ASOS: Intervista su ROMAONE.IT
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ASOS: Intervista su ROMAONE.IT
In giro c'è qualc'Asos di speciale Roma, 4 giugno 2007 Un nome d'arte che inganna due volte: uno perché sembra di trovarsi davanti una band, due perché richiama un'idea di solitudine, asocialità. Asos, invece è Lorenzo Fondi, cantautore romano solista anche se si "arrangia a suonare qualunque strumento", e il nome è un retaggio d'infanzia, adottato nel significato di unicità, uscita dagli schemi, originalità. RomaOne.it lo ha intervistato in occasione dell'uscita del suo primo album, Q-disc, prodotto dalla APbeat che lo vende on line al prezzo eccezionale di 3.96 euro e per parlare anche della cover di 'Ho in mente te' degli Equipe 84 legata a una campagna di prevenzione degli incidenti stradali. Perché questo nome, Asos? "È un soprannome di quando avevo 16 anni, me lo hanno affibbiato gli amici in vacanza. L'ho adottato nella mia carriera perché viene da un bel ricordo di amicizia e perché loro sono i primi con i quali ho suonato. Secondo me comunica l'idea che ognuno è unico e speciale e per sfondare non deve per forza seguire la moda, ma il proprio istinto". Come è iniziata la tua carriera? "Con le cover. Ci divertivamo con gli amici prima in garage e poi in giro per locali, poi ho iniziato a scrivere cose mie, parole e musica, finché non ho conosciuto il mio attuale produttore esecutivo, Nicola Lobriglio e l'etichetta APbeat di Andrea Amati, arrangiatore di Morandi". Perché è meglio essere prodotti da una indie? "In realtà ci sono anche altre strade, ma in questo modo, quando arriverò al successo, non dovrò renderne conto a nessuno. I musicisti che sono prodotti da queste etichette sono liberi, soprattutto dal punto di vista artistico. Il problema è piuttosto dell'opinione pubblica che tende a considerare artista solo chi arriva in cima alla classifica". Chi è che oggi riesce a sfondare nella musica secondo te? "Il personaggio, quello che emerge naturalmente, ma ci vuole coerenza, non solo qualità. Io sono convinto di averne, ma so che non dipende solo da me, tartasso le radio continuamente! Ti rivelo un piccolo segreto: spesso telefono da un altro numero e mi spaccio per il manager di Asos, spesso se sentono una struttura dietro di te ti danno retta! E poi anche la promozione è difficile: io ad esempio, ho lasciato 1500 copie di Q-disc sui parabrezza delle auto! Ho avuto fortuna perché ho beccato anche la macchina di Max Mele di Rds che poi ha parlato di me in radio". Molti musicisti originali polemizzano con i gestori dei locali che preferiscono dare le serate alle cover. Tu come ti poni? "È vero, ma l'offerta dipende dalla domanda, quindi dal pubblico, e a volte i direttori artistici hanno le mani legate dal sistema. Uno dei criteri di selezione fondamentali dovrebbe essere la resa sul palco, che non è scontata per chi è molto bravo in studio, dove si può comunque camuffare molto. Io in un concerto non propongo solo pezzi miei, ma anche cover importanti, per mantenere viva l'attenzione e dare al pubblico quello che vuole, così, magari, dopo aver cantato a squarciagola il capolavoro di turno, saranno più attenti al brano che viene dopo e, in genere, ottengo lo stesso entusiasmo". A che genere musicale senti di appartenere? "Possiamo dire rock. Mi lascio ispirare da artisti come Vasco, gli Aerosmith, Bon Jovi, che hanno momenti 'duri', ma anche ballate di grande dolcezza". A che pubblico ti rivolgi o pensi di piacere? "Sicuramente a mia mamma! No, scherzo, non mi pongo questa domanda perché non costruisco quello che scrivo, ma viene da sé, uso ciò che vedo, che vivo o che forse vivrò. Credo che l'istinto nell'arte sia la cosa più importante". La tua musica si apprezza di più dal palco o su cd? "Secondo gli addetti ai lavori, nel live esprimo meglio il mio carisma, ma io penso che le sfumature si colgano meglio a casa. Certo, dipende molto dallo stato d'animo...". Il tuo cd è in vendita on line a 3.96 euro e su i-Tunes... "I-tunes è fantastico! Permette di scaricare anche brani singoli a meno di un euro, così la gente non può più dire che i cd costano troppo! Anche questo è un modo per essere 'asociali' contro le radio che t'impongono cosa ascoltare. My Space, invece, è troppo grande, prima era una novità, ora ci sono tutti, è difficile trovare cose particolari". Hai pubblicato una cover di 'Ho in mente te' degli Equipe 84. Ce ne parli? "L'idea è stata del produttore esecutivo: era rimasto molto colpito dai dati sugli incidenti stradali che aveva letto sul giornale e a me veniva bene uscire con qualcos'altro a metà fra i due singoli dell'album. Abbiamo scelto questa canzone da dedicare alla vita, non a una donna come nella versione originale. La copertina è scioccante, la scena di un incidente reale e poi c'è una scritta che dice tutto: 'Ami la tua ragazza? Vuoi bene ai tuoi amici? Portali a casa, non all'obitorio'. La canzone non è in vendita, è stata mandata alle radio". di Roberta Barbi