brochure u - Ufficio Informazioni Turistiche

Transcript

brochure u - Ufficio Informazioni Turistiche
ACQUI
TERME
Piemonte / Piedmont
ACQUI TERME
Acqui Terme
Piemonte
Altezza
164 metri s.l.m.
Abitanti “Acquesi”
Popolazione 20.600
A i c h / o i c h in dialetto locale
Principali distanze
Distanze chilometriche Da Torino Km. 120 da
Milano Km. 129 - da Genova Km. 80
da Alessandria Km. 35 - da Roma Km. 619
da Parigi Km. 943 - da Londra Km. 1357
da Ginevra Km. 353 - da Francoforte
Km. 1443 - da Madrid Km. 1732
Ferrovia Stazione di Acqui Terme
P.zza Vittorio Veneto tel. 892021 www.fsitaliane.it
Da Milano - Via Alessandria
Da Torino - Via Asti
Da Genova - Via Ovada
Da Savona - Via San Giuseppe di Cairo
Autolinee Movicentro autostazione
via Alessandria - Linee per Alessandria,
Torino, Milano Famagosta
Aereoporti
Genova Cristoforo Colombo da Acqui T. 80 km
Torino Caselle da Acqui T. 140 km
Milano Malpensa e Milano Linate
da Acqui T. 130 km – 140 km
Carta d’Identità
Una terra di confine, tra Piemonte e Liguria,
tra pianura e Appennino, ricca di suggestioni
ambientali, paesistiche, artistiche, eno-gastronomiche, dove il territorio presenta svariati
paesaggi a seconda dell’altitudine che varia da
un minimo di 120 m. fino a 850 metri s.l.m.
Un angolo di terra, situata in una posizione
molto strategica non distante dalle grandi città
di Genova, Milano, Torino e la riviera Ligure,
dove tranquillità, tradizioni, antiche usanze, ottimi vini, gastronomia genuina e rispetto della
natura regnano ancora sovrani.
La città di Acqui è circondata da una corona di
colline che si adagiano sulle valli del torrente
Erro e del fiume Bormida, dove il paesaggio sì
presenta vario con prati, boschi, fiumi e torrenti, caratterizzato soprattutto da vigneti di
Brachetto e Moscato.
Situata sulla sponda sinistra del fiume Bormida, a 164 metri s.l.m. conta una popolazione
di circa 20.600 abitanti. Un’affascinante citta’
termale rinomata già in epoca romana per le
sue acque fumanti, quelle calde, ricche di proprietà terapeutiche che sgorgano nel cuore
del centro storico e al di là del fiume Bormida,
nella verde zona “Bagni”. Oggi, la città rappresenta la principale località termale del Piemonte e tra le più importanti nello scenario
nazionale, sia per la qualità che per la quantità
dei trattamenti offerti.
L' enogastronomia è l'altra grande realtà che
qui gioca un ruolo di rilevante importanza sotto
il profilo economico e turistico. Il comprensorio
Acquese conta ben 9 DOC e 3 DOCG.
Numerose sono le occasioni di soggiorno per
il turista che desideri visitare musei, monumenti, opere d'arte, per le quali ogni anno si
aprono le porte del Palazzo Saracco di Acqui
che ospita antologiche dei grandi nomi dell'arte
contemporanea italiana.
Città romana, città medievale, città moderna;
la parte più antica della città è il borgo Pisterna
con suggestive, strette vie acciottolate simili
ai “carugi” genovesi, portali barocchi e rinascimentali, adiacente al Borgo Nuovo e al Borgo
San Pietro: rappresentano assieme l'attuale
centro della città, che si è poi via via sviluppato
verso la pianura e verso la collina.
Una terra
da gustare con i suoi tesori
eno-gastronomici
Una terra da gustare con i suoi tesori eno-gastronomici
che creano una cucina ricca e genuina, capace di far riscoprire sapori e aromi del passato.
La gastronomia, seppur caratterizzata dalla semplicità,
è molto ricca, composta di piatti a base di ingredienti
stagionali locali.
Ha origini povere derivati dalle modeste condizioni economiche della zona durante i secoli passati, anche se con
lo scorrere del tempo, i piatti si sono arricchiti, mai però,
senza perdere l’ingrediente primario: la genuinità.
Tipici della cucina locale sono una ricca scelta di antipasti fra cui il salame “filetto baciato di Ponzone”
una bontà assoluta, i cacciatorini, il lardo, i peperoni con la bagna cauda e una varietà di torte salate.
Fra i primi piatti spiccano i tajarin ai funghi o sughi
di cacciagione, gli agnolotti al plin, la polenta, la
cisrò – la farinata, e fra i secondi eccellono le carni
locali, il bollito misto, il coniglio, il brasato, la
trippa, ma anche lo stoccafisso, la finanziera, il
fritto misto alla piemontese e la bagna cauda,
piatto conviviale per eccellenza.
Il territorio vanta inoltre una secolare tradizione di piccoli laboratori artigianali per la produzione di dolci che
utilizzano due dei prodotti tipici del territorio: le nocciole, coltivate soprattutto sui versanti della Valle Bormida, e le castagne, i cui boschi ricoprono tutto il
territorio locale.
Altre specialità locali sono gli amaretti, prodotti seguendo un antichissima ricetta, i baci di dama, i brut
e bon e gli Acquesi al Rhum.
Enoteca Regionale Acqui “Terme e Vino”
Piazza Levi, 7 15011 Acqui Terme AL Tel. 0144 770273 Fax 0144 350196 e-mail. [email protected]
L'Enoteca regionale Acqui "Terme e Vino” inaugurata nel 1981, ha sede in Palazzo Robellini, divenuto
poi Palazzo Dagna Sabina. Come gran parte delle
costruzioni che si trovano in Borgo San Pietro, il Palazzo ha origini cinquecentesche.
E' situata nelle antiche cantine, divise in diverse salette sormontante da volte a botte, con muri di mattoni a vista ed arredi in legno in stile rustico
piemontese. In questi ambienti caratteristici è presentata una raccolta di strumenti tradizionali legati
al mondo locale della vite e del vino.
L'Enoteca si propone di valorizzare i prodotti vinicoli
della zona, favorendone la conoscenza, l'apprezzamento, la vendita: di stimolare i viticoltori e gli operatori vinicoli al miglioramento della viticoltura e
della vinificazione, nonché di perfezionare la conservazione e la qualità del prodotto finale.
Si propone altresì di valorizzare, senza fini di lucro,
ogni varietà di vino della zona, promuovendone la
conoscenza ed il consumo, anche in relazione agli
accostamenti con la tradizionale gastronomia locale.
Nell'enoteca vengono esposti i vini D.O.C. e
D.O.C.G. della Regione Piemonte: Barbera d'Asti,
Barbera Monferrato, Moscato d'Asti, Asti
Spumante, Dolcetto d'Ovada, Cortese Alto
Monferrato e soprattutto Dolcetto d'Acqui e
Brachetto d'Acqui; che è possibile degustare ed
acquistare.
Garanzia dell’Enoteca
Tutti i vini D.O.C. e D.O.C.G. presentati per l'ammissione in enoteca sono vagliati preventivamente
dalla specifica commissione Tecnica d'Assaggiocomposta da membri dell'O.N.A.V. (Organizzazione
Nazionale Assaggiatori Vino) e A.E.I. (Associazione
Enotecnici Italiani). Sono ammessi all'esposizione
solo i vini ritenuti idonei.
Aperto tutto l’anno al martedì, giovedì, venerdì e sabato
dalle 9.30-13.00 e 15.30-19.00; domenica dalle 10.0013.00 e 16.00-19.00 (chiuso al lunedì, mercoledì e nel
mese di gennaio) www.termeevino.it
Degustare il Vino
Visitando l’Enoteca è possibile degustare i vini della Regione Piemonte con particolare riferimento ai vini dell’Alto Monferrato:
DOCG : Brachetto d’Acqui, Moscato d’Asti, Asti, Gavi
DOC: Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Ovada, Barbera del
Monferrato, Barbera d’Asti, Ruchè, Grignolino d’Asti,
Grignolino del Monferrato, Monferrato Rosso, Monferrato Rosso “Albarossa”
Cortese Alto Monferrato, Chardonnay, Monferrato
Bianco, Monferrato Bianco “Timorasso”.
La degustazione è accompagnata con grissini, formaggi
e salumi e per i vini da dessert con amaretti.
Prodotti tipici
FILETTO BACIATO
Il filetto baciato di Ponzone è un prodotto unico del
suo genere in Italia, ottenuto avvolgendo il cuore del
filetto suino, aromatizzato adeguatamente, con una
pasta di salame pure suino.
Per la lavorazione vengono utilizzati tagli pregiati di
maiale (suino pesante) di produzione nazionale. Oltre
al sottofiletto che costituisce il “cuore del prodotto” si utilizzano, per la preparazione della pasta di salame, tagli
magri pregiati con l’aggiunta di guanciale e di pancetta.
Il processo di salatura e marinatura del sottofiletto o filetto è custodito segretamente, la macinatura della pasta
è di grana grossa.
Il prodotto viene poi insaccato in un budello naturale
(non sintetico) e la stagionatura varia da uno a due
mesi, a seconda delle caratteristiche desiderate dai clienti;
il prodotto può tenere anche stagionature di 4 mesi ca.,
le tendenze del mercato sono però di utilizzo di salumi
morbidi. La stagionatura avviene nella zona di Ponzone
caratterizzata da un microclima particolare che probabilmente conferisce specifici aspetti organolettici al prodotto.
AMARETTI
Sono dolci prodotti con
una lavorazione artigianale, mantenuta ancora oggi dopo duecento
anni ed utilizzando solo
prodotti prima scelta. Le
mandorle dolci e/o amare e lo zucchero vengono passate
con una parte di albume alla raffinatrice, poi utilizzando l’impastatrice viene aggiunto il rimanente albume
montato a neve. L’impasto viene spezzettato, lavorato a
mano e cotto, dove assumerà la classica forma dell’amaretto. Una volta raffreddato viene avvolto a caramella
nelle cartine, dove manterrà intatto la fragranza e la
morbidezza. Il segreto dell’ “Amaretto di Acqui”, oltre
all’utilizzo di eccellenti materie prime, è la sapiente lavorazione del maestro pasticciere che, dosando con equilibrio le mandorle con lo zucchero, crea quel gradevole
sapore dolce amaro.
Prodotti tipici
TORRONE
Fino a poco tempo fa, il
torrone come lo zabaione, era il dolce principale delle cascine di
queste terre. Oggi, il torrone ha saputo conquistare anche i palati dei più rinomati gourmet, grazie
anche al perfetto abbinamento con il Brachetto d’Acqui
DOCG. Il segreto per ottenere un buon torrone è la Nocciola Tonda Gentile di Langa, pregiato prodotto, unico
nella sua fragranza.
TARTUFI
Uno dei prodotti di eccellenza, nasce e cresce
sotto terra in simbiosi
con la quercia, il salice,
il tiglio e il pioppo. In
base all’albero sotto il
quale cresce, sviluppa
una diversa intensità di
profumo e gusto, e si differenzia nel colore che può essere bianco, oppure caffèlatte con venature chiare. La ricerca del tartufo, inizia
da ottobre fino a gennaio, ed è circondata da un alone di
mistero. Il Trifulau, il cercatore di tartufi, gira nei boschi di notte accompagnato dal suo fedele cane e della
zappetta, lo “zapet”, che usa per rimuovere il prezioso
fungo sotterraneo.
Il tartufo va consumato fresco ed il suo intenso aroma
esalta piatti semplici come la carne cruda, i tajarin e le
uova.
DO
P
deno
m
origi inazion
ne pr
e
otett
a
LA ROBIOLA DI ROCCAVERANO
Prodotto simbolo del territorio, frutto di una pastorizia ardua, di montagna. E’ un formaggio
caprino, sintesi dei profumi, dei fiori e delle erbe
della zona, prodotto fresco o stagionato, e appare
a tutt’oggi l’unico in grado di equivalere se non
di superare i mitici formaggi francesi. I produttori locali lo producono con puro latte caprino
anche se il disciplinare consente l’aggiunta di
latte vaccino
Prodotti tipici
FRUTTA
IIl territorio incontaminato, l’aria purissima, le acque
limpide sono la base per coltivazioni di frutta, soprattutto pesche, fragole, ciliegie, cachi, mirtilli, lamponi e
ribes.
FUNGHI E CASTAGNE
I funghi porcini, deliziosi ovuli e galletti che crescono in
abbondanza nelle nostre valli sono molto ricercati dai
buongustai, nei mesi autunnali. Un prodotto genuino
della terra, con il suo inconfondibile gusto e l’intenso profumo. Vengono essiccati, e preparati per deliziosi sughi,
oppure messi sott’olio in conserva per essere consumati
nei mesi più freddi.
I folti boschi invece consentono ottime raccolte di castagne e dei pregiatissimi “marroni”, una varietà di castagna, frutto d’eccellenza.
BESTIAME
La ricchezza di pascoli consente l’allevamento di capi di
bestiame della pregiata razza piemontese. Famoso è il
Bue Grasso, da cui si ottiene un’eccellente carne per la
preparazione del bollito misto e di numerosi altri piatti
della tradizione locale.
La diffusione dell’allevamento ovi-caprino fornisce
agnelli e capretti di ottima qualità, dalle carni delicate.
Un’altra diffusa forma di allevamento è quella degli animali da cortile: conigli, galline, faraone e tacchini. Merita una particolare attenzione la selvaggina fra cui
lepri, fagiani, cinghiali e caprioli, che sono protagonisti
dei menu autunnali nelle nostre trattorie e ristoranti.
La vigna caratterizza inconfondibilmente il
territorio dell’Acquese, e a leggere la “De
naturali vinorum historia” del Bacci, pare
che la vite fosse di casa da sempre su queste colline. In Piemonte bevvero vino papi
e politici, a cominciare da Elvio Pertinace
nel 193, unico imperatore romano di origine
piemontese.
E’ una presenza che significa paesaggio,
storia, costumi, abitudini; è fondamento determinante per l’economia e per la gente di
queste valli. Le vigne ci regalano prestigiose uve per eccellenti vini, fra cui spiccono i grandi vini rossi, il Barbera del
Monferrato e d’Asti, il Dolcetto d’Acqui, la Freisa, Piemonte Albarossa vini
da tutto pasto che si abbinano perfettamente, ed esaltano, i gusti ed i profumi della
cucina locale. Dalle uve bianche sono prodotti il Cortese e lo Chardonnay coltivate in un ampio territorio. I vini dolci
d’eccellenza, sono il Brachetto d’Acqui
ed il Moscato d’Asti entrambi DOCG,
vini di raffinata gradevolezza.
Il Brachetto d’Acqui DOCG, nato nell’Acquese e solo ed esclusivamente qui
prodotto è un vino dolce, delicato, morbido
con una spuma fine e persistente.
Strevi Passito
Il meraviglioso territorio vinicolo in cui si trova il paese di
Strevi e cuore di un’importante
produzione enologica, in particolare del vino moscato passito.
E un vino aromatico da meditazione, che nasce da queste colline soleggiate, a struttura prevalentemente argillosa-marnosa e calcarea,
nonchè da vigneti selezionati.
Per ottenerlo si scelgono i grappoli più sani e spargoli
che vengono poi sistemati sui graticci ad appassire per
almeno 30/40 giorni, sia direttamente al sole che in fruttaia al coperto. Nel mese di novembre si procede alla pigiatura e il tutto viene messo a fermentare con parte delle
bucce, pulite dai vinaccioli e dalle scorie. II vino moscato
passito prodotto può essere commercializzato dopo il secondo anno dalla vendemmia.
La DOC “Strevi” è il risultato del recupero della tradizione e della storia di questo territorio, che si è concretizzata nel corso di questi anni.
Vino prodotto con uve moscato 100% selezionate. Resa
delle uve 60 q per ettaro; resa in vino 50%.
Colore giallo oro, tendente all’ambrato più o meno intenso. Profumo intenso, complesso, sentore muschiato
caratteristico dell’uva moscato.
Sapore dolce ma non stucchevole, armonioso, vellutato,
aromatico con sentori di albicocca matura.
Gradazione almeno 12,5% svolti.
A tavola il Moscato Passito lo abbineremo con formaggi
erborinati o molto stagionati o piccanti o fermentati.
Con i dolci a base di mandorla, oppure i classici cantucci
magari “pucciati” nel bicchierino. Si consiglia comunque la pasticceria secca.
Alcuni ristoranti lo propongono con il patè di fegato
d’oca. Temperatura di servizio 12/15 °C.
Dolcetto d’Acqui
Il Dolcetto d’Acqui viene prodotto in 23 comuni dell’Alto
Monferrato, un’area viticola
che si sviluppa prevalentemente intorno ai due centri
maggiori di Acqui Terme e di
Ovada, ed è ottenuto dal vitigno omonimo, che si presume originario di questa zona,
anche se la sua storia è abbastanza complessa. I primi
documenti relativi al Dolcetto risalgono alla fine del
’700, quando nelle “Istituzioni” del Conte Nuvolone, vicedirettore della Società agraria di Torino, si parlava di
un vino denominato “Dosset”, chiamato così perché il vitigno Dolcetto cresce bene sui “dossi”, o “duset” in piemontese. Il “Dolcetto” è ritenuto dolce dai profani,
mentre si tratta di un vino assolutamente secco e con sapore leggermente amarognolo; in realtà è l’uva da cui
deriva ad essere molto dolce, tanto da essere stata apprezzata in passato come ottima uva da tavola. Per anni
è stato considerato un vitigno dal quale si ottenevano vini
poco alcolici e da bere giovani, senza molto corpo, cosa
che negli ultimi anni è cambiata. E’ sempre stato il vino
di tutti i giorni ma oggi con le tecniche di coltivazione e
produzione la qualità ne ha beneficiato in modo sostanziale.
Considerato, come il Barbera, un vino adatto a tutte la
occasioni, il Dolcetto e’ oggi un prodotto pregiato data
l’accurata selezione dell’uva con cui deriva infatti e’ ottenuto per il 100% da uve dell’omonimo vitigno.
Due sono le tipologie prodotte e previste dal disciplinare:
Dolcetto d’Acqui, titolo alcolometrico 13%.
Dolcetto d’Acqui Superiore, titolo alcolometrico 12,5%
e un anno di invecchiamento.
La coltura del Dolcetto è preferita dai piccoli produttori
anche se alcune grandi e famose aziende si dedicano a
questa produzione la cui qualità incontra il favore crescente dei consumatori. Il metodo di produzione del Dolcetto d’Acqui prevede la pigiatura delle uve, poi messe a
fermentare e a macerare assieme alla vinaccia. Con la
successiva svinatura, si separa la vinaccia dal mosto, e
dopo l’affinamento il vino viene stabilizzato e imbottigliato. Se invecchiato per un anno, può assumere la qualificazione “Superiore”. E’ un vino da pasto di color rosso
rubino intenso, e dal sapore vinoso, con sentore di prugna
e frutti rossi. Il sapore è secco, asciutto, amarognolo,
gradevolmente ammandorlato e si sposa con antipasti,
salumi, primi di pasta quali ravioli, tagliatelle al sugo
di ragù o funghi, formaggi a pasta morbida; va servito
a 18-20°C, entro i primi due anni dalla vendemmia in
calici a “ballon”.
Brachetto
d’Acqui
D.O.C.G.
Il Disciplinare della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, del 1996,
stabilisce che i vini DOCG
“Brachetto
d’Acqui”
o
“Acqui”, nelle tipologie di
tappo raso e spumante, devono
essere esclusivamente prodotti
dal vitigno Brachetto, nel territorio dei 26 Comuni che
ne fanno parte.
Il colore è rosso rubino, di media intensità, con un aroma
muschiato, molto delicato con un bouquet floreale ricco
di note fruttate, che sul palato si presentano col sapore
dolce, morbido e vivace.
È un vino da bere giovane, quando esprime al meglio
tutta la fragranza dell’uva, e si colgono i sentori di rosa
e di frutta matura . Va servito in coppa ad una temperatura di 8-12°C, e si abbina perfettamente alla frutta
dolce soprattutto le fragole e le pesche e a tutti i dessert.
Tradizionalmente viene servito con la pasticceria piemontese: dagli amaretti, ai savoiardi, ai krumiri, e con
i semifreddi, i gelati al Brachetto. Ideale anche per preparare una varietà di cocktails.
Ricette
Gli amaretti di Acqui
Sono dolci prodotti con una lavorazione artigianale, mantenuta ancora
oggi dopo duecento anni ed utilizzando
solo prodotti di prima scelta.
Le mandorle dolci e/o amare e lo zucchero vengono passate con una parte
di albume alla raffinatrice, poi utilizzando l’impastatrice viene aggiunto il
rimanente albume montato a neve.
L’impasto viene spezzettato, lavorato
a mano e cotto, dove assumerà la classica forma dell’amaretto. Una volta raffreddato viene avviluppato a
caramella nelle cartine, dove manterrà intatto la fragranza e la morbidezza. Il segreto dell’ “Amaretto di
Acqui”, oltre all’utilizzo di eccellenti materie prime, è la
sapiente lavorazione del maestro pasticcere che, dosando
con equilibrio le mandorle con lo zucchero, crea quel gradevole sapore dolce amaro. Il metodo di produzione dell’
“Amaretto di Acqui” negli anni non è variato, sempre
senza utilizzare conservanti o additivi.
La farinata
Piatto diffusissimo in Liguria, è presente anche nella
nostra provincia. La coltivazione del cece nel nostro Preappennino è dovuta al terreno sabbioso sciolto. Il cece infatti ne contrae la proprietà di cuocere bene, cosa che
raramente capita se viene coltivato in terreno argilloso.
Con i ceci si prepara la famosa “zuppa dei morti” o cisrò,
nota in tutta la nostra provincia.Con i ceci però si ottiene
anche la farina, ingrediente base per la preparazione di
numerosi piatti tipici dell’ Appennino alessandrino. Il
più famoso è ovviamente la farinata o
belacauda.
Preparazione: mescolare 1/2 Kg. di farina ci ceci in mezzo litro d’acqua o poco
più. Lasciare riposare a lungo il composto aggiungendo un generoso pizzico
di sale e un mezzo bicchiere di olio
d’oliva extravergine. Aggiungere eventualmente pochissimo rosmarino tritato
finemente. Versare in un apposito
“testo” ovvero padella rotonda molto
larga e molto bassa e infornare a fuoco vivace, possibilmente di legna, per circa quindici – venti minuti. Tagliare la farinata alta non più di un centimetro a
losanghe irregolari e cosparsa a piacere di pepe nero. Servire caldissima. Naturalmente il segreto di una buona
farinata consiste nell’acqua non calcarea, nei ceci macinati d’annata, nel taglio di pochissima farina bianca,
nel tipo di olio, di forno ecc.; insomma una vera arte. La
farinata era il piatto poverissimo e occupava tutta la
cena; oggi è soprattutto un piatto – golosità che si consuma a merenda o a sera dopo cena.
La Bagna Caoda
La Bagna Caoda è una pietanza di origine contadina la
cui nascita non è databile.
All’inizio probabilmente si usava un intingolo di olio
degli oliveti nostrani oppure olio di noce, insaporito con
l’aglio, al quale si aggiunsero in seguito le acciughe portate attraverso la via del sale dagli acciugai della Val
Maira. Era ed è un piatto preminentemente autunnale
ed invernale in uso nelle campagne quando i contadini,
Ricette
finita la vendemmia si dedicavano ai
lavori di cantina.
Alla sera si era soliti trovarsi tutti per
la cena a consumare ciò che la natura
forniva. Caratteristico è il modo di consumarla; al centro della tavola il “fuiot” con la Bagna
Caoda era tenuto in caldo con la brace di legna su uno
scaldino di terracotta ed in tal modo tutti potevano intingere le verdure accompagnandole con fette di pane di
pasta dura “le grissie”. Il vino normalmente era quello
appena spillato oppure un barbera vivace.
Quell’intingere insieme era ed è un invito all’amicizia
ed un inno alla cordialità.
Ingredienti per 12 persone:
- 12 teste di aglio
- 6 bicchieri di vino di oliva e, se possibile un bicchierino
di olio di noci
- 6 ettogrammi di acciughe rosse di Spagna
Tagliare a fettine gli spicchi d’aglio precedentemente svestiti e privati di germoglio.
Porre l’aglio in un tegame di coccio, aggiungere un bic-
chiere d’olio e iniziare la cottura a
fuoco bassissimo rimescolando con il
cucchiaio di legno e avendo cura che
non prenda colore; aggiungere poi le
acciughe dissalate, diliscate, lavate nel
vino rosso e asciugate, rimestandole delicatamente. Coprire con il restante olio e portare l’intingolo a cottura a
fuoco lento per una mezz’oretta, badando che la bagna
non frigga. Al termine della cottura si potrà aggiungere,
se piace un sapore più morbido, un pezzetto di burro freschissimo.
Versare la bagna negli appositi “fujot” (fornelli di coccio) e accompagnarla con le seguenti verdure:
crude: cardi gobbi di Nizza, topinambur, cuori di cavolo
bianco, invidia e scarola, peperoni freschi e sotto graspa,
cipollotti crudi inquartati ed immersi nel vino barbera;
cotte: barbabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno,
zucca fritta, peperoni arrostiti.
E’ tradizione raccogliere alla fine lo “spesso della bagna”
strapazzandovi dentro l’uovo.
The Regional Enoteca Acqui "Terme & Vino
The Regional Enoteca Acqui "Terme & Vino” was
inaugurated in 1981, housed inside the cellars of
palazzo Robellini, a beautiful 16th century building,
just like most of the buildings found nearby in Borgo
San Pietro. A characteristic setting in the old cellars, spread out in different rooms, where wooden
beams and red bricks are the main features, along
with rural traditional piedmontese furniture. A series of peasants tools are on display from the local
wine-producing sector. The Enoteca’s main aim is
to promote and emphasize the local wines, with
particular attention paid to appreciate, value and
sell, and to stimulate the wine producers towards
constant improvements in wine-making techniques,
along with perfection, conservation and quality of
the final product. All the local D.O.C. (denomination
of origin controlled) and D.O.C.G. (denomination of
origin controlled and guaranteed) wines from the
region of Piedmont are on display: Barbera d'Asti,
Barbera Monferrato, Moscato d'Asti, Asti Spumante, Dolcetto d'Ovada, Cortese Alto Monferrato, but most of all the local wines: Dolcetto
d'Acqui and Brachetto d'Acqui; A wine tasting is
possible for individuals and groups, and refreshments and banquets may also be organized, with
attention paid to the local wines from the Alto Monferrato territory:
DOCG: Brachetto d’Acqui, Moscato d’Asti,
Asti, GaviDOC: Dolcetto d’Acqui, Dolcetto
d’Ovada, Barbera del Monferrato, Barbera
d’Asti, Ruchè, Grignolino d’Asti, Grignolino
del Monferrato, Monferrato Rosso, Monferrato Rosso “Albarossa”, Cortese Alto Monferrato, Chardonnay, Monferrato Bianco,
Monferrato Bianco “Timorasso”.
Each single tasting is accompanied by grissini,
cheese, salami whereas dessert wines are paired
with amaretti (local confectionery made with almonds). The Enoteca may also organize for groups,
prior to a reservation: an aperitif with pairing of local
cheeses and salamis, ravioli cooked in the oven,
stuffed vegetables, focaccia, lingua (a crunchy type
of focaccia), corn bread, with nuts etc..
a guided wine tasting, comfortably sat down at the
table with the assistance of a Sommelier, accompanied by a detailed description of the wines and
local produce served. Upon request it is also possible to have a buffet with hot dishes.
Guarantee
All of the D.O.C. and D.O.C.G. wines presented for
admission in the Enoteca are validated by a Technical Tasting Committee made up of members of the
O.N.A.V. (National Wine tasters Organization) and
A.E.I. (Italian Wine-Technicians’ Association). Only
wines considered suitable are allowed to be put on
display, tasted and purchased.
Opening Times: All year on Tuesdays, Thursdays,
Fridays, Saturdays 9.30 -13.00 e 15.30-19.00;
Sundays from 10.00 -13.00 and 16.00 -19.00
closed on Mondays, Wednesdays and in January
For further information please visit
www.termeevino.it or call 0144 770273i casa
Gastronomy & Typical products
A land to be discovered and enjoyed with its wine
& food delights that create a rich and genuine cuisine, capable of rediscovering flavours and aromas
from the past.
The local gastronomy is characterized by simplicity,
and is made up of dishes that are created using only
local seasonal produce. Its origins are poor, due to
the humble economic conditions from the past,
even though with the passing of time, the dishes
have become richer, and nevertheless have never
lost their primary ingredient: genuineness.
Typical dishes from the local cuisine are a fine selection of starters, among which the salami “Filetto
Baciato of Ponzone” an absolute delicacy, cacciatorini, lard, peppers with bagna cauda and a variety
of savoury cakes stand out.
Among the first courses are tajarin served with a
mushroom or game sauce, agnolotti al plin, polenta,
cisrò, farinata, and among the second courses
fresh local meat, bollito misto mixed boiled meat,
rabbit, braised meat, tripe, but also stockfish, finanziera a traditional Piemontese stir-fry and bagna
cauda.
The local area also boasts a long tradition of small
workshops that produce desserts using two typical products from the land: hazelnuts, cultivated in
the Bormida valley, and chestnuts, whose woodlands cover most of the local territory. Other local
specialities are amaretti, that are still produced following an ancient recipe, baci di Dama, brut e bon
and acquesi with rhum. A land to be discovered and
enjoyed…
Typical products
Meat
The richness of the pastures allows for the breeding of the esteemed Piedmontese cattle, of which
the Bue Grasso - Fat Ox, is very famous, from
which an excellent meat is obtained for the preparation of “bollito misto / boiled meat” and many
other traditional local dishes.
The widespread breeding of lambs and goats provides animals of an excellent quality, with a very
delicate meat. Another very popular form of breeding is that of courtyard animals: rabbits, chickens,
guinea fowls and turkeys.
Special attention must be paid to the local game:
hares, pheasants, wild boar and roe deer, all of
which are “protagonists” in the Autumn menus in
local inns and restaurants.
Filetto baciato
The filetto baciato salami from Ponzone is a unique
and delicious product of its kind in Italy. A tasty salami, made by wrapping the heart of the aromatized
pork fillet, in a pasta of pure pork salami, of which
only the best parts are chosen.
Besides the tenderloin, which makes up the “heart
of the product”, in the preparation process other
parts are used such as lean cuts and the lard and
pork underbelly.
The fillet’s salting and marinating process is kept a
secret, whereas the grinding is coarse grain.
The product is inserted into a sack made from natural guts and the maturing varies from one to two
months depending on the characteristics required
by the clients. It can also withstand a maturing period of around 4 months, but market trends prefer
to consume a salami with a softer texture.The maturing process takes place in the area of Ponzone
(around 12km from Acqui), which is characterised
by a particular microclimate that probably confers
the product specific organoleptic features.
Mushrooms & Chestnuts
Porcini mushrooms, delicious ovules and chanterelle that grow abundantly in our valleys, are very
much sought after by gourmets during the autumn
months. A genuine product from the land, with its
distinctive flavour and intense smell.
The mushrooms are left to dry and then used to
prepare delicious sauces, or conserved under oil so
that they can be consumed during the colder
months. The dense woods on the other hand allow
for an excellent harvest of chestnuts and the prestigious “Marroni”, a variety of chestnut - fruit of
excellence.
Fruit
The uncontaminated landscape, the unpolluted air
and the limpid water are the key components for
the cultivation of fruit, especially peaches, strawberries, cherries, Sharon fruit, blueberries, raspberries and blackcurrants.
Robiola from Roccaverano
(DOP – de nomination origin protected )
A product that has become a symbol of these
lands, it is the fruit of a difficult mountain pasture. It
is a goat’s cheese, a blend of smells, flowers and
herbs of the area, produced fresh or seasoned, and
today it appears to be the only one capable of living up to, if not surpassing the classic French
cheeses. Local producers make it using pure goat’s
milk, even though the disciplinary allows for the addition of cow’s milk.
Truffles
One of the most esteemed products, that is born
and grows completely underground in symbiosis
with oak, willow, lime and poplar trees. Depending
on the type of tree where it grows, it develops a different intensity of flavour and smell, and is distinguished by the colour which can be white, or beige
with light veins running through it.
The truffle search starts from October until January, and is surrounded by an aura of mystery.
The Trifulau, the truffle hunter, wanders around the
woods especially at night, accompanied by his loyal
dog and his “zappetta” / shovel (weeding hoe) that
he uses to remove the precious fungi.
Truffles are best consumed fresh and its intense
aroma enhances simple dishes such as raw meat,
tagliarini and eggs.
Nougat (torrone)
Up until not long ago torrone (a type of nougat) like
zabaione, was the main dessert consumed by people in the local area. Nowadays, it has gained popularity even with the most demanding palates, due
also to its perfect pairing with Brachetto d’Acqui
DOCG.
The secret in obtaining a good nougat is the Tonda
Gentile di Langa hazelnut, a prestigious product,
unique in its flavour.
Amaretti
They are sweet handmade delicacies, made the
same way today as the recipe used two hundred
years ago, using only first class ingredients.
The almonds sweet and/or bitter, together with the
sugar are mixed with a part of the egg white, then
using the mixer, the remainder of the egg whites are
added. The mixture is then broken up, worked by
hand and cooked, where it assumes the classical
shape of an amaretto.
Once it has cooled down, it is wrapped in paper,
and will maintain intact its fragrance and softness.
The secret of the “Amaretto di Acqui”, besides the
use of first class ingredients, is the wise processing
of the master baker that doses and balances the
quantities of hazelnuts and sugar, that together
create the pleasant bitter sweet flavour.
Wines
Vineyards undoubtedly characterize the local Acquese territory, and according to the “De naturali
vino rum historia” by Bacci, it seems that vines have
always been found on the hills of this region.
Popes and politicians drunk wine in Piedmont, starting from Elvio Pertinace in 193 AD, the only Roman
Emperor of Piedmontese origins.
Its existence represents the landscape, the history,
the costumes and lifestyle, and it is a fundamental
factor for the people and the areas’ economy.
The vineyards reward us with prestigious grapes
that create excellent wines amongst which the
grand reds emerge: Barbera del Monferrato &
d’Asti, Dolcetto d’Acqui, Freisa and Piemonte
Albarossa, that are a perfect combination for the
entire meal that enhance the flavours and tastes of
the traditional local cuisine.
From white grapes, Cortese and Chardonnay
wines are produced, that are cultivated in a spacious area of the region. Esteemed dessert wines
are Brachetto d’Acqui and Moscato d’Asti both
DOCG (denomination of origin protected and guaranteed) of a remarkable, refined pleasantness.
Brachetto DOCG was born in the Acquese territory and is solely and exclusively produced here; it
is a sweet, delicate, soft wine with a fine and persistent froth
Strevi Passito
The wonderful territory in which the village of Strevi is
immersed is the heart of production of an extremely important wine, in particular Moscato Passito.
It is an aromatic, meditative wine, cultivated among
these sunny hills, in calcareous, marble-clayey lands,
nonetheless from a vigorous selection of the vineyards.
In order to produce the wine the healthiest bunches of
grapes are chosen, that are then left to dry under direct
sunlight and in covered areas for around 30-40 days.
In November the grape pressing takes place when all is
put to ferment with parts of the skins, prior to removal
of the pips and residue.
Moscato wine may be put on the market after the second
year of harvest, and the “Strevi” DOC is the result of
the safeguard of traditions and history from these lands,
that with the passing of time has become highly regar-
ded.
A wine produced 100% from selected Muscat grapes.
Yield of the grapes 60 q per hectare; yield in wine 50%.
A golden yellowy colour, with amber reflections
An intense, complex bouquet, with a musky scent, characterised by the Muscat grapes.
A pleasant, sweet, harmonic flavour, velvety, aromatic
with scents of mature apricots.
Alcoholic content 12,5%
It is best paired with seasoned, herbal, spicy and wellmature cheeses. Very suitable also with almond based
desserts, or the traditional cantucci biscuits dipped in the
glass.
Some restaurants recommend it served with goose liver
pate.
To be served at a temperature 12/15°C.
Dolcetto d'Acqui
Dolcetto d’Acqui is produced in 23 villages in the Alto
Monferrato territory, a viticulture area that has developed mainly around two major centres: Acqui Terme and
Ovada. It is obtained from the Dolcetto vine that is presumed originated in this area, even though its history is
fairly complex.
The first documents relating to Dolcetto date back to the
end of the 18th century, when during this period in the
institutions of Count Nuvolone, vice-Director of the
Agricultural society in Turin, it mentioned a wine referred to as “Dosset”, because the Dolcetto vine grows particularly well on “dossi” (humps in the land) or “duset”
in Piedmontese dialect. It is regarded by the “profane”
as a sweet wine, whilst it is really a dry wine with a
slight bitter taste; as a matter of fact the grapes are
sweet, and for this reason it was much appreciated in the
past consumed as an excellent table grape. For many
years is was considered a wine with a low alcohol content
and without much body, but all this has changed in recent years.
It has always been an everyday wine, but today with the
new cultivation and production techniques the quality
has greatly improved.
It is appreciated just as much as the Barbera wine, and
is suitable on all occasions.
Today Dolcetto is regarded as a very important product
due to the strict selection of the grapes, it is in fact obtained using 100% Dolcetto grapes.
There are two varieties that are produced according to
the disciplinary:
Dolcetto d’Acqui – 13% Vol.
Dolcetto d’Acqui Superiore – 12,5% Vol. with one year
of aging.
The cultivation of Dolcetto is preferred by the smaller
producers, even though some of the bigger and well
known companies are also dedicated to the production of
this wine, whose quality meets the increasing appreciation and constant growth of the consumers. The method
of production used foresees the pressing of the grapes,
that are then put to ferment and macerate together with
the vinasse. During the next stage of the racking process, the vinasse is separated from the must, then after
the refinement the wine is stabilized and bottled. If left
to age for one year, it can acquire the “Superior” denomination.
It is a table wine with an intense ruby red colour and a
winey taste, with a hint of plum and red fruits. The flavour is bitter, dry, with a pleasant hint of almonds, and
it is perfectly paired with starters, salamis, main courses
such as pasta and ravioli, tagliatelle with Bolognese or
mushroom sauces and soft cheeses.
To be served at a temperature of 18°-20°C in glasses
called “Ballon” and consumed within two years of harvest.
Brachetto d’Acqui DOCG
The DOCG disciplinary - Denomination of Origin Controlled and Guaranteed from 1996 states that the
DOCG wines, “Brachetto d’Acqui” or “Acqui”, in the
still or sparkling varieties must be solely produced using
the Brachetto vine, within the territory of the 26 villages,
members of the Comuni del Brachetto d’Acqui DOCG
Association. The colour is ruby red, of medium intensity
with a very delicate, musky aroma, and a floral bouquet
rich in fruity scents, that on the palate presents itself
with a sweet, soft and lively flavour. A wine best enjoyed
whilst young, as it expresses at its best the fragrances
of the grapes, with scents of roses and mature fruit.
To be served in a glass at a temperature between 8-12°C,
it is excellent paired with sweet fruit, especially strawberries and peaches, and all types of desserts. It is traditionally served with the classical Piedmontese
confectionery such as: amaretti, savoiardi, krumiri, semifreddi (chilled desserts) and Brachetto ice-creams,
and is also particularly suitable to make a variety of
cocktails.
Recipes
BAGNA CAODA
Bagna Caoda is a peasant’s dish whose exact origin is
unclear. In the beginning it was likely that an oil sauce
from Italian olive groves or walnut oil was used, flavoured with garlic, to which anchovies were later added
brought here by the “via del sale / the salt road” by men
from the Val Maira. It was and still is mostly an Autumn and Winter dish, consumed in the countryside normally when farmers had finished the grape harvest
season, and were then dedicated to work in the wine cellars. It was common that everyone would gather for the
evening meal and enjoy what nature had provided. Very
characteristic is the method in which it’s consumed: a
“fujot” - a terracotta dish would be placed in the middle
of the table with the bagna caoda served in it, kept warm
by the hot charcoal under it; this way everyone could dip
their vegetables into the sauce accompanied by slices of
bread known as “le grissie”.
The wine served was usually one from the barrel or a lively Barbera. That dipping together was and still is
today an invitation for friendship and a tribute to conviviality.
Ingredients for 12 people:
12 bulbs of garlic
6 glasses of olive oil, and if possible a small glass of walnut oil
6 hectograms of anchovies
Finely slice the cloves of garlic previously cleaned and
shelled eliminating the green sprout.
Place the garlic in a terracotta pan, add a glass of oil
and then begin to cook on a very low heat stirring with
a wooden spoon making sure that it does not darken,
then add the filleted, desalted anchovies, washed in red
wine, then dried, and gently stir.
Cover with the remaining oil and cook the sauce on a low
heat for around half an hour making sure that it doesn’t
fry.
Finished cooking, you may add a piece of butter to make
it more delicate. Serve the bagna in the “fujot” – a special terracotta dish and serve it with the following vegetables:
raw: cardoons of Nizza M.to, artichokes, white cabbage
hearts, lettuce, peppers, spring onions sliced and soaked
in Barbera wine. cooked: beetroot, boiled potatoes, baked
onions, fried pumpkin, roast peppers.
It’s a tradition to whisk an egg in the thick sauce left at
the bottom of the pan.
FARINATA
A popular dish in the region of Liguria, it is also found
here in our province.
The cultivation of chick-peas in the pre-Apennine area
is thanks to the excellent sandy soil conditions. With the
chick-peas, the famous “zuppa dei morti / soup of the
dead” or “cisrò” is prepared and served on all Saints day,
the 1st November throughout the entire province.
From chick-peas, however, flour is also obtained, a primary ingredient used to prepare endless dishes typical of
our area. The most famous is of course “farinata” or
belacauda.
Preparation:
mix 500gr. of chick-pea flour in half a litre of water.
Leave it to rest and add a generous pinch of salt and half
a glass of extra-virgin olive oil.
Add some finely cut rosemary.
Pour the mixture into an appropriate “testo” or rather
a large round, low copper tray and place it into a woodfired hot oven for around 15-20 minutes.
Once cooked, cut the farinata (should be no more than
1cm thick) into slices and cover it with black pepper to
please. Serve very hot.
Naturally the secret to obtain a perfect farinata lies in
the water (not calcareous), and in all the ingredients
used, in other words a true form of art. At one time, it
was the main meal served in very poor families.
Nowadays, it has become a popular dish enjoyed as a
starter, a snack or simply after a meal.
Busto Arsizio / Malpensa
Biella
Vercelli
Torino
Asti
Cuneo
Acqui Terme
Caselle
La città di Acqui Terme è uno dei sei membri fondatori
della Associazione Europea delle città storiche
termali (EHTTA) con le città di Salsomaggiore
Terme, Spa, Ourense, Vichy e Bath fondata
nel dicembre 2009.
Questa giovanissima rete europea ha ottenuto
il prestigioso riconoscimento di
Bergamo
Orio al Serio
Milano
Itinerario Culturale da parte del Consiglio
d’Europa nel maggio 2010.
Acqui Terme è ad oggi sede della Segreteria
Esecutiva dell’Associazione.
www.ehtta.eu
Linate
Pavia
Alessandria
Genova
C.Colombo
The City of Acqui Terme, one of the six founding
members of the European Historical Thermal Towns
Association (EHTTA) along with the cities of Salsomaggiore Terme, Spa, Ourense, Vichy and Bath, was
behind this association’s creation in December 2009,
and led the European network of thermal towns’ application to the Council of Europe, up to receiving the prestigious certification of Cultural Route of the Council
of Europe in May 2010. Since 2010 the Association's
Head Executive Secretarial Office is in Acqui Terme.
ASSESSORATO AL TURISMO
Piazza Levi, 12
15011 Acqui Terme AL Italia
Tel. +39 0144 770298/240
[email protected] www.comuneacqui.com
IAT - Informazione ed Accoglienza Turistica
Palazzo Robellini – piazza Levi, 7
Tel. +39 0144 322142; fax +39 0144 770288
www.turismoacquiterme.it [email protected]
www.claudiaragalzi.it
Progetto grafico e realizzazione
Comune di Acqui Terme
Tutti i diritti sono riservati - RIPRODUZIONE VIETATA
ACQUI
TERME