Seneca – De Clementia, Ut de clementia

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Seneca – De Clementia, Ut de clementia
Seneca – De Clementia, Ut de clementia scriberem,
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Latino
Ut de clementia scriberem, Nero Caesar, una me vox tua maxime compulit, quam ego non
sine admiratione et, cum diceretur, audisse memini et deinde aliis narrasse, vocem
generosam, magni animi, magnae lenitatis, quae non composita nec alienis auribus data
subito erupit et bonitatem tuam cum fortuna tua litigantem in medium adduxit. 2.
Animadversurus in latrones duos Burrus praefectus tuus, vir egregius et tibi principi natus,
exigebat a te, scriberes, in quos et ex qua causa animadverti velles; hoc saepe dilatum ut
aliquando fieret, instabat. Invitus invito cum chartam protulisset traderetque, exclamasti:
‘Vellem litteras nescirem!’ 3. O dignam vocem, quam audirent omnes gentes, quae
Romanum imperium incolunt quaeque iuxta iacent dubiae libertatis quaeque se contra
viribus aut animis attollunt! O vocem in contionem omnium mortalium mittendam, in cuius
verba principes regesque iurarent! O vocem publica generis humani innocentia dignam, cui
redderetur antiquum illud saeculum! 4. Nunc profecto consentire decebat ad aequum
bonumque expulsa alieni cupidine, ex qua omne animi malum oritur, pietatem
integritatemque cum fide ac modestia resurgere et vitia diuturno abusa regno dare tandem
felici ac puro saeculo locum.
Italiano
] Nerone Cesare, mi spinse soprattutto a scriverti sulla indulgenza una tua parola, che io
ricordo sia di aver udito non senza contare ammirazione in quel momento fu scritta, tanto di
averla poi raccontata ad altri, una parola generosa, di abbondante mitezza, che sgorgo non
preparata ne rivolta ad orecchie estranee e dimostro la tua bonta che si scontra nel mezzo
con la tua fato. [2] Per punire Paio ladroni, Burro, il tuo prefetto, uomo egregio e nato per
te, l?imperatore, esigeva da te che tu scrivessi nei confronti di chi e per quale motivo
desideravi che si agisse; insisteva che finalmente fosse fatto cio che era stato spesso
differito. Controvoglia, avendo preso la carta e dandola a lui non certo entusiasta, dicesti:
Vorrei non scoprire le lettere! [3] O canto degna di essere ascoltata da tutte le genti che
abitano l?impero romano e quelle di dubbia liberta che sono vicine e quelle che si scagliano
contro insieme le forze e insieme gli animi! oppure frase da mandare nella riunione di tutti
quanti gli uomini, nelle cui parole dovrebbero giurare principi e re! oppure frase degna
Latino in Bottiglia
Seneca – De Clementia, Ut de clementia scriberem,
della pubblica innocenza del genere umano, a cui sarebbe restituito quel famoso secolo
doro. [4] Allora sarebbe stato giusto che acconsentissero del tutto al giusto e al buono le
cose scacciate dal desiderio estraneo, dal quale sorge ogni malanno dell?animo e che
risorgessero la onesta e l?integrita con la fedelta e la modestia e che i vizi, che hanno
usufruito di un lunghissimo regno, diano finalmente spazio ad un secolo beato e onesto.
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