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Moria delle Api: ripercussioni in sicurezza alimentare? • L’alveare ed il suoi prodotti: Il prodotto principale dell’alveare è il miele che, grazie alle sue peculiarità di alimento naturale, ha conquistato una buona immagine presso il consumatore italiano. La produzione del miele ad opera delle api operaie nasce dalla necessità di accumulare scorte di cibo. Esse, infatti, trasformano l’alimento fresco dell'estate (nettare e melata) in un prodotto di riserva (miele). Per raggiungere la quantità di un chilo di miele, vengono utilizzati almeno due milioni di fiori. All’interno dell’alveare, attraverso numerosi scambi da un’ape all’altra, il nettare e la melata vengono arricchiti di enzimi ghiandolari e depositati nei favi. Nelle cellette, con la perdita dell'acqua, si completa la trasformazione del miele che a questo punto viene ermeticamente chiuso con un tappo di cera e conservato a lungo. Oltre al miele, l’apicoltura fornisce una serie di prodotti pregiati, che si prestano ad essere commercializzati per una vasta gamma di utilizzi: cera, propoli, polline, pappa reale e veleno d’api. Un’ulteriore fonte di reddito integrativo per gli apicoltori è costituita dalla produzione di sciami e di api regine e dal servizio di impollinazione. (rosso= mettere link a glossario) immagine: http://img182.imageshack.us/img182/8079/miele7tt9.jpg • Cosa sta succedendo alle api e perchè: In tutto il mondo la popolazione delle api sta scomparendo. Le cause di questo fenomeno sono molteplici ma gli esperti malattie, appiano concordi andamento nell’affermare climatico, scarso che valore nutrizionale del polline raccolto e trattamenti chimici con pesticidi e fitofarmaci in agricoltura, sono i principali responsabili del fenomeno. Quest’ultimo problema in particolare è quello di maggiore impatto scientifico e mediatico. Infatti, appare ormai certo che la convivenza fra agricoltura e apicoltura è difficile e che l’impiego di insetticidi e fitofarmaci se da un lato tutela i raccolti, dall’altro può avere effetti indesiderati, anche gravi, sulle api. L’utilizzo dei pesticidi in agricoltura ha contribuito in maniera rilevante allo spopolamento degli alveari, fenomeno che nei mesi scorsi in Italia ha fatto registrare punte di mortalità del 40-50%. Durante il Workshop “Sindrome dello spopolamento degli alveari in Italia: approccio multidisciplinare alla individuazione delle cause e delle strategie di contenimento” (Roma, 29 gennaio 2008), il Dr. Moreno Greatti (Università di Udine, Dipartimento di Biologia Applicata alla Difesa delle Piante) ha sottolineato come in questi ultimi anni è divenuto sempre più frequente in agricoltura l’uso di seme di mais conciato con insetticidi. Tra di essi, il primo ad essere autorizzato e largamente impiegato è stato il Gaucho 350FS a base di imidacloprid; successivamente sono stati messi in commercio altri prodotti: il Regent (s.a. fipronil), il Cruiser 350FS (s.a. thiametoxam) e, per ultimo, il Poncho (s.a. clothianidin). Tali sostanze chimiche sono risultate in numerosi studi scientifici, dannose alle api. In Italia alcuni apicoltori del nord hanno cominciato a lamentare, durante il periodo della semina di mais conciato con questi prodotti, mortalità e spopolamenti degli alveari, con danni che molto spesso si sono ripercossi per tutta la stagione apistica e con perdite anche totali della produzione. Uno studio condotto per approfondire il problema ha dimostrato scientificamente che l’impiego delle moderne seminatrici pneumatiche da mais comporta una fuoriuscita di sostanza attiva, che si disperde nell’ambiente depositandosi sulla flora circostante i seminativi. Pertanto le api verrebbero in contatto con l’insetticida durante la loro consueta attività di raccolta di nettare, polline e acqua. Sebbene ci sia notevole disomogeneità nei dati riportati in letteratura sulla quantità di insetticida necessaria a causare danni alle api, appare certo che tali sostanze siano deleterie per questi animali. Nel caso del neonicotinoide imidacloprid anche dosi subletali causano danni provocando alterazioni delle capacità comunicative e di orientamento delle api. In aggiunta agli effetti nocivi degli insetticidi e dei fitofarmaci è noto ormai che le api non apprezzano i campi coltivati con vegetali Ogm; esse infatti li evitano accuratamente forse, per la minore presenza di piante infestanti appetibili. Inoltre, studi recenti, hanno dimostrato che le api vengono gravemente minacciate dalle onde elettromagnetiche; gli insetti, infatti, secondo alcuni ricercatori rifiutano di entrare negli alveari se nei paraggi vengono piazzati ripetitori o congegni elettromagnetici. Un gruppo di scienziati dalla Landau University, sostiene infatti, che l’inspiegabile scomparsa da molte regioni americane di intere colonie di api che impollinano i raccolti potrebbe essere attribuita proprio alle onde elettromagnetiche, che interferiscono con il «sistema di navigazione» degli insetti facendo loro perdere l'orientamento. In pratica le api non riescono a tornare alle arnie, dove rimangono solo la regina, le uova e le api operaie, e quindi muoiono. (mettere link) immagine: http://sanablog.it/wp-content/uploads/2007/09/buonanima.jpg immagine: http://images.google.it/imgres?imgurl=http://giacomoleopardi.provincia.venezia.it/globalizzazione%252 02G/testi/alimentazione%2520biologica/pesticidi.jpg&imgrefurl=http://giacomoleopardi.provincia.venezia .it/globalizzazione%25202G/testi/alimentazione%2520biologica/fitofarmaci2.htm&h=602&w=970&sz=16 8&hl=it&start=1&usg=__F5XplHJskQjFRITJcQJssf3cAbc=&tbnid=KXXNKjPsL735DM:&tbnh=92&tbnw=149 &prev=/images%3Fq%3Dfitofarmaci%26gbv%3D2%26hl%3Dit • Cosa comporta la moria delle api: Come sottolineato di recente al Workshop “Sindrome dello spopolamento degli alveari in Italia: approccio multidisciplinare alla individuazione delle cause e delle strategie di contenimento” (Roma, 29 gennaio 2008), dal Dott. Claudio Porcini del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali (DISTA) dell’Università di Bologna, “Che le api producano il miele e la pappa reale tutti lo sanno: che le api, attraverso l’impollinazione incrociata, concorrano alla formazione dei semi e dei frutti delle piante, è cognizione di pochi o perlomeno cognizione molto vaga. E’ strano, infatti, come fenomeni di primaria importanza per la sopravvivenza dell’uomo, come l’impollinazione, si manifestino in una maniera così discreta da sfuggire alla nostra percezione. Il declino degli impollinatori selvatici e lo spopolamento degli alveari di api domestiche registrati negli ultimi anni, hanno però messo in evidenza il fondamentale ruolo degli insetti pronubi nell’impollinazione delle piante coltivate dall’uomo. In Italia è stato calcolato che annualmente l’apporto economico di tale attività al comparto agricolo è di circa 1.600 milioni di Euro (pari a 1.240 Euro per alveare). Considerando che nel 2007 sono stati perduti circa 200.000 alveari (dati indicativi), si evince che la perdita economica per mancata impollinazione si è aggirata sui 250 milioni di Euro”. A prescindere dalla causa del fenomeno (fitofarmaci, insetticidi, malattie ecc.), è certo che lo spopolamento degli alveari ha ripercussioni di natura ambientale in quanto viene a mancare il prezioso lavoro che le api svolgono quotidianamente; infatti, la moria di questi insetti potrebbe alterare l’equilibrato sistema natura di conseguenza è indispensabile intervenire per impedire che un problema di sanità veterinaria oggi si trasformi in un problema ecologico e ambientale domani, con conseguenze ben più gravi. (mettere link) immagine: http://farm3.static.flickr.com/2211/2086524558_d05d1fe9e0_o.jpg • Moria delle api e sicurezza alimentare: Per quanto concerne i consumatori, la moria delle api dovuta ai fitofarmaci, agli insetticidi ed alle malattie non ha ripercussioni in termini di sicurezza alimentare. Infatti nessuna evidenza scientifica permette di confutare l’opinione diffusa tra gli esperti secondo la quale non vi sono rischi prodotti dal consumo di miele e pappa reale dato che i principi attivi derivanti da trattamenti fitoiatrici si rilevano nelle api morte, che non rientrano nell’alveare, e di conseguenza le molecole dannose non si rinvengono nel miele; quindi non si ha alcuna ricaduta sulla qualità delle produzioni né sulla salute dei consumatori. Inoltre in merito alle malattie che affliggono le api, pur essendo estremamente preoccupanti da un punto di vista strettamente veterinario ed in termini di patrimonio zootecnico, non destano problemi in sanità pubblica. Quali sono i provvedimenti adottati: In Europa, nel settembre 2006, si è deciso di concentrare le attività di ricerca sulle problematiche sanitarie delle api in un gruppo di lavoro unico denominato “ Bee colony losses”, perdite di api appunto, al fine di comprendere meglio il fenomeno dello spopolamento degli alveari. Inoltre si sono attivati i governi dei diversi Stati Membri comunitari per tentare di arginare il fenomeno. Già diversi mesi fa la Germania aveva proibito l’impiego di insetticidi ritenuti dannosi per le api. Infatti, la regione del Baden-Württemburg, lungo la valle del Reno così come nella regione di Strasburgo, in Alsazia e in Baviera erano state colpite da fenomeni di moria in contemporanea con le semine del mais conciato con insetticidi. L’Agenzia federale per la tutela dei consumatori e per la sicurezza alimentare – BVL – della Germania ha in breve tempo preso atto delle evidenze incontestabili e ha assunto la decisione di sospendere l’autorizzazione d’uso di tutti i concianti tossici per le api. Lo stesso provvedimento è stato in seguito adottato dalla Francia e solo recentemente dalla nostra nazione. Infatti, nell’ambito della tutela del patrimonio apistico, il Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali ha emanato un Decreto di sospensione cautelativa dei prodotti fitosanitari contenenti le sostanze attive neonicotinoidi thiamethoxan, clothianidin, imidacloprid e la sostanza attiva fipronil (fenilpirazolo) utilizzate nel trattamento di concia delle sementi.