' ed eliminazione delle supplenze (perchè farebbero male 'a chi le fa e a
chi le riceve'). In buona sostanza, operazioni discrezionali invece degli
automatismi d'anzianità ed eliminazione dei precari" osserva l'Unicobas
secondo cui "vengono confermate le 'parole in liberta espresse a luglio dal
sottosegretario Reggi". "Abbiamo capito qual è il vero cruccio di Renzi sulla
Scuola: è terrorizzato dal dover applicare le sentenze europee sulla
regolarizzazione delle migliaia di precari con 36 mesi di servizio".
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