brochure u - Ufficio Informazioni Turistiche
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ACQUI TERME Piemonte / Piedmont ACQUI TERME Acqui Terme Piemonte Altezza 164 metri s.l.m. Abitanti “Acquesi” Popolazione 20.600 A i c h / o i c h in dialetto locale Principali distanze Distanze chilometriche Da Torino Km. 120 da Milano Km. 129 - da Genova Km. 80 da Alessandria Km. 35 - da Roma Km. 619 da Parigi Km. 943 - da Londra Km. 1357 da Ginevra Km. 353 - da Francoforte Km. 1443 - da Madrid Km. 1732 Ferrovia Stazione di Acqui Terme P.zza Vittorio Veneto tel. 892021 www.fsitaliane.it Da Milano - Via Alessandria Da Torino - Via Asti Da Genova - Via Ovada Da Savona - Via San Giuseppe di Cairo Autolinee Movicentro autostazione via Alessandria - Linee per Alessandria, Torino, Milano Famagosta Aereoporti Genova Cristoforo Colombo da Acqui T. 80 km Torino Caselle da Acqui T. 140 km Milano Malpensa e Milano Linate da Acqui T. 130 km – 140 km Carta d’Identità Una terra di confine, tra Piemonte e Liguria, tra pianura e Appennino, ricca di suggestioni ambientali, paesistiche, artistiche, eno-gastronomiche, dove il territorio presenta svariati paesaggi a seconda dell’altitudine che varia da un minimo di 120 m. fino a 850 metri s.l.m. Un angolo di terra, situata in una posizione molto strategica non distante dalle grandi città di Genova, Milano, Torino e la riviera Ligure, dove tranquillità, tradizioni, antiche usanze, ottimi vini, gastronomia genuina e rispetto della natura regnano ancora sovrani. La città di Acqui è circondata da una corona di colline che si adagiano sulle valli del torrente Erro e del fiume Bormida, dove il paesaggio sì presenta vario con prati, boschi, fiumi e torrenti, caratterizzato soprattutto da vigneti di Brachetto e Moscato. Situata sulla sponda sinistra del fiume Bormida, a 164 metri s.l.m. conta una popolazione di circa 20.600 abitanti. Un’affascinante citta’ termale rinomata già in epoca romana per le sue acque fumanti, quelle calde, ricche di proprietà terapeutiche che sgorgano nel cuore del centro storico e al di là del fiume Bormida, nella verde zona “Bagni”. Oggi, la città rappresenta la principale località termale del Piemonte e tra le più importanti nello scenario nazionale, sia per la qualità che per la quantità dei trattamenti offerti. L' enogastronomia è l'altra grande realtà che qui gioca un ruolo di rilevante importanza sotto il profilo economico e turistico. Il comprensorio Acquese conta ben 9 DOC e 3 DOCG. Numerose sono le occasioni di soggiorno per il turista che desideri visitare musei, monumenti, opere d'arte, per le quali ogni anno si aprono le porte del Palazzo Saracco di Acqui che ospita antologiche dei grandi nomi dell'arte contemporanea italiana. Città romana, città medievale, città moderna; la parte più antica della città è il borgo Pisterna con suggestive, strette vie acciottolate simili ai “carugi” genovesi, portali barocchi e rinascimentali, adiacente al Borgo Nuovo e al Borgo San Pietro: rappresentano assieme l'attuale centro della città, che si è poi via via sviluppato verso la pianura e verso la collina. Una terra da gustare con i suoi tesori eno-gastronomici Una terra da gustare con i suoi tesori eno-gastronomici che creano una cucina ricca e genuina, capace di far riscoprire sapori e aromi del passato. La gastronomia, seppur caratterizzata dalla semplicità, è molto ricca, composta di piatti a base di ingredienti stagionali locali. Ha origini povere derivati dalle modeste condizioni economiche della zona durante i secoli passati, anche se con lo scorrere del tempo, i piatti si sono arricchiti, mai però, senza perdere l’ingrediente primario: la genuinità. Tipici della cucina locale sono una ricca scelta di antipasti fra cui il salame “filetto baciato di Ponzone” una bontà assoluta, i cacciatorini, il lardo, i peperoni con la bagna cauda e una varietà di torte salate. Fra i primi piatti spiccano i tajarin ai funghi o sughi di cacciagione, gli agnolotti al plin, la polenta, la cisrò – la farinata, e fra i secondi eccellono le carni locali, il bollito misto, il coniglio, il brasato, la trippa, ma anche lo stoccafisso, la finanziera, il fritto misto alla piemontese e la bagna cauda, piatto conviviale per eccellenza. Il territorio vanta inoltre una secolare tradizione di piccoli laboratori artigianali per la produzione di dolci che utilizzano due dei prodotti tipici del territorio: le nocciole, coltivate soprattutto sui versanti della Valle Bormida, e le castagne, i cui boschi ricoprono tutto il territorio locale. Altre specialità locali sono gli amaretti, prodotti seguendo un antichissima ricetta, i baci di dama, i brut e bon e gli Acquesi al Rhum. Enoteca Regionale Acqui “Terme e Vino” Piazza Levi, 7 15011 Acqui Terme AL Tel. 0144 770273 Fax 0144 350196 e-mail. [email protected] L'Enoteca regionale Acqui "Terme e Vino” inaugurata nel 1981, ha sede in Palazzo Robellini, divenuto poi Palazzo Dagna Sabina. Come gran parte delle costruzioni che si trovano in Borgo San Pietro, il Palazzo ha origini cinquecentesche. E' situata nelle antiche cantine, divise in diverse salette sormontante da volte a botte, con muri di mattoni a vista ed arredi in legno in stile rustico piemontese. In questi ambienti caratteristici è presentata una raccolta di strumenti tradizionali legati al mondo locale della vite e del vino. L'Enoteca si propone di valorizzare i prodotti vinicoli della zona, favorendone la conoscenza, l'apprezzamento, la vendita: di stimolare i viticoltori e gli operatori vinicoli al miglioramento della viticoltura e della vinificazione, nonché di perfezionare la conservazione e la qualità del prodotto finale. Si propone altresì di valorizzare, senza fini di lucro, ogni varietà di vino della zona, promuovendone la conoscenza ed il consumo, anche in relazione agli accostamenti con la tradizionale gastronomia locale. Nell'enoteca vengono esposti i vini D.O.C. e D.O.C.G. della Regione Piemonte: Barbera d'Asti, Barbera Monferrato, Moscato d'Asti, Asti Spumante, Dolcetto d'Ovada, Cortese Alto Monferrato e soprattutto Dolcetto d'Acqui e Brachetto d'Acqui; che è possibile degustare ed acquistare. Garanzia dell’Enoteca Tutti i vini D.O.C. e D.O.C.G. presentati per l'ammissione in enoteca sono vagliati preventivamente dalla specifica commissione Tecnica d'Assaggiocomposta da membri dell'O.N.A.V. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino) e A.E.I. (Associazione Enotecnici Italiani). Sono ammessi all'esposizione solo i vini ritenuti idonei. Aperto tutto l’anno al martedì, giovedì, venerdì e sabato dalle 9.30-13.00 e 15.30-19.00; domenica dalle 10.0013.00 e 16.00-19.00 (chiuso al lunedì, mercoledì e nel mese di gennaio) www.termeevino.it Degustare il Vino Visitando l’Enoteca è possibile degustare i vini della Regione Piemonte con particolare riferimento ai vini dell’Alto Monferrato: DOCG : Brachetto d’Acqui, Moscato d’Asti, Asti, Gavi DOC: Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Ovada, Barbera del Monferrato, Barbera d’Asti, Ruchè, Grignolino d’Asti, Grignolino del Monferrato, Monferrato Rosso, Monferrato Rosso “Albarossa” Cortese Alto Monferrato, Chardonnay, Monferrato Bianco, Monferrato Bianco “Timorasso”. La degustazione è accompagnata con grissini, formaggi e salumi e per i vini da dessert con amaretti. Prodotti tipici FILETTO BACIATO Il filetto baciato di Ponzone è un prodotto unico del suo genere in Italia, ottenuto avvolgendo il cuore del filetto suino, aromatizzato adeguatamente, con una pasta di salame pure suino. Per la lavorazione vengono utilizzati tagli pregiati di maiale (suino pesante) di produzione nazionale. Oltre al sottofiletto che costituisce il “cuore del prodotto” si utilizzano, per la preparazione della pasta di salame, tagli magri pregiati con l’aggiunta di guanciale e di pancetta. Il processo di salatura e marinatura del sottofiletto o filetto è custodito segretamente, la macinatura della pasta è di grana grossa. Il prodotto viene poi insaccato in un budello naturale (non sintetico) e la stagionatura varia da uno a due mesi, a seconda delle caratteristiche desiderate dai clienti; il prodotto può tenere anche stagionature di 4 mesi ca., le tendenze del mercato sono però di utilizzo di salumi morbidi. La stagionatura avviene nella zona di Ponzone caratterizzata da un microclima particolare che probabilmente conferisce specifici aspetti organolettici al prodotto. AMARETTI Sono dolci prodotti con una lavorazione artigianale, mantenuta ancora oggi dopo duecento anni ed utilizzando solo prodotti prima scelta. Le mandorle dolci e/o amare e lo zucchero vengono passate con una parte di albume alla raffinatrice, poi utilizzando l’impastatrice viene aggiunto il rimanente albume montato a neve. L’impasto viene spezzettato, lavorato a mano e cotto, dove assumerà la classica forma dell’amaretto. Una volta raffreddato viene avvolto a caramella nelle cartine, dove manterrà intatto la fragranza e la morbidezza. Il segreto dell’ “Amaretto di Acqui”, oltre all’utilizzo di eccellenti materie prime, è la sapiente lavorazione del maestro pasticciere che, dosando con equilibrio le mandorle con lo zucchero, crea quel gradevole sapore dolce amaro. Prodotti tipici TORRONE Fino a poco tempo fa, il torrone come lo zabaione, era il dolce principale delle cascine di queste terre. Oggi, il torrone ha saputo conquistare anche i palati dei più rinomati gourmet, grazie anche al perfetto abbinamento con il Brachetto d’Acqui DOCG. Il segreto per ottenere un buon torrone è la Nocciola Tonda Gentile di Langa, pregiato prodotto, unico nella sua fragranza. TARTUFI Uno dei prodotti di eccellenza, nasce e cresce sotto terra in simbiosi con la quercia, il salice, il tiglio e il pioppo. In base all’albero sotto il quale cresce, sviluppa una diversa intensità di profumo e gusto, e si differenzia nel colore che può essere bianco, oppure caffèlatte con venature chiare. La ricerca del tartufo, inizia da ottobre fino a gennaio, ed è circondata da un alone di mistero. Il Trifulau, il cercatore di tartufi, gira nei boschi di notte accompagnato dal suo fedele cane e della zappetta, lo “zapet”, che usa per rimuovere il prezioso fungo sotterraneo. Il tartufo va consumato fresco ed il suo intenso aroma esalta piatti semplici come la carne cruda, i tajarin e le uova. DO P deno m origi inazion ne pr e otett a LA ROBIOLA DI ROCCAVERANO Prodotto simbolo del territorio, frutto di una pastorizia ardua, di montagna. E’ un formaggio caprino, sintesi dei profumi, dei fiori e delle erbe della zona, prodotto fresco o stagionato, e appare a tutt’oggi l’unico in grado di equivalere se non di superare i mitici formaggi francesi. I produttori locali lo producono con puro latte caprino anche se il disciplinare consente l’aggiunta di latte vaccino Prodotti tipici FRUTTA IIl territorio incontaminato, l’aria purissima, le acque limpide sono la base per coltivazioni di frutta, soprattutto pesche, fragole, ciliegie, cachi, mirtilli, lamponi e ribes. FUNGHI E CASTAGNE I funghi porcini, deliziosi ovuli e galletti che crescono in abbondanza nelle nostre valli sono molto ricercati dai buongustai, nei mesi autunnali. Un prodotto genuino della terra, con il suo inconfondibile gusto e l’intenso profumo. Vengono essiccati, e preparati per deliziosi sughi, oppure messi sott’olio in conserva per essere consumati nei mesi più freddi. I folti boschi invece consentono ottime raccolte di castagne e dei pregiatissimi “marroni”, una varietà di castagna, frutto d’eccellenza. BESTIAME La ricchezza di pascoli consente l’allevamento di capi di bestiame della pregiata razza piemontese. Famoso è il Bue Grasso, da cui si ottiene un’eccellente carne per la preparazione del bollito misto e di numerosi altri piatti della tradizione locale. La diffusione dell’allevamento ovi-caprino fornisce agnelli e capretti di ottima qualità, dalle carni delicate. Un’altra diffusa forma di allevamento è quella degli animali da cortile: conigli, galline, faraone e tacchini. Merita una particolare attenzione la selvaggina fra cui lepri, fagiani, cinghiali e caprioli, che sono protagonisti dei menu autunnali nelle nostre trattorie e ristoranti. La vigna caratterizza inconfondibilmente il territorio dell’Acquese, e a leggere la “De naturali vinorum historia” del Bacci, pare che la vite fosse di casa da sempre su queste colline. In Piemonte bevvero vino papi e politici, a cominciare da Elvio Pertinace nel 193, unico imperatore romano di origine piemontese. E’ una presenza che significa paesaggio, storia, costumi, abitudini; è fondamento determinante per l’economia e per la gente di queste valli. Le vigne ci regalano prestigiose uve per eccellenti vini, fra cui spiccono i grandi vini rossi, il Barbera del Monferrato e d’Asti, il Dolcetto d’Acqui, la Freisa, Piemonte Albarossa vini da tutto pasto che si abbinano perfettamente, ed esaltano, i gusti ed i profumi della cucina locale. Dalle uve bianche sono prodotti il Cortese e lo Chardonnay coltivate in un ampio territorio. I vini dolci d’eccellenza, sono il Brachetto d’Acqui ed il Moscato d’Asti entrambi DOCG, vini di raffinata gradevolezza. Il Brachetto d’Acqui DOCG, nato nell’Acquese e solo ed esclusivamente qui prodotto è un vino dolce, delicato, morbido con una spuma fine e persistente. Strevi Passito Il meraviglioso territorio vinicolo in cui si trova il paese di Strevi e cuore di un’importante produzione enologica, in particolare del vino moscato passito. E un vino aromatico da meditazione, che nasce da queste colline soleggiate, a struttura prevalentemente argillosa-marnosa e calcarea, nonchè da vigneti selezionati. Per ottenerlo si scelgono i grappoli più sani e spargoli che vengono poi sistemati sui graticci ad appassire per almeno 30/40 giorni, sia direttamente al sole che in fruttaia al coperto. Nel mese di novembre si procede alla pigiatura e il tutto viene messo a fermentare con parte delle bucce, pulite dai vinaccioli e dalle scorie. II vino moscato passito prodotto può essere commercializzato dopo il secondo anno dalla vendemmia. La DOC “Strevi” è il risultato del recupero della tradizione e della storia di questo territorio, che si è concretizzata nel corso di questi anni. Vino prodotto con uve moscato 100% selezionate. Resa delle uve 60 q per ettaro; resa in vino 50%. Colore giallo oro, tendente all’ambrato più o meno intenso. Profumo intenso, complesso, sentore muschiato caratteristico dell’uva moscato. Sapore dolce ma non stucchevole, armonioso, vellutato, aromatico con sentori di albicocca matura. Gradazione almeno 12,5% svolti. A tavola il Moscato Passito lo abbineremo con formaggi erborinati o molto stagionati o piccanti o fermentati. Con i dolci a base di mandorla, oppure i classici cantucci magari “pucciati” nel bicchierino. Si consiglia comunque la pasticceria secca. Alcuni ristoranti lo propongono con il patè di fegato d’oca. Temperatura di servizio 12/15 °C. Dolcetto d’Acqui Il Dolcetto d’Acqui viene prodotto in 23 comuni dell’Alto Monferrato, un’area viticola che si sviluppa prevalentemente intorno ai due centri maggiori di Acqui Terme e di Ovada, ed è ottenuto dal vitigno omonimo, che si presume originario di questa zona, anche se la sua storia è abbastanza complessa. I primi documenti relativi al Dolcetto risalgono alla fine del ’700, quando nelle “Istituzioni” del Conte Nuvolone, vicedirettore della Società agraria di Torino, si parlava di un vino denominato “Dosset”, chiamato così perché il vitigno Dolcetto cresce bene sui “dossi”, o “duset” in piemontese. Il “Dolcetto” è ritenuto dolce dai profani, mentre si tratta di un vino assolutamente secco e con sapore leggermente amarognolo; in realtà è l’uva da cui deriva ad essere molto dolce, tanto da essere stata apprezzata in passato come ottima uva da tavola. Per anni è stato considerato un vitigno dal quale si ottenevano vini poco alcolici e da bere giovani, senza molto corpo, cosa che negli ultimi anni è cambiata. E’ sempre stato il vino di tutti i giorni ma oggi con le tecniche di coltivazione e produzione la qualità ne ha beneficiato in modo sostanziale. Considerato, come il Barbera, un vino adatto a tutte la occasioni, il Dolcetto e’ oggi un prodotto pregiato data l’accurata selezione dell’uva con cui deriva infatti e’ ottenuto per il 100% da uve dell’omonimo vitigno. Due sono le tipologie prodotte e previste dal disciplinare: Dolcetto d’Acqui, titolo alcolometrico 13%. Dolcetto d’Acqui Superiore, titolo alcolometrico 12,5% e un anno di invecchiamento. La coltura del Dolcetto è preferita dai piccoli produttori anche se alcune grandi e famose aziende si dedicano a questa produzione la cui qualità incontra il favore crescente dei consumatori. Il metodo di produzione del Dolcetto d’Acqui prevede la pigiatura delle uve, poi messe a fermentare e a macerare assieme alla vinaccia. Con la successiva svinatura, si separa la vinaccia dal mosto, e dopo l’affinamento il vino viene stabilizzato e imbottigliato. Se invecchiato per un anno, può assumere la qualificazione “Superiore”. E’ un vino da pasto di color rosso rubino intenso, e dal sapore vinoso, con sentore di prugna e frutti rossi. Il sapore è secco, asciutto, amarognolo, gradevolmente ammandorlato e si sposa con antipasti, salumi, primi di pasta quali ravioli, tagliatelle al sugo di ragù o funghi, formaggi a pasta morbida; va servito a 18-20°C, entro i primi due anni dalla vendemmia in calici a “ballon”. Brachetto d’Acqui D.O.C.G. Il Disciplinare della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, del 1996, stabilisce che i vini DOCG “Brachetto d’Acqui” o “Acqui”, nelle tipologie di tappo raso e spumante, devono essere esclusivamente prodotti dal vitigno Brachetto, nel territorio dei 26 Comuni che ne fanno parte. Il colore è rosso rubino, di media intensità, con un aroma muschiato, molto delicato con un bouquet floreale ricco di note fruttate, che sul palato si presentano col sapore dolce, morbido e vivace. È un vino da bere giovane, quando esprime al meglio tutta la fragranza dell’uva, e si colgono i sentori di rosa e di frutta matura . Va servito in coppa ad una temperatura di 8-12°C, e si abbina perfettamente alla frutta dolce soprattutto le fragole e le pesche e a tutti i dessert. Tradizionalmente viene servito con la pasticceria piemontese: dagli amaretti, ai savoiardi, ai krumiri, e con i semifreddi, i gelati al Brachetto. Ideale anche per preparare una varietà di cocktails. Ricette Gli amaretti di Acqui Sono dolci prodotti con una lavorazione artigianale, mantenuta ancora oggi dopo duecento anni ed utilizzando solo prodotti di prima scelta. Le mandorle dolci e/o amare e lo zucchero vengono passate con una parte di albume alla raffinatrice, poi utilizzando l’impastatrice viene aggiunto il rimanente albume montato a neve. L’impasto viene spezzettato, lavorato a mano e cotto, dove assumerà la classica forma dell’amaretto. Una volta raffreddato viene avviluppato a caramella nelle cartine, dove manterrà intatto la fragranza e la morbidezza. Il segreto dell’ “Amaretto di Acqui”, oltre all’utilizzo di eccellenti materie prime, è la sapiente lavorazione del maestro pasticcere che, dosando con equilibrio le mandorle con lo zucchero, crea quel gradevole sapore dolce amaro. Il metodo di produzione dell’ “Amaretto di Acqui” negli anni non è variato, sempre senza utilizzare conservanti o additivi. La farinata Piatto diffusissimo in Liguria, è presente anche nella nostra provincia. La coltivazione del cece nel nostro Preappennino è dovuta al terreno sabbioso sciolto. Il cece infatti ne contrae la proprietà di cuocere bene, cosa che raramente capita se viene coltivato in terreno argilloso. Con i ceci si prepara la famosa “zuppa dei morti” o cisrò, nota in tutta la nostra provincia.Con i ceci però si ottiene anche la farina, ingrediente base per la preparazione di numerosi piatti tipici dell’ Appennino alessandrino. Il più famoso è ovviamente la farinata o belacauda. Preparazione: mescolare 1/2 Kg. di farina ci ceci in mezzo litro d’acqua o poco più. Lasciare riposare a lungo il composto aggiungendo un generoso pizzico di sale e un mezzo bicchiere di olio d’oliva extravergine. Aggiungere eventualmente pochissimo rosmarino tritato finemente. Versare in un apposito “testo” ovvero padella rotonda molto larga e molto bassa e infornare a fuoco vivace, possibilmente di legna, per circa quindici – venti minuti. Tagliare la farinata alta non più di un centimetro a losanghe irregolari e cosparsa a piacere di pepe nero. Servire caldissima. Naturalmente il segreto di una buona farinata consiste nell’acqua non calcarea, nei ceci macinati d’annata, nel taglio di pochissima farina bianca, nel tipo di olio, di forno ecc.; insomma una vera arte. La farinata era il piatto poverissimo e occupava tutta la cena; oggi è soprattutto un piatto – golosità che si consuma a merenda o a sera dopo cena. La Bagna Caoda La Bagna Caoda è una pietanza di origine contadina la cui nascita non è databile. All’inizio probabilmente si usava un intingolo di olio degli oliveti nostrani oppure olio di noce, insaporito con l’aglio, al quale si aggiunsero in seguito le acciughe portate attraverso la via del sale dagli acciugai della Val Maira. Era ed è un piatto preminentemente autunnale ed invernale in uso nelle campagne quando i contadini, Ricette finita la vendemmia si dedicavano ai lavori di cantina. Alla sera si era soliti trovarsi tutti per la cena a consumare ciò che la natura forniva. Caratteristico è il modo di consumarla; al centro della tavola il “fuiot” con la Bagna Caoda era tenuto in caldo con la brace di legna su uno scaldino di terracotta ed in tal modo tutti potevano intingere le verdure accompagnandole con fette di pane di pasta dura “le grissie”. Il vino normalmente era quello appena spillato oppure un barbera vivace. Quell’intingere insieme era ed è un invito all’amicizia ed un inno alla cordialità. Ingredienti per 12 persone: - 12 teste di aglio - 6 bicchieri di vino di oliva e, se possibile un bicchierino di olio di noci - 6 ettogrammi di acciughe rosse di Spagna Tagliare a fettine gli spicchi d’aglio precedentemente svestiti e privati di germoglio. Porre l’aglio in un tegame di coccio, aggiungere un bic- chiere d’olio e iniziare la cottura a fuoco bassissimo rimescolando con il cucchiaio di legno e avendo cura che non prenda colore; aggiungere poi le acciughe dissalate, diliscate, lavate nel vino rosso e asciugate, rimestandole delicatamente. Coprire con il restante olio e portare l’intingolo a cottura a fuoco lento per una mezz’oretta, badando che la bagna non frigga. Al termine della cottura si potrà aggiungere, se piace un sapore più morbido, un pezzetto di burro freschissimo. Versare la bagna negli appositi “fujot” (fornelli di coccio) e accompagnarla con le seguenti verdure: crude: cardi gobbi di Nizza, topinambur, cuori di cavolo bianco, invidia e scarola, peperoni freschi e sotto graspa, cipollotti crudi inquartati ed immersi nel vino barbera; cotte: barbabietole rosse, patate lesse, cipolle al forno, zucca fritta, peperoni arrostiti. E’ tradizione raccogliere alla fine lo “spesso della bagna” strapazzandovi dentro l’uovo. The Regional Enoteca Acqui "Terme & Vino The Regional Enoteca Acqui "Terme & Vino” was inaugurated in 1981, housed inside the cellars of palazzo Robellini, a beautiful 16th century building, just like most of the buildings found nearby in Borgo San Pietro. A characteristic setting in the old cellars, spread out in different rooms, where wooden beams and red bricks are the main features, along with rural traditional piedmontese furniture. A series of peasants tools are on display from the local wine-producing sector. The Enoteca’s main aim is to promote and emphasize the local wines, with particular attention paid to appreciate, value and sell, and to stimulate the wine producers towards constant improvements in wine-making techniques, along with perfection, conservation and quality of the final product. All the local D.O.C. (denomination of origin controlled) and D.O.C.G. (denomination of origin controlled and guaranteed) wines from the region of Piedmont are on display: Barbera d'Asti, Barbera Monferrato, Moscato d'Asti, Asti Spumante, Dolcetto d'Ovada, Cortese Alto Monferrato, but most of all the local wines: Dolcetto d'Acqui and Brachetto d'Acqui; A wine tasting is possible for individuals and groups, and refreshments and banquets may also be organized, with attention paid to the local wines from the Alto Monferrato territory: DOCG: Brachetto d’Acqui, Moscato d’Asti, Asti, GaviDOC: Dolcetto d’Acqui, Dolcetto d’Ovada, Barbera del Monferrato, Barbera d’Asti, Ruchè, Grignolino d’Asti, Grignolino del Monferrato, Monferrato Rosso, Monferrato Rosso “Albarossa”, Cortese Alto Monferrato, Chardonnay, Monferrato Bianco, Monferrato Bianco “Timorasso”. Each single tasting is accompanied by grissini, cheese, salami whereas dessert wines are paired with amaretti (local confectionery made with almonds). The Enoteca may also organize for groups, prior to a reservation: an aperitif with pairing of local cheeses and salamis, ravioli cooked in the oven, stuffed vegetables, focaccia, lingua (a crunchy type of focaccia), corn bread, with nuts etc.. a guided wine tasting, comfortably sat down at the table with the assistance of a Sommelier, accompanied by a detailed description of the wines and local produce served. Upon request it is also possible to have a buffet with hot dishes. Guarantee All of the D.O.C. and D.O.C.G. wines presented for admission in the Enoteca are validated by a Technical Tasting Committee made up of members of the O.N.A.V. (National Wine tasters Organization) and A.E.I. (Italian Wine-Technicians’ Association). Only wines considered suitable are allowed to be put on display, tasted and purchased. Opening Times: All year on Tuesdays, Thursdays, Fridays, Saturdays 9.30 -13.00 e 15.30-19.00; Sundays from 10.00 -13.00 and 16.00 -19.00 closed on Mondays, Wednesdays and in January For further information please visit www.termeevino.it or call 0144 770273i casa Gastronomy & Typical products A land to be discovered and enjoyed with its wine & food delights that create a rich and genuine cuisine, capable of rediscovering flavours and aromas from the past. The local gastronomy is characterized by simplicity, and is made up of dishes that are created using only local seasonal produce. Its origins are poor, due to the humble economic conditions from the past, even though with the passing of time, the dishes have become richer, and nevertheless have never lost their primary ingredient: genuineness. Typical dishes from the local cuisine are a fine selection of starters, among which the salami “Filetto Baciato of Ponzone” an absolute delicacy, cacciatorini, lard, peppers with bagna cauda and a variety of savoury cakes stand out. Among the first courses are tajarin served with a mushroom or game sauce, agnolotti al plin, polenta, cisrò, farinata, and among the second courses fresh local meat, bollito misto mixed boiled meat, rabbit, braised meat, tripe, but also stockfish, finanziera a traditional Piemontese stir-fry and bagna cauda. The local area also boasts a long tradition of small workshops that produce desserts using two typical products from the land: hazelnuts, cultivated in the Bormida valley, and chestnuts, whose woodlands cover most of the local territory. Other local specialities are amaretti, that are still produced following an ancient recipe, baci di Dama, brut e bon and acquesi with rhum. A land to be discovered and enjoyed… Typical products Meat The richness of the pastures allows for the breeding of the esteemed Piedmontese cattle, of which the Bue Grasso - Fat Ox, is very famous, from which an excellent meat is obtained for the preparation of “bollito misto / boiled meat” and many other traditional local dishes. The widespread breeding of lambs and goats provides animals of an excellent quality, with a very delicate meat. Another very popular form of breeding is that of courtyard animals: rabbits, chickens, guinea fowls and turkeys. Special attention must be paid to the local game: hares, pheasants, wild boar and roe deer, all of which are “protagonists” in the Autumn menus in local inns and restaurants. Filetto baciato The filetto baciato salami from Ponzone is a unique and delicious product of its kind in Italy. A tasty salami, made by wrapping the heart of the aromatized pork fillet, in a pasta of pure pork salami, of which only the best parts are chosen. Besides the tenderloin, which makes up the “heart of the product”, in the preparation process other parts are used such as lean cuts and the lard and pork underbelly. The fillet’s salting and marinating process is kept a secret, whereas the grinding is coarse grain. The product is inserted into a sack made from natural guts and the maturing varies from one to two months depending on the characteristics required by the clients. It can also withstand a maturing period of around 4 months, but market trends prefer to consume a salami with a softer texture.The maturing process takes place in the area of Ponzone (around 12km from Acqui), which is characterised by a particular microclimate that probably confers the product specific organoleptic features. Mushrooms & Chestnuts Porcini mushrooms, delicious ovules and chanterelle that grow abundantly in our valleys, are very much sought after by gourmets during the autumn months. A genuine product from the land, with its distinctive flavour and intense smell. The mushrooms are left to dry and then used to prepare delicious sauces, or conserved under oil so that they can be consumed during the colder months. The dense woods on the other hand allow for an excellent harvest of chestnuts and the prestigious “Marroni”, a variety of chestnut - fruit of excellence. Fruit The uncontaminated landscape, the unpolluted air and the limpid water are the key components for the cultivation of fruit, especially peaches, strawberries, cherries, Sharon fruit, blueberries, raspberries and blackcurrants. Robiola from Roccaverano (DOP – de nomination origin protected ) A product that has become a symbol of these lands, it is the fruit of a difficult mountain pasture. It is a goat’s cheese, a blend of smells, flowers and herbs of the area, produced fresh or seasoned, and today it appears to be the only one capable of living up to, if not surpassing the classic French cheeses. Local producers make it using pure goat’s milk, even though the disciplinary allows for the addition of cow’s milk. Truffles One of the most esteemed products, that is born and grows completely underground in symbiosis with oak, willow, lime and poplar trees. Depending on the type of tree where it grows, it develops a different intensity of flavour and smell, and is distinguished by the colour which can be white, or beige with light veins running through it. The truffle search starts from October until January, and is surrounded by an aura of mystery. The Trifulau, the truffle hunter, wanders around the woods especially at night, accompanied by his loyal dog and his “zappetta” / shovel (weeding hoe) that he uses to remove the precious fungi. Truffles are best consumed fresh and its intense aroma enhances simple dishes such as raw meat, tagliarini and eggs. Nougat (torrone) Up until not long ago torrone (a type of nougat) like zabaione, was the main dessert consumed by people in the local area. Nowadays, it has gained popularity even with the most demanding palates, due also to its perfect pairing with Brachetto d’Acqui DOCG. The secret in obtaining a good nougat is the Tonda Gentile di Langa hazelnut, a prestigious product, unique in its flavour. Amaretti They are sweet handmade delicacies, made the same way today as the recipe used two hundred years ago, using only first class ingredients. The almonds sweet and/or bitter, together with the sugar are mixed with a part of the egg white, then using the mixer, the remainder of the egg whites are added. The mixture is then broken up, worked by hand and cooked, where it assumes the classical shape of an amaretto. Once it has cooled down, it is wrapped in paper, and will maintain intact its fragrance and softness. The secret of the “Amaretto di Acqui”, besides the use of first class ingredients, is the wise processing of the master baker that doses and balances the quantities of hazelnuts and sugar, that together create the pleasant bitter sweet flavour. Wines Vineyards undoubtedly characterize the local Acquese territory, and according to the “De naturali vino rum historia” by Bacci, it seems that vines have always been found on the hills of this region. Popes and politicians drunk wine in Piedmont, starting from Elvio Pertinace in 193 AD, the only Roman Emperor of Piedmontese origins. Its existence represents the landscape, the history, the costumes and lifestyle, and it is a fundamental factor for the people and the areas’ economy. The vineyards reward us with prestigious grapes that create excellent wines amongst which the grand reds emerge: Barbera del Monferrato & d’Asti, Dolcetto d’Acqui, Freisa and Piemonte Albarossa, that are a perfect combination for the entire meal that enhance the flavours and tastes of the traditional local cuisine. From white grapes, Cortese and Chardonnay wines are produced, that are cultivated in a spacious area of the region. Esteemed dessert wines are Brachetto d’Acqui and Moscato d’Asti both DOCG (denomination of origin protected and guaranteed) of a remarkable, refined pleasantness. Brachetto DOCG was born in the Acquese territory and is solely and exclusively produced here; it is a sweet, delicate, soft wine with a fine and persistent froth Strevi Passito The wonderful territory in which the village of Strevi is immersed is the heart of production of an extremely important wine, in particular Moscato Passito. It is an aromatic, meditative wine, cultivated among these sunny hills, in calcareous, marble-clayey lands, nonetheless from a vigorous selection of the vineyards. In order to produce the wine the healthiest bunches of grapes are chosen, that are then left to dry under direct sunlight and in covered areas for around 30-40 days. In November the grape pressing takes place when all is put to ferment with parts of the skins, prior to removal of the pips and residue. Moscato wine may be put on the market after the second year of harvest, and the “Strevi” DOC is the result of the safeguard of traditions and history from these lands, that with the passing of time has become highly regar- ded. A wine produced 100% from selected Muscat grapes. Yield of the grapes 60 q per hectare; yield in wine 50%. A golden yellowy colour, with amber reflections An intense, complex bouquet, with a musky scent, characterised by the Muscat grapes. A pleasant, sweet, harmonic flavour, velvety, aromatic with scents of mature apricots. Alcoholic content 12,5% It is best paired with seasoned, herbal, spicy and wellmature cheeses. Very suitable also with almond based desserts, or the traditional cantucci biscuits dipped in the glass. Some restaurants recommend it served with goose liver pate. To be served at a temperature 12/15°C. Dolcetto d'Acqui Dolcetto d’Acqui is produced in 23 villages in the Alto Monferrato territory, a viticulture area that has developed mainly around two major centres: Acqui Terme and Ovada. It is obtained from the Dolcetto vine that is presumed originated in this area, even though its history is fairly complex. The first documents relating to Dolcetto date back to the end of the 18th century, when during this period in the institutions of Count Nuvolone, vice-Director of the Agricultural society in Turin, it mentioned a wine referred to as “Dosset”, because the Dolcetto vine grows particularly well on “dossi” (humps in the land) or “duset” in Piedmontese dialect. It is regarded by the “profane” as a sweet wine, whilst it is really a dry wine with a slight bitter taste; as a matter of fact the grapes are sweet, and for this reason it was much appreciated in the past consumed as an excellent table grape. For many years is was considered a wine with a low alcohol content and without much body, but all this has changed in recent years. It has always been an everyday wine, but today with the new cultivation and production techniques the quality has greatly improved. It is appreciated just as much as the Barbera wine, and is suitable on all occasions. Today Dolcetto is regarded as a very important product due to the strict selection of the grapes, it is in fact obtained using 100% Dolcetto grapes. There are two varieties that are produced according to the disciplinary: Dolcetto d’Acqui – 13% Vol. Dolcetto d’Acqui Superiore – 12,5% Vol. with one year of aging. The cultivation of Dolcetto is preferred by the smaller producers, even though some of the bigger and well known companies are also dedicated to the production of this wine, whose quality meets the increasing appreciation and constant growth of the consumers. The method of production used foresees the pressing of the grapes, that are then put to ferment and macerate together with the vinasse. During the next stage of the racking process, the vinasse is separated from the must, then after the refinement the wine is stabilized and bottled. If left to age for one year, it can acquire the “Superior” denomination. It is a table wine with an intense ruby red colour and a winey taste, with a hint of plum and red fruits. The flavour is bitter, dry, with a pleasant hint of almonds, and it is perfectly paired with starters, salamis, main courses such as pasta and ravioli, tagliatelle with Bolognese or mushroom sauces and soft cheeses. To be served at a temperature of 18°-20°C in glasses called “Ballon” and consumed within two years of harvest. Brachetto d’Acqui DOCG The DOCG disciplinary - Denomination of Origin Controlled and Guaranteed from 1996 states that the DOCG wines, “Brachetto d’Acqui” or “Acqui”, in the still or sparkling varieties must be solely produced using the Brachetto vine, within the territory of the 26 villages, members of the Comuni del Brachetto d’Acqui DOCG Association. The colour is ruby red, of medium intensity with a very delicate, musky aroma, and a floral bouquet rich in fruity scents, that on the palate presents itself with a sweet, soft and lively flavour. A wine best enjoyed whilst young, as it expresses at its best the fragrances of the grapes, with scents of roses and mature fruit. To be served in a glass at a temperature between 8-12°C, it is excellent paired with sweet fruit, especially strawberries and peaches, and all types of desserts. It is traditionally served with the classical Piedmontese confectionery such as: amaretti, savoiardi, krumiri, semifreddi (chilled desserts) and Brachetto ice-creams, and is also particularly suitable to make a variety of cocktails. Recipes BAGNA CAODA Bagna Caoda is a peasant’s dish whose exact origin is unclear. In the beginning it was likely that an oil sauce from Italian olive groves or walnut oil was used, flavoured with garlic, to which anchovies were later added brought here by the “via del sale / the salt road” by men from the Val Maira. It was and still is mostly an Autumn and Winter dish, consumed in the countryside normally when farmers had finished the grape harvest season, and were then dedicated to work in the wine cellars. It was common that everyone would gather for the evening meal and enjoy what nature had provided. Very characteristic is the method in which it’s consumed: a “fujot” - a terracotta dish would be placed in the middle of the table with the bagna caoda served in it, kept warm by the hot charcoal under it; this way everyone could dip their vegetables into the sauce accompanied by slices of bread known as “le grissie”. The wine served was usually one from the barrel or a lively Barbera. That dipping together was and still is today an invitation for friendship and a tribute to conviviality. Ingredients for 12 people: 12 bulbs of garlic 6 glasses of olive oil, and if possible a small glass of walnut oil 6 hectograms of anchovies Finely slice the cloves of garlic previously cleaned and shelled eliminating the green sprout. Place the garlic in a terracotta pan, add a glass of oil and then begin to cook on a very low heat stirring with a wooden spoon making sure that it does not darken, then add the filleted, desalted anchovies, washed in red wine, then dried, and gently stir. Cover with the remaining oil and cook the sauce on a low heat for around half an hour making sure that it doesn’t fry. Finished cooking, you may add a piece of butter to make it more delicate. Serve the bagna in the “fujot” – a special terracotta dish and serve it with the following vegetables: raw: cardoons of Nizza M.to, artichokes, white cabbage hearts, lettuce, peppers, spring onions sliced and soaked in Barbera wine. cooked: beetroot, boiled potatoes, baked onions, fried pumpkin, roast peppers. It’s a tradition to whisk an egg in the thick sauce left at the bottom of the pan. FARINATA A popular dish in the region of Liguria, it is also found here in our province. The cultivation of chick-peas in the pre-Apennine area is thanks to the excellent sandy soil conditions. With the chick-peas, the famous “zuppa dei morti / soup of the dead” or “cisrò” is prepared and served on all Saints day, the 1st November throughout the entire province. From chick-peas, however, flour is also obtained, a primary ingredient used to prepare endless dishes typical of our area. The most famous is of course “farinata” or belacauda. Preparation: mix 500gr. of chick-pea flour in half a litre of water. Leave it to rest and add a generous pinch of salt and half a glass of extra-virgin olive oil. Add some finely cut rosemary. Pour the mixture into an appropriate “testo” or rather a large round, low copper tray and place it into a woodfired hot oven for around 15-20 minutes. Once cooked, cut the farinata (should be no more than 1cm thick) into slices and cover it with black pepper to please. Serve very hot. Naturally the secret to obtain a perfect farinata lies in the water (not calcareous), and in all the ingredients used, in other words a true form of art. At one time, it was the main meal served in very poor families. Nowadays, it has become a popular dish enjoyed as a starter, a snack or simply after a meal. Busto Arsizio / Malpensa Biella Vercelli Torino Asti Cuneo Acqui Terme Caselle La città di Acqui Terme è uno dei sei membri fondatori della Associazione Europea delle città storiche termali (EHTTA) con le città di Salsomaggiore Terme, Spa, Ourense, Vichy e Bath fondata nel dicembre 2009. Questa giovanissima rete europea ha ottenuto il prestigioso riconoscimento di Bergamo Orio al Serio Milano Itinerario Culturale da parte del Consiglio d’Europa nel maggio 2010. Acqui Terme è ad oggi sede della Segreteria Esecutiva dell’Associazione. www.ehtta.eu Linate Pavia Alessandria Genova C.Colombo The City of Acqui Terme, one of the six founding members of the European Historical Thermal Towns Association (EHTTA) along with the cities of Salsomaggiore Terme, Spa, Ourense, Vichy and Bath, was behind this association’s creation in December 2009, and led the European network of thermal towns’ application to the Council of Europe, up to receiving the prestigious certification of Cultural Route of the Council of Europe in May 2010. Since 2010 the Association's Head Executive Secretarial Office is in Acqui Terme. ASSESSORATO AL TURISMO Piazza Levi, 12 15011 Acqui Terme AL Italia Tel. +39 0144 770298/240 [email protected] www.comuneacqui.com IAT - Informazione ed Accoglienza Turistica Palazzo Robellini – piazza Levi, 7 Tel. +39 0144 322142; fax +39 0144 770288 www.turismoacquiterme.it [email protected] www.claudiaragalzi.it Progetto grafico e realizzazione Comune di Acqui Terme Tutti i diritti sono riservati - RIPRODUZIONE VIETATA ACQUI TERME