universita` degli studi “carlo bo`” urbino

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universita` degli studi “carlo bo`” urbino
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI
“CARLO BO’” URBINO
F AC O L T À D I L I N G U E
CL 4
L in g u e e c u lt u r a p e r
l ’i m p r e s a
Prof.
Anno
Bruno
accademico
Materiale ad
didattico e
limitata
Pirozzi
2005-2006
uso esclusivamente
con circolazione
agli studenti
CAPITOLO 2
Le operazioni di gestione ordinaria
L’attività ordinaria si esplica nel ciclo
ACQUISTI
TRASFORMAZIONE
VENDITA
Le conseguenze sulla gestione sono di carattere:
PATRIMONIALE
Investimenti per la dotazione del capitale tecnico iniziale
ECONOMICO
Acquisto dei fattori produttivi
Ricavi delle vendite
FINANZIARIO
Pagamenti
Le operazioni di gestione straordinarie
Nel corso del ciclo di vita all’ azienda possono presentarsi situazioni in cui si rende
necessario :
Rifocalizzare il proprio business
Espandere l’attività
Chiudere l’azienda.
I tre casi di cui sopra evidenziano pertanto delle situazioni in cui la proprietà
dell’azienda dovrà assumere decisioni di carattere straordinario.
Nel caso di in cui si presenti l’occorrenza di rifocalizzazione del Business le
operazioni di gestione straordinarie tipiche destinate ad acquisire liquidità e
concentrare le risorse ottenute sul core business sono .
la cessione di azienda controllata non più strategica all’attività (esempio
Gruppo Fiat)
la cessione di un ramo d’azienda
lo spin-off degli immobili aziendali a società terza
Nel caso in cui l’azienda attraversi una fase di espansione le operazioni
straordinarie sono rivolte ad acquisire una massa superiore di volume d’affari o una
competenza in settori diversi attraverso :
L’Acquisizione di azienda concorrenti e/o di azienda operante in altri settori
La Successiva fusione per incorporazione
Nel caso di situazione di difficoltà aziendali non a carattere temporaneo, ma
strutturali, con la proprietà che intenda cessare l’attività le operazioni da effettuare
sono le seguenti::
La cessione totale dell’azienda
La Liquidazione
La richiesta di ammissione a Procedure concorsuali liquidatorie
CAPITOLO 3
GESTIONE MONETARIA: La gestione monetaria è quell’aspetto della gestione
caratterizzato dal Cash Flow. Il Cash Flow è un criterio che serve per trovare un
collegamento tra le uscite monetarie e le entrate monetarie. Si vuole quindi valutare
l’equilibrio monetario di un’azienda.
Se vi è un Cash Flow negativo vi sarà una perdita e questo potrebbe portare al
fallimento dell’azienda.
Un mastrino è una tabella in cui vengono contrapposti i costi ed i ricavi dell’azienda
all’interno di un Ciclo Produttivo.
Nel caso di un taxista il mastrino sarebbe di questo tipo:
Costi Autovettura
benzina
Bollo …
Ricavi
300
200
Utile
100
Un ricavo si ha quando vi è un incasso, incasso che può essere monetario o a titolo
di credito.
Un’entrata si ha quando viene reso liquido il ricavo.
L’utile (o reddito d’esercizio, o margine) è la conseguenza dello scopo di lucro
dell’impresa. E’ dato dalla differenza tra Ricavi e Costi . L’utile è ottenuto dall’azienda
impiegando le sue risorse. Come risorsa si intende un finanziamento che viene
investito per l’acquisto di beni durevoli e non durevoli.
All’interno del mastrino l’utile viene posto dalla parte dei costi per avere un equilibrio
tra le due parti.
Il patrimonio di un’impresa può avere delle variazioni economiche o delle variazioni
numerarie.
Come variazioni economiche si intendono i costi ed i ricavi.
I costi, numerariamente parlando, sono rappresentati da uscite monetarie (variazione
numeraria certa) o dai debiti (variazione numeraria assimilata).
I ricavi, numerariamente parlando, sono rappresentati dalle entrate monetarie
(variazione numeraria certa) o dai crediti (variazione numeraria assimilata).
Nell’ambito del capitale è possibile distinguere il patrimonio numerario, questo è
composto da:
Contante in cassa.
Crediti numerari (crediti temporanei in attesa di un’entrata in
cassa).
Debiti numerari (debiti temporanei in attesa di un’uscita di
cassa).
Il patrimonio numerario subisce delle variazioni numerarie per effetto delle operazioni
economiche che riassorbono sia le operazioni finanziarie (variazione dei debiti e dei
crediti), sia le variazioni monetarie (variazioni di cassa).
Le variazioni numerarie possono essere:
Variazioni numerarie certe;
variazioni monetarie; variazione del contante in
cassa.
Variazioni numerarie assimilate;
variazioni finanziarie relative a crediti e debiti
espressi nella moneta di conto (Euro).
Variazioni numerarie presunte;
variazioni finanziarie espresse in valuta estera da
convertire alla fine dell’anno nella valuta di conto.
Le variazioni numerarie assimilate e presunte devono diventare certe il più presto
possibile attraverso l’incasso.
CICLO MONETARIO:
Investimenti
Finanziamenti
Flussi
di
entrate
Disinvestimenti
Flussi
di
uscite
+
-
Rimborsi
Flussi
di
entrate
Flussi
di
uscite
+
-
Cash
Flow
Cash Flow
Negativo
Cash Flow
Positivo
Il Cash Flow rappresenta la liquidità creata o distribuita ed è dato dalla somma tra:
Finanziamenti + Investimenti + Disinvestimenti + Rimborsi.
Il Cash Flow, come si può facilmente intuire, è influenzato dalle variazioni numerarie
certe.
Un Cash Flow positivo permetterà all’impresa di rimborsare i finanziamenti ottenuti, di
pagare gli interessi relativi e di distribuire i dividenti relativi al capitale di rischio.
Se il Cash Flow è negativo, invece, vorrà dire che ci sono state più uscite che entrate
monetarie. L’impresa avrà quindi bisogno di ulteriori finanziamenti per reiniziare il
ciclo produttivo.
Il ciclo monetario può essere riassunto così:
Entrate - Fonti
Ciclo di gestione
Uscite – Investimenti
Impieghi
Vendita – Ricavo
Disinvestimento (Fase
monetaria)
Investimenti
Fonte di liquidità
Finanziamenti
Rimborsi
Variazioni numerarie: monetarie e finanziarie
Natura operazione
Operazioni di gestione
straordinaria o extragestione
Aspetto
Aspetto economico
Tipologia di valutazione
Operazioni di gestione
ordinaria esterna
Aspetto finanziario
monetario
Variazioni numerarie
Certe
Quantità d’azienda
Operazioni
economiche
Assimilate
Presunte
Cash Flow
Fonti e Impieghi
=
Capitale
Come operazioni di gestione straordinaria o extragestione si intendono quelle
operazioni che non necessariamente generano un’operazione economica. Ne sono
un esempio:, la trasformazione, la fusione, la scissione/scorporo e la liquidazione.
Come operazioni di gestione ordinaria esterna si intendono tutte quelle operazioni
economiche che hanno un peso nel Cash Flow. Ne sono un esempio: i finanziamenti,
gli investimenti, i disinvestimenti, le remunerazioni ed i rimborsi.
L’aspetto economico è quell’aspetto della gestione aziendale che riguarda le cause
che provocano le variazioni monetarie o finanziarie nelle operazioni economiche.
L’aspetto finanziario monetario riguarda i pagamenti e gli incassi effettuati da
un’azienda.
Partita doppia / sistema del reddito: Metodo usato per rilevare le variazioni numerarie
e non numerarie di un’azienda man mano che queste si verificano, in modo da poter
redigere un bilancio alla fine dell’anno. Le società di capitali hanno l’obbligo della
redazione del bilancio che dovrà essere depositato presso la Camera di Commercio
al fine di rendere i dati ivi contenuti pubblici e messi a disposizione dei terzi .
ESERCIZIO SVOLTO
1)
Nel corso di un anno un’impresa paga ad un dipendente 12 stipendi:
variazioni numerarie: 24 (ogni mese vi sarà un debito verso il dipendente e un
pagamento di quel debito).
variazioni non numerarie: 12
Per ogni operazione di gestione andranno fatti i mastrini relativi alle variazioni
numerarie e non numerarie connesse a quell’operazione.
Valori non numerari
Dare
Costi
Valori numerari
Avere
Ricavi
+
Entrate
Attività
Crediti
-
Uscite
Passività
Debiti
Nel caso del pagamento degli stipendi si avrà una situazione di questo tipo:
a)
Formazione di un debito verso il dipendente:
Debito verso il dipendente.
+
b)
Costo dipendente
-
+
100
100
-
Pagamento del debito:
Debito verso il dipendente.
+
100
100
=
0
Banca
+
100
esempio
2)
Acquisto materie prime.
Prima fase registro costo e debito vs fornitore
Seconda fase pagamento fornitore tramite banca
Sezionale debiti
fornitori
Acquisto materie
prime
Pagamento debito
3)
+
-
100
Banca
+
-
100
+
-
100
100
Bolletta telefonica.
Sezionale debiti
Debito verso
Telecom
Pagamento debito
4)
Conti non numerari
(costi)
+
-
500
Conti non numerari
+
-
500
Banca
+
-
500
500
Finanziamento bancario di 300 e successivo rimborso di 150.
Sezionale debiti
Finanziamento
bancario di 300
Rimborso finanziamento
di 150
+
-
300
Banca
+
-
300
150
150
=
150
150
=
In questo caso non vi sono variazioni non numerarie.
5)
Vendita merci per 100 e successivo incasso.
Crediti verso clienti
+
Vendita
Incasso
100
100
Conti non numerari
+
-
100
Banca
+
100
-
Un contratto preliminare non dà origine né a variazioni numerarie né a variazioni non
numerarie.
Lo stato patrimoniale riassume tutte le variazioni numerarie avvenute durante
l’anno trascorso.
Il conto economico è suddiviso in due parti; nella prima si trova la somma di tutti i
sezionali in dare mentre, nella seconda, si trova la somma di tutti i sezionali in avere
(ovvero i ricavi).
Nella maggior parte dei casi si ha una situazione del genere:
Variazione non
numeraria.
Variazione numeraria
assimilata.
Variazione numeraria
certa.
Ne è un esempio l’acquisto di una materia prima; all’inizio si ha l’acquisizione del
fattore produttivo (variazione non numeraria) a cui segue un debito verso il fornitore
(variazione numeraria assimilata) a cui segue il pagamento del fattore produttivo
(variazione numeraria certa).
Un’impresa ha la proprietà di un fattore produttivo (es. una materia prima) a partire
da un certo momento, concordato con il fornitore; in genere ciò avviene quando la
società entra in possesso del materiale. Nel momento in cui la società ha la proprietà
sorgono i costi e nasce il debito verso il fornitore.
Il Principio di competenza fa sì che tutte le variazioni non numerarie (costi e ricavi)
di un esercizio (ovvero di un anno) confluiscano tutte in un unico conto economico.
Esercizio svolto
Anche nel caso in cui una bolletta relativa ad un periodo compreso tra 01/01 e
31/01 arrivasse nel mese di febbraio le variazioni (numerarie e non numerarie)
relative alla nascita del debito con la Telecom andrebbero comunque registrate nel
mese di gennaio.
I fattori produttivi possono essere di due tipi: Fattori produttivi a lento utilizzo.
Fattori produttivi a veloce utilizzo.
I fattori produttivi a lento utilizzo sono quei fattori produttivi che durano per più di un
anno. Danno origine ad una attività di bilancio e ad un costo (variazione non
numeraria) relativo alla quota di ammortamento (uso annuale).
I fattori produttivi a veloce utilizzo sono fattori produttivi annuali. Danno origine solo
ad un costo dell’esercizio. Il personale può essere collocato in questa categoria.
Fattori produttivi
Pluriennali
Annuali
Ricavo
Impiegati nelle
Attività
Ricavo
Servizio
Variazione non
numeraria.
Prodotto
Credito
Variazione
numeraria.
I beni a lungo termine vengono ammortizzati in un certo numero di anni e quindi
non vengono registrati una volta sola nel bilancio d’esercizio della società.
In realtà il primo anno avrò il pagamento (esborso numerario o creazione di un
debito) mentre gli anni successivi avrò la possibilità di considerare come costo una
quota convenzionale di uso, perdita del valore del bene che viene detta
ammortamento
Un’auto, per un taxista, è un’immobilizzazione materiale (attività di bilancio) e non
incide completamente sul conto economico.
1° Anno:
Var. num. pluriennale
+
-
5000
Acquisto auto
Ammortamento auto
100
4900
Var. num. pluriennale
+
Ammortamento auto
+
100
=
2° Anno:
Var. non numeraria
-
4900
100
Var. non numeraria
+
100
=
4800
Banca
+
-
5000
Ricapitolando:
Fonti di Finanziamento
Capitale di terzi
(Capitale di debito)
Var. numerarie
(debito verso
banca, liquidità)
Dividendi
Var. non
numerarie
Fattori Produttivi
Costo
(interessi passivi)
Debito
(Var. numeraria
assimilata)
Capitale di rischio
Pluriennale
Acquisizione
Costo
(No è oneroso di
interessi)
Debito
(Var. numeraria
assimilata)
Non Pluriennale
(Annuale)
Var. non numeraria
Ciclo di Produzione
Var. non numeraria
Magazzino
Prodotto
Credito
Ricavi
Var. non numeraria
Servizio
Credito
In questo ciclo sono presenti soltanto variazioni non numerarie e variazioni numerarie
assimilate; non c’è stata nessuna variazione monetaria.
Il reddito dell’esercizio è dato dalla differenza tra i ricavi ottenuti per effetto
dell’impiego del capitale ed i costi relativi ai fattori produttivi annuali e si chiama utile
(valore positivo) e perdita (valore negativo).
REDDITO DELL’ESERCIZIO = RICAVI ANNO – COSTI ANNO
Il reddito dell’esercizio caratterizza lo scopo di lucro; si tratta infatti di quell’utile /
perdita che controbilancia le attività e le passività.
I costi relativi all’esercizio comprendono i costi annuali di quell’esercizio e
l’ammortamento dei costi pluriennali (Costi pluriennali / durata prevista
dell’investimento pluriennale).
Il capitale è definito come l’insieme delle variazioni numerarie che si originano come
conseguenza dell’impiego / investimento delle fonti di finanziamento.
Un fattore produttivo pluriennale può essere valutato sostanzialmente sotto due punti
di vista:
Contabile.
Economico.
La valutazione contabile di un fattore economico tiene conto dell’ammortamento; si
tratta quindi di una valutazione del valore effettivo del bene, rispetto al prezzo di
acquisto.
La valutazione economica viene fatta, invece, in base al valore di mercato del bene;
al momento della valutazione viene fatta una perizia che tiene conto di tutti i fattori
che potrebbero aver fatto svalutare o rivalutare il bene.
ESERCIZIO SVOLTO
Costituzione di una società e scrittura del bilancio.
In data 28/12/2004 viene costituita una società, da parte di due persone fisiche (PF1
e PF2).
La tipologia di società scelta è la srl, ed il fine è la commercializzazione di scarpe da
tennis (si tratta quindi di una società commerciale).
Il capitale sociale è costituito da 2 quote dal valore nominale di 100 .000 l’una.
Il primo fatto di gestione è la costituzione della società. I due soci vanno quindi da un
notaio per la costituzione della società. Dal notaio dovranno versare un minimo di
60.000 (pari ai 3/10 del capitale sociale).
Se verseranno soltanto 60.000 milioni sorgerà un credito della società verso i soci
pari a 140.000.
Se invece vengono versati subito tutti i 200.000i si avrà una situazione del genere:
STATO PATRIMONIALE
Cassa: 200.000
Cap. Sociale:
200.000
Non ci sono ancora stati né costi né ricavi, soltanto una variazione numeraria certa
ed una assimilata (debito verso i soci).
Collegato alla costituzione della società c’è poi il costo per il notaio ( 10.000); si
tratta del primo costo dell’attività d’impresa. Si tratta di una immobilizzazione
immateriale in quanto è un onere accessorio all’esercizio, ad utilità pluriennale. Le
immobilizzazioni immateriali non possono essere trasferite e concorrono alla
formazione del reddito tramite l’ammortamento.
Giunti al 31/12/2004 bisogna redigere in bilancio relativo al 2004.
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
Cassa:
190.000
Costo plurienn. 10.000
Cap. sociale: 200.000
Reddito:
0
TOTALE
Patrimonio Netto:
200.000
200.000
Il Reddito dell’esercizio è dato da:
REDDITO DELL’ESERCIZIO = RICAVI - COSTI
Il Patrimonio netto è dato da:
PATRIMONIO NETTO = ATTIVITÀ – PASSIVITÀ = REDDITO DELL’ESERCIZIO +
CAPITALE SOCIALE
L’anno successivo la società inizierà ad intraprendere l’attività d’impresa.
Impiegando i 190.000 in cassa dovrà istituire i vari uffici che si occuperanno delle
varie problematiche d’impresa al fine di avere un reddito dell’esercizio.
Ufficio
Commerciale
Ufficio Logistica
(Magazzino)
Ufficio
Acquisti
Ufficio
Risorse Umane
Ufficio
Amministrativo
Spese
Generali
Amministratore
Delegato
Nel caso in cui la società riempisse il magazzino di scarpe senza venderne neanche
un paio si avrebbe una situazione del genere:
NOTA BENE da qui in poi valori in migliaia di euro
STATO PATRIMONIALE
Cassa:
Magazzino
Totale Attivo:
0
200.
200
Cap. sociale:
200.
Reddito gestione: (300.)
Patrimonio Netto: (100.)
Debiti:
300
Totale Passivo:
200
CONTO ECONOMICO
Costo vari gestione 300
Costo mat. prime 200
Totale costi:
500
Ricavi:
0
Rimanenze finali: 200
Totale ricavi:
200.
Reddito = Perdita :(300)
Le rimanenze finali di magazzino vengono considerate un ricavo per controbilanciare
il costo delle materie prime. Il magazzino infatti diventa un costo solo nel momento in
cui si ha un ricavo (principio di afferenza o della correlazione tra costi e ricavi). Il
costo delle materie prime viene rimandato all’esercizio successivo.
L’anno successivo si avrà quindi:
CONTO ECONOMICO
Rimanenze iniziali:
200
Ricavi:
300.
Si potrebbe invece avere una situazione di questo tipo:
a) Assunzione di 2 dipendenti:
b) Acquisto materie prime:
c) Ottenimento di un mutuo passivo di 200
d) Acquisto di mobili-arredi:
e) Acquisto PC e attrezz.
f) Ricavi vendite:
10 x 2 = 20l. (costo)
150
interessi passivi del 5% annuo
50
40
30
Crediti verso clienti: 100
Imm. materiali:
72
Imm. Immateriali (notaio):
8
Cap. sociale:
Reddito:
200
110
Patrimonio Netto:
310
Cassa:
390
TOTALE Attivo:
570
Debito verso personale: 0
Debito materie prime: 50
Mutuo:
200
Debito per arredi:
0
Debito PC:
10
TOTALE Passività:
260
TOTALE Passivo:
570
Saldo: 50
anno.
Saldo: 0
Saldo: 10
Saldo: 100
CONTO ECONOMICO
STATO PATRIMONIALE
In migliaia DI
Pagato: 100
a partire dal 2°
Pagato:
50
Pagato:300
Incassato: 200
Costo mat. prime: 150
Costo personale:
20
Ammortam. mobili: 10
Ammortam. PC:
8
Ammortam. imm.
immateriali:
2
Totale costi:
190
Utile:
110
Ricavi vendite:
Per calcolare il valore delle immobilizzazioni materiali bisogna considerare il prezzo
di acquisto al netto dell’ammortamento.
Ad esempio per quanto riguarda il valore dei mobili si avrà: in migliaia
Costo = 50
Ammortamento = 20% annuo:
Valore netto:
2004
(10)
2005
(10)
2006
(10)
2007
(10)
2008
(10)
40
30
20
10
0
Il totale delle immobilizzazioni materiali sarà quindi: (50-10)+ (40-8) = 40 + 32 = 72
Per redigere il bilancio si inizia dal conto economico e, una volta trovato il risultato
della gestione (utile o perdita) lo si inserisce nello stato patrimoniale.
La cassa è l’ultimo valore che si ricava e si trova in questo modo:
300
Cassa iniziale
+ Mutuo
- Personale
- Mat. Prime
- Mobili
- PC
190
+ 200
390
- 20
- 100
- 50
- 30
+ Incasso crediti
= Cassa
+ 200
390
ESERCIZIO SVOLTO :
la determinazione della natura delle seguenti operazioni aziendali
Acquisto materie prime
Rilevazione contabile
Impatto economico
Impatto finanziario
Pagamento fornitore
Rilevazione contabile
Impatto economico
Impatto finanziario
fornitori-magazzino
costo
creazione di un debito
diminuzione fornitori
costo
riduzione debito/uscita cassa-banche
Riduzione liquidità
Vendita prodotti
Rilevazione contabile
Impatto economico
Impatto finanziario
clienti/diminuzione magazzino
ricavo
creazione credito
Pagamento dipendenti
Rilevazione contabile
Impatto economico
Impatto finanziario
debito dipendenti
costo
riduzione debito/uscita cassa-banche
Riduzione liquidità
Presentazione riba
Rilevazione contabile
Impatto finanziario
portafoglio attivo
aumento disponibilità banche
Aumento liquidità
Accensione mutuo
Rilevazione contabile
Impatto finanziario
debito finanziario
aumento disponibilità cassa-banche
Aumento liquidità
Acquisizione macchinario in leasing
Rilevazione contabile
Impatto economico
Impatto finanziario
debito leasing/risconto maxicanone
costo
uscita cassa-banche
Riduzione liquidità
Vendita macchinario usato
Rilevazione contabile
Impatto economico
Impatto finanziario
riduzione impianti/f.ammortamento
ricavo
aumento disponibilità cassa-banche
Aumento liquidità
Pagamento rata mutuo/debito
Rilevazione contabile
Impatto economico
Impatto finanziario
debiti finanziari
costo interessi
riduzione debito/uscita cassa-banche
Riduzione liquidità
CAPITOLO 4
DOCUMENTI CHE COMPONGONO IL BILANCIO
1. STATO PATRIMONIALE: INDICA IL SALDO DELLE COMPONENTI
ATTIVE E PASSIVE DEL PATRIMONIO DELLA SOCIETÀ.
2. CONTO ECONOMICO (PROFITTI E PERDITE): INDICA I RICAVI E I
COSTI SOSTENUTI DALLA SOCIETÀ NEL CORSO DELL’ANNO E PER
DIFFERENZA, L’UTILE O LA PERDITA D’ESERCIZIO.
3. NOTA INTEGRATIVA: ATTA A FORNIRE SPIEGAZIONI E INFORMAZIONI
SUI DATI DEL BILANCIO.
4. RELAZIONE SULLA GESTIONE: EVIDENZIA LA POLITICA GESTIONALE
DELLA SOCIETA’
5. RELAZIONE DEL
COLLEGIO SINDACALE.
OVE PREVISTA,
TESTIMONIA L’APPLICAZIONE DEI CORRETTI PRINCIPI CONTABILI AL
BILANCIO
SCHEMA OBBLIGATORIO DELLO STATO PATRIMONIALE
ATTIVO
A. CREDITI V/SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI
con separata indicazione della parte già richiamata
B. IMMOBILIZZAZIONI:
I) Immobilizzazioni Immateriali
1) Costi d’impianto e d’ampliamento
2) Costi di ricerca, sviluppo e pubblicità
3) Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno
4) Concessioni, licenze, marchi e simili
5) Avviamento
6) Altre
Totale
II) Immobilizzazioni Materiali
1) Terreni e fabbricati
2) Impianti e macchinario
3) Attrezzature industriali e commerciali
4) Altri beni
5)Immobilizzazioni in corso e acconti
Totale
III) Immobilizzazioni Finanziarie
1) partecipazioni in:
a)imprese controllate
b)imprese collegate
c)altre imprese
2) crediti:
a)verso imprese controllate
b)verso imprese collegate
c)verso imprese controllanti
d)verso altri
3) altri titoli
4) azioni proprie
Totale
Totale immobilizzazioni
C) ATTIVO CIRCOLANTE:
I) Rimanenze
1) Materie prime, sussidiarie e di consumo
2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorazione
3) Lavori in corso su ordinazione
4) Prodotti fini e merci
5) Acconti
Totale
II) Crediti:
1) verso clienti
2) verso imprese controllate
3) verso imprese collegate
4) verso imprese controllanti
5) verso altri
Totale
III) Attività finanziarie:
1) partecipazioni in imprese controllate
2) partecipazioni in imprese collegate
3) altre partecipazioni
4) azioni proprie
5) altri titoli
Totale
IV) Disponibilità liquide:
1) depositi bancari e postali
2) assegni
3) denaro e valori in cassa
Totale
Totale circolante
A) RATEI E RISCONTI,
con separata indicazione del disaggio sui prestiti
TOTALE ATTIVITÀ’
PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO
I) Capitale
II) Riserva sovrapprezzo azioni
III) Riserva di rivalutazione
IV) Riserva legale
V) Riserva per azioni proprie
VI) Riserve statuarie
VII) Altre riserve, distintamente indicate
VIII) Utili (perdite) portati a nuovo
IX) Utile (perdita) dell’esercizio
Totale
B) FONDI PER RISCHI E ONERI:
1) per trattamento di quiescenza e simili
2) per imposte
3) altri
Totale
C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO
D) DEBITI:
1) Obbligazioni
2) Obbligazioni convertibili
3) Debiti verso banche
4) Debiti verso altri finanziatori
5) Acconti
6) Debiti verso fornitori
7) Debiti rappresentati da titoli di credito
8) Debiti verso imprese controllate
9) Debiti verso imprese collegate
10) Debiti verso imprese controllanti
11) Debiti tributari
12) Debiti verso istituti di previdenza e di sicurezza sociale
13) Altri debiti
Totale
E) RATEI E RISCONTI, con separata indicazione dell’aggio sui prestiti
TOTALE PASSIVITA’
SCHEMA OBBLIGATORIO DEL CONTO ECONOMICO
A) Valore della produzione
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni
2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e
finiti
3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione
4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni
5) Altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in c/esercizio
Totale
B) Costi della produzione
6) per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci
7) per servizi
8) per godimento di beni e servizi
9) per il personale: a) salari e stipendi
b) oneri sociali
c) trattamento di fine rapporto
d) trattamento di quiescenza e simili
e) altri costi
10) ammortamenti e svalutazioni:
a) ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali
b) ammortamento delle immobilizzazioni materiali
c) altre svalutazioni delle immobilizzazioni
d) svalutazione dei crediti compresi nel c.c. e delle disponibilità liquide
11) variazione delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e
merci
12) accantonamenti per rischi
13) altri accantonamenti
14) oneri diversi di gestione
Totale
Differenza tra valori e costi della produzione (A-B)
C) Proventi ed oneri finanziari
15) Proventi da partecipazioni (*)
16) Altri proventi finanziari: a) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni (**)
b) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non
sono partecipazioni
c) da titoli iscritti nell’attivo circolante che non sono
partecipazioni
d) proventi diversi dai precedenti (**)
17) Interessi ed altri oneri finanziari (**)
Totale (15+16-17)
D) Rettifiche di valore di attività finanziarie:
18) Rivalutazioni: a)di partecipazioni
b)di immobilizzazioni finanziarie che
partecipazioni
c)di titoli iscritti all’attivo circolante che
partecipazioni
19) Svalutazioni: a)di partecipazioni
b)di immobilizzazioni finanziarie che
partecipazioni
c)di titoli iscritti all’attivo circolante che
partecipazioni
non
sono
non sono
non
sono
non sono
TOTALE DELLE RETTIFICHE (18-19)
E) Proventi ed oneri straordinari
20) Proventi, con separata indicazione plusvalenze da alienazioni i cui
ricavi non sono inscrivibili al n°5)
21) Oneri, con separata indicazione plusvalenze da alienazioni i cui ricavi
non sono inscrivibili al n°14) e delle imposte relative ad esercizi precedenti
Totale delle partite straordinarie (20+21)
F) Risultato prima delle imposte (A-B±C±D±E)
22) Imposte sul reddito dell’esercizio
G) Utile (perdita) dell’esercizio (F-22)
(*) con separata indicazione di quelli da imprese controllate e collegate
(**)con separata indicazione di quelli da imprese controllate, collegate e
colleganti
LA RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO SECONDO LO
SCHEMA A “VALORE AGGIUNTO”
IL LEGISLATORE HA SCELTO LA RIESPOSIZIONE A CASCATA
SECONDO IL CRITERIO DEL VALORE AGGIUNTO.
QUESTO CRITERIO METTE IL "FOCUS" SU CIO'CHE SI
E'PRODOTTO.
A) VALORE DELLA
PRODUZIONE
B) COSTI DELLA PRODUZIONE
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTO DELLA
PRODUZIONE
C)PROVENTI E ONERI
FINANZIARI
D)RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITÀ FINANZIARIE
E)PROVENTI ED ONERI
STRAORDINARI
RISULTATO PRIMA DELLE
IMPOSTE
22 IMPOSTE SUL REDDITO
DELL'
ESERCIZIO
UTILE (PERDITA)
DELL'
ESERCIZIO
I DATI INFORMATIVI DEL BILANCIO
Il bilancio è una fotografia periodica dello stato di un’impresa. Per analizzare la
redazione di un bilancio si possono analizzare vari elementi: Finalità.
Composizione.
Destinatari.
Regole di redazione.
Principi di redazione.
FINALITÀ: La finalità è la realizzazione di una costruzione intellettuale di derivazione
contabile per la rappresentazione chiara e corretta della realtà aziendale sotto il
profilo patrimoniale, finanziario ed economico.
Come profilo patrimoniale si intende la contrapposizione tra ATTIVITÀ e PASSIVITÀ
– PATRIMONIO NETTO. Come profilo economico si intende la contrapposizione tra i
COSTI ed i RICAVI. Il profilo finanziario si ricava, invece, dalla lettura dei documenti
che compongono il bilancio d’esercizio.
MODELLO: Il modello del bilancio dell’esercizio è un sistema di valori ordinato al
calcolo del reddito d’esercizio e del derivato capitale di funzionamento. Il bilancio è
composto da:
Sottosistema contabile del reddito (Conto Economico).
Sottosistema contabile del patrimonio (Stato Patrimoniale).
Sottosistema integrativo ed esplicativo (Nota Integrativa).
Nel sottosistema contabile del reddito (ovvero il Conto Economico) vengono poste le
fonti di finanziamento indirette (ovvero i ricavi) e gli impieghi consumati in un certo
periodo di tempo (schema obbligatorio di Conto Economico previsto dall’art. 2425 del
Codice Civile).
Nel sottosistema contabile del patrimonio (ovvero lo Stato Patrimoniale) vengono
poste le fonti di finanziamento dirette e gli impieghi esistenti (ovvero quelli non
consumati) in un certo istante, ossia quello terminale del periodo di osservazione
(schema obbligatorio di Stato Patrimoniale previsto dall’art. 2424 del Codice Civile).
Il sottosistema integrativo ed esplicativo (ovvero la Nota Integrativa) integra ed
esplicita il contenuto dei prospetti numerico- tabellari dello Stato Patrimoniale e del
Conto Economico (contenuto obbligatorio previsto dall’art. 2427 del Codice Civile).
DESTINATARI: I destinatari del bilancio sono tutti coloro che hanno un interesse nei
confronti dell’impresa (ovvero gli Stakeholders). I destinatari / utilizzatori del bilancio
potranno essere:
Interni (soci, amministratori, dipendenti).
Esterni.
Il bilancio deve soddisfare le attese minime di informazioni di tutti i soggetti
interessati.
REGOLE DI REDAZIONE: Le regole di redazione si suddividono in:
Regole contabili;
sono individuate dalla ragioneria e dall’economia aziendale.
Principi contabili;
sono individuati dalle professioni contabili (nazionali ed internazionali).
Norme di legge;
sono contenute nel Codice Civile.
Norme di legge di carattere tributario.
Giurisprudenza.
Direttive comunitarie.
Regole di autorità di vigilanza e controllo;
sono fissate dalla Consob, per le società quotate, e dalla Banca d’Italia, per le
banche.
PRINCIPI DI REDAZIONE
rimandiamo alla parte già trattata della normativa specifica
LA FIGURA DI CAPITALE VALORE ACCOLTA NEL BILANCIO:
Nel bilancio ordinario si trova rappresentato il capitale di funzionamento (patrimonio
di bilancio) o, impropriamente detto, capitale di gestione, in cui i valori vengono
determinati in relazione alla capacità di partecipare alla gestione futura.
ANALISI DELLA GESTIONE AZIENDALE:
La gestione aziendale riguarda quel complesso di operazioni aziendali, tra loro
coordinate, poste in essere per il raggiungimento dei fini aziendali.
- Analisi della gestione sotto l’aspetto finanziario ed economico
ASPETTO FINANZIARIO (Asp. Originario)
Entrate / Uscite (Immediate o Differite)
Manifestazione numeraria: possibilità di valutare
monetariamente la variazione.
Sorgere di un debito / credito verso un terzo.
Entrata / uscita monetaria.
ASPETTO ECONOMICO (Asp. Derivato)
Ricavi / Costi
Sostenimento di un onere per l’acquisizione di un
fattore della produzione.
In un sistema di rilevazione contabile per ogni operazione di gestione vanno rilevati
sia gli aspetti finanziari che quelli economici.
- Analisi della gestione sotto l’aspetto oggettivo o soggettivo
ASPETTO OGGETTIVO
ASPETTO SOGGETTIVO
Quali operazioni porre in essere per raggiungere il
fine aziendale.
Come sono intraprese.
- Analisi della gestione sotto l’aspetto temporale
OPERAZIONE DI COSTITUZIONE
- Costituzione.
- Acquisizione risorse.
OPERAZIONI CONTINUATIVE
- Acquisizione risorse.
Approvvigionamento dei
fattori produttivi.
Pagamento fornitori.
Vendite output.
Realizzo crediti.
L’operazione di cessazione può essere volontaria o forzata.
OPERAZIONE DI CESSAZIONE
-
Liquidazione beni.
Estinzione passività.
Ripartizione del residuo.
MANIFESTAZIONE
ECONOMICA:
NUMERARIA
(FINANZIARIA)
E
MANIFESTAZIONE
Operazione con
Manifestazione Numeraria
Regolamento degli acquisti dei
fattori produttivi e delle vendite
di beni o servizi:
Uscita di mezzi
monetari.
Sorgere di debiti.
Entrata di mezzi
monetari.
Sorgere di crediti.
Manifestazione Economica
Sostenimento dei costi
in relazione all’acquisizione
di fattori produttivi durevoli o
non durevoli (a fecondità
semplice o ripetuta.
Conseguimento dei
relativi ricavi all’atto del
collocamento sul mercato dei
beni o dei servizi prodotti.
-
Al termine dell’esercizio l’aspetto economico può non coincidere con quello
numerario ossia:
Alcune operazioni possono avere già avuto
la propria manifestazione numeraria ma non aver originato i relativi valori
economici.
Alcune operazioni possono avere già avuto
la propria manifestazione economica ma non aver originato la corrispondente
variazione numeraria.
Bisogna quindi determinare la competenza economica di ogni costo o ricavo.
COMPETENZA ECONOMICA DI COSTI E RICAVI:
Un costo si considera di competenza economica dell’esercizio se:
E’ maturato nel periodo amministrativo
corrispondente (competenza temporale) cioè nel periodo che dà il nome
all’esercizio di cui si vuole determinare reddito e capitale.
Se ha dato nello stesso periodo la propria
utilità.
Se ha trovato copertura nel suo
corrispondente ricavo (principio di afferenza).
Un ricavo si considera di competenza dell’esercizio se:
E’ maturato nel periodo amministrativo
corrispondente (competenza temporale) cioè nel periodo che dà il nome
all’esercizio di cui si vuole determinare reddito e capitale.
Se ha trovato nello stesso periodo il
correlativo costo (principio della realizzazione di ricavi – afferenza).
SISTEMA DEI VALORI DI BILANCIO:
IMPIEGHI
FONTI
In essere in un determinato istante.
STATO PATRIMONIALE
ATTIVITA’
Attività immobilizzate.
Attività correnti o circolanti.
Fonti di finanziamento di terzi = PASSIVITA’
Fonti di finanziamento proprio = PATRIMONIO
NETTO (cap. sociale + utili non distribuiti o
perdite non coperte).
Debiti veri e propri, componenti del patrimonio
netto, fonti per rischi e oneri.
Consumati in certo periodo di tempo.
CONTO ECONOMICO
COSTI DI ESERCIZIO
UTILE di Esercizio
(se Impieghi consumati < Fonti consumate)
RICAVI DI ESERCIZIO
PERDITA di Esercizio
(se Impieghi consumati > Fonti consumate)
Redigere il Bilancio di Esercizio consiste nel separare tra i valori aziendali quelli
ancora in essere, che vengono rinviati all’esercizio successivo, da quelli consumati
nell’esercizio trascorso.
GRANDEZZE DELLO STATO PATRIMONIALE:
IMPIEGHI IN ESSERE
FONTI IN ESSERE
Investimenti in fattori produttivi non
esauriti.
Produzioni in corso non ultimate.
Produzioni ultimate non vendute
(magazzino prodotti finiti).
Produzioni ultimate e vendute ma non
incassate (crediti verso clienti)
Denaro in cassa o depositato in c/c
Finanziamenti di soci ottenuti e non
restituiti.
Finanziamenti di terzi ottenuti e non
restituiti.
Investimenti non ancora pagati (debiti
verso fornitori.
TOTALE IMPIEGHI IN ESSERE
=
STRUTTURA OBBLIGATORIA DELLO STATO PATRIMONIALE (ART. 2424 DEL
CODICE CIVILE):
ATTIVO
CREDITI VERSO SOCI PER
VERSAMENTI ANCORA DOVUTI.
MACROCLASSE
PATRIMONIO NETTO E PASSIVITA’
PATRIMONIO NETTO.
Capitale sociale.
II)..VII) Riserve.
VIII) Utili (Perdite) portati a nuovo.
IX) Utile (Perdita) dell’esercizio.
IMMOBILIZZAZIONI.
Imm. Immateriali.
Imm. Materiali.
Imm. Finanziarie.
ATTIVO CIRCOLANTE.
Rimanenze.
Crediti.
Attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazioni.
I)
Disponibilità liquide.
CATEGORIA
RRATEI E RISCONTI ATTIVI.
FONDI PER RISCHI E ONERI.
TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI
LAVORO SUBORDINATO.
DEBITI.
RATEI E RISCONTI PASSIVI
TOTALE ATTIVO
TOTALE A PAREGGIO
Le immobilizzazioni sono tutti quegli investimenti che hanno una durata superiore ad
un esercizio.
Esempi di immobilizzazioni immateriali sono: costi di ricerca e di pubblicità (sito web),
concessioni, licenze, marchi, avviamento…
Esempi di immobilizzazioni materiali sono: terreni, fabbricati, impianti, macchinari,
attrezzature varie …
Esempi di immobilizzazioni finanziarie sono: partecipazioni, crediti …
In genere le immobilizzazioni non si possono rivalutare; perché ciò avvenga sono
necessari dei decreti legislativi.
Come attivo circolante si definiscono quegli elementi attivi del patrimonio aziendale
che si prevede di liquidare durante l’esercizio successivo.
Come riserve si definisce l’utile non distribuito tra soci della società.
Come utili (o perdite) portate a nuovo si intendono gli utili (o le perdite) dell’esercizio
precedente.
Come utili (o perdite) dell’esercizio di intendono gli utili (o le perdite) dell’esercizio
appena trascorso.
Nel caso in cui vi sia una causa pendente (una richiesta per danni pari a 50) al
termine dell’esercizio si potranno avere due casi:
Perdita sicura
Andrà scritto in bilancio un debito pari a 50.
Perdita incerta Andrà segnato 50 nel fondo per rischi e oneri.
Il trattamento di fine rapporto (voce presente solo in Italia) o TFR è una
remunerazione differita accordata ai lavoratori dipendenti.
I debiti possono essere verso banche, fornitori, finanziatori, erario …
L’avviamento fa parte delle immobilizzazioni immateriali e rappresenta gli utili che chi
vende, per esempio, un immobile vuole vedersi riconosciuti.
Le rimanenze sono uno degli indicatori dello stato di un’impresa; se sono molto alte
sono uno dei segnali che indicano che l’impresa si trova in un momento di crisi,
un’impresa che avrà molto magazzino avrà anche molti debiti dovendo pagare le
materie prime, il personale per cui non non incassando potrebbe trovarsi in difficoltà.
GRANDEZZE DEL CONTO ECONOMICO:
IMPIEGHI CONSUMATI
FONTI CONSUMATE
Investimenti in fattori produttivi consumati
(costi).
TOTALE IMPIEGHI CONSUMATI
Produzioni ottenute e vendute (ricavi).
=
TOTALE FONTI CONSUMATE
STRUTTURA OBBLIGATORIA DEL CONTO ECONOMICO (ART. 2425 DEL
CODICE CIVILE) :
Il struttura del conto economico è di forma scalare a risultati intermedi.
A)
B)
1)
2)
3)
4)
5)
7)
8)
9)
10)
11)
12)
13)
14)
15)
VALORE DELLA PRODUZIONE
Ricavi delle vendite e delle prestazioni.
Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione.
Variazioni dei lavori in corso su ordinazione.
Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni.
Altri ricavi e proventi
COSTI DELLA PRODUZIONE
Per materie prime, sussidiarie e di merci.
Per servizi.
Per godimento di beni di terzi.
Per il personale.
Ammortamenti e svalutazioni.
Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci.
Accantonamenti per rischi.
Altri accantonamenti.
Oneri diversi di gestione.
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE (A – B) = REDDITO
D)
PROVENTI E ONERI FINANZIARI
15) Proventi da partecipazioni.
16)
Altri proventi finanziari.
17)
Interessi e altri oneri finanziari.
E)
RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ FINANZIARIE
18) Rivalutazioni.
19) Svalutazioni.
F)
PROVENTI E ONERI STRAORDINARI
20) Proventi
21) Oneri
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A – B + C + D + E)
Imposte sul reddito dell’esercizio
UTILE (PERDITA) DELL’ESERCIZIO = REDDITO NETTO = RISULTATO
Nell’analisi del conto economico di una società un primo indicatore della sua
situazione economica è la differenza tra il valore e costi della produzione (A – B); nel
caso fosse negativo vorrebbe dire che l’impresa non riesce, con i suoi ricavi, a far
fronte ai costi.
I terreni non vengono ammortizzati in quanto si suppone che non perdano valore con
il passare del tempo.
Le imposte vengono pagate a rate; gli acconti si basano sull’utile dell’esercizio
precedente mentre il saldo viene fatto dopo l’approvazione del bilancio dell’esercizio
appena concluso.
Variazioni delle rimanenze di Prodotti Finiti (voci A2 e A3) = Rimanenze Finali –
Rimanenze Iniziali.
Variazioni delle rimanenze di Materie Prime (voce B11) = Rimanenze Iniziali –
Rimanenze Finali.
L’utile ricavato dalla vendita di un prodotto è dato dalla differenza tra:
(PREZZO DI VENDITA – PREZZO DI ACQUISTO DELLE MATERIE PRIME) –
COSTI DI PRODUZIONE
I sindaci di una società sono interni alla società stessa e sono responsabili della
verità e della correttezza di quanto viene scritto nel bilancio.
I revisori di una società possono anche essere esterni alla società e controllano la
regolare tenuta della contabilità sociale di società per azioni e della sua attendibilità.
Il bilancio deve essere approvato dal soggetto giuridico entro 4 mesi dalla chiusura
dell’esercizio.
Ogni volta che il costo di un’immobilizzazione è inferiore al prezzo di mercato, nel
bilancio, andrà indicato il prezzo di mercato.
ESERCIZIO SVOLTO
Valori in migliaia di euro
Conto Economico e Stato Patrimoniale
STATO PATRIMONIALE
CONTO ECONOMICO
Cap. Sociale:
Utile dell’Esercizio:
100
600
Patrimonio Netto:
700
Imm. Materiali:
Fabbricati:
1500
Imp. – Macchinari: 800
Mobili – Arredi:
100
Debiti:
Fondo per rischi
e oneri:
Fondo TFR:
Debiti verso
fornitori:
500
300
12000
TOT Imm. Mat.:
2400
TOT Passività:
12800
C)
II) Crediti verso
clienti:
10800
TOT Attivo:
13500
TOT Passivo:
13500
B
Imm. Immateriali:
Brevetti:
Avviamento:
100
200
TOT Imm. Immat.:
300
RICAVI
UTILE
COSTI
600
Nel caso in cui si dovesse liquidare la società si dovrebbe fare uno schema di questo
tipo:
VALORE CONTABILE
VALORE LIQUIDAZIONE
CREDITI
BREVETTI
AVVIAMENTO
FABBRICATI
IMPIANTI – MACCHINARI
MOBILI – ARREDI
10800
100
200
1500
800
100
10000
110
0
3000
500
100
-800
+10
-200
+1500
-300
0
TOTALE ATTIVO
13500
13710
+210
(300)
(500)
(12000)
(300)
(600)
(12000)
0
-100
0
700
810
+110
TFR
FONDO RISCHI E ONERI
DEBITI VERSO FORNIT.
PATRIMONIO NETTO
In caso di liquidazione dovrà rimanere almeno
700 di banca e cassa. Se
rimanessero
500 potrebbe voler dire che il bilancio non era corretto; se
rimanessero 10.000 potrebbe anche essere corretto in quanto nella stesura del
bilancio viene utilizzato il principio della prudenza.
In questo caso la differenza di –800 per quanto riguarda i crediti indica che il bilancio
era errato in quanto non si era tenuto conto di un rischio di credito di 800.
Il valore di liquidazione ottenuto in seguito alla vendita dei brevetti potrebbe anche
essere pari a 0 nel caso in cui non si riuscisse a vendere i brevetti (prodotti vecchi o
obsoleti).
Il valore di liquidazione ottenuto in seguito alla vendita dell’avviamento è
generalmente 0.
In seguito alla liquidazione dei fabbricati si ha, in genere, un plusvalore pari a circa
una volta il loro valore contabile.
Lo stato patrimoniale diventerà quindi:
STATO PATRIMONIALE
CASSA
810
CAP. SOCIALE:
UTILE:
100
600
PLUSVALORE:
110
PATRIMONIO NETTO
VALUTATO AL VALORE
DI MERCATO:
810
Come plusvalore si intende la differenza tra la valutazione al costo e la valutazione di
liquidazione.
ESERCIZIO SVOLTO
Si ha una società ABC, costituita il 01/01/1998.
L’azionista ha sottoscritto davanti al notaio il capitale sociale (valore nominale di ogni
azione pari a 50) versando l’importo complessivo di 40000.
Alla data del 31/12/2004 la contabilità generale riporta i seguenti dati:
a)
Marchi per 3000, sostenuti nel corso
dell’anno. Il periodo di ammortamento è di 10 anni.
b)
Brevetti con costo storico di 3000 e aliquota
di ammortamento pari al 10%.
c)
Debito verso fornitori per 34000.
d)
Altri crediti per 600.
e)
Immobilizzazioni materiali pari a 0.
f)
Crediti verso clienti di 40000.
g)
Il conto economico presenta un risultato
netto pari ad un utile di 1000.
h)
Debiti verso personale per 1000.
i)
Debiti tributari per 120.
j)
L’eventuale necessità di liquidità è coperta
mediante l’utilizzo di finanziamenti bancari.
Sulla base delle informazioni riportate si provveda alla predisposizione dello Stato
Patrimoniale al 31/12/2004
Nel predisporre il bilancio al 31/12/2004 si può ipotizzare con dati a scelta le voci di
stato patrimoniale e conto economico mancanti tenendo in considerazione che:
a)
In data 03/01/2004 sono state acquisite immobilizzazioni materiali per 30.000,
importo comprensivo di oneri accessori pari a 300. Trattasi di impianto specifico
con aliquota di ammortamento del 20%.
b)
Il conto economico al 31/12/2004 dovrà contenere, oltre a quanto è desumibile
dalle suesposte informazioni, le seguenti voci:
Altri ricavi e proventi.
Costi per servizi.
Costi per materie prime.
Oneri straordinari.
SopravvenIenze attive.
o
Imposte e tasse pari al 40% dell’utile ad
imposte.
I Bilanci d’Esercizio dovranno essere redatti secondo lo schema previsto dall’articolo
2425 del Codice Civile.
Stato Patrimoniale al 31/12/2003
ATTIVO
I)
Marchi
Brevetti
PASSIVO
IMM. IMMATERIALI
2700
2700
TOT Immobilizzazioni
5400
C)
II) Crediti verso clienti
Altri crediti
40000
600
IV) Disponibilità liquide
120
TOT Attivo Circolante
70.720
TOT ATTIVO
76.120
Capitale Sociale
IX) Utile
40000
1000
Patrimonio Netto
41.000
D) Debiti
Debiti verso personale
Debiti tributari
Debiti verso fornitori
1000
120
4000
TOT Debiti
35.120
TOT PASSIVO
76120
Conto Economico e Stato Patrimoniale al 31/12/2004
Conto Economico
A)
VALORE DELLA PRODUZIONE
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni
3) Variazioni lavori in corso su ordinazione
5) Altri ricavi e proventi
B) COSTI DELLA PRODUZIONE
6) Costi per materie prime
7) Costi per servizi
9) Costi per personale
10) Ammortamenti
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE
26 510
6.000
4.000
15.000
8.000
1.000
6.600
2.910
C) PROVENTI E ONERI FINANZIARI
16) Altri proventi finanziari
17) Interessi e altri oneri finanziari
E) Proventi e Oneri straordinari
20) Proventi
Oneri
2000
-1000
RISULTATO ANTE IMPOSTE (UTILE)
3.950
21)
Imposte sul reddito dell’esercizio
1580
22)
UTILE dell’esercizio
2.370
600
-560
ATTIVO
I)
-
Stato Patrimoniale
IMMOBILIZZAZIONI
IMM. IMMATERIALI
Marchi
2400
Brevetti
2400
II) IMM. MATERIALI
Impianti
24000
TOT Immobilizzazioni
28.800
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I) Rimanenze
6.000
II) Crediti
35.000
IV) Disponibilità liquide
Depositi bancari e postal 20.000
Cassa
9.750
TOT Attivo Circolante
70.750
TOT ATTIVO
99.550
PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO
Capitale Sociale
40.000
IV) Riserva legale
50
VIII) Utile esercizio precedente 950
IX) Utile esercizio
2.370
Patrimonio Netto
43.370
B) FONDI PER RISCHI E ONERI
Fondi per cause legali in corso1.600
Fondi per imposte
2.000
C) TFR
1000
D) Debiti
Debiti tributari
Debiti verso fornitori
Altri debiti
TOT PASSIVO
1.580
40.000
10.000
99.550
RATEI E RISCONTI: Si dividono in:
- Risconti attivi finali.
- Risconti passivi finali.
- Ratei attivi iniziali.
- Ratei passivi iniziali.
- Risconti attivi iniziali.
Risconti attivi finali:
Costi manifestatisi numerariamente nell’esercizio ma non imputabili all’esercizio in
corso, in quanto avranno il corrispondente ricavo negli esercizi successivi.
Risconti passivi finali:
Ricavi manifestatisi numerariamente nell’esercizio ma non imputabili all’esercizio in
corso, in quanto avranno il corrispondente costo negli esercizi successivi.
Ratei attivi iniziali:
Ricavi manifestatisi numerariamente nell’esercizio ma attribuibili all’esercizio
precedente proporzionalmente al tempo.
Ratei passivi iniziali:
Costi manifestatisi numerariamente nell’esercizio
precedente proporzionalmente al tempo.
ma
Risconti attivi iniziali:
Costi manifestatisi numerariamente nell’esercizio
all’esercizio in corso proporzionalmente al tempo.
precedente
attribuibili
ma
all’esercizio
attribuibili
In conclusione, i Risconti sono costi (risconti attivi) / ricavi (risconti passivi)
manifestatisi numerariamente in un esercizio ma imputabili parzialmente all’esercizio
successivo; i Ratei sono costi (ratei passivi) / ricavi (ratei attivi) manifestatisi
numerariamente in un esercizio ma imputabili parzialmente all’esercizio precedente.
Esercizio X
Esercizio X+1
Risconti Attivi Finali
Risconti Attivi Iniziali
Risconti Passivi Finali
Risconti Passivi Iniziali
Uscita/Entrata + 1^ Parte costo/ricavo
Esercizio X
Stipula
Assicurazione
2^ Parte costo/ricavo
Esercizio X+1
Esercizio X+2
CE
SP
10000
5000
5000
5000
=
CE
10000
5000
SP
5000
5000
10000
=
CONTABILITA’ ANALITICA: E’ una modalità di riclassificazione dei costi e dei ricavi
in base alla destinazione; è di utilità interna all’azienda.
Ricavi vendite
Ricavi vendite
=
Prodotti venduti Costo materi e prime
Prezzo unitario
Ricavi vendite - Imposte
MARGINE NETTO:
Numero prodotti venduti
MARGINE LORDO:
Gli oneri accessori di un costo pluriennale sono anch’essi pluriennali.
Il primo anno gli ammortamenti vengono generalmente considerati con aliquota
dimezzata. Si è obbligati a calcolare l’ammortamento solo se il bene è pronto per
l’uso; se un bene non viene ammortizzato il relativo costo viene rimandato
all’esercizio successivo come costo sospeso finale.
Se il risultato della gestione finanziaria (gestione caratteristica) è pari a zero vorrà
dire che l’azienda è in grado di autofinanziarsi.
Se un’azienda con un alto Capitale Sociale arriva a fine esercizio con molti interessi
passivi si possono avere varie motivazioni; vi possono essere stati degli investimenti
in:
- Immobilizzazioni (si vedrà dagli ammortamenti).
- Materie prime (variazione delle rimanenze).
- Azioni (dividendi).
- Personale (alti costi per il personale).
PROVENTI E ONERI STRAORDINARI: Possono essere: - Sopravvenienze attive.
Plusvalenze.
Come sopravvenIenze attive si intendono gli sconti, i rimborsi assicurativi, il recupero
di crediti dati per persi
Come plusvalenza si intende la differenza tra il prezzo di vendita ed il valore netto
contabile (tenente conto dell’ammortamento) di un bene precedentemente iscritto
nello stato patrimoniale.
Nello stato patrimoniale i crediti devono essere iscritti al presumibile valore di realizzo
(per il principio della prudenza). Valore contabile – Valore presumibile di realizzo =
Costo per svalutazione crediti (nel conto economico).
La riserva legale è, come minimo, pari al 5% dell’utile dell’esercizio precedente che,
di conseguenza, scenderà al suo 95%.
IMPOSTE: Debito per imposte dell’esercizio =
Debiti tributari.
Debito per contenziosi fiscali in essere =
Fondi per imposte.
Se si ha un costo per il personale si dovrà anche avere un fondo per TFR.
ESERCIZIO SVOLTO
Si ipotizzi un bilancio al 31/12/2004 formato dalle seguenti voci
Rimanenze di magazzino
1.000
Altri debiti
300
Perdita esercizio
100
Immobilizzazioni materiali
15.000
Fondo ammortamento immobilizzazioni
materiali
8.000
Partecipazioni
250
Risconti attivi su canoni di affitto
50
Ratei passivi su interessi
passivi per mutuo
________
Debiti verso fornitori
(valore nominale)
3.000
Crediti verso clienti
6.000
Fondo svalutazione crediti
500
Debiti verso personale
400
Capitale sociale
1.000
Riserva legale
100
Immobilizzazioni immateriali
500
al netto di ammortamenti cumulati di 200 .
Costruire lo Stato Patrimoniale e ricavare la voce mancante.
Predisporre il Conto Economico al 31/12/2004 ipotizzando che:
Ricavi
25.000
Acquisti di prodotti finiti
10.000
Costi per servizi
5.000
Oneri diversi di gestione
5.000
Rimanenze finali di prodotti finiti
600
Aliquota di amm.to beni mat.li 10%
Aliquota di amm.to beni imm.l 20%
Ogni anno, al 30/06, la società paga l’affitto annuale di 100.
Al 31/12/2004 sul debito per mutuo maturano interesse semestrali al 10% (con
pagamento posticipato).
Ricavare il risultato dell’esercizio.
Stato Patrimoniale al 31/12/2003
ATTIVO
PASSIVO
I)
IMM. IMMATERIALI
500
II) IMM. MATERIALI
7000
III) Partecipazioni
250
TOT Immobilizzazioni
7750
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I) Rimanenze
II) Crediti verso clienti
1000
5500
TOT Attivo Circolante
6500
D) RATEI E RISCONTI
Risconti attivi (Affitto)
TOT ATTIVO
Capitale Sociale
IV) Riserva legale
IX) Perdita esercizio
1000
100
-100
Patrimonio Netto
1000
D) Debiti
Debiti verso banche
Debiti verso fornitori
Debiti verso personale
Altri debiti
9290
3000
400
300
TOT Debiti
50
14300
12.990
E) RATEI E RISCONTI
Ratei passivi (Mutuo)
TOT PASSIVO
310
14.300
Si ipotizza il mutuo come stipulato il 31/10/2004; il rateo sarà quindi relativo ai mesi di
novembre e dicembre.
14300 – 4700 (Passività senza mutuo) = 9600
9600 = Debito verso Banca +
10% * Debito verso banca
3
Interessi per i mesi di novembre e
dicembre.
Debito verso Banca = 9290
Ratei passivi (per due mesi) = 310
“Brutta” del Conto Economico al 31/12/2004 in base ai dati in nostro possesso.
Rimanenze iniziali
1000
Acquisti prodotti finiti
10000
Costi per servizi
5000
Ammortamento imm. materiali 1500
Ammortamento imm. immateriali 140
Canone di affitto
100
Risconti attivi iniziali
50
Interessi passivi
1000
Oneri diversi di gestione
5000
Ricavi
Rinvio costo affitto
Rimanenze finali
25000
50
600
TOT Costi
TOT Ricavi
25650
Imposte esercizio
23790
744
Utile ante imposte
1860
Utile netto
1116
Il rinvio del costo per affitto all’esercizio successivo bilancia il risconto attivo iniziale.
Poiché il canone d’affitto viene pagato annualmente al 30/06 si avranno, al termine
dell’esercizio:
Risconto attivo iniziale relativo al periodo compreso tra il 30/06/2003 ed il
31/12/2003.
Rinvio all’esercizio successivo del costo d’affitto per il periodo tra il 30/06/2004 e il
31/12/2004.
Costo per il canone di affitto dal 30/06/2003 al 30/06/2004
01/01/003
31/12/03
01/01/04
31/12/04
Conto Economico al 31/12/2004
A)
VALORE DELLA PRODUZIONE
1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni
25.000
2) Variazione rimanenze di prodotti finiti
-400
B)
COSTI DELLA PRODUZIONE
6) Costi per prodotti finiti
10.000
7) Costi per servizi
5.000
8) Costi per godimento di beni di terzi (affitto)
100
10) Ammortamenti
1.640
14) Oneri diversi di gestione
5.000
DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE 2860
PROVENTI E ONERI FINANZIARI
17) Interessi passivi
1.000
RISULTATO ANTE IMPOSTE (UTILE)
1860
23) Imposte sul reddito dell’esercizio
744
24) UTILE dell’esercizio
1116
E’ stato ipotizzato il ricorso ad un mutuo bancario per 10000, con interessi passivi
semestrali del 10%.
Stato Patrimoniale al 31/12/2004 in base ai dati in nostro possesso.
ATTIVO
I)
PASSIVO
A) PATRIMONIO NETTO
IMMOBILIZZAZIONI
IMM. IMMATERIALI
360
5.500
250
II) IMM. MATERIALI
III) Partecipazioni
TOT Immobilizzazioni
6.110
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I) Rimanenze
II) Crediti verso clienti
700
9.000
TOT Attivo Circolante
9.700
D) RATEI E RISCONTI
Risconti attivi (Affitto)
50
TOT ATTIVO
Capitale Sociale
IV) Riserva legale
VIII)Perdita esercizio prec.
IX) Utile esercizio
1000
100
-100
1116
Patrimonio Netto
2.116
D) Debiti
Debiti tributari
Debiti verso banche
2744
10000
TOT Debiti
12.744
E) RATEI E RISCONTI
Ratei passivi (Mutuo)
1000
TOT PASSIVO
15.860
15.860
Completare senza modificare l’Utile dell’Esercizio ed i dati già presenti.
ATTIVO
PASSIVO
IMMOBILIZZAZIONI
IMM. IMMATERIALI
II) IMM. MATERIALI
Partecipazioni
Immobilizzazioni
C) ATTIVO CIRCOLANTE
I) Rimanenze
Crediti verso clienti
IV) Disponibilità liquide
TOT Attivo Circolante
D) RATEI E RISCONTI
Risconti attivi (Affitto)
TOT ATTIVO
TOTALE ATTIVO
PATRIMONIO NETTO
360
5500
250
6.110
600
4.000
5.100
9.700
50
15.860
Capitale Sociale
IV) Riserva legale
VIII)Perdita esercizio prec.
IX) Utile esercizio
1000
100
-100
1116
Patrimonio Netto
2.116
D) Debiti
Debiti tributari
Debiti verso banche
2744
10000
TOT Debiti
12.744
E) RATEI E RISCONTI
Ratei passivi (Mutuo)
…… 1.000
TOT PASSIVO
15.860
VALUTAZIONI PER IL BILANCIO D’ESERCIZIO:
Il principio base della redazione del Bilancio è il Principio del Costo secondo cui
tutte le immobilizzazioni e le rimanenze vanno scritte al loro prezzo di acquisto, al
netto dell’ammortamento.
Le attività non possono essere rivalutate oltre il loro costo di acquisto, a meno che
non ci siano delle leggi speciali che lo consentono.
Una immobilizzazione partecipa alla formazione del reddito dell’esercizio tramite
l’ammortamento.
Un immobilizzazione può svalutarsi (perdere valore) per obsolescenza o per
senescenza. Come obsolescenza si intende un invecchiamento dal punto di vista
tecnologico (PC, macchine). Come senescenza invece si intende un invecchiamento
materiale che può riguardare ogni genere di immobilizzazione.
Una volta che un bene è stato ammortizzato l’azienda inizia a guadagnare su quel
bene in quanto il suo valore di iscrizione in bilancio è 0 come è pari a 0 il relativo
costo per l’ammortamento.
Una immobilizzazione può svalutarsi nel caso in cui il valore di mercato di un bene
sia inferiore al suo costo.
Nel bilancio andrà sempre iscritto il minore tra il prezzo di acquisto ed il valore di
mercato.
ESEMPIO
Valore di acquisto: 100
Ammortamento: 20
Valore di mercato: 40
STATO PATRIMONIALE
Imm.:
40
CONTO ECONOMICO
Ammortam.: 20
Svalutaz.:
40
Le azioni come le Partecipazioni non vengono ammortizzate, possono essere
adeguate al valore di mercato (se inferiore a quello di acquisto) attraverso la rettifica
del valore (svalutazione)
I crediti verso clienti si hanno dopo il magazzino e rappresentano dei titoli di credito
verso i clienti. Vengono iscritti al loro valore nominale e rappresentano il totale dei
beni – servizi venduti ma non incassati.
Nel caso in cui ci sia la possibilità di non incassare l’intero ammontare del credito
andranno iscritti al possibile valore di realizzo.
ESEMPIO
Crediti: 1000
Valore presumibile di realizzo: 800
CONTO ECONOMICO
STATO PATRIMONIALE
Crediti:
800
Fondo sval.
crediti:
200
Ricavo:
1000
I ratei ed i risconti si hanno in tutti quei casi in cui il costo / ricavo non coincide con la
rispettiva manifestazione numeraria.
Se la manifestazione numeraria è posticipata si parla di rateo, se la manifestazione
numeraria è anticipata rispetto a quella economica si parla di risconto.
VALUTAZIONI PER IL BILANCIO D’ESERCIZIO:
Immobilizzazioni materiali ed immateriali:
Costo di acquisto, comprensivo degli oneri accessori, o costo di produzione se
costruito internamente.
- Fondo ammortamento complessivo
- Svalutazioni per durevole perdita di valore.
+ Rivalutazioni per recuperi di valore.
= Valore di iscrizione in bilancio.
Crediti:
Valore nominale.
- Fondo svalutazione crediti (Fondo mancato incasso).
= Valore presumibile realizzabile = Valore di iscrizione in bilancio.
Debiti:
Valore nominale.
= Valore di iscrizione in bilancio.
Rimanenze di magazzino:
Minore tra:
A)
Costo di acquisto, comprensivo degli oneri accessori o costo di produzione (se
costruite internamente).
B)
Valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato.
= Valore di iscrizione in bilancio.
Manifestazione numeraria coincidente con quella economica: Le variazioni numerarie
che misurano alcuni costi / ricavi hanno luogo nello stesso periodo amministrativo in
cui i costi / ricavi maturano e danno la loro utilità.
Variazione numeraria anticipata rispetto a quella economica (Risconto): Le
manifestazioni numerarie si manifestano prima della completa maturazione del costo
o del ricavo; quota parte del componente di reddito (positivo o negativo) di
competenza dell’esercizio successivo deve essere sospesa dall’esercizio in corso e
rinviata a quello successivo.
ESERCIZIO SVOLTO
Quota di costo di
competenza dell’esercizio.
1/10
Pagamento
premio annuo di
assicurazione
31/12
Quota di costo non di competenza
dell’esercizio. (Risconto attivo)
30/09
Variazione numeraria posticipata rispetto a quella economica (Rateo): Le
manifestazioni numerarie si manifestano solo a completa maturazione del costo o del
completo conseguimento del ricavo; quota parte del componente di reddito (positivo
o negativo) deve essere imputata all’esercizio in quanto già in parte realizzata o
sostenuta. Dal punto di vista economico aziendale si parla in tal caso di costo o
ricavo da integrare al fine del calcolo del reddito dell’esercizio.
ESERCIZIO SVOLTO
Quota di ricavo di competenza
dell’esercizio. (Rateo attivo)
Ricavo non ancora maturato.
31/12
1/10
Concessione
affitto.
01/04
Riscossione
affitto.
ESERCIZIO SVOLTO
Risconto.
Assicurazione per 12 mesi a decorrere dal 01/10; pagamento anticipato di 24000 .
Quota di compet.
esercizio n.
01/10/n
31/12
31/12/n
COSTI
24000
=
Quota da sospendere e
rinviare all’esercizio n+1.
01/10/n+1
RISCONTO ATTIVO
18000
18000
6000
Quota di competenza
dell’esercizio.
In questo caso il risconto è attivo in quanto rettifica un costo.
CASSA
24000
VALUTAZIONI PER IL BILANCIO D’ESERCIZIO: Ratei e Risconti:
RATEI ATTIVI: Quote di ricavi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi.
RISCONTI ATTIVI: Quote di costi sostenuti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza
di esercizi successivi.
RATEI PASSIVI: Quote di costi di competenza dell’esercizio esigibili in esercizi successivi.
RISCONTI PASSIVI: Quote di ricavi percepiti entro la chiusura dell’esercizio ma di competenza
di esercizi successivi.
= Valore di iscrizione in bilancio = Applicazione di un corretto metodo per determinare la
quota di costo o di ricavo di competenza dell’esercizio. (ES. “Pro quota temporis” …)
METODO CONTABILE APPLICATO:
FUNZIONAMENTO DEI CONTI NUMERARI E DEI CONTI ECONOMICI:
CONTI NUMERARI:
CONTO NUMERARIO
DARE
AVERE
Entrate di Cassa
Aumenti di Crediti
Diminuzioni di Debiti
Uscite di Cassa
Diminuzioni di Crediti
Aumenti di Debiti
ESERCIZIO SVOLTO
Il cliente paga una fornitura pari a 50
CASSA
CREDITI VERSO CLIENTI
50
50
CONTI ECONOMICI:
CONTO ECONOMICO DI REDDITO
DARE
Aumento di costo
Rettifiche di ricavo
AVERE
Aumento di ricavo
Rettifiche di costo
ESERCIZIO SVOLTO
24/05: Vendita prodotti finiti per 300, pagamento il 01/07.
CREDITO VERSO CLIENTI
300
RICAVO DI VENDITA P.F.
300
ESERCIZIO SVOLTO
Contratto assicurativo (Rateo).
01/08/n
31/12/n
01/08/n+1
01/08/2004 Stipula contratto di assicurazione di 1 anno. Premio = 12000
Il pagamento avviene alla scadenza del contratto (rateo attivo per il cliente, rateo
passivo per l’assicurazione).
Situazione al 01/08/2005
Canoni di assicurazione
12000
Banca
12000
Situazione al 31/12/2004
Canoni di assicurazione
5000
12 mesi: 12000
5 mesi: 5000
Rateo Passivo
5000
CONTO ECONOMICO DI CAPITALE
DARE
Deficit Netto
Diminuzione di Capitale Netto
AVERE
Capitale Netto
Aumenti di Capitale Netto
I Conti Numerari ed Economici hanno funzionamento antitetico (ovvero a partita
doppia).
VALUTAZIONI PER IL BILANCIO D’ESERCIZIO: Fondi per Rischi e Oneri:
FONDI PER ONERI: Si tratta di accantonamenti per passività certe, il cui ammontare
o la cui data di sopravvenienza sono indeterminate (è cioè certo che
un qualche importo verrà pagato ad una data indeterminata)
FONDO PER RISCHI: L’incertezza non è esprimibile solo in termini di ipotesi
alternative di ammontare da corrispondere e di data di sopravvenienza, ma si
prevede che si possa anche evitare l’esborso.
= Valore di iscrizione in bilancio = Miglior stima possibile alla data di
approvazione del progetto di bilancio da parte degli amministratori della
possibile passività (fondo per rischi) o del futuro onere (fondo per oneri).
Un esempio di Fondo per Oneri per una società può essere una raccolta punti di
fedeltà con premi finali, mentre un esempio di Fondo per Rischi può essere una
causa pendente a fine esercizio.
RIEPILOGO DEFINIZIONI E CONCETTI RELATIVI ALLE VOCI DI
STATO PATRIMONIALE E CONTO ECONOMICO
I fatti di gestione in precedenza riportati rappresentano un piccolo campionario delle
operazioni aziendali correnti. In realtà la gestione può essere analizzata sotto tre diversi
aspetti:
>
tecnico
>
economico
>
finanziario
L'
aspetto tecnico risulta dalla combinazione dei fattori che determinano la produzione di
beni e servizi e l'accrescimento dell'utilità preesistente; si manifesta quindi in un'attività di
trasformazione fisico- tecnica e di trasferimento di beni nel tempo e nello spazio.
Fattori produttivi
Processo di trasformazione tecnico-economica
Beni prodotti servizi prestati
L'aspetto economico è rappresentato :
dai costi sostenuti per effettuare investimenti in fattori produttivi (acquisti) da ricavi conseguiti
disinvestendo beni o prestando servizi (vendite) L'
aspetto finanziario è costituito
dall'uscita di mezzi monetari (denaro) o dal sorgere di debiti di regolamento sorti in
conseguenza di acquisti dall'entrata di mezzi monetari o dal sorgere di crediti di regolamento
sorti in conseguenza di vendite
Ciclo tecnico
Combinazione di fattori produttivi che da luogo alla trasformazione fisica che siconclude con
l'ottenimento dei prodotti o la prestazione di servizi
Ciclo economico
Inizia con i costi dei fattori e termina con il conseguimento dei ricavi
Ciclo finanziario
Inizia con i debiti di regolamento e termina con i crediti di regolamento
Ciclo monetario
Inizia con le uscite monetarie per il pagamento degli acquisti e si conclude con i ricavidelle
vendite
DEFINIZIONE DI COSTI E RICAVI
Ricavi finanziari:
Ricavi relativi interessi attivi, plusvalenze su titoli, dividendi etc
Ricavi straordinari: Ricavi relativi fatti straordinari (rimborsi assicurativi, vincite etc),
Cessione di attività dell'impresa (macchinari, fabbricati)
L'insieme dei Ricavi è misurato dall'entrate monetarie e dall’aumento dei crediti
II prospetto riepilogativo dei costi e dei ricavi prende nome di Conto economico.
Esercizio: l'insieme delle operazioni di gestione compiute in un periodo amministrativo
Competenza economica
Tale principio prevede che i fatti di gestione determinano il reddito dell'esercizio a cui tali fatti
economicamente si riferiscono, indipendentemente da quello in cui si sia verificata la
manifestazione finanziaria.
Infatti la manifestazione "economica" di un fatto non sempre coincide con quella numeraria o
finanziaria per cui il Reddito d'esercizio è dato dalla differenza tra i ricavi e costi di
competenza dell'
esercizio.
Patrimonio aziendale
Il patrimonio dell'impresa è l'insieme dei beni economici che, in un dato istante temporale,
sono a disposizione del soggetto aziendale. Se riferito alla fine del periodo prende il nome
di patrimonio di funzionamento.
Tale patrimonio di funzionamento si determina a fine esercizio dopo aver calcolato il reddito
di esercizio.
Il prospetto che mette in evidenza gli elementi attivi e passivi del patrimonio prende il
nome di situazione patrimoniale.
In tale situazione gli elementi attivi sono rappresentati da:
gli investimenti effettuati nelle immobilizzazioni (per i quali sono stati sostenuti i costi
pluriennali)
> immateriali quali brevetti avviamento marchi etc
> materiali
quali fabbricati, macchinari, arredi etc.
Attivo circolante
in tale voce vengono inserite quelle attività che in caso di necessità l'azienda può dimettere
per acquisire liquidità. Pertanto tale voce comprende Magazzino (rimanenze di prodotti finiti,
in corso di lavorazione e di materie prime) Crediti verso terzi (clienti per le vendite effettuate
ma non riscosse) Cassa / Banche rappresentative della liquidità aziendale
Gli elementi del passivo comprendono.
I debiti di funzionamento (vs fornitori per acquisti non pagati verso etc) sorti in conseguenza
delle operazioni dì gestione
I debiti di finanziamento e precisamente il capitale ottenuto da terzi e non restituito
II patrimonio netto visto come differenza fra le attività e passività che rappresenta il capitale
proprio dell'impresa .
Classificazione dei costi
Costi Pluriennali
Sono i costi generati dall'
acquisto di quei fattori produttivi che esplicano una utilità perpiù
anni
Costi relativi a immobilizzazioni
impianto, ricerca & sviluppo ,brevetti, avviamento
acquisto beni strumentali (fabbricati- macchinari-attrezzature - automezzi-arredi )
Costi per le merci
Costi relativi a :
acquisto materie prime, semilavorati, materiale di consumo
Costi per l'
acquisto di servizi
Costi relativi a
energia,
trasporti,
vigilanza,pubblicità,consulenza,postali
e
telefonici, informatici,manutenzione, esercizio ,automezzi,assicurazione, provvigioni,
lavorazioni esterne
Costi per godimento beni di terzi
Costi relativi a
affitti passivi leasing e noleggi
Costi del personale
Costi relativi a
stipendi e salari,oneri sociali,TFR .altri costi del personale
Costi finanziari
Costi relativi a
interessi passivi bancari,interessi su mutui e finanziamenti, interessi
a fornitori, commissioni e costi bancari
Costi straordinari
Costi relativi a
fatti straordinari quali sopravvenienze passive (rimborsi a terzi per
danni, multe non previste etc)
Costi fiscali
Costi relativi a
tassazione d'
esercizio o differita
L'
insieme dei costi è misurato dalle Uscite Monetarie e Aumento dei Debiti
Classificazione dei Ricavi
Ricavi di esercizio
Ricavi relativi a
Proventi Vari
Ricavi relativi a
riferimento
vendita di merci e per prestazione di servizi
fitti attivi, provvigioni attive, contributi vari incassati nell’anno di
Reddito d'
esercizio :il risultato economico della gestione svolta nel corso del periodo
Viene calcolato come differenza fra il flusso dei valori economici positivi (Ricavi) e quelli
negativi (Costi) scaturiti dalle operazioni di gestione e riferiti allo stesso periodo.
Utile = Ricavi – Costi
Nel calcolo del reddito di esercizio occorre tener presente quella serie di costi e ricavi che,
seppur di competenza del periodo di riferimento, in effetti non hanno presentato la
manifestazione finanziaria.
Costi e ricavi a manifestazione finanziaria posticipata Ratei
Ad esempio: consideriamo la rata di un prestito a scadenza annuale ( 1 -4 ) è evidente che
la quota di interessi a carico dell'esercizio terminante il 31-12-è quella relativa al periodo 1-431-12 mentre la restante va conteggiata nell'altro esercizio.
Costi e ricavi a manifestazione finanziaria anticipata.
In questo caso ci troviamo nel caso opposto (ad esempio un premio assicurativo)
Ammortamenti
Si riferisce alle attività immobilizzate e quindi ad investimenti che hanno una durata di più
anni: con il calcolo dell'ammortamento il costo dell'immobilizzazione viene ripartito fra gli anni
cui in cui il bene esplicherà la sua utilità.
ULTERIORI CONSIDERAZIONI SUL RISULTATO DELL’ESERCIZIO:
Reddito dell’Esercizio: Valore della Produzione – Costi della Produzione (± altri
componenti positivi e negativi di reddito).
Valore Aggiunto: Valore della Produzione – Costi dei fattori produttivi acquistati
all’esterno dell’impresa.
Reddito Operativo: Valore della Produzione – Costi della Produzione.
Margine Operativo Lordo: Valore della Produzione – Costi dei fattori produttivi a
veloce utilizzo.
EQUILIBRIO ECONOMICO: Si ha quando le operazioni economiche in corso e
durante la loro vita consentono di ottenere un valore della produzione in grado di:
Coprire i Costi della Produzione corrispondenti ed i risultati della gestione finanziaria,
patrimoniale, straordinaria e fiscale.
Remunerare adeguatamente il capitale investito nell’impresa.
Il reddito dell’esercizio indica il contributo positivo o negativo dell’esercizio al
raggiungimento dell’equilibrio economico.
REDDITO DELL’ESERCIZIO: Si collega all’aspetto economico della gestione; indica
il contributo positivo (utile) o negativo (perdita) al mantenimento dell’equilibrio
economico della gestione.
CONFIGURAZIONI DEL REDDITO DELL’ESERCIZIO:
Reddito economico aziendale: Determinato dall’imprenditore, permette una visione
globale dell’impresa andando oltre il singolo esercizio.
Reddito civilistico: Viene determinato sulla base del Codice Civile; vengono
considerati i singoli esercizi separatamente al fine di determinare un reddito che
garantisca gli azionisti di minoranza, le banche, i fornitori, i dipendenti.
Reddito fiscale: Configurazione di reddito su cui vengono calcolate le imposte sul
reddito; i principi ed i criteri per la determinazione del reddito fiscale vengono
delineati dalla normativa fiscale.
COMPONENTI DEL REDDITO DELL’ESERCIZIO: natura dei componenti
Il principio base che caratterizza l’individuazione dei componenti del reddito di
esercizio è il principio di competenza; pertanto i componenti del reddito dell’esercizio
sono i ricavi ed i costi che competono all’esercizio.
Le tipologie di componenti di reddito sono:
Valore della produzione e costi dei fattori produttivi (costi per natura).
I ricavi ed i costi sono analizzati secondo la natura originaria della produzione
venduta e del fattore produttivo utilizzato.
Fanno parte del Valore della Produzione:
Ricavi di vendita dell’esercizio amministrativo.
Variazione delle rimanenze (finali – iniziali) di prodotti finiti e semilavorati.
Altre componenti positive di reddito.
Fanno parte dei Costi dei Fattori Produttivi:
Costi della Produzione, analizzati per natura, che competono all’esercizio.
Variazione delle rimanenze (iniziali – finali) di materie prime.
Altri risultati della gestione finanziaria, patrimoniale, straordinaria e fiscale.
Ricavi e costi dei prodotti (costi per destinazione).
Differenza tra i ricavi di prodotti e i corrispondenti costi dei prodotti venduti.
Non si prende in esame il fattore di produzione (ovvero la natura del costo) ma il
motivo per cui è stato utilizzato il fattore produttivo.
Il Reddito dell’Esercizio si ottiene quindi contrapponendo ai ricavi dei prodotti venduti
i costi per destinazione così suddivisi:
Costi industriali dei prodotti venduti.
Costi commerciali.
Costi amministrativi.
Costi di direzione.
Altri risultati della gestione finanziaria, patrimoniale, straordinaria e fiscale.
Non vengono prese in considerazione le variazioni delle rimanenze.
ALTRE DEFINIZIONI
Il Capitale: L’insieme dei fattori produttivi e finanziamenti a disposizione di un’impresa
per il raggiungimento dei fini istituzionali viene definito patrimonio aziendale; quando
si attribuisce un valore ai fattori produttivi ed ai finanziamenti si ottiene il capitale di
azienda.
Il patrimonio è un insieme di mezzi a disposizione dell’impresa.
Il capitale è un valore attribuito ai mezzi in un determinato istante della gestione.
Il capitale sociale è il valore della partecipazione dei soci alla società (capitale sotto il
profilo giuridico).
Sotto il profilo economico aziendale il Patrimonio Netto è dato dalla differenza
positiva tra il valore dei fattori produttivi di cui dispone l’impresa (attività) ed il valore
dei debiti dell’impresa (passività).
Nel caso in cui le passività fossero maggiori delle attività di avrebbe un Deficit Netto.
PRIMI CONCETTI SU RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE
Nella classificazione dello Stato Patrimoniale sotto il profilo civilistico; l’attivo viene
esposto in un ordine di liquidità crescente (prima le immobilizzazioni poi le
disponibilità liquide), mentre le passività vanno elencate secondo un ordine di
esigibilità crescente (prima il patrimonio netto poi il debiti oltre 12 mesi poi i debiti
entro 12 mesi).
Nella classificazione dello Stato Patrimoniale sotto il profilo monetario (o finanziario)
andrà evidenziata la capacità degli elementi del capitale di dare origine nel breve o
medio termine ad entrate ed uscite monetarie. Gli elementi attivi del capitale
andranno classificati secondo un criterio di liquidità decrescente mentre quelli passivi
andranno classificati secondo un criterio di esigibilità decrescente.
Nella classificazione del Capitale sotto l’aspetto finanziario vengono utilizzati gli
stessi criteri di liquidità ed esigibilità già utilizzati per l’analisi del capitale sotto il punto
di vista monetario.
L’Attivo rappresenta gli investimenti attuati nella passata stagione dall’impresa
(impieghi di capitale).
Il Passivo rappresenta i finanziamenti ricevuti dall’impresa nello stesso periodo (fonti
del capitale).
Pertanto lo stato patrimoniale avrà L’Attivo che riclassificato con il criterio della
liquidità evidenzierà:
Attivo Corrente (attività che diventeranno liquide entro 12 mesi).
Liquidità :
Liquidità Immediate: Disponibilità liquide e attività finanziarie che non costituiscono
immobilizzazione (Cassa, banca).
Liquidità Differite: Poste dell’attivo che si renderanno liquide entro 12 mesi (crediti a
breve termine).
Disponibilità (o scorte di magazzino): Rimanenze di materie prime, prodotti in corso
di lavorazione, prodotti finiti, lavori in corso su ordinazione ed acconti.
Attivo Immobilizzato (Attività che potranno diventare liquide oltre 12 mesi).
Immobilizzazioni immateriali al netto dei fondi ammortamento.
Immobilizzazioni materiali al netto dei fondi.
Immobilizzazioni finanziarie.
Il totale dell’attivo rappresenta in termini finanziari il Capitale Investito o l’Impiego
di Capitale
Il Passivo riclassificato evidenzierà:
Passività Correnti: Fonti di finanziamento che devono essere rimborsate entro 12
mesi.
Passività Consolidate (o non correnti): Fonti di finanziamento che devono essere
rimborsate oltre 12 mesi.
Patrimonio Netto: Fonte di finanziamento investita in modo permanente nell’impresa
dai soci/azionisti.
Quindi il totale del Passivo rappresenta in termini finanziari il Capitale acquisito o
le Fonti di Finanziamento di Capitale
Se dall’Attivo si sottraggono le Liquidità Immediate si ottiene il fabbisogno di capitale;
il passivo rappresenta la copertura di tale fabbisogno.
Gli impieghi al netto delle liquidità immediate rappresentano i futuri smobilizzi
dell’impresa (futura diminuzione del fabbisogno di capitale).
Le fonti rappresentano i futuri rimborsi e pertanto misurano la futura diminuzione
della copertura del capitale.
Nella classificazione del Capitale sotto l’aspetto economico il capitale netto appare
come un complesso di costi e di ricavi. Le Attività rappresentano i costi sostenuti per
l’acquisizione dei fattori produttivi mentre le Passività rappresentano i vincoli che
gravano sulle attività.
Gli elementi del capitale vengono classificati in base al loro concorso alla formazione
del reddito dell’esercizio e si dividono in:
Elementi attivi numerari ed Elementi passivi numerari: Si riferiscono alle operazioni
terminate nell’esercizio e non ancora inserite in futuri svolgimenti.
Elementi attivi non numerari: Costi sospesi finali (rimanenze attive finali e risconti
attivi finali) e ricavi presunti finali (ratei attivi finali e proventi presunti finali).
Elementi passivi non numerari: Ricavi sospesi finali (risconti passivi finali, rimanenze
passive finali) e costi presunti finali (ratei passivi finali, spese presunte finali, fondi
spese futuri, fondi rischi).
ASPETTI QUANTITATIVI DEL CAPITALE:
Si tratta dei criteri utilizzati per attribuire dei valori alle singole attività e passività.
Criteri basati sul costo.
Criteri basati per le attività sul valore di cessione o valore di ricavo e per le passività
sul valore di estinzione.
Criteri basati sul valore d’uso.
CONFIGURAZIONI DEL CAPITALE D’IMPRESA:
Capitale di costituzione: Capitale determinato nel momento in cui viene costituita
l’impresa (coincide con il capitale sociale). Almeno i 3/10 del capitale sociale deve
essere versato al momento della costituzione della società.
Capitale di funzionamento: Capitale determinato nell’ipotesi dell’impresa in
continuo funzionamento presente e futuro. Il capitale di funzionamento pur
rappresentando il capitale in un momento istantaneo della gestione riflette i risultati
della gestione passata e costituisce le premesse per la gestione futura.
Capitale di liquidazione: Configurazione determinata al momento dello scioglimento
(liquidazione) dell’impresa. Sulla base di tale valore viene effettuato un rimborso del
capitale ai soci, dopo aver liquidato le attività e dopo aver estinto i debiti. Il criterio di
valutazione utilizzato è quello del valore di realizzo.
Capitale di cessione (o economico): Viene determinato quando l’impresa viene
ceduta in parte o totalmente a terzi. Rappresenta il valore dell’impresa come
complesso economico. Il capitale di cessione non coincide necessariamente con il
prezzo di cessione in quanto questo risente anche delle diverse motivazioni e del
diverso potere contrattuale che hanno il cedente e l’acquirente.
DEFINIZIONE DI CASH FLOW: Risultato della gestione monetaria dell’impresa.
Flussi di Entrata e Uscita: Il cash flow viene determinato dalla differenza tra le entrate
monetarie (inflow) e le uscite monetarie (outflow).
Il Cash Flow Globale si riferisce all’intera vita dell’impresa; alla fine della vita
dell’impresa coinciderà con il reddito totale o globale.
Il Cash Flow di Esercizio è rappresentato dalle entrate e dalle uscite che si sono
verificate nell’ambito dell’esercizio.
Entrate ed Uscite Correnti: Entrate ed uscite relative alla gestione corrente. Le
entrate correnti sono derivate sia dai ricavi con manifestazione numeraria, sia dai
crediti commerciali incassati.
Ec = R + Cri - Crf
Ec: Entrate correnti.
R: Ricavi numerari certi ed assimilati.
Cri: Crediti commerciali ad inizio esercizio.
Crf: Crediti commerciali a fine esercizio.
Uc = C + Di – Df
C: Costi con manifestazione numeraria certa ed assimilata.
Di: Debiti iniziali.
Df: Debiti finali.
Entrate ed Uscite non correnti: Entrate ed uscite riguardanti investimenti e
disinvestimenti a lento rigiro, estinzione o accensione di finanziamenti di varia natura.
Rendiconti Finanziari: Vengono usati nelle imprese industriali e permettono di
ottenere il cash flow a partire dal reddito di esercizio, opportunamente rettificato, e
dalle variazioni intervenute nell’esercizio nelle fonti e negli impieghi.
DEFINIZIONE DI AUTOFINANZIAMENTO: Capacità dell’impresa di finanziare nuovi
investimenti senza ricorrere a fonti di finanziamento esterne all’impresa. La quantità
di autofinanziamento presente in un certo momento in un’azienda è data dalla
somma tra:
Riserve di utili liberamente distribuibili e presenti nel patrimonio netto.
Fondi di ammortamento.
Alcune teorie inseriscono anche
Fondi TFR.
Fondi rischi e oneri.
In realtà tali fondi seppur correntemente utilizzati sono finalizzati ad altro scopo.
L’autofinanziamento è ottenuto dai cash flow operativi generati dall’impresa e non
distribuiti sotto forma di dividendi.
L’autofinanziamento dell’esercizio è misurato dal cash flow operativo lordo
dell’esercizio.
Il cash flow operativo lordo dell’esercizio è dato dalla somma tra:
Reddito dell’esercizio
+
Quota di ammortamento
Questa e’ la determinazione prudenziale e piu’ corretta teoricamente
Infatti secondo alcune teorie si aggiungono anche
+
Quota di fondo TFR
opzionale
+
Quota di fondi rischi e oneri.
LE GRANDEZZE FINANZIARIE DELLO STATO PATRIMONIALE
Criteri di riclassificazione
Come in precedenza ricordato lo Stato patrimoniale, componente fondamentale del
bilancio, è il prospetto suddiviso in due sezioni (attivo e passivo), che accoglie le
poste di natura finanziaria e patrimoniale.
Gli aspetti finanziari degli accadimenti aziendali che generano, per la loro rilevata, le
scritture contabili, concorrono a formare il saldo delle voci che trovano espressione
nello Stato patrimoniale.
Le regole di redazione dettate dal Codice Civile e ispirate ai principi contabili
tradizionali non sono sufficienti a fornire un prospetto immediatamente utilizzabile ai
fini dell'
analisi finanziaria.
Si rende quindi necessaria una operazione di aggregazione delle varie poste in
grandezze significative ai fini finanziari: la riclassificazione.
La dottrina aziendalistica propone numerosi metodi di riclassificazione e schemi di
lettura dei prospetti riclassificati, a seconda dell'
aspetto che più si desidera indagare.
Il metodo che si propone consiste nel riclassificare le poste di Stato patrimoniale a
seconda della loro natura finanziaria.
Il prospetto classico a sezioni contrapposte verrà quindi ricondotto a tre
macroaggregati: margine di struttura, capitale circolante netto, posizione finanziaria
netta.
Queste grandezze sono legate da una semplice relazione matematica:
Margine di struttura - Capitale circolante netto = Posizione finanziaria netta
Lo Stato patrimoniale accoglie nella sezione «attivo» gli investimenti, cioè gli impieghi
di capitale; nella sezione «passivo» le fonti di capitale, ovvero le modalità secondo le
quali sono state reperite le risorse finanziarie investite:
Attivo = impieghi di capitale; Passivo =fonti di capitale
Prima di affrontare il criterio di riclassificazione che presiede allo schema che
presentiamo occorre riprendere alcuni fondamentali concetti:
posta finanziaria a breve e a medio/lungo termine, gestione operativa e gestione
finanziaria.
Un'
attività (passività) finanziaria rappresenta una promessa di futura traduzione in
entrata (uscita) di cassa: la posta è a breve se il periodo che passa tra la nascita
contabile e la realizzazione in cassa è inferiore all'
anno, altrimenti è a medio/lungo
termine.
Ai fini dell'
analisi finanziaria, le poste sono altresì scomponibili, in termini di
appartenenza, in poste della gestione operativa e poste della gestione finanziaria.
Le prime si riferiscono alle modalità di impiego delle risorse finanziarie nell'
attività
caratteristica dell'
azienda (esclusa la cassa), le seconde riguardano i metodi di
approvvigiona- mento delle risorse investite.
Il margine di struttura accoglie le voci di fonte ed impiego a medio/lungo termine
legate sia alla gestione finanziaria sia alla gestione operativa; il capitale circolante
netto accoglie le voci di fonte e impiego a breve termine legate alla gestione
operativa.
La posizione finanziaria netta è costituita dalle voci di fonte e impiego a breve
termine legate alla gestione finanziaria.
Nei paragrafi successivi si esamineranno tali aggregati, spiegandone significato e
caratteristiche ai fini dell'
analisi finanziaria e verranno evidenziate la formazione e la
copertura dei fabbisogni finanziari.
Nella Tavola 1 è riportata la logica con la quale si procede nella riclassificazione dello
Stato patrimoniale.
Il margine di struttura
Il margine di struttura (MS) è dato dalla somma algebrica degli impieghi, segno
negativo, e delle fonti, segno positivo, a medio/lungo termine.
Questo aggregato esprime il grado di coerenza temporale tra fonti e impieghi: se è
positivo, il suo valore indica che risorse a medio/lungo termine finanziano fabbisogni
di breve; se è negativo, segnala che fonti a breve stanno finanziando impieghi a
medio/lungo termine:
MS>0: fonti a medio lungo finanziano impieghi a breve;
MS<O: fonti a breve finanziano impieghi a medio lungo.
Di seguito indichiamo una lista non esaustiva delle voci che formano il margine di
struttura:
+ patrimonio netto contabile
+ finanziamenti a medio/lungo termine1 (prestiti obbligazionari, mutui)
+ finanziamento soci restituibile
+ altre fonti a medio/lungo termine
- immobilizzazioni tecniche al netto dei fondi di ammortamento
- immobilizzazioni immateriali al netto dei fondi di ammortamento 2
- immobilizzazioni finanziarie al netto degli eventuali fondi oscillazione valori o fondi
rischi
= margine di struttura.
Le immobilizzazioni finanziarie devono essere attentamente analizzate.
Ai fini dell'
analisi, infatti, devono essere considerate tali solo le partecipazioni, e i
relativi finanziamenti a società collegate, controllate e controllanti, che non possono
essere facilmente alienabili in quanto strategiche oppure che sono prive di un
mercato finanziario con adeguate caratteristiche di liquidità e spessore.
Per esempio: un determinato quantitativo di titoli di Stato 3 non costituisce
immobilizzazione finanziaria, mentre lo è una partecipazione in una società che
svolge attività complementari al «core business» della società che detiene la
partecipazione.
Ai fini della riclassificazione è vitale stabilire quali forme di attività e di passività, in
genere individuate da voci quali «crediti diversi», «cauzioni», «debiti diversi», sono
da considerare a breve o a medio/lungo termine.
Nella pratica, infatti, è piuttosto frequente trovare poste che a un esame superficiale
appaiono a breve, ma non lo sono; a questo riguardo è sempre molto utile ricorrere a
tutte le fonti informative extra-bilancio disponibili, in primo luogo alla relazione degli
amministratori o nota integrativa, dove talvolta si possono trarre utili indicazioni ai fini
dell'
analisi qui considerata.
1
Escluso il fondo trattamento fine rapporto che, ai fini del metodo di analisi che seguiamo, costituisce una posta
negativa dei capitale circolante netto.
2
Solitamente questo tipo di immobilizzazioni viene ammortizzato con procedimento diretto, e quindi la posta in
attivo di Stato patrimoniale indica direttamente il valore netto.
3
E’ importante indagare, attraverso la lettura della relazione sulla gestione o della nota integrativa, se tali titoli
sono liberi da vincoli di garanzia: nel qual caso non sono da considerarsi immobilizzazioni finanziarie.
Il capitale circolante netto
Ai fini dell'
analisi finanziaria, gli investimenti aziendali sono classificabili in: capitale
fisso e capitale circolante.
Il capitale circolante netto 4 (CCN) è la differenza tra attivo e passivo operativo a
breve e rappresenta l'
investimento legato alla gestione corrente:
CCN = investimento nella gestione corrente.
Le componenti fondamentali di questo aggregato sono il magazzino, i crediti verso
clienti e i debiti di fornitura.
Crediti e magazzino so-no investimenti: i primi rappresentano lo spostamento nel
tempo di un'
entrata di cassa, il secondo l'
anticipo di un'
uscita.
I debiti di fornitura, invece, sono finanziamenti 5, infatti sono uscite di cassa
posticipate. Tuttavia queste voci sono così intimamente connesse che non ha senso
considerarle separatamente: si pensi per esempio a come sono influenzate dalla
politica commerciale, dal tipo di processo produttivo e dagli usi del settore.
La caratteristica fondamentale del CCN è il suo legame con le vendite.
Si tratta infatti di un investimento, o di un finanziamento, che cresce o decresce in
proporzione al fatturato.
Un parametro importante a questo riguardo è il rapporto CCN/Vendite, che
rappresenta l'
intensità di capitale circolante tipica dell'
azienda in esame e dovuta al
tipo di settore e alla strategia adottata.
Intensità di capitale circolante positiva significa che al crescere delle vendite aumenta
l'
investimento in circolante, mentre intensità negativa indica che all’aumentare del
giro d'
affari decresce il capitale circolante, ovvero aumenta il finanziamento.
CCNI/fatturato>O: tipologia «Cash-absorber».
CCNI/fatturato<O: tipologia «Cash-generator».
La tipologia di gestione cash-generator, merita un approfondimento.
Le aziende cash-generator hanno, per il tipo di posizione competitiva 6, un ciclo
finanziario caratterizzato da tempi di incasso e di magazzino inferiori alle dilazioni
che ottengono dai fornitori: perciò hanno gestioni caratterizzate da uscite di cassa
(pagamenti) posticipate rispetto alle entrate (incassi).
In questi casi il capitale circolante netto è negativo (passivo operativo>attivo
operativo) e all'
aumentare della cifra d'
affari cresce anche il volume di risorse
finanziarie che vengono generate.
Al contrario, quando la cifra d'
affari si riduce, il volume di risorse finanziarie viene
riassorbito.
Il CCN può essere visto come una spugna che assorbe risorse quando si dilata e che
libera risorse quando viene «strizzata».
4
Working net capital nella terminologia anglosassone.
Il cui costo, pur essendo implicito, cioè contenuto nella voce '
acquisti'
, non deve essere trascurato.
6
Classico esempio è la grande distribuzione o il dettaglio in genere.
5
Una lista delle voci che costituiscono il CCN è la seguente:
+ magazzino
+ crediti verso clienti
+ effetti attivi
+ crediti vs erario
+ crediti diversi
+ ratei e risconti attivi
- debiti verso fornitosi
- effetti passivi
- fondo imposte
- fondo trattamento fine rapporto 7
- fondo svalutazione crediti
- fondo svalutazione magazzino
- debiti diversi
- ratei e risconti passivi
= capitale circolante netto.
La posizione finanziaria netta
La posizione finanziaria netta (PFN) è la somma algebrica delle attività finanziarie a
breve (segno positivo) e delle passività finanziarie a breve (segno negativo):
PFN = attivo finanziario a breve - passivo finanziario a breve.
La posizione finanziaria netta rappresenta la posizione dell'
azienda nei confronti della
gestione di tesoreria e del sistema bancario per quanto riguarda i finanziamenti a
breve. Indica come sì è ricorsi al finanziamento a breve, data una certa struttura di
investimenti e finanziamenti a medio/lungo termine, rappresentata dal Margine di
struttura, e un determinato fabbisogno di capitale circolante.
In altri termini, è il prodotto della politica finanziaria seguita.
Infatti:
PFN = margine di struttura - Capitale circolante netto.
Le voci tipiche che concorrono alla formazione dell'
aggregato sono le seguenti:
+ banche attive
+ cassa
+ titoli non vincolati facilmente monetizzabili
+ altri valori
- banche passive
- banche C/anticipazioni
- società di factoring C/anticipazioni
7
Ai fini dei metodo di analisi finanziaria proposto, il fondo trattamento fine rapporto viene considerato una
passività operativa in quanto è la contropartita debitoria di una voce accessoria dei costo dei lavoro: voce di
costo, per definizione, operativa.
- quota a breve di finanziamenti a medio/lungo termine
- altri finanziamenti a breve
= posizione finanziaria netta.
L'
indicatore è scomponibile nella posizione di tesorerie (PT), pari a banche attive più
cassa meno banche passive, e nella posizione finanziaria a breve, costituita dalle
voci residue:
Posizione finanziaria netta = posizione di tesoreria + posizione finanziaria a
breve.
La posizione finanziaria netta ha un valore segnaletico più elevato rispetto alla
posizione di tesoreria nel rappresentare la fotografia della cassa a breve, dal
momento che, comprendendo le fonti finanziarie attivate, non fornisce in alcun caso
un quadro parziale della situazione.
A questo scopo occorre ricordare che, per condurre un'
analisi finanziaria corretta,
non ci si deve affidare alla lettura di un solo indicatore, che offre sempre un'
immagine
parziale, ma bisogna ricorrere ad un quadro che contempli il maggior numero di
aspetti aziendali.
La posizione di tesoreria è un elemento determinante ai fini dell'
analisi finanziaria:
l'
esame della variazione nel tempo di questa grandezza costituisce il fulcro
dell'
analisi dei flussi di cassa.
Voci di particolare difficoltà interpretativa
Durante la riclassificazione dello Stato patrimoniale si incontrano voci che possono
apparire di difficile comprensione. In genere, un attento esame della check-list per la
riclassificazione dovrebbe essere sufficiente a inquadrare nello schema presentato
ogni possibile posta.
Tuttavia indichiamo nella Tavola 2 alcuni casi che si verificano spesso nella pratica e
che po-trebbero determinare incertezze nella riclassificazione.
Una cheek-list per la riclassificazione
Nella Tavola 3 è riportata una cheek-list da utilizzare per la riclassificazione.
In essa sono indicati gli aggregati dello Stato patrimoniale che devono essere
ricompresi nelle diverse quantità intermedie (margine di struttura, capitale circolante
netto e posizione finanziaria netta) che abbiamo individuato in precedenza.