Ex fondo perequativo convitato di pietra
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Ex fondo perequativo convitato di pietra
I T P L I I I Ex fondo perequativo convitato di pietra Numerosi e proficui gli incontri al Tavolo istituzionale sul Tpl: ma nel nuovo Fondo non sono confluiti i 1.450 milioni di quello istituito nel '95. AntonelloLucente [Responsabile Area Trasporto Pubblico Locale] B isogna dare atto al Governo, ed in particolare al Viceministro Martone ed al Viceministro Ciaccia, di aver riconosciuto al settore del trasporto pubblico locale ed alla vertenza relativa al rinnovo del CCNL autoferrotranvieri quell'attenzione istituzionale che da tempo le parti sociali richiedevano. Gli incontri del Tavolo istituzionale sul TPL si sono succeduti nei mesi scorsi con notevole frequenza alla difficile ricerca del giusto punto di equilibrio tra: da un lato, la garanzia dell'adeguatezza e della strutturalità delle risorse destinate al finanziamento dei servizi; dall'altro, l'individuazione di criteri di ripartizione tra le Regioni dei fondi disponibili tali da incentivare l'efficientamento della programmazione ed una maggiore correlazione tra offerta e domanda di servizio, salvaguardando al contempo le esigenze dei territori a domanda debole; infine, la non facile condivisione tra le parti sociali degli istituti contrattuali volti a conseguire una maggiore produttività del lavoro a fronte del rinnovo della parte economica del CCNL. Fitti gli incontri, proficuo e costruttivo il dibattito, ampia l'apertura della parti a pervenire ad una soluzione condivisa nell'interesse dei lavoratori, delle imprese e, in ultima analisi, dei milioni di cittadini che ogni giorno si avvalgono dei servizi di trasporto pubblico locale e che, in questi anni di crisi, si sono rivolti sempre più alla mobilità collettiva, nonostante gli incrementi tariffari e le riduzioni dei programmi di esercizio deliberati da alcune Regioni per far fronte ai tagli dei trasferimenti erariali relativi ai servizi ferroviari (in massima parte reintegrati con provvedimenti successivi) ed alla stretta dei vincoli del 18 | Patto di stabilità interno. Al momento in cui si scrive il lavoro del Tavolo non è stato ancora portato a conclusione ma è facile prevedere che i tempi della vertenza sindacale saranno necessariamente più lunghi di quelli relativi alla definizione dei contenuti del DPCM chiamato a stabilire i criteri di ripartizione tra le Regioni del nuovo Fondo unico per il finanziamento del settore istituito con la legge di stabilità 2013. Il nuovo Fondo, infatti, nonostante le buone intenzioni ed alcuni indubbi passi in avanti sotto il profilo della identificazione delle risorse destinate al TPL e dell'estensione del vincolo di destina- LE RISORSE SOTTRATTE AL SETTORE: 800 MILIONI SOLO NEL 2011 eee zione delle risorse stesse, presenta una grave lacuna: la mancata confluenza in esso di circa 1.450 milioni dell'ex fondo perequativo istituito dal legislatore nel '95 allo scopo di neutralizzare le differenze di gettito tra la compartecipazione regionale all'accisa sulla benzina e la dotazione del soppresso Fondo Nazionale Trasporti. La mancata confluenza di tali risorse nel nuovo Fondo lascia purtroppo irrisolta la questione primaria posta dalla delegazione datoriale in seno al Tavolo, e cioè quella della certezza ed adeguatezza delle risorse disponibili per il finanziamento dei servizi, in assenza delle quali non possono essere assunti dalle aziende ulteriori impegni economici. L'analisi effettuata in seno al Tavolo sulle risorse che lo Stato ritiene destinate al finanziamento della spesa corrente del settore, sulle risorse che negli ultimi anni le Regioni hanno effettivamente utilizzato a tale scopo, sulle risorse, infine, che andrebbero garantite in futuro per assicurare la sostenibilità economica di un livello adeguato di servizi ha consentito, finalmente, di fare chiarezza su alcune dimensioni sino ad oggi assai dibattute: circa 6,4 miliardi di euro, con lievi oscillazioni, i fondi annuali che, secondo il Ministero dell'economia, avrebbero dovuto essere complessivamente destinati al settore dalle Regioni a Statuto ordinario nell'ultimo quadriennio; sempre 6,4 miliardi di euro la cifra minima ritenuta unanimemente indispensabile a garantire il finanziamento dei servizi per gli anni a venire, compensando l'incremento inflativo dei costi di gestione con l'efficientamento della programmazione e della gestione; molto meno le risorse che le Regioni hanno effettivamente