Sintesi Indagine Federazione Moda Italia GENNAIO 2012.doc
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SINTESI Indagine commissionata da Federazione Moda Italia ad AstraRicerche sul “sentiment” degli italiani e sulle tendenze dei consumi Gennaio 2012 Monitor sul sentiment degli Italiani, realizzato il 2 gennaio 2012 tramite 1.000 interviste on line somministrate con il metodo CAWI (Computer Aided Web Interviewing) a un campione rappresen-tativo dei nostri connazionali residenti tra i 18 e i 69 anni, pari a un universo di 41.1 milioni di adulti. La prima ‘torta’ sotto riportata mostra come i nostri connazionali adulti descrivono la condizione socio-economica propria e dei propri cari proprio in avvio d’anno. Come si può vedere, gli insoddisfatti – al netto dei non indicanti – sfiorano il 66% del campione, con un miglioramento rispetto all’inizio di dicembre di 2.5 punti percentuali. Le accentuazioni negative riguardano gli ultra54enni (per il 73% scontenti), i residenti al sud (69%), i soggetti con la licenza media o elementare (70%), i pensionati (addirittura 83%) e i lavoratori autonomi (ben 79%) con gli studenti, i non occupati e le casalinghe (70%). All’opposto, la satisfaction è nettamente maggiore della media tra i 18-24enni (41%) e i 35-44enni (38%), in Piemonte/Valle d’Aosta/Lombardia (45%), tra i laureati (38%) e gli impiegati/quadri/tecnici/insegnanti (40%). L’attuale situazione personale BENE (13.900.000) 34.1% MALE (26.900.000) 65.9% Dunque, la realtà attuale resta negativa, pur se sono oltre 900mila gli Italiani nella fascia d’età indicata che hanno una percezione meno grave della loro condizione materiale: un miglioramento non irrilevante ma per certi versi abituale, stante che in molte rilevazioni nei gennai precedenti abbiamo notato che il periodo festivo natalizio, il passaggio d’anno, un certo battage dei media determinano un – seppur modesto – rasserenamento del clima. Forse più interessanti sono i dati riferiti alle previsioni, sempre riferite a sé e ai propri cari, che gli intervistati hanno fatto con riferimento all’intero 2012. Passiamo così ai dati del ‘sentiment autoriferito a breve’, ricordando che vengono definiti ottimisti coloro che prevedono un peggioramento modesto o grave insieme a coloro che ipotizzano la stabilità nell’anno successivo all’intervista della propria situazione socio-economica se questa è stata in precedenza descritta come negativa. Ebbene, come si vede dalla seconda ‘torta’ qui sotto, i pessimisti sfiorano il 64%: il dato più negativo dal gennaio 2010, come mostra il grafico immediatamente seguente. Rispetto all’inizio di dicembre si è registrato un ulteriore peggioramento del ‘clima’ di 3 punti percentuali, che porta a 19 punti percentuali il tracollo iniziato nel giugno 2011 (un tracollo di circa 7.8 milioni di adulti passati in un semestre dall’ottimismo – seppur in genere moderato – al pessimismo, seppur in genere non catastrofico). È interessante notare che il mood negativo è nettamente maggiore delle media tra i 55-69enni (70%), i residenti nel Triveneto (70%) e nelle regioni ‘rosse’ (68%), tra i soggetti con la licenza media o elementare (70%), tra i pensionati (addirittura 83%) e poi tra le casalinghe (69%), i lavoratori autonomi (68%), gli studenti e i non occupati (67%). All’opposto, il sentiment positivo, seppur mai maggioritario, si riscontra al di sopra della media tra i 1844enni (25-34enni 41%, 18-24enni 40%, 35-44enni 39%), tra i laureati (41%), tra gli impiegati/quadri/tecnici/insegnanti (40%). In sostanza, nell’ultimo mese s’è aperta un po’ la ‘forbice’ tra valutazione della propria condizione socioeconomica (un po’ migliorata) e sentiment a un anno (peggiorato). È probabile che ciò derivi dalle previsioni, che gli individui e le famiglie hanno fatto e stanno facendo, circa l’impatto della crisi economica e delle manovre proposte dal Governo Monti e approvate dal Parlamento (una conferma viene dall’abisso di cupa preoccupazione nella quale sono caduti i pensionati, tra i primi gruppi sociali ad aver subito le conseguenze delle nuove norme). In sostanza, al di là delle piccole variazioni congiunturali, l’Italia si presenta assai più debole agli appuntamenti del nuovo anno: la crisi ha ‘picchiato duro’ nel 2011 e le prospettive – almeno nella percezione dell’opinione pubblica – non appaiono affatto rassicuranti. Il ‘sentiment’ autoriferito a breve POSITIVO (14.800.000) 36.1% NEGATIVO (26.200.000) 63.9% Il ‘sentiment’ autoriferito a breve 70% gen-10 63% 60% 50% 40% feb-10 59% mag-10 58% apr-10 56% mar-10 51% lug-10 56% giu-10 54% ott-10 nov-10 gen-11 55% 55% 54% set-10 54% dic-10 52% mar-11 50% feb-11 49% mag-11 53% apr-11 51% giu-11 55% lug-11 51% ott-11 42% nov-11 40% set-11 41% dic-11 39% gen-12 36% 30% 20% 10% 0% Per quel che riguarda gli acquisti di abbigliamento e accessori (sia sportivi sia non) fatti nel mese di dicembre 2011, la classifica è quella riportata qui sotto. Il recente acquisto di abbigliamento ed accessori Se facciamo il confronto degli acquisti realizzati nel dicembre 2011 con le previsioni dell’inizio di dicembre riferite ai tre mesi successivi (cioè riguardanti il trimestre dicembre 2011febbraio 2012), scopriamo – come mostra la matrice qui sotto riportata – che nell’ultimo mese dell’anno scorso alcune categorie di prodotto sono state acquistate da una percentuale della popolazione adulta maggiore rispetto a quella dei prevedenti il loro acquisto entro il 28 febbraio 2012: ciò ha riguardato massimamente l’abbigliamento intimo, seguito dall’insieme di cinture/portafogli/portachiavi, pigiami/camicie da notte, borse/borsoni/borsette/valigie, cravatte/foulard, golf/maglioni/gilet, attrezzi sportivi. Per i giacconi/giubbotti gli acquirenti in un mese sono stati pari ai previsti acquirenti in un trimestre, mentre la differenza in negativo è modesta per quel che attiene all’abbigliamento sportivo e alle calzature sportive, con un gap un po’ maggiore per le camicie/magliette, i pantaloni, gli abiti completi da uomo/donna/tailleur; il gap è un po’ più consistente per le giacche, le scarpe civili e – senza pari – i jeans (tutte queste ultime categorie potrebbero ‘recuperare’ tra gennaio e febbraio, specie in occasione dei saldi). L'acquisto di abbigliamento ed accessori: consuntivo vs previsione 50% SCARPE JEANS DA UOMO O DA DONNA 40% CAMICIE, MAGLIETTE PANTALONI DA UOMO O DA DONNA 30% ABBIGLIAMENTO INTIMO DA UOMO O DA DONNA ABBIGLIAMENTO SPORTIVO, PER PRATICARE SPORT GOLF, MAGLIONI, GILET GIACCONI, GIACCHE DA UOMO GIUBBOTTI O DA DONNA BORSE, BORSONI, CALZATURE SPORTIVE, BORSETTE, VALIGIE PER PRATICARE SPORT ABITI COMPLETI PIGIAMI, DA UOMO O DA DONNA, CAMICIE DA NOTTE, ECC. TAILLEUR 20% CINTURE, PORTAFOGLI, PORTACHIAVI ATTREZZI SPORTIVI, PER PRATICARE SPORT 10% CRAVATTE, FOULARD, ECC. 0% 0% 10% 20% 30% 40% Per quel che riguarda gli acquisti previsti nel prossimo trimestre, ossia nel periodo gennaio-marzo 2012, la classifica è quella seguente. 50% La previsione di acquisto di abbigliamento ed accessori nei prossimi tre mesi È interessante notare le variazioni di tali previsioni rispetto a quelle fatte all’inizio del mese precedente: esse sono riportate nella tabella che segue. Come si vede, passato il Natale nel successivo trimestre dovrebbe crescere significativamente l’acquisto di abiti completi (da uomo e donna) e di tailleur e modestamente quello di giacche (da uomo o da donna) e di attrezzi sportivi. Modesti cali dovrebbero riguardare l’abbigliamento e le calzature sportive; cali un po’ più significativi dovrebbero concernere le camicie/magliette, le scarpe civili e – un po’ più – i pantaloni e i jeans (da uomo e da donna). Gli acquisti a dicembre dovrebbero aver largamente saturato la domanda di golf/maglioni/gilet, giacconi/giubbotti, cravatte/foulard/ecc. e – ancor più – di abbigliamento intimo (da uomo e da donna) e di pigiami/camicie da notte/ecc. oltre che di cinture/portafogli/porta-chiavi. L'acquisto di abbigliamento ed accessori: previsioni a dicembre 2011 e a gennaio 2012 DIC 2011FEB 2012 (PREVISIONE ALL' 1.12.2011) PRIMO TRIMESTRE 2012 (PREVISIONE AL 2.1.2012) DELTA DELTA RELATIVO ABITI COMPLETI DA UOMO O DA DONNA, TAILLEUR 16.2% 17.7% 1.5% 9% GIACCHE DA UOMO O DA DONNA 20.3% 20.9% 0.6% 3% ATTREZZI SPORTIVI, PER PRATICARE SPORT ABBIGLIAMENTO SPORTIVO, PER PRATICARE SPORT 10.7% 10.9% 0.2% 2% 22.7% 22.0% -0.7% -3% (segue) (segue) CALZATURE SPORTIVE, PER PRATICARE SPORT 23.7% 22.0% -1.7% -7% CRAVATTE, FOULARD, ECC. 12.6% 8.4% -4.2% -33% CAMICIE, MAGLIETTE 47.2% 41.5% -5.7% -12% BORSE, BORSONI, BORSETTE, VALIGIE 26.5% 19.7% -6.8% -26% SCARPE 51.5% 44.5% -7.0% -14% PANTALONI DA UOMO O DA DONNA 42.7% 34.7% -8.0% -19% CINTURE, PORTAFOGLI, PORTACHIAVI 23.1% 14.0% -9.1% -39% JEANS DA UOMO O DA DONNA 49.6% 40.4% -9.2% -19% GIACCONI, GIUBBOTTI 33.2% 22.2% -11.0% -33% GOLF, MAGLIONI, GILET 38.0% 26.0% -12.0% -32% PIGIAMI, CAMICIE DA NOTTE, ECC. 30.8% 18.7% -12.1% -39% ABBIGLIAMENTO INTIMO DA UOMO O DA DONNA 48.1% 30.3% -17.8% -37% L’ultima area oggetto di esplorazione è stata quella relativa al bilancio degli acquisti natalizi e delle previsioni degli acquisti a gennaio: il dettaglio è espresso nella ‘torta’ riprodotta nella pagina seguente, dalla quale si evince che a dicembre il 32.6% degli Italiani non ha acquistato alcuno dei prodotti indicati (in particolare i 45-54enni, i residenti in Piemonte/Valle d’Aosta/Lombardia, i soggetti con la licenza media o elementare, i salariati e le casalinghe e – ancor più – gli studenti, i non occupati, i commercianti/esercenti/artigiani). All’opposto, un po’ più dei due terzi del campione ha fatto acquisti specifici a Natale (al di sopra della media i 18-24enni, i residenti in Lazio/Abruzzo/Molise/Sardegna, i laureati e specialmente gli imprenditori/dirigenti/profes-sionisti). Come si può ricavare dall’analisi dei dati disaggregati, emerge una forte correlazione tra valutazione della propria condizione socio-economica e sentiment positivo, da un lato, e – dall’altro lato – acquisti di abbigliamento e accessori nel periodo natalizio. Gli acquisti natalizi NESSUN ACQUISTO A NATALE (13.400.000) 32.6% ACQUISTI A NATALE (27.700.000) 67.4% Per quel che riguarda gli acquisti in occasione dei saldi di gennaio (si veda in dettaglio la ‘torta’ riportata nella pagina seguente), il 26% degli Italiani prevede di non ricorrervi (in particolare i maschi, i 55-69enni, i soggetti con la licenza media o elementare, i pensionati e i salariati con l’aggiunta degli studenti e dei non occupati). È utile osservare inoltre che quasi la metà di costoro non ha fatto acquisti neppure a Natale. Quanto alle fasce di prezzo – a parte il citato 26% che si asterrà – il 25% prevede di spendere in abbigliamento e accessori (sportivi e non) meno di 100 euro (in particolare i 18-24enni, gli studenti e i non occupati con le casalinghe, i soggetti con la licenza media o elementare); un poco maggiore 26% si collocherà nella fascia tra i 100 e i 199 euro (soprammedia le donne – specie se casalinghe – e gli imprenditori/dirigenti/professionisti più, senza pari, i 4554enni); un minore 15% spenderà in occasione dei saldi tra i 200 e i 400 euro (specie i 35-44enni, i residenti in Piemonte/Valle d’Aosta/Lombardia, i laureati, gli appartenenti al ceto medio impiegatizio); infine, solo l’8% supererà i 400 euro (un po’ soprammedia gli uomini e i 45-54enni, con gli imprenditori/dirigenti/professionisti al doppio della media). Si può aggiungere che coloro che spenderanno meno di 100 euro per oltre due terzi hanno acquistato qualcosa anche a Natale; coloro che spenderanno tra i 100 e i 199 euro per oltre la metà hanno acquistato qualcosa anche a Natale; tra coloro che si collocheranno tra i 200 e i 400 euro quasi i cinque sesti hanno acquistato qualcosa anche a Natale; infine, tra gli high spenders al di sopra dei 400 euro circa due terzi hanno speso qualcosa anche a Natale. Gli acquisti ai saldi di gennaio 200-400 € (6.100.000) 14.8% 100-199 € (10.700.000) 26.1% PIÙ DI 400 € (3.200.000) 7.7% NIENTE (10.700.000) 26.0% MENO DI 100 € (10.400.000) 25.4%