oltraggio francese. - Il Messaggio Teano

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oltraggio francese. - Il Messaggio Teano
OLTRAGGIO FRANCESE.
La memoria con le vicende soprattutto dolorose,
resta sempre viva. La violenza sessuale in Ciociaria fu
perpetrata sistematicamente allo scopo di provocare
l’umiliazione totale di quel popolo con le gravidanze forzate,
che avrebbero “sporcato la razza”, macchiando di spregio e
vergogna per sempre quelle donne e la loro stirpe. Il tema
dello stupro come arma di guerra non fece riflettere
abbastanza la comunità internazionale. E’ palese che questo
crimine non si misuri a tonnellate o in metri lineari, poiché
anche e si fossero verificati pochi casi, sempre di crimine
odioso e vigliacco si dovrebbe parlare. In Italia, durante la
Seconda guerra mondiale, come in tutte le altre guerre, si
sono consumate efferate e gratuite violenze ai danni dei
civili, donne e uomini, anziani o giovani che fossero. Ma è
difficile eguagliare l’orrore della vicenda posta in essere da
parte delle truppe marocchine, inquadrate nell’esercito
francese, nei confronti delle donne ciociare violentate nel
1944. All’epoca furono definiti effetti collaterali della
guerra, per gli esseri umani di ieri e di oggi quegli stupri
furono e restano un crimine contro l’umanità.
Nei mesi invernali che seguirono, il generale Harold
Alexander, comandante in capo delle forze alleate in
Italia, nell’ostinarsi ad attaccare frontalmente le
difese tedesche nel settore di Cassino riuscì a perdere
nell’arco di tre distinte battaglie oltre 60.000
soldati.
Il Generale Alexander, su richiesta del Generale
Freyberg decise la distruzione del monastero che
sovrasta la vallata del Liri. Giorno 15 febbraio 1944,
142 quadrimotori e 87 bimotori americani, operando in
tre ondate, sganciarono 453 tonnellate di bombe
esplosive e incendiarie sul monastero e presto
ridussero l’intera sommità di Monte Cassino ad una
massa di macerie fumanti.
Dopo lo scacco del 24 marzo 1944 subito dalle forze
alleate davanti a Cassino, il generale Alexander,
comandante del XV gruppo di Armate, progetta di
riprendere l’attacco rinforzando il suo dispositivo al
suolo accentuandone l’azione aerea. L’obiettivo è
aprirsi la strada verso Roma mediante un attacco nella
vallata del Liri. Il dispositivo di attacco si mette in
posizione nella notte dal 20 al 30 aprile. I fucilieri
(i Goumiers) della 4^divisione marocchina da montagna
(erano marocchini di razza berbera, nativi delle
montagne dell’Atlante, che costituivano le truppe
coloniali irregolari francesi appartenenti ai Goums
Marocains, un reparto delle dimensioni approssimative
di una divisione ma meno rigidamente organizzato, che
formavano il cosiddetto C.E.F. (Corps Expeditionnaire
Francais) insieme ad altre quattro divisioni. Questi
uomini selvaggi in mantello di lana con cappuccio e
turbante, avvolti in sporchi vestiti, erano organizzati
in "goums", ossia gruppi composti da una settantina di
uomini, molto spesso legati tra loro da vincoli di
parentela. La notte tra l’11 maggio, alle ore 23,00
scatta l’operazione “Diadem”, su un fronte di circa 40
Km. 600 batterie alleate (2.400 cannoni da 87,6 a240
mm.) entrano in azione, anche dal Tirreno bombardano
le postazioni tedesche su Monte Cassino.
L’Abbazia benedettina di Cassino sotto
bombardamento
A mezzanotte avanzano i fucilieri della 2^divisione
marocchina (la Seconda Divisione Marocchina di Fanteria
(DIM – Division Infanterie Marocaine, 13.895 uomini, di
cui 6.578 europei e 7.317 indigeni); affrontano le
installazioni non distrutte dove i difensori si battono
con accanimento. Alle 8,00 il fuoco cessa; soltanto sei
cacciabombardieri incrociano ancora su le postazioni
tedesche, spuntano l’uno dopo l’altro e gettano il loro
carico di bombe. Alle ore 13,30 la breccia è fatta.
In seguito a questa battaglia il generale Alphonse Juin
avrebbe dato ai suoi soldati cinquanta ore di
"liberta’", durante le quali si verificarono i
saccheggi dei paesi e le violenze sulla popolazione
locale. Nei giorni che seguirono la battaglia,
terminata il 17 maggio con la caduta di Esperia, i
7.000 "goumiers" sopravvissuti (erano partiti
all’attacco in 12.000) devastarono, rubarono,
razziarono, uccisero e violentarono.
Foto di un cittadino di Esperia
impalato
Le cifre riguardanti il totale degli stupri e
degli omicidi sono molto varie. Nelle ore successive
allo sfondamento della linea Gustav, 7000 soldati
marocchini, liberi dal comando, si avventarono su di
un’ampia area della provincia di Frosinone e della
provincia di Latina. Le conseguenze furono spaventose:
secondo alcune fonti ufficiali furono stuprate più di
60.000 donne dagli 8 agli 85 anni. Furono sodomizzati
all’incirca ottocento uomini; tra di essi anche il
prete di Santa Maria di Esperia, Don Alberto Trilli, fu
legato e sodomizzato tutta la notte, morì poco dopo per
le violenze subite. Poi furono uccisi impalati gli
uomini che cercavano di proteggere le donne e i
bambini. Fu razziato il 90% del bestiame.
La furia bestiale continuò poi in altre
cittadine, come Castro dei Volsci, Vallemaio,
Sant’Apollinare, Ausonia, Giuliano di Roma, Patrica,
Ceccano, Supino, San Giorgio a Liri, Morolo, Sgurgola,
Pico, e nella Provincia di Latina a Lenola,
Campodimele, Sabaudia, Spigno Saturnia, Formia,
Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia, Roccagorga,
Priverno, Maenza e Sezze. Ragazze e bambine furono
ripetutamente violentate, anche alla presenza dei
genitori. E i bambini che nacquero dopo gli stupri ?
Carnagione scura olivastra, capelli neri neri e ricci
tantissimi in Ciociaria nel ’45, tutti i figli delle
bambine e donne, stuprate e sopravvissute.
Testimonianze ricordano come truppe canadesi,
uscendo dalla loro area di competenza, intervennero
riuscendo a fermare in parte lo scempio su richiesta
della popolazione in fuga. Fonti certe riferirono che
all’alba del 14 maggio 1944 (giorno dell’attacco) il
generale Juin inoltrò agli uomini della II divisione di
fanteria (comandata dal generale Dody) e della IV
divisione da montagna (comandata dal generale
Guillaume) il seguente proclama. Per quanto l’originale
sia introvabile, si conosce la traduzione di un
volantino in francese e arabo che sarebbe circolato tra
i groumiers:« Soldati! Questa volta non è solo la
libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete
questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne,
case, c’e’ un vino tra i migliori del mondo, c’è
dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete
uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad
ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo.
Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che
troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per
ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che
prenderete». L’invio di tale comunicato non fu mai
confermato ufficialmente. Ulteriore prova che questo
fenomeno non fosse circoscritto alle 50 ore di cui
parlerebbe il volantino sarebbe la presenza di moduli
prestampati per denunciare le violenze effettuate dai
marocchini. Anche se si nega l’esistenza del volantino,
tuttavia, l’acquiescenza di comandanti ed ufficiali ed
il carattere sistematico delle violenze ha portato a
definire l’idea di una libertà di azione concessa ai
soldati nei confronti dei civili. Ai soldati
marocchini, cioè, sarebbe stato concesso il diritto di
preda.
Stupratori inquadrati
nel contingente militare
francese.
Secondo invece i dati del Ministero degli
Interni, poi trasmessi alla Commissione alleata di
controllo, ci furono circa 2000 stupri di donne, molte
delle quali furono contagiate da malattie veneree,
circa 800 uomini sodomizzati, molti dei quali
successivamente assassinati tramite impalatura, oltre
ad un centinaio di omicidi e alla distruzione di 811
case poi incendiate. Sulla guerra delle cifre non c’e’
certezza; comunque sia anche quella più ottimistica del
Ministero degli Interni mostra lo scempio che avvenne
in Italia e le sue colossali dimensioni, rispetto al
breve periodo e all’esiguità del territorio in cui
queste violenze si consumarono. Il 18 giugno del 1944
papa Pio XII sollecitò Charles de Gaulle a prendere
provvedimenti per questa situazione. Ne ricevette una
risposta accorata e al tempo stesso irata nei confronti
del generale Guillaume. Entrò quindi in scena la
magistratura francese, che fino al 1945 avviò 160
procedimenti giudiziari nei confronti di 360 persone. A
queste cifre bisogna però sommare il numero di quanti
furono colti sul fatto e fucilati. Quando la notizia si
diffuse il Vaticano chiese ufficialmente che le truppe
franco-maghrebine non entrassero a Roma. Dopo la guerra
il corpo di spedizione francese riconobbe alle vittime
un indennizzo che andava dalle 30 alle 150 mila lire a
donna stuprata, tali somme vennero detratte dai danni
di guerra dovuti dall’Italia alla Francia; dal canto
suo il governo italiano pagò alle vittime una pensione
minima e a tempo. Durante la Seconda guerra mondiale,
come in tutte le altre guerre, si sono consumate
efferate e gratuite violenze ai danni dei civili, donne
e uomini, anziani o giovani che fossero. Ma è difficile
eguagliare l’orrore della violenza marocchina sulle
donne ciociare. Alberto Moravia scrisse un libro
affinché tali orrori non venissero dimenticati.
Vittorio De Sica ne ricavò un film, intitolato "La
Ciociara". Fu Sofia Loren ad interpretare una delle due
protagoniste, una madre e una figlia che, nella storia,
subirono un orribile stupro. Nelle piazze dei paesi
ciociari, ad Ausonia e Esperia, sorgono le lapidi che
ricordano le vittime della violenza selvaggia dei
marocchini; nessuno ama parlarne. I testimoni, e
insieme le vittime di quella tragedia, sono morti da
tempo. Da quelle violenze non nacquero molti figli. I
marocchini erano affetti da gravi malattie veneree che
trasmisero alle donne e alle bambine violentate.
Malattie che provocarono interruzioni e aborti
spontanei nella maggioranza dei casi. Solo pochi
bambini meticci sopravvissero e le madri li allevarono
amorevolmente rinunciando a sposarsi. Ma parecchie
donne, specie le più giovani, non ressero alla vergogna
e abbandonarono il paese per trasferirsi in città dove
sarebbe stato più facile dimenticare e farsi
dimenticare. In realtà non superarono mai l’onta
dell’oltraggio subito e rimasero segnate per sempre.
Non avevano più osato guardare in faccia i familiari, e
avevano preferito nascondersi come animali spauriti.
La scelleratezza di certi generali francesi,
che hanno avuto la brillante idea di dare carta bianca
come premio a queste truppe marocchine, soldati che
hanno chiaramente
evidenziato la loro netta
somiglianza alle bestie sangiunrie (con tutto rispetto
a quest’ultimi) ha prodotto questo scempio che ancora
oggi il popolo francese non lo riconosce del tutto.
Popolo francese VERGOGNATI!
Mario BISCOTTI