Percorso formativo intergenerazionale

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Percorso formativo intergenerazionale
ANTONIO GUERCI, CARLA COSTANZI, ALESSANDRA RISSO,
GIANNINA BUTCOVICH, LAURA TOGNOCCHI, MARINA CINIERI
PERCORSO FORMATIVO N° 7
“PERCORSO INTERGENERAZIONALE”
Ricostruzione e rinforzo di legami intergenerazionali
-
Obiettivi
-
Fascia prescolare
-
Suggestioni per la scuola primaria e secondaria di I grado
-
Suggestioni per le scuole medie superiori
Estratto dagli 8 “Percorsi formativi e laboratori per l’invecchiamento attivo”
(Progetto Anziani 2009-2010)
L’obiettivo della ricostruzione/rinforzo di legami intergenerazionali verrà
perseguito tramite:
-
rapporti con la scuola nei suoi diversi ordini e gradi
-
momenti di incontro sul territorio.
La filosofia a monte di queste iniziative può essere sintetizzata come segue:
•
fornire stimoli nella direzione della ricostruzione di una nuova etica dei
rapporti tra le generazioni, a partire dalla ridefinizione di ruoli e funzioni
all’interno della famiglia;
•
individuare obiettivi comuni a giovani e anziani che consentano di
supportarsi a vicenda con i loro diversi bagagli di esperienza; (1)
•
fornire concrete occasioni di verifica dell’infondatezza degli stereotipi
che connotano l’immagine di vecchiaia, ma anche le classi d’età
giovanili;
•
indurre riflessione critica sul valore oggettivo della scansione in fasi del
ciclo di vita;
•
storicizzare l’essere giovani in epoche diverse;
•
ispirare il confronto tra generazioni al criterio di reciprocità, per un
arricchimento comune che vada oltre la solidarietà di una generazione
verso l’altra, dal momento che è bisogno vitale di tutte le generazioni fare
amicizia e condividere esperienze con persone di età diverse per una più
ricca conoscenza dei cicli di vita;
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A quali livelli individuare gli obiettivi :
-
-
realizzazione personale (es. uso degli strumenti informatici)
responsabilità/impegno civico
solidarietà
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•
intendere il confronto tra le generazioni anche come possibilità di
sperimentare esperienze comuni tra giovani e giovanissimi, non solo tra
adulti e bambini;
•
promuovere iniziative sia nell’ambito interfamiliare, con nonni, zii e amici,
sia iniziative con anziani non conosciuti, sia nei centri per anziani e a
maggior ragione con anziani in case di riposo.
Alle finalità generali più sopra enunciate andranno sommati specifici obiettivi
differenziati in base alle diverse età dei giovani coinvolti nelle azioni
formative.
A grandi linee si può ipotizzare una scansione del tipo:
FASCIA PRESCOLARE
il coinvolgimento delle due generazioni sarà agito soprattutto a livello
emotivo, facilitando la scoperta/rinforzo della ricchezza di contenuti affettivi
nelle relazioni tra giovanissimi e anziani; sarà fondamentale conoscere le
diverse composizioni delle famiglie di appartenenza dei bambini (presenza o
meno di nonni; loro vicinanza e ruoli svolti nei confronti del bambino; …)
nonché la storia familiare degli anziani per facilitare l’incontro soprattutto
come risposta a bisogni affettivi non soddisfatti.
La proposta di lavoro potrebbe essere articolata in più aree che consentano
di avere obiettivi comuni anche se declinati in modo differente a seconda
delle età coinvolte e della specificità della iniziativa.
Se ne propongono quattro: la memoria, la natura, il dono e la cultura.
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Esempi di buone pratiche nelle scuole dell’infanzia
a)
Vere e finte memorie
I progetti non sono ascolti di memorie avulsi da un contesto, ma raccolta di
ricordi o costruzioni di ricordi che arricchiscono esperienze che partono da
interessi dei bambini e vedono momenti comuni fra più generazioni per
pensare, costruire, stare insieme.
La memoria di un mondo di infanzie vissute in modi diversi consente di tenere
un filo comune per il desiderio di giocare che tutti i bambini hanno ma anche
di storicizzare le condizioni di vita.
b)
La bellezza del creato
Lo stupore e il piacere che i bambini provano nei fenomeni della natura viene
più facilmente condiviso con i nonni piuttosto che con i genitori. Non si tratta
di educazione ambientale ma di una educazione alla condivisione del piacere
di essere in rapporto con la natura.
c)
Il dono
L’antico gesto di fare e ricevere doni è molto apprezzato dai bambini e dagli
anziani, ma forse da tutti, anche in tempi di consumismo.
d)
Homo ludens
il grande gioco della cultura fra conservazione e trasformazione trova ancora
nella scuola uno suo spazio, pur reso difficile dalla tradizione istituzionale e
dalla imperante proposta televisiva.
I bambini, che pur frequentano la scuola per 10 ore, vedono la televisione per
una media di quattro ore al giorno. Ma la loro tensione verso la conoscenza li
rende promotori di cultura anche nei confronti dei genitori e dei nonni, se la
scuola sa dare loro occasioni in tal senso.
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SUGGESTIONI PER LA SCUOLA PRIMARIA E SECONDARIA DI PRIMO GRADO
Per queste classi d’età è possibile individuare finalità più impegnative rispetto
ai bambini più piccoli, ispirate ad una maggiore attenzione verso l’altro;
pertanto le diverse attività dovrebbero ispirarsi principalmente al seguente
obiettivo:
Educare gli alunni al rispetto degli altri e della loro diversità:
percepire, attraverso il contatto diretto, il valore delle persone;
comprendere che ogni incontro è occasione di arricchimento reciproco;
prendersi reciprocamente cura dell'altro, dedicandogli attenzione ed
ascolto.
Obiettivi didattici specifici e possibili parziali attività:
Lingua
•
educare all’ascolto – narrazioni dei Nonni (storie di quando ero bambino fiabe e leggende)
•
saper strutturare un testo – raccolta scritta dei racconti dei Nonni
Storia
•
comprendere i cambiamenti nel tempo – i Nonni come fonti storiche orali.
(possibili campi di indagine e ricerca) Quando ero bambino: com’era il
quartiere, cosa mangiavo, come vestivo, che giochi facevo, com’era la
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scuola e quanto ci sono andato, i divertimenti dei giovani, la guerra, il
dopoguerra, il lavoro, le tradizioni, le feste…
Educazione alla cittadinanza
•
comprendere reciprocamente possibilità e limiti personali – (condurre
un’indagine nel quartiere) Come l’ambiente di vita accoglie giovani ed
anziani – interviste, raccolta dati, spazi disponibili, richieste…
Educazione all’immagine
•
progettare uno spazio di incontro funzionale alle esigenze di Nonni e
Bambini / di Giovani e Anziani – disegni; progetti su carta libera o su
pianta, anche con carta millimetrata
•
produrre oggetti, riciclando e utilizzando diverse tecniche – Nonni e
bambini insegnano/imparano a costruire oggetti utilizzando materiale di
riciclo (ed. ambientale)
Nel corso delle indagini e nell’ esposizione dei dati potranno essere utilizzate
competenze di tipo matematico (per es. saper misurare, saper rappresentare
una situazione con un grafico, saper esprimere dati attraverso l’uso delle
percentuali, …).
L’educazione interculturale, vista la composizione attuale delle classi, è
trasversale ad ogni attività proposta.
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SUGGESTIONI PER LE SCUOLE MEDIE SUPERIORI
I giovani appartenenti a queste fasce d’età sono in grado di sperimentare la
possibilità di agire un rapporto paritetico anche con persone molto più avanti
negli anni; ciò implica l’esistenza negli anziani di questa ferma convinzione,
fondata sul superamento di pregiudizi sui “giovani d’oggi”.
Entrambe le generazioni dovrebbero poter concretamente sperimentare
nuove modalità relazionali.
A fini esemplificativi è possibile articolare gli obiettivi educativi in relazione
alle specifiche dimensioni e ai valori che li ispirano:
A: Obiettivi relativi alla formazione della persona:
Il processo educativo deve favorire una reale conoscenza reciproca tra
persone appartenenti a fasce generazionali spesso lontane e non
comunicanti, attraverso la sperimentazione di nuove possibilità di
relazione e comunicazione.
Lo studente e l’anziano devono essere messi in grado di trarre
un
arricchimento emotivo e affettivo reciproco attraverso la sperimentazione
di nuove possibilità di relazione e comunicazione e la vicendevole
conoscenza.
Lo studente deve poter disporre di tecniche e metodi specifici per alcuni
tipi di approccio con l’anziano, che gli consentano di interagire con
costoro nel modo migliore, non solo quindi questionari, interviste, raccolta
di storie di vita ma anche tecniche di animazione da utilizzarsi nelle
residenze protette. In particolare si sottolinea che l’autonarrazione fatta a
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giovani intervistatori (uso del metodo delle storie di vita) costituisce una
significativa “terapia del sé” e importante modalità di rassicurazione
identitaria degli anziani.
Gli studenti e gli anziani devono poter sperimentare modalità di reciproco
insegnamento che consentano lo scambio di competenze.
Il processo educativo deve favorire attività “insieme” dove si possa agire il
dialogo effettivo ed il confronto. Fare cose insieme implica imparare a
conoscersi attraverso la condivisione di obiettivi comuni.
L’esperienza vissuta può diventare lo strumento per mettere in
discussione il cliché stadiale della vita.
B: Obiettivi relativi alla solidarietà:
Il processo educativo deve sensibilizzare i giovani alle attività del
volontariato, ad esempio con gli anziani.
Un obiettivo dell’apprendimento riguarda l’imparare a trasmettersi
expertise (insegnarsi competenze).
Gli anziani devono essere resi consapevoli del proprio essere risorsa per
la comunità.
Gli studenti devono poter partecipare ad iniziative finalizzate alla concreta
solidarietà nei confronti di anziani in condizione di disagio (povertà,
solitudine, inserimento in residenza protetta).
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Agli
anziani
devono
essere
rivolte
iniziative
che
stimolino
un
invecchiamento attivo, che includa la capacità di trasmettere ai giovani
valori attraverso le loro esperienze di vita vissuta (ad esempio la
Resistenza partigiana) .
C: Obiettivi relativi all’impegno civile:
Giovani ed anziani devono essere sensibilizzati alla cittadinanza attiva.
Il processo educativo deve insegnare a “documentare la memoria”,
“fissando” le testimonianze degli anziani in modo che non vadano perse le
loro storie di vita dando così il senso dell’importanza delle proprie radici e
della storia passata (ad esempio con la costruzione di un archivio delle
storie di vita degli anziani).
La scuola stimolerà occasioni di incontro tra giovani e anziani come
“laboratori di idee” per possibili progetti sul territorio.
D : obiettivi relativi ad una nuova etica tra le generazioni :
Fornire stimoli finalizzati ad un esame congiunto (giovani e anziani)
dell’immagine di famiglia e dei ruoli dei diversi componenti trasmessa dal
mezzo televisivo.
Promuovere attività di analisi dei messaggi trasmessi dai vari media che
rinforzano gli stereotipi negativi sui giovani e sugli anziani.
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Ipotesi di iniziative per le Scuole Medie Superiori
A.
Il lavoro con le storie di vita
Questo tipo di attività è proponibile soprattutto alle scuole orientate ad una
formazione psico-pedagogica o alla preparazione ai servizi sociali e sanitari.
Si tratta di formare gli studenti all’approccio con gli anziani attraverso il
metodo delle storie di vita.
A seguito di una preparazione adeguata gli studenti dovrebbero:
-
Costruire griglie di intervista da proporre agli anziani
-
Raccogliere interviste in più “tappe”
-
Sbobinare le interviste e eventualmente collaborare per costruire un
“archivio delle storie di vita” degli anziani del territorio.
Altra possibilità per questo tipo di scuole: far costruire agli studenti, con
debito aiuto, un sondaggio da proporre sul territorio sugli stereotipi sui giovani
e sugli anziani.
B.
Il lavoro di analisi degli stereotipi
Si tratta di un lavoro maggiormente analitico e di ricerca teoretica, perciò può
essere proposto anche a scuole a maggior vocazione teoretica (classico,
scientifico, linguistico). Sarebbe interessante proporre a gruppi di studenti e di
anziani un plot di spot pubblicitari relativi al mondo giovanile e dell’anzianità
e chiedere un lavoro di commento e analisi su questo tipo di linguaggi. Il
passo successivo potrebbe essere far incontrare i vari gruppi e mettere a
confronto le analisi condotte per poi cercare di costruire un unico documento.
La finalità è quella di stimolare il confronto intergenerazionale sugli stereotipi
connessi alla giovinezza e all’anzianità e costruire insieme nuove e più
creative modalità di relazione.
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C.
Occasioni di incontro tra giovani e anziani
Questo attività è proponibile a tutti i tipi di scuola. Si tratta, con la mediazione
dell’AUSER ed eventualmente di altre Associazioni che si occupano di
anzianità, di organizzare “eventi” sul territorio che permettano e stimolino
l’incontro tra le generazioni. Qualche idea: cineforum a tema (ad esempio
sull’”incontro scontro” giovani-anziani si trova una filmografia ricca e
interessante, da “Pomodori verdi fritti” a “Gran Torino”); mostra fotografica a
tema; happening di poesia. Gli incontri potrebbero essere una prima
occasione di incontro per creare “laboratori di idee” tra giovani e anziani e far
nascere proposte e iniziative mirate al proprio territorio.
D.
“Banca delle competenze” tra giovani e anziani
Così come c’è la “banca del tempo”, sarebbe interessante mettere in atto una
“banca delle competenze”: i giovani offrono agli anziani le proprie
competenze e viceversa. Si potrebbero organizzare corsi a tema: un gruppo
di ragazzi “organizza” un corso e fruisce, a scelta, di un corso organizzato da
un gruppo di anziani. Qualche idea su possibili corsi tenuti dai ragazzi per gli
anziani: come si usa il cellulare; tecniche base nell’uso del PC; Internet e
possibilità varie, dalla posta elettronica a Facebook.
A questo proposito ci si potrebbe avvalere della collaborazione con la
Fondazione “Mondo Digitale” promossa dal Prof. Tullio De Mauro che opera
nelle scuole su progetti di intergenerazionalità finalizzati al superamento del
divario digitale.
Qualche idea su possibili corsi tenuti dagli anziani per i ragazzi: i segreti
della cucina; le basi del fai-da-te; il lavoro a maglia; come si tiene un orto etc.
a seconda delle competenze.
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OPERATIVAMENTE…
Le riflessioni e le suggestioni sopra descritte ci auguriamo possano
rappresentare un utile contributo per collocare adeguatamente il tema della
ricostruzione/rinforzo dei legami intergenerazionali nei programmi formativi di
ciascuna scuola e per sviluppare concreti progetti in tal senso.
Il Progetto Anziani Età Libera, promosso dalla Fondazione Carige, prevede
la possibilità di sostenere con un contributo economico la realizzazione
di buone pratiche di intergenerazionalità proposte da parte delle singole
scuole, possibilmente in un rapporto di collaborazione con le realtà
associative delle persone anziane presenti sul territorio genovese.
L’invito che formuliamo è dunque quello di promuovere una riflessione per
l’anno scolastico 2010-2011 finalizzata all’elaborazione di progetti da
presentare, entro il corrente anno, all’attenzione dell’Associazione Auser
Liguria, in qualità di referente tecnico della Fondazione, per la gestione del
progetto su richiamato.
I progetti vanno fatti pervenire entro il 31 Ottobre al seguente indirizzo
di posta elettronica: [email protected]
Non essendo stato predisposto alcun formulario si richiede pertanto una
semplice elaborazione progettuale che contenga le principali indicazioni su
obiettivi, metodologie previste, eventuali strumenti necessari, e,
naturalmente, un’ipotesi di piano dei costi.
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