isola nera 8

Transcript

isola nera 8
Isola Nera 1/8
Casa di poesia e letteratura. La prima in Sardegna, in Italia,
aperta alla creazione letteraria degli autori italiani e di autori
in lingua italiana. Isola Nera è uno spazio di libertà e di
bellezza per un mondo di libertà e bellezza che si costruisce in
una cultura di pace.
Direzione Giovanna Mulas. Coordinazione Gabriel Impaglione.
[email protected] - Maggio 05- Nuoro, Sardegna
Ora che ho vissuto la mia vita posso affermare che non c'è nulla di donchisciottesco
né di romantico nel voler cambiare il mondo.
E' possibile.
E' il mestiere al quale l'umanità si è dedicata da sempre.
Gioconda Belli
_________________________________________________________________________________________
"Fascismo" è una parola legata a un tempo e a un contesto che furono e che non sono ripetibili.
Il fatto è che non abbiamo la parola esatta per definire questa miscela di volgarità e ignoranza,
conformismo e arroganza, tele-vendita di sogni e svendita di storia, conflitto di interessi e
prepotenza di istinti che si è insediata al potere col beneplacito elettorale di una democrazia
snervata, spoliticizzata e ridotta a marketing dei voti e delle idee. Le democrazie avanzate sono
così e non hanno bisogno del manganello per ridursi a regimi di uomini qualunque: basta il
bombardamento mediatico, basta aver insediato al cuore della società del lavoro un esercito di
persuasori dello shopping e di consulenti del profitto, basta aver ridotto la partecipazione a
frequentazione sporadica delle urne e la felicità pubblica a possesso geloso di una casa a prova di
ladri.
Ida Dominijanni
________________________________________________________________________
Leone Tolstoj
Russia
Tratto da Anna Karenina
Prima della partenza di Vrònskij per le elezioni, Anna, avendo riflettuto che quelle
scene che si ripetevano fra loro a ogni partenza potevano soltanto raffreddarlo, e non
legarlo, s’era decisa a fare su di sé tutti gli sforzi possibili per sopportare con calma la
separazione da lui. Ma quello sguardo freddo, severo, con cui egli l’aveva guardata
quando era venuto ad annunciare la sua partenza, l’aveva offesa, ed egli non era ancora
partito che la calma di lei era già distrutta.
Ripensando poi, nella solitudine, a quello sguardo, che esprimeva il diritto alla libertà, ella
venne, come sempre a una conclusione sola: alla coscienza della propria umiliazione. Lui
ha tutti i diritti, io non ne ho nessuno. Ma, sapendolo, egli non doveva far questo. Però
cosa ha fatto mai?…m’ha guardata con un’espressione fredda, severa. S’intende, è una
cosa indefinita, imponderabile, ma prima non c’era, e questo sguardo vuol dire molte cose
ella pensava. Questo sguardo fa vedere che comincia il raffreddamento!
1
E benché si fosse persuasa che cominciava il raffreddamento, tuttavia non aveva nulla da
fare, non poteva mutare in nulla i suoi rapporti con lui. Esattamente nello stesso modo
come prima, poteva trattenerlo solo coll’amore e l’attrattiva. E nello stesso modo come
prima, con le occupazioni di giorno e con la morfina di notte ella poteva soffocare i pensieri
terribili su quel che sarebbe accaduto s’egli si fosse disinnamorato di lei. In verità, c’era
ancora un mezzo: non trattenerlo –per questo ella non voleva null’altro, tranne l’amore di
lui-, ma avvicinarglisi, essere in una situazione tale ch’egli non la lasciasse. Questo mezzo
era il divorzio da suo marito e il matrimonio con lui. Ed ella cominciò a desiderar questo e
si decise a consentire, la prima volta che lui o Stiva si fossero messi a parlargliene. In tali
pensieri ella passò senza di lui i cinque giorni in cui egli doveva stare assente. Le
passeggiate, i colloqui con la principessa Varvàra, le visite all’ospedale, e soprattutto la
lettura, la lettura di un libro dietro l’altro, occuparono il suo tempo. Ma il sesto giorno,
quando il cocchiere ritornò senza di lui, ella sentì che non aveva più la forza di soffocare in
nessun modo il pensiero di lui e di quel ch’egli faceva là. In quello stesso tempo la figlia si
ammalò. Anna prese a curarla, ma anche questo non la distrasse, tanto più che la malattia
non era grave. Per quanto si sforzasse, ella non amava quella bambina, e finger l’amore
non poteva. Verso la sera di quel giorno, rimasta sola, Anna sentì un tal terrore per
l’assenza di lui, che stava per decidersi ad andare in città. Ma, dopo aver esitato non poco,
scrisse quella lettera contradditoria che aveva ricevuto Vrònskij , e, senza rileggerla, la
mandò con un espresso. La mattina dopo ricevette la lettera di lui e si pentì della sua. Ella
era seduta in salotto, sotto la lampada, con un nuovo libro del Taine, e leggeva, prestando
ascolto al sibilare del vento fuori, e aspettando da un momento all’altro l’arrivo della
carrozza. Parecchie volte le era sembrato di udire il rumore delle ruote, ma sbagliava;
finalmente si udì non soltanto il rumore delle ruote, ma anche il gridio del cocchiere e un
suono sordo nell’ingresso coperto. Perfino la principessa Varvàra, che faceva un solitario,
lo confermò, e Anna si alzò, infiammandosi, ma, invece di scendere, come era già scesa
per due volte prima, si fermò. A un tratto le era venuta vergogna per il suo inganno. Il
sentimento d’offesa era già passato; ella aveva soltanto paura dell’espressione dello
scontento di lui. Rammentò che la figlia era già il secondo giorno che stava perfettamente
bene. Le venne perfino stizza contro di lei, perché s’era rimessa proprio nel tempo in cui
era stata mandata la lettera. Poi corse col pensiero a lui, che era là, tutto, con le sue mani,
i suoi occhi. Udì la sua voce. E, dimenticando tutto gli corse incontro.
-Ebbene, come va Anny?- Diss’egli timidamente da sotto, guardando Anna che
accorreva.
Egli era seduto su una sedia, e un lacchè gli stava cavando uno stivale.
-Non c’è male, sta meglio.-E tu?- Diss’egli scotendosi.
Ella lo prese con tutt’e due le mani per una mano, e lo trasse verso di sé, senza levargli gli
occhi di dosso.
Tutto questo piaceva a lui, ma quante volte ormai gli era piaciuto! E quell’espressione
severamente impietrita di cui ella aveva così paura gli si fissò sul volto.
-Ne son molto contento. E tu stai bene?- Diss’egli dopo essersi asciugato col fazzoletto la
barba bagnata e baciandole la mano.
Tanto peggio! Ella pensava: basta ch’egli sia qui, e quando è qui, non può, non oserà non
amarmi.
La serata passò felicemente e allegramente in presenza della principessa Varvàra, che si
lamentava con Vrònskij che Anna in sua assenza prendesse la morfina.
-Che potevo farci? Non potevo dormire…i pensieri me lo impedivano. Quando c’è lui non
la prendo mai. Quasi mai.Egli raccontò delle elezioni, e Anna sapeva con le domande eccitarlo a parlare proprio di
quello che lo allietava: del suo successo. Ella gli raccontò tutto quello che lo interessava a
2
casa. E tutte le informazioni di lei eran le più allegre. Ma la sera tardi, quand’essi rimasero
soli, Anna, vedendo ch’era di nuovo pienamente padrona di lui, volle cancellare quella
penosa impressione dello sguardo per la lettera. Disse:
-E, confessa, ti sei stizzito a ricevere la lettera e non m’hai creduto?Appena l’ebbe detto, capì che, per quanto amorosamente egli fosse disposto verso di lei,
quello non gliel’aveva perdonato.
-Si- diss’egli. -La lettera era così strana: ora Anny era malata, ora tu stessa volevi venire.-Tutto questo era vero. -Ma io non ne dubito neppure-No, ne dubiti. Sei malcontento, lo vedo.-Neppure un momento. Soltanto son malcontento, e vero, che tu abbia l’aria di non voler
ammettere che ci sono degli obblighi…-Gli obblighi di andare al concerto?-Non parliamone più-, egli disse.
-E perché non parlarne-, diss’ella.
-Io voglio dire soltanto che possono capitare dei doveri imperiosi. Ecco, adesso dovrò
andare a Mosca per l’affare della casa…ah, Anna, perché sei diventata così irritabile? Non
sai forse ch’io non posso vivere senza di te?-Ma se è così-, disse Anna, mutatasi a un tratto nella voce, -Allora tu senti il peso di
questa vita…si, vieni oggi per ripartir domani, proprio come agiscono…-Anna, questo è crudele. Io son pronto a dar tutta la vita…- Ma ella non l’ascoltava.
-Se tu andrai a Mosca, ci verrò anch’io. Non rimarrò qui. O ci dobbiamo separare, o vivere
insieme.-Lo sai pure che è l’unico mio desiderio. Ma per questo…-Ci vuole il divorzio? Gli scriverò. Vedo che non posso vivere così…ma verrò con te a
Mosca.-E’ come se tu mi minacciassi. Ma nulla io desidero tanto come non separarmi da te-,
disse Vrònskij sorridendo.
Ma non soltanto lo sguardo freddo, bensì quello cattivo dell’uomo perseguitato e accanito
brillò nei suoi occhi, mentr’egli diceva queste parole tenere.
Ella aveva visto questo sguardo e ne aveva indovinato con giustezza il significato.
Se è così, è una disgrazia! Diceva questo sguardo di lui. Fu l’impressione di un minuto, ma
ella non la dimenticò mai più. (…)
________________________________________________________________________
Ugo Magnanti
Italia
Tratto da Rapido Blé
10
dal fondo
attendo
un'onesta luce
un dolore che affermo
su un vuoto di passioni
e di cadute
la crisi di una fronte scossa
che mai più illumini un ricordo
3
il pianto
il bandolo
la scoria
il nome
ma non la cosa
che mi infiamma
sul ciglio della fine
11
dall'ombra
il disco solare scintilla
la sua fine
la sua violenta frode
già matura
un'idea bella
mi illude
di scatto
custodisco
(mentre ignoro
questo colpo)
quella voglia
_______________________________________________________________________________________
Jorge Meretta
Uruguay
Il fuoco non è la fiamma
Il fuoco non è la fiamma
E’ nella fiamma
Corpo presente del gioco più alto
Che ghiaccia le stelle
E fa Dio più vuoto
El fuego no es la llama
Està en la llama
Cuerpo presente del fuego màs alto
Que hiela las estrellas
Y hace a Dios màs vacìo
_______________________________________________________________________________________
4
Massimiliano Magnano
Italia
Afasia
Ignare per sé
estinguendosi potrebbero
queste effimere creature
che armano affetti
che nominano furie e sfinimenti
erompere
astri velati dal tempo anni luce
remoti
potrebbero non essere.
Memorie di Vita
alla memoria di Gabriella
Sei l’esile volto
straziante e composto
che scarno di dolore
adagiato non celi
memorie di vita.
________________________________________________________________________________
Walt Whitman
EEUU
Tratto da Foglie d’Erba
Se voi non dite nulla, come posso io dire qualcosa?
Dal torbido stagno della foresta autunnale,
dalla luna che scende il pendio del sospiroso
crepuscolo,
spargetevi scintille del giorno e del crepuscolo
spargetevi sui neri fusti che marciscono nel fango,
sul lamentoso farfugliare dei rami secchi.
Io m’innalzo dalla luna; m’innalzo dalla notte,
m’avvedo che la luce spettrale è riflesso dei raggi del sole meridiano,
e sbocco nel fisso e nel centrale dalla progenie del piccolo o del grande.
5
Giuseppe Spezzano
Italia
Oppressione
Sotto l'inquieto gravame
della grigia postura celeste,
ogni cosa resta abulica
e, senza scampo, il capo viene oppresso,
come un rifulgente universo
rinchiuso in una biglia di vetro.
________________________________________________________________________
Peter Irwin Russell
Inghilterra
Mousai
Il corpo bianco della mia Diletta
E’ una pietra sulla quale sono iscritti
Tutti i ditirambi i salmi e le epopee
Formati dalle sacre ed alate parole
Sia alla sacra Sion che ad Elicona
Ispirate. E’ marmo duraturo
Scolpito nel mio cuore ed ordina
Come le api per raccogliere dove vorrà
I miei erranti sensi che visitano i fiori
E tutte le lucenti fonti del Divino
Nettare che cade sotto le stelle
Tutti i fiori sono sacri ed io cerco
La rugiada ovunq ue
Si delizia la Musa
Sapendo che la Forma Divina
E’ indistruttibile anche quando la Morte
Disperde i suoi petali avvizziti sul pendio
E la terra nera assorbe i propri
Brilla marmo bianco nel mio cuore
Mentre si decompongono velocemente le cellule viventi
Né Lete né Stige né Acheronte
Né il Focoso Fiume nelle bocche dei mortali
Scioglieranno mai il candido gelo infuocato
Delle lacrime mie e della mia Diletta
O il violaceo canto delle nostre bocche tinte di vino
Sempre danzano le Muse e l’aria
Che ognuna di loro respira è sé stessa
La breve Memoria resa divina ed immortale
Sul marmo scrivono nei nostri cuori per sempre
Sebbene noi dormiamo per sempre muti sotto al marmo.
Berlino, 1964
________________________________________________________________________________
6
ATTILIO BERTOLUCCI
Italia (1911-2000)
GLI ANNI
Le mattine dei nostri anni perduti,
i tavolini nell'ombra soleggiata dell'autunno,
i compagni che andavano e tornavano, i compagni
che non tornarono più, ho pensato ad essi lietamente.
Perchè questo giorno di settembre splende
così incantevole nelle vetrine in ore
simili a quelle d'allora, quelle d'allora
scorrono ormai in un pacifico tempo,
la folla è uguale sui marciapiedi dorati,
solo il grigio e il lilla
si mutano in verde e rosso per la moda,
il passo è quello lento e gaio della provincia.
(Da La capanna indiana, Garzanti, Milano, 1973.)
Paola Mara De Maestri
Italia
Le bugie
Dal profondo
s’inerpicano
sulle pareti
di acerbe
coscienze.
Dietro le balaustre
si contano,
lentiggini che
nascono
camminano
esplodono.
______________________________________________________________________________
Carlos Carbone
Argentina
LA PARETE
Alcuni giorni
mi trovo in mezo a tutto.
Altri giorni
vivo gli angoli
e sono puro pensiero.
La parete
mi presta il suo colore
e ho paura
7
che in qualunque momento
qualcuno
mi appenda un quadro
in fronte.
________________________________________________________________________________
Augusto dos Anjos
Portogallo
Psicologia di un vinto
Io, figlio del carbonio e dell’ammonio,
mostro di oscurità e di rutilanza,
soffro, fin dall’epigenesi d’infanzia,
l’ostile influsso dei segni zodiacali.
Profondissimamente ipocondriaco,
quest’ambiente mi dà ripugnanza…
sale nella bocca un’ansia come quella
sfuggita dalle labbra di un cardiopatico
Di già il verme – quest’operaio di rovine –
che il marcio sangue di carneficine
mangia, e alla vita è solito far guerra,
va! Spia i miei occhi per roderli,
e da lasciarmi ha appena i capelli,
nell’inorganico distacco nella terra!
Traduzioni di Enrico Pietrangeli – diritti depositati – 2004
________________________________________________________________________________________________________________________
Alala
El Taller Del Poeta
La nuova silloge
poetica
di Gabriel Impaglione
Pubblica
opere di autori italiani.
www.eltallerdelpoeta.com
Visita l’Official Web Site.
Per i tipi di
______________________________________________________________________________________
8
Gabriel Impaglione
Argentina
Tratto da Alala: La notte soffia la sua urgenza ad ondate
La notte soffia la sua urgenza ad ondate
E ti amo.
Da questa finestra
Sulla montagna
La città pare un pezzo di via lattea.
Nel mulinello delle ore
L’antica barca raccoglie le sue vele
E approda
Misteriosa
Nell’angolo della mezzanotte.
________________________________________________________________________________
Simone Olla
Italia
Verso casa
Il freddo crolla,
Lasciando gelido il mio sangue
Vedo il fondo di una macchina
Nel muretto domani sarà la sua vernice
Forse il ricordo di fiori freschi
Sono i nuovi cimiteri queste strade di frontiera
La velocità si mangia cordoli di cemento
Sirene come eterno riposo
Curiosi in preghiera raccolti in cerchio
Siete ancora per terra, non volate d’improvviso…
Via Leonardo da Vinci ha visto anche questo
Verso casa mi stringo
Al chiaro viso di una fredda luna piena
________________________________________________________________________________
Ishikawa Takuboku
Giappone (1885-1912)
Calato il sole
Calato il sole
Si spargono le nubi,
la luna appare –
Come mi riconosco nel cielo della sera
Voglio tornare
All’antica dolcezza
9
Di piangere solo –
Così le dissi
Per non separarci.
Quando giunge il mattino
E si fa chiaro il mondo
Forse ti sembra strano?
E tu non dubitare
Di questo amore vero.
Nel mio passato ero così. Adesso
Così rimango.
Anche il domani, forse
Mi recherà tristezza.
Strette nella roccia ho chiuso le parole
Quanto trattiene
In petto questo cuore
Non lo saprà nessuno.
La poesia di Ishikawa va di pari passo con la vita stessa;assume la connotazione del diario. Il linguaggio è quello del
quotidiano: parole vestite di povertà. Morì a ventisette anni, dopo una vita consumata a resistere alla miseria e la
malattia. Dopo alcuni anni d’insegnamento in una scuola elementare, aveva trovato lavoro in campo giornalistico. Erano
venuti poi gli anni duri di studio appassionato della letteratura e i contatti con Tekkan, con Yosano Akiko e il gruppo dei
poeti riformatori che faceva riferimento alla rivista “Myojo” (Stella del Mattino) di Tokyo.
Due anni prima di morire scrisse: Nego che ci siano in un poeta delle qualità particolari. Non nego agli altri di
chiamare poeta qualcuno che scrive poesie; ma lui, di se stesso, non deve pensarlo. Forse per me è
sconveniente dirlo, ma quel genere di pensieri può guastare la poesia (…) le qualità di un poeta sono tre:
dev’essere una persona umana, deve essere una persona umana, deve essere una persona umana.
Cecilia Piras
Sardegna, Italia
Blue tongue e dintorni
Non abbiate fretta di chiamarci
Sardi latitanti, sardi banditi…
Dietro le grate del perbenismo,
in una terra avara di pioggia
i nostri pastori assistono impotenti
allo sfacelo delle loro sostanze.
Ora è blue tongue.
Altro emblema dell’abbandono.Roma
È lontana.
La disperazione ribattezza fango, e ladri.
E gli integralisti della burocrazia assassina
Veri boia, aguzzini da progresso
Che mandano al rogo
Quei brividi d’Europa.
10
Claudio Moica
Italia
Riflessione
Non aver paura di tacere
quando tutto
d’intorno
urla,
nella casa del saggio
vive
il silenzio.
URLO
Ho visto
offuscarsi
la realtà di vita.
Sfuggenti
le promesse di lealtà al sole
che tramontava
tra le montagne del peccato.
Se tu mi amerai
la luna
frenerà la sua orbita di circostanza,
solo se tu mi amerai
la primavera
non sarà dolorante
di parto prematuro.
Amami
di quell’amore
che trattiene il succo della passione
tra gli acini della speranza;
amami
con quell’amore
che respinge l’acqua reflussa
del sonno eterno;
amami
perché non ci siano più
parole mai dette
e
lacrime spezzate,
abissi senza luce
e
cieli abitati solo dalla notte.
Ti urlo
amami
tra le vallate della solitudine
perché
11
ci sia un eco di ritorno.
Amami
e fa che sia
amore dell’Anima.
________________________________________________________________________
Sashinka Gourguinpour
Italia
Friday bloody Friday
Spengo la luce,
Quell sole accecante
Ritorna violento.
Chiudo la porta,
l’elicottero non smette di azzittirmi.
Genova che sai di sangue,
le urla, i pianti,
le unioni disperate.
Faccio crollare le tapparelle,
le mani mi rimangono alzate.
Genova che sai di morte,
è il gelo ovunque
nel caldo dell’estate.
Piombo nemico dietro
La barricata, uomini con
Le bave, pistole contro
Sassate
Vigliacchi di regime in divisa,
camuffati da ribelli.
Ferocia in bella vista,
non fiori, ma
manganelli.
Un recinto per bestie rare,
affamate e pronte a
tutto,
violento il loro credo
che si rafforza in lutto.
Tolgo la musica,
le sirene mi disfano
i sensi. Odori di sparo
al vento, per fermare il malcontento.
Dopo il danno anche la beffa, dopo la fame
I loro sorrisi,
dopo la miseria
i loro buoni visi,
dopo i genocidi
il cattivo gioco.
12
Bugie di carta o
Tubi catodici impazziti.
Menzogne, zizzania e calunnie
Per rimediare ai miti.
Genova in silenzio,
non è più bello il mare,
le mani che hanno
ucciso non posso
dimenticare.
Po Chu- I
Cina, (772-846)
L’Erba
L’erba se ne sta appartata, lì, sull’altipiano;
e poi cresce, e poi muore, ogni anno.
Neanche il fuoco selvaggio la estingue;
brezza di primavera, soffiando, la rianima.
La fragranza si diffonde lontano,
invadendo l’antico sentiero,
lì, nel limpido cielo,
il suo verde colore smeraldo
si congiunge alle mura in rovina.
Io, frattanto, riprendo commiato
Dal mio nobile amico in partenza;
provo pure una forte emozione,
che già cresce nel cuore, come l’erba.
Poesia cantata sulla donna dell’harem
Con il suo fazzoletto inzuppato di lacrime
Lei è incapace di prendere sonno;
notte fonda,e, davanti al palazzo
interdetto hanno già canti e suoni.
Sul suo viso il colore del rosa
Dura ancora, al contrario
Degli antichi favori del re.
Ed intanto lei prova ad appoggiarsi
Alle sbarre di una gabbia dorata
Tra i profumi, seduta,
in attesa dei chiarori dell’alba.
________________________________________________________________________________
13
Franca Alaimo
Italia
Dal fioraio
Meglio per me sarebbe stato
In cantilena lenta a tre respiri:
uno per cullare la voce addolorata,
un altro per stormire nostalgia
e l’ultimo più greve per se stesso
e tutto ciò che poi morire deve.
E le tre rose poggiate sopra il marmo
Sono candida cera, pallida carne
Come tre bimbe abbandonate al gelo.
Libertà
Ancora mi porti
Il cuore tuo spezzato
Che vorrebbe due ali possedere.
Ma c’è la legge, il dolore
E la preziosa gemma dell’infelicità.
Come essere insieme gazza e passerotto
E cantare la lingua dei boschi,
serena misura di libertà
mai sazia?
Giuseppe Risica
Italia
Attesa
Ogni cosa rimaneva ad aspettare:
mare, foglie, respiri. Il sudore
era la notte coi suoi teli rattoppati,
assetata di nicotina e rose secche.
Le mie fughe soltanto diventavano
Frequenti ma distrutte ricadevano
Sulla soglia, senza fare rumore.
Jorge Luis Borges
Argentina
La luna
C'è tanta solitudine in quell'oro.
La luna delle notti non è la luna
che vide il primo Adamo. I lunghi secoli
della veglia umana l'hanno colmata
di antico pianto. Guardala. E' il tuo specchio.
14
Carlos Drummond de Andrade
Brasil
Poema a sette facce
Quando nacqui, un angelo storto
di quelli che vivono nell'ombra,
disse: vai, Carlos! a essere gauche nella vita.
Le case spiano gli uomini
che corrono dietro alle donne.
Il pomeriggio sarebbe azzurro, magari,
se non ci fossero tante voglie.
Il tram passa pieno di gambe:
gambe bianche nere gialle.
Perché mai tante gambe, mio Dio, chiede il mio cuore.
Però i miei occhi
non domandano nulla.
L'uomo dietro ai baffi
è serio, semplice e forte.
Quasi non parla neppure.
Ha pochi, rari amici
l'uomo dietro agli occhiali e dietro ai baffi.
Mio Dio, perché mi hai abbandonato
se sapevi che io non ero Dio
se sapevi che ero così debole.
Mondo mondo vasto mondo,
se mi chiamassi Raimondo
sarebbe una rima, non una soluzione.
Mondo mondo vasto mondo
piú vasto è questo mio cuore.
Non te lo dovrei confessare
ma questa luna
ma questo cognac
danno una maledetta commozione.
Ch’u Yuan
Cina, ( 343 a.C.)
Tratto da Li Sao, incontro al dolore
Il re crudele salò la carne umana
Il regno di Yin non durò a lungo.
T’ang e Yu furono austeri e probi
Inseguono i Chou la via senza errori
Innalzarono i saggi ed i capaci
Senza mai allontanarsi dalla legge
L’augusto cielo non ha preferenza
Saggi e virtuosi sceglie per ministri
Santi e sapienti conducono al bene
Se di loro è il regno della terra.
15
Pier Paolo Pasolini
Italia
Lettere luterane (pubblicazione postuma)
da Fulvio Panzeri, Guida alla lettura di Pasolini,
Il volume postumo Lettere luterane si presenta come la parte finale e conclusiva degli
Scritti corsari: raccoglie infatti gli articoli che vanno dal marzo 1975 all'ottobre dello stesso
anno. Il titolo della raccolta è stato scelto dall'editore.
La prima parte del volume è composta da un "trattatello pedagogico" destinato a
Gennariello, un immaginario ragazzo napoletano, scelto "perché in questo decennio i
napoletani non sono molto cambiati: sono rimasti gli stessi napoletani di tutta la storia". Nel
"trattatello" Pasolini analizza le "fonti educative" del ragazzo e ne mette in rilievo gli errori
e gli orrori, le armonie e le disarmonie, passando in rassegna il linguaggio pedagogico
delle cose, i compagni ("che sono i veri educatori"), i genitori ("gli educatori ufficiali"), la
scuola ("insieme organizzativo e culturale della diseducazione"), la stampa e la televisione
("spaventosi organi pedagogici privi di qualsiasi alternativa"). Il "trattatello" è incompleto:
gli argomenti di cui Pasolini si sarebbe occupato nel seguito sono il sesso, la religione e la
politica.
La seconda parte del volume, invece, è la vera e propria continuazione della raccolta degli
Scritti corsari. Il più celebre di questi scritti è indubbiamente quello incentrato sulla
metafora del Palazzo, con la distinzione tra "dentro" e "fuori" e quindi tra "potere (dentro)"
e "Paese (fuori)". Scrive in proposito Pasolini: "Fuori dal Palazzo, un Paese di cinquanta
milioni di abitanti sta subendo la più profonda mutazione culturale della sua storia
(coincidendo con la sua prima vera unificazione: mutazione che per ora lo degrada e lo
deturpa". Tra le due realtà, la separazione è netta, e al suo interno agisce il "Nuovo
Potere", che, con la sua "funzione edonistica" riesce "a compiere "anticipatamente" i suoi
genocidi". Su questa linea, in un altro articolo lo scrittore ipotizza, con un'altra immagine
metaforica, il Processo ai potenti democristiani.
Le provocazioni pasoliniane continuano con due proposte che gli sono suggerite dalla
contestazione "della perdita da parte dei giovani del popolo dei propri valori morali, cioè
della propria cultura particolaristica, coi suoi schemi di comportamento".
Pasolini chiede infatti l'abolizione della scuola media dell'obbligo e della televisione, e
giustifica le sue richieste così: "La scuola e il video sono autoritari perché statali, e lo Stato
è la nuova produzione (produzione di umanità). Se dunque i progressisti hanno veramente
a cuore la condizione antropologica di un popolo, si uniscano intrepidamente a pretendere
l'immediata cessazione delle lezioni alla scuola d'obbligo e delle trasmissioni televisive".
Poi, in un successivo articolo lo scrittore chiarisce che la sua proposta prevede
"un'abolizione provvisoria, in attesa di tempi migliori: e cioè di un altro sviluppo" e
suggerisce quello che a suo giudizio si potrebbe fare per migliorare tali istituzioni.
Il discorso svolto da Pasolini nei suoi ultimi articoli risulta ancor più coinvolgente del solito
punto di vista della scommessa polemica. Il centro su cui esso si fonda è rappresentato
dalla delineazione dei caratteri di quello che lo scrittore chiama "genocidio": un fenomeno
che, all'interno della società italiana, ha prodotto solo coscienze caratterizzate da
"un'atroce infelicità o da un'aggressività criminale".Del resto, quella che dapprima era solo
una constatazione dello scrittore o una sua supposizione, ora, come dimostrano gli episodi
di cronaca nera, è diventata una tragica e dolente conferma. Comunque, Pasolini, nelle
Lettere luterane, non assume il tono di "colui che grida nel deserto", ma si presenta con
l'ansia e l'ossessione di chi vuole persuadere di una amara "verita'", delineata in frammenti
16
di realtà storiche concomitanti e causali della stessa "verità" messa a nudo.
Gli assunti espressivi di questi ultimi scritti pasoliniani, tra l'altro, sembrano denotare lo
sfinimento dell'inte llettuale che deve continuamente, quasi nevroticamente, insistere sulle
stesse argomentazioni per rendere più evidente il male oscuro che si espande dal
consumismo ormai eletto a nuovo e unico valore. Le Lettere luterane sono così il gesto di
rivolta di un uomo che si sente estraneo dal mondo in cui vive, ma per questo non smette
di guardarlo e di osservarlo, al fine di carpirne i dolenti segreti. Di fatto, nei Giovani infelici,
che introduce la raccolta, scrive:
Per me la vita si può manifestare egregiamente nel coraggio di svelare ai nuovi figli ciò
che io veramente sento verso di loro. La vita consiste prima di tutto nell'imperterrito
esercizio della ragione: non certo nei partiti presi, e tanto meno nel partito preso della vita,
che è puro qualunquismo. Meglio essere nemici del popolo che nemici della realtà.
Simone Olla
Italia
…sul tempo
Come posso fermarti,
impetuoso ciclo d’onde regolate
trattenere almeno un suono primitivo
mia piccola luce di un’onda recente
I segni di macchine su nuove strade fumanti
li senti che battono: via veloce, tutto gira
Vecchie alte pietre
accarezzate dal vento che ruba la polvere
hanno visto la terra di Primavera
e forti respiri e rispetto per lei
La Terra dell’Uomo
Amigos Lectores o Poetas…
Tu proximo libro esta en...
www.eltallerdelpoeta.com
Jacques Prévert
Francia
La disperazione è seduta
su una panchina
In un giardinetto su una panchina
C'è un tale che vi chiama se passate
Ha un paio d'occhialini un vecchio abito grigio
Fuma un piccolo sigaro è seduto
E vi chiama se passate
O più timidamente vi fa un cenno
Non bisogna guardarlo
Non bisogna ascoltarlo
Ma tirar dritto
17
Fingere di non vederlo
Fingere di non averlo neppure sentito
Passare via frettolosi
Perchè se lo guardate
O se gli date retta
Vi fa un suo cenno e niente nessuno
Vi può impedire di sedergli accanto
Allora vi guarda in faccia vi sorride
Facendovi soffrire atrocemente
E lui continua il suo sorriso
E voi stessi sorridete esattamente
Di quel sorriso
Più sorridete e più soffrite
Atrocemente
E più soffrite più sorridete
Irrimediabilmente
Restando fissi là
Come congelati
Sorridendo sulla panchina
Bambini giocano a due passi da voi
Passanti passano
Tranquillamente
Uccelli volano
Volano via da un albero
Si posano su un altro
E voi restate là
Sulla panchina
E già sapete bene
Che non potrete più
Giocare come quei bambini
Sapete che non potrete più
Passare come quei passanti
Tranquillamente
Né che mai più potrete volar via
Lasciando un albero per l'altro
Come quegli uccelli.
Dario Bellezza
Italia
Bruciavi d'amore e voluttà
sul tram, nei calzoni scoloriti
dell'estate.
Sull'erba matta dei giardini
di notte i nostri abbracci.
Noi,
le generazioni sterili per la morte.
Invettive e licenze - 1971
18
Alda Merini
Italia
I POETI LAVORANO DI NOTTE
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Isola Nera / Casa di Poesia e Lettere.
Per l’invio di materiale letterario:
“Isola Nera”, via P.Togliatti 38 – 08100 Nuoro - ITALIA
Casa di poesia e letteratura. La prima in Sardegna; in Italia, aperta alla creazione letteraria degli
autori italiani e di autori in lingua italiana…il progetto Isola Nera riguarda la prossima pubblicazione
in formato cartaceo. Isola Nera merita degli sponsors in grado di valorizzare l’iniziativa e dalla quale
vengano valorizzati. Si accettano e vagliano proposte.
Aviso para ama ntes de la poesía
Ponemos a vuestra disposición
Isla Negra
revista en español de poesia y narrativa breve
Más de mil suscriptores acompañan nuestra tarea de difusión literaria
Amigos, escritores, docentes, estais invitados
Escribid a [email protected]
Su distribucion es gratuita.
19