Versione di Cicerone: L`ideale della `concordia ordinum`, da `Lingua
Transcript
Versione di Cicerone: L`ideale della `concordia ordinum`, da `Lingua
Versione di Cicerone: L'ideale della 'concordia ordinum', da 'Lingua nostra', di Giuseppe Grasso. Alterum genus est eorum, qui quamquam premuntur aere alieno, dominationem tamen expectant, rerum potiri volunt, honores, quos quieta re publica desperant, perturbata se consequi posse arbitrantur. Quibus hoc praecipiendum videtur, unum Scilicet et idem quod reliquis omnibus, ut desperent se id, quod conantur, consequi posse; primum omnium me ipsum vigilare, adesse, providere rei publicae; deinde magnos animos esse in bonis viris, magnam concordiam [maxumam multitudinem], magnas praeterea militum copias; deos denique inmortalis huic invicto populo, clarissimo imperio, pulcherrimae urbi contra tantam vim sceleris praesentis auxilium esse laturos. TRADUZIONE Vi è un altro genere di (uomini), quelli che, per quanto oppressi dai debiti, s'attendono nondimeno la sovranità, bramano il sommo potere, ritengono che le cariche di cui dispererebbero in una situazione di normalità per lo Stato, le possono ottenere con la turbolenza. Pare opportuno ammonire costoro a ciò, una cosa sola, e la medesima (che è bene riferire) a tutti gli altri, cioè che disperino di poter ottenere ciò che si sforzavano di conseguire: vi sono io, primo tra tutti, a vigilare, ad affiancare e a provvedere allo Stato; in aggiunta vi sono, in uomini degni, animi eccezionali, una notevole unità tra le classi sociali, un numero enorme di individui, inoltre ingenti battaglioni di militi; infine gli stessi dei immortali, a cotesto popolo invitto, a costesto Stato gloriosissimo, a cotest'Urbe meravigliosa, in opposizione alla tanto violentemente marcata scelleratezza corrente, saranno latori di provvidenziale soccorso.