Clinica e Terapia - AINV Associazione Italiana per lo studio del
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www.ainv.it si sponsorizzati hanno riguardato: i disturbi vegetativi nella malattia di Parkinson (UCB, Lundbeck and Boeringher Ingelheim), l’Atrofia multisistemica (TEVA & ASTRA ZENECA, Austria), la malattia di Fabry (Genzyme). Nella cerimonia di chiusura sono stati assegnati i premi per il miglior contributo tra le comunicazioni orali ed i poster presentati da giovani ricercatori: il Professor Cortelli ha premiato la miglior comunicazione orale su Portal osmopressor mechanism linked to TRPV4 and blood pressure control presentata da J. McHugh (Nashville, USA), mentre il Professor Vita ha premiato il miglior poster su Age-dependent modulation of baroreflex sensitivity and spectral parameters during autonomic testing presentato da M. Reimann (Dresden, Germany) ed è stato dato l’arrivederci al prossimo congresso dell’EFAS che si terrà a Berna (Svizzera) dal 12 al 15 ottobre 2011 (per ulteriori informazioni potete consultare il nostro sito www.ainv.it o direttamente il sito del congresso www.imk.ch/efas2011). Volevamo segnalarvi che il congresso ha ri- www.ainv.it cevuto l’accreditamento ECM Italiano (13 crediti) ed EACCME che ha assegnato ben 21 crediti per i medici europei ed americani. Un breve photostory del congresso EFAS è consultabile sul nostro sito al link EFAS 2010. Siete tutti invitati, inoltre, a consultare il nostro sito www.ainv.it che come potete osservare, si è rinnovato grazie all’impegno ed all’abilità del nostro Segretario Dottor Pietro Guaraldi. Sul sito sono inoltre consultabili gratuitamente i vecchi numeri del nostro periodico Neurovegetativo News, mentre i soci in regola con il pagamento delle quote sociali possono consultare materiale didattico tratto dai Corsi Residenziali che l’AINV ha organizzato negli anni ed altro ancora. I soci della Società Italiana di Neurologia (SIN) possono consultare il Neurovegetativo News anche su sito della SIN alla voce riviste medico scientifiche. Il prossimo appuntamento con l’AINV è previsto per la consueta riunione annuale nell’ambito del XLI Congresso della Sin che si svolgerà a Catania dal 23 al 27 ottobre 2010; troverete il program- ma della riunione nella sezione congressi in agenda e naturalmente sul nostro sito. In questo numero troverete una overview di Pietro Guaraldi (Bologna) sulla clinica ed il trattamento dei disturbi della termoregolazione che sicuramente si rivelerà utile nella vostra pratica clinica e sarà spunto per ulteriori riflessioni e proposte di ricerca ed una breve review di Alberto Milan (Torino) su sensibilità del baroriflesso e danno d’organo cardiaco nell’ipertensione arteriosa: l’ipertensione arteriosa è una delle malattie a più larga diffusione nei paesi industrializzati e rappresenta uno dei maggiori e più frequenti fattori di rischio delle patologie cardiovascolari. In questa review viene enfatizzato come la sensibilità del controllo baroriflesso della frequenza cardiaca venga influenzata dall’ipertensione arteriosa e possa essere considerato come marcatore di danno d’organo nei soggetti ipertesi. Non ci resta che augurarVi buona lettura. Rita Di Leo, Simona Maule Alla ribalta … www.ainv.it Clinica e Terapia dei Disturbi della Termoregolazione P. GUARALDI* *Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Bologna §Dipartimento di Chirurgia Generale e dei Trapianti d’Organo, Ospedale S.Orsola-Malpighi Riassunto Il sistema nervoso vegetativo in risposta al variare delle condizioni ambientali è in grado di attuare meccanismi volti alla produzione o dissipazione di calore in modo da mantenere la temperatura corporea all’interno di un range ristretto di 37±1°C. Il mantenimento dell’equilibrio termico è infatti fondamentale per il corretto funzio- 2 namento dei processi molecolari alla base di tutte le forme di vita. Disfunzioni vegetative o altre condizioni in grado di alterare il corretto funzionamento di questi processi, associate all’esposizione a condizioni climatiche avverse, può avere conseguenze gravi, se non letali, sull’organismo. I disturbi della sudorazione rappresentano la più frequente causa di alterazione della termoregolazione. Tali disturbi costituiscono un entità eterogenea e complessa che si può manifestare con alterazioni della produzione di sudore sia in eccesso che in difetto, che interessano l’intero organismo o solo alcune parti del esso e che presentano una genesi idiopatica o secondaria a varie patologie. Per tale motivo e per le conseguenze sulla termore- Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 Introduzione Il mantenimento dell’equilibrio termico è fondamentale per il corretto funzionamento dei processi molecolari alla base di tutte le forme di vita. Il Sistema Nervoso Vegetativo (SNV) esercita un controllo estremamente efficiente sulla temperatura corporea, riuscendo a mantenerla all’interno di un range ristretto (nell’uomo 37±1°C) nonostante il variare delle condizioni climatiche. Ipotermia Si definisce ipotermia il raggiungimento di una temperatura corporea al di sotto dei 35°C. Quando la temperatura interna scende al di sotto della temperatura di riferimento determinata a livello ipotalamico il sistema nervoso simpatico cerca di generare e mantenere calore provocando brividi, vasocostrizione periferica, tachicardia e, conseguentemente, un rialzo pressorio. re aritmie atriali, mentre durante le forme severe si possono verificare aritmie ventricolari. Anche le forme lievi non devono essere sottovalutate in quanto possono causare aritmie cardiache in pz predisposti. Il trattamento di prima scelta consiste nell’innalzamento della temperatura corporea. Spesso i pz ipotermici sono anche ipovolemici e pertanto richiedono abbondante idratazione. Col raggiungimento della normale temperatura corporea generalmente i deficit neurologici tendono a regredire. www.ainv.it Parole chiave (5): termoregolazione, ipoidrosi, anidrosi, iperidrosi, sistema nervoso vegetativo. Nei pazienti (pz) con disfunzioni vegetative o altre condizioni in grado di alterare la termoregolazione l’esposizione prolungata al freddo può risultare letale. Sono particolarmente a rischio i neonati e gli anziani, le cui capacità di vasocostrizione e di generare brividi sono ridotte. Soggetti a rischio sono anche gli esploratori e i senzatetto, esposti a condizioni climatiche ostili e spesso con possibilità di movimento ridotte. Altri fattori favorenti l’ipotermia sono i farmaci e le sostanze che alterano lo stato di vigilanza (sedativi, stupefacenti, alcool...), le patologie a carico dell’ipotalamo anteriore (encefalopatia di Wernike) e tutte quelle condizioni associate a un’alterata capacità di generare vasocostrizione o brividi (ipoglicemia, ipotiroidismo, neuropatia a piccole fibre...). Segni iniziali di ipotermia sono: brividi, aumento del tono muscolare, deterioramento delle funzioni cognitive, eloquio disartrico e incoordinazione. Col progressivo abbassamento della temperatura i brividi tendono a scomparire e l’organismo entra in uno stato di ipometabolismo, caratterizzato da letargia, stupore e danno multiorgano (Tabella 1). Durante le ipotermie moderate si possono osserva- Ipertermia Si definisce ipertermia, il raggiungimento di una temperatura corporea interna superiore ai 40,5°C. Se la temperatura corporea interna supera il valore prestabilito dalla temperatura di riferimento determinata a livello ipotalamico, il SNV risponde provocando sudorazione diffusa, vasodilatazione e iperpnea, meccanismi volti a dissipare calore e ripristinare l’omeostasi. Il surriscaldamento eccessivo del corpo se non compensato, può portare al collasso (heat exhaustion) o al colpo di calore (heat stroke). Le cause possono essere ambientali, farmacologiche, metaboliche, www.ainv.it golazione, i disturbi della sudorazione non devono essere sottovalutati dal clinico. Sintomi Lieve(32°-35°C) Moderata(28°-32°C) Grave(<28°C) Cardiovascolari Tachicardia, BPA, prolungamento del tratto PR e QT Fibrillazione atriale Bradicardia, ipotensione, aritmie ventricolari, asistolia (se <20°C) Respiratori Tachipnea Ipopnea Edema polmonare, apnea se <24°C Muscolari Brivido Perdita del brivido Ipotonia Neurologici Alterazione capacità di giudizio, disartria, atassia Letargia progressiva, allucinazioni, pupille lentamente reattive Stupor/coma, areflessia, midriasi, EEG piatto se <26°C Renali Diuresi conservata Ematologici Emoconcentrazione e coagulopatia Gastrointestinali Ileo, ulcere gastrica da stress, pancreatiti, disfunzioni epatiche Metabolici I processi metabolici si riducono del 5% per ogni grado in meno Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 Oliguria www.ainv.it Tabella 1. Manifestazioni cliniche di ipotermia 3 www.ainv.it neurologiche, o una combinazione di queste. Gli anziani durante il periodo estivo sono da considerare come soggetti a rischio, in particolare quelli in trattamento con farmaci inibenti la sudorazione, come gli antidepressivi triciclici, gli antistaminici, i neurolettici, gli anticolinergici e gli inibitori dell’anidrasi carbonica, come il topiramato e la zonisamide. Anche i farmaci che potenziano la trasmissione serotoninergica o il tono simpatico possono favorire lo sviluppo di ipertermia. Gli antagonisti dei recettori D2 della dopamina possono scatenare nel 2% dei pz trattati una sindrome maligna da neurolettici. Infine alcune reazioni idiosincrasiche possono causare ipertermia (febbre da farmaci). I disturbi della sudorazione, le neuropatie a piccole fibre e gli esiti di simpatectomia rappresentano le condizioni neurologiche più spesso associate allo sviluppo di ipertermia. Tuttavia, l’ipertermia si può verificare anche in soggetti sani durante attività fisiche particolarmente estenuanti e in climi caldi e umidi. Segni-sintomi iniziali sono: sensazione di testa leggera, spossatezza, arrossamento e tachicardia. Col aggravarsi dell’ipertermia la sudorazione può scomparire e lo stato di coscienza deteriorarsi fino alla confusione e al coma (Tabella 2). L’ipertermia è un emergenza me- dica. È essenziale ottenere un rapido abbassamento della temperatura corporea attraverso l’utilizzo di spugnature umide, ventilatori, appositi lenzuoli (cooling blankets) o l’immersione del pz in acqua fredda. A differenza della febbre l’ipertermia, non è dovuta all’innalzamento del valore di riferimento ipotalamico e non regredisce in seguito al trattamento con inibitori della cicloossigenasi, mentre le benzodiazepine possono risultare utili. www.ainv.it I disturbi della sudorazione I disturbi della sudorazione rappresentano un entità eterogenea e complessa che si può manifestare con alterazioni della produzione di sudore sia in eccesso che in difetto, che interessano l’intero organismo o solo alcune parti del esso e che presentano una genesi idiopatica o secondaria a varie patologie. Per tale motivo e per le possibili conseguenze sulla termoregolazione, i disturbi della sudorazione non devono essere sottovalutati dal clinico (Cheshire and Freeman, 2003) IPERIDROSI La sudorazione eccessiva o iperidrosi si caratterizza per un incremento dell’attività sudoripara che risulta sproporzionata rispetto allo stimolo che la determina. Generalmente è una condizione benigna, che tuttavia può risultare socialmente imbarazzante e interferire con la vita sociale dei pz. Forme generalizzate Iperidorsi idiopatica generalizzata L’iperidrosi generalizzata è il più delle volte idiopatica e benigna e solo raramente comporta disidratazione e squilibri elettrolitici. Il trattamento di prima scelta è conservativo e comprende accorgimenti quali un abbigliamento leggero, il mantenimento di un ambiente fresco, il ripristino dei liquidi e dei sali persi con la sudorazione. Il trattamento medico, quando necessario, si avvale di farmaci ad azione sistemica anticolinergica e simpatolitici ad azione centrale. Gli anticolinergici utilizzati sono il glicopirronio bromuro, la propantelina bromuro, la metantelina bromuro, l’atropina, l’idegerina, l’ossifenciclimina e la fenossibenzamina che riducono in modo generalizzato la produzione di sudore. Tra questi il più usato è la propantelina bromuro (15 mg, tra volte al dì). Effetti collaterali di questi farmaci sono: secchezza delle fauci, visione offuscata, ritenzione urinaria, costipazione e raramente allucinazioni. È controindicato l’uso per lunghi periodi o nei soggetti con glaucoma. In alternativa Clonidina (25-50 mcg, tre volte al dì) può risultare utile nelle forme centrali o nei pz con un importante componente emotiva. Tale farmaco può essere anche uti- www.ainv.it Tabella 2. Presentazioni cliniche dell’ipertermia Sintomi Surriscaldamento “Heat stress”(38°-39°C) Collasso da calore “Heat exaustion” (39°-40°C) Colpo di calore – “Heat stroke”(>40°C) dermatologici Sudorazione, arrossamento Sudorazione profusa, arrossamento Anidrosi, arrossamento neurologici Stanchezza, sincope in ortostatismo Debolezza, crampi muscolari, parestesie, cefalea, agitazione, lieve confusione Encefalopatia, allucinazioni, coma, crisi epilettiche, deficit focali Cardiovascolari Tachicardia Tachicardia Scompenso cardiaco Metabolici Disidratazione Oliguria Mioglobinuria, scompenso renale, acidosi, vomito, coagulopatie 4 Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 Forme focali-segmentarie Iperidrosi focale essenziale L’iperidrosi essenziale focale è di gran lunga la forma più comune di iperidrosi. In questa condizione la sudorazione è scatenata da stimoli emotivi o da sforzi menta- Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 www.ainv.it riduzione della sudorazione a partire dal 2°-4° giorno dopo l’iniezione, per raggiungere un effetto pieno a due settimane dall’iniezione. La durata dell’effetto terapeutico dipende dalle dosi, con un ritorno della sudorazione dopo circa 3-8 mesi. Gli effetti collaterali sono in genere lievi e transitori e includono: ematoma nella sede di iniezione e parestesie, debolezza dei piccoli muscoli della mano che può causare deficit di prensione. La formazione di anticorpi antitossina è possibile e può portare a una riduzione della risposta terapeutica. Il maggiore svantaggio di questa terapia è rappresentato dal disagio associato all’applicazione sotto forma di iniezioni multiple, particolarmente per il trattamento delle regioni palmari o plantari che sono molto sensibili al dolore. Possono rendere più tollerabile il trattamento l’applicazione di una crema anestetica al sito di iniezione prima del trattamento o il blocco del nervo. L’iniezione ascellare risulta molto meglio tollerata. Anche un trattamento con ansiolitici (benzodiazepine) può essere utile nei casi in cui l’iperidrosi è scatenata dall’ansia o da stress psicosociale. Il trattamento con anticolinergici sistemici invece non è indicato in queste forme. www.ainv.it Iperidrosi generalizzate secondarie L’iperidrosi generalizzata può essere secondaria a una serie di condizioni quali: feocromocitoma, tireotossicosi, diabete mellito, ipopituitarismo, stato ansioso, menopausa, sindrome da carcinoide, e sindrome da sospensione di farmaci. Una sudorazione prevalentemente notturna può essere sintomo di tubercolosi, linfoma, endocardite, diabete, acromegalia o angina di Prinzmetal. Il clinico quindi, prima di intraprendere una terapia sintomatica, dovrà attentamente considerare queste eventualità, che una volta trattate, comportano la regressione dei sintomi. Forme di iperidrosi generalizzata nel contesto di “tempeste vegetative parossistiche” possono far seguito a lesioni strutturali encefaliche come neoplasie localizzate a livello del forame di Monro, lesioni talamiche o idrocefalo. Tali condizioni un tempo considerate come forme di “epilessia diencefalica”, in realtà non hanno una natura comiziale e non rispondono ai farmaci antiepilettici, mentre il trattamento con morfina o bromocriptina fornisce risultati soddisfacenti. Infine la sindrome di Shapiro è un disturbo raro caratterizzato da iperidrosi e iponatremia associate a agenesia del corpo calloso o altre anomalie della linea mediana. Gli episodi di iperidrosi che la caratterizzano presentano una buona risposta alla clonidina, al glicopirrolato, o ai farmaci antiepilettici. li e interessa prevalentemente il lato palmare delle mani, le piante dei piedi e le ascelle (Sato et al. , 1989). Oltre a generare disagio sociale certe forme particolarmente gravi possono interferire con le normali attività di questi soggetti tipo lo scrivere. Il trattamento di prima scelta dell’iperidrosi ascellare è rappresentato da agenti topici antitraspiranti o astringenti contenenti cloruro di alluminio o cloridrossido di alluminio. Gli svantaggi sono rappresentati dalla breve durata dell’effetto, che dipende da applicazioni quotidiane. Talora si può sviluppare un’irritazione cutanea come complicanza al trattamento (Atkins and Butler, 2002). In alternativa si possono utilizzare preparazioni galeniche topiche di farmaci anticolinergici come la hyoscina idrobromide, il glicopirrolato o il glicopirronio bromuro. Tale approccio tuttavia è di scarsa efficacia nell’iperidrosi palmare e plantare dove la cute è particolarmente spessa e poco permeabile. In queste forme è stata utilizzata con buona efficacia la ionoforesi. Una corrente di 15-30 mA prodotta da un generatore galvanico può essere diretta verso l’area corporea iperidrotica. Dopo 10-12 trattamenti consecutivi (quotidiani o a giorni alterni), la terapia di mantenimento deve essere eseguita una volta ogni 1-4 settimane. Le complicanze sono lievi e prevedono l’eritema della cute trattata, eruzione vescicolare e parestesie transitorie. Le controindicazioni comprendono la presenza di pace-maker, la gravidanza e impianti ortopedici metallici. Questo trattamento è semplice, ben tollerato e applicabile a domicilio (Atkins and Butler, 2002). Infine la tossina botulinica è particolarmente utile nel trattamento delle iperidrosi focali (Naumann, 2001). L’applicazione della tossina comprende iniezioni intradermiche multiple nell’area iperidrotica a distanza di 1-2,5 cm. Il tipo di tossina più usata è la tossina botulinica tipo A (da 30 a 100 U). La tossina botulinica determina una Terapia chirurgica La terapia chirurgica rimane un’opzione nei casi di iperidrosi grave, che non risponde al trattamento farmacologico. E’ generalmente limitata all’iperidrosi ascellare. Tale approccio dovrebbe essere valutato con grande attenzione per gli importanti effetti collaterali associati alla riduzione della sudorazione. Sono disponibili varie tecniche chirurgiche: la simpaticectomia toracica, l’escissione del tessuto ascellare e la liposuzione ascellare. La simpaticectomia toracica può essere effettuata con approcci diversi. La metodica più efficace è rappresentata dalla lisi simpatica con radiofrequenza. Questa metodica si basa sull’introduzione di una sonda che, appli- www.ainv.it lizzato per ridurre l’arrossamento facciale. Infine anche le benzodiazepine possono essere utili per ridurre l’ansia e la componente emotiva in grado di provocare la sudorazione. Utili sono anche risultate la psicoterapia e il biofeedback. 5 www.ainv.it cando una radiofrequenza ai gangli toracici superiori, sviluppa un’elevata temperatura e distrugge i tessuti adiacenti. La percentuale di successo si aggira tra l’85 e il 98% dei pazienti con ricadute per interventi non completi. Recentemente una variante di questa metodica che si avvale di clip removibili per il bloccaggio funzionale (e non la distruzione) della trasmissione simpatica a livello di T2-T3 e T3-T4 ha evidenziato buoni risultati (Sciuchetti et al., 2008). La simpatecectomia tradizionale a cielo aperto e la simpaticolisi percutanea con fenolo si sono mostrate meno efficaci e sono meno utilizzate. Le complicazioni di questa procedura includono: sindrome di Horner, pneumotorace, emotorace, lesioni del dotto toracico e lesioni del nervo frenico. Il paziente può anche sviluppare forme nevralgiche, sudorazione compensatoria controlaterale, sudorazione gustativa e sudorazione fantasma. Inoltre la cessazione permanente dell’attività delle ghiandole sudoripare può portare a ipercheratosi e fissurazioni della cute. L’escissione del tessuto ascellare ha mostrato una riduzione consistente della sudorazione nel 70-90% dei casi a un anno dall’intervento. Le complicanze più frequenti di questa procedura comprendono infezioni della ferita chirurgica, necrosi del bordo cutaneo, ematoma perilesionale, deiscenza della cicatrice, idroadenite, perdita di peli ascellari e riduzione della motilità della spalla per retrazione cicatriziale. La liposuzione ascellare è un metodo poco usato la cui efficacia rimane ancora da definire. www.ainv.it www.ainv.it Iperidrosi focali secondarie Iperidrosi associata a disturbi del sistema nervoso centrale (SNC). In seguito a lesioni cerebrali emisferiche, del troncoencefalo o infarti ipotalamici si può manifestare una iperidrosi ad esordio acuto e di durata transitoria, omolaterale alla sede di lesione. Tale disturbo può manifestarsi a distanza, a seconda di quando si presenta lo stimolo favorente la sudorazione. 6 Mentre questa evenienza è da considerarsi rara nelle lesioni cerebrali, le lesioni spinali, specie quelle al di sopra di T6, sono comunemente associate a disturbi della sudorazione e disreflessia autonomica. In questi pz i neuroni simpatici pregangliari spinali, essendo disconnessi dai centri regolatori sovraspinali, in seguito a stimoli viscerali banali, come la distensione dell’addome o della vescica, o stimoli cutanei, possono evocare crisi ipertensive, sudorazione profusa, arrossamento facciale, cefalea, congestione nasale, piloerezione e bradicardia (Weaver, 2002). Anche alcuni pz con siringomielia possono presentare iperidrosi focale, che si può verificare sia sopra che sotto il livello lesionale e generalmente precede i disturbi sensitivi. In questi casi l’iperidrosi può regredire con col progredire della lesione o in seguito al drenaggio chirurgico della siringa. Iperidrosi associata a disturbi del sistema nervoso periferico (SNP). Iperidrosi dovuta a lesioni dei gangli cervicali simpatici Le forme localizzate di iperidrosi sono frequentemente conseguenza di lesioni del sistema nervoso vegetativo determinanti anidrosi associata a iperidrosi compensatoria. I pz infatti invece che riferire le aree anidrotiche, sede del processo patologico, tendono segnalare come abnormi le aree di iperidrosi compensatoria. I pz che si presentano con una iperidrosi facciale unilaterale, con o senza una sindrome di Horner, devono essere valutati con particolare attenzione per escludere una lesione dei gangli cervicali del simpatico o delle fibre simpatiche postgangliari pericarotidee. Infatti lesioni in queste sedi possono manifestarsi con disturbi della sudorazione prima che con ogni altro sintomo. Le lesioni più comuni sono adenocarcinomi polmonari, mesoteliomi, mielomi, osteomi, lesioni metastatiche o compressioni da coste soprannumerarie. Sintomi di accompagnamento sono rappresentati dalla sindrome di Horner, arrossamento dell’emifaccia e nel caso di una plessopatia brachiale da schiacciamento, debolezza dell’arto interessato e deficit sensitivi (sindrome di Pancoast). Iperidrosi nelle neuropatie periferiche L’iperidrosi può anche costituire un utile indizio per la diagnosi di una neuropatia a piccole fibre. In tale caso, la sudorazione eccessiva rappresenta un fenomeno compensatorio che coinvolge le regioni prossimali, come la faccia e il tronco, che sono risparmiate dalla neuropatia, mentre gli arti sono anidrotici. Raramente agenti tossici o altri tipi di neuropatia possono determinare una iperidrosi distale, presumibilmente dovuta alla attività spontanea degli assoni interessati (Low, 2002). L’iperidrosi si può verificare anche in associazione a polineuropatie, organomegalie, endocrinopatie, gammopatie monoclonali e alterazioni cutanee nel contesto delle sindromi POEMS, e in altri disturbi dermatologici a carico delle ghiandole eccrine (Cheshire and Freeman, 2003). Iperidrosi gustativa Dopo l’ingestione di cibo particolarmente speziato nella maggior parte delle persone si osserva una iperidrosi gustativa, risultato di un riflesso trigeminovascolare che stimola le ghiandole sudoripare bilateralmente a livello della fronte, delle guance e del naso. Tuttavia processi di reinnervazione aberrante possono determinare sudorazione gustativa patologica (sindrome di Frey). In seguito a un danno o a una lesione chirurgica delle fibre parasimpatiche destinate alle ghiandole parotidi, gli assoni lesionati, durante il processo di reinnervazione, possono arrivare ad innervare le ghiandole sudoripare e i vasi sanguigni limitrofi (Drummond, 2002). Pertanto questi pz in risposta a qualsiasi stimolo gustativo presentano una iperidrosi, generalmente monolaterale, nella regione preauricolare. Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 IPOIDROSI E ANIDROSI Per ipo-/an-idrosi si intende una ridotta o assente produzione di sudore in risposta a un adeguato stimolo termico o farmacologico. Forme para-fisiologiche di ipoidrosi sono quelle che interessano le aree di cute sovrastanti sporgenze ossee, le estremità distali dei soggetti anziani e diffusamente nei Forme secondarie: Cause neurologiche: Patologie del SNC: L’atrofia multisistemica (MSA) si associa frequentemente a un’anidrosi totale o subtotale che si manifesta precocemente nel corso del disturbo e generalmente interessa il volto o il tronco (spesso sotto forma di emianidrosii) (Chaudhuri and Hu, 2000) mentre risparmia le estremità distali. Alterazioni della sudorazione possono essere presenti anche in altre patologie neurodegenerative. Una anidrosi completa o a chiazze, solitamente senza ipotensione ortostatica, può accompagnare la malattia di Parkinson (Micieli et al., 2003), la paralisi supranucleare progressiva (PSP) e la degenerazione pallido ponto nigrica. In queste patologie alle aree di anidrosi si associano fenomeni di iperidrosi compensatoria a livello del volto. Patologie del SNP: La Pure Autonomic Failure (PAF) e le neuropatie autonomiche autoimmuni colpiscono in maniera selettiva i neuroni vegetativi causando un anidrosi generalizzata Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 www.ainv.it Anidrosi Generalizzata Forme idiopatiche: Per anidrosi cronica idiopatica si intende una anidrosi totale o subtotale che si manifesta in assenza di altre manifestazioni vegetative o neurologiche rilevanti (Faden et al., 1982). Questi pz in risposta al caldo o all’esercizio fisico diventano caldi, arrossati, dispnoici e affaticati e non sono i grado di sudare. La patofisiologia di questa sindrome è ignota e potrebbe trattarsi di una condizione eterogenea, dal momento che test del sudore hanno dimostrato in alcuni casi una lesione pregangliare, mentre in altri una sede lesionare post-gangliare. La prognosi sembra essere benigna (Low et al., 1985). con piccole aree di sudorazione preservata, xerostomia, xeroftalmia, ridotta mobilità gastro-intestinale, ipotensione ortostatica, alterazioni dei riflessi pupillari alla luce, e vescica neurogena con esordio subacuto o insidioso. In alcuni di questi pazienti sono stati dimostrati auto-anticorpi diretti contro il recettore gangliare dell’acetilcolina (Klein et al., 2003). Una neuropatia vegetativa ad esordio subacuto può avere un origine paraneoplastica e precedere anche di qualche anno la diagnosi di una neoplasia latente, generalmente un microcitoma. Tali forme possono presentarsi sia con un deficit adrenergico associato ad ipotensione ortostatica, che con un deficit colinergico associato ad ipomobilità gastro-intestinale e anidrosi. Pertanto i pz con una neuropatia vegetativa di sospetta origine paraneoplastica devono eseguire esami ematochimici per la ricerca dei possibili anticorpi associati alla neoplasia sottostante (Low, 2002). Tali manifestazioni possono anche presentarsi nel contesto di una sindrome di LambertEaton associata o meno a una neoplasia (Klein et al., 2003). www.ainv.it Note pratiche: La tossina botulinica di tipo A (Botox®) ha come indicazione registrata “l’iperidrosi primaria persistente e severa delle ascelle che interferisce con le normali attività quotidiane ed è resistente al trattamento topico”. Tutti i restanti trattamenti sopramenzionati non hanno in Italia l’indicazione per il trattamento dell’iperidrosi e pertanto sono da prescrivere come “off-label”. In Italia l’associazione di propantelina bromuro 15 mg e bromazepam 1,5 mg è acquistabile sotto il nome commericiale di Lexil®, dietro prescrizione di ricetta medica, in classe C al prezzo di 6,20 euro per una confezione da 20 cp. La Clonidina non ha come indicazione in Italia il trattamento delle forme di iperidrosi. Le comprese di Clonidina (Catapresan®), sono commercializzate in 2 posologie, da 150 e 300 mcg. Le comprese da 150 mg sono di classe C mentre quelle da 300 mcg in classe A per “il trattamento di tutte le forme di ipertensione arteriosa”. soggetti disidratati. In base alla distribuzione del deficit sudomotorio si possono distinguere varie forme a diversa eziologia. Cause non-neurologiche Come precedentemente accennato, l’an-/ipo-idrosi può rappresentare un effetto collaterale comune e reversibili da farmaci o sostanze quali anfetamine, antistaminici, atropina, betabloccanti, cannabinoidi, cocaina, iMAO, TCA, fenotiazine, topiramato... www.ainv.it Una sudorazione gustativa aberrante può anche fare seguito alla simpatectomia chirurgica, in particolare se bilaterale. Sintomi associati sono arrossamento facciale, orripilazione, vasocostrizione e parestesie. La sindrome di Frey è stata descritta anche in alcuni casi di diabete mellito, cefalea a grappolo, in seguito a lesioni della corda timpanii, e in seguito a infezioni da herpes zoster. L’iniezione intradermica di tossina botulinica è stata dimostrata una tecnica sicura ed efficace per questi disturbi (Cheshire and Freeman, 2003). Anidrosi Focali o Segmentarie Forme idiopatiche: Una anidrosi segmentale limitata all’emivolto e l’emicorpo controlaterale, associata o meno a deficit pupillari, caratterizza la sindrome di Arlecchino. L’associazione di una anidrosi progressiva con una pupilla tonica di Adie e ad areflessia caratterizza invece la Sindrome di Ross. In entrambi questi disturbi l’anidrosi è generalmente asimmetrica con aree iperidrosi compensatoria. Studi farmacologici e istopatologici indicano una 7 www.ainv.it sede lesionale post-gangliare. L’eziologia è ignota e la prognosi è generalmente benigna. Forme secondarie: Patologie del SNC: Lesioni del troncoencefalo a genesi demielinizzante, vascolare, neoplastica o gli esiti di talamotomia possono causare emi-/an-idrosi generalmente transitorie e a estensione variabile a seconda del area lesionale. www.ainv.it Patologie del SNP: Ipoidrosi con neuropatia periferica Come precedentemente segnalato le neuropatie periferiche sono frequentemente causa di anidrosi. Tuttavia i pz tendono a riferire l’iperidrosi compensatoria piuttosto che l’assenza di sudorazione. L’anidrosi distale è una manifestazione frequente delle neuropatie distali. La causa più comune è rappresentata dal diabete mellito che caratteristicamente si associa a una alterazione della sudorazione con distribuzione a guanto e/o calza (Vinik et al., 2003). Tuttavia la neuropatia diabetica può interessare anche le radici toraciche e causare anidrosi asimmetrica a livello del tronco e, nelle forme avanzate, anidrosi generalizzata. Inoltre una anidrosi distale nel contesto di una neuropatia vege- www.ainv.it 8 tativa può essere presente anche in altre patologie quali l’amiloidosi, l’alcolismo, la Sindrome di Sjogren, la malattia di Tangier, la lebbra, le vasculiti e la malattia di Fabry. Infine cause non-neurologiche di ipoidrosi focale e anidrosi comprendono tutte quelle condizioni che ledono o distruggono le ghiandole sudoripare come le ustioni, i danni da irradiazione e le patologie dermatologiche infiammatorie. Trattamento: I problemi principali legati all’anidrosi sono la secchezza della pelle, l’ipertermia e il collasso vasomotorio nei climi caldi. La secchezza della pelle può essere alleviata dall’uso di emollienti. Fondamentale è a prevenzione dell’ipertermia evitando l’esposizione a fonti di calore e garantendo un microambiente adatto attraverso sistemi di climatizzazione. Mezzi volti alla dispersione del calore come spugnature fresche, ventilatori e il bere bevande refrigeranti possono essere di aiuto. Nel caso di iperpiressia si può rendere necessaria l’immersione in un bagno freddo. Bibliografia Cheshire WP, Freeman R. Disorders of sweating. Semin Neurol. 2003 Dec; 23(4):399-406. Sato K, Kang WH, Saga K, Sato KT. Biology of sweat glands and their disorders. II. Disorders of sweat gland function. J Am Acad Dermatol. 1989 May;20(5 Pt 1):713-26. Atkins JL, Butler PE. Hyperhidrosis: a review of current management. Plast Reconstr Surg. 2002 Jul;110(1):222-8. Naumann M. Evidence-based medicine: botulinum toxin in focal hyperhidrosis. J Neurol. 2001 Apr;248 Suppl 1:31-3. Sciuchetti JF, Corti F, Ballabio D, Angeli MC. Results, side effects and complications after thoracoscopic sympathetic block by clamping. The monza clinical experience. Clin Auton Res. 2008 Apr;18(2):80-3. Weaver LC. What causes autonomic dysreflexia after spinal cord injury? Clin Auton Res. 2002 Dec;12(6):424-6. Low PA. Autonomic neuropathies. Curr Opin Neurol. 2002 Oct;15(5):605-9. Drummond PD. 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Invitiamo i Signori Soci a rinnovare l’iscrizione per l’anno 2010 utilizzando la scheda allegata Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 Sensibilità del baroriflesso e danno d’organo cardiaco nell’ipertensione arteriosa ALBERTO MILAN, SARA ABRAM, AMBRA FABBRI, DARIO LEONE, ALESSANDRO VAIRO, VALERIA MILAZZO, ELENA BERRA, FRANCO VEGLIO Dipartimento di Medicina e Oncologia Sperimentale – SCU Medicina Interna 4 e Centro Ipertensione Arteriosa, AOU S. Giovanni Battista di Torino, Università di Torino Sensibilità del baroriflesso: ruolo nella fisiopatologia cardiovascolare Il sistema nervoso autonomo ha un’importanza cruciale nel controllo della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca ed è noto da tempo il suo ruolo nella patogenesi dell’ipertensione arteriosa essenziale. E’ stato ipotizzato, dunque, che all’origine dell’ipertensione arteriosa ci sia un aumento del tono simpatico e, per anni, la ricerca è stata volta alla dimostrazione di un tale incremento del tono simpatico, almeno in una fase precoce dello sviluppo della malattia. Tuttavia non è semplice stabilire, nell’uomo, se il ruolo del sistema adre- Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 tra cui l’infarto del miocardio, lo scompenso cardiaco, l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito. Una riduzione della BRS si associa ad un aumento della morbilità e mortalità per cause cardiovascolari[5]. In pazienti sopravvissuti ad infarto del miocardio è stato dimostrato che la riduzione della BRS si associa ad un aumentato rischio di morte improvvisa[5], mentre interventi in grado di migliorare la BRS, inclusa l’attività fisica[6], possono portare ad un miglioramento della prognosi. Nello scompenso cardiaco[7] la BRS è ridotta verosimilmente per un’attivazione selettiva del sistema nervoso simpatico con una riduzione dell’azione inibitoria svolta dal sistema parasimpatico[8]: una riduzione delle pressioni di riempimento ventricolari portano ad una riduzione dello spillover delle catecolamine[9]. Il grado di riduzione della BRS è solitamente correlato al grado di disfunzione ventricolare sinistra. E’ stato recentemente dimostrato[10] un elevato potere prognostico della stima della BRS nella disamina dei pazienti con scompenso cardiaco congestizio. In pazienti affetti da ipertensione arteriosa essenziale[1] e secondaria[2] la BRS è generalmente ridotta. Un interessante dato emerso recentemente è la correlazione inversa esistente tra BRS e numerosi fattori di rischio cardiovascolare, tra cui colesterolo e trigliceridi[11]: tale associazione porterebbe a considerare la BRS, secondo alcuni autori, come una sorta di www.ainv.it nergico sia primitivo o secondario: si tratta di un modello estremamente più complesso rispetto a quello sperimentale animale, date le molteplici influenze e variazioni nel tempo, che ogni singolo fattore può subire. La sensibilità del baroriflesso (BRS) indica l’efficienza del sistema cardiovascolare nel correggere modificazioni della pressione arteriosa attraverso modificazioni delle frequenza cardiaca e delle resistenze periferiche. Le modificazioni del controllo baroriflesso della frequenza cardiaca sono ben documentate in corso di ipertensione arteriosa essenziale[1] e secondaria[2]. Lo studio della sensibilità del baroriflesso e della variabilità della frequenza cardiaca permettono di valutare in modo accurato il bilancio simpato-vagale fornendo preziose informazioni prognostiche in pazienti sopravvissuti ad infarto del miocardio. Mentre per lo studio della variabilità della frequenza cardiaca la metodica risulta essere ben standardizzata[3], per lo studio della sensibilità del baroriflesso diverse sono le metodiche sviluppate senza che ve ne sia una considerabile ‘gold standard’[4]. L’EuroBaVar study[4] ha confrontato le diverse metodiche di misurazione giungendo alla conclusione che non sempre tali metodiche sono intercambiabili tra loro e sono sufficientemente sensibili per individuare una reale compromissione della BRS. Una compromissione più o meno marcata della BRS può verificarsi in un ampio spettro di patologie www.ainv.it Abstract La sensibilità del controllo baroriflesso della frequenza cardiaca (BRS) rappresenta un importante meccanismo di correzione delle oscillazioni della pressione arteriosa. Recentemente lo studio della BRS ha dimostrato un ruolo significativo nella stratificazione del rischio cardiovascolare nel post infarto. Pazienti affetti da ipertensione arteriosa presentano una riduzione della BRS. Sempre maggiori evidenze dimostrano una significativa associazione nel dimostrare un ruolo fisiopatologico della BRS come marcatore di danno d’organo nell’ipertensione arteriosa. La presente review ha lo scopo di riesaminare le evidenze presenti in letteratura riguardanti l’associazione tra BRS e danno d’organo cardiaco indotto da ipertensione arteriosa. www.ainv.it Hihtlight… 9 www.ainv.it marker di rischio globale nel paziente iperteso. Tra le numerose alterazioni della funzione cardiovascolare, indotte da uno stato di iperattivazione del sistema simpatico è di particolare importanza l’ipertrofia miocardica, un tempo considerata una semplice risposta degenerativa del cuore all’aumento del carico di lavoro emodinamico, ora attribuita ad un effetto pro-ipertrofico dell’attivazione adrenergica e della stimolazione di altri sistemi umorali circolanti, primo tra tutti il sistema renina-angiotensina-aldosterone. www.ainv.it Sensibilità del baroriflesso e danno d’organo cardiaco La relazione esistente tra massa ventricolare sinistra e BRS era già stata osservata sul modello sperimentale animale[12]. Studi sperimentali hanno suggerito che la noradrenalina abbia un preciso ruolo di neurormone pro-ipertrofizzante[13]: in base a questi presupposti, recentemente Schlaich e coll.[14], utilizzando lo spillover delle catecolamine ha dimostrato che nei soggetti ipertesi l’ipertrofia ventricolare sinistra (IVS) è correlata ad un’aumentata attività del sistema nervoso simpatico, che sarebbe dovuto, dal punto di vista molecolare, ad un ridotto reuptake della norepinefrina (NE)[15]. Alterazioni a carico della funzione diastolica rappresentano il 40% delle cause di scompenso cardiaco nella popolazione occidentale[16]. Nei ratti, l’IVS causata da infusione di NA è associata a un aumentato deposito di collagene; tuttavia la disfunzione diastolica spesso persiste nonostante la regressione dell’IVS trattata attraverso il blocco del sistema renina-angiotensina-aldosterone. Anche con l’età si ha una deposizione aumentata di collagene, che però, mantenendo intatta la capacità di formare legami crociati, non dà i danni osservati in presenza dell’iperattivazione ` recettoriale indotta sperimentalmente. Nell’uomo, la relazione tra disfunzione diastolica ed ipertrofia ven- www.ainv.it 10 tricolare sinistra è stata in passato terreno di ampio studio da parte dei ricercatori: è stato osservato che, nei pazienti che le presentavano entrambe, una volta ottenuta la regressione dell’ipertrofia ventricolare, si assisteva al persistere della disfunzione diastolica. Le proprietà diastoliche ventricolari, pertanto, sembrerebbero influenzate non (o non solo) dalla massa, bensì dall’entità dei depositi di collagene e della fibrosi interstiziale[17]. Studi sperimentali hanno dimostrato che un’aumentata concentrazione di collagene interstiziale cardiaco, come quella che si verifica in corso di ipertensione arteriosa, è in grado di causare una disfunzione diastolica, spesso senza modificare la funzione sistolica [18]. Lo studio della funzione diastolica è stato utilizzato in soggetti con scompenso cardiaco, in cui è stata dimostrata una riduzione della funzione contrattile, dovuta a riduzione della densità dei recettori ` adrenergici: la densità dei recettori e l’entità della fibrosi, valutate tramite biopsia miocardica, erano correlate con la velocità parietale registrata con il Doppler Tissutale: questo è stato il primo studio che ha dimostrato una chiara correlazione tra gli indici di funzione sistolica e diastolica ottenuti con il Doppler tissutale e le alterazioni strutturali miocardiche [19]. Negli ultimi anni è stata indagata una possibile associazione tra sistema nervoso autonomo e funzione diastolica: in uno studio su pazienti con scompenso cardiaco è stato osservato che un pattern restrittivo di flusso transmitralico era predittivo di bassi valori di BRS, mentre in pazienti ipertesi di grado lieve o moderato, mai trattati, è stato dimostrato che ad una ridotta sensibilità del controllo baroriflesso della frequenza cardiaca si associava un ridotto rapporto E/A mitralico, utilizzato come indice di disfunzione diastolica [20]. Uno studio condotto dal nostro gruppo ha dimostrato una significativa associazione tra indici di funzione diastolica valutati attraverso il Doppler Tissutale e sensibilità del baroriflesso[21]. Tali risultati sono stati successivamente confermati[22] con altre metodiche di valutazione del sistema nervoso autonomo. Un interessante modello, infine, per comprendere come alterazioni del sistema nervoso autonomo possano avere un impatto a livello cardiaco è rappresentato dai pazienti affetti da neuropatia autonomica diabetica (NA). Le alterazioni cardiache, in particolare la disfunzione diastolica, precedono lo sviluppo della disfunzione sistolica in questi pazienti. Alcuni autori hanno suggerito che la stessa presenza di NA diabetica costituisca un marker per intraprendere lo studio funzionale ventricolare e l’eventuale trattamento con ACE inibitori[23]. I meccanismi fisiopatologici implicati sono numerosi. La denervazione parasimpatica condurrebbe a ridotto rilasciamento ventricolare con caduta del flusso transmitralico diastolico precoce (E) ed incremento compensatorio della velocità del flusso dato dalla contrazione atriale (A); l’ipertensione supina dovuta a incremento resistenze vascolari periferiche, tipica della NA, può causare ipertrofia VS e conseguente alterato riempimento ventricolare diastolico[24]; il flusso coronarico di pazienti con NA diabetica è ridotto con risultanti aree di fibrosi che possono condurre a cardiomiopatia; la presenza di incrementate concentrazioni di noradrenalina e densità di beta-recettori nel miocardio di pazienti con NA diabetica possono indurre apoptosi dei miociti cardiaci; altri neurotrasmettitori autonomici (CGRP, NO, VIP, NPY) possono avere un ruolo nel controllo del tono vascolare e nell’induzione di stress infiammatorio. La NA diabetica è stata inoltre implicata nelle alterazioni vascolari osservate nei pazienti diabetici (aumento della rigidità vascolare e dello spessore intimale Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 Conclusioni La valutazione della sensibilità del baroriflesso o, in senso più ampio, dell’efficienza del sistema nevoso autonomo possono fornire importanti informazioni non solo in merito alla fisiopatologia dell’ipertensione arteriosa, ma anche una possibile chiave di stratificazione più accurata del rischio cardiovascolare. 5 6 7 8 9 10 11 12 13 Bibliografia 1 2 Mancia G., Grassi G., Parati G. and Zanchetti A. The sympathetic nervous system in human hypertension. Acta Physiol Scand Suppl 1997;640:117-21. Cat Genova G., Veglio F., Rabbia F., Milan A., Grosso T. and Chiandussi L. 14 Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 www.ainv.it 4 15 thetic activity and hypertensive left ventricular hypertrophy. Circulation 2003;108:560-5. Schlaich M. 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Infine è interessante notare come nella terapia non farmacologica dell’ipertensione arteriosa resistente è di recente acquisizione l’utilizzo negli Stati Uniti ed in Europa una tecnologia che prevede l’attivazione dei barocettori carotidei mediante un device impiantabile simile ad un pacemaker. Il sistema Rheos è stato progettato per attivare elettricamente i barocettori carotidei, che sono i sensori naturali di regolazione cardiovascolare del nostro organismo. Quando i barocettori si attivano, inviano segnali al sistema nervoso simpatico lungo i percorsi neurali, dove vengono interpretati come aumento di pressione arteriosa. Il sistema nervoso centrale reagisce a questo percepito aumento di pressione arteriosa attivando l’arco riflesso barocettivo e riducendo la pressione arteriosa [26]. 11 www.ainv.it CONGRESSI IN AGENDA 17 - 22 Luglio 2010, Napoli, Italia XII International Congress on Neuromuscolar Diseases Segreteria Organizzativa: New Congress events & communication Tel: 081 8780593 - Fax 081 8780564 Email: [email protected] - Sito web: www.icnmd2010naples.org 29 Agosto -2 Settembre 2010, Montreal, Canada 13th World Congress on Pain Segreteria scientifica: IASP Secretariat: 111 Queen Anne Ave N, Suite 501, Seattle, WA 98109-4955, USA. Tel: 206-283-3011 - Fax: 206-283-9403 Email: [email protected] 25-28 Settembre 2010, Ginevra SVIZZERA www.ainv.it 14th Congress of the European Federation of Neurological Societies (EFNS 2010) Segreteria organizzativa: Tel: 41-229-080-488 - Fax: 41-229-069-140 Email: [email protected] Nell’ambito del congresso: Saturday, September 25, 2010 14:30-16:30 Teaching Course 14 Autonomic disturbances Male and female sexual dysfunction – a neurologist’s perspective Course director: Max Josef Hilz, Erlangen, Germany Physiology and pathophysiology of male and female sexual function Max Josef Hilz, Erlangen, Germany Overview on male and female sexual disorders and on diagnostic procedures including quantitative sensory testing (with special reference to patients with neurological disorders) Yoram Vardi, Haifa, Israel Neurologic and neurophysiologic testing of male and female sexual function David Voduöek, Ljubljana, Slovenia www.ainv.it Neurotransmitters and effects of neurally active drugs on sexual function and dysfunction Per Olov Lundberg, Uppsala, Sweden 23-27 Ottobre 2010, Catania, Italia XLI Congresso della Società Italiana di Neurologia Segreteria organizzativa: [email protected] Ulteriori informazioni su http://www.neuro.it 12 Nell’ambito del congresso: Domenica 24 Ottobre 2010, dalle ore 17.30 alle ore19.30 Vegetativo e malattie cerebrovascolari Moderatori: G. VITA (Messina) - G. MICIELI (Pavia) • Vegetativo, ritmi circadiani e stroke - G. MICIELI (Pavia) • Ictus cardioembolico - A. CAPUCCI (Ancona) • Malattia dei piccoli vasi cerebrali - L. PANTONI (Firenze) • Sindromi da vasocostrizione cerebrale reversibile - A. CAVALLINI (Pavia) • Sindrome delle apnee ostruttive - F. PROVINI (Bologna) • Discussione generale • Assemblea annuale dei soci Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 2010 Scheda AINV 2010 L’AINV nasce nel 1996 e riunisce i neurologi interessati allo studio del sistema neurovegetativo. È affiliata SIN - Società Italiana di Neurologia ed EFAS – European Federation of Autonomic Nervous System. Grazie alla continua e fruttuosa collaborazione tra neurologi, fisiologi, internisti, cardiologi, gastroenterologi, la ricerca sul sistema neurovegetativo ha portato ed è destinata a portare ancora ad importantissime scoperte. L’obiettivo principale dell’Associazione consiste nel favorire il dialogo e diffondere le conoscenze. Ciò porterà allo sviluppo di nuove idee che, inevitabilmente in quest’ambito, avranno valenza interdisciplinare. www.ainv.it Tra i vantaggi di essere socio dell’AINV: • ricevere NEUROVEGETATIVO NEWS, il periodico dell’Associazione • divenire automaticamente socio anche dell’EFAS, e avere di conseguenza agevolazioni per l’iscrizione al Congresso annuale EFAS • abbonarsi al prezzo riservato ai soci di € 110,00 al Clinical Autonomic Research (Official journal of the American Autonomic Society, Clinical Autonomic Research Society and Eyropean Federation of Autonomic Societies), l'unico periodico indicizzato ricco di reviews, editoriali e lavori scientifici originali nel campo della ricerca clinica del SNV. (Contattare direttamente la casa editrice Steinkopff Verlag ai seguenti indirizzi e-mail: [email protected], [email protected], specificando che si è soci AINV). La quota di iscrizione all’AINV è di € 36,00 (€ 18,00 per specializzandi e dottorandi), e può essere versata tramite bonifico bancario sul c/c 1108490 intestato a AINV, Banca Popolare dell’Emilia Romagna - Agenzia n. 20 di Bologna CAB 02412 ABI 5387 IBAN IT76T0538702412000001108490, oppure tramite assegno di conto corrente bancario intestato a AINV ed inviato alla Segreteria (MCC, via S. Stefano 57, 40125 Bologna BO, tel. 051263703, fax 051238564, e-mail [email protected]) ✂ Scheda AINV 2010 Cognome _________________________________________ Nome _________________________________ Luogo e data di nascita _____________________________________________________________________ 2010 Codice Fiscale _____________________________________________________________________________ Sede di lavoro _____________________________________________________________________________ Via ____________________________________________ CAP _____________ Città ___________________ E-mail ______________________________________ Tel. __________________ Fax __________________ Indirizzo Abitazione ________________________________________________________________________ CAP _____________________________ Città ___________________________________________________ ❑ Nuova Iscrizione ❑ Rinnovo ❑ € 36,00 ❑ € 18,00 per specializzandi e dottorandi ❑ Allego assegno di c/c n. ________________________ della banca__________________________ ❑ Allego copia del bonifico bancario Data ________________________ Firma ____________________________________________ Si garantisce la massima riservatezza e tutela dei dati personali (Legge 196/2003), utilizzati solo per finalità strettamente funzionali alla gestione dei rapporti. Anno 10 • Numero 1 • Gennaio - Giugno 2010 13