CAPPUCCETTO MULTICOLOR, MUSICISTA, NERO, SOLE, ROSA

Transcript

CAPPUCCETTO MULTICOLOR, MUSICISTA, NERO, SOLE, ROSA
AA.VV.
CAPPUCCETTO MULTICOLOR,
MUSICISTA, NERO, SOLE, ROSA,
NERO-ROSA, CARTASTAGNOLATAVOLETTA DI CIOCCOLATO,
CLEOPATRA, GELATINOSO,
GOMMA, HIPPY, BANANA, BLU,
RAP, ORO
MOMPIANI EDIZIONI
A.S. 2015-2016
DANIELE KOERNER
CAPPUCCETTO MULTICOLOR
C’era una volta una ragazzina a cui la nonna voleva
tanto bene, così le regalò un cappuccetto di tutti i
colori possibili ed immaginabili. Quando la ragazza lo
provò, era tanto stretto che non riuscì mai più a
toglierlo; così la chiamarono Cappuccetto Multicolor.
Un giorno dovette andare dalla nonna che stava
male per portarle un brodo di pollo, delle fragole e
un succo di limone. Partì per il sentiero di montagna
con la sua mountain bike grigia. A un certo punto
incontrò una rara specie di Montonlupo Viola, il
Montonlupo chiese a Cappuccetto dove andasse e
Cappuccetto gli disse che andava dalla nonna, allora
il Montonlupo propose: “Seguimi, so una
scorciatoia!” E Cappuccetto pensò: “Ma come fa a
sapere dove abita mia nonna? Va be', è tanto carino,
seguiamolo!”. Il Montonlupo la portò in un piccolo
sentiero molto ripido color rosso e le disse: “Mi
sfugge dove abita tua nonna, me lo puoi ricordare?”
“Ma certo! Abita sulla collina Oro color oro” “Io non
riesco a camminare su un percorso ripido per cui mi
fermo qui, ci vediamo!” Disse il Montonlupo e se ne
andò. La verità è che quella strada allungava di
molto il tragitto e il Montonlupo percorse la vera
scorciatoia con i sassi blu e arrivò molto prima alla
casa della nonna. La nonna era così golosa che la
casa era fatta di caramelle variopinte, il Montonlupo
entrò e divorò la nonna dormiente. Anche il
Montonlupo era goloso e mangiò un po' delle
fondamenta, quindi la casa crollò addosso al
Montonlupo facendo uscire la nonna fuori dalla
pancia grazie alla pressione delle macerie. In quel
momento arrivò Cappuccetto e svegliò la nonna che
col suo aiuto buttò il Montonlupo nel fiume rosa
diretto al Mar Nero.
Dopo aver dato il cibo alla nonna e averla aiutata a
ricostruire la casa, Cappuccetto tornò alla sua
casetta verde smeraldo.
GAIA GARGIULO
CAPPUCCETTO MUSICISTA
C’era una volta una bambina appassionata di musica.
Un giorno la mamma le regalò un bellissimo
mantellino con le note, le chiavi, i diesis e i bemolle.
Le piacque molto e da quel momento
indossò solo quello.
Dopo qualche tempo volle andare a trovare la nonna
per farle sentire come era diventata brava a suonare.
La mamma prima che partisse le disse: ”Già che vai
dalla nonna portale questo
cestino.” Cappuccetto le domandò: ”Cosa c’è
dentro?” e la mamma rispose:”Ci sono dei biscotti
alle note. I suoi preferiti!”
Trascorso qualche minuto Cappuccetto uscì col suo
intonatissimo amico, l’usignolo.
La nonna abitava al di là del teatro.
Cappuccetto appena arrivata nei pressi della casa
della nonna sentì una voce... già … era il lupo
stonato!
Le voleva rompere lo strumento, perché era
invidioso.
Cappuccetto disse all’usignolo : ”Ho un piano: tu
devi cantare e io suono il flauto.” E l’usignolo le
rispose :”Va bene!”.
Si misero all’opera. Il lupo stonato si addormentò
all'istante.
Cappuccetto e l’usignolo corsero dalla nonna e le
riuscirono a portare il cestino.
GOLAM MORSHED
CAPPUCCETTO NERO
C'era una volta una ragazza vestita tutta di nero,
dalle scarpe al cappuccio, poichè amava quel
colore; lo amava così tanto che aveva adottato
un gatto nero; il gatto voleva bene a Cappuccetto
e anche per lui il nero era il colore preferito.
Un giorno Cappuccetto voleva fare una sorpresa
alla sua vecchia nonna, quindi prese della
cioccolata, chicchi di uva nera e del vino per
portarglieli.
Cappuccetto uscì dalla casa con il suo gatto nero,
era notte e la città era tutta buia.
Per la strada Cappuccetto vide un grosso lupo
nero e pensò che se avesse aiutato il lupo, lui,
riconoscente, non l'avrebbe mangiata; così
fece...
Purtroppo dopo essere stato aiutato il lupo cercò
comunque di mangiarla, ma il suo gatto graffiò il
lupo dappertutto.
Il lupo scappò a tutta velocità.
Cappuccetto arrivò a casa della nonna sana e
salva e le raccontò del suo incontro con il lupo.
SAVERIO CANTONI
CAPPUCCETTO SOLE
C'era una volta un cucciolo di sole, Solario, che
voleva molto bene alla sua nonna Galassia, la quale
le regalò un cappello di fuoco.
Un giorno sua mamma le disse : “ Porta questa
zuppa di asteroidi e questa spremuta di pianeti alla
tua cara nonna!” Cappuccetto annuì.
Cappuccetto partì per andare dalla nonna, anche se
spaventata dalla strada spaziale, perché era molto
pericolosa ;durante il viaggio incontrò una nuvola
grigia che a prima vista le sembrò cattiva.
Ad un certo punto Cappuccetto salutò comunque la
nuvola e la nuvola le propose subito di fare un po' di
strada con lui, le chiese dov'era diretta e
Cappuccetto disse: “Vado dalla mia nonna, la
galassia più vecchia” e la nuvola disse: “Ah sì, anche
io sono diretto lì, ma devo fare una dormitina perché
è da tre ore che viaggio e sono molto stanco”
Cappuccetto chiese: “Che ne dici se beviamo una
tazza di tè al gusto di meteora?” La nuvola disse:
“OK!”.
Cappuccetto suggerì a Nuvola Grigia di raccogliere
un po' di meteore per il tè.
Dopo un po' di tempo la nuvola grigia esclamò: “
Guarda che meteora! Vai a prenderla, io sono
stanco...”.
Cappuccetto andò e la nuvola dopo averla distratta
le rubò il cappello e scappò, perché voleva essere più
ammirato e stimato di Solario.
Cappuccetto urlò: “Aiuto!Aiuto! Mi hanno rubato il
cappello!” Le stelle videro Cappuccetto in pericolo, si
misero a rincorrere la nuvola e la raggiunsero,
ripresero il cappello e lo portarono a Cappuccetto.
Ma Nuvola Grigia sapeva che Cappuccetto sarebbe
andata dalla Galassia più vecchia, allora ci andò
anche lui per tentare nuovamente di rubare il
cappello.
Appena arrivato, aggredì Cappuccetto, ma le stelle lo
picchiarono e Nuvola Grigia svenne.
Arrivò la Regina Stella che con un raggio di luce fece
diventare Nuvola Grigia una nuvola bellissima, forse
la più bella di sempre che avrebbe fatto compagnia a
Solario.
E vissero tutti felici e contenti...
C'era una volta una bambina molto carina che
aveva una casa tutta rosa.
KHADIDJA DAHMOUN
CAPPUCCETTO ROSA
Un giorno la bambina, mentre stava facendo una
passeggiatina, vide un cappuccetto rosa
abbandonato lungo la strada e disse: “Ma guarda!
C'è un cappuccetto rosa, come la mia casa!”
Cappuccetto lo prese e non lo volle togliere più,
così dopo alcuni giorni la bambina venne
chiamata Cappuccetto Rosa.
Dopo qualche tempo la mamma le chiese di
andare a casa di sua nonna per portarle dei
tovaglioli rosa, il pane rosa, la mela rosa e il vino
rosato, Cappuccetto disse: “Anche il cibo della
nonna è rosa come il mio cappuccetto.”
Cappuccetto Rosa partì chiedendo al suo amico
Piggy il maialino di accompagnarla. Dopo un
lungo cammino incontrarono un grande orso che
disse loro: “Per andare dalla tua nonna dovrai
superare una prova...” poi le propose di
attraversare una pozzanghera di fango e Piggy il
maialino si offrì al posto suo riuscendo a superare
la prova; così Cappuccetto Rosa e Piggy il maialino
andarono a casa dalla nonna felici e contenti.
DIANA KRAVCHENKO
CAPPUCCETTO NERO-ROSA
C'era una volta una ragazzina di nome Arianna, che
era molto birichina! Un giorno la nonna di Arianna le
regalò un cappuccio rosa, ma a lei non piaceva. Dopo
che la nonna fu ritornata a casa Arianna prese il
cappuccio e lo colorò tutto di nero. Il giorno dopo
doveva andare fuori con i suoi amici e per uscire si
mise il suo cappuccio nero. Dopo essere uscita
incontrò i suoi amici, che le dissero: ”Che bel
cappuccio!Sei Cappuccetto?! Ha ha ha” e allora
Arianna pensò: ”Perché no, potrei veramente
diventare Cappuccetto, anzi Cappuccetto Nero!!!”
La mamma le disse al suo ritorno: ”Vai dalla nonna a
portarle questi dolcetti e fiori per ringraziarla del
regalo!” “Sì mamma, ok” rispose Cappuccetto, ma si
dimenticò di aver colorato di nero il cappuccio che la
nonna le aveva regalato.
E così iniziò a recarsi dalla nonna, ma via via che
camminava attorno a lei tutto diventava scuro scuro,
anche se era giorno.
Quando arrivò e aprì la porta, la nonna guardò
Cappuccetto con una faccia felice correndo subito ad
abbracciarla, però dopo si accorse che il suo
cappuccio non era rosa, ma nero! E disse: “Arianna
non avresti dovuto dipingere il cappuccio di nero!!!”
“E perché?” “ Perché questo cappuccio è magico e
se lo tingi di nero tutto diventerà nero!!!!” Allora
Cappuccetto disse: “Nonna scusami non lo sapevo...
Ecco perché mentre camminavo tutto attorno a me
diventava scuro! Scusami ancora!”
“Niente, nipotina della nonna, in fondo è anche mia
la colpa..” “ Ho un' idea:laviamolo così diventerà rosa
come prima!” Quando ebbero finito Cappuccetto
tornò a casa felice e contenta con il cappuccio di
nuovo rosa e la strada del ritorno luminosa e
colorata.
Da quel giorno si fece chiamare Cappuccetto
Rosa.
IMAN HEMMADI
CAPPUCCETTO
CARTASTAGNOLATAVOLETTADICIOCCOLATO
C'era una volta una tavoletta di cioccolato che viveva
in un frigo.
Un giorno la mamma Nutella la mandò a portare alla
nonna Tavolettadicioccolatobianco un cesto di
panna; doveva però stare attenta a Bocca-lupo, così
la mamma le diede un cappuccio di carta stagnola
per non farsi riconoscere da Bocca-lupo.
Nonno Limone accompagnò la nipotina lungo il
tragitto, ma ad un tratto, a metà frigo, incontrarono
Bocca-lupo che inseguì la bambina perchè,
essendogli venuta l'acquolina in bocca, aveva intuito
la sua presenza al di là del cappuccio, il nonno gli
lanciò il suo succo così Bocca-lupo si ritirò inorridito.
Nonno Limone e Cappuccetto CartastagnolaTavolettadicioccolato andarono così felici a casa della
nonna Tavolettadicioccolatobianco.
EMMA TEA SILVOTTI
CAPPUCCETTO CLEOPATRA
C’era una volta, nell’antico Egitto, una cara bambina
chiamata Cappuccetto Cleopatra.
Sua madre era la bella Nefertiti e insieme abitavano
nel grande palazzo reale.
La nonna dopo essere andata in pensione, a
malincuore, si era ritirata in una casetta nel deserto.
Voi mi chiederete: perché a malincuore? E io vi
risponderò: perché a palazzo reale c’era la sua
adorata nipotina a cui aveva potuto lasciare solo un
cappuccetto di perline, pensate che la bambina da
quando la nonna glielo aveva donato non voleva più
portare altro!
Un giorno Nefertiti andò da Cappuccetto
preoccupata: ”Piccola mia devi sapere che la nonna
non sta bene, devi andare ad assisterla! Domani
all’alba partirai con il tuo cammello.”.
Cappuccetto andò a dormire.
La mattina dopo, all’alba, Cappuccetto era pronta
per partire, salutò la mamma che disse ”Stai attenta
a non uscire dalla strada, se no rischi di perderti, e
qualsiasi sconosciuto dovessi incontrare non
prestargli ascolto; porta questo sacchetto di lino con
i datteri e la focaccia alla nonna, la farai felice!”
Cappuccetto partì.
Il sole era alto nel cielo e Cappuccetto non vedeva
nessuno all’orizzonte; all’improvviso sbucò dalla
sabbia un lungo serpente verde, Cappuccetto si
spaventò e cadde dal cammello, il serpente la
rassicurò: ”Non ti preoccupare piccola non voglio
farti del male...”. Cappuccetto si sentì più sicura.
”Ma tu chi sei?”chiese Cappuccetto.
“Io ssono il Boa. Tu piuttosssto chi ssei?”
“Io sono Cappuccetto Cleopatra e sto andando da
mia nonna che abita vicino alla necropoli”.
“Fantasssstico!”
Cappuccetto fece per ripartire quando il boa la
fermò “Sono sicurisssimo che tua nonna sarebbe
contentisssima se le portasssi dell’acqua, guarda,
dopo quella duna c’è un’oasssi dove potresti
trovarne molta”.
La bambina decise di seguire il consiglio del
serpente. Andò all’oasi, scese dal cammello, non
fece in tempo a prendere la sua piccola anfora che il
boa spalancò la bocca e la divorò.
Il cammello notò che Cappuccetto era in pericolo,
così appena il boa si addormentò gli diede un calcio
talmente forte che nel sonno il serpente risputò
Cappuccetto.
I due arrivarono tardi a casa della nonna, che li
aspettava preoccupata.
Mangiarono insieme e Cappuccetto si disse: “Mai
più correrai sola nel deserto quando la mamma te
l’ha vietato”.
ARIANNA CARGNONI
CAPPUCCETTO GELATINOSO
C’era una volta, nella città di Gellipoli, una gelatinosa,
nonché coscienziosa, bambina.
Ella era talmente freddolosa che i genitori le regalarono un
mantello che la coprisse quasi interamente.
Un giorno, la mamma Gellina le chiese di andare a portare
della buona gelatina alla nonna Gellosa, malata da tante
lune gelatinose.
La nonna abitava nella periferia di Santa-Gelly; per arrivarci
c’erano due strade, per la prima bisognava passare per il
pantano della città, per la seconda bisognava
semplicemente attraversare la città, in ogni caso bisognava
prima attraversare la grande foresta.
Per questo la mamma le raccomandò di stare attenta
durante il percorso, specialmente nella grande foresta,
dove abitava Gelly-Flex: il lupo ingannatore che per
mangiarle raggirava tutte le anime che passavano di lì.
Cappuccetto, spaventata, andò a chiamare il suo amico
bruco, che conosceva benissimo la grande foresta.
I due amici si misero in cammino, e il bruco guidava
Cappuccetto come il macho della situazione.
Erano quasi alla fine, quando da un gelly-albero saltò giù
Gelly-Flex, che propose una gara di velocità fino alla casa
della nonna; in palio c’era il cesto con la buona gelatina.
Il bruco capì che si trattava di un imbroglio, ma fu
preceduto da Cappuccetto, che ingenua come una babygelly aveva già accettato; il bruco guidò Cappuccetto verso il
pantano di Santa-Gelly, che sebbene fosse pericoloso e
pieno di insidie, era la strada più corta. Il lupo invece si
dirigeva verso la città, dove avrebbe preso un gelly-tram
che lo avrebbe portato in periferia.
Quando Cappuccetto e il bruco arrivarono al pantano,
scoprirono che non era altro che un lago asciutto con
dentro tanti coccodrilli morti, da sembrare un vero
pantano.
Nel frattempo, mentre Cappuccetto e il bruco
attraversavano il lago di coccodrilli, Gelly-Flex cercava in
città un tram per lupi non a pagamento.
Finalmente Cappuccetto e il bruco uscirono dal lago di
coccodrilli, e si diressero verso la cabina telefonica, dove
chiamarono un cacciatore.
Il lupo, non trovando un tram adatto a lui attraversò tutta la
città con un veloce gelly-passo, ma quando arrivò a casa
della nonna, si trovò una brutta sorpresa: il bruco e
Cappuccetto già lì, e il cacciatore che gli sparò.
Così il bruco e Cappuccetto, insieme alla nonna e al
cacciatore si mangiarono la buona gelatina per merenda;
mentre sulla lapide di Gelly-Flex i familiari scrissero:<<g. f. e.
s. i. m. f. e. c. >>, ancora oggi il significato è incerto, ma è
certo che da quel giorno, tutti vissero più felici e contenti.
IBRAHIM JAVED
CAPPUCCETTO GOMMA
C'era una volta una bambina che si chiamava
Gomagnus e insieme con tante amiche gomme
festeggiava il suo compleanno, loro le regalarono un
vestito di gomma.
Dato che le piaceva così tanto, non volle più
togliereselo e la chiamarono Cappuccetto Gomma.
Dopo tanto tempo la mamma gomma le chiese :
"Potresti portare le caramelle gommose e la gomma
alla nonna? Così mangia un po' e cancella il suo
brutto disegno...”
Cappuccetto si mise in cammino sui gonfiabili
portando con sè la gomma più coraggiosa, Lucy.
Per strada incontrarono il Lupo Matita che disse: "Da
qua in poi è il mio territorio, cara bambina, se lo
sorpasserai io ti mangerò.”
Cappuccetto non sapendo cosa significasse continuò
il suo viaggetto insieme a Lucy.
A metà strada il Lupo Matita riapparve dicendo:
“Non hai seguito il mio avvertimento e adesso
morirai! “ Dato che erano sui gonfiabili il lupo fece
un buco e tutti volarono via...
a parte Lucy che riuscì a bloccare il respiro al lupo,
stringendolo forte forte, così la belva svenne.
Intanto Cappuccetto era atterrata, aveva proseguito
il cammino ed era arrivata dalla nonna, le lasciò gli
oggetti velocemente, poi scappò via.
Appena tornata dalla mamma gomma, dopo aver
incontrato Lucy che le aveva spiegato cosa aveva
fatto, le raccontò tutto e lei, facendo un sorriso,
disse: “Quel cattivaccio ha avuto una bella lezione,
non si fara mai più vedere!”
Nella campagna di Flower City abitava Cappuccetto
Hippy (come tutti d’altronde), era una spensierata
bambina che come migliore amica aveva una farfalla.
MATTEO FAVARO
CAPPUCCETTO HIPPY
Un giorno la sua mamma le disse: “Vai a portare
questi bei fiori alla tua sorella nonna, ma stai attenta
alle fabbriche che potrebbero inquinarti l’anima!”
Cappuccetto per andare dalla nonna si fece portare
da un furgone che passava di lì.
Il furgone arrivò a un incrocio e l’autista disse: “Mi
dispiace, devi scendere, da qui in poi vado dalla
parte opposta.”. Cappuccetto replicò: “Ok, peace and
love brother!” E l’autista:”Peace and love sister!”
Cappuccetto con tranquillità arrivò a casa della
nonna.
Bussò e la nonna le aprì dicendole: “Oh, mia cara,
ma che bei fiori mi hai portato, entra!“
Il pomeriggio passò in fretta e nell’uscire
Cappuccetto Hippy vide delle persone che
spruzzavano diserbanti e pesticidi sui fiori, allora la
nonna disse: “Piccola mia, ho un piano...”
La nonna si fece tutta carina, uscì di casa in forma
smagliante e disse al pesticidatore: “Ehi, tu! Vuoi
venire a casa mia a bere del succo?”
Il pesticidatore cascò nel suo tranello: “Ma certo
bella signora...” La nonna, avendo molta conoscenza
alle sue spalle, diede al pesticidatore una miscela
segreta di piante e fiori e il pesticidatore morì
all’istante.
Cappuccetto restò dalla nonna a dormire.
CHEN HONG LI
CAPPUCCETTO BANANA
C'era una volta una ragazzina un po' imbranata, che
però voleva tanto bene alla sua nonna, la quale la
ricambiava a tal punto da non sapere mai cosa
regalarle di nuovo e sorprendente.
Una volta le regalò un cappuccetto di banana al
posto di un cappuccetto di stoffa perché la bambina
adorava la frutta.
Un giorno Cappuccetto Banana (così veniva
chiamata dopo il gradito dono) pensò di portare alla
nonnina un cesto di frutta che conteneva banana,
ananas, mandarino e limonata.
Quando Cappuccetto Banana era nel bosco di frutta
vide un lupo che dava macedonia gratis. Corse come
il vento a mangiare la macedonia e il lupo le
chiese:”Cara ragazzina dove vai?” e Cappuccetto
Banana gli disse: “Vado a casa della mia cara nonna,
che vive nella via Boschino 47”; dopo un po' il lupo
gridò: “Ahia! Mi fa male la pancia! Ragazzina mi puoi
badare alle macedonie?” e Cappuccetto rispose:
“Sì”, in realtà era un inganno .
Il lupo corse subito alla casa della nonna, tok tok,
bussò la belva, ma non apriva nessuno, la nonna era
fuori. Quindi il lupo pensò: “La nonna probabilmente
è fuori, però posso aspettare la bambina,
Cappuccetto di sicuro si annoierà a badare alla mia
macedonia...”
Il lupo aspettò Cappuccetto.
C'era un grande amico di Cappuccetto, Cocco, la
noce, che quel giorno stava passeggiando nel bosco
di frutta e incontrò Cappuccetto Banana, stupito che
non fosse passata a chiamarlo le disse: “Cosa ci fai
qua Cappuccetto?” e lei rispose: “Sto aiutando il
lupo a badare alla sua macedonia...” Cocco chiese:
“Il lupo?! Cosa ti ha chiesto?” “Mi ha chiesto dove
stavo andando e ho risposto che stavo andando a
casa della mia nonna in via Boschino 43!” Cocco
disse: “No! Andiamo subito a casa della tua nonna!”
Quando Cappuccetto e Cocco erano davanti a casa
della nonna Cocco disse: “Lupo, lo so che ci sei tu lì
dentro, arrenditi!” Il lupo rispose: “ Cappuccetto, sei
tu? Sono la tua nonnina!” Cocco disse: “Lupo,
arrenditi, lo so che non sei la nonna!” Il lupo rispose:
“E' vero, ma è troppo tardi!” aprì la porta e saltò
verso Cappuccetto... quando il lupo fu a mezz'aria
vide che Cappuccetto aveva in mano Cocco pronta a
lanciarlo!
Scappò subito e alla fine Cappuccetto fece un bel
pranzetto con la nonna e il suo amico Cocco.
MATTEO WU
CAPPUCCETTO BLU
C’era una volta una piccola bambina di nome
Cappuccetto Blu, l’avevano chiamata così per il suo
cappuccio tutto blu ragalatole dalla sua cara nonna.
Un giorno la sua mamma le disse di portare
un’insalata di mare appena fatta e una bottiglia di
vino alla nonna che viveva su un’altra isoletta.
La mamma le disse: “Non metterti a nuotare, ci sono
gli squali!”.
E Cappuccetto andò sulla barca e partì.
Sulla via vide tantissimi pesci colorati e cercò di
seguirli con la barca, ma non ci riuscì e quindi si
gettò in acqua e si mise a nuotare.
Ad un tratto incontrò uno squalo con denti aguzzi e
scaglie taglienti.
Cappuccetto non sapendo che quello fosse uno
squalo, perché la mamma le diceva che gli squali
erano pericolosi, ma non gliene aveva mai mostrato
uno, si avvicinò e lo salutò.
Lo squalo quando vide il cibo che Cappuccetto aveva
sulla barchetta le chiese: ”Per chi sono quelle
delizie?” E Cappuccetto gli disse: “Sono per la mia
cara nonna.”
Il lupo approfittò dei bellissimi pesci colorati
dell’oceano per distrarre Cappuccetto e in un sol
secondo la ingoiò.
Passate tante ore la nonna si preoccupò e andò in
cerca della amata nipotina con la barca; ad un tratto
vide uno squalo.
La nonna pensò che lo squalo avesse mangiato
Cappuccetto e quindi cercò di andare a chiamare
aiuto, ma goffamente scivolò in acqua e lo squalo la
divorò come aveva fatto con Cappuccetto.
Fortunatamente un giovane pescatore vide quello
che accadde e insieme agli altri pescatori della costa
uccise lo squalo e liberò Cappuccetto e la nonna.
Infine la nonna mangiò l’insalata e bevve il vino e
Cappuccetto e il giovane pescatore di nome Mako
diventarono grandi amici e così la bambina gli rivelò
il suo vero nome, Cecilia, i due da quel giorno si
incontrarono una volta ogni settimana per pescare
insieme.
PETRU LEFTER
CAPPUCCETTO RAP
C'era una volta una bambina molto triste perché tutti la
prendevano in giro in quanto le piaceva tanto cantare e
ballare. Un giorno, per renderla felice, la sua nonnina le
regalò un cappuccio pieno di note.
Poco tempo dopo la nonnina si ammalò e
Cappuccetto, così si chiamava da quando aveva
ricevuto il dono e non l'aveva più tolto, corse subito
da lei, ma un lupo che voleva essere riconosciuto
come cantante, lungo il percorso le tagliò la strada e
le propose di fare una sfida rap, se non avesse
accettato
non l'avrebbe
lasciata
passare.
Cappuccetto, in ansia per la nonna, accettò. Iniziò la
sfida: Cappuccetto fu la prima e il lupo sentendo le
sue parole le rispose inventando con esse delle altre
canzoni, ma erano “vecchie”! Cappuccetto quindi
vinse la sfida e scappò dalla nonnina. Arrivata a casa
sua sentì dalla finestra delle canzoni “vecchie” come
quelle del lupo, entrò e si trovò di fronte proprio il
lupo che le ordinò: “Voglio la rivincita, la nonna sarà
il giudice: se perdi ti mangio la nonna!” Cappuccetto,
molto triste e arrabbiata, inventò delle nuove parole
e nuovi ritmi che mandarono il lupo letteralmente al
tappeto! La nonna era in salvo e nei giorni seguenti
raccontò a tutti quello che era successo, così nel
villaggio Cappuccetto diventò la cantante più
famosa.
OMAR ISLAM
CAPPUCCETTO D'ORO
C'era una volta una bambina ricchissima a cui la
nonna voleva tanto bene, per questo le regalò un
cappuccio d'oro.
Da allora tutti la chiamarono Cappuccetto D'oro.
Un giorno la mamma le disse: “Porta alla nonna
queste bottiglie di lemonsoda e un po' di cioccolato
d'oro” e Cappuccetto disse di sì.
La nonna viveva in una grande villa d'oro; prima di
giungervi la bambina incontrò il lupo povero, ma non
sapeva che fosse cattivo. Cappuccetto D'oro e il lupo
iniziarono a parlare e il lupo scoprì che la nonna era
ricca e quindi lasciando Cappuccetto nel prato di
fiori d'oro andò a casa della nonna.
Entrato ingoiò la nonna in un grosso boccone e poi si
mise il suo bel vestito (era un lupo che apprezzava la
moda).
Quando Cappuccetto si accorse che doveva andare
dalla nonna riprese il cammino...
finalmente raggiunse la villa e bussò, poi entrò,
diede uno sguardo alla nonna e disse: “Nonna
perché ti sei messa il costume e la maschera del lupo
?” e la nonna disse: “Oggi è carnevale, metti anche
tu un costume, chiudi gli occhi e io ti metto il
costume più bello del mondo mai visto!”
Cappuccetto chiuse gli occhi e il lupo la mangiò.
Dopo aver mangiato Cappuccetto e la nonna il lupo
fece un bel sonnellino, felice di essere in una grande
casa con dei bei vestiti.
Arrivò la mamma lupo e disse: “Nessuno può
mangiare gli uomini senza il mio permesso!”
e così fece in modo che la nonna e Cappuccetto
D'oro uscissero da dove erano entrate.
Mamma lupo chiese scusa alla nonna e a
Cappuccetto e se ne andò portando con sé il figlio.
Cappuccetto visse felice e contenta mentre il lupo
povero restò triste e affamato, ma in parte
soddisfatto per essere stato ricco almeno per breve
tempo.