Oggetto: Analisi delle Opportunità di
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Oggetto: Analisi delle Opportunità di
Oggetto: Analisi delle Opportunità di internazionalizzazione delle imprese siciliane nel settore lapideo nei paesi della Tunisia e Stati Uniti Benedetto Cassarà Indice 0. Le difficoltà per l’export di marmi .............................................................................................. 2 1.Introduzione paese Tunisia ........................................................................................................... 3 2. Il settore lapideo nella regione siciliana ....................................................................................... 4 3. Analisi del settore lapideo in Tunisia ......................................................................................... 10 4. Le criticità del mercato tunisino ................................................................................................ 12 5. Analisi opportunità e ipotesi di scelte strategiche per le imprese siciliane ................................ 12 6. Il profilo aziendale ideale per gli interventi in Tunisia .............................................................. 15 7. Il mercato Usa dei materiali lapidei -la domanda .................................................................... 17 8. Analisi punti di forza/criticità del settore lapideo siciliano negli Usa ....................................... 22 9. Analisi opportunità per le aziende siciliane e le strategie da attuare sul mercato statunitense . 25 10. Conclusioni .............................................................................................................................. 26 11. Agenda degli incontri ............................................................................................................... 30 0. Le difficoltà per l’export di marmi Il settore italiano della pietra naturale attraversa un periodo molto complesso con una situazione che si trascina ormai da alcuni anni e che evidenzia una situazione molto articolata e forti diversificazioni nei singoli poli produttivi. Le aree più importanti per la destinazione di marmi e graniti italiani vedono ancora in testa l’Unione Europea, anche se in calo e più su volumi che su valori, con Spagna, Olanda, Belgio, Svezia e Irlanda che sono i paesi di maggiore assorbimento, ma con un trend decisamente incoraggiante per paesi come Ungheria Slovacchia e Polonia. Verso l’Europa non comunitaria emerge un andamento ambiguo, positivo sui volumi più che sui valori e con buona tenuta per i lavorati sia di marmo che di granito. La Svizzera è in testa all’import dei Paesi non comunitari, seguita dalla e Croazia mentre la Turchia continua ad importare in maniera apprezzabile soltanto i marmi, sia grezzi e semigrezzi, che lavorati. Marocco, Egitto, Libia e Tunisia sono i Paesi che determinano il trend positivo dell’Africa del nord, ma anche il Sud Africa rimane positivo mentre peggiora la situazione in Nord America, dove gli Stati Uniti arretrano praticamente su tutte le voci, tranne che per i valori dei lavorati in granito. In netta crescita invece il Canada, che ha superato i 30 milioni di euro di importazioni dall’Italia, una quota vicina a quella dell’Arabia Saudita mentre è positivo l’andamento dell’export verso l’Australia (ma su cifre esigue). E’ in grande espansione l’area asiatica, in particolare l’Estremo Oriente. 1. Introduzione paese Tunisia La Tunisia, pur non essendo una democrazia vera e propria, è uno dei paesi arabi più liberali, moderni e cosmopoliti della regione magrebina. La situazione politica interna è stabile, rafforzata dal lento processo di democratizzazione avviato dal presidente. La Tunisia è considerata un paese esemplare del bacino del Mediterraneo e del mondo arabo e africano. Due sono i fattori fondamentali di questo successo: la stabilità politica e il dinamismo della sua società civile. La Tunisia è inoltre un paese capace di conciliare tradizione e modernità, una terra vicina all’Europa e al centro del mediterraneo, ponte ideale per il mondo arabo e nord africano. La consapevolezza e la lungimiranza di non potere basare la crescita del paese solo sullo sfruttamento delle limitate risorse naturali, hanno convinto la Tunisia fin dagli anni ’80 ad optare per uno sviluppo liberista della propria economia, aprendola verso l'esterno e soprattutto verso l’Europa. Un riconoscimento concreto dei progressi conseguiti è rappresentato dall'accordo di associazione con l'Unione Europea, del luglio '95, primo fra tutti i paesi dell'area sud del Mediterraneo, in previsione della prossima creazione nel 2010 di una vasta zona di libero scambio Euro-Mediterranea, che sarà costituita da un mercato di più di 800 milioni di abitanti. Non va dimenticato che la Tunisia è anche legata da accordi commerciali con i paesi del maghreb e del mondo arabo quali Turchia, Egitto, Marocco, Giordania, Iraq, Libia che costituiscono una zona di libero scambio. 2. Il settore lapideo nella regione siciliana Il settore lapideo rappresenta, insieme all’agroalimentare, alla metalmeccanica e elettronica, quello maggiormente internazionalizzato della Sicilia, tale da collocarlo ai primi posti tra le regioni che maggiormente esportano all’estero circa il 65% del fatturato medio del settore (settore pietre da taglio), soprattutto verso i mercati mediorientali. Il settore comprende varie voci merceologiche: 1. Materiali grezzi ( marmo e granito) 2. Materiali lavorati – pietre da taglio (piastrelle, mosaici, cubi) 3. Lavorati semplici (blocchetti, lastre pavimentazioni, bordi marciapiede) 4. Ardesia Tra i principali mercati serviti dal settore lapideo, sicuramente il Medio Oriente (Arabia Saudita, Emirati e Kuwait) copre oltre la metà delle esportazioni e l’Arabia è sicuramente il paese trainate. Gli Stati Uniti, tradizionale acquirente, e Canada emergono sempre più come mercati interessanti e soprattutto attenti alla qualità del prodotto mentre in lieve flessione,mentre la Francia sta aumentando le quote di importazioni , e viene seguita dall’ottimo andamento del Regno Unito. Anche il mercato africano è in forte crescita e soprattutto quello indiano, cinese e del sud-est asiatico. Negli ultimi anni si è parlato molto del rilancio del “sistema produttivo del marmo” in un clima generale dell’economia lapidea, soprattutto nel settore nazionale e regionale, offuscato da andamenti poco incoraggianti quali: • l’apprezzamento dell’euro sul dollaro; • le tendenze negative della domanda in alcune aree “chiave” (vedi paesi medioorientali); • la sempre più aggressiva presenza di concorrenti internazionali che, saturato il fabbisogno lapideo interno ai loro paesi, si sono affacciati sui mercati di sbocco siciliani, sottraendo alle aziende quote di mercato con forti destabilizzazioni sui prezzi. Nell’Isola, dove spicca il polo trapanese che da solo rappresenta il 15 per cento della produzione nazionale e l’85 dell’intera produzione regionale (la citta’ e’ il terzo bacino marmifero in Italia dopo Massa Carrara e Verona), si producono annualmente, secondo stime dell’Istat, circa un milione di tonnellate di marmo. Le produzioni piu’ rilevanti del comparto, che conta oltre 4 mila lavoratori con circa 250 aziende, si concentrano nei distretti produttivi di Trapani, Catania e Ragusa. In particolare Comiso, nel Ragusano, costituisce il secondo centro italiano per la lavorazione del granito. Tra le prospettive piu’ attuali del mercato lapideo italiano ed estero c’e’ anche la qualificazione degli arredi e dei centri storici delle citta’, attraverso l’utilizzo in particolare del Nerello di Custonaci e dell’avorio venato, materiali che si stanno riscoprendo. La necessità emersa più chiaramente dai diversi dibattiti che si sono susseguiti negli ultimi anni è quella di far nascere prima possibile, e non solo ‘sulla carta’, un vero e proprio sistema produttivo lapideo siciliano (riunendo i tre poli principali quali Trapani- caratterizzata da una notevole capacità estrattiva ma limitata da una forte connotazione di lavorazione di primo taglio e basso valore aggiunto; Ragusa- con una discreta capacità estrattiva che si differenzia per le lavorazioni di pregio; Catania- rivolta essenzialmente alla pietra lavica e quindi per lavorazioni tipicamente ornamentali), in quanto senza di esso ogni azione, seppure apprezzabile, rischia di risultare inefficace. Al di là della costituzione e della composizione degli organismi di gestione, il vero nodo da sciogliere è quello della definizione di una policy di sistema, vale a dire dello sviluppo di un modo congruente dell’insieme delle azioni che a livello locale possano effettivamente rafforzare la competitività delle imprese. Il moltiplicatore della competitività del sistema economico distrettuale/consortile è dato da alcuni fattori di agglomerazione – quali la concentrazione di una massa di attività specializzate che favorisce la formazione di un mercato del lavoro, la creazione di infrastrutture ad esso dedicate, lo sviluppo di servizi ausiliari – e dalla sedimentazione di elementi immateriali – come le reti di relazioni interpersonali che si instaurano e l’immagine collettiva del prodotto che si crea. Nel caso specifico del sistema perlato, ad esempio, costituisce uno degli elementi fondamentali in tale senso, intervenire sugli aspetti normativi (problematiche della ex tassa marmi, della regolamentazione degli agri marmiferi, scarti di lavorazione quali fanghi con le attuali problematiche ambientali). Inoltre, a causa della globalizzazione dei mercati e della diffusione della tecnologia, oggi è sempre più difficile fare leva sugli elementi materiali dei prodotti (qualità dei materiali, delle lavorazioni, degli imballi, ecc.) come elemento di differenziazione rispetto a quelli della concorrenza. Diventa strategico, quindi, individuare altri elementi di differenziazione che possono essere individuati in attributi immateriali del prodotto, in grado di condizionare le scelte del consumatore finale: non si deve semplicemente vendere un pezzo di marmo ma vendere unitamente ad esso pezzi della cultura italiana, della nostra storia, dei nostri saperi e delle capacità di una lunga tradizione lapidea. Se guardiamo ai dati relativi agli anni ’80 e soprattutto a quelli del 2005 e se cerchiamo di attualizzarli al contesto attuale, in collaborazione con enti istituzionali, si comincia ad individuare la necessità di agire su tre leve: il prodotto, il mercato e l’organizzazione del ciclo. Per quanto riguarda il prodotto bisogna specificare che potenziando l’attività di ricerca sulle sue possibili applicazioni si sono intraviste due possibilità non necessariamente configgenti: da una parte la valorizzazione qualitativa dei prodotti lapidei locali di maggior pregio su nicchie alte di mercato, dall’altro l’opzione di utilizzare le altre innumerevoli qualità del materiale presente in loco sulla base di caratteristiche idonee all’impiego nel cosiddetto “mercato delle famiglie” . È necessario, inoltre, che l’area passi dall’essere semplice punto di vendita di marmo a punto di offerta di un’intera gamma di beni e servizi legati ai materiali lapidei: dai servizi al know how tecnologico, dall’assistenza tecnica alla formazione professionale, dall’innovazione del prodotto al know how commerciale. Per quanto riguarda il mercato, benché la domanda delle produzioni lapidee goda di ampi margini di autonomia rispetto all’offerta, si dovrebbero individuare azioni finalizzate a contenerne gli effetti negativi sull’andamento ciclico del settore. In particolare dovrebbe essere sostenuta la promozione e il rafforzamento dell’immagine del marmo attraverso una sua differenziazione a seconda dei mercati di sbocco cui si mira (mercati emergenti o mercati tradizionali a domanda più selettiva), attraverso l’incentivazione di forme di cooperazione nel processo di commercializzazione del prodotto (consorzi per l’export e accordi di fornitura, interventi di delocalizazzione) nonché accordi sulla politica dei prezzi, attraverso l’incentivazione di servizi associati come i servizi alla commercializzazione, di assistenza, di controllo e di garanzia di qualità, attraverso l’informazione e la promozione presso chi “fa il mercato”, ossia i grossi orientatori della domanda (disegnatori, studi di progettazione, ecc). Da un lato, vi sono poche imprese che (10/20%) , per le dimensioni interessanti, la adeguata struttura commerciale e accordi stabili in paesi stranieri, non sono molto “propense” al supporto delle strutture pubbliche. Tuttavia il coinvolgimento di queste può rappresentare su specifici segmenti di mercato o paesi, un effetto di traino ed emulazione nei confronti delle aziende del settore e creare altre opportunità di penetrazione commerciali in paesi con forte richiesta di domanda e/o interventi delocalizzativi nei mercati di prossimità. D’altro lato vi sono molte piccole unità (che rappresentano nel settore lapideo più del 50%) che, per le dimensioni limitate, le scarse produzioni, ma soprattutto per la caratteristica di operare unicamente su un mercato strettamente locale senza un’immagine specifica, non sono interessate a partecipare ad iniziative di internazionalizzazione o, pensano che non ne otterrebbero alcun vantaggio. Queste potrebbero essere coinvolte in un’ ottica di filiera produttiva per “chiudere” quei vuoti che le aziende maggiori non riescono a coprire e quindi essere interessate in una logica di distretto/consorzio. Tra questi due poli, vi è tutta una fascia intermedia di aziende, che possono utilmente coniugare le proprie strategie di marketing con quella dell’Ente Regione, e utilizzare l’opportunità dello Sprint quale fattore di sviluppo. In merito all’organizzazione del ciclo è necessaria la rimozione delle strozzature e delle inefficienze che gravano sulla fase di estrazione del marmo. L’ambito di più urgente intervento è stato individuato nella dimensione di impresa, in un contesto in cui la frammentazione produttiva del settore estrattivo impedisce il raggiungimento di una sua dimensione ottimale non tanto dal punto di vista dell’utilizzazione dei fattori ma dal punto di vista della dotazione e dell’utilizzazione delle infrastrutture e la caduta verticale della fase di trasformazione rischia di interrompere definitivamente l’organizzazione della filiera. È quindi necessario l’intervento pubblico per predisporre adeguati sistemi infrastrutturali a servizio delle imprese e nei servizi di diffusione e adattamento organizzativo dell’innovazione tecnologica soprattutto per le fasi di lavorazione del prodotto. Il settore lapideo si frammenta, diventa sempre più piccolo, nel comparto della lavorazione si è assistito ad un aumento del numero delle imprese ma soprattutto di aziende molto piccole, con meno di cinque addetti, mentre in tutti gli altri comparti il numero delle imprese diminuisce, soprattutto nel comparto dell’estrazione, ad eccezione del settore delle macchine che appare un po’ più dinamico rispetto a quelli dell’estrazione e della lavorazione. Il sistema del marmo, anche nei tre principali ambiti provinciali, è centrale per il suo territorio, anche perché il sistema socio-economico del sistema è inserito ed opera all’interno del sistema produttivo (cave – strade – porto). Il sistema ha una logistica importante ed il porto è un elemento che deve essere certamente un punto di forza, in quanto pur posizionandosi perifericamente rispetto all’area vasta globale italiana diventa strategicamente importante se si considera il suo posizionamento rispetto al mercato mediterraneo. Dalla sintesi dei lavori redatti dall’UTI si evince che nonostante l’export è stato sempre il punto di riferimento del settore marmifero con vendite del 70% rispetto a quelle nazionali intorno al 30%, si è registrato negli ultimi anni un continuo regredire delle quote export (riduzione quasi del 40%) questo calo delle esportazioni non è attribuibile, o almeno non soltanto, allo scenario bellico, ma piuttosto ad una incapacità delle imprese di gestire una parte importante della propria azienda. Da troppi anni, ormai, ci si è assuefatti alle condizioni dettate dal mercato arabo puntando sulla produzione di un prodotto semilavorato e non particolarmente pregiato. A ciò deve affiancarsi la comparsa di una concorrenza straniera che ha puntato su una politica dei prezzi assolutamente fuori dalla portata delle imprese italiane dato soprattutto l’elevato costo della manodopera. Ciò ha condotto ad una guerra al ribasso costringendo le aziende a vendere il prodotto con bassissimi margini di guadagno. Sarebbe piuttosto auspicabile una differenziazione del prodotto ed una conseguente collocazione sui mercati esteri a seconda della qualità e delle caratteristiche del prodotto. Quindi oggi ci si interroga sui nuovi scenari e nuovi mercati (come quello europeo e nord americano) ma soprattutto rivedere sia gli aspetti legati a fattori organizzativi delle aziende (troppo piccole, frammentate e senza una vera strategia di marketing) che a fattori esterni quali le problematiche ambientali relativi allo smaltimento dei fanghi. Ritengo che il settore di riferimento sia quello dei materiali lapidei di pregio che nel decennio 1990/2000 ha fatto registrare una lieve crescita. Recentemente, tuttavia, anche a causa delle vicissitudini legate ai conflitti medio orientali è stato investito da una profonda crisi che ha generato l’inizio di una fase di stagnazione. I punti di criticità che maggiormente condizionano lo sviluppo del settore dei materiali lapidei di pregio possono, in linea di massima, rappresentarsi come di seguito: ¾ insufficienza quali-quantitativa di infrastrutture a supporto delle attività produttive; ¾ carenza nella qualificazione degli operatori del settore; ¾ bassa sensibilità alla innovazione tecnologica, tecnologie informatiche e terziario avanzato; ¾ scarsa attenzione agli aspetti culturali e di divulgazione; ¾ mancanza di una politica operativa per le problematiche ambientali e dello smaltimento dei fanghi e materiale di risulta come impiego di inerti nel settore edile; ¾ eccessiva concentrazione su un solo mercato di sbocco a discapito di una maggiore diversificazione geografica. ¾ mancanza di programmazione e di coordinamento dell’attività da parte degli operatori. Alla luce delle premesse di cui sopra, la definizione di una nuova strategia di internazionalizzazione del settore lapideo, passa da una nuova concezione del prodotto “marmo” e da una ricollocazione dello stesso o in nuovi mercati con attività di penetrazione commerciale (USA) o mercati di prossimità (Tunisia) con interventi delocalizzativi al fine di servire le aree di maggior interesse. 3. Analisi del settore lapideo in Tunisia In Tunisia non esiste marmo nel vero senso del termine. La pietra marmorea in Tunisia appartiene al gruppo dei carbonati leggermente metamorfosati e/o re-cristallizzati, adatti alla levigatura e dai colori apprezzabili. Il comparto del marmo concerne i prodotti provenienti da pietre ornamentali. Sono usati in costruzioni, decorazioni d’interni ed esterni e nella ristrutturazione urbana. Considerato come un prodotto nobile, il marmo é classificato in quattro categorie: il marmo cristallino e quello calcareo, il granito, la pietra levigata scura ed il Travertino. E’ composto da tre famiglie d’attività distinte: l’estrazione dei blocchi, la lavorazione industriale e la lavorazione finale, che raggruppa 2/3 delle imprese. Il comparto del Marmo conta 84 imprese attualmente in funzione, aventi almeno dieci lavoratori dipendenti, per un totale di oltre 2.633 persone. Di queste unità, quattro sono a partecipazione estera. Nel periodo 2000-2004, il settore del marmo ha registrato una crescita notevole su più livelli, in particolare: - Un aumento importante del numero di imprese industriali, il quale é passato da 57 unità nel 1999 a 84 nel 2004, ovvero con un tasso superiore al 30%. - Le esportazioni totali del settore del marmo sono cresciute progressivamente con un tasso medio del 22% per anno, passando da 22.000 T a 48.000 T. - Nel 2004, il cliente principale della Tunisia é stata l’Italia con una quota del 56%. Rispetto al 2000, l’Italia ha aumentato la sua quota, mentre le quote degli altri partner commerciali sono retrocesse. - La Tunisia esporta verso la Francia ed il Belgio soprattutto marmo finito; la quota dei due paesi é stata del 9% ciasuna nel 2004. - La bilancia commerciale ha continuato a migliorare negli ultimi anni, passando da 43% nel 2000 al 97% nel 2004. Tale risultato deriva dal miglioramento costante delle esportazioni e dal calo delle importazioni. In ogni caso, il comparto del marmo ha registrato nello stesso periodo delle insufficienze che si possono riassumere come segue: ¾ Creazione di soli 630 nuovi posti di lavoro; ¾ Sviluppo delle esportazioni a basso valore aggiunto (blocchi di marmo), che sono passati da 15.000 T a 40.000 T, ovvero con un tasso di crescita annuo medio del 28%. I 2/3 delle esportazioni in valore destinate all’Italia sono costituite di blocchi di marmo; ¾ - La percentuale degli scarti é aumentata; L’adesione al programma di Mise à Niveau é stata debole : solo al 16% delle imprese é stato approvato il dossier ed una sola impresa ha ottenuto il certificato ISO. 4. Le criticità del mercato tunisino Nel comparto del marmo la legislazione tunisina ha fortemente frenato le importazioni di pietre ornamentali, per sviluppare un’industria nazionale di estrazione e trattamento; i prezzi di vendita medi cambiano da un’impresa all’altra. Lo scarto con le industrie europee calerà con l’eliminazione delle tariffe; si dovrà sviluppare le esportazioni del marmo finito ad alto valore aggiunto e rinforzare la presenza delle imprese tunisine all’interno delle manifestazioni internazionali, con l’obiettivo di far conoscere il marmo tunisino e poter diversificare il mercato; l’impresa tunisina si caratterizza per un personale troppo ampio e di scarsa qualità. L’operaio tunisino é sei volte meno produttivo dell’operaio europeo. Inoltre vengono poco sfruttate formazione e nicchie in espansione, nonostante i vantaggi accordati dalla legislazione; in Tunisia, le attrezzature sono spesso vecchie e la loro produttività media per impiego e per anno é inferiore a quella di Italia, Francia e Spagna; sarà necessario razionalizzare lo sfruttamento delle cave e valorizzare gli scarti di produzione. 5. Analisi opportunità e ipotesi di scelte strategiche per le imprese siciliane I principali fattori di opportunità per operazioni di “internazionalizzazione” sono: ¾ La manodopera costa da 1/5 a 1/10 di quella media europea. ¾ Le formalità per costituire una società sono minime e attuabili in tempi brevissimi presso uno sportello unico certificato ¾ Il sistema industriale sta crescendo parallelamente a quello turistico e agricolo ¾ Vi sono molte strutture di servizio bilingue, il francese, l’inglese e l’italiano sono molto diffusi. ¾ È un paese vicino e facilmente raggiungibile ¾ È una zona strategica per penetrare i mercati d’Europa, del Nord e del centro Africa. ¾ Turismo, Agro-alimentare, Macchinari, Edile, Elettrico ed elettronico sono in crescita ¾ Politica per incentivare ed incoraggiare gli investimenti, il paese offre tutta una serie di esenzioni, incentivi e sostegni che rafforzano l’apertura del mercato agli investitori esteri. ¾ Sgravi sugli oneri sociali con Contributi a totale carico dello stato durante i primi 2 anni e parziale ( da 85% a 25%) durante i successivi 5 anni, in caso di occupazione di nuovi diplomati dell’insegnamento superiore che abbiano un livello minimo di qualifica pari al diploma di maturità + 2 anni di specializzazione ¾ Contributi a totale carico dello stato durante i primi 5 anni e parziale ( da 80% a 20%) durante i successivi 5 anni, in caso di occupazione in progetti specifici realizzati nelle zone di sviluppo regionale individuate come “prioritarie”. ¾ I bassi costi di produzione dell’energia elettrica, gas e petrolio come da tabella U.M. PREZZO MEDIO DI FORNITURA Energia Elettrica Kwh 0,050 Euro Gas Metano mc 0,124 Euro Benzina Senza Piombo Litro 0,585 Euro Benzina Normale Litro 0,600 Euro Gasolio Litro 0,386 Euro TIPO (Valori medi anno 2005) - 1Tnd = 0,60331 € Costi manodopera QUALIFICA SALARIO MINIMO MENSILE GARANTITO Operaio (40h/Sett.) 118,00 Euro * Operaio (48h/Sett.) 136,00 Euro * Contabile Amm.vo 220,00 Euro Tecnico esperto 320,00 Euro *(Rev. Agosto 2005) - 1Tnd = 0,60331 € L’iniziativa di creare una zona di libero scambio tra i 4 Paesi (Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania) fornisce da un lato, un contributo agli sforzi compiuti verso la creazione di un mercato comune arabo, dall’altro la creazione della zona di libero scambio euro mediterranea prevista per il 2010. Questo Accordo si prefigge la creazione di una zona di libero scambio attraverso una fase transitoria che non andrà oltre il 1 Gennaio 2005, data in cui l’Accordo entrerà in vigore. L’obiettivo, è quello di rendere più dinamici gli scambi commerciali, sviluppare il tessuto industriale, sostenere l’attività economica e l’impiego, aumentando la produttività e migliorando il livello di vita. I paesi contraenti hanno previsto un’esenzione totale dai dazi per i prodotti industriali entro il 2005. Premesso che attualmente il mercato della Tunisia risulta poco appetibile in termini di penetrazione commerciale sia per gli elevati dazi che per una propria capacità produttiva elevata tanto che le esportazioni superano le importazioni, risulterebbe importante invece avviare un’attività di delocalizazzione attraverso la creazione di joint-venture e/o consorzi stabili al fine di: ¾ promuovere forme di associazionismo di tipo consortile/distrettuale per superare la realtà produttiva delle piccole aziende che non consente di ottimizzare i servizi legati al settore (promozione, finanziamento, assicurazioni, costo trasporti) e per creare un’unica filiera del settore lapideo siciliano che va dalla estrazione e lavorazione di primo taglio nel trapanese alla lavorazione di pregio nel ragusano alla diversificazione con la pietra lavica nel catanese; ¾ delocalizzare gli impianti verso questo mercato di prossimità, per non aumentare i prezzi finali; ¾ potenziare il personale qualificato, investendo sulla formazione per un trasferimento di know-how come sostegno all’export regionale nel paese; ¾ utilizzare i vantaggi connessi derivanti dalla legislazione in materia di fiscalità, bassi costi del lavoro, di produzione (elettrico, gas,petrolio, ecc); ¾ sfruttare la zona di libero scambio che partire dal 2010 potrà facilitare l’aumento della capacità commerciale nei paesi limitrofi che rivestono notevole importanza in termini di domanda (Libia, Marzocco,Egitto,Qatar,Emirati Arabi,Kuwai, Barhein;ecc) ¾ utilizzare i fondi MEDA (fino al 2006) e ENPI (a partire dal 2007) per abbattere i costi relativamente ai trasporti, impianti e tecnologie. 6. Il profilo aziendale ideale per gli interventi in Tunisia Sulla base delle considerazioni di cui sopra ho identificato un campione di aziende, prendendo come parametri, dipendenti, fatturato, propensione all’innovazione tecnologica e diversificazione di prodotto, % export, fattori di opportunità ed interesse, al fine di rendere più operativa la strategia di contatto delle circa 30/40 potenziali imprese del settore, di cui più di 25 sono localizzate nella sola provincia di Trapani. Tunisia -Settore lapideo Tipologia di azienda Propensione all’export quota export Fattori di opportunità e/o per la Tunisia mercati di prossimità Tipologia di interesse e/ Strumenti di contatto Aziende con > 20 dipendenti, e >60% fatturato > 2/2,5 milioni di euro. Aziende che già In operano con gli fase di tecnologica innovazione produttiva e di - Tunisia: 1 diversificazione produttiva circa 10 vedi elenco aziende; Santoro spa Delocalizzativo solo in maniera consortile/distrettuale in Joint-venture con imprese tunisine di elevate dimensioni per servire mercati medio-orientali ed asiatici come India e Cina e sud-est aziatico Presentazione opportunità del sito web Sprint - Brochures Sprint; - Workshop e focus group con esperti del settore; Lesa Marmi srl SudMarmi srl Bono Marmi snc Perla Marmi-Tp GMS- Tp Damigella-RG Marinelli-RG Rapisarda- Ct Paratore-Ct Avolastone-Rg Aziende con > 10 e > 20 <40% Partecipare a consorzi dipendenti e fatturato > 1/1,5 - di impresa per fornire Comunicati stampa e radiotelevisivi; milioni di euro Aziende che già la materia prima delle - Brochures; In attesa di “eventi” pubblici operano con gli cave e le lavorazione - Newsletter; che Tunisia: 0 di - Seminari possano modificare l’attuale “posizionamento” primo taglio raggiungere per mercati asiatici che richiedono Circa 30 elenco aziende da integrare e convegni; - Workshop e focus il prodotto grezzo e group con opinion non lavorato leader; - E mail; Incontri one to one. Conclusioni Tunisia: Intervento di delocalizzazione e creazione di joint-venture raggiungere i seguenti obiettivi: italo-tunisine al fine di ¾ sostituzione dei macchinari “non più innovativi” delle aziende siciliane con la sostituzione e trasporto in tunisia dove i macchinari e le attrezzature sono molto ¾ ¾ ¾ ¾ obsolete, con conseguente possibilità da un alto di rinnovare il proprio parco macchinari ed attrezzature per migliorare la produzione nella lavorazione dei materiali più pregiati e non solo nella estrazione e lavorazione del primo taglio ; addestramento del personale tunisino; utilizzare i vantaggi connessi derivanti dalla legislazione in materia di fiscalità, bassi costi del lavoro, di produzione (elettrico, gas,petrolio, ecc); facilità di esportare per la lavorazione il marmo siciliano per l’estrema vicinanza dei porti con conseguente abbattimento dei costi di trasporto; maggiore penetrazione commerciale nei paesi medio-orientali, Marocco, Libia ed Egitto oltre che Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrein, Oman e Qatar; 7. Il mercato Usa dei materiali lapidei -la domanda Nel corso dell’ultimo decennio il settore dei materiali lapidei negli Stati Uniti e’ stato caratterizzato da un periodo di ulteriore forte sviluppo. Gli americani costruiscono un crescente numero di abitazioni, con cucine e bagni sempre piu’ grandi. Anche il tasso di crescita degli edifici commerciali si sta ristabilizzando, mentre l’economia incomincia a mostrare piu’ concreti sintomi di sviluppo. Agli inizi degli anni ‘90 la percentuale di inutilizzazione degli spazi disponibili nei palazzi per uffici aveva raggiunto un livello, considerato record, superiore al 16%, che aveva soffocato lo sviluppo del settore edilizio specifico e del settore immobiliare in genere. Oggi, con una percentuale molto piu’ ridotta, accoppiata a tassi di interesse al livello piu’ basso degli ultimi 30 anni, gli investimenti in immobili per uso commerciale (ma anche residenziale) hanno ripreso impeto. Un semplice sguardo al numero delle gru in piena attivita’ che costellano l’orizzonte delle principali aree metropolitane degli Stati Uniti evidenzia il robusto sviluppo dell’industria delle costruzioni in questo Paese. Secondo la National Association of Home Builders (NAHB), il settore residenziale costituisce un potente volano per l’ economia nazionale, rappresentando – annualmente circa il 15% del Prodotto Nazionale Lordo (PNL). Conseguentemente, la costruzione e la vendita di nuove abitazioni ed altre attivita’ collegate rappresentano significativi indicatori della buona salute dell’economia. La succitata NAHB stima che nel 2003 sia stato dato inizio alla costruzione di 1.700.000 nuove abitazioni (1.381.000 unifamiliari e 319.000 plurifamiliari). Le vendite di nuove abitazioni singole hanno raggiunto una cifra-record superiore a 1.000.000 di unita’. Nella graduatoria 2000/2004 dei principali 50 mercati metropolitani compilata dall’Associazione, relativa ad abitazioni unifamiliari, ai primi cinque posti figurano i seguenti centri: - Atlanta, Georgia - Phoenix, Arizona - Riverside, California - Houston, Texas - Washington DC Nello stesso anno la graduatoria dei cinque principali mercati per la costruzione di abitazioni plurifamiliari risulta essere stata la seguente: - New York, NY - Houston, Texas - Chicago, Illinois - Atlanta, Georgia - Las Vegas, Nevada Tale volume, pari a 200.000 countertops in nuove abitazioni unifamiliari, rappresenta circa 4.600.000 piedi lineari di granito installati nelle cucine di tutto il Paese, e fa “la parte del leone” nell’uso del granito nel mercato delle costruzioni residenziali. A tutto cio’ vanno aggiunti poi anche i piani di cucina utilizzati nelle abitazioni plurifamiliari. La crescente tendenza nella sempre piu’ frequente ristrutturazione di bagni e cucine in tutto il Paese all’uso di materiali piu’ “pregiati”, ha condotto alla notevole crescita della popolarita’ del marmo e del granito negli ultimi 10 anni. Secondo la NHBA, le imprese di ristrutturazione operanti in tutto il Paese riferiscono concordemente che i tre piu’ comuni progetti di ristrutturazione in abitazioni esistenti riguardano la cucina (63%) il bagno (61%) e l’aggiunta di nuovi ambienti (58%). Si stima che nell’ultimo triennio siano state costruite negli Stati Uniti circa 6.5 milioni di nuove cucine: di queste, circa 5 milioni figurano come progetti di ristrutturazione, e 1.5 milioni come costruzioni nuove. Le utilizzazioni principali riguardano i piani di cucina, i paraspruzzi (backsplashes) ed i pavimenti . Come gia’ riferito in precedenza, secondo la NAHB (National Association of Home Builders) la lunghezza media dei countertops nelle cucine americane e’ di 23 piedi lineari. A partire dal 2000, circa 10 milioni di nuovi bagni sono stati realizzati negli U.S.A. (7 milioni per di lavori di ristrutturazione e 3 milioni in costruzioni nuove). Analogamente a quanto si verifica per le cucine, l’uso maggiore dei materiali lapidei nelle stanze da bagno riguarda piani per lavabi e pavimenti. Negli ambienti-bagno piu’ grandi la pietra naturale viene anche usata come rivestimento delle pareti che circondano la vasca da bagno e la doccia e come elemento decorativo nell’intero ambiente. La decisione di utilizzare materiali lapidei nelle abitazioni compete generalmente ai proprietari delle stesse. Nelle costruzioni di gran lusso tale scelta e’ anche condizionata dai responsabili della progettazione, a cui piace suggerire materiali di propria preferenza per countertops, pavimenti ed altre applicazioni. Negli Stati Uniti questi professionisti sono: ¾ Architetti ¾ Progettisti di Interni ¾ Progettisti specializzati in bagni e cucine ¾ Consulenti costruzione cucine presso gli Home Centers ¾ Posatori di pietra naturale (Installatori) ¾ Fornitori di mobili da cucina con servizi di progettazione. Chiunque fra i professionisti sopra elencati puo’ essere coinvolto nella selezione dei materiali e, se del caso, della tipo specifico della pietra. La maggior parte degli architetti americani non hanno mai studiato accademicamente l’uso della pietra naturale, e sono letteralmente “affamati” di informazioni al riguardo. Molti studi di architettura americani si occupano di progetti sia negli U.S.A. che in paesi esteri – specialmente quando i progetti riguardano esemplari di architettura tipicamente americani, quali grattacieli, Shopping Malls e grandi complessi alberghieri in localita’ turistiche e di vacanze. La maggior parte degli architetti non si occupano direttamente dell’ acquisto dei materiali usati nell’esecuzione dei lavori, ma hanno la responsabilita’ finale della loro scelta e approvazione come parte della progettazione. Pertanto, un’accurata ricerca basata sui diversi tipi di costruzioni d’interesse risulterebbe estremamente utile ai fornitori dei materiali lapidei. L’evoluzione del settore delle costruzioni non residenziale Il settore delle costruzioni e’ in forte sviluppo in tutto il Paese, e le previsioni indicano che tale tendenza persistera’ nel corso dei prossimi 3 - 5 anni. Le categorie dell’edilizia non residenziale in cui si sono viste nuove e crescenti applicazioni nell’uso di materiali lapidei comprendono: - Scuole - Uffici - Negozi/Shopping Centers - Alberghi/Ospitalita’ - Ristrutturazioni e rinnovamenti - Edifici Pubblici/Governativi - Edifici per il Culto L’American Institute of Architects (A.I.A.) costituisce un validissimo canale per chi desideri collaborare con studi di architettura specializzati nella progettazione di determinati tipi di edifici. Tutti gli addetti al marketing di materiali lapidei dovrebbero arrivare ad identificare gli studi specializzati in quei progetti edilizi per i quali tradizionalmente viene considerato l’uso di tali materiali , quali: ¾ Banche ¾ Tribunali ed Edifici giudiziari in genere ¾ Alberghi di Lusso ¾ Shopping Centers di alto livello Vi sono inoltre indicati i nominativi degli architetti piu’ importanti di ciascuno studio, il numero complessivo degli architetti che ne fanno parte, ed i tipi di progettazioni e servizi offerti . La guida precisa anche le principali sfere di attivita’ dei singoli studi, indicandone l’ordine di importanza in percentuale (es.: uffici commerciali 15%; edifici per il culto 15%; alberghi/motels 15%; ecc.), e fornisce un elenco completo dei progetti in corso di realizzazione e la relativa ubicazione. I principali paesi esteri concorrenti all’Italia Come gia’ rilevato nell’introduzione del presente studio, si e’ verificato uno spostamento nelle posizioni dei Paesi concorrenti dei prodotti italiani sul mercato U.S.A. : anche se l’Italia continua a fornire agli Stati Uniti i prodotti di cui trattasi in quantitativi superiori a quelli forniti in passato, la sua quota di mercato si sta riducendo, perfino in questo periodo di eccezionale sviluppo dell’uso di materiali lapidei in genere. Nell’ultimo quinquennio, fra i principali Paesi fornitori presenti sul mercato figuravano (in percentuale, la rispettiva quota delle importazioni USA): ¾ Brasile (12.17%) ¾ Turchia (10.61%) ¾ India (8.81%) ¾ Cina (8.11%) ¾ Spagna (6.94%) I cinque Paesi nostri concorrenti sopra elencati sono arrivati a coprire circa il 50% delle importazioni U.S.A. di materiali lapidei. 8. Analisi punti di forza/criticità del settore lapideo siciliano negli Usa Le principali tipologie di costruzioni in cui trovano impiego materiali lapidei: ¾ Abitazioni di lusso ( principalmente in cucine e bagni ); ¾ Rivestimenti esterni di palazzi per ufficio (nella composizione dei rivestimenti di tali edifici figurano tipicamente altri materiali,quali vetro, acciaio, ecc.); ¾ Alberghi e Shopping centers; Banche; Edifici Giudiziari. Le dinamiche internazionali che influiscono sul mercato U.S.A.: ¾ Persistente tendenza all’acquisto diretto da paesi esteri; ¾ Il mercato internazionale dei blocchi grezzi e’ in fase di trasformazione; ¾ I principali mercati con intensa attivita’ di costruzione influiscono sulle forniture internazionali (es. Cina e India); ¾ La posizione dell’EURO, piu’ forte rispetto al Dollaro continua a condizionare le esportazioni italiane di questo settore; ¾ In considerazione dell’alto volume del traffico marittimo, le tariffe dei noli dai paesi del Bacino del Pacifico agli U.S.A. restano piu’ concorrenziali L’evoluzione del mercato lapideo Usa e le nuove tendenze di mercato Nuovi canali di distribuzione: ¾ Catene nazionali di “Home Centers” con installatori e depositi di lastre all’aperto propri. ¾ Tendenza dei distributori di piastrelle su scala nazionale ad espandere la loro attivita’ al settore delle lastre, nonche’ alle loro vendite ad operatori di dimensioni piu’ piccole, spingendoli in molti casi a ridurre le loro importazioni dirette. ¾ Tipo di materiale piu’ richiesto: ancora il GRANITO (le importazioni fanno registrare un incremento annuo superiore al 25% ). ¾ Nuove finiture/Sealers (materiali impregnanti): materiali con finitura antidata mediante trattamento ad acqua (water-jet) “ ¾ Nuovi punti di vendita per “countertops” (piani per cucina): ¾ negozi di mobili per cucina, Centri di Progettazione e Arredamento per cucine e bagni, Internet. ¾ Nuove tendenze del Marketing educativo: continuano a moltiplicarsi le attivita’ educative aventi per oggetto i materiali lapidei. La tendenza piu’ importante da analizzare nell’immediato futuro e’ probabilmente lo spostamento in atto nel mercato internazionale dei blocchi. Se l’attuale tendenza continuera’, anche se l’Italia potra’ mantenere la supremazia tecnica nel breve periodo, i veri cambiamenti potranno verificarsi con l’ingresso di altri Paesi nel commercio mondiale e la distribuzione degli stocks di blocchi di qualita’. Numerosi analisti concordano nel ritenere che nell’immediato futuro i mercati piu’ promettenti per il settore internazionale dei materiali lapidei saranno la Cina e l’India, dato l’incredibile ritmo delle costruzioni e dei progetti di sviluppo attualmente in corso in tali Paesi. Al momento, gli Stati Uniti rappresentano il principale mercato di sbocco dei prodotti lapidei: gli esportatori italiani, tuttavia, dovranno tenere il passo con le attivita’ di costruzione nei paesi del Bacino del Pacifico per rimanere concorrenziali sul mercato internazionale. Posizione di mercato dell’Italia Gli U.S.A. costituiscono il principale mercato per le esportazione italiane di materiali lapidei dall’ l’Italia (33% sul totale), seguiti dalla Germania (15%). L’Italia e’ il principale paese fornitore degli U.S.A. (Quota: 31%; Valore: $535 milioni; Tonnellaggio Pietra Lavorata: 707.000 Tonn. Punti di forza: ¾ Principale centro di scambio di blocchi (Posizione attuale); ¾ Principale partner tecnologico/Principale Paese produttore di Macchinari per la lavorazione dei materiali lapidei; ¾ Tradizione di esperienza quale fornitore di prodotti lapidei di alta qualita’ a tutto il mondo. ¾ Particolare capacita’ tecnica nella fornitura di materiale “cut to size” (lavori a casellario) per grandi progetti commerciali; ¾ Buona reputazione tra gli architetti di tutto il mondo per l’esecuzione di contratti di fornitura di materiali lapidei. ¾ Elevata capacita’ di collegamenti internazionali con vari anelli della catena di distribuzione : ¾ Investimenti e “joint ventures” con numerose imprese estrattive internazionali; ¾ Investimenti e “joint ventures” con distributori internazionali di materiali Lapidei; ¾ Contatti diretti con i maggiori architetti ed appaltatori scala internazionale. Punti di debolezza: ¾ Attuale situazione di forza dell’EURO; ¾ Diminuzione del numero di cave attive nell’ambito nazionale, mentre il settore internazionale delle cave e dei blocchi grezzi e’ in fase di grande sviluppo. ¾ Probabile penuria a medio termine di manodopera specializzata per l’industria estrattiva e della lavorazione in genere. ¾ Alti costi delle attivita’ economiche in genere in Italia. Costo elevato della manodopera.. Costi di spedizione superiori a quelli da altri paesi. ¾ Cospicui investimenti da parte di paesi concorrenti (specialmente Brasile e Turchia); ¾ Discontinua presenza pubblicitaria delle industrie italiane sulle pubblicazioni settoriali U.S.A.; ¾ Limitata partecipazione delle Aziende italiane alle attivita’ delle associazioni di Categoria U.S.A. rispetto a quella di altri paesi nostri concorrenti. 9. Analisi opportunità per le aziende siciliane e le strategie da attuare sul mercato statunitense I principali operatori/distributori che possano costituire i migliori obiettivi per le attività di consolidamento delle proprie offerte di prodotti e servizi: ¾ Importatori di lastre ¾ Marmisti/installatori di countertops ¾ Studi di architettura specializzati nel settore alberghiero ¾ Appaltatori/consulenti specializzati in rivestimenti esterni ¾ Studi di architettura specializzati in grandi progetti internazionali ¾ Catena di fornitura da estrazione blocco a lavorazione lastre ¾ Identificare ubicazione di grandi depositi internazionali di lastre ¾ Seguire attentamente le attivita’ di costruzioni nel mondo, che influiscono sulla fornitura e sul prezzo dei materiali lapidei disponibili. Sarebbe più opportuno considerato la tipologia di azienda siciliana: ¾ Operare congiuntamente in veste di “broker” per vendite dirette per contenitori completi, dalle varie fonti esistenti nel mondo, attraverso forme consortili/distrettuali. ¾ Esaminare la possibilita’ di stabilire una “joint venture” con un’ Azienda USA con distribuzione su scala nazionale provvisto di showrooms e depositi lastre ¾ Stabilire un “Marchio” o un “Logo” per una serie di materiali “Estratti in Sicilia” e/o “Lavorati in Sicilia”, o quantomeno “Made in Sicily” e creare programmi di marketing a beneficio di tutti i partecipanti e a sostegno delle rispettive vendite negli U.S.A ¾ Tali attivita’ di marketing congiunte possono contribuire a bilanciarne i costi e ad venire poi estese ad altri canali (mostre settoriali, riviste, seminari, ecc. ¾ Stanziare fondi per l’organizzazione di viaggi in Italia di gruppi di Architetti, dividendo i costi con altre aziende partecipanti e offrendo una combinazione di visite agli impianti di lavorazione, itinerari di interesse architettonico, e seminari sui materiali lapidei, per una durata di 5 - 7 giorni 10. Conclusioni Le strategie di mercato qui suggerite non costituiscono una novita’: molte di esse furono proposte dall’Italian Trade Commission (I.C.E.) circa 10 anni fa in sede di una simile indagine di mercato. La sostanziale differenza e’ che oggi gli esportatori siciliani devono affrontare nuovi e piu’ ardui ostacoli: un numero crescente di concorrenti esteri ed il valore dell’EURO decisamente sopravvalutato; pertanto le aziende italiane devono lottare ancor piu’ duramente per acquisire prima e poi mantenere posizioni soddisfacenti, nonostante le difficolta’ che si incontrano giornalmente su questo mercato cosi’ tumultuoso. Purtroppo, non c’e’ alcuna garanzia che l’attuazione di un programma di marketing ben coordinato possa offrire la soluzione per superare gli ostacoli al successo su questo mercato: tuttavia, dato l’attuale “boom” nel settore lapideo, la mancanza di un buon programma portera’ certamente alla perdita di quote di mercato e di possibili vendite, a beneficio di altri produttori piu’ agguerriti. Va anche notato che un numero sempre maggiore di produttori lottano per assicurarsi l’attenzione e, possibilmente, un appuntamento con i compratori per riuscire a vendere su questo mercato. Negli anni ‘70 ed ‘80 molte aziende potevano permettersi il lusso di attendere l’arrivo degli ordini per posta; oggi invece, per poter sopravvivere, gli esportatori dovranno essere piu’ attenti all’evoluzione dei mercati internazionali e piu’ aggressivi nell’avvicinare i clienti e fornire agli stessi chiare informazioni sui prodotti e un buon servizio post-vendita. Nelle attuali condizioni del mercato la miglior soluzione, nel breve termine, e’ forse quella di investire in attivita’ di marketing mirate ai singoli clienti , con frequenti visite . Prima di tali incontri , gli esportatori dovrebbero preparare i propri profili aziendali, professionalmente predisposti e stampati, con notizie sulle proprie possibilita’ di produzione, offerte di prodotti sempre nuovi e i relativi listini-prezzi, onde lasciare in mano all’interlocutore una traccia concreta della visita effettuata Tuttavia, il sito Internet ed il materiale pubblicitario vanno accompagnati , come si diceva, da visite dell’esportatore ad architetti, a marmisti, agli importatori/distributori. Tutto questo costituisce il metodo piu’ efficace per stabilire e mantenere un solido rapporto di lavoro con aziende U.S.A. Inoltre, anche le mostre settoriali, i congressi, le visite di cave e impianti di lavorazione promossi da associazioni di categoria, offrono agli esportatori italiani molte favorevoli occasioni per avviare nuove relazioni di lavoro con esponenti del settore statunitense. Per concludere, si ribadisce il concetto che, in fondo, l’efficienza produttiva e la rapidita’ delle forniture saranno gli strumenti del successo per gli esportatori di materiali lapidei. Se un esportatore di materiali lapidei ed il suo cliente/partner che ne distribuisce i prodotti riuscissero ad organizzare, battendo la concorrenza sui tempi, un flusso regolare e continuo di prodotti, il giusto assortimento degli stessi ed una ben studiata azione di marketing in comune, per presentarsi al meglio agli addetti ai lavori del settore delle costruzioni nonche’ ai consumatori finali, il successo nel mercato dell’edilizia in genere ed in particolare quella residenziale li compenserebbe largamente. STATI UNITI-Settore lapideo Tipologia di azienda Propensione Tipologia di prodotti all’export e/o export Strumenti Interesse per gli USA in attività contatto quota di penetrazione commerciale di Aziende con > 30 >60% Considerata dipendenti, e fatturato Aziende > 2,5/3 milioni di euro. che già In fase di innovazione operano tecnologica produttiva con e logistica gli USA: 15/20 la - Presentazione frammentazione dell’offerta e opportunità la sito web Sprint potenziale domanda, del l’interesse risulta elevato per - Brochures Sprint; costituire depositi Workshop e focus showrom, congiunti, - accordi con group con esperti con del settore; circa 30 aziende tra le importatori-distributori, quali segnalo: associazioni di categoria di incontri one to one. - Comunicati stampa architetti ed ingegneri, ecc e radiotelevisivi; Santoro Filmarmi Lima - Brochures; Lesa Marmi - Newsletter; SudMarmi - Seminari Bono Marmi Jovino convegni; - Simac-TP Pantalone-Tp Caruso-RG Damigella-RG Marinelli-RG Rapisarda- Ct Paratore-Ct Maluccio-ct Avolastone-Rg e Workshop e focus group con esperti; - E mail; Incontri one to one. Aziende con > 10 e > >40% 20 dipendenti e Aziende fatturato > 1/1,5 milioni che operano di euro In attesa di “eventi” con pubblici che possano USA: 5 modificare già l’attuale “posizionamento” Circa 30 vedi elenco aziende 11. Agenda degli incontri Vedi allegato excel gli