Programma di sala - Fondazione Milano

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Programma di sala - Fondazione Milano
ARIODANTE
Georg Friedrich Haendel
12 FEBBRAIO 2011 - ore 16.00 - Milano Teatro Scuola Paolo Grassi
Milano, via Salasco 4 - ingresso libero fino a esaurimento posti
Programma di sala
Ariodante - Oda Hochscheid
Ginevra - Sakiko Abe
Dalinda - Vera Milani
Lurcanio - Marie Remandet
Il Re - Andrea Bonsignore
Polinesso - Luca Vallara
con la partecipazione del terzo corso di teatrodanza di
Milano Teatro Scuola Paolo Grassi
Lorena Amico, Alessandra Gaeta, Elda Gallo, Stefania Lazzeri
Camilla Monga, Alessandra Rizzuto, Claudia Rossi
Orchestra Barocca di Milano Civica Scuola di Musica
Lathika Vithanage*, Marta Pistocchi, Giorgio Leonida Tosi, Deborah Travaini, violinoI
Sara Bagnati*, Kari Arder Hauge, Isotta Grazzi, violino II
Eleonora Regorda*, Alberto Intrieri, viola
Nicola Paoli*, Silvia Serrano Monesterolo, violoncello
Carlo Sgarro, contrabbasso
Stefano Vezzani, oboe I
Raffaella Bortolini, oboe II
Dana Karmon, fagotto
n
Cristina
Pisano, Grasiela Setra Dantas, cembalo
*prime parti
Roberto Balconi, direttore
regia di Irina Sabristova
Elisabeth Boeke, supervisione registica
Gabriele Amadori, scenografia e light design
Roberto ‘Pio’ Manzotti, Alice Capoani, collaborazione scene
Enza Bianchini, Nunzia Lazzaro, costumi
Paolo Latini, luci
Valentina Mandruzzato, trucco
Considerata ancor oggi tra i capolavori di Georg Friedrich Haendel,
Ariodante è presentata nella versione ridotta, della durata di circa
un’ora e 45 minuti, contro le quasi tre ore dell’ opera integrale, senza
tuttavia intaccare la comprensibilità della trama e il valore musicale
dell’opera.
Si tratta di una produzione di Fondazione Milano®, presente
nel progetto con tre dei suoi quattro Dipartimenti: Milano
Civica Scuola di Musica, Milano Teatro Scuola Paolo Grassi e
Milano Cinema e Televisione.
L’opera, diretta da Roberto Balconi, nasce su iniziativa dell’istituto
di Musica Antica di Milano Civica Scuola di Musica. Il cast è internazionale, in sintonia con una delle caratteritistiche
peculiari di Fondazione Milano®, che ospita all’interno dei suoi
Dipartimenti giovani provenienti da tutto il mondo.
La regia è affidata a Irina Sabristova, allieva diplomanda
presso Milano Teatro Scuola Paolo Grassi.
Come nel caso di Orlando, per Ariodante Haendel si ispirò a
Ludovico Ariosto.
Ariodante venne rappresentata la prima volta al teatro
Covent Garden di Londra, l’8 gennaio del 1735.
L’intreccio ruota tutto intorno all’inganno tessuto da Polinesso,
duca di Albany, che, spinto da sentimenti di ambizione e gelosia,
vuole impedire il matrimonio tra il principe Ariodante e Ginevra,
figlia del re di Scozia ed erede al trono.
Ariodante sta per sposare la fanciulla: la notte prima delle
nozze Polinesso persuade Dalinda, dama di compagnia di
Ginevra da cui è amato, a indossare le vesti della padrona e
ad accoglierlo nelle stanze del palazzo reale.
Ariodante osserva dal giardino e, convinto di esser stato tradito,
lascia la corte disperato e si getta in mare. Lurcanio, fratello di
Ariodante, testimone non visto della scena, accusa Ginevra di
infedeltà, e questa è perciò condannata a morte; Lurcanio inoltre
annuncia di voler sfidare a duello chiunque si presenti in difesa
della principessa.
Polinesso cerca di liberarsi di Dalinda facendola assassinare,
per evitare che parli, ma Ariodante, sopravvissuto, la incontra
in un bosco e la salva dai sicari. Dalinda svela a lui l’inganno
di cui è stato vittima ed entrambi si avviano alla corte. Lì
Polinesso sfida Lurcanio, sperando di ottenere con la vittoria
la salvezza di Ginevra e il regno, ma da questi viene sconfitto
e ucciso, lasciando la principessa senza difensori. A salvarla
giunge Ariodante, che spiega i fatti accaduti liberandola
dall‘accusa di infedeltà. Ginevra, riabilitata, viene finalmente
unita in matrimonio ad Ariodante.
Milano Civica Scuola di Musica, Milano Teatro Scuola Paolo Grassi e Milano Cinema e Televisione
Progetto interdipartimentale di Fondazione Milano®
www.fondazionemilano.eu
Note di regia
Come rappresentare un’opera barocca nei giorni d’oggi?
È una delle domande che ci siamo posti. Ovviamente la strada più
breve è ricostruire con accuratezza il periodo storico, innalzando il castello maestoso e i paesaggi scozzesi d’epoca. Abbiamo scelto un’altra
strada - quella di catturare l’essenza e la forza che ha questa musica e
cercare di guardarla con gli occhi di oggi e sentirla con gli orecchi di
oggi.
Lo spazio scenico è un continuo gioco prospettico dove regna un mondo onirico. Lo spazio diventa tridimensionale, dove può succedere di tutto, dove il suono della musica, il suono della voce, il movimento del corpo, le luci e le ombre creano atmosfere e luoghi diversi. Il mondo dove i
personaggi appaiono e scompaiano lasciando una scia luminosa.
L’intensità della luce è suggerita dalla musica, che trasforma la
scena in uno strumento musicale. Per questo motivo lo spazio
diventa magico.
I personaggi sono uniti da un filo conduttore che si chiama fiducia: la
fiducia cieca di Dalinda e Lurcanio, l’uso della fiducia per i propri scopi
di Polinesso, la perdita della fiducia di Ariodante, il desiderio di fidarsi e il dispiacere di non essersi fidato del Re. I personaggi si muovono
dunque di conseguenza: stanno nella penombra e aspettano il momento
giusto per attaccare o affrontano i colpi con la testa alta guidati dal cuore
puro e nobili intenti. Le loro paure e i loro desideri sono amplificati non
soltanto dalla musica e dallo spazio scenico, ma sopratutto dalle sette
danzatrici che vivono insieme ai personaggi trasformandosi prima in
paggi e in altri abitanti del reame, poi negli affanni, in numi e altri esseri
allegorici.
Mi dovrei fermare qui per non svelare tutte i segreti…
Irina Sabristova