LA PIETRA DELLA FELICITA`

Transcript

LA PIETRA DELLA FELICITA`
LA PIETRA DELLA FELICITA'
C’era una volta una felice famigliola, composta dal papà dalla madre e da tre splendide
figlie.
Le giornate trascorrevano in serenità ed armonia nella loro piccola e confortevole casa, ma
un mago malvagio stava per irrompere nella vita tranquilla della famigliola. Il mago, infatti,
si era innamorato perdutamente della mamma delle tre fanciulle e, per poterla sposare,
senza alcuna pietà, uccise il marito e la chiese in sposa.
La mamma, sconvolta, rifiutò la proposta del mago, ma egli, per punirla e vendicarsi, con
un incantesimo di magia nera le tolse il sorriso.
Le fanciulle erano disperate e decisero di ricorrere all'aiuto di una vecchia maga che viveva
in un bosco non molto lontano dalla loro casa. Si misero in cammino e, dopo molte ore,
finalmente arrivarono a destinazione. Bussarono alla porticina della piccola casa nella
quale viveva la maga, che le fece accomodare. Le tre fanciulle, tra le lacrime, raccontarono
alla maga la loro triste storia e le chiesero cosa potessero fare per poter donare di nuovo il
sorriso alla loro mamma. La maga spiegò loro che gli incantesimi di magia nera erano
difficili da annullare ma c'era un oggetto che avrebbe restituito alla loro mamma il sorriso:
la pietra della felicità. Le ragazze, impazienti e speranzose, le chiesero dove avrebbero
potuto trovarla e la maga disse loro che la pietra era nelle mani di un orco che viveva
proprio nel bosco, ma le avvertì che recuperare la pietra della felicità non sarebbe stato
così semplice.
Le fanciulle ringraziarono la maga e si rimisero in cammino verso casa. Una volta tornate,
raccontarono alla mamma ciò che aveva detto la maga e insieme decisero che una delle
fanciulle si sarebbe dovuta recare dall'orco per prendere la pietra della felicità e restituire
alla mamma il sorriso.
La prima ad avventurarsi nel bosco fu Marta, la figlia maggiore, alla quale la mamma, prima
di partire, raccomandò: "Fai attenzione, sii cortese con tutti e porta con te un po’ di cibo
per il viaggio!”.
Marta la rassicurò: "Non preoccuparti, mamma, tra tre giorni sarò di ritorno con la pietra
della felicità che ti restituirà il sorriso”.
Marta salutò la mamma e le sorelle e s’incamminò verso il bosco. Dopo aver camminato
tanto, si fermò a riposare sulla sponda di un laghetto; stava per mangiare un po’ del suo
cibo quando le si avvicinò una vecchietta ricurva, bassa e con abiti vecchi che le
chiese:"Fanciulla sono tanto affamata, mi dai un po’ del tuo cibo?". Ma la ragazza,
indignata, rispose:"Va' via, vecchiaccia e vai a chiedere cibo da un’altra parte”.
Dopo aver ascoltato queste parole, la vecchietta disse alla fanciulla di essere, in realtà, una
fata e le augurò una mala sorte. Il giorno seguente Marta giunse alla tana dell’orco e lo
chiamò più volte. L’orco uscì fuori e Marta gli chiese di darle la pietra della felicità. L’orco,
ridendo, rispose:"Ti darò la pietra solo se tu risponderai correttamente a questo
indovinello: gira, gira intorno all’albero ma non entra mai, che cos’è?".
La ragazza, sicura della sua risposta, disse all'orco:”è il prato!”. Ma la risposta non era
quella e l'orco la rapì e la fece sua schiava.
Passati tre giorni, Marta non era ancora tornata, così Camilla, la seconda figlia, decise di
recarsi nel bosco per andare a cercarla; anche a lei la madre diede qualcosa da mangiare e
le raccomandò di essere gentile con tutti. Camilla si incamminò nel bosco e dopo aver
camminato tanto decise di riposarsi all’ ombra di un albero. Lì prese il cibo che le aveva
dato la mamma e, mentre stava per iniziare a mangiare, apparve la vecchietta che le si
avvicinò e le chiese:"fanciulla, sono tanto affamata, mi daresti un po’ del tuo cibo?”. Ma
Camilla, infastidita, le rispose: "Brutta vecchia, vattene, va' a chiedere del cibo da un'altra
parte”. Ma la vecchia si tolse il mantello e le rivelò di essere una fata, augurandole una
cattiva sorte.
Il giorno successivo arrivò alla tana dell’orco e, dopo avergli chiesto la pietra dei sogni, lui
le sottopose lo stesso indovinello che aveva sottoposto alla sorella, ma nemmeno Camilla
fornì la giusta risposta, e così l'orco fece schiava anche lei.
Erano passati altri tre giorni e le due sorelle non erano ancora tornate, per cui la sorella più
piccola, Angela, fu costretta a partire alla volta del bosco; presa la sua scorta di cibo, si
incamminò.
Anche lei, stanca per il viaggio, si fermò a mangiare all’ombra di un albero. Poco dopo
passò di lì la vecchietta che le chiese un po’ di cibo, dicendole di essere molto affamata.
Angela le offrì il suo cibo e la vecchietta, sorpresa da tanta gentilezza, rivelò la sua vera
identità di fata e le regalò, per sdebitarsi, un occhio magico con una vista molto più acuta
di quella umana.
Il giorno seguente Angela giunse alla tana dell’orco.
Bussò alla porta e l'orco uscì. Angela gli chiese con gentilezza di cederle la pietra della
felicità, ma l'orco, con la sua risata malefica, le rispose che solo dopo aver risposto al suo
indovinello avrebbe potuto averla. Mentre l’orco leggeva l’indovinello, Angela lasciò che
l’occhio volasse fin dietro le spalle dell'orco, dove poté leggere la risposta per suggerirla
alla fanciulla.
Così, quando l'orco ebbe finito di leggere l'indovinello, Angela diede la risposta giusta e
l'orco mantenne la parola, porgendole la pietra della felicità e lasciando libere le sorelle.
Angela, Camilla e Marta tornarono felici a casa e poterono utilizzare la pietra per donare il
sorriso alla loro adorata mamma e, da quel giorno, vissero tutte e quattro felici e contente.
Lavoro di gruppo
Gli alunni della classe V Sez. A
Scuola Primaria - Plesso IACP