Corso Primo Soccorso Sanitario - carchidio

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Corso Primo Soccorso Sanitario - carchidio
Primo Soccorso Aziendale
Corso teorico-pratico per gli addetti
al Primo Soccorso ed all’ attivazione del Sistema Emergenza Sanitaria (SES)
in ottemperanza al D.M. 388/03
Obiettivo del corso:
Formazione del personale aziendale per una corretta gestione delle situazioni di emergenz-urgenza che si possono
verificare in ambiente di lavoro, in attesa dell’intervento del SES / 118
Programma :
Ruolo del soccorritore occasionale
Cenni medico-legali
La catena del soccorso
L’ attivazione del 118
Cenni di anatomia e fisiologia
Patologie internistiche
Ustioni, elettrocuzione
Trauma
Intossicazione da fumo
Ferite, emorragie, fratture
Punture da insetti, morsi di vipera
Rianimazione cardio-polmonare di base
A cura di :
Dott. Stefano Naldi
IP Roberto Grimandi
IP Angelo Mansi
Edizione 2009
Primo Soccorso:
l’aiuto dato al soggetto infortunato o malato, da personale non sanitario, in attesa dell’intervento specializzato
Emergenza:
condizione critica statisticamente poco frequente che coinvolge uno o più individui vittime di eventi che
necessitano di immediato ed adeguato intervento terapeutico o ricorso a mezzi speciali di trattamento
Urgenza:
Condizione statisticamente ordinaria che riguarda uno o pochi individui
colpiti da processi patologici per i quali , pur non esistendo immediato pericolo di vita,
è tuttavia necessario adottare entro breve tempo l’opportuno intervento terapeutico
Sistema 118 integrato
numero unico di soccorso sanitario,
rete telefonica riservata alla sanità,
punti di 1° intervento,
pronto soccorso-ospedali di 1° e 2° livello in rete
Obiettivi Sistemi di Emergenza Sanitaria:
• ridurre le morti evitabili
• diminuire i tassi di invalidita’
• ridurre la morbilita’
Attivazione della Centrale Operativa 118:
nome (di chi sta chiamando)
località (numero civico o riferimenti, numero telefonico)
ha visto l’ accaduto
vede l’ infortunato
Attivazione della Centrale Operativa 118: paziente internistico
Cosciente
Respira
Localizzazione dolore (torace, addome, altro)
Da quanto tempo
Età del paziente
Attivazione della Centrale Operativa 118: paziente traumatico
Numero di pazienti
Mezzi coinvolti
Cosciente
Respira
Incastrati
Caduta da metri
Ferita penetrante
Paziente sbalzato
Sostanze infiammabili
Agenti tossici/chimici
Ricorda:
l’operatore telefonico che lavora in Centrale Operativa 118 è un Infermiere Professionale :
quando risponde alla chiamata ha già
iniziato ad aiutarti, rispondi alle sue
domande con calma e precisione:
NON IRRITARTI, NON STA PERDENDO TEMPO!
Livelli di Soccorso Extraospedaliero:
ambulanze volontariato
ambulanze azienda sanitaria con autista soccorritore + Infermiere Professionale
auto medica con autista soccorritore + medico emergenza territoriale o rianimatore
eli-medica con pilota, infermiere CVS ed AVS, medico anestesista
Problematiche legali del soccorso:
quando si interviene per soccorrere una persona (colpita da malore o un ferito),
dal punto di vista legale si inizia l’assistenza o soccorso
Omissione di Soccorso (art. 593 C.P.):
il reato è consumato da chiunque che trovando abbandonata una persona incapace di provvedere a sé stessa, omette di
darne avviso all’Autorità. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo inanimato, opp. una persona ferita od
altrimenti in pericolo,
omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso alle Autorità.”
Stato di necessità. Articolo 54 Codice Penale:
Non è punibile chi abbia commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo
attuale di un danno grave alla persona, pericolo non da lui volontariamente causato né altrimenti evitabile, sempre che il
fatto sia proporzionale al pericolo.
Il soccorritore e le manovre sanitarie. Manovre eseguibili da un soccorritore:
• valutazione parametri vitali e principali
alterazioni
•
massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale
•
immobilizzazione rachide e arti
•
emostasi, protezione e medicazione ferite
•
sottrazione di un ferito o di un malato da situazioni di immediato pericolo
Alcune considerazioni:
Consenso informato : nelle decisioni prese nei confronti di una persona
cosciente e maggiorenne bisogna tenere conto anche del parere della vittima (es. chiamare un’ambulanza o un medico o
un familiare)
Consenso implicito: se la persona non è cosciente o non può esprimere il suo consenso per altre ragioni, si decide in
modo autonomo per salvaguardare la salute della persona
Responsabilità per i beni altrui: se la vittima non è perfettamente cosciente,
consegnare eventuali oggetti personali ai parenti o al personale sanitario a cui la si affida, alla presenza di un testimone
Diritto alla discrezione: ogni persona ha diritto alla discrezione e quindi è poco corretto raccontare ad altri eventi o
situazioni di cui si è stati testimoni o coinvolti attivamente
Sequenza delle Operazioni di Soccorso
A
B
C
D
E
F
G
Anello A: è il tempo che intercorre dall’incidente al
momento in cui il soccorritore vede l’accaduto
Anello B: è il tempo necessario al soccorritore per:
1. dominare l’ansia, la paura, l’agitazione
2. osservare bene quanto successo
3. proteggere l’infortunato per evitare un peggioramento della situazione
Anello C: è il tempo necessario per raggiungere un telefono
Anello D: è il tempo di contatto e di colloquio con la Centrale Operativa
Anello E: è il tempo che impiega la Centrale Operativa ad individuare il mezzo idoneo più vicino
Anello F: è il tempo che impiega il mezzo di soccorso individuato a giungere sul posto
Anello G: è il tempo che utilizza l’equipe di soccorso per le prime cure e il successivo trasporto in ospedale, se
necessario
Proteggere - Avvertire – Soccorrere (P A S)
Proteggere :
se stessi, la persona a cui si presta soccorso, eventuali astanti, è la prima cosa da fare
E’ necessario mantenere la calma osservare bene se la situazione e l’ambiente sono sicuri se vi sono rischi adottare
misure idonee per rimuoverli o evitarli
Avvertire :
il numero telefonico unico per l’emergenza sanitaria è il 118 attivo su tutto il territorio regionale
Soccorrere :
agire con calma e determinazione, attivare i soccorsi ( 118 ), iniziare i primi soccorsi salvaguardando la sicurezza dei
soccorritori
Valutazione Parametri Vitali
Livello di Coscienza (LoC) AVPU:
Alert (sveglio)
Verbal (risposta a stimolo verbale)
Pain (risposta a stimolo doloroso)
Unresponsive (non risponde)
Frequenza Respiratoria (Fr):
10-16 atti respiratori (ispirazione ed espirazione) al minuto (bradipnea / tachipnea)
Frequenza Cardiaca (Fc): 50-90 bpm
(bradicardia/tachicardia)
Polso Arterioso periferico e centrale : presente/assente
Pressione Arteriosa sistolica (PAs) / diastolica (PAd):
Ipertensione > 160/90
Ipotensione < 85 sistolica ; diastolica anche non valutabile
La cassetta o valigetta di pronto soccorso
e pacchetto di medicazione
Contenuto minimo per Aziende che hanno fino a 3 addetti:
2 paia di guanti sterili monouso
1 Flacone da 1 lt. di soluzione cutanea di Iodopovidone al 10% di iodio
3 Flacone da 250 ml. di Soluzione fisiologica ( sodio cloruro 0,9% )
3 compresse di garza sterile 10x10 in buste singole
1 compressa di garza sterile 18x40 in buste singole
1 pinzetta da medicazione sterile monouso
1 confezione di cotone idrofilo
1 confezione di cerotti medicati pronti all’uso, di varia misura
1 rotolo di cerotto alto cm 2,5
1 rotolo di benda orlata alta cm 10
1 paio di forbici
1 laccio emostatico
1 confezione di ghiaccio pronto all’uso
Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari
Istruzioni sull’uso dei presidi suddetti e sui primi occorsi in attesa del servizio di emergenza sanitaria
Contenuto minimo per Aziende che hanno più di 3 addetti
5 paia di guanti sterili monouso
1 visiera paraschizzi
1 Flacone da 1 lt. di soluzione cutanea di Iodopovidone al 10% di iodio
3 Flaconi da 500 ml. di Soluzione fisiologica ( sodio cloruro 0,9% )
10 compresse di garza sterile 10x10 in buste singole
2 compresse di garza sterile 18x40 in buste singole
2 telini sterili monouso
2 pinze sterili da medicazione sterili monouso
1 confezione di rete elastica di misura media (n. 5-6 )
1 confezione di cotone idrofilo
2 confezioni di cerotti medicati pronti all’uso, di varia misura
2 rotoli di cerotto alto cm 2,5
2 rotoli di benda orlata alta cm 10
1 paio di forbici
3 lacci emostatici
2 confezioni di ghiaccio pronto all’uso
2 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari
1 termometro
1 apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa
Istruzioni per l’uso dei presidi suddetti e sui primi occorsi in attesa del servizio di emergenza sanitaria
Possibili integrazioni delle cassette di soccorso
•
•
•
•
In generale:
H2O2, bende elastiche, coperta isotermica
In relazione a specifici rischi:
– Bombola di ossigeno, stecche e collare immobilizzanti
In caso di elevato rischio traumatologico:
– Barella a cucchiaio con cinghie
Dotazione per l’autoprotezione:
– Guanti non sterili, pocket mask, sapone, asciugamani
Ferite ed Emorragie
Ferite: lesioni di continuità dei tessuti (pelle, tessuto sottocutaneo, muscoli, organi interni)
Emorragie: fuoriuscita di sangue dall’apparato circolatorio con emorragie interne, esterne, da cause mediche o
traumatiche.
Emorragie interne: il sangue non fuoriesce ma si raccoglie in una cavità corporea
Cause traumatiche: Emorragie cerebrali, Emotorace, Emoperitoneo (les. viscerali), Ematomi (fratture ossee). Cause
mediche: Emorragie cerebrali, Fissurazione di aneurismi, Ulcere
Emorragie interne con sanguinamento all’esterno: possono essere traumatiche o mediche: Epistassi, Sanguinamento
dentale, Emoftoe ed emottisi. Ematemesi, Rettorragia, Ematuria, Otorragia
Sanguinamenti esterni: ferita da punta, da taglio, da arma bianca, da arma da fuoco, lacero-contuse, con perdita di
sostanza, da esposizione di frattura
con sanguinamento arterioso (sangue rosso chiaro,sanguinamento violento e pulsante), con sanguinamento venoso
(sangue più scuro sanguinamento a nappo), con sanguinamento misto
Cosa NON fare :
tenere l’arto basso, tamponare con cotone idrofilo, mettere : pomate, polveri, emostatici, disinfettare con Alcool o
Tintura di iodio, mettere il laccio emostatico nelle emorragie venose (sanguina più copiosamente)
Cosa fare :
Lavaggio ( acqua corrente, soluzione fisiologica), Disinfezione ( acqua ossigenata, iodiopovidone, amuchina 0,05%,
ecc.), Emostasi (tamponamento diretto con pressione digitale, bendaggio compressivo, arto sollevato, ghiaccio)
UTILIZZARE SEMPRE I GUANTI !!
Come si chiude una ferita ?
cerotti a trazione, sutura semplice e/o complessa, bendaggio compressivo, ghiaccio
L’epistassi:
posizione eretta o inclinata in avanti, pressione sul naso con due dita, ghiaccio alla radice del naso
Emorragia post estrazione dentaria:
posizione eretta, compressione con un tampone di cotone, ghiaccio
Sia l’epistassi che l’emorragia dentaria possono provocare vomito ematico
Corpi estranei ritenuti:
non rimuovere (pericolo di emorragia ), bloccare con rotoli di stoffa, e fissare con cerotti, proteggere
Amputazione di piccoli segmenti:
tamponamento per fermare il sanguinamento, recupero della parte amputata,
conservazione della parte amputata
Ferite penetranti nel torace:
Medicazione a valvola: ritagliare un quadratino di cellophane, appoggiarlo al torace
ricoprendo la ferita, attaccarlo con cerotto al torace su tre lati
Peculiarità:
Ematoma post–traumatico sub-ungueale (unghia nera): immergere in acqua fresca, decomprimere con ago da siringa
Antitetanica :
Profilassi Passiva (immunoglobuline) e/o Attiva (vaccino)
CENNI di ANATOMIA
dell’Apparato Locomotore
L’apparato locomotore o muscolo-scheletrico è formato da:
a. Ossa (206 elementi)
b. Articolazioni
c. Muscoli
Funzioni principali dell’apparato Muscolo-Scheletrico :
- sostegno all’organismo
- movimento
- protezione di organi interni
Apparato Locomotore del TORACE:
colonna dorsale, coste, clavicole, sterno
Apparato Locomotore dell’ ADDOME:
colonna lombare
Apparato Locomotore del BACINO:
colonna sacro-coccigea, creste iliache (ileo), ischio-pube
Apparato Locomotore OSSA LUNGHE:
omero, radio, femore, ecc.
Apparato Locomotore COLONNA VERTEBRALE:
7 vertebre cervicali
12 vertebre dorsali
5 vertebre lombari
5 vertebre sacro-coccigee
(Midollo Spinale) (Cranio)
TRAUMA
Lesione prodotta nell’organismo da cause / forze esterne, capaci di un’azione contundente improvvisa e rapidissima.
Segni e sintomi:
Dolore
Deformazione
Edema - Gonfiore
Incapacità funzionale
Crepitio
TRAUMA MINORE
Contusioni
Distorsioni
Escoriazioni ed abrasioni
Ferite con sanguinamento venoso
Fratture di piccoli segmenti ossei
Piccole ustioni
TRAUMA MAGGIORE
Gravità per dinamica:
•
Caduto da più cinque metri di altezza
•
Eiettato dal mezzo
•
Incarcerato nel mezzo
•
Schiacciato da un mezzo
•
Estrinsecazione prolungata ( > 20 min )
Gravità per patologia:
•
Frattura di due o piu’ ossa lunghe prossimali
•
Sanguinamento arterioso
•
Ipotermia
•
Ustione di 2° e 3° grado > 30% del corpo
•
Corpo estraneo penetrante
•
Arresto cardiaco
•
Trauma del rachide con deficit motori o sensitivi
•
Deterioramento delle condizioni neurologiche
Mortalità per trauma:
Entro minuti o secondi: Rottura di cuore o grossi vasi, Lacerazioni del tronco, Lacerazioni dell’encefalo
Golden hour: Emo-pneumotorace, Shock emorragico, Rottura di fegato o milza, Ipossiemia, Ematoma cerebrale
Giorni o settimane: Infezioni, Insufficienza acuta multiorgano
Cosa non fare: mettere in pericolo la propria incolumità, trasportare il traumatizzato lontano dal luogo dell’incidente,
se non ci sono PERICOLI INCOMBENTI, muovere il traumatizzato in modo scorretto, somministrare liquidi o alcool
per via orale
Cosa fare: mantenersi in sicurezza, verificare la dinamica dell’accaduto, verificare le condizioni del traumatizzato :
Coscienza
Respiro
Circolo
Sanguinamenti
Fratture
TIPI di TRAUMA degli arti e delle articolazioni
CONTUSIONE: trauma diretto a un segmento corporeo limitato, senza ferite
e fratture ossee.
Caratteristiche: gonfiore, dolore, ecchimosi (livido)
Cosa fare: immergere in acqua fredda o applicare ghiaccio(indirettamente), considerare eventuale possibile
valutazione in Pronto Soccorso a seconda della zona interessata o del dolore, gel, creme, pomate.
DISTORSIONE: spostamento momentaneo e violento di un osso dalla propria articolazione.
Caratteristiche: dolore violento e localizzato all’articolazione colpita, gonfiore immediato e progressivo,
limitazione funzionale con movimenti dell’articolazione
possibili ma dolorosi.
Cosa fare: scoprire l'articolazione mettere a riposo l’articolazione (non caricare) e sollevare, immergere in acqua
fredda (almeno mezz’ora) o applicare ghiaccio, immobilizzare l’articolazione, fasciatura compressiva, arto
sollevato.
Non sottovalutare la distorsione e sospettare comunque una frattura e quindi portare l’infortunato in ospedale per
accertamenti !
FRATTURA: alterazione della continuità di un osso, parziale o totale, prodotta da una forza che ne supera i limiti
di resistenza, provocando la rottura dell’osso stesso. Nel 97 % dei casi sono di origine traumatica: piccoli traumi,
distacchi ossei parcellari, politraumi, fratture pluriframmentarie, fratture associate a lussazione;
mentre il 3 % è di origine medica: crolli vertebrali, osteoporosi, fratture patologiche.
Caratteristiche: DOLORE - reso ancora più intenso dalla palpazione, IMPOTENZA FUNZIONALE - la parte lesa
non può muoversi in modo normale, GONFIORE – dovuto alla raccolta nella zona traumatizzata di sangue e
liquido infiammatorio, DEFORMAZIONE – dovuta all’alterata simmetria delle articolazioni.
Cosa fare: visualizzare la parte lesa, coprire le ferite con garze sterili, non cercare di far rientrare i monconi ossei,
controllare se la vittima muove e mantiene la sensibilità a valle del trauma, controllare presenza polso (polso
motilità sensibilità), immobilizzare l’arto a monte e a valle della sospetta frattura;
nel dubbio tratta come una frattura certa !
Tipi di frattura: a legno verde, composte, scomposta, scomposta-esposta, a becco di flauto, a più frammenti,
articolare
LUSSAZIONE: fuoriuscita di un osso dalla sua articolazione
Caratteristiche: dolore acuto e localizzato dolore aumenta ad ogni movimento, impossibilità ad utilizzare
l’articolazione, presenza di sporgenze ed affossamenti nella zona (articolazione) interessata.
Cosa fare: MAI tentare di riportare in condizioni normali l’articolazione,
immobilizzare l’articolazione nella posizione in cui si trova, Ghiaccio per ridurre il dolore
OGGETTI IMPALATI: stabilizzali in posizione, rimuoverli potrebbe determinare un sanguinamento incontrollabile.
Eccezioni: oggetto nella guancia che ostruisce le vie aeree, oggetto nel torace che impedisce la RCP, emorragia
incontrollabile a causa dell’oggetto lasciato in sede.
TRAUMA CRANICO
• non commotivo (senza perdita di coscienza, possibile presenza di lesioni del cuoio capelluto)
• fugacemente commotivo (non lesioni cerebrali)
• commotivo (grave)
Nelle forme gravi il traumatizzato cranico presenta i seguenti sintomi:
•
sonnolenza, disorientamento
•
sangue che fuoriesce dal naso, dalla bocca, dall’orecchio
•
paralisi di un lato del corpo
•
vomito, vertigine, cefalea
Cosa fare:
•
accertare respiro e battito cardiaco
•
posizione supina se il paziente è cosciente
•
non bloccare la fuoriuscita di sangue dagli orifizi
•
non rimuovere gli oggetti conficcati
•
attenzione al rischio di vomito
•
sorvegliare il paziente in attesa del 118
TRAUMA della COLONNA vertebrale
Cinetica delle lesioni:
Iperestensione, Iperflessione, Compressione, Rotazione, Stress laterale, Distrazione
Una lesione della colonna vertebrale può coinvolgere solo la struttura ossea oppure può interessare il midollo spinale
contenuto all’interno del canale vertebrale.
Caratteristiche (sospettare questa lesione se):
l’infortunato lamenta dolore alla schiena, se lamenta formicolio, scosse elettriche, senso di caldo o freddo alle estremità,
se è caduto in piedi da un’altezza superiore ai 4 metri, se ha riportato trauma cranico e/o facciale al di sopra della
clavicola.
L’assenza di dolore non esclude che vi possa essere una lesione della colonna.
ATTENZIONE: ricava indizi su un possibile danno spinale da ciò che il paziente lamenta e dal meccanismo di lesione
Paziente COSCIENTE:
sensibilità (toccare le dita delle mani e dei piedi)
motilità (chiedere di muovere le dita delle mani e dei piedi)
Paziente INCOSCIENTE:
considera tutti i pazienti incoscienti come potenziali portatori di trauma spinale
Cosa fare: stabilizzare in posizione neutra, applica il collare cervicale, non lasciare il rachide finchè non è assicurato su
un’adeguata struttura, attendi i soccorsi vicino al paziente. MAI LA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA.
Il 40% dei traumatizzati vertebro-midollari con deficit neurologici concomitanti
hanno un danno che si verifica in fase di trattamento preospedaliero e in Pronto Soccorso.
TRAUMA TORACICO
valutazione della scena:
cercare indizi per
tipo di lesione (Trauma chiuso / Trauma aperto o penetrante)
traiettoria seguita corpo contundente
arma o oggetto coinvolto
distanza o altezza caduta
forze applicate
12 gravi lesioni che possono essere prodotte dal trauma toracico:
• Ostruzione delle vie aeree
• Pneumotorace aperto
• Pneumotorace iperteso
• Emotorace massivo
• Lembo toracico
• Tamponamento cardiaco
• Contusione polmonare
• Contusione miocardica
• Rottura bronchiale
• Lesione esofagea
• Rottura diaframmatica
• Rottura dell’aorta toracica
Cosa fare: assicurare adeguata ventilazione/respirazione (controllo colore cute e mucose, somministrare ossigeno se
disponibile, allertare immeditamente il 118, controllo parametri (stato di coscienza, frequenza respiratoria, frequenza
cardiaca, pressione), confezionare una medicazione a valvola su 3 lati se presente una ferita penetrante aperta e
soffiante, immobilizzare /stabilizzare un eventuale oggetto impalante, controllare frequentemente in attesa del 118
TRUMA ADDOMINALE
Mortalità 10-30% :
associate a lesioni di altri sistemi
l’emorragia interna può essere severa
la tensione (addome duro)
la rapida comparsa di segni e sintomi suggerisce una lesione importante
attenzione allo sviluppo dello shock
Ferite penetranti:
• Ferite da arma da fuoco
• Hanno un alta mortalità (superiore del 15%) dovute ad un alta frequenza di danno ai visceri addominali
• Ferite da coltello
• Mortalità 1-2%
Possono determinare:
fratture di organi solidi: emorragie
rottura di organi cavi: alto rischio di peritoniti (grave infezione addominale)
strappamento degli organi, sanguinamento dei vasi e delle strutture di sostegno
la frattura delle coste basse è associata con un alta incidenza di lesione del fegato, della milza, dei reni (meno
frequentemente)
Tutte le ferite penetranti addominali devono essere valutate in ospedale
Valutazione della scena:
cercare indizi per
tipo di lesione (Trauma chiuso / Trauma aperto o penetrante)
triaiettoria seguita corpo contundente
arma o oggetto coinvolto
distanza o altezza caduta
forze applicate
Valutazione:
• i segni di lesione intra-addominale normalmente si sviluppano lentamente
dopo l’arrivo all’ospedale
• la presenza di dolore addominale o di tensione presente sulla scena suggeriscono una lesione molto severa
• i pazienti possono probabilmente sviluppare shock
• le ferite penetranti dell’alto addome possono causare lesioni toraciche
Cosa fare: se possibile somministrare ossigeno, medicare e tamponare le ferite esterne in attesa del 118, controllo
parametri (stato di coscienza, FC, Fr,, PA)
Se è presente una eviscerazione: coprire gli organi che protrudono con una medicazione sterile umida e/o materiale non
aderente. Non tentare di riporre gli organi all’interno dell’addome.
Cenni di anatomia del SISTEMA NERVOSO
è una struttura complessa che si suddivide in:
SNC (Sistema Nervoso Centrale) (cervello midollo spinale)
SNP (Sistema nervoso Periferico) (costituito da nervi, ossia diramazioni che collegano il SNC agli organi
periferici)
Cervello:
contenuto nella scatola cranica, avvolto da tre membrane chiamate meningi nel cui spazio è contenuto un
liquido (liquor) che, insieme alle meningi, costituisce un sistema di protezione del SNC.
Il cervello è sede di tutte le funzioni superiori e centro di regolazione metabolica.
Alla base del cervello sono posti il tronco cerebrale (regola l’attività respiratoria e circolatoria) ed il
cervelletto;
il SNC si prolunga all’interno della colonna vertebrale nel midollo spinale.
La colonna vertebrale, composta da 33 ossa vertebrali strutturate ad anello con un canale centrale che protegge
il passaggio del midollo spinale e permette la fuoriuscita dei nervi periferici.
Cenni di anatomia del CUORE e POLMONI
CUORE
Il cuore è un muscolo (miocardio), delle dimensioni di un “pugno”, posizionato al centro della cavità toracica, in
un’area denominata mediastino; è circondato da un sacco (pericardio); è diviso in una sezione destra ed una sinistra,
separate da un setto. Ognuna delle due parti o sezioni si compone di due cavità, una superiore atrio ed una inferiore
ventricolo.
Le pareti del cuore sono irrorate dalle arterie coronarie che nascono dal primo tratto dell’aorta, appena fuori dal
ventricolo sinistro.
Tra le principali cause di patologie a danno delle coronarie vi è l’ aterosclerosi, vale a dire una degenerazione della
parete delle arterie, legata al progressivo deposito di grassi presenti in eccesso nel sangue (placca aterosclerotica).
La placca determina ispessimento delle pareti e perdita di elasticità dell’arteria, con ostacolo del flusso di sangue e
riduzione dell’ossigenazione dei tessuti.
Insorgono allora patologie quali l’angina, l’infarto miocardico e aritmie anche fatali.
POLMONI
L’apparato respiratorio è un complesso sistema deputato allo scambio dei gas: l’O2 viene assimilato, mentre la CO2
viene eliminata.
L’ingresso dell’aria avviene dal naso e dalla bocca che si raccordano posteriormente nella faringe. La faringe a sua
volta si sdoppia:
- anteriormente nella laringe che si continua con trachea e bronchi fino ai polmoni,
- posteriormente nell’esofago che diventa stomaco e poi intestino
I polmoni sono contenuti all’interno della gabbia toracica (costituita da coste, sterno, vertebre e tessuto muscolare e
di sostegno) e sono avvolti da una membrana chiamata pleura.
Il ciclo inspirazione/espirazione è regolato da alcuni centri nervosi situati nel bulbo (cervello) e da chemorecettori
periferici posti sull’arteria carotide e aorta.
La respirazione faticosa o difficoltosa si chiama Dispnea a cui corrisponde un aumento del lavoro respiratorio. Questo
sintomo può essere associato a numerose patologie:
•
corpi estranei, edema della glottide
•
asma, broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO)
•
flogosi delle vie aeree
•
edema ed embolia polmonare
•
infarto miocardico acuto, angina
•
crisi epilettica, coma diabetico
La frequenza respiratoria normale è di 10-16 atti/min (eupnea)
In pazienti in coma con lesioni cerebrali o intossicazioni possono comparire disturbi, anche gravi, del ritmo respiratorio,
quali:
•
tachipnea: respiro rapido, boccheggiante e superficiale
•
•
respiro in cui si instaurano periodi più o meno prolungati di assenza di respiro (apnea)
bradipnea: diminuzione della frequenza respiratoria (< 9 atti/min.)
VALUTAZIONE delle FUNZIONI VITALI
funzione CEREBRALE
funzione RESPIRATORIA
funzione CARDIACA
Funzione CEREBRALE
Disturbo della coscienza: la coscienza è la consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante.
Principali alterazioni della coscienza:
1. pre-lipotimia : malessere passeggero con ronzii auricolari, appannamento della vista, sudorazione,
sensazione di imminente perdita dei sensi
2. lipotimia : malessere con ronzii auricolari, vertigini, appannamento della vista, sudorazione, sensazione
angosciata di imminente perdita dei sensi,
perdita di coscienza di breve durata
3. sincope : perdita di coscienza improvvisa, generalmente di breve durata, a risoluzione spontanea, senza
sintomi premonitori.
Cosa fare:
posizionare il paziente sdraiato e con le gambe innalzate per favorire il massimo apporto di sangue al
cervello,
liberare il paziente dagli indumenti stretti,
cominciare la rianimazione di base (BLS- valutazioni) se polso assente, mettere il paziente in
posizione laterale di sicurezza, se non vi è trauma,
mantenere l’osservazione del paziente,
chiamare il 118 se non è stato fatto al momento del BLS
4. coma : totale e prolungata perdita della
coscienza con mancata risposta a stimoli verbali, tattili,
dolorifici.
Cause: emorragia o ischemia cerebrale, convulsioni, trauma cranico, disturbi metabolici ed endocrini,
infezioni, intossicazioni
Cosa fare:
allertare immediatamente il 118, verificare e monitorare le funzioni vitali, controllare se vi sono stati
traumi o se vi sono emorragie in atto
Accidenti Cerebro-Vascolari Acuti
deficit della vascolarizzazione che comporta una sofferenza anossica delle cellule cerebrali coinvolte
Attacco Ischemico Transitorio ( TIA ):
temporanea e limitata disfunzione cerebrale di origine vascolare a rapida instaurazione e altrettanto rapida risoluzione.
Ictus cerebrale:
grave alterazione acuta ed improvvisa, sempre su base vascolare, delle funzioni cerebrali causa di morte o di deficit
neurologici perduranti e a volte permanenti.
Cause:
la formazione di un trombo o la presenza di un embolo determina un’ostruzione improvvisa di un vaso cerebrale con
arresto del flusso sanguigno verso un’area del cervello. Se tale ostruzione si risolve spontaneamente entro pochi minuti
non si ha morte cellulare (TIA), che si verifica invece in caso di infarto cerebrale
(ictus ischemico).
La rottura improvvisa di un’arteria cerebrale o di un aneurisma, oltre a far mancare l’apporto di ossigeno, causa una
lesione diretta del cervello a causa della compressione del sangue sulle strutture cerebrali, alterandone il funzionamento
(ictus emorragico)
Fattori di rischio:
•
aterosclerosi
•
età avanzata
Segni e sintomi neurologici focali:
•
ipertensione arteriosa
•
alterazioni della motilità a carico di un distretto
• diabete mellito
corporeo più o meno vasto alterazioni della sensibilità a
carico di un distretto corporeo più o meno vasto
•
fumo
•
disturbi visivi e del linguaggio
Segni e sintomi neurologici generali:
•
disturbi dell’equilibrio
•
cefalea improvvisa importante
•
ronzii auricolari
•
lipotimia e sincope
• difficoltà alla deglutizione
•
alterazioni dello stato di coscienza
•
convulsioni
•
•
•
alterazioni del respiro
amnesia, sudorazione algida
perdita controllo sfinteri
Convulsioni
clinicamente la crisi convulsiva può manifestarsi in molti modi, ma l’evenienza più frequente è quella di una forma
cosiddetta generalizzata ( grande male) in cui possono riconoscersi tre fasi in successione temporale:
fase tonica
fase clonica
fase post-critica
1. Fase tonica
improvvisa perdita di coscienza e caduta a terra rigidità, talora apnea anche prolungata (durata circa 30”)
2. Fase clonica
contrazioni violente e ritmiche, bava alla bocca, cianosi, perdita di feci e urine (durata da 1-2 sino a 5 minuti)
3. Fase post-critica
periodo d’incoscienza definito post-critico stato confusionale, cefalea (durata da pochi minuti sino a 30-60 minuti)
Cosa fare:
- allertare il 118
- proteggere il paziente da eventuali traumi accidentali
- non cercare di immobilizzare con la forza
- posizionare un oggetto morbido tra i denti per evitare morsicature (non oggetti metallici)
- tenere il paziente supino
- allentare gli abiti
- valutare i parametri vitali
- controllare il paziente in attesa del 118
- posizione laterale di sicurezza, se c’è vomito
Disturbi Metabolici ed Endocrini
Crisi Ipoglicemica :
- senso di fame
- ansietà, tachicardia, tremori
- affuscamento visus
- sudorazione
- confusione, aggressività, irrequietezza
- alterazione stato di coscienza
Cosa fare: somministrare per os zucchero sciolto in acqua se il soggetto è cosciente,
se incosciente chiamare immediatamente il 118
Funzione RESPIRATORIA
Insufficienza Respiratoria
l’insufficienza respiratoria si ha quando il polmone non può assicurare un’adeguata ossigenazione del sangue arterioso.
Può essere dovuta ad ostruzione vie aeree, inalazione di sostanze tossiche,
liquido che occupa lospazio aereo degli alveoli (edema polmonare, s. da sommersione);
La severità del quadro clinico può arrivare fino all’arresto respiratorio.
cause mediche:
malattie polmonari, bronchiali, cardiache e delle prime vie aeree
cause traumatiche:
corpi estranei inalati, traumi del torace, annegamento/sommersione, folgorazione
cause tossiche:
intossicazioni da gas ambientali, da fumo, farmaci o droghe (eroina, ecc.)
Il soggetto con insufficienza respiratoria da inalazione, cosciente, deve essere
messo in posizione semiseduta in attesa del 118
Nel soggetto vittima di insufficienza respiratoria da inalazione ed incosciente è
necessario assicurare la pervietà delle vie aeree, controllare le funzioni vitali,
chiamare il 118
Attacco Asmatico
L’asma è una malattia caratterizzata da una infiammazione delle vie aeree e da una iper-reattività della muscolatura
bronchiale a diversi stimoli.
L’attacco asmatico si caratterizza per un diverso grado di ostruzione delle vie aeree e può portare all’arresto
respiratorio.
Cosa può scatenare l’attacco asmatico:
•
reazioni allergiche, infezioni
•
inalazioni di sostanze irritanti (vapori, solventi, fumi)
•
stress, esercizio fisico, emotività
Cos’è:
è una difficoltà respiratoria improvvisa, causata da spasmo della muscolatura bronchiale, con conseguente riduzione del
calibro dei bronchi.
Come riconoscerlo:
•
difficoltà prevalentemente espiratoria
•
rumori espiratori, fischi, udibili anche da chi sta vicino al paziente
•
tosse secca, sforzo dei muscoli respiratori del torace.
•
il paziente è agitato, tende a mantenere la posizione seduta
Cosa fare:
attivare i soccorsi
rassicurare la persona
porla in posizione seduta
allentare abiti troppo stretti sul torace
coprirla per mantenere il calore corporeo
sorvegliarla e assisterla nell’attesa dei soccorsi
Scompenso Cardiaco / Edema Polmonare Acuto
Cauase:
1) Cardiache (insuff. card. dx e sin, aritmie,
infarto miocardico, steno-insuff. valvolare, picco ipertensivo persistente associato a patologie cardiache
preesistenti
2) Trauma (s. da sommersione)
Sintomi:
1. Difficoltà a respirare (vari livelli), soprattutto in posizione distesa
2. Pallore cutaneo con labbra ed unghie grigio/bluastre
3. Sudorazione profusa ed algida
4. Agitazione
5. Ipertensione od ipotensione (più grave)
6. Tachiaritmia o bradicardia
Cosa fare:
1. Posizione seduta o semiseduta
2. Ossigeno in ventimask se possibile
3. Evitare qualsiasi movimento attivo od affaticamento del paziente
4. Se il quadro appare grave e con rapida evoluzione, prepararsi ad
affrontare una RCP
5. In attesa dell’ambulanza
Funzione CARDIACA
Dolore Toracico Cardiaco (toracoalgia)
E’ provocato da una riduzione dell’apporto di ossigeno, che è assicurato al cuore dalle arterie coronariche.
Se si riduce la pervietà di queste arterie si riduce l’apporto di ossigeno.
Caratteristiche del dolore toracico cardiaco:
- sede del dolore: retro-sternale, stomaco
- irradiazione: gola, mandibola, spalla sinistra, braccio sinistro, mano sinistra
- accompagnato da: sudorazione profusa fredda,
- nausea, vomito, angoscia, agitazione
Angina pectoris:
è caratterizzata da un dolore toracico dovuto ad un restringimento temporaneo dei vasi coronarici: le coronarie
restringendosi provocano una diminuizione dell’apporto di sangue al cuore (ischemia transitoria < 30 min).
- dolore sternale irradiato spalla, braccio, collo a sinistra
- pallore
- sudorazione algida
- ansia
- difficoltà respiratorie
Cosa fare:
- tranquillizzare il paziente
- impedire sforzi o movimenti
- adagiarlo in posizione semiseduta
- controllare polso e respiro
- chiedere se ha già manifestato in passato episodi analoghi e se assume farmaci per il cuore
- se sì, aiutarlo ad assumere i suoi farmaci abituali
INFARTO Miocardico Acuto (IMA)
E’ una condizione clinica in cui si verifica uno squilibrio acuto tra le richieste di sangue del miocardio (muscolo
cardiaco) e la capacità dellecoronarie (vasi che conducono il sangue per la nutrizione del cuore) di assicurare tale
apporto.
Il dolore è prolungato e produce una lesione.
Cosa fare:
- tranquillizzare il soggetto
- fargli assumere la posizione semiseduta, con gli arti inferiori declivi
- allentare eventuali indumenti stretti sul torace
- se al chiuso, aerare adeguatamente l’ambiente
- nel soggetto incosciente, valutazioni BLS
Fare attenzione: l’infarto può evolvere nell’arresto cardiaco
SHOCK:
è una sindrome complessa e molto pericolosa; può iniziare con una lipotimia e una sincope.
Come riconoscerlo:
il soggetto si presenta confuso o in uno stato di torpore, freddo, pallido con le estremità a chiazze, respiro rapido e
superficiale, polso frequente e difficile da palpare
Tra le cause vi possono essere emorragie ed ustioni, infarto miocardico, reazioni allergiche gravi ad es. da puntura di
insetti.
Cosa fare:
è un’emergenza assoluta:
•
chiamare immediatamente il sistema di emergenza 118
•
posizionare il paziente disteso supino con gli arti sollevati
•
ricoprirlo per evitare ipotermia
•
se è evidente una perdita di sangue esterna, comprimere sul punto di sanguinamento con delle garze o un
fazzoletto pulito
•
non somministrare bevande
Patologie da Condizioni Ambientali Ostili
colpo di calore / colpo di sole
ipotermia
congelamento
Colpo di Calore - Colpo di Sole:
la permanenza prolungata in ambienti surriscaldati può provocare patologie diverse, riunite sotto la definizione di
“patologie da calore”.
Sono:
•
la sincope da calore
•
i crampi muscolari da calore
•
l’esaurimento da calore
•
il colpo da calore
Segni e sintomi:
colorito del volto rosso acceso
elevata temperatura corporea (oltre 40°)
volto quasi inespressivo, soggetto irritabile
pelle secca e molto calda
alterazioni della respirazione
andatura incerta
possibile perdita di coscienza
Cosa fare:
•
togliere gli indumenti
•
trasportare la vittima in un luogo fresco e ventilato
•
porre il soggetto sdraiato con le spalle leggermente sollevate
•
spugnare con acqua fredda, applicare borse
di ghiaccio e, se possibile far bere bevande fredde
IPOTERMIA (Assideramento):
abbassamento della temperatura corporea sotto i 34° ( a volte utilizzata a scopo terapeutico); è favorita da traumi cranici
e dall’etilismo.
Sintomi :
• brividi iniziali, aumento della frequenza respiratoria inizialmente alterazioni della parola e dei movimenti,
disinteresse per la situazione, ipersonnia
• rigidità muscolare
• alterazioni della coscienza fino al coma
I casi di assideramento sono in genere collegati ad incidenti in montagna, ma anche ad intossicazioni da alcool,
monossido di carbonio, digiuno prolungato, danno midollare, danno metabolico.
La mortalità è direttamente correlata alla temperatura e alla durata dell’esposizione.
Tra i 35° e i 32° la mortalità è del 30%
Tra i 31° e i 26° la mortalità è del 45%
Sotto i 26° la mortalità è del 65-80%
Cosa fare:
• tempestività dell’intervento
• evitare che il paziente si raffreddi ulteriormente:
• protezione dal vento, indumenti caldi e asciutti, borse d’acqua calda avvolte in panni, coperte isolanti muovere
il paziente il meno possibile, se ipotermia medio-grave
Quando la temperatura scende sotto i 24° i muscoli diventano rigidi come marmo, quindi sopraggiunge la morte.
Ricordiamoci che il freddo rallenta la degenerazione cellulare e quindi la morte cellulare (funzione protettiva del freddo
sulle cellule cerebrali);
pertanto è possibile un completo recupero delle funzioni vitali anche se la vittima è rimasta ipotermica per un lungo
periodo.
Una grave ipotermia può portare alla” morte apparente” che potrà essere confermata soltanto dopo aver riscaldato la
vittima ad una temperatura > di 33°C.
Durante tutto il periodo di riscaldamento dovrà essere garantita una rianimazione cardio-polmonare.
I limiti di tolleranza prima che insorga un danno ipossico cerebrale in caso di arresto cardiaco da ipotermia sono:
- 10’ a 30°
- 25’ a 25°
- 60’ a 16°
CONGELAMENTO:
lesioni di sezioni del corpo per esposizione prolungata a basse temperature.
La pelle, prima del congelamento, può apparire arrossata, ma successivamente si presenta bianca o grigio giallastra. Vi
può essere o no dolore.
Cosa fare:
• coprire la regione congelata con indumenti o coperte
(riscaldare lentamente), non strofinare
• portare la persona al coperto al più presto possibile
• non applicare borse di acqua calda, non mettere vicino
a fonti di calore
Allergie, Avvelenamenti, Intossicazioni
ALLERGIA
Esagerata reattività dell’organismo verso particolari sostanze ( allergeni )
L’organismo produce anticorpi che, anziché contrastare l’allergene, diventano essi stessi allergizzanti, in soggetti
particolarmente predisposti !!!
Malattie Allergiche:
Rinite allergica
Febbre da fieno stagionale
Asma bronchiale
Orticaria
Orticaria gigante ed edema di Quinke
Dermatite eczematosa da contatto
Congiuntivite primaverile
Otite sierosa
Gastrite ed enterite allergica
Cefalea essenziale
Vari tipi di artrite
Reazione locale (allergie da contatto, punture d’insetto) :
arrossamento cutaneo circoscritto, possono aggravarsi a causa di infezioni batteriche.
Reazione sistemica ( punture di particolari insetti, alimenti, farmaci ecc.)
1° grado: arrossamento cutaneo diffuso, pizzicore alla gola
2° grado: gonfiore cutaneo esteso, crampi
3° grado: difficoltà a deglutire e a respirare, soffocamento
4° grado: perdita di coscienza, shock anafilattico
Allergie da punture di insetto:
Reazioni locali, cause più comuni :
Reazioni locali e sistemiche, cause più comuni :
Cosa fare ?
scorpioni, tafani, zanzare
api, vespe, calabroni
rimuovere l’eventuale pungiglione, disinfettare la lesione (con disinfettanti non colorati), applicare
una borsa con ghiaccio sulla parte lesa, ammoniaca (MA SOLO DILUITA !!!), pomate cortisoniche
(MA SOLO se non c’è INFEZIONE !!!)
Se reazione sistemica, attivare il 118.
Allergia e avvelenamento:
Reazione locale ed immissione di sostanze velenose:
nel mondo: scorpioni, ragni, serpenti, pesci, ecc.; in Italia: pesci ragno (medusa, pesce gatto, scorfano, razza) e vipere
Puntura di Pesce Ragno (trachinus ragno): causata dal contatto accidentale con la pinna dorsale del pesce,
caratterizzata da dolore acuto, gonfiore ( edema ), arrossamento locale.
Cosa fare: Immergere prima possibile la parte lesa in acqua calda !!! ( tossina termolabile )
Morso di vipera: l’ azione tossica del veleno si manifesta con gonfiore ( edema ), arrossamento, dolore, petecchie,
ecchimosi,
flittene, linfangite, adenopatia in sede di morso,
raramente con congestione delle mucose, contratture e spasmi muscolatura liscia, emorragie multiple (fino alla
CID),
ipotensione, shock, paralisi dei muscoli respiratori, sopore, fascicolazioni, convulsioni, paresi, ptosi, palpebrale
e diplopia
La tossicità (lesione di grado 0-1-2-3) dipende da: sede del morso, quantità di veleno inoculato, condizioni del
soggetto
Morso. L’azione tossica del veleno può durare parecchi giorni.
Cosa non fare: incisione e suzione della ferita, laccio emostatico, siero antiofidico iniettato localmente sc. opp.
im
Cosa fare: allertare il 118, calmare e sdraiare il paziente, bendaggio compressivo dell’arto, ghiaccio o acqua
fredda in sede di morso, siero antiofidico (solo ev e solo in Ospedale dal 2003), oppure Fab (Fragment antigen
binding) “frammenti anticorpali, antiofidici” se compare una lesione di 2°-3° grado (10-15%) tra 6-16 ore
(comparsa di segni generali:
alterazione parametri emocoagulativi, ipotensione grave e shock, sintomi grastroenterici importanti e
prolungati, aritmie cardiache, dispnea, edema imponente dell’arto coinvolto)
Punture di zecca (Ixodes ricinus): la zecca dei boschi attacca anche l’uomo e può trasmettere la malattia di Lyme
(infezione
batterica da borrelia burgdorferi). La zecca del cane anche se raramente può attaccare l’uomo, non trasmette la
malattia di Lyme.
Sintomi locali di allergia: prurito (che ci rivela il punto in cui è attaccata ), modico arrossamento (che può
rimanere per molti giorni).
Sintomi della malattia di Lyme: comparsa di chiazza rossastra tondeggiante che si allarga sempre di più,
schiarendosi al centro (eritema migrante dopo 1-30 giorni), febbre, malessere generale, artralgie diffuse (dopo
mesi), disturbi nervosi, cerebrali e cardiaci (anche dopo anni), coma.
Cosa fare: non usare mezzi impropri per togliere la zecca come oli, trielina, ammoniaca, calore, ecc.,
Rimuovere la zecca afferrandola con una pinza da ciglia più vicino alla cute possibile e tirandola verso l’alto,
rimuovere i rostri con un ago sterile e disinfettare con soluzioni non colorate, controllare la ferita per 30/40
giorni, se appare una chiazza rossastra, tondeggiante, recarsi dal medico per terapia antibiotica.
Patologia da INCENDIO
fumi tossici
traumi
ustionato = intossicato
la vittima di un incendio può essere intossicata senza essere ustionata, al contrario ustioni gravi sono sempre
concomitanti con una intossicazione da fumo.
Principali cause di morte relative ad incendi:
1. contatto diretto con le fiamme 32.4%
temperature troppo elevate
2. deficit di O2
57.6%
CO
altri gas tossici
fumi
3. panico
10%
effetti meccanici
ustioni
Nel soccorso di una vittima coinvolta in un incendio bisogna considerare:
- molte vittime contemporaneamente possono subire lesioni di diversa tipologia
- anche persone apparentemente illese possono peggiorare successivamente (vedi inalazione di gas e
fumi irritanti, panico, ecc.)
- i rischi connessi all’incendio possono danneggiare gli stessi soccorritori
Inalazioni di fumi:
Incendi di dimensioni limitate possono possono generare grandi quantità di fumo.
Il fumo impedisce la visibilità e rende difficoltosa la respirazione. I fumi possono danneggiare le vie aeree a tre livelli:
- glottide: infiammazione ed edema con conseguente grave compromissione respiratoria
- trachea e bronchi: corrosione della mucosa, deposizione di fuliggine; la sintomatologia può insorgere anche dopo 48 h
- parenchima polmonare: edema polmonare acuto
Come sospettare e valutare l’intossicazione da fumo:
•
circostanza
•
irritazione di occhi e gola
•
fuliggine: presenza nelle secrezioni
•
ustioni: colorazione nerastra intorno alle labbra, al naso e alla bocca
•
disfonia (voce rauca)
•
disturbi respiratori: sensazione di soffocamento, dispnea, polipnea, sibili e rantoli
•
stato di coscienza: alterazioni anche transitorie o stato confusionale
Cosa fare:
•
spostare rapidamente il paziente in un’area non contaminata da fumo, mantenendo l’allineamento del rachide
durante lo spostamento
•
chiamare il 118
•
garantire la pervietà delle vie aeree
Ustioni:
le ustioni sono lesioni acute da calore provocate direttamente dalla fiamma o da contatto con solidi, liquidi e vapori ad
alta temperatura. Sono ustioni anche le lesioni da causticazione chimica da acidi e basi forti e le lesioni da corrente
elettrica.
Rappresentano una delle esperienze più dolorose che una persona possa provare.
La causa può essere:
TERMICA da fiamme, radiazioni, liquidi
bollenti ed oggetti roventiCHIMICA- da vari acidi, basi e sostanze caustiche
ELETTRICA da corrente elettrica
LUCE da intensa e prolungata esposizione alla
luce, anche solare (vedi frequente congiuntivite attinica)
RADIAZIONI da una fonte di tipo nucleare
Possono essere classificate in tre gradi in base alla profondità della lesione:
1° grado: ustione superficiale, si presenta come un arrossamento cutaneo (eritema)
2° grado: compaiono bolle o/e vescicole (flittene) e dolore
3° grado: distruzione di tutti gli strati della cute ed anche dei tessuti sottostanti (cute carbonizzata), poco
dolorose perché sono lese anche le terminazione nervose sensitive.
4° grado: carbonizzazione
Regola del nove (9) per il calcolo della superficie corporea interessata dalla ustione:
Per facilitare il conteggio, si può considerare la superficie del palmo della mano del paziente pari al 1%.
L’ustione che occupa una superficie > del 10% negli adulti e del 5% nei bambini, può comportare squilibri di carattere
generale, quindi da considerare grave.
Sono considerate gravi anche le ustioni che interessano il tratto respiratorio, i tessuti molli e le ossa, le ustioni di 2° e 3°
al viso, inguine, mani, piedi ed articolazioni principali, le ustioni in persone di età > 60 anni ed < a 8 anni
Inoltre nelle ustioni esiste il pericolo di infezioni, disidratazione, shock.
Cosa fare:
Ustioni di 1°:
bagnare con acqua fresca, asciugare con garze sterili senza strofinare, asciugare le restanti parti anche
con talco
Tutte le altre ustioni:
bagnare con acqua fresca preferibilmente sterile, medicare asetticamente, non usare cotone,
soffocare eventuali fiamme presenti sul corpo, verificare se il paziente è cosciente, attivare
tempestivamente il 118,
non rimuovere abiti che aderiscono alle ustioni, ma ritagliarli intorno alla lesione, non applicare
pomate o sostanze grasse o ghiaccio, dare da bere, posizione antishock nelle ustioni di 3° grado, se è il
caso, valutazioni come da BLS
In caso di ustioni da corrente elettrica cercare sia l’ustione d’entrata che d’uscita della corrente e trattarle
entrambe come ustioni di 3° grado.
In caso di ustioni chimiche lavare con acqua corrente in abbondanza. Ricordare che l’ac. solforico e la calce
viva
reagiscono con l’acqua producendo calore, quindi il lavaggio va proseguito per almeno 10’.
Lesioni da sostanze Chimiche:
Possono essere causate da una sostanza o un preparato allo stato solido, liquido o gassoso, che interagendo con
l’organismo, causano danni alla integrità tegumento e salute.
Le principali vie di penetrazione degli agenti chimici nell’organismo sono:
inalazione
ingestione
contatto con la cute e mucose
L’ entità della lesione è legata alle caratteristiche dell’agente chimico: quantità di sostanza assorbita, durata
dell’esposizione.
Rischi possibili: irritazioni o lesioni del derma e delle mucose, intossicazioni acute, intossicazioni croniche.
Caratteristiche degli agenti chimici:
• irritanti: quando a contatto di cute e mucose possono causare una reazione infiammatoria
• corrosivi: quando a contatto con i tessuti possono avere un’azione corrosiva
• tossici: quando per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono comportare rischi lievi, moderati o
gravi per esposizione acuta o cronica
• cancerogeni: determinano nel tempo un aumento delle probabilità di sviluppo di una malattia tumorale
Cosa fare in caso di ingestione di sostanze tossiche:
raccogliere informazioni sull’evento ed eventuali flaconi e\o etichette delle sostanze ingerite
contattare la C.O. 118 che avvertirà il Centro Antiveleni per eventuali istruzioni
conservare e portare in pronto soccorso l’eventuale vomito per l’identificazione della sostanza tossica ingerita
Cosa fare in caso di inalazione:
utilizzare maschere adeguate
allontanare il paziente dalla fonte di intossicazione ed identificarla
mantenere pervie le vie aeree
posizione laterale di sicurezza per il vomito
togliere gli abiti e conservarli (indossare guanti)
contattare la C.O. 118 e seguire le istruzioni
Lesioni chimiche agli occhi (assorbimento attraverso mucose):
le sostanze acide fanno precipitare le proteine nel tessuto e producono una barriera naturale che rallenta o impedisce la
penetrazione della sostanza chimica; gli alcoli invece distruggono le membrane cellulari e consentono una rapida
penetrazione del caustico ed un ampio danno tissutale. Cosa fare: lavaggio oculare abbondante e continuo forzando la
apertura delle palpebre (data la presenza di
blefarospasmo) per consentire il lavaggio, proteggere l’occhio con garza sterile.
Lesioni da assorbimento cutaneo: togliere gli abiti intrisi di sostanza tossica, lavare abbondantemente la cute e gli
occhi, se interessati.
Sostanze chimiche di uso più frequente:
acidi e basi forti (acido cloridrico, idrossido di sodio), usati nei laboratori come diluenti, conservanti….
acidi organici (acido formico, acetico...), usati per allestire preparati
aldeidi e chetoni (formaldeide, tuttora il fissativo più usato)
alcoli, eteri, idrocarburi aromatici e alogenati (come solventi, diafanizzanti)
TRAUMI DA ELETTRICITA’
sono dovuti di frequente a ignoranza, negligenza, imprudenza, incoscienza
Possono causare:
una semplice scossa non grave,
importanti contrazioni muscolari con rischio di strappi, ferite o fratture se la vittima è proiettata
ustioni
compromissione delle funzioni vitali fino all’arresto cardio-respiratorio
Elettrocuzione: una scarica accidentale di una corrente elettrica sia naturale che artificiale attraverso l’organismo
umano.
Questo può provocare effetti nocivi e/o letali sull’organismo a seconda dell’intensità della corrente e del tempo di
esposizione, cioè della quantità di elettricità che attraversa l’organismo. La scarica può provocare infatti ustioni e
addirittura folgorazione. Essa agisce sulla muscolatura provocando crampi ed agisce sul sistema nervoso provocando
paralisi.
Le tensioni maggiori sono le più pericolose, tuttavia sono a rischio anche le cosiddette “basse tensioni”.
L’alta tensione “respinge” e quindi il contatto avviene per breve tempo e l’infortunato può essere salvato mediante
idonee manovre rianimatorie; le basse tensioni invece provocano crampi alle mani, che impediscono il distacco dalla
fonte della scarica, ed alla gola, che non consentono di chiamare soccorso.
Folgorazione: una scossa molto forte che provoca blocco dei muscoli, ustioni anche gravi e attraversando il cuore, può
portare fino ad arresto respiratorio e cardiaco.
Gli effetti del passaggio di corrente variano a secondo che si tratti di corrente continua o alternata.
A parità di tensione (volt) la corrente alternata è 4-5 volte più pericolosa della corrente continua. Anche per intensità di
c.a. relativamente deboli, si può avere una fibrillazione ventricolare se la c. a. attraversa il torace (il contenuto ematico
del cuore è un buon conduttore). Per tensioni > a 5000 volt la scarica elettrica può avvenire senza contatto, a distanza di
5-20 cm dal conduttore
Cosa fare: essere prudenti, eliminare la causa prevenire i rischi, non intervenire senza certezza che la corrente
siainterrotta, posizione laterale di sicurezza se la vittima è incosciente, ventilazione/massaggio cardiaco se è in arresto
cardiorespiratorio (BLS), allertare o far allertare il 118.
CENNI di ANATOMIA e FISIOLOGIA CARDIO-POLMONARE
Il cuore è un muscolo (miocardio), delle dimensioni di un “pugno”, posizionato al centro della cavità toracica, in
un’area denominata mediastino; è circondato da un sacco (pericardio); è diviso in una sezione destra ed una sinistra,
separate da un setto.
Ognuna delle due parti o sezioni si compone di due cavità, una superiore atrio ed una inferiore ventricolo.
Le pareti del cuore sono irrorate dalle arterie coronarie che nascono dal primo tratto dell’aorta, appena fuori dal
ventricolo sinistro. Tra le principali cause di patologie a danno delle coronarie vi è l’ aterosclerosi, vale a dire una
degenerazione della parete delle arterie, legata al progressivo deposito di grassi presenti in eccesso nel sangue (placca
aterosclerotica).
La placca determina ispessimento delle pareti e perdita di elasticità dell’arteria, con ostacolo del flusso di sangue e
riduzione dell’ossigenazione dei tessuti. Insorgono allora patologie quali l’angina, l’infarto miocardico e aritmie
anche fatali.
L’ apparato respiratorio è un complesso sistema deputato allo scambio dei gas: l’O2 viene assimilato, mentre la CO2
viene eliminata. L’ingresso dell’aria avviene dal naso e dalla bocca che si raccordano posteriormente nella faringe; la
faringe a sua volta si sdoppia:
- anteriormente nella laringe che si continua con trachea e bronchi fino ai polmoni,
- posteriormente nell’esofago che diventa stomaco e poi intestino
I polmoni sono contenuti all’interno della gabbia toracica (costituita da coste, sterno, vertebre e tessuto muscolare e di
sostegno) e sono avvolti da una membrana chiamata pleura.
Il ciclo inspirazione/espirazione è regolato da alcuni centri nervosi situati nel bulbo (cervello) e da chemorecettori
periferici posti sull’arteria carotide e aorta.
Dispnea: respirazione faticosa o difficoltosa a cui corrisponde un aumento del lavoro respiratorio. Questo sintomo può
essere associato a numerose patologie:
•
corpi estranei, edema della glottide
•
asma, broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO)
•
flogosi delle vie aeree
•
edema ed embolia polmonare
•
infarto miocardico acuto, angina
•
crisi epilettica, coma diabetico
Frequenza respiratoria (Fr) nell’adulto:
normale è di 10-16 atti/min (eupnea). In pazienti in coma con lesioni
cerebrali o intossicazioni possono comparire disturbi, anche gravi, del ritmo respiratorio, quali:
•
tachipnea: respiro rapido, boccheggiante e superficiale
•
respiro in cui si instaurano periodi più o meno prolungati di assenza di respiro (apnea)
•
bradipnea: diminuzione della frequenza respiratoria (< 9 atti/min.)
RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE di BASE (BLS)
La morte cardiaca improvvisa è molto più frequente di quanto si possa pensare e può essere preceduta da una serie di
segni e sintomi:
• dolore toracico localizzato alle braccia, mandibola, gola, dolore simile al mal di stomaco
• difficoltà respiratoria, senso di malessere e debolezza
• nausea, vomito, sudorazione
• durante lo sforzo o anche a riposo
No coscienza
No respiro
cioè decesso
No circolo
Arresto cardiaco
No ossigeno
Pochi minuti per intervenire prima che i danni cerebrali divengano irreversibili.
Lesioni Cerebrali,
CATENA DELLA SOPRAVVIVENZALA
tempestività è la chiave della sopravvivenza
BLS
precoce
riconoscimento
ed allarme precoci
ALS
precoce
Defibrillazione
precoce
La probabilità di successo della defibrillazione diminuisce rapidamente nel tempo: 10% circa per minuto trascorso (in
assenza di RCP), la RCP immediata praticata dagli astanti può triplicare la sopravvivenza.
BLS
da solo non riesce di solito a ripristinare la circolazione e la respirazione spontanea,
ma
permette di guadagnare tempo nell’attesa che arrivino i soccorsi qualificati che possono agire con più efficacia
sulle cause dell’evento.
Metodo ABC:
A : allertare il sistema di soccorso
se la vittima non risponde (incosciente) chiedi aiuto e fai allertare il Sistema di Emergenza Sanitaria
A : posizionare la vittima, apertura delle vie aeree
se la vittima non risponde (incosciente) e non è supina: ruotala sul dorso, apri le vie aeree
Riassumendo: valuta lo stato di coscienza, allerta il sistema di soccorso, posiziona la vittima, apertura delle vie aeree,
rimuovi corpi estranei visibili, non togliere dentiere ben posizionate
B : respirazione (respira normalmente?)
mantenendo aperte le vie aeree:
Guarda
Ascolta
Senti
se respira per 10 sec., non tenere conto di deboli tentativi di respirazione
• se paziente non cosciente ma attività respiratoria presente (respira) e non evidenza di trauma,
posizione Laterale di Sicurezza (PLS), dopo 30’ cambia lato controlla che continui a respirare chiama o fa’
chiamare il 118
• se paziente non cosciente o non respira normalmente
far chiamare il 118, se sei solo, allontanati per chiamare il 118
C : circolazione
se non è cosciente e se non respira, allora attività cardiaca compromessa, quindi
localizza il centro dello sterno e inizia le compressioni toraciche (30 compressioni / 2 ventilazioni, frequenza
compressioni 100/min con profondità 4-5 cm, stessa durata compressione e rilasciamento)
dopo le 30 compressioni toraciche, insuffla 2 volte lentamente (circa 1 sec.) tenendo aperte le vie
aeree
Continua : 30 compressioni / 2 ventilazioni
Continuare le manovre di rianimazione fino a:
•
arrivo dei soccorsi
•
ripresa del circolo, respiro e coscienza (vedi segni indiretti)
•
esaurimento delle forze
Ripercorre le sequenza ABC se comparsa segni di circolo
Conclusioni:
1. la rianimazione cardio-polmonare iniziata SUBITO da chi assiste ad un arresto cardiaco può
raddoppiare o triplicare la sopravvivenza
2. la rianimazione cardio-polmonare va effettuata con la massima tempestività e con la massima continuità
OSTRUZIONE DA CORPO ESTRANEO
negli adulti spesso causata dal cibo, abitualmente testimoniata
OSTRUZIONE PARZIALE
- dispnea, tosse, possibili sibili inspiratori
OSTRUZIONE COMPLETA
- impossibilità a parlare, respirare, tossire
- segnale universale di soffocamento (mani alla gola)
- rapida cianosi
- possibile perdita di coscienza
Se cosciente:
ostruzione è parziale
incoraggia la vittima a tossire. Non fare altro
ostruzione completa (la vittima diventa debole, smette di tossire o di respirare) :
- dai fino a 5 colpi dorsali fra le scapole
- se i colpi non hanno effetto, manovra di Heimlich (compressioni addominali) in
piedi
- continua alternando 5 colpi dorsali e 5 compressioni addominali
Se incosciente:
- accompagna con cautela il soggetto fino a terra
- chiama o fa’ chiamare il 118
- inizia RCP (30:2) indipendentemente dalla presenza di circolo
- controlla il cavo orale prima delle ventilazioni e rimuovi corpi estranei solo se visibili (con pinze o
aspiratore)