FIR2005(1) - Centro della Famiglia
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SEZIONE NOVITA’ LIBRARIE: RECENSIONI a cura di Mariselda Tessarolo Roberta Luberti e Maria Teresa Pedrocco Biancardi (a cura di) (2005). LA VIOLENZA INTRAFAMILIARE ASSISTITA Percorsi di aiuto per bambini che vivono in famiglie violente Milano: Franco Angeli Indice: Presentazione, di Nicoletta Livi Bacci Introduzione, di Roberta Luberti e Maria Teresa Pedrocco Biancardi Parte prima: La violenza all'interno della famiglia Note introduttive (Roberta Luberti e Maria Teresa Pedrocco Biancardi) 1. Violenza assistita da minori in ambito familiare: ca ratteristiche, dinamiche e percorsi di intervento (Roberta Luberti). 2. Framework dell'ISPCAN e dell'OMS e linee guida dell'ISPCAN per promuovere la prevenzione del maltrattamento ai minori: un'azione multisettoriale (Marcellina Mian). 3. Intervista a un presidente di tribunale per i minorenni: Maria Rita Verardo (Maria Teresa Pedrocco Biancardi e Roberta Luberti). Parte seconda: Violenza assistita da maltrattamento sulla madre e sui fratelli Note introduttive (Roberta Luberti e Maria Teresa Pedrocco Biancardi) 1. Bambini e violenza domestica: come possiamo aiutarli? (Dora Black). 2. Percorsi di riparazione nelle vittime di violenza assistita da maltrattamento sulle madri (Francesca Moscati). 3. La violenza estrema. Bambini che assistono all'uccisione della madre: un caso clinico (M Daniela Diano). 4. Interventi con le madri maltrattate. Il danno alla genitorialità: un caso (Teresa Bruno e Monica Braccini). 5. L'attenzione dei servizi ai bambini che assistono alla violenza in famiglia sui fratelli: una ricerca (Angelo Carini). 6. Vedere il fratello o la sorella maltrattati: una gamma sorprendente di reazioni (Maria Teresa Pedrocco Biancardi). Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 121 Parte terza: Percorsi di rilevazione e protezione Note introduttive (Roberta Luberti e Maria Teresa Pedrocco Biancardi). 1. Violenza domestica e maltrattamento sui bambini: elementi di riflessione per la protezione dei minori (Cathy Humphreys). 2. La rilevazione della violenza assistita nei servizi sociali territoriali pubblici e privati (Teresa Bertotti e Donata Bianchi). 3. Servizi e rete integrata di protezione del minore nella violenza domestica e assistita (Andrea Pinna). 4. La violenza assistita e il diritto penale. I diritti dei minori tra realtà e utopia (Anna C. Ronfani). 5. La difesa dei minori che vivono in famiglie violente: gli strumenti civili (Daniela Abram). 6. Le vittime in comunità (Annalisa Marcassa, Alessandra Pachì, Isabella Schena). 7. Programmi di counseling negli Stati Uniti per uomini che maltrattano le mogli (Edward W Gondolf). Conclusioni Un libro nato dai contributi del III congresso nazionale del CISMAN del 2003, che denuncia la mancanza di un adeguato riconoscimento sociale nei confronti del problema dei bambini che assistono alla violenza domestica e che, contestualmente, sottolinea l’urgenza/ necessità degli operatori professionalmente coinvolti, di attivare risorse per la tutela e la cura dei minori vittime di quella che viene definita violenza assistita, cioè quegli atti di violenza (fisica, psicologica, sessuale ed economica) compiuti su figure affettive di riferimento, di cui il bambino può fare esperienza e di cui può soffrire anche in tempi successivi. Attraverso il pregevole e attento contributo di esperti e di operatori che operano in Italia e all’estero in questo ambito, il volume analizza il rapporto che esiste oggi tra ricerca, teoria, politica e pratica operativa. Dopo aver definito il concetto di violenza domestica, che comprende ”atti di vessazione compiuti dal partner intimo o da altri membri del nucleo familiare”, l’Autrice sottolinea che negare la violenza assistita significa sottovalutare il danno, la sua entità e quindi le conseguenze. È perciò indispensabile analizzare la diversa qualità della violenza alla quale il bambino assiste, affinché alla qualità del danno rilevato corrispondano modalità di intervento più precise e quindi più efficaci. Il volume propone tre ambiti di osservazione: (a) l’analisi delle conseguenze della violenza fisica e/o psicologica subita dalla madre, che vede il figlio spettatore o anch’esso vittima della degenerazione di un adulto violento; (b) la focalizzazione sul danno causato direttamente alle persone coinvolte e alle relazioni familiari, non solo se riferite alla coppia genitoriale, ma anche quando la violenza è agìta su un fratello, proprio per spostare l’attenzione e le risorse anche sui rischi cui sono esposti gli altri membri della fratria; (c) l’ultima parte del volume suggerisce e indica iniziative di protezione e riparazione dal punto di vista giuridico e assistenziale, sia su un piano più generale di politica operativa dei servizi, sia sul piano più specifico di sostegno individuale ai bambini coinvolti nella violenza familiare. Gli obiettivi della prevenzione, della tutela e della riparazione necessitano di risorse culturali, sociali, giuridiche, terapeutiche ed educative, di figure professionali che offrano supporto agli operatori e una organizzazione consona alla complessità della casistica. Le strategie di contrasto alla violenza domestica e intrafamiliare non possono prescindere perciò da un serio lavoro di prevenzione che deve coinvolgere la società ad ampio raggio. Il volume presenta, oltre a interessanti considerazioni teoriche supportate da una ampia bibliografia di riferimento, numerosi casi che forniscono la dimensione del problema in termini qualitativi e quantitativi e spaccati di realtà drammatiche vissute dai minori, che implicano l’urgenza dell’intervento sul minore stesso e una attenzione sempre più consapevole al suo contesto relazionale. L’interdisciplinarietà che caratterizza i contributi e i suggerimenti sulle prassi operative, rappresenta un contributo importante per tutti, sia per chi opera nel settore, che per chi come individuo sociale non può più fingere di non sapere. Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 122 Livia Gaddi Francesco Montecchi (2005) DAL BAMBINO MINACCIOSO AL BAMBINO MINACCIATO Gli abusi sui bambini e la violenza in famiglia: prevenzione, rilevamento e trattamento. Milano: Franco Angeli Indice: Introduzione. Perché ci occupiamo di abusi ai bambini? Parte prima: Le origini e la realizzazione delle condizioni di abuso 1. Le radici storiche e culturali degli abusi sui bambini l. Il bambino minacciato nei miti, nelle fiabe e nella storia delle religioni. 2. Il bambino da "razza in estinzione" a "razza protetta": le concezioni sociali dell'infanzia. 3. Gli abusi sono uguali per tutti? 2. Le radici transgenerazionali degli abusi all'infanzia l. La trasmissione transgenerazionale. 2. La gravidanza come anello di congiunzione della catena transgenerazionale. 3. Le fantasie genitoriali sul nascituro. 4. Fantasie di gravidanza, patologia, abusi. 5. Trasmissione emotiva e corporeità nelle prime fasi dello sviluppo. 6. La prevenzione possibile 3. Adulti abusanti-bambini abusati: psicopatologia e psico-dinamica della catena transgenerazionale degli abusi 1. L'osservazione clinica. 2. adulti abusanti, antichi bambini abusati. 3. Disagio emotivo e psicopatologie dei genitori. 4. Bambini abusati e disagio emotivo. 5. Meccanismi psicodinamici negli abusi. 6. l meccanismi di difesa. 7. l processi di identificazione e la catena della violenza 4. I fattori di rischio e i fattori di protezione 1. L'utilizzo dei fattori di rischio in psichiatria e negli abusi. 2. I fattori di rischio. 3. I fattori protettivi. 4. Fattori di rischio e fattori protettivi nell'intervento Parte seconda: La clinica 5. Le diverse forme di abuso 1. Definizione e classificazione degli abusi. 2. Le caratteristiche degli abusi 6. Il maltrattamento fisico e psicologico Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 123 1. Il maltrattamento fisico e la sindrome del bambino battuto (Battered Child Syndrome). 2. La sindrome del bambino scosso (Shaken Baby Syndrome). 3. La relazione con il bambino maltrattato fisicamente. 4. La diagnosi di maltrattamento fisico. 5. La segnalazione all' Autorità giudiziaria nei casi di maltrattamento fisico. 6. Il maltrattamento psicologico. 7. La segnalazione all' Autorità giudiziaria nei casi di maltrattamento psicologico 7. La patologia della somministrazione delle cure: incuria, discuria e ipercura 1. Le forme di patologia delle cure. 2. L'incuria fisica e psicologica. 3. La discuria. 4. L'ipercura. 5. Le caratteristiche del bambino nella patologia delle cure 6. La segnalazione all' Autorità giudiziaria nei casi di patologia delle cure 8. Gli abusi sessuali 1. Tra fantasia e realtà: le radici storico-religiose dell'incesto. 2. L'incesto nella psicologia del profondo. 3. Definizione e tipologia degli abusi sessuali. 4. Gli abusi sessuali intrafamiliari: forme cliniche. 5. Gli abusi sessuali extrafamiliari. 6. La pedofilia. 7. Lo sfruttamento sessuale dei bambini. 8. I segni di riconoscimento degli abusi sessuali. 9. La segnalazione ali' Autorità giudiziaria dei casi di sospetto abuso sessuale 9. Conseguenze psicologiche degli abusi sessuali 10. L'accoglienza dei bambini testimoni di violenza I. I bambini testimoni di violenza. 2. Genitori reali e immagini genitoriali interne. 3. Il trattamento dei bambini testimoni di violenza. 4. Le rappresentazioni mentali della violenza: un esempio clinico. 11. L'abuso dei figli nelle separazioni coniugali conflittuali 1. Conflittualità genitoriale e disagio dei figli. 2. Separazione e divorzio 12. Dagli abusi all'infanzia ai disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia nervosa) l. La mortificazione della carne. 2. Abuso fisico e disturbi del comportamento alimentare (DCA). 3. Sindrome di Münchausen per procura e DCA. 4. Abuso sessuale e DCA. 5. I DCA come protezione da un corpo traditore. Parte terza: Rilevamento, diagnosi, segnalazione 13. Il riconoscimento e l'intervento l. L'intervento. 2. L'intervento programmabile 3. Il rilevamento e l'invio. 4. La diagnosi. 5. La presa in cura. 14. L'intervento di rete nella presa in carico e le cause di fallimento 15. L'osservazione di gioco partecipe nella valutazione e nella terapia 1. L'osservazione partecipe nel processo diagnostico. 2. Dall'osservazione all'ascolto. 3. Le forme dell'ascolto. 4. Le emozioni e le difese 16. L'assetto emotivo del professionista (il controtransfert) 17. L'attivazione dell'intervento dell' Autorità giudiziaria: un obbligo legale, un impegno morale l. Le strutture giudiziarie. 2. Quando si deve informare l'Autorità giudiziaria. 3. La segnalazione qualificata. 4. Una considerazione conclusiva: verità processuale o verità clinica? Parte quarta: La terapia 18. Processi dissociativi e possibilità riparative e trasformative nei bambini abusati 1. La scissione. 2. La riparazione. 3. La trasformazione. 4. Il recupero psicologico: disponibilità e resistenze del collettivo sociale 19. Dalla protezione dalle minacce del mondo esterno alla protezione dal mondo interno (danneggiato) 1. Dalla protezione alla terapia 2. Strategie di fattibilità della terapia 3. La Sand Play Therapy nel trattamento degli abusi sui bambini Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 124 4. Casi clinici 20. Il "Progetto Girasole": una risorsa nazionale per il lavoro sugli abusi 1. Da dove nasce e che cos'è il "Progetto Girasole" 2. Le attività del "Progetto Girasole" Un titolo inquietante perché è difficile comunque pensare a un “bambino minaccioso” o al bambino solo come una “razza in estinzione” a causa della forte riduzione delle nascite e quindi da proteggere, anche se l’autore, F. Montecchi, neuropsichiatra infantile, dimostra che è solo lo sviluppo della cultura dei diritti dell’infanzia a portare la società moderna a interrogarsi sul “bambino minacciato”, per trovare risposte di riconoscimento e di intervento che gli riconoscano i suoi diritti. L’Autore affronta la tematica dell’abuso, che non è solo maltrattamento fisico o violenza sessuale, ma anche assenza o distorsione delle cure (incuria, disuria e ipercuria), violenza psicologica, forme di violenza assistita, partendo dall’analisi storico-culturale del fenomeno. Nella storia dell’umanità i miti, le fiabe, le religioni raccontano da sempre storie di abuso vissute dai bambini percepiti come minacciosi dagli adulti, che hanno paura di essere spodestati, superati, seppelliti e ci mostrano come nelle diverse culture, l’abuso possa essere normalizzato o combattuto. Proprio da queste storie si possono trovare indicazioni utili sul modo di affrontare l’abuso che è descritto nella letteratura scientifica dell’Ottocento, ma che solo dal XIX secolo, diventa un problema sul quale la società si interroga, identificando anche i comportamenti abusanti in rapporto alla radici culturali, ai costumi e alle necessità sociali. La conoscenza e la comprensione di queste radici non deve equivalere a permissività o tolleranza, deve aiutare a recuperare la dignità del bambino. La crescente cultura dei diritti dell’infanzia non solo sollecita e amplia le possibilità di riconoscere e di intervenire sugli abusi manifesti, ma anche su quelle forme di violenze più velate che non sono meno pericolose. Si impongono progetti integrati di intervento, risorse sempre più professionali che accertino, puniscano, ma soprattutto proteggano il bambino, anche per non perpetuare una catena transgenerazionale della violenza. E’ una realtà complessa che l’Autore legge in modo clinico, definendola patologia spesso cronica. Particolarmente interessante l’esame delle radici transgenerazionali, familiari e individuali dell’abuso, come precise e ampie sono l’individuazione e l’indicazione non solo dei fattori di rischio, ma anche di quelli protettivi. Nella seconda parte del libro l’Autore descrive da un punto di vista clinico le diverse forme di abuso, distingue il maltrattamento fisico da quello psicologico, affronta la tematica dell’abuso sessuale distinguendone gli aspetti clinici, intrafamiliari da quelli extrafamiliari, indica i segni di riconoscimento e le modalità di ricorso all’intervento giudiziario, focalizza la sua attenzione non solo sull’aspetto di prevenzione e di cura, ma sottolinea l’urgenza di comprendere l’eziologia del fenomeno e le sue conseguenze, anche per quei bambini che subiscono una forma di violenza assistita. Molto interessante il capitolo relativo all’analisi del legame tra abuso e disturbi alimentari, ma anche quello relativo alle metodologie diagnostiche, ai percorsi terapeutici, soprattutto ai metodi psicoterapeutici con bambini adolescenti, la “Sand play therapy” di cui riporta alcuni esempi di applicazione su casi clinici. Un libro complesso, che rappresenta un contributo importante soprattutto per i professionisti dell’infanzia che troveranno molte risposte ai loro interrogativi e proposte concrete di come prevenire, rilevare e trattare i molteplici casi che la realtà clinica presenta. Livia Gaddi Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 125 Alberto Pellai (2005) UN'OMBRA SUL CUORE L'abuso sessuale: un'epidemia silenziosa Introduzione di Marcellina Mian Indice: Introduzione Parte I - L'abuso sessuale: la descrizione di un'epidemia silenziosa 1. Un'ombra sul cuore. 2. La ferita dell'anima: cosa si intende per abuso sessuale. 3. I numeri che nessuno sa né vuole sapere: quanto realmente diffuso è l'abuso sessuale sui minori. 4. Ora non potrai più dire "io non sapevo": i risultati di una ricerca effettuata a Milano. Parte II - Vittime e abusanti 5. Un animale in trappola: l'esperienza dell'abuso vista con gli occhi della vittima. 6. Il vulcano: storia di una vittima di abuso sessuale. 7. Segreti di famiglia: quando ad abusare sono i genitori. 8. Parenti serpenti: quando l'abusante si nasconde nella famiglia allargata. 9. Le mani sui bambini: i potenti impotenti. 10. Non accettare caramelle dagli sconosciuti. 11. L'amore molesto: storie di abusi nelle relazioni "tra pari". Parte III- Che fare? 12. Scuola e famiglia: quando l'unione fa la forza. Raccomandazioni 13. Otto raccomandazioni per la collettività, ovvero un manifesto per crescere future generazioni libere dallo spettro dell' abuso sessuale. Conc1usioni Appendice: Framework dell'ISPCAN e dell'OMS per promuovere la prevenzione del maltrattamento ai minori un'azione multisettoriale (Marcellina Mian). Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 126 Il libro di Alberto Pellai, medico e ricercatore, che definisce l’abuso sessuale un’ombra sul cuore, racconta attraverso le parole di chi l’ha subito, un dramma che l’autore cerca di quantificare e qualificare attraverso una ricerca configurata come studio epidemico retrospettivo, effettuata in molte scuole di Milano. L’elaborazione dei dati conferma la sottostima dei dati ufficiali e che l’abusante è persona vicina alla vittima; è perciò indispensabile che quest’ultima riceva aiuto, per elaborare e superare un trauma che continua a perpetuarsi come una epidemia silenziosa, da contrastare perciò in modo urgente e attraverso un’azione preventiva primaria. Nella seconda parte, l’autore analizza, sempre attraverso testimonianze dirette, come la vittima sia sopraffatta dagli eventi, incapace di reagire a volte anche perché sperimenta situazioni di piacere o soddisfa curiosità sessuali o per la sua incapacità/impossibilità di attivare richieste di aiuto ad un adulto di fiducia. L’Autore parla anche dell’incesto che definisce l’abuso più grave, con testimonianze dalle quali traspare la drammaticità del vissuto di chi l’ha subito e suggerisce, con grande chiarezza, le regole che la famiglia dovrebbe rispettare rispetto alla sessualità. Indica la tipologia degli adulti potenziali abusanti che, in ambiti diversi, sono coinvolti nell’azione educativa, ma suggerisce anche le regole di prevenzione che è possibile, quindi doverosa, e può essere agita non solo in ambito familiare, ma anche nella scuola dove esiste la violenza tra pari. Conclude con otto raccomandazioni indirizzate alla collettività, un manifesto per crescere generazioni libere dallo spettro dell’abuso sessuale. La chiarezza espositiva, la ricchezza dei contenuti e soprattutto le preziose indicazioni per rompere quel muro di silenzio che rischia di perpetuare un dramma, rendono il libro un prezioso strumento per chi vuole conoscere, capire e giocare un ruolo attivo, in ambito strettamente professionale o familiare. Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 127 ISSN 1127-3135 FA M I G L I A INTERDISCIPLINARIT INTERDISCIPLINARITÀ À R I C E R C A disponibile a curare un periodico quadrime-strale che accolga i contributi sia dei membri del CIRF e sia di ricercatori esterni, vagliati attraverso la revisione editoriale del comitato scientifico e di referee. Ogni numero contiene tre sezioni: Contributi, Documenti e Notizie. Contributi: i membri dei CIRF si impegnano a inviare dei contributi scientifici volti ad illustrare la propria attività di studio e di ricerca. Altri contributi sono accettati in modo da far circolare quanto viene studiato ed è frutto di ricerca nell'ambito delle problematiche familiari. Documenti: vengono pubblicati documenti che, a livello regionale, nazionale e internazionale, testimoniano l'attenzione alla famiglia sul piano legislativo, dei centri di ricerca, dei servizi sociali e delle organizzazioni professionali. Notizie: trovano spazio le notizie su convegni, corsi formativi specifici, seminari e giornate di studio; pubblicazioni su periodici e libri; discussioni di tesi di laurea e dottorato, notizie utili per i ricercatori e i professionisti della famiglia. La rivista è rivolta a chi opera con le famiglie sia a livello di studio e sia a livello professionale per favorire la conoscenza dei contenuti affrontati in ambito di ricerca. RIVISTA DI S T U D I FA M I L I A R I Le trasformazioni sociali incidono profondamente sulle famiglie, creando opportunità di crescita per i suoi membri, ma anche, spesso, motivi di squilibri e di tensioni, comunque di riaggiustamenti e di ricomposizione di nuovi equilibri. I contenuti familiari sono attualmente di grande attenzione da parte di una pluralità di discipline e di competenze, come non mai si è visto finora. La specializzazione ha avuto il vantaggio di mettere a punto sofisticate metodologie di studio e di proposte innovative di intervento per problemi a volte drammatici che fanno appello alle conoscenze più avanzate. Nel contempo si sente però l'esigenza di ricomporre i diversi saperi in unità rispettosa della realtà concreta delle singole famiglie e capace di avanzare proposte operative oltre la parcellizzazione. Il Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Famiglia (CIRF) dell'Università di Padova ha accompagnato i primi anni di attività con la pubblicazione di una Newsletter per informare e collegare i membri, i collaboratori e quanti erano interessati all'attività del Centro. I fogli hanno riscosso apprezzamenti lusinghieri da colleghi, operatori sociali e studenti, portando alla decisione di dare alla Newsletter una migliore qualificazione scientifica e una nuova veste editoriale che ha trovato rispondenza dall'editrice “Centro della Famiglia” di Treviso, resosi Ricercatori, studenti di livello universitario e post-universitario, consulenti familiari ed operatori sociali in genere, professionisti, insegnanti ed educatori possono trovare nella rivista uno strumento di aggiornamento continuo per rispondere meglio alle domande di comprensione e di intervento familiare. Volume 10, Numero 1, 2005, pag. 128