“Incudine”

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“Incudine”
IL GIORNALE DEL
“Incudine”
di Naso
Messina, 5 aprile 2011
La presenza degli ebrei a Naso
L’INTERVISTA
Nella cittadina dei Nebrodi, e in tutta la Sicilia, rimasero fino all'editto del 1492
I NONNI RACCONTANO
I nonni narrano
Nell'ambito delle attività previste per
la “Giornata della memoria”, noi
alunni delle classi quarta e quinta
della scuola primaria di Cresta-Naso,
ci siamo recati con i nostri insegnanti a Fiumara di Naso per incontrare il
signor Antonino La Galia, veterano
dell'ultima guerra mondiale, che ha
vissuto una lunga prigionia in diversi campi di concentramento.
Il signor La Galia e la moglie Rosaria, ormai novantenni, visibilmente
emozionati ci hanno accolto nella loro casa. Il nonno Antonino, insieme
ad altri cinque nasitani, partì per la
guerra a soli 19 anni, precisamente il
3 gennaio 1941. Del gruppo, solo in
due hanno potuto riabbracciare i familiari. Dopo molte vicissitudini, raggiunse con il suo battaglione la città
di Spalato, in Dalmazia. Nel settembre del 1943 fu fatto prigioniero dai
tedeschi e insieme a 12.000 prigionieri italiani marciò a piedi per circa
380 km. Raggiunse Bugac, in Ungheria, e da lì, in treno, attraversò l'Europa fino ad arrivare in Polonia, a Biala
Podlaska, dove venne rinchiuso nel
campo di concentramento di MStammlager 366 fino al 1944.
Quando arrivarono gli alleati, fu
mandato dai tedeschi a Bathon, in
Olanda, per lavorare nei pozzi di petrolio. Durante il lavoro ebbe un terribile incidente e per le gravi condizioni di salute fu trasferito nel campo
PONTE NASO
di concentramento della stessa città.
Da qui il nonno Nino venne portato
nel campo di sterminio di Buchenwald, dal quale non usciva vivo
mai nessuno.
Invece, dopo otto giorni, lui fu trasferito a Müster, un campo di lavoro
nel quale rimase fino al 14 aprile
1945, giorno in cui il campo venne liberato dagli americani, che lo curarono, pesava 37 chili. Nonno Nino resta in silenzio per qualche attimo poi
riprende il racconto con queste parole: “Ho fatto giuramento: che né rape
e né carote più mangerò”, infatti venivano servite ai prigionieri esclusivamente rape e carote e raramente
qualche pagnotta, mai patate. Il 29
agosto 1945 fece ritorno a casa. Nonna Rosaria, quando i tedeschi arrivarono a Naso, aveva appena vent'anni
e abitava in contrada Cresta. La vita a
Naso era difficile e la paura rendeva
fragile la popolazione.
Venne istituita la tessera annonaria
che fissava per ognuno i quantitativi
di prodotti razionati (ad esempio 150
gr. di pane a persona). La gente fu
costretta a privarsi dei pochi oggetti
d'oro e perfino della fede nuziale,
cambiata con una di rame. I contadini erano costretti a consegnare buona parte del raccolto, una parte la
sotterravano, al centro di raccolta
nella contrada “Bazia”.
Durante i bombardamenti abbandonavano le loro case per rifugiarsi
nelle cosiddette “Grotte di Valentino”, in una grotta morirono un nonno e il suo nipotino. All'arrivo degli
alleati, Naso venne devastata dai
bombardamenti. Alla fine della guerra, nel territorio rimasero disseminate diverse bombe inesplose, una
delle quali, scoppiando, uccise un
bambino che stava giocando in quella zona e ferì i suoi compagni di gioco.Noi abbiamo ascoltato in silenzio,
commossi nel vedere i volti di nonno
Nino e nonna Rosaria rattristarsi nel
raccontare i momenti più toccanti
della loro storia. Purtroppo, dopo alcune settimane, nonno Nino è venuto a mancare e oggi, più di ieri, riteniamo preziosa questa intervista.
classi IV e V
scuola primaria Cresta-Naso
Il popolo ebraico era presente in Sicilia dai primi decenni dopo Cristo e
molti vi sono rimasti fino all'editto di
Ferdinando il Cattolico, del 18 giugno
1492, che impose a questo popolo,
odiato perché non cristiano, di abbandonare la regione.
Verso l'anno 1000 si ha notizia di
insediamenti ebraici nei paesi dei Nebrodi, soprattutto a San Marco D'Alunzio e Naso. In seguito all'editto
non tutti gli ebrei di Naso, che si erano insediati nel “Serru delli Giudei”,
lasciarono il paese, alcune famiglie si
convertirono al cristianesimo e continuarono a vivere e operare in vico
degli Ebrei e via dei Tintori. Il “Serru
delli Giudei”, o Borgo degli Ebrei, era
BORGO BAZIA
composto da “ottime abitazioni, che
tutte insieme davano sembianza di
graziosa borgata… sovr'essa signoreggiava… la Sinagoga” (da “Naso illustrata” di Carlo Incudine).
Nel Borgo era presente una forca,
posta anch'essa fuori dalle mura del
paese, forse per evitare di disturbare
i notabili durante le esecuzioni.
Quando gli ebrei cominciarono a crescere di numero, fino a diventare
troppi secondo gli abitanti del paese,
i nasitani presero le armi e le lotte furono molto dure e accanite. Quasi tutti gli ebrei furono costretti a lasciare
Naso.
Dopo la loro fuga le abitazioni vennero abitate da famiglie nasitane, la
sinagoga quasi rasa al suolo. Un'abbazia, che ospitava i monaci cistercensi, prese il posto della sinagoga e il
nome del Borgo divenne Bazia. Le famiglie ebraico-cristiane rimaste (solo chi si era convertito al cristianesimo poté rimanere), composte da abili tintori, orafi, maiolicari e ceramisti,
furono gli Alibertini, i Romanini, i Lazzaro.
Oggi nel paese sono presenti vari
cognomi di origine ebraica, come
Liuzzo, Orifici, Marano, Zaccaria.Tra le
famiglie ebraiche che vissero a Naso
ricordiamo in modo particolare i Lazzaro, abili maiolicari, che avevano un
La pace si costruisce
Noi bambini sappiamo che la pace
comporta una scelta interiore perché
se non incominciamo interiormente
ad allontanare il nostro spirito dal disprezzo, dall'odio che abbiamo verso
gli altri, siamo uomini di guerra.
Se, invece, abbiamo la pace nel cuore, nello spirito e nella coscienza e
agiamo con amore verso gli altri, siamo costruttori di pace.
La prima cosa da disarmare, quindi,
è il nostro cuore. Se nel nostro intimo
nutriamo odio, il nostro cuore si può
paragonare ad una polveriera pronta a
scoppiare da un
momento all'al- I bambini
tro. Un cuore
colmo d'amore delle classi
è caldo e tran- IV e V
quillo, aperto e
riflettono
accogliente.
La scelta di su come
seguire la via
della pace deve allontanare
essere una scel- l'odio
ta permanente,
perché non si può pretendere di far
regnare la pace nel mondo se nel cuore degli uomini ci sono odio ed egoismo, che causano la guerra.
Dobbiamo convincere tutti che
quando in una società c'è pace si progredisce, c'è benessere, si lavora per
avere migliori condizioni di vita, si inventano nuovi mezzi per vivere più
comodamente e si scoprono altre medicine per guarire le malattie. Se in
una società c'è guerra si producono
molte armi, che seminano morte, gli
uomini vengono richiamati in guerra
e, di conseguenza, i campi si abbandonano e c'è solo odio, distruzione, fame
e infelicità, non solo da parte dei vinti,
ma anche da parte dei vincitori.
L'uomo che scatena una guerra ha
dentro di sé la violenza e l'odio. Nell'intimo di ogni uomo, però, ci sono
l'amore e la gioia. Mentre violenza e
odio separano gli uomini, l'amore li
unisce.
La pace, quindi, dipende dal nostro
modo di pensare, di ragionare e di agire.
Noi bambini parlando di pace, riflettendo sulla pace, abbiamo scoperto un angolino caldo e sicuro e vi invitiamo a visitarlo.“L'angolo della pace”: Abbiamo scoperto un angolino/alla nostra scuola assai vicino./E' un posto tranquillo/ove tutti trovano riposo;/un luogo dove ogni rancore tace:/è
“L'altare della Pace”./C'è un grazioso
muretto/ed anche un ulivo benedetto./Ci arrivi da Vico Giovanni Paolo II/e
puoi leggere “Pace”nelle lingue del
mondo./C'è una piccola panchina/dove, se ti fermi a riposare,senti la Pace/accarezzarti il cuore/e per il mondo
intero/provi tanto amore.
classi IV e V scuola primaria di Ficarra
UN’ALTRA VEDUTA DI BORGO BAZIA
grande laboratorio a Bazia. I fratelli
Lazzaro (Girolamo, Bartolo e Cono,
come il nostro Santo patrono, San Cono Abate) furono chiamati, nella prima metà del Cinquecento, dal re per
produrre il pavimento di piazza Pretoria. Eseguirono la commissione a
Naso, poi però si trasferirono a Palermo, dove fondarono la Scuola del Rinascimento della Maiolica Siciliana.
La visione del Borgo, dal Castello
(una terrazza su Bazia chiamata così
perché in passato vi sorgeva un castello), rende molto più chiaro quanto appena detto anche per la disposi-
zione delle abitazioni. Vico dei Giudei, dove vi erano il ghetto e la sinagoga, sovrasta la piazza di Bazia.Noi
ragazzi non sapevamo che nel nostro
paese fossero vissuti degli ebrei, ma
la sorpresa più grande è stata quella
di scoprire che alcuni di noi hanno
cognomi di origine ebraica. Studiando
la storia ci siamo fatti un'idea delle
sofferenze che ha dovuto subire questo popolo e non siamo per niente
contenti del fatto che anche i nostri
compaesani, in passato, vi abbiano
contribuito.
III B scuola media di Naso
SEGNALIAMO
I ragazzi aiutano chi soffre
Il tema della solidarietà è molto
sentito da noi ragazzi della scuola secondari di primo grado di Ficarra, che non tralasciamo nessuna occasione per far sentire la
nostra voce.
Quest'anno sono state molte le
iniziative a cui abbiamo partecipato, da Telethon a tutti i progetti che la televisione ha pubblicizzato nell'ambito della ricerca.
Ma è nei momenti in cui sentiamo parlare di guerra e di fame
nel mondo che noi ci sentiamo
più coinvolti, le immagini dei
bambini malati e denutriti ci
commuovono e ci rendono tristi;
il solo modo per sentirci un po'
più sereni è quello di privarci di
qualche dolcetto, raccogliere dei
soldi e inviarli a chi ha più bisogno di noi.
Invitiamo tutti quanti leggeranno questo articolo ad imitarci
per dare un sorriso a chi soffre.
III A scuola media di Ficarra
COMPRENSIVO “CARLO INCUDINE” – NASO (ME)
PAGINA REALIZZATA DA:
Dirigente scolastico:
Antonina Gullà
Docenti:
Rosa Maria Calabrese
Venera Ceraolo
Rosina Gatto
Carmelina Princiotto
EDICOLA AMICA
Alunni:
classi IV e V scuola primaria di Cresta-Naso
classi IV e V scuola primaria di Ficarra
III B scuola media di Naso
III A scuola media di Ficarra
“Tripiciano”