Musica (cass 1.)
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Musica (cass 1.)
QUANDO A EMIGRARE…ERAVAMO LORO DIAPOSITIVE DI PRESENTAZIONE Musica (cass 1.) BALLETTO (Su musica di Madonna) Entrano in 4 ( Padre ,madre, due figli, valigie di cartone) si trascinano stanchi. (arpeggio di chitarra, solista – musica del maestro Brigadoi) Si fermano in mezzo al palco Se ‘el pan dei servidori e dei famèi (avansipario) ‘l gà sète groste come i ne dis Musica: triste \partenza\ quante ghe n’ averàl par tuti quei abbandono che va via dal so paès co la valis? VFC. riprende la musica Escono lentamente (In controluce 4 persone passano davanti ad un sipario bianco. Si vedono solo le sagome che si muovono) Si sente il “tuh-tuh” la nave che parte. (prima scena) Carlo, figlio di Antonio e Maria e nipote di Bepi, Cambia la musica Marco, amico di Carlo, Si apre il sipario Bepi, nonno di Carlo Nonno avanti a destra: lavora oggetti Nn: Se andiamo avanti così…addio passato. Tutti affascinati da questi lavori. Vanno a ruba. Ma chi li fa. C: Wauh. Fantastico. Nipote dietro sinistra, computer ( o viceversa) Saletta normale Nn: non certo tu Carletto, sempre intento con quell’aggeggio. C: Si chiama computer Nn: chiamalo come vuoi .Ma alla fine non ti dà da mangiare. C: Lo dici tu! Nn: Ah. Perché è in grado di fare anche questo? C: Vuoi 1 ricetta? Te la prendo… Pappardelle al sugo: 400 gr. Di pappardelle, 300 gr di funghi porcini di Lettura veloce Paneveggio, 300 gr di polpa di pomodoro, 50 gr di burro, un mazzetto di prezzemolo, uno spicchio di aglio, olio extravergine, e… Nn: … butti tutto per aria e… voilà. non è che ti fornisce l’acqua e … gli Ironico a bocca aperta ingredienti. C: Perché i tuoi cestini si mangiano? Nn: Anche questo è vero C: Nonno bisogna aggiornarsi. (Si alza per un attimo) Non si può vivere come 50 anni fa Nn: Ehi! Vorresti dire che 50 anni fa si viveva male? Chi è a quest’ora Suona il campanello Mc: Buongiorno.(al nonno). Ciao Carletto Nn: Ciao cosa ci fai qui? Entra Marco, amico di Mc: Siccome, non ho il computer, ho chiesto a Carletto, se potevo venire a Carletto navigare. Nn: ?!? Cosa?… Nella vasca da bagno? Si guarda attorno Mc: No! Qui con Carletto C: Non farci caso, anche se glielo spieghi 10 volte, mio nonno Bepi, non capisce. Nn: Oh, oh. Qui si comincia ad offendere. Ah se lo sapesse Antonio, tuo padre! C: Dove vai nonno? Sta per uscire con le sue cose Nn: Porto in salvo le mie cose prima che vadano a fondo… E poi prendo il salvagente e ritorno. Non si sa mai che abbiate bisogno di aiuto. C: Ma che cosa hai capito nonno ? Nn: Non sono mica sordo! Ha detto navigare . E… a meno che non abbiate Ridono cambiato significato anche alle parole…navigare = nave , acqua, mare. Mc: Ma no ! E’ un modo di dire C: E’ un modo di dire virtuale Nn: Al catechismo mi hanno insegnato le virtù, ma non ho mai saputo che Quasi sviene fra queste ci fosse anche la NAVIGAZIONE. C: Navighiamo col computer, nonno! Nn: Adesso si chiama “nave”… E voi dove vi mettete. A prua o a poppa. Indica il computer Mc: Noi ci sediamo, lì davanti. Nn: E dove andate. Si può sapere? No perché se per caso non tornate, almeno avviso i carabinieri. Chissà, Indica un naufragio, il vento, gli scogli… C: Tranquillo nonno. Non è pericoloso, E poi restiamo qui. Nn: Navigate… e restate qui… miracoli del progresso!! C: Puoi venire anche tu nonno .Così impari, invece di rovinarti le mani con legni, chiodi, martelli. Nn: Ma lo sapete che l’ho imparato prima di voi a navigare, viaggiare. E non certo per divertimento, ma per fame. Una grande carestia nel lontano 1948 costrinse me e tanti altri a partire. Destinazione AMERICA. Mc- C: America: cosa vuoi sapere nonno: la borsa… quanti stati… il presidente degli stati Uniti Nn: Non voglio sapere nulla. Ho già molti ricordi. Troppi. Si abbassano le luci, si chiude CANZONE (MAMMA MIA DAMMI CENTO LIRE) il sipario. Davanti 2/3 interpretano una canzone sull’emigrazione (seconda scena) Pina, madre di Bepi e Arturo, mentre la canzone si esegue Bepi, figlio di Pina, si prepara la scena Musica colonna sonora 2 Arturo, figlio di Pina, Gina, moglie di Bepi Maria, figlia di Bepi e Gina, Si abbassano le luci, si crea Antonio, fidanzato di Maria, l’atmosfera. I personaggi in scena hanno vestiti d’epoca, anche se l’età P. Questa è arrivata ieri (mostra una lettera). Leggi tu, Bepi, che un poco non rispecchia i personaggi. hai studiato. B. Sì e No. Non è mai stata la mia passione! Ciò che conta qui è far emergere il G. Dai, dai, non fare il modesto, che ti ho sposato perché eri un po’ dell’immigrazione, studiato. B. Va bene! (guarda la lettera). Dopo l’introduzione, Pandolfo… dramma il suo perché, e cercare attraverso il dialogo, i motivi che possono P. Pandolfo era il nostro vicino di casa, partito qualche anno fa. Vi aver spinto alcune persone a ricordate? cercare ‘oltre’ la felicità, AR. Sì, me lo ricordo anche troppo! Voleva convincere anche me a partire spesso illudendosi. con lui. MA. E perché non sei partito, zio? Pina mostra una lettera ricevuta AR. E la stalla la curavi tu, Maria? Tu che ti tappi il naso ogni volta che ci passi davanti? P. Non è il momento di fare lamentele. Leggi, Bepi. B. Scrive Pandolfo: l’America non è il paese della cuccagna. Tutt’altro. … si mette a leggere Bisogna lavorare anche qui come bestie da soma. C’è la repubblica, è vero; ma c’è pure chi sta sopra e chi sta sotto, chi comanda e chi (musica sottofondo a basso volume obbedisce; chi mangia senza lavorare e chi lavora senza mangiare o pressappoco. Presidenti e sbirri, esattori, forche e seggiole elettriche, come e peggio della civile Europa. Ma si sbarca meglio il lunario della vita. Non si crepa di indigestione, ma proprio di fame non si muore. AR. Lo dicevo io che era meglio restare. MA. Per le tue quattro galline e… AR. Però con quelle ho mangiato finora, e anche tu, se non sbaglio. P. dai, continua B. non è dunque una patria che noi troviamo in America, è un po’ di pane di più. Venite, dunque. Credo che lascerete senza rimpianto codesta Italia, a cui avete dato tutto, e che tutto vi ha negato: dal pane alla libertà. La patria per noi poveri è un lusso. Vi saluto e vi aspetto. Un saluto particolare a.. P. …a? B. … a Arturo. AR. Si ricorda ancora di me. Ma se pensa di convincermi a partire si sbaglia di grosso! G. allora che si fa? B. Si fa fagotto e si parte. Subito! P. Subito? G. Come si fa se la roba non è ancora pronta? B. Non serve prendere molte cose. Troveremo là ciò che ci serve. MA. Si fa fagotto… subito… si parte! E a me chi ci pensa? B. Qualcosa in contrario? Qualcosa che non va? Da dove viene questa Contento indecisione? Vuoi forse rimanere qui a fare la fame? P. Pensateci bene prima di partire. Non è tutto oro ciò che vi aspetta! B. Propri tu, mamma, vorresti farci credere che questa terra ci è madre? Ti sei scordata quanto hai sofferto? Hai scordato i pianti davanti a quel crocifisso implorando un pezzo di pane? P. …non ho scordato neppure la miseria piombata addosso dopo la morte di vostro padre, colpito dalla malaria, presa in guerra. AR. Maledetta guerra, e maledetto chi l’ha inventata. G. ma…ma così all’improvviso… non siamo pronti… e poi solo noi… B. Non ti preoccupare. E’ già qualche tempo che sto pensando di partire. E in paese non sono il solo. Fra quattro giorni c’è l’imbarco a Genova… ci resta solo il tempo di arrivare… non c’è tempo da perdere… G. …e non ci hai detto niente? E… Maria fa un sussulto B. Non potevo allarmarvi… vado ad avvisare Antonio e gli altri.. MA. Antonio?… anche lui…e a me non ha detto nulla? B. Perché, doveva dirlo a te? Esce. AR. Così, su due piedi il mondo crolla, all’improvviso. Pina e Gina si guardano fisse, G. … Non posso lasciarlo partire solo… (esce) sorprese, non sanno che fare. P. (a Maria) ehi, ehi! Cos’è quel muso da funerale… te lo devo ricordare A Maria scende una lacrima.. io che si sopravvive a ben altre disgrazie.. Arturo prende il cappello, lo MA. Nonna,… sbatte per terra e esce P. Che c’è? (avvicinandosi)… è per via di Antonio? imprecando… MA. Come, voi sapete… P. So… e non so… ho visto MA. Cosa avete visto? P. Visto!?…col cuore più che con gli occhi. MA. E i miei? P. Tuo padre, nemmeno con gli occhiali vedrebbe certe cose. E tua madre… sa tacere. In paese qualcosa si mormora… MA. Che dicono, nonna, per favore. P. Nulla di particolare. Voci. MA. Io gli voglio bene. P. Eh, non è una tragedia voler bene… MA. Ma lui parte, capisci? Tutto quello che mi ha detto, i sogni… tutto finito! P. Ehi, ehi, ehi. Non è un viaggio che tronca l’amore…se è amore! Mentre si abbassano le luci MA. Sì che lo è. Ne sono certa. Come può andarsene ora che si stava per Maria sposarsi… sussurra qualcosa all’orecchio della nonna, che P. Come? Parla figliola, è successo qualcosa… la guarda con sorpresa. SI CHIUDE IL SIPARIO due ragazzi in avansipario cominciano a recitare due poesie La poesia è accompagnata da musica dolce AMERICA Il sole scendeva, verso sera, e io salivo contento sulla corriera. “pregate per me al chiaro di luna, perché in America trovi fortuna”. Dopo lungo migrare si giunge nel porto, guardan le carte ed il passaporto: finalmente domani si parte al mattino, felici e contenti verso il destino. Ci siamo tutti, parte la nave, sul mare calmo scivola soave. Uno fa ‘ciao’, e l’altro ‘addio’: due lacrime a chi guarda restio. In mare aperto comincia a dondolare E molta gente si sente il mal di mare. Poc’anzi sembrava un carnevale, ma dopo due giorni una nave ospedale. Tanti giorni ormai sono passati E non ci dicon quando saremo arrivati. Una sera, però, si vede la costa: finalmente l’ultima sosta! (da Enrico Fedrizzi” – rielaborazione mia) Vangelis I DISOCCUPATI Triste è la condizione di chi ritrova senza lavoro. La miseria e il disagio sono alle porte e difficile è sfuggire alla morsa della fame. Per un pezzo di pane si è disposti anche a partire, lontano… ( ) sono le pause Nessuno ( ) ci ha offerto un lavoro. Con le mani in tasca / sospensione breve E il viso basso / Siamo in piedi all’aperto / E tremiamo nelle stanze senza fuoco. Solo il vento / si muove Sui campi vuoti, ( ) incolti / Dove l’aratro è inerte, / messo di traverso Al solco. In questa terra / Ci sarà una sigaretta per due uomini / Per due donne / soltanto mezza pinta Di birra amara. ( ) In questa terra / Nessuno ( ) ci ha offerto un lavoro. La nostra vita non è bene accetta, ( ) la nostra morte Non è citata dal Times. Thomas Eliot.3 BALLETTO SULLA MUSICA DI TERRA PROMESSA VIENE LETTO IL TESTO PREPARATO SULL’EMIGRAZIONE. REGISTRATO, IL TESTO È Canzone EMIGRAZIONE di sottofondo Mamma mia dammi cento lire che in America… La canzone si abbassa e si 1. Queste erano le parole iniziali di una delle tante canzoni del 900 proiettano alcune diapositive che narravano la dolorosa esperienza dell' emigrazione. 2. Si trattava infatti di abbandonare il luogo dove si era nati e vissuti, i .. sulla nave famigliari, gli amici tutto ciò che si conosceva e a cui si era abituati, 3. per andare verso una lingua diversa, fidando solo sulle proprie … con le valige 4. braccia e sulla propria volontà. 5. Occorreva coraggio, spirito di adattamento, enorme capacità di … grafici sacrificio.Fra 800 e 900 la popolazione italiana aumentò grazie alle migliorate condizioni di vita e alla lotta contro gravi malattie. … grafici 6. L' aumento della popolazione e la crisi della agricoltura costrinsero migliaia di persone ad emigrare.Sul finire del secolo e all'inizio del … grafici 900 il fenomeno crebbero in maniera rilevante. 7. Emigrazione riguardò non solo il sud del nostro paese ma anche il …foto d’America Veneto e il Friuli e il Trentino. 8. Quasi tutti gli emigranti andavano verso Stati Uniti- Venezuela Argentina - Australia - Canada - Francia - Belgio.Tra il 1906 e il 1910 emigrarono 300.000 persone, mentre nel 1913 ne emigrarono 880.000. 9. Nel 1920 espatriarono 600.000 persone. Nel secondo dopo guerra gli emigranti diminuirono e arrivarono a 250.000 - 300.000persone annue. 10. L' emigrazione di questo periodo si diresse prevalentemente in Svizzera - Germania - Francia. 11. Anche in Trentino il fenomeno d' emigrazione ha segnato la storia … Foto del Trentino del XIX e XX secolo. I primi emigranti di Predazzo partirono per la Transilvania nel 1851. 60 presone capaci di lavorare, di costruire 12. strade e ferrovie. Là cercarono la fortuna, ma non tutti la trovarono. 13. Oggi ricordiamo i 150 anni della loro partenza. E questo lavoro è un omaggio a chi partì con coraggio in cerca di un pezzo di pane. … partenze Sulla musica di Morricone – Mosè – entra la nave trascinata. Sul palco alcuni agitano strisce di tela leggera come onde, fino alla fine della musica. La nave esce di scena. E sullo sfondo si stagliano i grattaceli. Gente che va e viene. SBARCO IN AMERICA G: Bepi, daih, fatti largo, non tirarti indietro. Si tocca la pancia B: E’ da stamattina che non mangio, e ho una fame da lupi. E poi, sento un bisognino… G: Potevi anche sistemarti sulla nave prima di scendere, che era tutto compreso! I due chiacchierano su un vestito molto attillato e sui soldi. B: Fai presto tu a parlare! Ma hai visto come dondolava? E se continuava ancora un po’, invece del Bepi ti saresti trovata con la sua ombra. Gente che va e viene G: Ma non dire stupidaggini. Ringrazia piuttosto il Signoriddio che siamo arrivati sani e salvi. AN: Quanti giorni è che siamo in questa topaia? G: Ho perso il conto. Mi ricordo solamente che quando siamo partiti c’era il sole, eppure era freddo. Qui invece si sente un caldo… AN: Come starà la mia Maria? B: Non cominciamo con le nostalgie, se no mi viene voglia di tornare. AN: Quanta gente strana… G: … e come ci guardano storto.. B: Uei, guarda quelle baite, non vi sembrano un po’ alte e strette, a confronto con la nostra mitica casetta in via Dolomiti. Ah! AN: Guarda che strade larghe e dritte. Altro che a Bellamonte. Qui ci passano almeno quattro carri appaiati. G: E l’Avisio, hai visto che grande? Non finiva più! AN: E ti ricordi quella trota che abbiamo visto? B: era così grossa… AN: che non ci stava nemmeno nella diga di Stramentizzo. B: d’inverno, forse, surgelata! G: Siamo fortunati ad aver lasciato Predazzo AN: è così fuori dal mondo… che qui mi sembra di essere a casa. B: cosa penserà la mamma.. AN: adesso ti ci metti tu con le nostalgie? Guardandosi attorno B: Avrebbe potuto venire anche mio fratello Arturo. Ma lui, no, duro fino alla fine. Le sue quattro vacche, le sue galline… G: … e la sua “stela”, la puledra di 15 anni!! B: Non lo disprezzare, Gina. In fine noi non sappiamo ancora niente. Siamo solo arrivati. Ma domani? Le promesse di chi è arrivato prima di noi? AN: E dove sono… come si chiama? B: Pandolfo e il suo Giovannino. G: Sono partiti 10 anni fa. Chissà se ci riconosceranno? AN: 10 anni sono tanti, anche in America! B: E poi non sappiamo. E’ tutta un’altra aria, qua. G: la lettera non dice niente altro! B: “Venite a New York…” Sarà questo? Gina si mette a chiedere ai AN: Non ho visto cartelli. passanti G: Forse è meglio che chiediamo a qualcuno dove possiamo sistemarci per questa notte. AN: Sì, forse è meglio. Di quel Pandolfo non mi fido molto. B: Gina, dove sei? G: Sei italiano? (scandendo bene) ti es-se-re ta-lia-no? Mi pare di averti già visto da qualche parte. B: Gina, vieni qua. Guarda quella là, guarda come è vestita. AN: quella sottana ci potrebbe fare da coperta. B: Però è veramente bella, mi pare. G: Sei venuto in America per cambiar partito? B: e non te la prendere così. AN: Certo che deve costare una cifra! B: Però, i soldi, qui ci sono. G: Siamo qua per questo. Speriamo di far fortuna. AN: Intanto non dobbiamo sognare. I due si avvicinano al ragazzo G: Bepi guarda quello là! Non ti pare il figlio del boscaiolo diciassettenne, e gli B: Gina, forse se c’è quello lì, c’è anche suo papà e sua mamma. domandano se è veramente il G: Glielo chiedi tu? Saprà l’italiano o il dialetto? figlio del boscaiolo. B: Beh , io provo. Tutt’al più non mi capisce. G: Ma parla chiaro, adagio, mi raccomando! (hanno una foto) B: Ma tu sei il figlio del Pandolfo del boscaiolo? Del boscer? Domandano al giovane la sua GV: Good morning !Haw are you? identità AN: Non capisco niente! Si vede che non è lui. G: scusa sto rozzo di mio marito. Come si chiama tuo papà? GV: I’don’t no! I’don’t no! G. si scusa e chiede il nome B: Ma che nono e nono! Ti ha chiesto come si chiama tuo padre .Non tuo del nonno! Hai capito! GV: I’ no speack italia! G: Ci domanda se abbiamo dello spek italiano? Ne hai preso? B: Io no. E poi a quest’ora ci sarebbe una puzza! GV: io italiano. My father is Pandolfo B: è il figlio del Pandolfo, che fortuna, aver trovato la persona giusta GV: I live in New York, made il U. S. A. Arriva Pandolfo e si presenta G: orca paletta! che lusso! AN: parla proprio bene, chiaro come la notte. G: dov’è il tuo papà? PA: Good moning! How are you? B:(rivolto ad An) Ma è diventato matto? Ma cosa gli hanno fatto? (Rivolto a Pa) Stai bene? PA: Ma, Bepi! Es tu, proprio tu? E quella vecia che ti sta vicino? G: Vecia, a me? Guarda come parli, tananai, ti do uno slapatone che vedi! AN sorride… B: Sgorilli? Non vedi che è la mia Gina. PA: Oh perbacco! Non ti avevo riconosciuto… siate i benvenuti in America. Avete ricevuto la mia lettera? Sono contento. GV: Mrs! Mr! AN: Ma dove li hai presi tutti questi soldi? PA: Io sono uno di quelli che ha fatto fortuna. Ho lavorato molto, ho sudato, e alla fine, ecco i risultati. G: Che viaggio lungo. Non finiva più! B: Sì, però ora siamo arrivati e basta… PA: Venite da me questa notte. Vi invito a casa mia. Avete mangiato? Avete sete? TUTTI: che fortuna! Si avviano per uscire G: Oh, Madonna santa ti ringrazio. B: E la Bruna dov’è? PA: Sono separato da qualche anno. Gina guarda storto Bepi G: Oh, mi dispiace. E adesso vivi solo? PA: No. Mi sono sposato con un’altra, una certa Breda Johns. B: Ma stai bene? Chiama dietro le quinte PA: Ma certo. Aspetta che te la presento. Breda vieni qua. Breda entra ed è vestita bene BR: Eccomi: ma chi essere. PA: Essere amici, friend’s. venire da Italia. Come me. Si fermano qui questa notte… G: Ti trovo bene. Le cose vanno bene qui! PA. Ora sì. Ma all’inizio non è stato così. B: Eppure non si direbbe! PA: Non ci accettavano da nessuna parte. E sapete perché? AN: Perché eravate italiani! B: Ma si può essere così razzisti? G: E’ proprio vero. Tutto il mondo è paese. BR: Non pensare di prenderli in casa nostra. O loro, o me. Essere ‘bacani’ come detto tu. Oh my god! Oh my God! PA: Cosa? La metti su questo piano? Siamo alle minacce? BR: Tu volere loro, o volere me? Decidi. PA: (pensieroso) Mi dispiace. Sono veramente spiaciuto. Che fatica queste donne! Ne ho cambiata una sperando… B: Non ti preoccupare. E’ cos’ dappertutto. G: Naturalmente è sempre colpa delle donne! Mai degli uomini! B: Taci per piacere che ne abbiamo abbastanza di guai. Ciao Pandolfo. Ci vediamo più avanti, se ci troviamo in difficoltà!. G: Ciao. AN: Addio, befana! Escono. Si abbassano le luci. SOGNO (Viene letta una lettera scritta da Antonio: Scrivo a te…) terminata la lettera viene intonata la canzone seguente solista e coro. MARIETA Quanta tristeza, quanto dolor Salir’ su’ quella nave, de bonora . Ne vardavan dentro i’ oci La paura de partir senza ( saper) perché Marieta te me manchi Ancor prima te partir E me mama lì davanti A consolar el me partir…oh…oh… Tanti dì sora la nave lungo il mar Tra ‘le onde e i ricordi senza parlar. E de note i oci al ciel A zercarte en qualche stela Marieta te me manchi Come el pan a mezzo di’ Son arivà en ‘sta tera Ma voria tornar da ti …oh…oh… Quante ilusioni, quante fadighe Se lavora note e dì, cosendo sote el sol , me manca la me tera, e la me casa me manca le campane a mezodì Marieta te me manchi Non partir, ma resta lì, a pena se fa note sero ‘i oci e son da ti …oh…oh… (TESTO MIO E MUSICA DI FIORENZO BRIGADOI) IL RITORNO… IN PIAZZA Due amici stanno parlando. Antonio entra vestito anni Antonio ’60. Amico 1 Lo vedono e si salutano con Amico 2 pacche sulle spalle. Anche Il balletto altri passanti vengono, 1. Antonio, … ma sei tu? Fatti vedere. vanno alcuni e salutano, poi… entra il balletto… 2. Ei, Antonio, ma non sei cambiato! 1. E’ proprio vero che l’America mantiene giovani. AN. Ciao Giorgio, ciao Alfonso. Arturo! Anche tu in piazza? Come mai non sei al lavoro in stalla? (gesto di stizza) I miei amici. Sapevo di trovarvi qui. Come state… quanto tempo… 2. Ci riconosci ancora, sì? AN Gli amici non si scordano… Ma come va? 1. Bene e tu? Dall’aspetto si direbbe bene. 2. Dai racconta, racconta… AN. Ne ho da raccontare. Tutto un altro mondo, altra gente… 1. … e le ragazze? 2. … le femene, insomma (mima con le mani le forme) AN. Bone, … ma cative, come voi. Bisogna star su co le recie! Come si dice qui, o no? 2. Ma con la lingua, il parlare? AN. (imitando l’americano) OK. OK,… boys and man .. How are you? 1. Dai, non fare il solito sbruffone… Come si dice baciare AN. … smack (fa il gesto) E dà un buffetto sulla guancia 1. (ironico) Stessa cosa che qui da noi. 2. … e scommetto che sberla si dice ciack Si mettono a gridare verso le AN. My friend’s non mi fate arrabbiare (in americano se possibile) finestre immaginarie 1.2. Antonio, l’americano è tornato, Parte la canzone E’ tornato Antonio, l’americano L’AMERICA’ TU VO’ FA’ e entra il balletto Escono parlottando. Via luci. Cambio musica. E piano piano coinvolgono il pubblico COME NELLA PRIMA SCENA Non è necessario il tavolino. Il nonno entra a ds e i due C. Nonno, è vero che le città americane sono più grandi di Trento? correndo, quasi giocando, a Mc …e di Cavalese? sx. B. Sono puntini, minuscoli rispetto a Boston o New York. Mc. … e mangiano nei Mc Donal’s, vero? B. oggi sì, ma allora no! Ma che batte la nostra cucina, non c’è nessuno. Per fortuna che noi avevamo nonna Gina. Che cuoca! C. Hai visto cow-boys? Mc. Quelli con le pistole, non… B. quelli con il lazo. John Waine è un mito, ma non c’è in giro per le strade. Ma cosa fate? Ah, la TV! (rivolto al pubblico) Mc e C. Mani in alto, nonno. Fermo o sei un uomo morto! I due si mettono a mimare un duello B. …Pochi scherzi, voi. Non fatemi morire di spavento, dopo che ho … si portano dietro al nonno superato ben altre difficoltà. e puntano il dito alla schiena Mc Scherzetto! C. E’ uno scherzo, nonno. Non ti sarai mica spaventato. B. E’ uno scherzo lo so. Ma il guaio è che voi la violenza non l’avete nelle mani, ma.. (tocca la testa di C e Mc) nella testa… Verso il pubblico ….E così oggi si dimentica ciò che siamo stati. Si abbassano le luci Musica per il cambio scena Senza cambiare scena. Entra un algerino con un carrettino. Sopra ci sono dei UOMO POLIZIOTTO 1 POLIZIOTTO 2 PASSANTI DONNE fiori di carta, o seta, colorati, rose o tulipani. Rumori di macchine, clacson. L’uomo U. speriamo sia una bella giornata. Oggi voglio fare un po’ di soldini sembra contento. Si guarda vendendo questi fiori. attorno felice e anche un po’ Passante1. Sempre questi venditori abusivi, ad intralciare il passaggio sul sospettoso. Non si sa mai… marciapiede U. Questi fiori sono la mia vita. Non ho altro. Passante 2. Tornatene a casa! Il nostro paese non ha bisogno di gente Si mette a gridare, offre un mazzo di fiori. Li rifiuta. come te U: …fiori freschi, appena colti …Grazie ugualmente! POL1. Documenti prego. Permesso di soggiorno, passaporto. Entrano due poliziotti in borghese e osservano la scena. Poi si avvicinano con fare indifferente. U. ecco il mio passaporto, ma il permesso di soggiorno non sono riuscito a rinnovarlo POL2. Potrebbe essere un motivo per portarti in commissariato. Hai il permesso di vendere questi fiori, e dove li hai presi? U: lo sapete benissimo che se non ho il permesso di soggiorno non ho nemmeno la licenza di vendere. Mi sono alzato questa mattina presto per andarli a comprare ai mercati generali e ora cerco di venderli con la speranza di guadagnare qualche soldo che mi permetta di sopravvivere. POL1. Non ci interessa come riesci a sopravvivere tu, ma qui non ci puoi Rovescia il carretto stare, capito? U: Non potete fare questo. Perché avete gettato a terra i miei fiori? Non stavo facendo nulla di male DONNA1 Ben fatto signori. Se si facesse così ci si sbarazzerebbe in fretta Una signora si congratula con di questa marmaglia. Bravi! DONNA2 che peccato, tutti questi bei fiori a terra. Come mai? i poliziotti anche se non sa che sono poliziotti. POL1 Questo marocchino… U: non sono marocchino, sono algerino… POL2. Algerino o marocchino. Questo signor ‘coso’, vuole fare il furbo e vendere questi bei fiori a-bu-si-va-men-te e noi abbiamo cercato di impedirglielo. E’ chiaro adesso? DONNA2. Anche se è un venditore abusivo è pur sempre una persona, no? La signora invece raccoglie U. grazie, signora, grazie (ripete per ognuno dei passanti che imitano la un mazzetto, li paga e se ne signora, un po’ stupito e contento di tanta solidarietà). va. POL12. (lo prendono arrabbiati per questa inattesa evoluzione) Dai! Dal pubblico altri passanti Sbrigati! Non farci perdere tempo, andiamo al commissariato! imitano la signora, raccolgono, pagano e tornano Un passante: … e così oggi ci si dimentica di ciò che siamo stati! in mezzo al pubblico. SIPARIO Musica iniziale. Stessa scena. Solo che a passare sul palco Se ‘el pan dei servidori e dei famèi ‘l gà sète groste come i ne dis quante ghe n’ averàl par tuti quei che va via dal so paès co la valis? CANZONE ‘Merica, M’erica… (vuoi tu venir in ‘merica) sono persone con tappeti, oggetti. VFC,