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IL TIFO
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Il !fo è un fenomeno sociale per cui un individuo o un gruppo di individui si impegnano a sostenere con vivo entusiasmo la vi3oria di un concorrente o di una squadra in una disciplina spor5va. Il !fo è un a4eggiamento assolutamente naturale. Chi conosce e segue uno sport si scopre inevitabilmente a “!fare” per la squadra o l’atleta nel quale ci si immedesima di più. Si può 5fare, infa@, per l’atleta o la squadra più brava, per quella più comba@va, per quella a cui si è più lega5 ecc… Tu3o questo è normale. Il tifoso
Il punto centrale a3orno a cui ruota tu3o il fenomeno del 5fo è il !foso. Il 5foso è colui che soffre, spera, che il risultato sia più favorevole per la propria squadra. Vi è una profonda differenza fra il 5foso che man5ene un a4eggiamento maturo e spor!vo, cara3erizzato sì da passione ma anche da un certo distacco …… ….. ed il 5foso che ri5ene l’evento spor5vo una sorta di cerimonia aggregante a3orno alla quale comba4ere una guerra tu3a propria tra gradinate trasformate in trincee, aste delle bandiere in manganelli, seggiolini in munizioni da lancio. Rifle4endo si dovrebbe comprendere che: a) È assurdo spersonalizzarsi in una squadra, illudendosi di farvi parte. Chi vince lo scude3o sono i giocatori, l'allenatore, la società così come chi prende i soldi sono i giocatori, l'allenatore, la società. b) come può una persona equilibrata lasciare il proprio umore nelle mani di undici ragazzi in pantaloncini? Sì, perché essere abbacchia5 dopo aver perso uno scude3o all'ul5ma par5ta o una finale di Coppa dei Campioni negli ul5mi minu5, è una vera e propria dipendenza. IL TIFO CALCISTICO
Il 5fo moderno è sopra3u3o il !fo calcis!co, con il suo seguito di scontri, scaramucce e feri5 più o meno gravi. All’inizio erano gli HOOLIGANS
Hooligan è un termine inglese che indica una persona dal comportamento violento, indisciplinato e ribelle. Questo termine è frequentemente associato al calcio ed è stato u5lizzato per indicare, nel Regno Unito, i !fosi più turbolen! e violen! delle squadre di calcio, protagonis5 di tafferugli ed episodi violen5 sia dentro che fuori gli stadi. Il fenomeno del “teppismo calcis!co” inizia in Inghilterra a3orno agli anni sessanta. Esso si differenzia da altre forme di 5fo violento proprio in virtù di una sorta di organizzazione interna. Questa è la novità del fenomeno HOOLLIGANS che dall’inghilterra si diffonde velocemente in Scozia, Francia, Italia, Serbia, Polonia, Turchia, Argen5na, Grecia, Paesi Bassi e Svezia, differendo dal modello dei turbolen5 5fosi ULTRAS dell’Europa meridionale. GLI ULTRAS (HOOLIGANS ITALIANI) Con il termine ULTRAS, dal francese ULTRA ( pl. Ultras), si definisce un 5foso organizzato di una determinata società spor+va, più frequentemente di 5po calcis5co, ma spesso anche di basket, hochey, pallanuoto e altri sport. L'ultrà è cara3erizzato da un forte senso di appartenenza al proprio gruppo e dall'impegno quo5diano nel sostenere la propria squadra, che trova il suo culmine durante le compe5zioni spor5ve. L’Iden!kit dell’ultras italiano secondo un giovane regista torinese, Daniele Segre, dal libro “Ragazzi di stadio” (1979), è: 1.  carriera scolas!ca insoddisfacente interro4a dopo il compimento dell’obbligo, 2.  basso livello sociale di provenienza, 3.  situazione di lavoro precario o di bassa qualificazione ma sopra4u4o necessità di alcuni giovani di trovare mo!vazioni di esistenza in un gruppo in grado di elevare la loro autos!ma a4raverso il conseguimento dell’approvazione dei compagni. Ques5 “!fosi di professione” usano lo sport (e il calcio in par5colare) come scusa di facciata per esprimere dosi di aggressività non spendibili in altri contes!. La responsabilità dei mass media
La responsabilità delle società
All’inizio il fenomeno fu incoraggiato dalle società calcis5che di serie A, che in questo modo pensavano di garan5re il “calore” necessario alla squadra me3endo a disposizione sedi, biglie@ per le trasferte, contribu5 per il pullman e via discorrendo. Le gesta degli ultras, inoltre, servivano per dare fama a questo o a quel piccolo borgo sconosciuto. Anche i mass media hanno grandi responsabilità poiché parlandone in prima pagina diventano uno strumento pubblicitario per 5fosi ultrà, società spor5ve e dirigen5. Si può obie3are con il diri/o di cronaca peccato che il meccanismo perverso che si innesca mantenga alto il livello dello scontro. Sono tan5 gli italiani che avrebbero fa3o meglio quel passaggio, avrebbero 5rato meglio quel rigore o arbitrato meglio quella par5ta…. e se prima erano solo chiacchere da bar ora con i mass midia tu3o si è amplificato….. divenendo capace di fomentare gli animi. Che il fenomeno degli ultras, sfuggi5 a qualsiasi controllo, oggi, sia diventato un problema sociale è so3o gli occhi di tu@. La compe!zione tra i gruppi è diventata il mo!vo più importante, il fa3o spor5vo ha smesso di essere centrale, ma solo occasione di scontro prima, durante e dopo la par5ta. A questo si aggiungono i cori razzis5 e striscioni offensivi. Il linguaggio del tifoso ultrà
Fin dall’inizio il mondo degli ultras u5lizza linguaggi e slogan recupera5 dal mondo dell’estremismo poli!co. Ciò accade in Italia come in tu@ gli altri paesi d’Europa. Ci sono le Brigate Gialloblù di Verona, il Commando ultrà Curva Sud di Roma, gli Ultras Viola di Firenze, i Ffighters di Torino che si definiscono di destra con accen5 più o meno marca5 rispe3o alla xenofobia e al razzismo. A Udine, a Verona, a Brescia e a Bergamo i giocatori sudamericani o di colore hanno avuto vita grama: che poi giochino bene e contribuiscono a sollevare le sor5 della squadra forse potrà anche essere, ma intanto ricevono insul! e “sfo4ò” dai propri e dagli altri ultrà La legge Mancino non basta più per fermare il razzismo negli stadi
È la legge 25 giugno 1993, n. 205 è una norma della Repubblica Italiana che sanziona e condanna ges5, azioni e slogan lega5 all'ideologia nazifascista, e aven5 per scopo l'incitazione alla violenza e alla discriminazione per mo5vi razziali, etnici religiosi o nazionali. La legge punisce anche l'u5lizzo di simbologie legate a sudde@ movimen5 poli5ci. Possibili soluzioni per contenere la violenza
Fino ad oggi alle intemperanze dei 5fosi si è risposto con il dispiegamento sempre più ingente delle forze di polizia. Questa soluzione ha arginato un po’ il fenomeno iden5ficandoli, codificando i loro comportamen5 e mostrando la loro pericolosità, ma non è stato risolu5vo….. …Sono state emanate nuove leggi…..
…Si è avuto l'inasprimento delle sanzioni se dal fa3o di violenza deriva un danno alle persone; …..Si è impedito a coloro che si sono resi responsabili di a@ di vandalismo di accedere a tu@ i luoghi in cui si svolgevano i e chiuse…. t
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Oggi si cerca di coinvolgere veramente le società calcis!che professionis5che per tentare di disarmare i 5fosi violen5 promuovendo conta@ frequen5 con 5fosi e le loro sedi. Di coinvolgere !fosi organizza! in momen! di sport a\vo. L’idea è dell’Unione Italiana Sport Per Tu@ che con il patrocinio della regione Emilia Romagna e della provincia di Reggio Emilia, hanno lanciato l’idea di un Campionato Mondiale an5razzista. L’inizia5va perme3e a 96 squadre di giocare per 4 giorni in un torneo di calcio a 7. La peculiarità sta nel fa3o che le squadre sono formate da ultras italiani e di altri paesi, organizzazioni an5razziste, associazioni di immigra5, gruppi giovanili . L’obie@vo è quello di perme3ere un dialogo tra le par5 usando il calcio come veicolo aggregante dimostrando che è possibile recuperare la dimensione popolare della passione calcis5ca Di investire di più sulla cultura sportiva che si impara a scuola.
Bisogna evitare che l’unico apprendistato giovanile riguardo il fenomeno 5fo avvenga nelle curve degli stadi. Bisogna lavorare sui giovani di domani per spiegare loro che lo sport è un bello spe3acolo da guardare; che è giusto palpitare per le sor5 della propria squadra; che è normale sperare che alla fine vinca l’incontro, la coppa o il campionato; ma che mai e poi mai va confusa questa normale tensione emo5va con lo stordimento accecante della violenza teppis5ca. E se fosse già troppo tardi? Da “il Corriere della sera” del 03 dicembre del 2013 I bimbi in curva hanno insultato il por5ere dell’Udinese: 5000 euro di multa alla Juve La sanzione per le parolacce rivolte dai giovani 3fosi che avevano riempito le curve squalificate LA VICENDA -­‐ Circa 12.500 bambini avevano riempito domenica scorsa a 5tolo gratuito le curve dello Juventus Stadium squalificate per due turni, per discriminazione territoriale nei confron5 dei napoletani. Un gran numero di bambini, nel corso della sfida, aveva accompagnato con un insulto (“m....”) tu@ i rinvii del por5ere friulano. Il giudice Gianpaolo Tosel, ha deciso quindi di comminare la multa alla società bianconera. Non è chiaro quindi se l’esperimento bimbi in curva verrà ripetuto. E voi cosa proponete?