Corso Primo Soccorso Sanitario - carchidio
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Corso Primo Soccorso Sanitario - carchidio
Primo Soccorso Aziendale Corso teorico-pratico per gli addetti al Primo Soccorso ed all’ attivazione del Sistema Emergenza Sanitaria (SES) in ottemperanza al D.M. 388/03 Obiettivo del corso: Formazione del personale aziendale per una corretta gestione delle situazioni di emergenz-urgenza che si possono verificare in ambiente di lavoro, in attesa dell’intervento del SES / 118 Programma : Ruolo del soccorritore occasionale Cenni medico-legali La catena del soccorso L’ attivazione del 118 Cenni di anatomia e fisiologia Patologie internistiche Ustioni, elettrocuzione Trauma Intossicazione da fumo Ferite, emorragie, fratture Punture da insetti, morsi di vipera Rianimazione cardio-polmonare di base A cura di : Dott. Stefano Naldi IP Roberto Grimandi IP Angelo Mansi Edizione 2009 Primo Soccorso: l’aiuto dato al soggetto infortunato o malato, da personale non sanitario, in attesa dell’intervento specializzato Emergenza: condizione critica statisticamente poco frequente che coinvolge uno o più individui vittime di eventi che necessitano di immediato ed adeguato intervento terapeutico o ricorso a mezzi speciali di trattamento Urgenza: Condizione statisticamente ordinaria che riguarda uno o pochi individui colpiti da processi patologici per i quali , pur non esistendo immediato pericolo di vita, è tuttavia necessario adottare entro breve tempo l’opportuno intervento terapeutico Sistema 118 integrato numero unico di soccorso sanitario, rete telefonica riservata alla sanità, punti di 1° intervento, pronto soccorso-ospedali di 1° e 2° livello in rete Obiettivi Sistemi di Emergenza Sanitaria: • ridurre le morti evitabili • diminuire i tassi di invalidita’ • ridurre la morbilita’ Attivazione della Centrale Operativa 118: nome (di chi sta chiamando) località (numero civico o riferimenti, numero telefonico) ha visto l’ accaduto vede l’ infortunato Attivazione della Centrale Operativa 118: paziente internistico Cosciente Respira Localizzazione dolore (torace, addome, altro) Da quanto tempo Età del paziente Attivazione della Centrale Operativa 118: paziente traumatico Numero di pazienti Mezzi coinvolti Cosciente Respira Incastrati Caduta da metri Ferita penetrante Paziente sbalzato Sostanze infiammabili Agenti tossici/chimici Ricorda: l’operatore telefonico che lavora in Centrale Operativa 118 è un Infermiere Professionale : quando risponde alla chiamata ha già iniziato ad aiutarti, rispondi alle sue domande con calma e precisione: NON IRRITARTI, NON STA PERDENDO TEMPO! Livelli di Soccorso Extraospedaliero: ambulanze volontariato ambulanze azienda sanitaria con autista soccorritore + Infermiere Professionale auto medica con autista soccorritore + medico emergenza territoriale o rianimatore eli-medica con pilota, infermiere CVS ed AVS, medico anestesista Problematiche legali del soccorso: quando si interviene per soccorrere una persona (colpita da malore o un ferito), dal punto di vista legale si inizia l’assistenza o soccorso Omissione di Soccorso (art. 593 C.P.): il reato è consumato da chiunque che trovando abbandonata una persona incapace di provvedere a sé stessa, omette di darne avviso all’Autorità. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo inanimato, opp. una persona ferita od altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso alle Autorità.” Stato di necessità. Articolo 54 Codice Penale: Non è punibile chi abbia commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo non da lui volontariamente causato né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionale al pericolo. Il soccorritore e le manovre sanitarie. Manovre eseguibili da un soccorritore: • valutazione parametri vitali e principali alterazioni • massaggio cardiaco esterno e ventilazione artificiale • immobilizzazione rachide e arti • emostasi, protezione e medicazione ferite • sottrazione di un ferito o di un malato da situazioni di immediato pericolo Alcune considerazioni: Consenso informato : nelle decisioni prese nei confronti di una persona cosciente e maggiorenne bisogna tenere conto anche del parere della vittima (es. chiamare un’ambulanza o un medico o un familiare) Consenso implicito: se la persona non è cosciente o non può esprimere il suo consenso per altre ragioni, si decide in modo autonomo per salvaguardare la salute della persona Responsabilità per i beni altrui: se la vittima non è perfettamente cosciente, consegnare eventuali oggetti personali ai parenti o al personale sanitario a cui la si affida, alla presenza di un testimone Diritto alla discrezione: ogni persona ha diritto alla discrezione e quindi è poco corretto raccontare ad altri eventi o situazioni di cui si è stati testimoni o coinvolti attivamente Sequenza delle Operazioni di Soccorso A B C D E F G Anello A: è il tempo che intercorre dall’incidente al momento in cui il soccorritore vede l’accaduto Anello B: è il tempo necessario al soccorritore per: 1. dominare l’ansia, la paura, l’agitazione 2. osservare bene quanto successo 3. proteggere l’infortunato per evitare un peggioramento della situazione Anello C: è il tempo necessario per raggiungere un telefono Anello D: è il tempo di contatto e di colloquio con la Centrale Operativa Anello E: è il tempo che impiega la Centrale Operativa ad individuare il mezzo idoneo più vicino Anello F: è il tempo che impiega il mezzo di soccorso individuato a giungere sul posto Anello G: è il tempo che utilizza l’equipe di soccorso per le prime cure e il successivo trasporto in ospedale, se necessario Proteggere - Avvertire – Soccorrere (P A S) Proteggere : se stessi, la persona a cui si presta soccorso, eventuali astanti, è la prima cosa da fare E’ necessario mantenere la calma osservare bene se la situazione e l’ambiente sono sicuri se vi sono rischi adottare misure idonee per rimuoverli o evitarli Avvertire : il numero telefonico unico per l’emergenza sanitaria è il 118 attivo su tutto il territorio regionale Soccorrere : agire con calma e determinazione, attivare i soccorsi ( 118 ), iniziare i primi soccorsi salvaguardando la sicurezza dei soccorritori Valutazione Parametri Vitali Livello di Coscienza (LoC) AVPU: Alert (sveglio) Verbal (risposta a stimolo verbale) Pain (risposta a stimolo doloroso) Unresponsive (non risponde) Frequenza Respiratoria (Fr): 10-16 atti respiratori (ispirazione ed espirazione) al minuto (bradipnea / tachipnea) Frequenza Cardiaca (Fc): 50-90 bpm (bradicardia/tachicardia) Polso Arterioso periferico e centrale : presente/assente Pressione Arteriosa sistolica (PAs) / diastolica (PAd): Ipertensione > 160/90 Ipotensione < 85 sistolica ; diastolica anche non valutabile La cassetta o valigetta di pronto soccorso e pacchetto di medicazione Contenuto minimo per Aziende che hanno fino a 3 addetti: 2 paia di guanti sterili monouso 1 Flacone da 1 lt. di soluzione cutanea di Iodopovidone al 10% di iodio 3 Flacone da 250 ml. di Soluzione fisiologica ( sodio cloruro 0,9% ) 3 compresse di garza sterile 10x10 in buste singole 1 compressa di garza sterile 18x40 in buste singole 1 pinzetta da medicazione sterile monouso 1 confezione di cotone idrofilo 1 confezione di cerotti medicati pronti all’uso, di varia misura 1 rotolo di cerotto alto cm 2,5 1 rotolo di benda orlata alta cm 10 1 paio di forbici 1 laccio emostatico 1 confezione di ghiaccio pronto all’uso Sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari Istruzioni sull’uso dei presidi suddetti e sui primi occorsi in attesa del servizio di emergenza sanitaria Contenuto minimo per Aziende che hanno più di 3 addetti 5 paia di guanti sterili monouso 1 visiera paraschizzi 1 Flacone da 1 lt. di soluzione cutanea di Iodopovidone al 10% di iodio 3 Flaconi da 500 ml. di Soluzione fisiologica ( sodio cloruro 0,9% ) 10 compresse di garza sterile 10x10 in buste singole 2 compresse di garza sterile 18x40 in buste singole 2 telini sterili monouso 2 pinze sterili da medicazione sterili monouso 1 confezione di rete elastica di misura media (n. 5-6 ) 1 confezione di cotone idrofilo 2 confezioni di cerotti medicati pronti all’uso, di varia misura 2 rotoli di cerotto alto cm 2,5 2 rotoli di benda orlata alta cm 10 1 paio di forbici 3 lacci emostatici 2 confezioni di ghiaccio pronto all’uso 2 sacchetti monouso per la raccolta di rifiuti sanitari 1 termometro 1 apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa Istruzioni per l’uso dei presidi suddetti e sui primi occorsi in attesa del servizio di emergenza sanitaria Possibili integrazioni delle cassette di soccorso • • • • In generale: H2O2, bende elastiche, coperta isotermica In relazione a specifici rischi: – Bombola di ossigeno, stecche e collare immobilizzanti In caso di elevato rischio traumatologico: – Barella a cucchiaio con cinghie Dotazione per l’autoprotezione: – Guanti non sterili, pocket mask, sapone, asciugamani Ferite ed Emorragie Ferite: lesioni di continuità dei tessuti (pelle, tessuto sottocutaneo, muscoli, organi interni) Emorragie: fuoriuscita di sangue dall’apparato circolatorio con emorragie interne, esterne, da cause mediche o traumatiche. Emorragie interne: il sangue non fuoriesce ma si raccoglie in una cavità corporea Cause traumatiche: Emorragie cerebrali, Emotorace, Emoperitoneo (les. viscerali), Ematomi (fratture ossee). Cause mediche: Emorragie cerebrali, Fissurazione di aneurismi, Ulcere Emorragie interne con sanguinamento all’esterno: possono essere traumatiche o mediche: Epistassi, Sanguinamento dentale, Emoftoe ed emottisi. Ematemesi, Rettorragia, Ematuria, Otorragia Sanguinamenti esterni: ferita da punta, da taglio, da arma bianca, da arma da fuoco, lacero-contuse, con perdita di sostanza, da esposizione di frattura con sanguinamento arterioso (sangue rosso chiaro,sanguinamento violento e pulsante), con sanguinamento venoso (sangue più scuro sanguinamento a nappo), con sanguinamento misto Cosa NON fare : tenere l’arto basso, tamponare con cotone idrofilo, mettere : pomate, polveri, emostatici, disinfettare con Alcool o Tintura di iodio, mettere il laccio emostatico nelle emorragie venose (sanguina più copiosamente) Cosa fare : Lavaggio ( acqua corrente, soluzione fisiologica), Disinfezione ( acqua ossigenata, iodiopovidone, amuchina 0,05%, ecc.), Emostasi (tamponamento diretto con pressione digitale, bendaggio compressivo, arto sollevato, ghiaccio) UTILIZZARE SEMPRE I GUANTI !! Come si chiude una ferita ? cerotti a trazione, sutura semplice e/o complessa, bendaggio compressivo, ghiaccio L’epistassi: posizione eretta o inclinata in avanti, pressione sul naso con due dita, ghiaccio alla radice del naso Emorragia post estrazione dentaria: posizione eretta, compressione con un tampone di cotone, ghiaccio Sia l’epistassi che l’emorragia dentaria possono provocare vomito ematico Corpi estranei ritenuti: non rimuovere (pericolo di emorragia ), bloccare con rotoli di stoffa, e fissare con cerotti, proteggere Amputazione di piccoli segmenti: tamponamento per fermare il sanguinamento, recupero della parte amputata, conservazione della parte amputata Ferite penetranti nel torace: Medicazione a valvola: ritagliare un quadratino di cellophane, appoggiarlo al torace ricoprendo la ferita, attaccarlo con cerotto al torace su tre lati Peculiarità: Ematoma post–traumatico sub-ungueale (unghia nera): immergere in acqua fresca, decomprimere con ago da siringa Antitetanica : Profilassi Passiva (immunoglobuline) e/o Attiva (vaccino) CENNI di ANATOMIA dell’Apparato Locomotore L’apparato locomotore o muscolo-scheletrico è formato da: a. Ossa (206 elementi) b. Articolazioni c. Muscoli Funzioni principali dell’apparato Muscolo-Scheletrico : - sostegno all’organismo - movimento - protezione di organi interni Apparato Locomotore del TORACE: colonna dorsale, coste, clavicole, sterno Apparato Locomotore dell’ ADDOME: colonna lombare Apparato Locomotore del BACINO: colonna sacro-coccigea, creste iliache (ileo), ischio-pube Apparato Locomotore OSSA LUNGHE: omero, radio, femore, ecc. Apparato Locomotore COLONNA VERTEBRALE: 7 vertebre cervicali 12 vertebre dorsali 5 vertebre lombari 5 vertebre sacro-coccigee (Midollo Spinale) (Cranio) TRAUMA Lesione prodotta nell’organismo da cause / forze esterne, capaci di un’azione contundente improvvisa e rapidissima. Segni e sintomi: Dolore Deformazione Edema - Gonfiore Incapacità funzionale Crepitio TRAUMA MINORE Contusioni Distorsioni Escoriazioni ed abrasioni Ferite con sanguinamento venoso Fratture di piccoli segmenti ossei Piccole ustioni TRAUMA MAGGIORE Gravità per dinamica: • Caduto da più cinque metri di altezza • Eiettato dal mezzo • Incarcerato nel mezzo • Schiacciato da un mezzo • Estrinsecazione prolungata ( > 20 min ) Gravità per patologia: • Frattura di due o piu’ ossa lunghe prossimali • Sanguinamento arterioso • Ipotermia • Ustione di 2° e 3° grado > 30% del corpo • Corpo estraneo penetrante • Arresto cardiaco • Trauma del rachide con deficit motori o sensitivi • Deterioramento delle condizioni neurologiche Mortalità per trauma: Entro minuti o secondi: Rottura di cuore o grossi vasi, Lacerazioni del tronco, Lacerazioni dell’encefalo Golden hour: Emo-pneumotorace, Shock emorragico, Rottura di fegato o milza, Ipossiemia, Ematoma cerebrale Giorni o settimane: Infezioni, Insufficienza acuta multiorgano Cosa non fare: mettere in pericolo la propria incolumità, trasportare il traumatizzato lontano dal luogo dell’incidente, se non ci sono PERICOLI INCOMBENTI, muovere il traumatizzato in modo scorretto, somministrare liquidi o alcool per via orale Cosa fare: mantenersi in sicurezza, verificare la dinamica dell’accaduto, verificare le condizioni del traumatizzato : Coscienza Respiro Circolo Sanguinamenti Fratture TIPI di TRAUMA degli arti e delle articolazioni CONTUSIONE: trauma diretto a un segmento corporeo limitato, senza ferite e fratture ossee. Caratteristiche: gonfiore, dolore, ecchimosi (livido) Cosa fare: immergere in acqua fredda o applicare ghiaccio(indirettamente), considerare eventuale possibile valutazione in Pronto Soccorso a seconda della zona interessata o del dolore, gel, creme, pomate. DISTORSIONE: spostamento momentaneo e violento di un osso dalla propria articolazione. Caratteristiche: dolore violento e localizzato all’articolazione colpita, gonfiore immediato e progressivo, limitazione funzionale con movimenti dell’articolazione possibili ma dolorosi. Cosa fare: scoprire l'articolazione mettere a riposo l’articolazione (non caricare) e sollevare, immergere in acqua fredda (almeno mezz’ora) o applicare ghiaccio, immobilizzare l’articolazione, fasciatura compressiva, arto sollevato. Non sottovalutare la distorsione e sospettare comunque una frattura e quindi portare l’infortunato in ospedale per accertamenti ! FRATTURA: alterazione della continuità di un osso, parziale o totale, prodotta da una forza che ne supera i limiti di resistenza, provocando la rottura dell’osso stesso. Nel 97 % dei casi sono di origine traumatica: piccoli traumi, distacchi ossei parcellari, politraumi, fratture pluriframmentarie, fratture associate a lussazione; mentre il 3 % è di origine medica: crolli vertebrali, osteoporosi, fratture patologiche. Caratteristiche: DOLORE - reso ancora più intenso dalla palpazione, IMPOTENZA FUNZIONALE - la parte lesa non può muoversi in modo normale, GONFIORE – dovuto alla raccolta nella zona traumatizzata di sangue e liquido infiammatorio, DEFORMAZIONE – dovuta all’alterata simmetria delle articolazioni. Cosa fare: visualizzare la parte lesa, coprire le ferite con garze sterili, non cercare di far rientrare i monconi ossei, controllare se la vittima muove e mantiene la sensibilità a valle del trauma, controllare presenza polso (polso motilità sensibilità), immobilizzare l’arto a monte e a valle della sospetta frattura; nel dubbio tratta come una frattura certa ! Tipi di frattura: a legno verde, composte, scomposta, scomposta-esposta, a becco di flauto, a più frammenti, articolare LUSSAZIONE: fuoriuscita di un osso dalla sua articolazione Caratteristiche: dolore acuto e localizzato dolore aumenta ad ogni movimento, impossibilità ad utilizzare l’articolazione, presenza di sporgenze ed affossamenti nella zona (articolazione) interessata. Cosa fare: MAI tentare di riportare in condizioni normali l’articolazione, immobilizzare l’articolazione nella posizione in cui si trova, Ghiaccio per ridurre il dolore OGGETTI IMPALATI: stabilizzali in posizione, rimuoverli potrebbe determinare un sanguinamento incontrollabile. Eccezioni: oggetto nella guancia che ostruisce le vie aeree, oggetto nel torace che impedisce la RCP, emorragia incontrollabile a causa dell’oggetto lasciato in sede. TRAUMA CRANICO • non commotivo (senza perdita di coscienza, possibile presenza di lesioni del cuoio capelluto) • fugacemente commotivo (non lesioni cerebrali) • commotivo (grave) Nelle forme gravi il traumatizzato cranico presenta i seguenti sintomi: • sonnolenza, disorientamento • sangue che fuoriesce dal naso, dalla bocca, dall’orecchio • paralisi di un lato del corpo • vomito, vertigine, cefalea Cosa fare: • accertare respiro e battito cardiaco • posizione supina se il paziente è cosciente • non bloccare la fuoriuscita di sangue dagli orifizi • non rimuovere gli oggetti conficcati • attenzione al rischio di vomito • sorvegliare il paziente in attesa del 118 TRAUMA della COLONNA vertebrale Cinetica delle lesioni: Iperestensione, Iperflessione, Compressione, Rotazione, Stress laterale, Distrazione Una lesione della colonna vertebrale può coinvolgere solo la struttura ossea oppure può interessare il midollo spinale contenuto all’interno del canale vertebrale. Caratteristiche (sospettare questa lesione se): l’infortunato lamenta dolore alla schiena, se lamenta formicolio, scosse elettriche, senso di caldo o freddo alle estremità, se è caduto in piedi da un’altezza superiore ai 4 metri, se ha riportato trauma cranico e/o facciale al di sopra della clavicola. L’assenza di dolore non esclude che vi possa essere una lesione della colonna. ATTENZIONE: ricava indizi su un possibile danno spinale da ciò che il paziente lamenta e dal meccanismo di lesione Paziente COSCIENTE: sensibilità (toccare le dita delle mani e dei piedi) motilità (chiedere di muovere le dita delle mani e dei piedi) Paziente INCOSCIENTE: considera tutti i pazienti incoscienti come potenziali portatori di trauma spinale Cosa fare: stabilizzare in posizione neutra, applica il collare cervicale, non lasciare il rachide finchè non è assicurato su un’adeguata struttura, attendi i soccorsi vicino al paziente. MAI LA POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA. Il 40% dei traumatizzati vertebro-midollari con deficit neurologici concomitanti hanno un danno che si verifica in fase di trattamento preospedaliero e in Pronto Soccorso. TRAUMA TORACICO valutazione della scena: cercare indizi per tipo di lesione (Trauma chiuso / Trauma aperto o penetrante) traiettoria seguita corpo contundente arma o oggetto coinvolto distanza o altezza caduta forze applicate 12 gravi lesioni che possono essere prodotte dal trauma toracico: • Ostruzione delle vie aeree • Pneumotorace aperto • Pneumotorace iperteso • Emotorace massivo • Lembo toracico • Tamponamento cardiaco • Contusione polmonare • Contusione miocardica • Rottura bronchiale • Lesione esofagea • Rottura diaframmatica • Rottura dell’aorta toracica Cosa fare: assicurare adeguata ventilazione/respirazione (controllo colore cute e mucose, somministrare ossigeno se disponibile, allertare immeditamente il 118, controllo parametri (stato di coscienza, frequenza respiratoria, frequenza cardiaca, pressione), confezionare una medicazione a valvola su 3 lati se presente una ferita penetrante aperta e soffiante, immobilizzare /stabilizzare un eventuale oggetto impalante, controllare frequentemente in attesa del 118 TRUMA ADDOMINALE Mortalità 10-30% : associate a lesioni di altri sistemi l’emorragia interna può essere severa la tensione (addome duro) la rapida comparsa di segni e sintomi suggerisce una lesione importante attenzione allo sviluppo dello shock Ferite penetranti: • Ferite da arma da fuoco • Hanno un alta mortalità (superiore del 15%) dovute ad un alta frequenza di danno ai visceri addominali • Ferite da coltello • Mortalità 1-2% Possono determinare: fratture di organi solidi: emorragie rottura di organi cavi: alto rischio di peritoniti (grave infezione addominale) strappamento degli organi, sanguinamento dei vasi e delle strutture di sostegno la frattura delle coste basse è associata con un alta incidenza di lesione del fegato, della milza, dei reni (meno frequentemente) Tutte le ferite penetranti addominali devono essere valutate in ospedale Valutazione della scena: cercare indizi per tipo di lesione (Trauma chiuso / Trauma aperto o penetrante) triaiettoria seguita corpo contundente arma o oggetto coinvolto distanza o altezza caduta forze applicate Valutazione: • i segni di lesione intra-addominale normalmente si sviluppano lentamente dopo l’arrivo all’ospedale • la presenza di dolore addominale o di tensione presente sulla scena suggeriscono una lesione molto severa • i pazienti possono probabilmente sviluppare shock • le ferite penetranti dell’alto addome possono causare lesioni toraciche Cosa fare: se possibile somministrare ossigeno, medicare e tamponare le ferite esterne in attesa del 118, controllo parametri (stato di coscienza, FC, Fr,, PA) Se è presente una eviscerazione: coprire gli organi che protrudono con una medicazione sterile umida e/o materiale non aderente. Non tentare di riporre gli organi all’interno dell’addome. Cenni di anatomia del SISTEMA NERVOSO è una struttura complessa che si suddivide in: SNC (Sistema Nervoso Centrale) (cervello midollo spinale) SNP (Sistema nervoso Periferico) (costituito da nervi, ossia diramazioni che collegano il SNC agli organi periferici) Cervello: contenuto nella scatola cranica, avvolto da tre membrane chiamate meningi nel cui spazio è contenuto un liquido (liquor) che, insieme alle meningi, costituisce un sistema di protezione del SNC. Il cervello è sede di tutte le funzioni superiori e centro di regolazione metabolica. Alla base del cervello sono posti il tronco cerebrale (regola l’attività respiratoria e circolatoria) ed il cervelletto; il SNC si prolunga all’interno della colonna vertebrale nel midollo spinale. La colonna vertebrale, composta da 33 ossa vertebrali strutturate ad anello con un canale centrale che protegge il passaggio del midollo spinale e permette la fuoriuscita dei nervi periferici. Cenni di anatomia del CUORE e POLMONI CUORE Il cuore è un muscolo (miocardio), delle dimensioni di un “pugno”, posizionato al centro della cavità toracica, in un’area denominata mediastino; è circondato da un sacco (pericardio); è diviso in una sezione destra ed una sinistra, separate da un setto. Ognuna delle due parti o sezioni si compone di due cavità, una superiore atrio ed una inferiore ventricolo. Le pareti del cuore sono irrorate dalle arterie coronarie che nascono dal primo tratto dell’aorta, appena fuori dal ventricolo sinistro. Tra le principali cause di patologie a danno delle coronarie vi è l’ aterosclerosi, vale a dire una degenerazione della parete delle arterie, legata al progressivo deposito di grassi presenti in eccesso nel sangue (placca aterosclerotica). La placca determina ispessimento delle pareti e perdita di elasticità dell’arteria, con ostacolo del flusso di sangue e riduzione dell’ossigenazione dei tessuti. Insorgono allora patologie quali l’angina, l’infarto miocardico e aritmie anche fatali. POLMONI L’apparato respiratorio è un complesso sistema deputato allo scambio dei gas: l’O2 viene assimilato, mentre la CO2 viene eliminata. L’ingresso dell’aria avviene dal naso e dalla bocca che si raccordano posteriormente nella faringe. La faringe a sua volta si sdoppia: - anteriormente nella laringe che si continua con trachea e bronchi fino ai polmoni, - posteriormente nell’esofago che diventa stomaco e poi intestino I polmoni sono contenuti all’interno della gabbia toracica (costituita da coste, sterno, vertebre e tessuto muscolare e di sostegno) e sono avvolti da una membrana chiamata pleura. Il ciclo inspirazione/espirazione è regolato da alcuni centri nervosi situati nel bulbo (cervello) e da chemorecettori periferici posti sull’arteria carotide e aorta. La respirazione faticosa o difficoltosa si chiama Dispnea a cui corrisponde un aumento del lavoro respiratorio. Questo sintomo può essere associato a numerose patologie: • corpi estranei, edema della glottide • asma, broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) • flogosi delle vie aeree • edema ed embolia polmonare • infarto miocardico acuto, angina • crisi epilettica, coma diabetico La frequenza respiratoria normale è di 10-16 atti/min (eupnea) In pazienti in coma con lesioni cerebrali o intossicazioni possono comparire disturbi, anche gravi, del ritmo respiratorio, quali: • tachipnea: respiro rapido, boccheggiante e superficiale • • respiro in cui si instaurano periodi più o meno prolungati di assenza di respiro (apnea) bradipnea: diminuzione della frequenza respiratoria (< 9 atti/min.) VALUTAZIONE delle FUNZIONI VITALI funzione CEREBRALE funzione RESPIRATORIA funzione CARDIACA Funzione CEREBRALE Disturbo della coscienza: la coscienza è la consapevolezza di sé e dell’ambiente circostante. Principali alterazioni della coscienza: 1. pre-lipotimia : malessere passeggero con ronzii auricolari, appannamento della vista, sudorazione, sensazione di imminente perdita dei sensi 2. lipotimia : malessere con ronzii auricolari, vertigini, appannamento della vista, sudorazione, sensazione angosciata di imminente perdita dei sensi, perdita di coscienza di breve durata 3. sincope : perdita di coscienza improvvisa, generalmente di breve durata, a risoluzione spontanea, senza sintomi premonitori. Cosa fare: posizionare il paziente sdraiato e con le gambe innalzate per favorire il massimo apporto di sangue al cervello, liberare il paziente dagli indumenti stretti, cominciare la rianimazione di base (BLS- valutazioni) se polso assente, mettere il paziente in posizione laterale di sicurezza, se non vi è trauma, mantenere l’osservazione del paziente, chiamare il 118 se non è stato fatto al momento del BLS 4. coma : totale e prolungata perdita della coscienza con mancata risposta a stimoli verbali, tattili, dolorifici. Cause: emorragia o ischemia cerebrale, convulsioni, trauma cranico, disturbi metabolici ed endocrini, infezioni, intossicazioni Cosa fare: allertare immediatamente il 118, verificare e monitorare le funzioni vitali, controllare se vi sono stati traumi o se vi sono emorragie in atto Accidenti Cerebro-Vascolari Acuti deficit della vascolarizzazione che comporta una sofferenza anossica delle cellule cerebrali coinvolte Attacco Ischemico Transitorio ( TIA ): temporanea e limitata disfunzione cerebrale di origine vascolare a rapida instaurazione e altrettanto rapida risoluzione. Ictus cerebrale: grave alterazione acuta ed improvvisa, sempre su base vascolare, delle funzioni cerebrali causa di morte o di deficit neurologici perduranti e a volte permanenti. Cause: la formazione di un trombo o la presenza di un embolo determina un’ostruzione improvvisa di un vaso cerebrale con arresto del flusso sanguigno verso un’area del cervello. Se tale ostruzione si risolve spontaneamente entro pochi minuti non si ha morte cellulare (TIA), che si verifica invece in caso di infarto cerebrale (ictus ischemico). La rottura improvvisa di un’arteria cerebrale o di un aneurisma, oltre a far mancare l’apporto di ossigeno, causa una lesione diretta del cervello a causa della compressione del sangue sulle strutture cerebrali, alterandone il funzionamento (ictus emorragico) Fattori di rischio: • aterosclerosi • età avanzata Segni e sintomi neurologici focali: • ipertensione arteriosa • alterazioni della motilità a carico di un distretto • diabete mellito corporeo più o meno vasto alterazioni della sensibilità a carico di un distretto corporeo più o meno vasto • fumo • disturbi visivi e del linguaggio Segni e sintomi neurologici generali: • disturbi dell’equilibrio • cefalea improvvisa importante • ronzii auricolari • lipotimia e sincope • difficoltà alla deglutizione • alterazioni dello stato di coscienza • convulsioni • • • alterazioni del respiro amnesia, sudorazione algida perdita controllo sfinteri Convulsioni clinicamente la crisi convulsiva può manifestarsi in molti modi, ma l’evenienza più frequente è quella di una forma cosiddetta generalizzata ( grande male) in cui possono riconoscersi tre fasi in successione temporale: fase tonica fase clonica fase post-critica 1. Fase tonica improvvisa perdita di coscienza e caduta a terra rigidità, talora apnea anche prolungata (durata circa 30”) 2. Fase clonica contrazioni violente e ritmiche, bava alla bocca, cianosi, perdita di feci e urine (durata da 1-2 sino a 5 minuti) 3. Fase post-critica periodo d’incoscienza definito post-critico stato confusionale, cefalea (durata da pochi minuti sino a 30-60 minuti) Cosa fare: - allertare il 118 - proteggere il paziente da eventuali traumi accidentali - non cercare di immobilizzare con la forza - posizionare un oggetto morbido tra i denti per evitare morsicature (non oggetti metallici) - tenere il paziente supino - allentare gli abiti - valutare i parametri vitali - controllare il paziente in attesa del 118 - posizione laterale di sicurezza, se c’è vomito Disturbi Metabolici ed Endocrini Crisi Ipoglicemica : - senso di fame - ansietà, tachicardia, tremori - affuscamento visus - sudorazione - confusione, aggressività, irrequietezza - alterazione stato di coscienza Cosa fare: somministrare per os zucchero sciolto in acqua se il soggetto è cosciente, se incosciente chiamare immediatamente il 118 Funzione RESPIRATORIA Insufficienza Respiratoria l’insufficienza respiratoria si ha quando il polmone non può assicurare un’adeguata ossigenazione del sangue arterioso. Può essere dovuta ad ostruzione vie aeree, inalazione di sostanze tossiche, liquido che occupa lospazio aereo degli alveoli (edema polmonare, s. da sommersione); La severità del quadro clinico può arrivare fino all’arresto respiratorio. cause mediche: malattie polmonari, bronchiali, cardiache e delle prime vie aeree cause traumatiche: corpi estranei inalati, traumi del torace, annegamento/sommersione, folgorazione cause tossiche: intossicazioni da gas ambientali, da fumo, farmaci o droghe (eroina, ecc.) Il soggetto con insufficienza respiratoria da inalazione, cosciente, deve essere messo in posizione semiseduta in attesa del 118 Nel soggetto vittima di insufficienza respiratoria da inalazione ed incosciente è necessario assicurare la pervietà delle vie aeree, controllare le funzioni vitali, chiamare il 118 Attacco Asmatico L’asma è una malattia caratterizzata da una infiammazione delle vie aeree e da una iper-reattività della muscolatura bronchiale a diversi stimoli. L’attacco asmatico si caratterizza per un diverso grado di ostruzione delle vie aeree e può portare all’arresto respiratorio. Cosa può scatenare l’attacco asmatico: • reazioni allergiche, infezioni • inalazioni di sostanze irritanti (vapori, solventi, fumi) • stress, esercizio fisico, emotività Cos’è: è una difficoltà respiratoria improvvisa, causata da spasmo della muscolatura bronchiale, con conseguente riduzione del calibro dei bronchi. Come riconoscerlo: • difficoltà prevalentemente espiratoria • rumori espiratori, fischi, udibili anche da chi sta vicino al paziente • tosse secca, sforzo dei muscoli respiratori del torace. • il paziente è agitato, tende a mantenere la posizione seduta Cosa fare: attivare i soccorsi rassicurare la persona porla in posizione seduta allentare abiti troppo stretti sul torace coprirla per mantenere il calore corporeo sorvegliarla e assisterla nell’attesa dei soccorsi Scompenso Cardiaco / Edema Polmonare Acuto Cauase: 1) Cardiache (insuff. card. dx e sin, aritmie, infarto miocardico, steno-insuff. valvolare, picco ipertensivo persistente associato a patologie cardiache preesistenti 2) Trauma (s. da sommersione) Sintomi: 1. Difficoltà a respirare (vari livelli), soprattutto in posizione distesa 2. Pallore cutaneo con labbra ed unghie grigio/bluastre 3. Sudorazione profusa ed algida 4. Agitazione 5. Ipertensione od ipotensione (più grave) 6. Tachiaritmia o bradicardia Cosa fare: 1. Posizione seduta o semiseduta 2. Ossigeno in ventimask se possibile 3. Evitare qualsiasi movimento attivo od affaticamento del paziente 4. Se il quadro appare grave e con rapida evoluzione, prepararsi ad affrontare una RCP 5. In attesa dell’ambulanza Funzione CARDIACA Dolore Toracico Cardiaco (toracoalgia) E’ provocato da una riduzione dell’apporto di ossigeno, che è assicurato al cuore dalle arterie coronariche. Se si riduce la pervietà di queste arterie si riduce l’apporto di ossigeno. Caratteristiche del dolore toracico cardiaco: - sede del dolore: retro-sternale, stomaco - irradiazione: gola, mandibola, spalla sinistra, braccio sinistro, mano sinistra - accompagnato da: sudorazione profusa fredda, - nausea, vomito, angoscia, agitazione Angina pectoris: è caratterizzata da un dolore toracico dovuto ad un restringimento temporaneo dei vasi coronarici: le coronarie restringendosi provocano una diminuizione dell’apporto di sangue al cuore (ischemia transitoria < 30 min). - dolore sternale irradiato spalla, braccio, collo a sinistra - pallore - sudorazione algida - ansia - difficoltà respiratorie Cosa fare: - tranquillizzare il paziente - impedire sforzi o movimenti - adagiarlo in posizione semiseduta - controllare polso e respiro - chiedere se ha già manifestato in passato episodi analoghi e se assume farmaci per il cuore - se sì, aiutarlo ad assumere i suoi farmaci abituali INFARTO Miocardico Acuto (IMA) E’ una condizione clinica in cui si verifica uno squilibrio acuto tra le richieste di sangue del miocardio (muscolo cardiaco) e la capacità dellecoronarie (vasi che conducono il sangue per la nutrizione del cuore) di assicurare tale apporto. Il dolore è prolungato e produce una lesione. Cosa fare: - tranquillizzare il soggetto - fargli assumere la posizione semiseduta, con gli arti inferiori declivi - allentare eventuali indumenti stretti sul torace - se al chiuso, aerare adeguatamente l’ambiente - nel soggetto incosciente, valutazioni BLS Fare attenzione: l’infarto può evolvere nell’arresto cardiaco SHOCK: è una sindrome complessa e molto pericolosa; può iniziare con una lipotimia e una sincope. Come riconoscerlo: il soggetto si presenta confuso o in uno stato di torpore, freddo, pallido con le estremità a chiazze, respiro rapido e superficiale, polso frequente e difficile da palpare Tra le cause vi possono essere emorragie ed ustioni, infarto miocardico, reazioni allergiche gravi ad es. da puntura di insetti. Cosa fare: è un’emergenza assoluta: • chiamare immediatamente il sistema di emergenza 118 • posizionare il paziente disteso supino con gli arti sollevati • ricoprirlo per evitare ipotermia • se è evidente una perdita di sangue esterna, comprimere sul punto di sanguinamento con delle garze o un fazzoletto pulito • non somministrare bevande Patologie da Condizioni Ambientali Ostili colpo di calore / colpo di sole ipotermia congelamento Colpo di Calore - Colpo di Sole: la permanenza prolungata in ambienti surriscaldati può provocare patologie diverse, riunite sotto la definizione di “patologie da calore”. Sono: • la sincope da calore • i crampi muscolari da calore • l’esaurimento da calore • il colpo da calore Segni e sintomi: colorito del volto rosso acceso elevata temperatura corporea (oltre 40°) volto quasi inespressivo, soggetto irritabile pelle secca e molto calda alterazioni della respirazione andatura incerta possibile perdita di coscienza Cosa fare: • togliere gli indumenti • trasportare la vittima in un luogo fresco e ventilato • porre il soggetto sdraiato con le spalle leggermente sollevate • spugnare con acqua fredda, applicare borse di ghiaccio e, se possibile far bere bevande fredde IPOTERMIA (Assideramento): abbassamento della temperatura corporea sotto i 34° ( a volte utilizzata a scopo terapeutico); è favorita da traumi cranici e dall’etilismo. Sintomi : • brividi iniziali, aumento della frequenza respiratoria inizialmente alterazioni della parola e dei movimenti, disinteresse per la situazione, ipersonnia • rigidità muscolare • alterazioni della coscienza fino al coma I casi di assideramento sono in genere collegati ad incidenti in montagna, ma anche ad intossicazioni da alcool, monossido di carbonio, digiuno prolungato, danno midollare, danno metabolico. La mortalità è direttamente correlata alla temperatura e alla durata dell’esposizione. Tra i 35° e i 32° la mortalità è del 30% Tra i 31° e i 26° la mortalità è del 45% Sotto i 26° la mortalità è del 65-80% Cosa fare: • tempestività dell’intervento • evitare che il paziente si raffreddi ulteriormente: • protezione dal vento, indumenti caldi e asciutti, borse d’acqua calda avvolte in panni, coperte isolanti muovere il paziente il meno possibile, se ipotermia medio-grave Quando la temperatura scende sotto i 24° i muscoli diventano rigidi come marmo, quindi sopraggiunge la morte. Ricordiamoci che il freddo rallenta la degenerazione cellulare e quindi la morte cellulare (funzione protettiva del freddo sulle cellule cerebrali); pertanto è possibile un completo recupero delle funzioni vitali anche se la vittima è rimasta ipotermica per un lungo periodo. Una grave ipotermia può portare alla” morte apparente” che potrà essere confermata soltanto dopo aver riscaldato la vittima ad una temperatura > di 33°C. Durante tutto il periodo di riscaldamento dovrà essere garantita una rianimazione cardio-polmonare. I limiti di tolleranza prima che insorga un danno ipossico cerebrale in caso di arresto cardiaco da ipotermia sono: - 10’ a 30° - 25’ a 25° - 60’ a 16° CONGELAMENTO: lesioni di sezioni del corpo per esposizione prolungata a basse temperature. La pelle, prima del congelamento, può apparire arrossata, ma successivamente si presenta bianca o grigio giallastra. Vi può essere o no dolore. Cosa fare: • coprire la regione congelata con indumenti o coperte (riscaldare lentamente), non strofinare • portare la persona al coperto al più presto possibile • non applicare borse di acqua calda, non mettere vicino a fonti di calore Allergie, Avvelenamenti, Intossicazioni ALLERGIA Esagerata reattività dell’organismo verso particolari sostanze ( allergeni ) L’organismo produce anticorpi che, anziché contrastare l’allergene, diventano essi stessi allergizzanti, in soggetti particolarmente predisposti !!! Malattie Allergiche: Rinite allergica Febbre da fieno stagionale Asma bronchiale Orticaria Orticaria gigante ed edema di Quinke Dermatite eczematosa da contatto Congiuntivite primaverile Otite sierosa Gastrite ed enterite allergica Cefalea essenziale Vari tipi di artrite Reazione locale (allergie da contatto, punture d’insetto) : arrossamento cutaneo circoscritto, possono aggravarsi a causa di infezioni batteriche. Reazione sistemica ( punture di particolari insetti, alimenti, farmaci ecc.) 1° grado: arrossamento cutaneo diffuso, pizzicore alla gola 2° grado: gonfiore cutaneo esteso, crampi 3° grado: difficoltà a deglutire e a respirare, soffocamento 4° grado: perdita di coscienza, shock anafilattico Allergie da punture di insetto: Reazioni locali, cause più comuni : Reazioni locali e sistemiche, cause più comuni : Cosa fare ? scorpioni, tafani, zanzare api, vespe, calabroni rimuovere l’eventuale pungiglione, disinfettare la lesione (con disinfettanti non colorati), applicare una borsa con ghiaccio sulla parte lesa, ammoniaca (MA SOLO DILUITA !!!), pomate cortisoniche (MA SOLO se non c’è INFEZIONE !!!) Se reazione sistemica, attivare il 118. Allergia e avvelenamento: Reazione locale ed immissione di sostanze velenose: nel mondo: scorpioni, ragni, serpenti, pesci, ecc.; in Italia: pesci ragno (medusa, pesce gatto, scorfano, razza) e vipere Puntura di Pesce Ragno (trachinus ragno): causata dal contatto accidentale con la pinna dorsale del pesce, caratterizzata da dolore acuto, gonfiore ( edema ), arrossamento locale. Cosa fare: Immergere prima possibile la parte lesa in acqua calda !!! ( tossina termolabile ) Morso di vipera: l’ azione tossica del veleno si manifesta con gonfiore ( edema ), arrossamento, dolore, petecchie, ecchimosi, flittene, linfangite, adenopatia in sede di morso, raramente con congestione delle mucose, contratture e spasmi muscolatura liscia, emorragie multiple (fino alla CID), ipotensione, shock, paralisi dei muscoli respiratori, sopore, fascicolazioni, convulsioni, paresi, ptosi, palpebrale e diplopia La tossicità (lesione di grado 0-1-2-3) dipende da: sede del morso, quantità di veleno inoculato, condizioni del soggetto Morso. L’azione tossica del veleno può durare parecchi giorni. Cosa non fare: incisione e suzione della ferita, laccio emostatico, siero antiofidico iniettato localmente sc. opp. im Cosa fare: allertare il 118, calmare e sdraiare il paziente, bendaggio compressivo dell’arto, ghiaccio o acqua fredda in sede di morso, siero antiofidico (solo ev e solo in Ospedale dal 2003), oppure Fab (Fragment antigen binding) “frammenti anticorpali, antiofidici” se compare una lesione di 2°-3° grado (10-15%) tra 6-16 ore (comparsa di segni generali: alterazione parametri emocoagulativi, ipotensione grave e shock, sintomi grastroenterici importanti e prolungati, aritmie cardiache, dispnea, edema imponente dell’arto coinvolto) Punture di zecca (Ixodes ricinus): la zecca dei boschi attacca anche l’uomo e può trasmettere la malattia di Lyme (infezione batterica da borrelia burgdorferi). La zecca del cane anche se raramente può attaccare l’uomo, non trasmette la malattia di Lyme. Sintomi locali di allergia: prurito (che ci rivela il punto in cui è attaccata ), modico arrossamento (che può rimanere per molti giorni). Sintomi della malattia di Lyme: comparsa di chiazza rossastra tondeggiante che si allarga sempre di più, schiarendosi al centro (eritema migrante dopo 1-30 giorni), febbre, malessere generale, artralgie diffuse (dopo mesi), disturbi nervosi, cerebrali e cardiaci (anche dopo anni), coma. Cosa fare: non usare mezzi impropri per togliere la zecca come oli, trielina, ammoniaca, calore, ecc., Rimuovere la zecca afferrandola con una pinza da ciglia più vicino alla cute possibile e tirandola verso l’alto, rimuovere i rostri con un ago sterile e disinfettare con soluzioni non colorate, controllare la ferita per 30/40 giorni, se appare una chiazza rossastra, tondeggiante, recarsi dal medico per terapia antibiotica. Patologia da INCENDIO fumi tossici traumi ustionato = intossicato la vittima di un incendio può essere intossicata senza essere ustionata, al contrario ustioni gravi sono sempre concomitanti con una intossicazione da fumo. Principali cause di morte relative ad incendi: 1. contatto diretto con le fiamme 32.4% temperature troppo elevate 2. deficit di O2 57.6% CO altri gas tossici fumi 3. panico 10% effetti meccanici ustioni Nel soccorso di una vittima coinvolta in un incendio bisogna considerare: - molte vittime contemporaneamente possono subire lesioni di diversa tipologia - anche persone apparentemente illese possono peggiorare successivamente (vedi inalazione di gas e fumi irritanti, panico, ecc.) - i rischi connessi all’incendio possono danneggiare gli stessi soccorritori Inalazioni di fumi: Incendi di dimensioni limitate possono possono generare grandi quantità di fumo. Il fumo impedisce la visibilità e rende difficoltosa la respirazione. I fumi possono danneggiare le vie aeree a tre livelli: - glottide: infiammazione ed edema con conseguente grave compromissione respiratoria - trachea e bronchi: corrosione della mucosa, deposizione di fuliggine; la sintomatologia può insorgere anche dopo 48 h - parenchima polmonare: edema polmonare acuto Come sospettare e valutare l’intossicazione da fumo: • circostanza • irritazione di occhi e gola • fuliggine: presenza nelle secrezioni • ustioni: colorazione nerastra intorno alle labbra, al naso e alla bocca • disfonia (voce rauca) • disturbi respiratori: sensazione di soffocamento, dispnea, polipnea, sibili e rantoli • stato di coscienza: alterazioni anche transitorie o stato confusionale Cosa fare: • spostare rapidamente il paziente in un’area non contaminata da fumo, mantenendo l’allineamento del rachide durante lo spostamento • chiamare il 118 • garantire la pervietà delle vie aeree Ustioni: le ustioni sono lesioni acute da calore provocate direttamente dalla fiamma o da contatto con solidi, liquidi e vapori ad alta temperatura. Sono ustioni anche le lesioni da causticazione chimica da acidi e basi forti e le lesioni da corrente elettrica. Rappresentano una delle esperienze più dolorose che una persona possa provare. La causa può essere: TERMICA da fiamme, radiazioni, liquidi bollenti ed oggetti roventiCHIMICA- da vari acidi, basi e sostanze caustiche ELETTRICA da corrente elettrica LUCE da intensa e prolungata esposizione alla luce, anche solare (vedi frequente congiuntivite attinica) RADIAZIONI da una fonte di tipo nucleare Possono essere classificate in tre gradi in base alla profondità della lesione: 1° grado: ustione superficiale, si presenta come un arrossamento cutaneo (eritema) 2° grado: compaiono bolle o/e vescicole (flittene) e dolore 3° grado: distruzione di tutti gli strati della cute ed anche dei tessuti sottostanti (cute carbonizzata), poco dolorose perché sono lese anche le terminazione nervose sensitive. 4° grado: carbonizzazione Regola del nove (9) per il calcolo della superficie corporea interessata dalla ustione: Per facilitare il conteggio, si può considerare la superficie del palmo della mano del paziente pari al 1%. L’ustione che occupa una superficie > del 10% negli adulti e del 5% nei bambini, può comportare squilibri di carattere generale, quindi da considerare grave. Sono considerate gravi anche le ustioni che interessano il tratto respiratorio, i tessuti molli e le ossa, le ustioni di 2° e 3° al viso, inguine, mani, piedi ed articolazioni principali, le ustioni in persone di età > 60 anni ed < a 8 anni Inoltre nelle ustioni esiste il pericolo di infezioni, disidratazione, shock. Cosa fare: Ustioni di 1°: bagnare con acqua fresca, asciugare con garze sterili senza strofinare, asciugare le restanti parti anche con talco Tutte le altre ustioni: bagnare con acqua fresca preferibilmente sterile, medicare asetticamente, non usare cotone, soffocare eventuali fiamme presenti sul corpo, verificare se il paziente è cosciente, attivare tempestivamente il 118, non rimuovere abiti che aderiscono alle ustioni, ma ritagliarli intorno alla lesione, non applicare pomate o sostanze grasse o ghiaccio, dare da bere, posizione antishock nelle ustioni di 3° grado, se è il caso, valutazioni come da BLS In caso di ustioni da corrente elettrica cercare sia l’ustione d’entrata che d’uscita della corrente e trattarle entrambe come ustioni di 3° grado. In caso di ustioni chimiche lavare con acqua corrente in abbondanza. Ricordare che l’ac. solforico e la calce viva reagiscono con l’acqua producendo calore, quindi il lavaggio va proseguito per almeno 10’. Lesioni da sostanze Chimiche: Possono essere causate da una sostanza o un preparato allo stato solido, liquido o gassoso, che interagendo con l’organismo, causano danni alla integrità tegumento e salute. Le principali vie di penetrazione degli agenti chimici nell’organismo sono: inalazione ingestione contatto con la cute e mucose L’ entità della lesione è legata alle caratteristiche dell’agente chimico: quantità di sostanza assorbita, durata dell’esposizione. Rischi possibili: irritazioni o lesioni del derma e delle mucose, intossicazioni acute, intossicazioni croniche. Caratteristiche degli agenti chimici: • irritanti: quando a contatto di cute e mucose possono causare una reazione infiammatoria • corrosivi: quando a contatto con i tessuti possono avere un’azione corrosiva • tossici: quando per inalazione, ingestione o penetrazione cutanea possono comportare rischi lievi, moderati o gravi per esposizione acuta o cronica • cancerogeni: determinano nel tempo un aumento delle probabilità di sviluppo di una malattia tumorale Cosa fare in caso di ingestione di sostanze tossiche: raccogliere informazioni sull’evento ed eventuali flaconi e\o etichette delle sostanze ingerite contattare la C.O. 118 che avvertirà il Centro Antiveleni per eventuali istruzioni conservare e portare in pronto soccorso l’eventuale vomito per l’identificazione della sostanza tossica ingerita Cosa fare in caso di inalazione: utilizzare maschere adeguate allontanare il paziente dalla fonte di intossicazione ed identificarla mantenere pervie le vie aeree posizione laterale di sicurezza per il vomito togliere gli abiti e conservarli (indossare guanti) contattare la C.O. 118 e seguire le istruzioni Lesioni chimiche agli occhi (assorbimento attraverso mucose): le sostanze acide fanno precipitare le proteine nel tessuto e producono una barriera naturale che rallenta o impedisce la penetrazione della sostanza chimica; gli alcoli invece distruggono le membrane cellulari e consentono una rapida penetrazione del caustico ed un ampio danno tissutale. Cosa fare: lavaggio oculare abbondante e continuo forzando la apertura delle palpebre (data la presenza di blefarospasmo) per consentire il lavaggio, proteggere l’occhio con garza sterile. Lesioni da assorbimento cutaneo: togliere gli abiti intrisi di sostanza tossica, lavare abbondantemente la cute e gli occhi, se interessati. Sostanze chimiche di uso più frequente: acidi e basi forti (acido cloridrico, idrossido di sodio), usati nei laboratori come diluenti, conservanti…. acidi organici (acido formico, acetico...), usati per allestire preparati aldeidi e chetoni (formaldeide, tuttora il fissativo più usato) alcoli, eteri, idrocarburi aromatici e alogenati (come solventi, diafanizzanti) TRAUMI DA ELETTRICITA’ sono dovuti di frequente a ignoranza, negligenza, imprudenza, incoscienza Possono causare: una semplice scossa non grave, importanti contrazioni muscolari con rischio di strappi, ferite o fratture se la vittima è proiettata ustioni compromissione delle funzioni vitali fino all’arresto cardio-respiratorio Elettrocuzione: una scarica accidentale di una corrente elettrica sia naturale che artificiale attraverso l’organismo umano. Questo può provocare effetti nocivi e/o letali sull’organismo a seconda dell’intensità della corrente e del tempo di esposizione, cioè della quantità di elettricità che attraversa l’organismo. La scarica può provocare infatti ustioni e addirittura folgorazione. Essa agisce sulla muscolatura provocando crampi ed agisce sul sistema nervoso provocando paralisi. Le tensioni maggiori sono le più pericolose, tuttavia sono a rischio anche le cosiddette “basse tensioni”. L’alta tensione “respinge” e quindi il contatto avviene per breve tempo e l’infortunato può essere salvato mediante idonee manovre rianimatorie; le basse tensioni invece provocano crampi alle mani, che impediscono il distacco dalla fonte della scarica, ed alla gola, che non consentono di chiamare soccorso. Folgorazione: una scossa molto forte che provoca blocco dei muscoli, ustioni anche gravi e attraversando il cuore, può portare fino ad arresto respiratorio e cardiaco. Gli effetti del passaggio di corrente variano a secondo che si tratti di corrente continua o alternata. A parità di tensione (volt) la corrente alternata è 4-5 volte più pericolosa della corrente continua. Anche per intensità di c.a. relativamente deboli, si può avere una fibrillazione ventricolare se la c. a. attraversa il torace (il contenuto ematico del cuore è un buon conduttore). Per tensioni > a 5000 volt la scarica elettrica può avvenire senza contatto, a distanza di 5-20 cm dal conduttore Cosa fare: essere prudenti, eliminare la causa prevenire i rischi, non intervenire senza certezza che la corrente siainterrotta, posizione laterale di sicurezza se la vittima è incosciente, ventilazione/massaggio cardiaco se è in arresto cardiorespiratorio (BLS), allertare o far allertare il 118. CENNI di ANATOMIA e FISIOLOGIA CARDIO-POLMONARE Il cuore è un muscolo (miocardio), delle dimensioni di un “pugno”, posizionato al centro della cavità toracica, in un’area denominata mediastino; è circondato da un sacco (pericardio); è diviso in una sezione destra ed una sinistra, separate da un setto. Ognuna delle due parti o sezioni si compone di due cavità, una superiore atrio ed una inferiore ventricolo. Le pareti del cuore sono irrorate dalle arterie coronarie che nascono dal primo tratto dell’aorta, appena fuori dal ventricolo sinistro. Tra le principali cause di patologie a danno delle coronarie vi è l’ aterosclerosi, vale a dire una degenerazione della parete delle arterie, legata al progressivo deposito di grassi presenti in eccesso nel sangue (placca aterosclerotica). La placca determina ispessimento delle pareti e perdita di elasticità dell’arteria, con ostacolo del flusso di sangue e riduzione dell’ossigenazione dei tessuti. Insorgono allora patologie quali l’angina, l’infarto miocardico e aritmie anche fatali. L’ apparato respiratorio è un complesso sistema deputato allo scambio dei gas: l’O2 viene assimilato, mentre la CO2 viene eliminata. L’ingresso dell’aria avviene dal naso e dalla bocca che si raccordano posteriormente nella faringe; la faringe a sua volta si sdoppia: - anteriormente nella laringe che si continua con trachea e bronchi fino ai polmoni, - posteriormente nell’esofago che diventa stomaco e poi intestino I polmoni sono contenuti all’interno della gabbia toracica (costituita da coste, sterno, vertebre e tessuto muscolare e di sostegno) e sono avvolti da una membrana chiamata pleura. Il ciclo inspirazione/espirazione è regolato da alcuni centri nervosi situati nel bulbo (cervello) e da chemorecettori periferici posti sull’arteria carotide e aorta. Dispnea: respirazione faticosa o difficoltosa a cui corrisponde un aumento del lavoro respiratorio. Questo sintomo può essere associato a numerose patologie: • corpi estranei, edema della glottide • asma, broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) • flogosi delle vie aeree • edema ed embolia polmonare • infarto miocardico acuto, angina • crisi epilettica, coma diabetico Frequenza respiratoria (Fr) nell’adulto: normale è di 10-16 atti/min (eupnea). In pazienti in coma con lesioni cerebrali o intossicazioni possono comparire disturbi, anche gravi, del ritmo respiratorio, quali: • tachipnea: respiro rapido, boccheggiante e superficiale • respiro in cui si instaurano periodi più o meno prolungati di assenza di respiro (apnea) • bradipnea: diminuzione della frequenza respiratoria (< 9 atti/min.) RIANIMAZIONE CARDIO-POLMONARE di BASE (BLS) La morte cardiaca improvvisa è molto più frequente di quanto si possa pensare e può essere preceduta da una serie di segni e sintomi: • dolore toracico localizzato alle braccia, mandibola, gola, dolore simile al mal di stomaco • difficoltà respiratoria, senso di malessere e debolezza • nausea, vomito, sudorazione • durante lo sforzo o anche a riposo No coscienza No respiro cioè decesso No circolo Arresto cardiaco No ossigeno Pochi minuti per intervenire prima che i danni cerebrali divengano irreversibili. Lesioni Cerebrali, CATENA DELLA SOPRAVVIVENZALA tempestività è la chiave della sopravvivenza BLS precoce riconoscimento ed allarme precoci ALS precoce Defibrillazione precoce La probabilità di successo della defibrillazione diminuisce rapidamente nel tempo: 10% circa per minuto trascorso (in assenza di RCP), la RCP immediata praticata dagli astanti può triplicare la sopravvivenza. BLS da solo non riesce di solito a ripristinare la circolazione e la respirazione spontanea, ma permette di guadagnare tempo nell’attesa che arrivino i soccorsi qualificati che possono agire con più efficacia sulle cause dell’evento. Metodo ABC: A : allertare il sistema di soccorso se la vittima non risponde (incosciente) chiedi aiuto e fai allertare il Sistema di Emergenza Sanitaria A : posizionare la vittima, apertura delle vie aeree se la vittima non risponde (incosciente) e non è supina: ruotala sul dorso, apri le vie aeree Riassumendo: valuta lo stato di coscienza, allerta il sistema di soccorso, posiziona la vittima, apertura delle vie aeree, rimuovi corpi estranei visibili, non togliere dentiere ben posizionate B : respirazione (respira normalmente?) mantenendo aperte le vie aeree: Guarda Ascolta Senti se respira per 10 sec., non tenere conto di deboli tentativi di respirazione • se paziente non cosciente ma attività respiratoria presente (respira) e non evidenza di trauma, posizione Laterale di Sicurezza (PLS), dopo 30’ cambia lato controlla che continui a respirare chiama o fa’ chiamare il 118 • se paziente non cosciente o non respira normalmente far chiamare il 118, se sei solo, allontanati per chiamare il 118 C : circolazione se non è cosciente e se non respira, allora attività cardiaca compromessa, quindi localizza il centro dello sterno e inizia le compressioni toraciche (30 compressioni / 2 ventilazioni, frequenza compressioni 100/min con profondità 4-5 cm, stessa durata compressione e rilasciamento) dopo le 30 compressioni toraciche, insuffla 2 volte lentamente (circa 1 sec.) tenendo aperte le vie aeree Continua : 30 compressioni / 2 ventilazioni Continuare le manovre di rianimazione fino a: • arrivo dei soccorsi • ripresa del circolo, respiro e coscienza (vedi segni indiretti) • esaurimento delle forze Ripercorre le sequenza ABC se comparsa segni di circolo Conclusioni: 1. la rianimazione cardio-polmonare iniziata SUBITO da chi assiste ad un arresto cardiaco può raddoppiare o triplicare la sopravvivenza 2. la rianimazione cardio-polmonare va effettuata con la massima tempestività e con la massima continuità OSTRUZIONE DA CORPO ESTRANEO negli adulti spesso causata dal cibo, abitualmente testimoniata OSTRUZIONE PARZIALE - dispnea, tosse, possibili sibili inspiratori OSTRUZIONE COMPLETA - impossibilità a parlare, respirare, tossire - segnale universale di soffocamento (mani alla gola) - rapida cianosi - possibile perdita di coscienza Se cosciente: ostruzione è parziale incoraggia la vittima a tossire. Non fare altro ostruzione completa (la vittima diventa debole, smette di tossire o di respirare) : - dai fino a 5 colpi dorsali fra le scapole - se i colpi non hanno effetto, manovra di Heimlich (compressioni addominali) in piedi - continua alternando 5 colpi dorsali e 5 compressioni addominali Se incosciente: - accompagna con cautela il soggetto fino a terra - chiama o fa’ chiamare il 118 - inizia RCP (30:2) indipendentemente dalla presenza di circolo - controlla il cavo orale prima delle ventilazioni e rimuovi corpi estranei solo se visibili (con pinze o aspiratore)