Guida al fuoco SCARICA
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Guida alla protezione passiva dal fuoco Le soluzioni Gyproc Saint-Gobain ED. FEBBRAIO 2012 Guida alla protezione passiva dal fuoco Le soluzioni Gyproc Saint-Gobain Nell’ambito edile, la protezione dal fuoco ha acquisito, nel corso del tempo, un’importanza sempre maggiore per la salvaguardia delle persone e delle cose. Per i produttori di materiali è quindi fondamentale diffondere i propri prodotti con una documentazione tecnica che, oltre a fornire i dati necessari sui materiali, costituisca una guida per gli utilizzatori. Questa pubblicazione è stata concepita per essere una guida di facile e chiara consultazione, che permetta ai vari operatori del settore di conoscere le possibilità d’impiego delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain nello specifico settore della protezione passiva dal fuoco. La prima parte della guida illustra i concetti fondamentali della prevenzione incendi e dei principali riferimenti normativi nazionali. La seconda parte è dedicata all’illustrazione dei prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain e alla descrizione delle loro caratteristiche principali. La terza parte descrive le soluzioni offerte da Gyproc Saint-Gobain sia nell’ambito delle compartimentazioni verticali e orizzontali, sia in quello della protezione delle strutture portanti. Questa nuova edizione è stata aggiornata inserendo le più recenti disposizioni legislative che recepiscono ed attuano i metodi comunitari di prova e classificazione e vuole essere uno strumento d’orientamento per gli utilizzatori, in questo periodo di transizione in cui coesistono, complicando lo scenario, le vecchie e le nuove disposizioni legislative. Mario Grossi Technical Service Manager Guida alla protezione passiva dal fuoco Sommario Prima parte 1. Prevenzione incendi 2 Definizioni e metodi 2. Incendio e combustione 3 3. Curve di sviluppo di incendio 5 4. Reazione al fuoco 6 - Metodi di determinazione delle classi di reazione al fuoco Prescrizioni legislative 7 5. Densità ottica dei fumi e tossicità dei gas 11 6. Resistenza al fuoco - approccio prescrittivo: DM 16/02/2007 12 - Metodi di determinazione delle classi di resistenza al fuoco 14 - Elementi in acciaio (EN 1993-1-2 e UNI 9503) 17 - Elementi in calcestruzzo armato (EN 1992-1-2 e UNI 9502) 31 - Elementi costruttivi in legno (EN 1995-1-2 e UNI 9504) 41 7. Resistenza al fuoco - approccio prescrittivo: DM 09/03/2007 45 8. Resistenza al fuoco - approccio prestazionale: DM 09/05/2007 48 9. Riferimenti normativi 49 10. Direttiva europea 89/106/CEE sui prodotti da costruzione: la marcatura CE 50 11. Il Certificato di prevenzione Incendi (CPI) 53 12. Professionisti autorizzati: DM 25/03/1985 56 Glossario 57 Bibliografia 57 Seconda parte 1. Comportamento al fuoco del gesso Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain 2. I prodotti Gyproc Saint-Gobain 59 60 - Lastre di gesso 61 - Pannelli per controsoffitti 62 - Intonaci 63 3. Reazione al fuoco dei prodotti Gyproc Saint-Gobain - Quadri sinottici della reazione al fuoco 64 64 4. Fumi e gas: caratteristiche dei prodotti Gyproc Saint-Gobain 66 Terza parte 1. Elementi portanti 70 Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 2. Strutture metalliche 70 3. Strutture in cemento armato 80 4. Strutture miste: calcestruzzo e lastre profilate di acciaio 90 5. Strutture in legno 93 6. Compartimentazioni 95 Allegati 7. Controsoffitti 109 8. Protezioni di impianti e attraversamenti 116 9. Porte tagliafuoco 120 1. DM 16/02/2007 124 2. DM 09/03/2007 145 3. Lettera-Circolare Ministero dell’Interno del 15/02/2008 154 4. Lettera-Circolare Ministero dell’Interno del 16/01/2004 156 5. Estratto da DM 20/10/2007 158 6. Lettera-Circolare Ministero dell’Interno del DM 24/10/2008 161 7. Lettera-Circolare Ministero dell’Interno del 24/04/2008 163 8. Estratto da Lettera-Circolare Ministero dell'Interno del 31/03/2010 167 9. Lettera-Circolare 04/04/2011 170 Prima parte Definizioni e metodi Definizioni e metodi Prima parte 1 Prevenzione incendi Con l’espressione “Prevenzione incendi” si intende in genere definire tutti quegli accorgimenti messi in atto per ridurre l’eventualità di innesco di un incendio, e comunque per minimizzarne gli effetti, una volta che esso abbia avuto inizio; come appare evidente, tale definizione è estremamente generale e prescinde dal tipo di attività che si vuole considerare: un edificio (ad uso pubblico o privato), un’industria, una galleria (stradale o ferroviaria), un deposito di materiali, un impianto di estrazione di idrocarburi, etc.. Le azioni che intervengono nel diminuire la probabilità di innesco si definiscono come azioni di prevenzione, quelle invece che intervengono per diminuire il danno sono le azioni di protezione. Le misure di protezione da adottare sono di tipo attivo e di tipo passivo. Per Protezione Attiva si intendono tutti quei dispositivi che, in caso di incendio, svolgono un ruolo attivo nell’estinzione dello stesso: in pratica si tratta quindi di estintori, idranti, sprinkler, evacuatori di fumo e calore, rilevatori etc.. Per Protezione Passiva si intendono tutte le misure che, in caso di incendio, fanno in modo che esso abbia difficoltà a propagarsi: quindi si tratta dell’utilizzo di prodotti incombustibili o poco combustibili, di materiali posti a protezione di elementi strutturali, di compartimentazioni resistenti al fuoco etc.. In questa guida ci si occuperà di edilizia, essendo questo il settore principale in cui opera il gruppo Gyproc Saint-Gobain, e nello specifico della protezione passiva all’incendio. È importante ricordare un aspetto fondamentale: tutto ciò che riguarda le prescrizioni obbligatorie in tema di prevenzione incendi è di competenza del Ministero dell’Interno, attraverso il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (negli altri paesi europei la situazione è analoga). 2 Prima parte Definizioni e metodi Incendio e combustione Quello che generalmente chiamiamo incendio è in realtà un processo di reazione chimica detto combustione, nel quale sono sempre presenti due elementi, il combustibile (il materiale che può bruciare) ed il comburente (l’ossigeno presente nell’aria), i quali, in presenza di una fonte di innesco (fiamma, scintilla, surriscaldamento), danno luogo ad una ricombinazione chimica con la contemporanea emissione di calore e vari gas: questo processo ha la possibilità di autoalimentarsi finché sono presenti, in proporzioni adeguate, il combustibile ed il comburente; venendo meno uno dei due, il processo si estingue. In funzione della qualità e della quantità di combustibile presente, e della quantità di ossigeno disponibile, si avranno rischi di incendio molto differenziati: un magazzino di sacchi di gesso ed un deposito di benzina presentano ovviamente rischi molto differenti, sia per l’innesco di un incendio, sia per il suo eventuale sviluppo. A - B: fase di innesco e prima propagazione B - C: flash-over/incendio generalizzato, rapido ed incontrollato sviluppo di calore e fiamme Nel corso del suo andamento un incendio può raggiungere o meno il cosiddetto “flash-over”, cioè quella fase oltre la quale si ha uno sviluppo generalizzato ed incontrollato dell’incendio, in pratica brucia tutto ciò che è combustibile; dopo questa fase vi è l’incendio vero e proprio, e successivamente si raggiunge la fase finale, nella quale si ha la progressiva estinzione del fuoco. Appare quindi evidente l’importanza di intervenire prima che il flash-over sia raggiunto, sia per lo spegnimento dell’incendio, sia per i danni conseguenti. Di seguito è riportato un diagramma schematico che illustra le principali fasi di un incendio generico: TEMPERATURA 2 D C C - D: incendio vero e proprio D - E: fase terminale con progressiva estinzione B E A Prima propagazione Flash over Incendio vero e proprio Estinzione TEMPO 3 Prima parte Definizioni e metodi Introduciamo, ora, le definizioni di Reazione al Fuoco e di Resistenza al Fuoco. Saranno ampiamente sviluppate nei capitoli successivi; ora servono per orientarci nelle varie fasi dell’incendio e per comprendere in che modo agiscono e quando sono richieste le loro prestazioni. fino al momento di inizio dell’incendio generalizzato o flashover, come evidenziato in figura 1. La RESISTENZA AL FUOCO rappresenta “l’ attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare, quando sottoposto ad un programma termico prestabilito e per un determinato tempo, la stabilità strutturale, la tenuta al passaggio di fiamme e/o gas caldi e l’isolamento termico”. Nella curva di sviluppo dell’incendio, la resistenza al fuoco agisce da quando l’incendio è completamente sviluppato, come evidenziato in figura 2. La REAZIONE AL FUOCO rappresenta il “Grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco a cui è sottoposto”, è dunque una caratteristica dei materiali. Nella curva di sviluppo dell’incendio, la reazione al fuoco agisce Figura 1 temperatura flash-over Reazione al fuoco tempo inizio espansione incendio generalizzato estinzione Figura 2 temperatura flash-over Resistenza al fuoco tempo inizio 4 espansione incendio generalizzato estinzione Fase Descrizione Fattori di influenza Fattori di contrasto Innesco Riscaldamento del materiale combustibile Propagazione della fiamma Tipologia degli ambienti Ventilazione Distribuzione del combustibile Attività di prevenzione Misure Attive: Rivelatori di fumo Misure Passive: materiali classificati per la reazione al fuoco Propagazione Combustione controllata del combustibile Produzione di gas tossici e corrosivi Riduzione della visibilità Aumento rapido delle temperature Azione primaria di spegnimento con presidi antincendio ed esodo Misure Attive: rivelatori di fumo e calore, impianti sprinkler, intervento dei Vigili del Fuoco, sistemi di controllo di fumo e calore Misure Passive: materiali classificati per la reazione al fuoco Pieno sviluppo Combustione controllata dalla ventilazione Repentino aumento della temperatura Autoaccensione dei materiali vicini all’innesco I materiali più lontani raggiungono la temperatura di innesco Misure Attive: intervento dei Vigili del Fuoco Misure Passive: strutture resistenti al fuoco, compartimentazione Estinzione Combustione controllata dal combustibile Misure Attive: intervento dei Vigili del Fuoco Prima parte Definizioni e metodi Curve di sviluppo di incendio Come in molte attività oggetto di speculazione da parte dell’uomo, anche la prevenzione incendi è al centro di numerosi studi che riguardano le varie discipline interessate: chimica, fisica, ingegneria strutturale, analisi statistica, psicologia, sociologia; ognuna di esse dà il proprio contributo per definire ciò che può accadere in caso d’incendio. Ormai da qualche decennio, si cerca di ricondurre le svariate tipologie di incendio reale ad alcuni tipi fondamentali, al fine di studiare tale fenomeno in maniera sistematica, anche se ciò comporta delle semplificazioni, in quanto nella realtà ogni incendio fa storia a sé. Sono state quindi elaborate alcune curve tempo/temperatura, di cui si riportano di seguito le relative formule e la rappresentazione grafica. (Figura 3) In Italia, come negli altri paesi membri dell’Unione Europea si utilizza ora la curva riportata nella norma ISO 834, a cui fanno riferimento le principali norme in materia di resistenza al fuoco (recepita anche dalla norma europea UNI EN 1363-1). Tale curva riflette in realtà uno scenario di sviluppo di incendio molto severo, e non sempre effettivamente realizzabile; comunque l’utilizzo della stessa per la simulazione dell’incendio durante le prove di laboratorio risulta cautelativo ai fini della sicurezza. Le altre curve sopracitate riflettono scenari d’incendio molto diversi a seconda delle condizioni al contorno e del carico d’incendio. Quelle riportate di seguito sono le curve nominali d’incendio, e sono quelle utilizzate nelle prove sperimentali. La curva di riferimento principale è la ISO 834 sulla cui base sono stati sviluppati tutti i decreti e le regole tecniche di prevenzione incendi. Ad esse si affiancano le curve naturali d’incendio che, però, interessano le applicazioni ingegneristiche alla sicurezza e che si riferiscono a precisi scenari d’incendio di progetto. Figura 3 Scenari d’incendio 1400 1200 1000 Temperatura (°C) 3 800 600 400 200 0 0 30 60 90 120 150 180 Tempo (minuti) Latente Idrocarburi Esterno Idrocarburi maggiorata ISO 834 UNI 11076 5 Prima parte Definizioni e metodi 4 Reazione al fuoco Per reazione al fuoco si intende il grado di partecipazione di un materiale al fuoco a cui viene sottoposto; in altre parole è la capacità che ha un materiale (o un manufatto composito) di contribuire ad alimentare un incendio. In Italia la reazione al fuoco è in parte ancora disciplinata dal DM 26/06/1984, “Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi” e dal successivo DM 03/09/2001 che vi apporta alcune modifiche e aggiornamenti. Ai materiali incombustibili (i quali non danno alcun contributo all’incendio) viene attribuita la classe zero, a quelli combustibili le classi da uno a cinque (o addirittura non classificabile in qualche caso), all’aumentare della loro combustibilità. A differenza della resistenza al fuoco, la determinazione della reazione al fuoco è molto differenziata da paese a paese, nel senso che i metodi di prova e classificazione sono molto diversi nelle varie legislazioni. Il decreto citato prevede cinque metodi di prova a cui sottoporre i materiali, a seconda del loro impiego e della loro posa in opera nella realtà (questo principio ispiratore, cioè eseguire le prove considerando le condizioni d’uso finale del prodotto, è alla base anche dell’attuale produzione tecnica normativa europea). Il decreto suddetto è stato successivamente integrato dal DM 14/01/1985, “Attribuzione ad alcuni materiali della classe di reazione al fuoco 0 prevista dall’allegato A1.1 al DM 26/06/1984”, prevedendo la possibilità che ad alcuni materiali 6 sia attribuita la Classe 0, senza necessità di eseguire la prova di incombustibilità; come si può osservare dall’elenco sotto riportato, si tratta di materiali inorganici naturali, per i quali è effettivamente logico aspettarsi che non diano alcun contributo ad un eventuale incendio: Materiali incombustibili ai sensi del DM 14/01/1985 t Materiali da costruzione, compatti o espansi a base di ossidi metallici (ossido di calcio, magnesio, silicio, alluminio ed altri) o di composti inorganici (carbonati, solfati, silicati di calcio ed altri) privi di leganti organici t Materiali isolanti a base di fibre minerali (di roccia, di vetro, ceramiche ed altre) privi di leganti organici t Materiali costituiti da metalli con o senza finitura superficiale a base inorganica Una importante particolarità della reazione al fuoco dal punto di vista normativo italiano è che tutti i materiali da installarsi in attività soggette a controllo da parte dei Vigili del Fuoco, devono essere omologati dal Ministero dell’Interno ai sensi dell’articolo n. 8 del già citato decreto, oppure devono avere una certificazione emessa ai sensi dell’articolo n. 10, il quale non prevede l’omologazione ministeriale, a scapito della valenza della certificazione, la quale è limitata ad una specifica installazione. Prima parte Definizioni e metodi Metodi di determinazione delle classi di reazione al fuoco Sistema italiano I metodi di prova previsti dal DM 26/06/1984, successivamente modificato ed integrato dal DM 03/09/2001 per classificare un materiale ai fini della reazione al fuoco, sono cinque: 1. UNI ISO 1182: Prova di non combustibilità Ha lo scopo di verificare se un materiale non contribuisce minimamente allo sviluppo di un incendio o meno (e quindi se gli si può attribuire la classe 0 oppure no), e consiste nell’immettere, all’interno di un piccolo forno alla temperatura di circa 825 °C, una provetta cilindrica (diametro 45 mm ed altezza 50 mm) per un tempo di trenta minuti, registrando gli innalzamenti delle temperature di alcune termocoppie poste in prossimità della provetta e verificando al contempo che non si sprigionino fiamme persistenti. 2. UNI 8456: Reazione al fuoco di materiali sospesi e suscettibili di essere investiti da una piccola fiamma su entrambe le facce È applicabile a materiali che possono essere installati sospesi dall’alto (tendaggi, sipari, tendoni, drappeggi). Ha lo scopo di attribuire una categoria al materiale sulla base di vari parametri: tempo di post-combustione, tempo di post-incandescenza, zona danneggiata e gocciolamento di una provetta rettangolare (dimensioni 340 x 104 mm) posta verticalmente e sottoposta per 12 secondi all’azione di una piccola fiamma applicata al suo bordo inferiore. 3. UNI 8457: Reazione al fuoco di materiali che possono essere investiti da una piccola fiamma su una sola faccia È applicabile a materiali da rivestimento e per pavimenti e soffitti. Ha lo scopo di attribuire una categoria al materiale sulla base di vari parametri: tempo di post-combustione, tempo di post-incandescenza, zona danneggiata e gocciolamento di una provetta rettangolare (dimensioni 340 x 104 mm) posta verticalmente e sottoposta per 30 secondi all’azione di una piccola fiamma applicata su un lato della provetta. 4. UNI 9174: Reazione al fuoco di materiali sottoposti all’azione di una fiamma d’innesco in presenza di calore radiante È applicabile a tutti i materiali di cui ai due punti precedenti. Ha lo scopo di attribuire una categoria al materiale sulla base di vari parametri: velocità di propagazione superficiale della fiamma, post-combustione, post-incandescenza, zona danneggiata e gocciolamento di una provetta rettangolare (dimensioni 800 x 155 mm) sottoposta all’azione di una fiamma d’innesco in presenza di calore radiante (6,2 W/cm2) prodotto da una piastra porosa rettangolare (dimensioni 450 x 300 mm) alimentata con una miscela di gas e aria. 5. UNI 9175: Reazione al fuoco di mobili imbottiti sottoposti all’azione di piccola fiamma È applicabile ai mobili imbottiti ed assimilabili, quali poltrone, divani, materassi, guanciali, sommier. Ha lo scopo di attribuire una classe di reazione al fuoco al materiale sulla base dei risul- tati dell’azione di una sorgente d’ignizione costituita da un bruciatore a gas, con altezza della fiamma pari a 40 mm, collocato nel punto d’incontro fra due provette poste a 90° l’una rispetto all’altra e simulanti una poltrona imbottita in piccola scala. Il sistema di prova e classificazione sopra descritto è in corso di sostituzione almeno per i materiali da costruzione rientranti nella Direttiva 89/106, che ricordiamo essere quelli permanentemente inseriti all’interno degli edifici e quindi non riguarda i materiali di arredamento. Infatti sono state pubblicate le norme UNI EN relative alla reazione al fuoco che entrano in vigore mano a mano che vengono pubblicate le norme di prodotto, (per le lastre in gesso rivestito la EN 520 è obbligatoria a partire dal 01/03/2007, per gli intonaci a gesso la EN 13279 lo è dal 01/04/2007), che prevedono l’apposizione del marchio CE obbligatorio per i prodotti circolanti nell’Unione Europea (si veda più avanti il capitolo 10). La nuova norma di classificazione è la UNI EN 13501-1 «Classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione – Parte 1: Classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco». In conseguenza di ciò il Ministero dell’Interno ha dovuto aggiornare le proprie norme sia di classificazione sia di prevenzione incendi mediante decreti pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Serie Generale: - Il DM 10/03/05 «Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio» introduce il nuovo sistema di prova e classificazione recependo i metodi di prova europei. Tale decreto prevede anche la possibilità di classificare taluni prodotti senza oneri di prova (previa sussistenza di alcune caratteristiche): in particolare alcuni intonaci vengono classificati A1, mentre alcune lastre in gesso rivestito sono classificate A2-s1,d0 oppure B-s1,d0. - Il DM 25/10/2007 «Modifiche al decreto 10 marzo 2005, concernente “Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio”» recepisce varie modifiche e innovazioni sulla reazione al fuoco sulla base di decisioni della Commissione dell’Unione Europea; fra le più rilevanti per quanto riguarda i nostri prodotti vi è la modifica della tabella che prevede la classificazione delle lastre di gesso rivestito senza oneri di prova. - Il DM 15/03/2005 “Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo” detta i criteri di accettazione delle nuove classi: laddove prima si era abituati alle vecchie classi italiane 0, 1, 2 etc. ora si avranno le Euroclassi A1; A2-s1,d0; A2s1,d1; B- s1,d0; B-s1,d1; B-s3,d2; C-s1,d0 etc.. 7 Prima parte Definizioni e metodi Sistema europeo I metodi di prova previsti dalla norma UNI EN 13501-1, recepiti dal DM 10/03/2005 per classificare un materiale ai fini della reazione al fuoco nell’ambito della marcatura CE, sono cinque: 1. UNI EN ISO 1182 Prova di non combustibilità È praticamente lo stesso metodo già utilizzato in Italia, ma non è sufficiente da solo per determinare la non combustibilità di un materiale: è necessario comunque realizzare anche una prova con uno dei due metodi successivi. 2. UNI EN ISO 1716 Determinazione del potere calorifico È una prova mai utilizzata precedentemente in Italia nel settore della prevenzione incendi; definisce il potenziale termico di un materiale, cioè quanto calore è in grado di sviluppare qualora abbia la disponibilità di ossigeno. 3. UNI EN 13823 (SBI, Single Burning Item) Prodotti da costruzione esclusi i pavimenti esposti ad un attacco termico prodotto da un singolo oggetto in combustione È un metodo di prova totalmente nuovo, messo a punto appositamente dal CEN; si tratta di esporre all’azione di un bruciatore con potenza termica di circa 30 kW un campione di materiale simulante un angolo, con un incendio che vi si sviluppa all’interno; nel corso della prova vengono misurati la produzione di calore e di fumo, oltre alla osservazione visiva della propagazione laterale della fiamma e l’eventuale distacco di gocce incandescenti: è una prova molto complessa. 4. UNI EN ISO 11925-2 Piccola fiamma È una prova molto simile a quella già utilizzata in Italia, con un’esposizione al fuoco che può essere di 30 oppure di 15 se- 8 condi a seconda dell’utilizzo del materiale. 5. EN ISO 9239-1 Pannello radiante per pavimenti È in sostanza un pannello radiante molto simile a quello utilizzato in Italia, ma orientato con un’angolazione rivolta verso il campione posto a pavimento. Questo metodo si utilizza solo per i materiali da pavimento. I simboli utilizzati per la determinazione della classificazione sono i seguenti: ΔT Aumento di temperatura ΔM Perdita di massa tƒ Durata dell’incendio PCS Potenziale calorico lordo FIGRA Tasso di incremento dell’incendio THR600s Rilascio totale di calore LFS Propagazione laterale del fuoco SMOGRA Tasso di incremento del fumo TSP600s Produzione totale di fumo Fs Propagazione del fuoco Le varie classi di reazione al fuoco con il sistema europeo si ottengono ora dalla combinazione delle sigle riportate nello schema sottostante. A1 Materiale con nessun contributo all’incendio quindi non combustibile A2 Materiale con nessun contributo all’incendio quindi non combustibile ma con fenomeni di produzione di fumi e/o gocciolamento B Contributo all’incendio molto limitato C Contributo all’incendio limitato D Contributo all’incendio non trascurabile E Scarse proprietà di reazione al fuoco F Materiali con caratteristiche non determinate o di cui non siano disponibili dati s1 Scarsa emissione di fumo s2 Moderata emissione di fumo s3 Forte emissione di fumo d0 Assenza di gocce incendiate d1 Poche gocce incendiate e/o particelle incandescenti d2 Molte gocce incendiate e/o particelle incandescenti Prima parte Definizioni e metodi Dato che nei decreti di prevenzioni incendi (norme orizzontali e verticali, regole tecniche) sono ancora riportate le classi di reazione al fuoco valutate secondo i metodi italiani, il DM 15 MarTabella 1 Impiego a pavimento zo 2005 riporta le tabelle di correlazione fra le classi, di seguito riproposte. Classe italiana Classe europea I Classe 1 (A2FL-s1), (A2FL-s2), (BFL-s1), (BFL-s2) II Classe 2 (CFL-s1), (CFL-s2) III Classe 3 (DFL-s1), (DFL-s2) Classe italiana Classe europea I Classe 1 (A2-s1,d0), (A2-s2,d0), (A2-s3,d0), (A2-s1,d1), (A2-s2,d1), (A2-s3,d1), (B-s1,d0), (B-s2,d0), (B-s1,d1), (B-s2,d1) II Classe 2 A2-s1,d2), (A2-s2,d2), (A2-s3,d2), (B-s3,d0), (B-s3,d1), (B-s1,d2), (B-s2,d2), (B-s3,d2), (C-s1,d0), (C-s2,d0), (C-s1,d1), (C-s2,d1) III Classe 3 (C-s3,d0),(C-s3,d1), (C-s1,d2), (C-s2,d2), (C-s3,d2), (D-s1,d0), (D-s2,d0), (D-s1,d1), (D-s2,d1) Classe italiana Classe europea I Classe 1 (A2-s1,d0), (A2-s2,d0), (A2-s3,d0), (A2-s1,d1), (A2-s2,d1), (A2-s3,d1), (B-s1,d0), (B-s2,d0) II Classe 2 (B-s3,d0), (B-s1,d1), (B-s2,d1), (B-s3,d1), (C-s1,d0), (C-s2,d0) III Classe 3 (C-s3,d0),(C-s1,d1), (C-s2,d1), (C-s3,d1), (D-s1,d0), (D-s2,d0) Tabella 2 Impiego a parete Tabella 3 Impiego a soffitto 9 Prima parte Definizioni e metodi Annotiamo infine che le lastre di gesso rivestito possono essere classificate senza oneri di prova qualora rispettino certi parametri (nulla vieta comunque l’esecuzione di prove). Riportiamo la più recente disposizione europea in merito (recepita anche dal DM 25/10/2007): Classi di reazione all’attività del fuoco dei pannelli di cartongesso Nucleo in gesso Pannello di cartongesso Conforme alla norma EN 520 (esclusi pannelli perforati) Spessore nominale del pannello (mm) ≥ 6,5 < 9,5 Densità (kg/m3) Classe di reazione al fuoco ≥ 800 A1 Grammatura della carta (1) (g/m2) Sostrato Classe (2) (suoli esclusi) ≤ 220 Qualsiasi prodotto a base di legno con densità ≥ 400 kg/m3 o qualsiasi prodotto almeno di classe A2-s1, d0 A2-s1, d0 > 220 ≤ 320 ≥ 9,5 ≥ 600 ≤ 220 > 220 ≤ 320 B-s1, d0 Qualsiasi prodotto a base di legno con densità ≥ 400 kg/m3 A2-s1, d0 o qualsiasi prodotto almeno di B-s1, d0 classe A2-s1, d0 o qualsiasi prodotto isolante almeno di classe E-D2 montato secondo il metodo 1 (¹) Stabilito in base alla norma EN ISO 536 e con un contenuto in additivo organico non superiore al 5%. (²) Classi di cui alla tabella 1 dell’allegato della decisione 2000/147/CE. Nota: Montaggio e fissaggio I pannelli di cartongesso (di seguito “pannelli di gesso”) vanno montati e fissati con uno dei tre seguenti metodi: Metodo 1 – Fissaggio meccanico a una sottostruttura di sostegno Il pannello di gesso, o (nei sistemi multistrati) almeno lo strato esterno del pannello, va fissato meccanicamente a una sottostruttura di metallo (costituita dai componenti di cui alla norma EN 14195) o a una sottostruttura di legno (conforme a EN 336 e a EN 1995-1-1). Se gli elementi portanti della sottostruttura hanno una sola direzione, la distanza massima tra essi non sarà superiore a 50 volte lo spessore dei pannelli di gesso. Se gli elementi portanti della sottostruttura hanno due direzioni, la distanza massima tra essi non sarà superiore a 100 volte lo spessore dei pannelli di gesso. Il fissaggio meccanico avverrà mediante viti, graffe o chiodi, penetranti per tutto lo spessore dei pannelli di gesso fino alla sottostruttura in punti distanti non più di 300 mm misurati sulla lunghezza di ogni elemento portante. Dietro il pannello di gesso può essere lasciato uno spazio vuoto o essere applicato un prodotto isolante. Il sostrato può essere: a) qualsiasi prodotto a base di legno di densità ≥ 400 kg/m³ o qualsiasi prodotto almeno della classe A2-s1, d0, in caso di pannelli di gesso di ≥ 6,5 mm e < 9,5 mm di spessore nominale e ≥ 800 kg/m³ di densità centrale; o b) qualsiasi prodotto a base di legno di densità ≥ 400 kg/m³ o qualsiasi prodotto almeno della classe A2-s1, d0, in caso di pannelli di gesso di ≥ 9,5 mm di spessore nominale e ≥ 600 kg/m³ di densità centrale; o c) qualsiasi materiale isolante almeno della classe E-d2, in caso di pannelli di gesso di ≥ 9,5 mm di spessore nominale e ≥ 600 kg/m³ di densità centrale. Le giunture tra pannelli di gesso adiacenti avranno larghezza di ≤ 4 mm. Ciò vale per qualsiasi giuntura indipendentemente dal fatto che sia sostenuta direttamente da almeno un elemento portante della sottostruttura ed indipendentemente dal fatto che sia o no ricolma di materiale per giunture. Nei casi a) e b) ogni giuntura tra pannelli di gesso adiacenti, non sostenuta direttamente da un elemento portante della sottostruttura e di larghezza > 1 mm, va interamente colmata di materiale per giunture, come specificato dalla norma EN 13963 (le altre giunture possono non essere colmate). Nel caso c) tutte le giunture tra pannelli di gesso adiacenti vanno interamente colmate di materiale per giunture come specificato dalla norma EN 13963. Metodo 2 – Fissaggio meccanico a un sostrato solido a base legno I pannelli di gesso vanno meccanicamente fissati a un sostrato solido a base di legno a densità ≥ 400 kg/m³. Non va lasciata alcuna cavità tra i pannelli di gesso e il sostrato. Il fissaggio meccanico avverrà mediante viti, graffe o chiodi. La distanza tra i punti di fissaggio meccanici va fissata secondo le regole valide per il metodo 1. Le giunture tra i pannelli di gesso adiacenti saranno di larghezza ≤ 4 mm e non possono essere colmate. Metodo 3 – Fissaggio o adesione meccanica a un sostrato solido (sistema di rivestimento a secco) I pannelli di gesso verranno fissati direttamente a un sostrato solido la cui classe di reazione al fuoco sia almeno A2-s1, d0. I pannelli di gesso possono essere fissati con viti o chiodi che, attraversato lo spessore del pannello, si fissino o aderiscano al substrato solido mediante un collante adesivo a base di gesso come specificato dalla norma EN 14496. I punti di applicazione di viti, chiodi e adesivo vanno comunque posti lungo assi verticali e orizzontali a una distanza non superiore a 600 mm. Le giunture tra pannelli di gesso adiacenti possono non essere colmate. 10 Prima parte Definizioni e metodi 5 Densità ottica dei fumi e tossicità dei gas Il capitolo precedente trascura un aspetto che non può essere ignorato all’interno della presente Guida: trattasi dei fumi e dei gas emessi dai materiali in caso d’incendio. Essi infatti rivestono grande importanza in materia di sicurezza delle persone, essendo spesso la principale causa di decesso per via della tossicità dei gas emessi; inoltre i fumi prodotti, a causa delle particelle di fuliggine che contengono, possono rivelarsi, oltreché tossici, anche molto densi e ridurre pertanto la visibilità in ambienti in cui si innesca l’incendio, contribuendo così alla diffusione del panico fra gli occupanti e al mancato raggiungimento delle vie di fuga. Eppure proprio il DM 26/06/1984, all’articolo 3 citava esplicitamente “In relazione alle conclusioni alle quali perverranno gli studi, le ricerche e le sperimentazioni in corso a livello nazionale e internazionale, saranno definiti i metodi di prova per la valutazione della opacità e della tossicità dei prodotti della combustione”; nonostante tale frase sia stata confermata dal DM 03/09/2001, non si è ancora giunti a definire dei parametri e dei metodi di misura utilizzabili nell’ambito della prevenzione incendi. Comunque sono disponibili vari metodi di prova che permettono di definire, per ogni materiale, le seguenti caratteristiche: Densità ottica dei fumi: Parametro che misura la riduzione di visibilità in seguito ai fumi emessi dal materiale durante l’incendio Uno dei metodi più utilizzati è la norma francese AFNOR NF 16-101 messa a punto per il settore specifico dei materiali installati nelle carrozze ferroviarie. Pur non essendo obbligatoria in Italia, essa è comunque probabilmente la norma di riferimento in questo specifico campo di indagine. Le prove consistono nel sottoporre a temperatura elevata un campione di materiale, effettuando al contempo le seguenti verifiche: a) Utilizzo di una fonte di luce (raggio laser) posizionato sopra la camera di combustione: la quantità di luce che passa dalla sorgente al punto ricevente è correlata con la densità del fumo emesso; b) Prelievo di alcune quantità di gas caldi, che vengono poi analizzate per determinare qualità e quantità dei seguenti gas tossici: CO, CO2 , HF, HCl, HBr, HCN, SO2 Tale norma, infine, stabilisce un criterio che tiene conto dei due parametri citati misurati per dare una classificazione al materiale, definendo delle Classi di Fumo: CLASSE F0 (la migliore) F1 F2 Tossicità dei gas: F3 Parametro che valuta la quantità di alcuni gas tossici emessi dal materiale durante l’incendio F4 F5 (la peggiore) 11 Prima parte Definizioni e metodi 6 Resistenza al fuoco Approccio prescrittivo: DM 16/02/2007 Per resistenza al fuoco si intende l’attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare, per un periodo determinato, la stabilità, la tenuta e/o l’isolamento termico richiesti, specificati in una norma di prova di resistenza al fuoco; in altre parole è la capacità di mantenere, qualora sottoposto ad incendio normalizzato, certe caratteristiche fondamentali per un certo tempo; nel caso di una trave per esempio, è il mantenere la sua capacità portante, oppure, nel caso di una parete divisoria o di una porta, è il mantenere la propria integrità in modo da non far passare fiamme e/o gas caldi, e, in caso di elemento isolato, mantenere le temperature sulla faccia non esposta sotto certi limiti. L’approccio prescrittivo prevede che il legislatore fissi a priori alcune prescrizioni (quali la resistenza al fuoco delle strutture e/o delle compartimentazioni) e verifica che esse vengano rispettate. In Italia la resistenza al fuoco è stata disciplinata per anni dalla Circolare 91 del 14/09/1961 del Ministero dell’Interno Direzione Generale dei Servizi Antincendi (abrogata dal DM 09/03/2007) valida per eseguire prove su tutti i manufatti ad eccezione delle porte, le quali sono regolamentate dal DM 14/12/1993 (e dal successivo DM 21/06/2004), che recepisce la norma UNI 9723: le porte, quindi, sono gli unici manufatti, nel settore della resistenza al fuoco, soggetti ad omologazione ministeriale, ormai obbligatoria. L’evidente differenziazione normativa rispetto alla reazione al fuoco, (dove tutti i prodotti devono essere omologati), è spesso causa di incomprensioni e disguidi fra i vari operatori del settore. Ricordiamo che la Circolare 91 aveva per titolo “Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile”, e che quindi, oltre ad avere quarant’anni di età (un’anzianità ragguardevole per una norma tecnica), aveva anche un ambito di applicazione originariamente piuttosto limitato, ma che è stato poi successivamente ampliato mediante ulteriori atti del Ministero dell’Interno, al fine di renderla operativa per tutti i prodotti edili (per inciso ricordiamo che, prima dell’emanazione del DM 14/12/1993, anche le porte rientravano nell’ambito della Circolare 91). Le prove di resistenza al fuoco vengono eseguite su forni disponibili presso laboratori autorizzati, simulando un incendio secondo programmi termici temperatura- tempo predefiniti. 12 La sigla REI è stata introdotta con la Lettera Circolare del 20/11/1982 e successivamente resa operativa col DM 30/11/1983 “Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi”: come il titolo lascia chiaramente intendere, si tratta di un atto legislativo di carattere generale che fissa la terminologia in uso nel campo della prevenzione incendi. Al punto 1.11 si chiarisce che “con il simbolo REI si identifica un elemento costruttivo che deve conservare, per un tempo determinato, la stabilità (R), la tenuta (E) e l’isolamento termico (I)”; poco oltre si legge “Per la classificazione degli elementi non portanti il criterio R è automaticamente soddisfatto qualora siano soddisfatti i criteri E ed I”. In senso stretto quindi tale sigla dovrebbe applicarsi solo agli elementi in grado di rispondere a tutti e tre i requisiti, ma il legislatore ha voluto uniformarne l’uso anche per i manufatti non portanti. Anche questa ambiguità induceva spesso taluni in errore: qualora infatti ci si volesse riferire ad una trave caricata, non si può parlare di REI, ma solo di R, in quanto tale elemento, per sua natura, non può ovviamente avere prestazioni di tenuta ed isolamento termico. Comunque anche questa incongruenza è stata superata dalle più recenti disposizioni legislative. Infatti, con la pubblicazione del Supplemento Ordinario N. 87 alla Gazzetta Ufficiale n. 74 del 29/03/2007 Serie Generale è stato emanato un decreto del Ministero dell’Interno che porta sensibili innovazioni al quadro tecnico e normativo della resistenza al fuoco in Italia: DM 16/02/2007: Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. Il decreto introduce in Italia il sistema normativo vigente in ambito comunitario, sia per quanto riguarda il sistema di classificazione e prova per gli elementi da costruzione resistenti al fuoco, sia per quanto riguarda la valutazione analitica strutturale in caso d’incendio. Molte sono le novità introdotte dal decreto, al quale si rimanda per poterne valutare in maniera completa i contenuti. Si ritiene in questa sede di dover soffermarsi brevemente solo su alcuni aspetti fondamentali, aspetti che costituiscono i cambiamenti più radicali e che incidono in modo significativo sull’attività di progettazione e di certificazione. La parte che più è stata modificata è quella che riguarda la valutazione sperimentale, con l’introduzione del sistema di prova e classificazione europeo. Prima parte Definizioni e metodi Ogni elemento da costruzione ora ha una sua specifica norma che ne descrive nel dettaglio le modalità di allestimento, le modalità di prova e di valutazione delle prestazioni, le modalità di valutazione dei risultati ottenuti, l’ applicabilità di questi ultimi a situazioni differenti da quelle provate in funzione di come è stato allestito il prototipo e di come si è modificato durante la prova stessa. Anche il sistema di classificazione ha subito delle modifiche, in alcuni casi con un profondo e radicale cambiamento. Per quanto riguarda gli elementi che assolvono ad una funzione propria di compartimentazione, la classificazione varia se l’elemento è dimensionato e progettato per essere sottoposto a determinate sollecitazioni statiche durante l’esercizio (ad esempio una muratura portante), oppure svolge esclusivamente la funzione di compartimentazione tra ambienti, per cui solo una funzione separante. Nel primo caso la classificazione sarà REI xx, mentre nel secondo caso sarà EI xx oppure E xx. I prodotti che non presentano caratteristiche di resistenza al fuoco proprie ma che contribuiscono alla resistenza al fuoco delle strutture a cui sono applicati (sistemi protettivi in generale) sono quelli che hanno subito lo stravolgimento maggiore. Per essi, infatti, sono variate non solo le modalità di prova, ma soprattutto le modalità di classificazione. Al progettista verrà fornito, direttamente dal produttore, un abaco prestazionale che in funzione della tipologia di struttura e di quella del protettivo indicherà gli spessori necessari da applicare. Come risultato delle stesse prove verranno forniti i parametri termo fisici dei prodotti per l’esecuzione delle valutazioni analitiche, a sostituzione dei valori tabulati nelle UNI. A tal proposito nella terza parte della Guida si riportano alcuni esempi circa i prodotti commercializzati dal gruppo Gyproc Saint-Gobain, le cui prestazioni sono certificate da laboratori di prova autorizzati. 13 Prima parte Definizioni e metodi Metodi di determinazione delle classi di resistenza al fuoco La resistenza al fuoco di un elemento costruttivo va determinata in funzione della classe di resistenza richiesta, delle caratteristiche della struttura e delle eventuali sollecitazioni dell’elemento. Ciò può essere fatto seguendo una delle tre possibili metodologie: a. Sperimentazione da parte di un laboratorio autorizzato dal Ministero oppure notificato dalla Commissione Europea b. Metodo tabellare c. Calcolo analitico a. Prove sperimentali Nella prova sperimentale l’elemento è sottoposto all’azione del fuoco secondo il modello previsto dalla curva convenzionale temperatura-tempo; l’esposizione è solo sulla faccia esposta o su tutta la superficie laterale, a seconda che si tratti di elementi di separazione o interni al compartimento. Nel corso della prova si misura la capacità portante (R) valutando le deformazioni e la velocità di deformazione, la tenuta ai fumi e alle fiamme (E) e l’isolamento termico (I). Per gli elementi di separazione orizzontale e verticale portanti, il carico è applicato attraverso uno o più martinetti idraulici, che applicano le condizioni prevedibili in esercizio. Per gli elementi astiformi (travi e colonne) viene determinata la sola capacità portante, riscaldando l’elemento sotto carico fino a raggiungere la condizione di collasso. Con l’introduzione del sistema di prova e classificazione europeo, ora il laboratorio emette due differenti documenti: 1. Il rapporto di prova, che al suo interno contiene la descrizione dettagliata del manufatto sottoposto a prova e le condizioni di allestimento. Contiene, inoltre, la descrizione puntuale dei fenomeni che sono stati registrati durante la prova e la valutazione dei parametri necessari alla classificazione (innalzamento delle temperature, passaggio di fumi caldi, creazione di crepe evidenti, passaggio di fiamme, deformazioni); 2. Il rapporto di classificazione, che al suo interno contiene una breve descrizione del manufatto oggetto della prova, gli identificativi dei rapporti di prova significativi, la classificazione ottenuta ed il campo di applicazione diretta dei risultati di prova. Il recente DM 16/02/2007 introduce, per le prove eseguite secondo le norme europee, i concetti di “Campo di applicazione diretta” e “Campo di applicazione estesa” del risultato di prova (UNI EN 1363-1 Appendice A): t*MCampo di applicazione diretta del risultato di prova è l’insieme delle modifiche che si possono apportare all’elemento oggetto di studio senza necessità di ulteriori verifiche o calcoli. In ogni metodo di prova vi è un paragrafo specifico che indica le variazioni ammissibili; 14 t*MCampo di applicazione estesa (indicato anche con l’acronimo “EXAP” – extended application) è l’insieme delle modifiche all’elemento provato che non ricadono nel campo di applicazione diretta e che sono riconosciute valide da un ente competente. Per ogni elemento costruttivo dovrebbe essere disponibile la relativa norma sul campo di applicazione estesa che indichi le migliorie da apportare all’elemento per consentirne l’utilizzo anche in situazioni alquanto differenti rispetto a quella della prova (si pensi ad esempio ad elevate altezze delle pareti); al momento esse sono disponibili solo per alcune tipologie di prodotto/manufatto; per quanto riguarda le partizioni leggere (serie EN 15254) sono ancora in fase di studio ed elaborazione da parte del CEN. Inoltre il DM 16/02/2007 (Allegato B, punto B.8) prevede che il produttore predisponga, in caso di variazioni non previste dal campo di applicazione diretta, un fascicolo tecnico approvato dal laboratorio che ha eseguito la prova. Per un approfondimento sull’argomento si rimanda il lettore al testo del DM riportato in appendice. Per quanto riguarda i vecchi rapporti di prova, emessi ai sensi della Circolare 91, potranno essere utilizzati (nei limiti temporali previsti dal DM 16/02/2007 articolo 5) verificando con cura tutti i parametri descrittivi del campione provato (in primis dimensioni e modalità di prova). È importante ricordare che i rapporti di prova di resistenza al fuoco possono essere utilizzati solo se nella realtà applicativa vengono rispettati i parametri in esso riportati, che costituiscono il limite di utilizzazione del rapporto di prova stesso. Così nell’esecuzione della protezione si dovrà verificare l’esatto montaggio che deve corrispondere alla descrizione del rapporto di prova, i carichi cui la struttura è sottoposta, la tipologia dell’ elemento da proteggere, in modo da riprodurre delle soluzioni reali corrispondenti ai campioni provati presso il laboratorio. Nella terza parte della Guida sono riportate sinteticamente tutte le soluzioni Gyproc Saint-Gobain oggetto di sperimentazione di laboratorio: i rapporti di prova integrali sono disponibili su richiesta; si noti che, ai sensi del DM 16/02/2007, i rapporti di prova emessi ai sensi della Circolare 91 hanno una scadenza che è in funzione della data di emissione. Nell’utilizzare un rapporto di prova di resistenza al fuoco bisogna utilizzare materiali con caratteristiche identiche a quelle dei prodotti descritti nel rapporto stesso. È però facoltà del produttore rilasciare dichiarazione di conformità dei materiali prodotti da Gyproc Saint-Gobain a prescindere dal loro nome commerciale, in funzione di quanto indicato nella Lettera del Ministero dell’Interno inviata a BPB Italia, protocollo n. 7693 del 02/06/1998. Prima parte Definizioni e metodi b. Metodo tabellare Come si è già accennato le vecchie tabelle della Circolare 91 sono state sostituite da 16 nuove tabelle tratte dal DM 16/02/2007 Allegato D e da un’ ulteriore tabella introdotta dalla Lettera - Circolare 15/02/2008 riportate nell’Appendice al presente volume. A differenza della Circolare 91 però, il nuovo decreto (articolo 2 e Allegato D) non si limita ad indicare spessori di protettivi utilizzabili per generici manufatti: infatti vi è ora una descrizione dettagliata di tutti i possibili elementi costruttivi a cui applicare il metodo tabellare, o meglio, la classificazione in base a confronti con tabelle, oltre che alcune limitazioni all’utilizzo delle stesse; a tal proposito al punto D.1 si cita “Detti valori pur essendo cautelativi, non consentono estrapolazioni o interpolazioni tra gli stessi ovvero modifiche delle condizioni di utilizzo”. Ulteriori limitazioni sono previste per ogni singola tabella (quindi per ogni tipo di elemento costruttivo), per le quali si rimanda al testo dell’Allegato D del decreto riportato integralmente nell’Appendice. Si ricorda solo che le tabelle al punto D.7 del DM 16/02/07 non possono più essere utilizzate in quanto il dimensionamento dei protettivi strutturali deve avvenire esclusivamente utilizzando il metodo sperimentale o quello analitico con esclusione per i progetti presentati al competente Comando dei Vigili del Fuoco prima della loro data di fine validità (vedere nota sul regime transitorio nella seconda parte al capitolo 5 pagina 67). In sintesi gli elementi costruttivi previsti sono i seguenti: Murature non portanti in blocchi forati di laterizio (punto D.4.1) Murature non portanti in blocchi forati di calcestruzzo normale (punto D.4.2) Murature non portanti in blocchi forati di calcestruzzo leggero – massa volumica non superiore a 1700 Kg/m (punto D.4.3) Murature non portanti in blocchi di pietra squadrata (punto D.4.3) Solette piene e solai alleggeriti (punti D.5.1 e D.5.2) Solette piene con armatura tradizionale (solette in calcestruzzo armato) Solai misti di lamiera di acciaio con riempimento di calcestruzzo (lamiera grecata + cls) Solai a travetti con alleggerimento (solai in latero-cemento) Solai a lastra con alleggerimento (solai tipo predalles) Travi, pilastri e pareti in calcestruzzo armato ordinario e precompresso (punti D.6.1, D.6.2, D.6.3, D.6.4) Travi Pilastri Pareti portanti Pareti non portanti Pareti di muratura portanti (Lettera-Circolare 15/02/2008) Laterizio pieno Laterizio forato Calcestruzzo Calcestruzzo leggero Pietra squadrata 15 Prima parte Definizioni e metodi Inoltre i rivestimenti protettivi sono ben definiti, in modo da non lasciare dubbi sulla loro identificazione, e cioè: Rivestimento protettivo Descrizione Intonaco normale Intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/m3 Intonaco protettivo antincendio Intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/m3 Intonaco protettivo antincendio leggero Intonaco leggero a base di fibre o inerti minerali espansi e leganti, caratterizzato da una massa volumica compresa tra 300 e 600 kg/m3 Lastre di gesso rivestito Lastra di gesso rivestito tipo antincendio caratterizzata da una massa volumica compresa tra 750 e 900 kg/m3 Pannelli di fibre minerali Pannello composto da fibre di silicati, lana di roccia, lana minerale e simile fibre incombustibili (con esclusione della fibra di vetro) caratterizzato da una massa volumica compresa tra 150 e 300 kg/m3 Lastre di calcio silicato Lastra di calcio silicato caratterizzata da una massa volumica compresa tra 800 e 900 kg/m3 Si sottolinea infine una delle innovazioni più importanti rispetto alla Circolare 91, e cioè che, per gli elementi in acciaio lo spessore di protettivo varia anche in funzione del fattore di sezione S/V (m-1) dell’elemento: come è noto, a parità di resistenza al fuoco richiesta, elementi con S/V (m-1) più alto avranno bisogno di uno spessore di protettivo maggiore, in quanto più facilmente soggetti ad incrementi di temperatura in caso d’incendio (e quindi con temperatura critica più bassa). c. Calcolo analitico Nell’allegato C del DM 16 febbraio 2007 sono introdotti i vari metodi di calcolo per la determinazione della resistenza al fuoco di elementi costruttivi portanti, separanti o non separanti definiti all’interno degli eurocodici strutturali. L’utilizzo degli eurocodici è subordinato alla pubblicazione delle appendici contenenti i parametri definiti a livello nazionale. In attesa della loro pubblicazione, nel periodo di transitorio, è possibile utilizzare gli eurocodici relativi ad acciaio, calcestruzzo, strutture miste acciaio-calcestruzzo e legno, utilizzando i 16 parametri contenuti al loro interno, oppure le norme UNI 9502, 9503 e 9504, per la sola verifica della resistenza al fuoco degli elementi costruttivi portanti. I metodi di calcolo, siano essi eurocodici o norme UNI, possono richiedere i valori dei parametri termo fisici dei sistemi protettivi eventualmente presenti; tali valori devono necessariamente essere determinati esclusivamente attraverso le prove sperimentali relative a prodotti o sistemi di protezione di parti o elementi portanti delle opere da costruzione. Esse sono specificate all’interno della tabella A.3 dell’allegato A del DM 16 febbraio 2007 con esclusione per i progetti presentati al competente Comando dei Vigili del Fuoco prima della loro data di fine validità (vedere nota sul regime transitorio nella seconda parte al capitolo 5 pagina 67). Per gli scopi della presente guida di seguito si darà una descrizione sintetica dei metodi di calcolo che si riferiscono alle strutture di acciaio, calcestruzzo e legno. Si raccomanda un’analisi di dettaglio di ciascun metodo di calcolo per l’applicazione corretta. Prima parte Definizioni e metodi Elementi in acciaio (EN 1993-1-2 e UNI 9503) Fattore di riduzione ke Nella parte iniziale sono riportate, in funzione della temperatura, le proprietà meccaniche dell’acciaio, la massa volumica, le proprietà termiche (dilatazione termica, calore specifico e con- duttività termica). A titolo di esempio si riportano i grafici riportati nell’eurocodice che si possono ritrovare anche all’interno della UNI 9503. 1 0.8 Resistenza effettiva a snervamento ky,e = fy,e /fy 0.6 0.4 Pendenza dell'intervallo di elasticità lineare kE,e = Ea,e /Ea Limite di proporzionalità kp,e = fp,e /fy 0.2 0 0 200 400 600 800 1000 1200 Temperatura in °C Dilatazione Δl /l [x 10-3] Figura 1 - Fattori di riduzione del legame costruttivo dell’acciaio ad elevate temperature. 20 16 12 8 4 0 0 200 400 600 800 1000 1200 Temperatura in °C Figura 2 - Dilatazione termica dell’acciaio in funzione della temperatura. 17 Calore specifico in J/kgK Prima parte Definizioni e metodi 5000 4500 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 0 200 400 600 800 1000 1200 Temperatura in °C Conduttività termica in W/mK Figura 3 - Calore specifico dell’acciaio in funzione della temperatura. 60 50 40 30 20 10 0 0 200 400 600 800 1000 1200 Temperatura in °C Figura 4 - Conduttività termica dell’acciaio in funzione della temperatura. Per la determinazione della resistenza al fuoco possono essere utilizzati i seguenti modelli: t.PEFMMJEJDBMDPMPTFNQMJGJDBUJ t.PEFMMJEJDBMDPMPBWBO[BUJ t1SPWFTQFSJNFOUBMJ 18 Di seguito sarà fornita qualche breve indicazione sui metodi semplificati, si rimanda allo studio della norma per l’applicazione di metodi avanzati e alla lettura delle parti successive per i metodi sperimentali. Prima parte Definizioni e metodi Metodi semplificati Si possono applicare in linea di principio sia a singole membrature sia a parti di struttura in qualsiasi condizione d’incendio e sono utilizzati generalmente nell’ipotesi di distribuzione uniforme della temperatura. Le verifiche possono essere condotte: tOFMEPNJOJPEFMMFSFTJTUFO[FWFSJGJDBOEPDIFHMJFGGFUUJEFMMF azioni agenti in condizioni d’incendio sulle singole membrature siano non superiori alle corrispondenti azioni a caldo valutate nel periodo di tempo t; tOFMEPNJOJPEFMMFUFNQFSBUVSFTPMPOFMMJQPUFTJEJEJTUSJCV zione uniforme della stessa, verificando che la massima temperatura agente al tempo prestabilito t sia non superiore alla temperatura di collasso della singola membratura. Non potendo entrare nel merito di ciascun metodo, daremo di seguito alcune indicazioni per la verifica nel campo delle temperature. L’eurocodice EN 1993-1-2 e la UNI 9503 forniscono alcune indicazioni operative per la determinazione del campo di temperatura uniforme con il variare del tempo per gli elementi di acciaio protetti e non protetti. Nel caso di acciaio non protetto l’eurocodice fornisce la seguente relazione: (1) Per una distribuzione uniforme equivalente della temperatura nella sezione trasversale, l’incremento della temperatura Δea,t in un elemento non protetto durante un intervallo di tempo Δt può essere determinata da: Considerando il coefficiente ksh pari a 1, ipotesi che conduce a valutazioni di tipo conservativo e utilizzando la formula seguente, fornita dall’eurocodice EN 1991-1-2 e dalla UNI 9503 per la valutazione dello scambio di calore tra aria e superficie dell’elemento di acciaio: hnet = _c(ec - em) + m ¡r [(er + 273)4 – (em - 273)4] Dove: t_c tec tem t¡r ter tm t_r = è il coefficiente di trasferimento di calore per convezione [W/m2 °C] = è la temperatura dello strato di gas che lambisce l’elemento [°C] = è la temperatura di superficie dell’elemento [°C] = è l’emissività risultante tra i gas di combustione e la superficie dell’elemento = è la temperatura radiante del compartimento [°C] = è la costante di Boltzman pari a 5,77 × 10-8 [W/m2 °K4] = è il coefficiente di trasferimento di calore per irraggiamento [W/m2 °C] assumendo per l’incendio la curva temperatura tempo EN 1363-1 (ISO 834), ¡f= 1,0 ¡a= 0,7 e quindi ¡f¡a=¡r=0,7, ponendo \ e ksh uguali all’unità si può ottenere la seguente relazione: Δea,t = _ +_ l ×c c a Δea,t = Ksh Am / V ca la hnet Δt t (min) 0 15 30 45 60 75 90 eg (°C) 20 739 842 902 945 979 1006 A V e - e) × Δt g = massa volumica dell’acciaio = calore specifico dell’acciaio = incremento della temperatura nel tempo Δt = coefficiente di scambio di calore per convezione = coefficiente di scambio di calore per irraggiamento = valore della temperatura dei gas che lambiscono l’elemento t"7 GBUUPSFEJTF[JPOFSBQQPSUPUSBMBTVQFSGJDJFFJMWPMV me dell’elemento esposto. = è il fattore di correzione per l’effetto ombra; = è il fattore di sezione per elementi di acciaio non protetti; = è la superficie esposta dell’area dell’elemento per t"m unità di lunghezza; t7 ·JMWPMVNFEFMMFMFNFOUPQFSVOJU°EJMVOHIF[[B tDa = è il calore specifico dell’acciaio [J/kgK]; tInet = è il valore di calcolo del flusso di calore per unità di superficie [W/m2]; tÛt = è l’intervallo di tempo [s]; = è la massa volumica dell’acciaio [kg/m3]. tla = 25 W/m²K Ca = 600 J/Kg °C a × Dove: tla tDa tÛe t_c t_r teg Dove: tLsh t"m/V ¡r = 0,5; _c r In altri termini, si ottengono le curve di riscaldamento in funzione del fattore di sezione dell’elemento in acciaio. Il prospetto 1 della UNI 9503 fornisce la temperatura degli elementi non protetti esposti al fuoco, in funzione del tempo di esposizione e del fattore di sezione A/V: Fattore di sezione A/V (m-1) 10 20 81 182 303 432 561 683 20 20 138 328 531 711 846 933 30 20 194 453 690 848 933 981 50 20 295 636 835 919 964 995 100 20 491 799 888 936 972 1001 150 20 609 824 894 940 975 1003 200 20 669 830 896 941 976 1004 250 20 698 833 897 942 976 1004 300 20 712 835 898 943 977 1004 19 Prima parte Definizioni e metodi Il fattore di sezione è il rapporto tra la superficie dell’elemento esposta all’incendio ed il volume dell’elemento stesso. Esso si calcola quindi tenendo conto dell’effettiva superficie attraverso cui può avvenire lo scambio di calore. Il fattore di sezione rappresenta un indice dell’inerzia termica del profilo ed è dimensionalmente espresso in m-1 e varia in funzione della forma, della dimensione dei profili, delle modalità di applicazione dei rivestimenti e dell’eventuale presenza a contatto di una superficie isolante (soletta in calcestruzzo, etc.). Prospetto 4 della UNI 9503 UNP UAP 20 Fattori di sezione Nel caso in cui una porzione della sezione trasversale dell’elemento risulti inglobata in un altro elemento costruttivo a bassa conducibilità termica (soletta in cls armato, parete in muratura, etc.), il fattore di sezione si calcola tra la superficie dell’elemento esposta all’incendio e il volume della quota parte di elemento non inglobata nell’altro elemento costruttivo. Nelle tabelle tratte dal prospetto 4 della UNI 9503 sono riportati i valori del fattore di sezione dei principali profilati: Prima parte Definizioni e metodi IPE IPEA 21 Prima parte Definizioni e metodi INP 22 Prima parte Definizioni e metodi HEA HEAA 23 Prima parte Definizioni e metodi HEB HEM 24 Prima parte Definizioni e metodi HHD 25 Prima parte Definizioni e metodi UB 26 Prima parte Definizioni e metodi UB UC 27 Prima parte Definizioni e metodi Nel caso di sezioni in acciaio protette con rivestimenti isolanti, la temperatura raggiunta dall’elemento strutturale dipenderà, oltre che dalle caratteristiche dell’elemento stesso, anche dalle caratteristiche del rivestimento protettivo. All’interno dei metodi semplificati dell’eurocodice EN 1993-1-2 (nel dominio delle temperature) e nella UNI 9503, viene riportata la seguente formula per il calcolo della temperatura: (1) Per una distribuzione uniforme equivalente della temperatura nella sezione trasversale, l’incremento della temperatura Δea,t in un elemento isolato durante un intervallo di tempo Δt può essere ottenuto dalla seguente relazione: Δea,t = h A / V (e - e ) p p g,t a,t dp la ca (1 + q) / Δt - (eq/10-1)Δeg,t (ma Δea,t ≥ 0 se Δeg,t > 0) Con: q= c +l d A /V c ×l p p a a p p Per la determinazione dei valori dei parametri termo fisici dei materiali protettivi, il DM 16 febbraio 2007 si allinea a quanto esplicitamente riportato al punto 3.4.3 dell’eurocodice: 3.4.3 Fire protection materials (1) The properties and performance of fire protection materials used in design should have been assessed using the test procedures given in ENV 13381-1, ENV 13381-2, 13381-4 as appropriate. Essi devono quindi essere valutati durante la prova sperimentale specifica di riferimento e non è possibile utilizzare i valori tabulati contenuti all’interno della UNI 9503 con esclusione per i progetti presentati al competente Comando dei Vigili del Fuoco prima della loro data di fine validità (vedere nota sul regime transitorio nella seconda parte al capitolo 5 pagina 67). L’eurocodice, inoltre, suggerisce di riferirsi alla EN 13381-4 per determinare il ritardo nell’innalzamento della temperatura dell’elemento strutturale dovuto al contenuto di umidità eventualmente presente all’interno del protettivo. La UNI 9503, invece, fornisce una formula correttiva per la determinazione del tempo di ritardo. Dove: t"p/V t"p t7 tDa tDp tEp tÛU tea,t teg,t tÛeg,t thp tla tlp = è il fattore di sezione per gli elementi di acciaio isolati mediante materiale di protezione al fuoco; = è l'area appropriata del materiale di protezione al fuoco, per l'unità di lunghezza dell'elemento; ·JMWPMVNFEFMMhFMFNFOUPQFSVOJU°EJMVOHIF[[B = è il calore specifico dell'acciaio [J/kgK]; = è il calore specifico del materiale di protezione al fuoco [J/kgK]; = è lo spessore di un materiale di protezione al fuoco [m]; ·MhJOUFSWBMMPEJUFNQP<T> = è la temperatura dell'acciaio al tempo t ; = è la temperatura ambientale del gas al tempo t ; = è l’incremento della temperatura ambientale del gas durante l'intervallo di tempo Δt ; = è la conduttività termica del materiale di protezione al fuoco [W/mK]; = è la massa volumica dell'acciaio [kg/m3]; = è la massa volumica del materiale di protezione al fuoco [kg/m3]. (2) I valori di cp, hp e lp dovrebbero essere determinati come specificato nella sezione 3. (3) Si raccomanda che il valore di Δt non superi il valore di 30 secondi. 28 La condizione di collasso dell’elemento strutturale si raggiunge quando la resistenza a caldo, che decresce con l’aumentare della temperatura, è uguale all’effetto corrispondente alle azioni. Una volta determinata la temperatura dell’elemento strutturale in acciaio, non rimane che calcolare la temperatura critica, in corrispondenza della quale si verifica la condizione di collasso. Ancora una volta si sottolinea che tale concetto è chiaramente applicabile solo a quegli elementi caratterizzati da una distribuzione uniforme della temperatura. Il calcolo della temperatura critica può avvenire utilizzando le formule riportate nell’eurocodice EN 1993-1-2 e nella UNI 9503: Δe = 39,19 In a,cr Dove: μ 0 [ ] 1 -1 +482 0,9674 μ03,833 non deve essere inferiore a 0,013. μ = E /R 0 fi,d fi,d,0 Valide per profili di classe 1, 2 e 3, nell’ipotesi semplificativa di temperatura uniforme nella sezione, quando non sia richiesta la verifica di deformabilità della struttura e potendo escludere collassi per instabilità. Il coefficiente μ0 o coefficiente di utilizzazione al tempo 0 esprime il rapporto tra l’azione di progetto in caso d’incendio ed la corrispondente resistenza ad inizio incendio (al tempo 0). Di seguito si riporta la tabella 4.1 dell’eurocodice EN 1993-1-2 con alcuni valori della temperatura critica in funzione dei coefficienti di utilizzazione. Tali valori potrebbero subire qualche modifica a seguito della pubblicazione delle appendici nazionali. Prima parte Definizioni e metodi Nota: Gli annessi nazionali potranno fornire valori di default per la temperatura critica. μ0 ea,cr μ0 ea,cr μ0 ea,cr 0,22 711 0,42 612 0,62 549 0,24 698 0,44 605 0,64 543 0,26 685 0,46 598 0,66 537 0,28 674 0,48 591 0,68 531 0,30 664 0,50 585 0,70 526 0,32 654 0,52 578 0,72 520 0,34 645 0,54 572 0,74 514 0,36 636 0,56 566 0,76 508 0,38 628 0,58 560 0,78 502 0,40 620 0,60 554 0,80 496 Tabella 4.1 dell'eurocodice EN 1993-1-2: Temperatura critica a,cr in funzione del tasso di utilizzo μ0 29 Prima parte Definizioni e metodi Per i profili in classe 4 l’eurocodice raccomanda l’utilizzo di una temperatura critica pari a 350 °C. Sia per la UNI 9503 che per l’eurocodice EN 1993-1-2 è possibile ricavare curve che legano temperatura critica, fattori di sezione e i coefficienti di utilizzazione. Tali curve sono note come nomogrammi e rappresentano in forma grafica il metodo della temperatura critica per la progettazione al fuoco delle strutture metalliche. Di seguito si riporta a titolo d’esempio il nomogramma più noto contenuto all’interno della UNI 9503 (figura 1). Per la lettura del nomogramma si procede nel modo seguente: tQSJNBEJUVUUPTJEFUFSNJOBJMWBMPSFEJÑ0: tTJQBSUFEBMMBUPTJOJTUSPDPOJMWBMPSFEJÑ0 e si sale fino ad intersecare il valore di k cercato (fattore correttivo per tenere conto di una eventuale distribuzione non uniforme delle temperature, prodotto di due fattori che tengono conto rispettivamente della distribuzione non uniforme della temperatura nella sezione trasversale e lungo l’elemento stesso); tEBMQVOUPEJJOUFSTF[JPOFTJUSBDDJBVOBSFUUBPSJ[[POUBMFDIF incontra l’asse delle ordinate determinando il valore della temperatura critica; tOFMMBQBSUFEFTUSBTJQBSUFJOBTDJTTFDPOJMWBMPSFEFMMBDMBTTF di resistenza al fuoco desiderata, e intersecare con la retta orizzontale trovata sopra; tSJTQFUUPBMQVOUPEJJOUFSTF[JPOFTJQSFOEFJODPOTJEFSB[JPOF 30 la curva passante per il punto desiderato o quella immediatamente inferiore, in funzione che si tratti di elementi protetti o meno; tMBDVSWBQFSHMJFMFNFOUJOPOQSPUFUUJGPSOJTDFEJSFUUBNFOUFJM valore del fattore di sezione dell’elemento cercato; tQFSHMJFMFNFOUJQSPUFUUJJOWFDFJOEJWJEVBUBMBDVSWBTJGJTTBJM valore del fattore di sezione dell’elemento e si calcola quindi il valore dello spessore di protettivo da utilizzare, oppure si fissa lo spessore ed il tipo di protettivo e si calcola il fattore di sezione. Si vedrà in seguito, nella terza parte della Guida, quando saranno presentati i risultati relativi alle nuove prove sperimentali eseguite sui protettivi strutturali, che i parametri da utilizzare saranno sostanzialmente analoghi a quanto brevemente riportato come descrizione del metodo analitico. I dati sperimentali sono di utilizzo più semplice in quanto la loro elaborazione, atta a determinare lo spessore di protettivo in funzione di fattore di sezione e temperatura critica, sono eseguiti dal laboratorio. Lo scopo del metodo analitico è di permettere l’esame di un gran numero di casi differenti, dato che le prove sperimentali non possono coprire ogni singola applicazione. Tale metodo consente inoltre un dimensionamento più preciso degli spessori di protettivo in funzione della particolare forma dell’elemento strutturale, dello schema statico e delle condizioni di carico. Prima parte Definizioni e metodi Elementi in calcestruzzo armato (EN 1992-1-2 e UNI 9502) Gli elementi in calcestruzzo, in generale, presentano un buon comportamento nei confronti dell’incendio, impedendo l’innalzamento della temperatura interna per effetto della presenza di acqua, della bassa conducibilità termica e per gli spessori generalmente elevati. Per gli elementi in calcestruzzo, il calcolo analitico della resistenza al fuoco si effettua valutando la riduzione della capacità portante (R), indotta dal degrado con la temperatura delle proprietà meccaniche dei materiali. I meccanismi di collasso possono essere diversi: cedimento per flessione, per taglio, cedimento degli appoggi, ecc. Nella maggior parte dei casi la perdita della capacità portante è imputabile alla perdita di resistenza dell’acciaio d’armatura, soprattutto quando, in fase di progetto, non si sia tenuto conto esplicitamente dell’azione del fuoco e non si siano opportunamente sovradimensionati i copriferri. La UNI 9502 specifica, tra i principi base, che per gli elementi costruttivi può essere richiesta la resistenza al fuoco secondo i criteri R, E ed I, e cioè della capacità portante, tenuta ed isolamento. All’interno della UNI 9502 e dell’eurocodice EN 1992-1-2 vengono riportate le proprietà del calcestruzzo e degli acciai da armature per le alte temperature. Si rimanda allo studio di dettaglio delle norme citate per la determinazione delle suddette proprietà. Per la progettazione delle strutture in calcestruzzo, l’eurocodice EN 1992-1-2 introduce le seguenti scelte procedurali: 1. Utilizzo dei dati sperimentali o dei dati tabulati all’interno dell’eurocodice; 2. Metodi di calcolo semplificati per elementi strutturali specifici e dettagliati all’interno dell’eurocodice stesso; 3. Metodi avanzati di calcolo per simulare il comportamento di elementi strutturali, parti delle strutture o strutture intere. Il cedimento per crisi del calcestruzzo è più raro, in quanto generalmente gli spessori sono sufficientemente elevati da consentire agli strati più interni della sezione resistente un riscaldamento più graduale, facendo sì che la perdita di resistenza a compressione avvenga in tempi posticipati rispetto al cedimento delle armature. Ne risulta come siano maggiormente vulnerabili gli elementi con solo armatura superficiale o quelli molto snelli, che meno possono beneficiare della ridotta conduttività termica del calcestruzzo. 31 Prima parte Definizioni e metodi 1. Utilizzo dei tabulati L’eurocodice contiene un certo numero di tabelle per la verifica delle strutture in calcestruzzo in caso d’incendio. Come chiaramente evidenziato all’interno del capitolo 5 della EN 1992-1-1, le tabelle sono state sviluppate su basi empiriche e poi confermate da valutazioni sperimentali e teoriche. I dati contenuti sono da considerarsi, comunque, cautelativi e validi per i campi di conduttività termica riportati all’interno del capitolo 3. Nei paragrafi iniziali, compaiono anche i campi di validità e di applicabilità dei suddetti dati. L’utilizzo delle tabelle presuppone che siano rispettati alcuni limiti dimensionali in termini di spessore minimo e di copriferro, in precise condizioni di carico e di esposizione all’incendio. I dati tabulati derivano da alcune valutazioni, elaborate per la stesura delle tabelle stesse, mirate alla semplificazione dell’utilizzo dei dati ed a ridurre i parametri progettuali; tali sempli- ficazioni inducono all’impiego di soluzioni maggiormente conservative e, quindi, spesso economicamente sfavorevoli. L’utilizzo di ciascuna tabella, oltre alla verifica del loro campo di validità, presuppone il calcolo preliminare del coefficiente di utilizzo che, ricordiamo, rappresenta il rapporto tra l’azione che sollecita l’elemento stesso in condizioni d’incendio e la corrispondente resistenza a freddo. Si ricorda che l’utilizzo delle tabelle contenute all’interno dell’eurocodice, non costituisce un metodo tabellare in alternativa alle tabelle riportate all’interno del DM 16 febbraio 2007. Esse infatti rappresentano esclusivamente la risoluzione di metodi di calcolo sotto specifiche ipotesi di partenza e come tali devono essere considerate. Di seguito, a titolo di esempio, si riporta la tabella riguardante le solette contenuta all’interno dell’eurocodice. Table 5.8: Minimum dimensions and axis distances for reinforced and prestressed concrete simply supported one-way and two-way solid slabs Minimum dimensions (mm) Standard fire resistance slab thickness hs (mm) axis-distance a one way two way: 1,5 < Iy/Ix ≤ 2 Iy/Ix ≤ 1,5 1 2 3 4 5 REI 30 REI 60 REI 90 REI 120 REI 180 REI 240 60 80 100 120 150 175 10* 20 30 40 55 65 10* 10* 15* 20 30 40 10* 15* 20 25 40 50 Iy and Ix are the spans of a two-way slab (two directions at right angles) where Iy is the longer span. For prestressed slabs the increase of axis distance according to 5.2 (5) should be noted. The axis distance a in Column 4 and 5 for two way slabs relate to slabs supported at all four edges. Otherwise, they should be treated as one-way spanning slab. *Normally the cover required by EN 1992-1-1 will control. 32 Prima parte Definizioni e metodi Si rimanda al capitolo 5 della EN 1992-1-2 per la verifica delle tabelle disponibili, in funzione delle varie tipologie di elemento strutturale. Anche all’interno della UNI 9502 si trovano tabulati contenenti i dati per la verifica della capacità portante, inseriti all’interno delle verifiche con metodi semplificati, per cui non utilizzabili Prospetto A.1 della UNI 9502 ai fini del metodo tabellare così come specificato nel DM 16 febbraio 2007. Esse valgono per tempi di esposizione compresi fra 30 e 240 minuti e riportano gli spessori minimi di copriferro da utilizzare. Di seguito si riproduce la tabella riportata nell’appendice A della UNI 9502. Acciaio Tempo di esposizione t (min) Fuoco su un lato Fuoco su 2 lati Fuoco su 3 lati Fuoco sullo spigolo Per acciaio ordinario (tipo 1) 30 60 90 120 180 240 30 60 90 120 180 240 30 60 90 120 180 240 2,00 2,00 2,72 3,40 4,50 5,44 2,00 2,73 3,70 4,50 5,84 7,00 2,00 3,25 4,20 5,20 6,70 8,00 2,60 4,30 5,60 6,80 8,60 10,20 3,15 5,20 6,70 8,00 10,20 12,00 3,60 5,80 7,30 8,80 11,10 13,00 3,00 5,00 6,40 7,70 9,80 11,70 3,60 5,90 7,60 9,00 11,50 13,60 4,10 6,50 8,30 9,90 12,50 14,60 2,05 3,65 4,60 5,80 7,50 9,00 2,70 4,50 6,00 7,10 9,10 10,70 3,20 5,10 6,70 8,00 10,00 11,90 Distanze a (cm) dell’asse dell’acciaio dalla superficie esposta al fuoco Per barre (o cautelativamente per acciaio tipo 2) Per acciaio da precompressione 33 Prima parte Definizioni e metodi 2. Metodi semplificati per la resistenza al fuoco delle strutture di calcestruzzo armato I metodi semplificati consentono di verificare le singole membrature; vari sono gli approcci introdotti dall’eurocodice EN 1992-1-2 e nella UNI 9502, alle quali si rimanda per la trattazione completa dei singoli metodi e del loro campo di applicazione, mentre di seguito si riporta una breve descrizione del metodo dell’isoterma a 500 °C introdotto dalla EN 1992-1-2. Per prima cosa è necessario procedere alla realizzazione della mappatura termica della sezione dell’elemento strutturale: in altri termini significa determinare la distribuzione delle temperature all’interno dell’elemento stesso, dopo un certo periodo di esposizione al fuoco della superficie esterna. Generalmente le mappature termiche presuppongono che la trasmissione del calore avvenga solo nel piano che contiene la sezione 34 stessa, ritenendo trascurabili gli scambi di calore lungo l’asse dell’elemento. Le mappature si basano sull’integrazione dell’equazione di trasmissione del calore (Fourier) attraverso il metodo delle differenze finite, o degli elementi finiti, eseguita da software specializzati. Nell’appendice A dell’eurocodice si trovano le mappature termiche relative ad alcune sezioni di cemento armato esposte alla curva di incendio standard, determinate utilizzando il limite inferiore della conducibilità termica del calcestruzzo, nell’ipotesi di contenuto di umidità pari a 1,5 % e di emissività del calcestruzzo pari a 0,7. Di seguito a titolo di esempio si riportano le mappature relative alle solette e alle travi di dimensione 800x500 mm. Prima parte Definizioni e metodi Determinata la mappatura termica all’interno della sezione, il metodo consiste nel trascurare la resistenza offerta dal calcestruzzo che si trova a temperatura superiore a 500 °C ed effettuare le verifiche sulla sezione residua con i metodi tradizionali; si attribuisce la resistenza a temperatura normale alla parte di calcestruzzo che rimane sotto i 500 °C ed alle barre di arma- tura la resistenza che compete alla temperatura determinata tramite l’analisi termica effettuata sull’intera sezione. Anche all’interno della UNI 9502 sono riportati degli esempi di mappatura termica, ottenute risolvendo le equazioni della trasmissione del calore e che di seguito riportiamo. 35 Prima parte Definizioni e metodi Prospetto 1 della UNI 9502 Temperatura ec (°C) nelle solette piane esposte sull’intradosso (s = 30 cm) nelle quali si riportano le temperature raggiunte a diverse profondità dopo 30, 60, 90, 120, 180 e 240 minuti 36 Tempo di esposizione al fuoco t (min.) a (cm) 0 1 2 3 3,5 4 4,5 5 6 7 8 9 10 30 60 90 120 180 240 661 482 319 222 191 168 135 114 90 60 51 35 33 824 661 515 370 325 326 252 223 209 138 135 86 88 907 758 627 466 415 430 334 301 299 202 209 136 147 963 824 704 541 486 507 398 362 369 254 270 180 199 1039 914 811 648 594 617 498 458 474 335 366 251 284 1092 977 840 723 671 622 577 534 460 399 350 308 271 Prima parte Definizioni e metodi Prospetto 2 della UNI 9502 Mappatura termica su sezione a T Mappatura per Travi con sezione a T, in cui la sezione è suddivisa in una maglia regolare di 2x2 cm e la temperatura riportata è quella al centro dei quadratini. La temperatura in qualsiasi punto si può ottenere come interpolazione lineare dei valori del centro dei quadrati. (il tratteggio indica la superficie esposta al fuoco). 37 Prima parte Definizioni e metodi 38 Prima parte Definizioni e metodi Prospetto 3 della UNI 9502 Mappatura termica su sezione quadrata Mappatura per sezioni quadrate di 40 cm di lato, sempre al centro di quadratini di 2 cm di lato; la tabella può anche essere utilizzata per sezioni rettangolari o quadrate con lato maggiore di 40 cm. 39 Prima parte Definizioni e metodi Determinate le temperature all’interno della sezione, la condizione limite, che corrisponde al tempo di resistenza al fuoco, è individuata dal confronto tra carico applicato e capacità portante dell’elemento calcolata in funzione della temperatura raggiunta dall’elemento stesso. Sia all’interno dell’eurocodice EN 1992-1-2 che della UNI 9502 sono riportate le proprietà al variare della temperatura del calcestruzzo e dell’acciaio; si rimanda alla lettura delle norme per il loro approfondimento. Per semplicità e a titolo di esempio si riportano i grafici pubblicati dalla UNI 9502 che forniscono i coefficienti per la valutazione della diminuzione della resistenza caratteristica del calcestruzzo all’aumentare della temperatura (figura 1); e quella per la determinazione dei coefficienti per la valutazione della diminuzione della resistenza caratteristica dei tre tipi di acciaio all’aumentare della temperatura (figura 2). Oltre alla verifica della capacità portante in caso d’incendio (R), per gli elementi costruttivi in calcestruzzo armato, può essere richiesta anche la verifica del criterio dell’isolamento termico (I) e della tenuta (E). La verifica del criterio dell’Isolamento termico (I) può ritenersi soddisfatta quando, sulla superficie non esposta al fuoco, sono rispettate, per il tempo di esposizione richiesto, le seguenti condizioni: t5FNQFSBUVSBNBTTJNBOPOTVQFSJEJÈ$JMWBMPSFEFMMB temperatura al tempo 0; t-BUFNQFSBUVSBNFEJBOPOTVQFSJEJÈ$JMWBMPSFEFMMB temperatura al tempo 0. La verifica delle temperature raggiunte può essere eseguita tramite i valori ottenuti attraverso la mappatura termica. La verifica del criterio della tenuta (E) del singolo elemento, si può ritenere soddisfatta quando sono accertate le seguenti condizioni: t1SFTFO[BEJVOPTUSBUPDPOUJOVPFEVOJGPSNFEJDPOHMPNFSBUP cementizio armato con spessore pari almeno a 40 mm fino a 60 minuti di esposizione e pari ad almeno 50 mm per tempi di esposizione superiori; t1SFTFO[BEJBSNBUVSBEJGGVTBJOBNCFEVFMFEJSF[JPOJOFMMP strato di conglomerato sopra descritto, non inferiore a 1,5 kg/m2. In alternativa si può ricorrere alle tabelle contenute all’interno dell’eurocodice EN 1992-1-2 nella parte 5. Figura 1 Coefficienti kc (e) e kct (e) per la valutazione della diminuzione della resistenza caratteristica del conglomerato cementizio all’aumentare della temperatura Y 1,0 0,8 kc (e) 0,6 (c= compressione) kct (e) (ct= trazione) 0,4 0,2 0 0 200 400 600 800 1000 1200 X 800 1000 1200 X Figura 2 Coefficienti ks1 (e), ks2 (e), kb (e) e kp (e), per la valutazione della diminuzione della resistenza caratteristica dei tre tipi di acciaio all’aumentare della temperatura Y 1,0 0,8 kb (e) 0,6 ks1 (e) kp (e) 0,4 ks2 (e) 0,2 0 40 0 200 400 600 Prima parte Definizioni e metodi Elementi costruttivi in legno (EN 1995-1-2 e UNI 9504) In condizioni di incendio, il legno impiegato come elemento strutturale, si comporta in modo differente rispetto ai materiali analizzati in precedenza. La differenza maggiore consiste nel fatto che il legno è un materiale organico combustibile e, in caso d’incendio, partecipa alla combustione perdendo massa con velocità che fondamentalmente dipende dalla specie legnosa e dalle condizioni ambientali. Come noto, il legno, quando sottoposto ad un incendio, presenta una zona esterna carbonizzata, una zona di processo (o zona di pirolisi) ed una zona più interna integra non ancora coinvolta dal processo di combustione. Nella trattazione numerica prevista dall’eurocodice EN 1995-12 si assume che solo una porzione ridotta dello strato di processo o pirolisi non sia in grado di offrire alcuna proprietà meccanica come per lo strato esterno carbonizzato. In generale la perdita di capacità portante di un elemento strutturale in legno è principalmente associabile alla riduzione della sezione resistente. Inoltre si può anche affermare che la velocità di carbonizzazione per il legno strutturale è in generale sufficientemente bassa e costante nel tempo. In generale, dunque, la resistenza al fuoco di un elemento strutturale in legno è una proprietà direttamente attribuibile al materiale stesso che solo in alcuni casi estremi richiede l’utilizzo di materiali protettivi. Per quanto riguarda la determinazione delle proprietà meccaniche del legno, l’eurocodice 1995-1-2 e la UNI 9504 propongo- no due approcci differenti per la loro determinazione e si rimanda alla lettura integrale delle norme per la corretta determinazione dei valori necessari al calcolo. In questa sede non si entra nel merito di definire se un metodo risulta migliore di un altro, ma si sottolinea solamente di rispettare integralmente quanto previsto dal singolo codice di calcolo. Per quanto riguarda i metodi di calcolo, essi si basano fondamentalmente sulla determinazione della velocità di carbonizzazione. La UNI 9504, oltre alle procedure per la determinazione dei valori caratteristici partendo da idonee prove sperimentali, riporta anche i seguenti valori tabulati (vedi figura 3). Tali caratteristiche rappresentano la base di partenza per il calcolo della sezione efficace ridotta ed alla verifica della capacità portante allo stato limite ultimo di collasso con il metodo semiprobabilistico agli stati limite nella sezione efficace ridotta più sollecitata. L’eurocodice EN 1995-1-2 suddivide il calcolo dello spessore di carbonizzazione per strutture non protette e per strutture protette. Nel caso di strutture non protette il progettista, sotto alcune condizioni applicative specificate all’interno dell’eurocodice stesso, può procedere al calcolo utilizzando la procedura ad “avanzamento monodimensionale” oppure ad “avanzamento nominale”. Figura 3 Proprietà Tipo di legno massiccio lamellare* Resistenza a flessione 16,0 N/mm² da 18 a 24 N/mm² Resistenza a trazione parallela 10,0 N/mm² da 15 a 19 N/mm² Resistenza a trazione perpendicolare 0,3 N/mm² 0,4 N/mm² Resistenza a compressione parallela 15,0 N/mm² da 15 a 21 N/mm² Resistenza a compressione perpendicolare 5,5 N/mm² 5,5 N/mm² Resistenza a taglio 1,5 N/mm² 1,5 N/mm² Modulo di elasticità flessionale 8000 N/mm² da 9000 a N/mm² 10000 Modulo di elasticità tangenziale 500 N/mm² 500 N/mm² Velocità di penetrazione della carbonizzazione 0,9 mm/min 0,7 mm/min * La scelta dei valori di calcolo fra gli estremi dipende dalla garanzia di qualità del lamellare utilizzato. 41 Prima parte Definizioni e metodi Il calcolo dello spessore di legno carbonizzato avviene utilizzando le formule seguenti: dchar,0 = `0 t dchar,n Dove: . dchar,0 . . . . . . . . . . . . . . tt . t`0 . = è lo spessore di legno carbonizzato di progetto per carbonizzazione monodimensionale; = è la velocità di carbonizzazione di progetto monodimensionale per l’esposizione all’incendio normalizzato; = è il tempo di esposizione al fuoco. tEchar,0 Dove: tEchar,n t`n tt . . . dchar,n = `n t = è lo spessore di legno carbonizzato nominale di progetto, che include l’effetto di arrotondamento dell’angolo; = è la velocità di carbonizzazione nominale di progetto; = è il tempo di esposizione al fuoco. Per la determinazione della velocità di carbonizzazione l’eurocodice riporta la tabella seguente: `0 mm/min `n mm/min legno lamellare con densità caratteristica ≥ 290 kg/m3 0,65 0,7 3 0,65 0,8 legno duro massiccio o lamellare con densità caratteristica ≥ 290 kg/m3 0,65 0,7 legno duro massiccio lamellare con densità caratteristica ≥ 450 kg/m3 0,50 0,55 0,65 0,7 0,9a – a – a – Tipologia e caratteristiche a) Resinosi e faggio legno massiccio con densità caratteristica ≥ 290 kg/m b) Latifoglie c) LVL con densità caratteristica ≥ 480 kg/m3 d) Pannelli pannelli di legno compensato pannelli a base legno diverso dal compensato a 1,0 0,9 i valori si applicano a densità caratteristica di 450 kg/m3 e ad uno spessore del pannello di 20 mm; vedi 3.4.2(9) per altri spessori e densità. 42 Prima parte Definizioni e metodi Nel caso in cui l’elemento strutturale in legno sia protetto, l’eurocodice sottolinea che devono essere presi in considerazione i seguenti aspetti: t-BDBSCPOJ[[B[JPOFEFMMFHOPDPNJODJBDPOVODFSUPSJUBSEP t-JOJ[JPEFMMBDBSCPOJ[[B[JPOFQVÀBWWFOJSFQSJNBEFMDPMMBTTP del rivestimento protettivo; t%PQPJMDPMMBTTPEFMQSPUFUUJWPMBWFMPDJU°EJDBSCPOJ[[B[JPOF raggiunge valori superiori a quelli della norma fino all’istante in cui lo spessore carbonizzato raggiunge il valore che avrebbe raggiunto qualora non fosse presente il protettivo; t%PQPUBMFJTUBOUFMBWFMPDJU°EJDBSCPOJ[[B[JPOFBTTVNFJWB lori caratteristici della specie del legno. Per la determinazione di tutti i parametri caratteristici che servono a determinare le velocità di carbonizzazione e lo spessore di legno carbonizzato per le varie fasi sopra descritte, si rimanda all’analisi dell’eurocodice. Per la determinazione dei valori dei suddetti parametri, l’eurocodice fa riferimento a prove sperimentali descritte all’interno di norme armonizzate; in alternativa vengono fornite una serie di formule da applicare, che risultano conservative rispetto ai dati sperimentali. Di seguito si riportano i grafici rappresentativi delle proprietà caratteristiche del legno tabulate all’interno dell’eurocodice, a cui si rimanda per un approfondimento. 1. relazione tra elementi non protetti durante tutto il tempo di esposizione al fuoco e la velocità di carbonizzazione `n (o `0) 2. relazione tra elementi inizialmente protetti dopo la perdita di (di efficacia della) protezione dal fuoco: 2a. dopo che la protezione dal fuoco è caduta, l’inizio della carbonizzazione e l’incremento della velocità di carbonizzazione 2b. dopo che lo spessore di legno carbonizzato supera i 25 mm, la velocità di carbonizzazione si riduce al valore mostrato in tabella 3.1 1. relazione tra elementi non protetti durante tutto il tempo di esposizione al fuoco per le velocità di carbonizzazione indicate in tabella 3.1 3. relazione tra elementi inizialmente protetti con il tempo di perdita di efficacia della protezione dal fuoco t f ed il limite di tempo ta inferiore di quello dato dall’espressione (3.8b) 1. relazione tra elementi non protetti durante tutto il tempo di esposizione al fuoco per velocità di carbonizzazione `n (o `0) 2. relazione tra elementi inizialmente protetti quando la carbonizzazione ha inizio, prima della perdita di efficacia della protezione: 2a. la carbonizzazione inizia al minuto tch ad una velocità ridotta quando il protettivo è ancora efficace 2b. dopo il collasso del protettivo inizia la carbonizzazione ed incrementa la sua velocità 2c. dopo che la profondità di carbonizzazione supera i 25 mm, il tasso di carbonizzazione come indicato in tabella 3.1 43 Prima parte Definizioni e metodi Per quanto riguarda i metodi di calcolo, come per i casi precedenti, la EN 1995-1-2, prevede metodi semplificati e metodi di calcolo avanzati. I metodi semplificati sostanzialmente sono quelli della sezione ridotta e quello della riduzione delle proprietà meccaniche. Il metodo della sezione ridotta è quello forse più utilizzato e consiste nel determinare in modo approssimato la sezione ridotta di un elemento monodimensionale e nell’effettuare le verifiche strutturali su tale sezione attribuendole le proprietà meccaniche a freddo. Nel calcolo della sezione resistente si tiene conto anche della zona interna di processo (o di pirolisi) che, anche se non completamente degradata, si suppone non sia in grado di assolvere ai compiti strutturali. La sezione resistente viene dunque calcolata nel modo seguente: In conclusione si ricorda che in una struttura di legno esposta al fuoco un ruolo particolarmente importante è giocato dalle connessioni tra gli elementi, che possono rappresentare un punto vulnerabile delle strutture in caso d’incendio. Data la complessità delle analisi, l’eurocodice, al quale si rimanda interamente, adotta un metodo di tipo prescrittivo introducendo particolari costruttivi che devono essere applicati obbligatoriamente. def = dchar,n + k0d0 Con: d0 = 7 mm tEchar,n tL0 = si determina secondo l’espressione (3.2) o le regole indicate in 3.4.3. = è indicato in (2) e (3) Definizione della sezione trasversale residua e della sezione trasversale efficace dove: 1. superficie iniziale dell’elemento 2. limite della sezione trasversale residua 3. limite della sezione trasversale efficace Variazione del coefficiente k0 per: elementi non protetti ed elementi protetti con tch<= a 20 minuti elementi protetti con tch>= a 20 minuti 44 Prima parte Definizioni e metodi 7 Resistenza al fuoco Approccio prescrittivo: DM 09/03/2007 L’approccio prescrittivo nasce dall’esigenza di semplificare il problema della valutazione del comportamento strutturale in caso d’incendio e della compartimentazione antincendio di una costruzione. Con tale approccio il progettista segue delle regole stabilite, in alcuni casi, a priori dal legislatore che ha eseguito l’analisi di rischio, garantendo un certo grado di sicurezza, senza però conoscere l’analisi che non traspare dalla lettura delle regole tecniche. Il primo approccio prescrittivo era quello della vecchia Circolare 91 del 1961, che individuava 7 classi di resistenza al fuoco. Essa prevedeva il calcolo della classe dell’edificio sulla base della determinazione del carico d’incendio del compartimento e di un coefficiente riduttivo k che tenesse conto delle condizioni reali dell’incendio nel compartimento, del piano o dell’intero edificio. Con la pubblicazione del DM 09 marzo 2007 alcune cose sono state variate, sia dal punto di vista del calcolo sia dal punto di vista dell’approccio. Si procede prima con il calcolo del valore nominale del carico d’incendio specifico secondo la formula seguente: n ƙ gi Hi mi ƶi i=1 qf = A [MJ/m2] Dove: qf Hi mi si A = rappresenta la massa dell’i-esimo degli n materiali combustibili in [kg] = il potere calorifico inferiore dell’i-esimo materiale combustibile in [MJ/kg] = coefficiente che dipende dall’ efficienza della combustione (in genere posto uguale a 1 a vantaggio di sicurezza) = coefficiente che dipende dalla eventuale presenza di contenitori o protezioni che limitano il propagarsi del fenomeno della combustione al materiale i-esimo = superficie in pianta lorda del compartimento Una volta calcolato il valore nominale del carico d’incendio si passa alla determinazione del carico d’incendio specifico di progetto attraverso la formula seguente: qf,d = ƣ1 * ƣ2 * ƣn * qf [MJ/m2] Dove: qf = è il valore nominale del carico d’incendio specifico b1 = coefficiente che tiene conto della dimensione del compartimento = coefficiente che tiene conto della natura dell’attività b2 svolta nel compartimento bn = è un coefficiente somma di vari bi che tengono conto della presenza di eventuali misure di protezione attiva o passiva. Non si entra nel dettaglio dei valori che possono essere attribuiti ai vari coefficienti, ma si rimanda alla lettura delle tabelle presenti all’interno del decreto 9 marzo 2007, riportato in appendice. All’interno del DM 9 marzo 2007 sono riportate le prestazioni da richiedere ad una costruzione, in funzione degli obiettivi di sicurezza; i livelli individuati sono i seguenti: Livello 1: Nessun requisito specifico di resistenza al fuoco dove le conseguenze della perdita dei requisiti stessi siano accettabili o dove il rischio d’incendio sia trascurabile. Livello 2: Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo di tempo sufficiente all’evacuazione degli occupanti in luogo sicuro all’esterno della costruzione. Livello 3: Mantenimento dei requisiti di resistenza al fuoco per un periodo congruo con la gestione dell’emergenza. Livello 4: Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, un limitato danneggiamento della costruzione. Livello 5: Requisiti di resistenza al fuoco tali da garantire, dopo la fine dell’incendio, il mantenimento della totale funzionalità della costruzione stessa. All’interno del decreto si trovano, poi, le classi richieste in funzione del livello di prestazione. Nella prevenzione incendi la maggior parte delle attività ricade all’interno del livello di prestazione 3 per il quale il decreto fornisce le classi di resistenza al fuoco richieste in funzione del carico d’incendio specifico di progetto. Per un approfondimento delle questioni sopra riportate e per la completa comprensione si rimanda alla lettura integrale del testo del decreto. Il DM 9 marzo 2007 all’articolo 1 comma 1 definisce che “il presente decreto stabilisce i criteri per determinare le prestazioni di resistenza al fuoco che devono possedere le costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, ad esclusione delle attività per le quali le prestazioni di resistenza al fuoco sono espressamente stabilite da specifiche regole tecniche di prevenzione incendi.” Il DM del 16 febbraio 1982, a cui si affianca il DM 4 maggio 1998, riportano l’elenco delle attività soggette al controllo da parte dei Vigili del Fuoco. Per alcune di esse sono successivamente state pubblicate le regole tecniche specifiche, che rappresentano una guida precisa delle misure da adottare e in particolare per la resistenza al fuoco delle strutture e delle compartimentazioni. Di seguito si riporta l’elenco delle principali attività soggette per le quali è stata pubblicata la specifica regola tecnica e l’elenco delle principali norme orizzontali, che quindi sono applicabili a tutte le attività per le quali è previsto il controllo da parte dei Vigili del Fuoco ed il rilascio del Certificato di Prevenzione incendi. 45 Prima parte Definizioni e metodi Norme verticali Prescrizioni specifiche valide per singole attività soggette a prevenzione incendi. Nella tabella sottostante, oltre alle principali norme, sono riportate anche le disposizioni riguardanti la reazione e la resistenza al fuoco. Tipo di attività Norma prescrittiva Reazione al fuoco Reazione al fuoco Elemento Classe Elemento Classe 0 0 - Strutture - Compartimentazioni R/REI 60/90 REI 30/60/90/120/180 Autorimesse DM 01/02/1986 Norme di sicurezza antincendi per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili - Strutture - Compartimentazioni Abitazioni civili DM 16/05/1987 Norme di sicurezza antincendi per gli edifici di civile abitazione - Passaggi comuni 0 - Rivestimenti di passaggi 0/1 comuni - Strutture - Compartimentazioni R/REI secondo Circolare 91 REI 60/90/120 Metropolitane DM 11/01/1988 Norme di prevenzione incendi nelle metropolitane - Strutture - Rivestimenti 0 0/1 - Strutture - Compartimentazioni R/REI 120 REI 60/90/120 Edifici storici adibiti a musei, gallerie etc. DM 20/05/1992 Regolamento contenente norme di sicurezza antincendio per gli edifici storici ed artistici destinati a musei, gallerie, esposizioni e mostre - Rivestimenti 1 - Compartimentazioni di depositi REI 120 Scuole DM 26/08/1992 Norme di prevenzione incendi nell’edilizia scolastica - Atrii, corridoi, vie di fuga 1 (max 50%) 0 (il resto) - Rivestimenti 1 - Strutture R/REI 60/90 - Compartimentazioni REI 60 Alberghi DD.MM. 09/04/1994 e 06/10/2003 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l’esercizio delle attività ricettive turistico alberghiere - Atrii, corridoi, vie di fuga 1 (max 50%) 0 (il resto) - Rivestimenti, controsof- 1 fitti 0 - Condotte - Strutture - Compartimentazioni R/REI 30/45/60/90/120 REI 30/45/60/90/120 Edifici storici adibiti a biblioteche e archivi DPR 30/06/1995 Regolamento concernente norme di sicurezza antincendio per gli edifici di interesse storico-artistico destinati a biblioteche ed archivi - Atrii, corridoi, scale (materiali nuovi) - Compartimentazione di REI 120 depositi Impianti sportivi DM 18/03/1996 e 06/06/2005 Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio di impianti sportivi - Atrii, corridoi, vie di fuga 1 (max 50%) 0 (il resto) - Rivestimenti, controsof- 1 fitti - Strutture R/REI secondo Circolare 91 - Compartimentazioni REI 60/90 Impianti termici a gas DM 12/04/1996 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi - Pareti, cappe, strutture, condotte - Strutture - Compartimentazioni R/REI 30/60/120 REI 30/60/120 Locali di pubblico spettacolo DM 19/08/1996 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo - Atrii, corridoi, vie di fuga 1 (max 50%) 0 (il resto) - Rivestimenti, controsof- 1 fitti - Condotte 0 - Strutture R 60/90/120 REI 60/90 REI 30/60/90 Strutture sanitarie DM 18/09/2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private - Atrii, corridoi, vie di fuga 1 (max 50%) 0 (il resto) - Rivestimenti, controsof- 1 fitti - Condotte 0 - Strutture R/REI 30/60/90/120 - Compartimentazioni REI 30/60/90/120 - Vano corsa, locale macchinario, cabina ascensori antincendio - Cabina ascensori non antincendio 0 - Vano corsa, locale macchinario REI 60/90/120 DM 22/02/2006 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici - Atrii, corridoi, disimpegni, scale, rampe - Altri ambienti 1 (max 50%) 0 (il resto) 1 - Strutture R/REI 30/60/90/120 - Compartimentazioni EI 30/60/90/120 Impianti termici a combustibili liquidi DM 28/04/2005 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili liquidi - Pareti, cappe, strutture, condotte 0 - Strutture - Compartimentazioni R/REI 30/60/120 REI 30/60/120 Impianti termici a gas DM 12/04/1996 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per impianti termici alimentati da combustibili gassosi - Strutture - Compartimentazioni - Porte, cappe, condotte 0 0 0 - Strutture - Compartimentazioni - Strutture e disimpegno - Porte REI 60/120 REI 60/120 REI 30/120 REI 30/120 Ascensori DM 15/09/2005 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi Uffici NOTA BENE: 46 Reazione al fuoco Le nuove Euroclassi di reazione al fuoco per prodotti soggetti a Marcatura CE accettate nelle attività soggette sono riportate nel DM 15/03/2007 (articoli 2 e 4): vedi Appendice. 0 0 - Compartimentazioni 1 Resistenza al fuoco Laddove le prestazioni di resistenza al fuoco non sono espressamente stabilite da specifiche regole tecniche, esse vanno determinate secondo i criteri stabiliti dal DM 09/03/2007 (articolo 1): vedi Appendice. Prima parte Definizioni e metodi Norme orizzontali Prescrizioni a carattere generale valide per tutte le attività soggette a prevenzione incendi: Circolare del Ministero dell’Interno 91 del 14/09/196 Norme di sicurezza per la protezione contro il fuoco dei fabbricati a struttura in acciaio destinati ad uso civile DM 16/02/1982 Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi DPR 29/07/1982 n. 577 Approvazione del regolamento concernente l’espletamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza antincendi Circolare del Ministero dell’Interno 52 del 20/11/1982 DM 16/02/1982 e DPR 29/07/1982 – Chiarimenti DM 30/11/1983 Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi Legge 07/12/1984 n. 818 Nullaosta provvisorio per le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, modifica degli articoli 2 e 3 della legge 4 marzo 1982, n. 66, e norme integrative dell’ordinamento del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco DM 26/06/1984 e DM 03/09/200 Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi DM 14/01/1985 Attribuzione ad alcuni materiali della classe di reazione al fuoco 0 (zero) prevista dall’allegato A1.1 al decreto ministeriale 26 giugno 1984, «Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fine della prevenzione incendi» DM 25/03/1985 Procedure e requisiti per l’autorizzazione e l’iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell’Interno di cui alla legge 7 dicembre 1984, n. 818 DM 26/03/1985 Procedure e requisiti per l’autorizzazione e l’iscrizione di enti e laboratori negli elenchi del Ministero dell’Interno di cui alla legge 7 dicembre 1984, n. 818 DM 06/03/1992 Norme tecniche e procedurali per la classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei prodotti vernicianti ignifughi applicati su materiali legnosi DM 14/12/1993 e DM 21/06/2004 Norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco ed omologazione di porte ed altri elementi di chiusura DPR n. 37 12/01/1998 Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell’articolo 20 , comma 8, della Legge 15/03/1997, n. 59 DM 04/05/1998 Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l’avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all’uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco Lettera del Ministero dell’Interno prot. n. P130/4101 sott. 72/E del 31/01/2001 Modelli di certificazioni e dichiarazioni da allegare alla domanda di sopralluogo ai fini del rilascio del C.P.I. Lettera-Circolare del Ministero dell’Interno prot. n. DCPST/A5/283/FR del 16/01/2004 Controsoffitti per strutture resistenti al fuoco - Chiarimenti sull’impiego di controsoffitti certificati ai sensi della Circolare M.I.S.A. del 14 settembre 1961 n. 9 Lettera-Circolare del Ministero dell’Interno prot. n. P559/4101 sott. 72/E.6 del 22/03/2004 Aggiornamento della modulistica di prevenzione incendi DPR n. 200 10/06/2004 Regolamento recante modifiche al DPR 29/07/1982 n. 577 DM 10/03/2005 Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d'incendio. DM 15/03/2005 Requisiti di reazione al fuoco dei prodotti da costruzione installati in attività disciplinate da specifiche disposizioni tecniche di prevenzione incendi in base al sistema di classificazione europeo Lettera-Circolare del Ministero dell’Interno prot. CCPST n. 5714 del 04/07/2006 Disposizioni comunitarie riguardanti la sicurezza in caso d’incendio. Nota informativa sulla direttiva 89/106/CEE sui “Prodotti da costruzione”. Indicazioni applicative DM 16/02/2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione DM 09/03/2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco DM 09/05/2007 Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio Lettera-Circolare del Ministero dell’Interno prot. n. 4921 del 17/07/2007 Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio - DM 09/05/2007 - Primi indirizzi applicativi Lettera-Circolare del Ministero dell’Interno prot. n. 1968 del 15/02/2008 Pareti di muratura portanti resistenti al fuoco 47 Prima parte Definizioni e metodi 8 Resistenza al fuoco Approccio prestazionale: DM 09/05/2007 L’approccio prestazionale prevede che il progettista si faccia carico dell’analisi del rischio d’incendio e che preveda gli opportuni interventi atti a minimizzarlo e/o contrastarlo. In particolare esso “richiede che venga eseguita una accurata simulazione del tipo di incendio che ragionevolmente può prodursi nell’attività e valutare, attraverso le conoscenze tecniche e scientifiche acquisite, i diversi eventi che esso è in grado di provocare durante il suo sviluppo. Una corretta esecuzione delle procedure di ingegneria della sicurezza antincendio prevede l’acquisizione da parte del tecnico di dettagliate informazioni sulle caratteristiche dell’edificio a rischio d’incendio, sulla tipologia e distribuzione nei locali delle varie sostanze combustibili, sulle prestazioni dei vari impianti in esso contenuti, nonché sul numero e suddivisione delle persone presenti nei vari ambienti; successivamente, dovranno essere individuati, in modo quanto più verosimile, i peggiori scenari d’incendio che possono realmente verificarsi nell’attività a rischio d’incendio e valutare le relative conseguenze. Bisogna rilevare che l’applicazione del metodo prestazionale non è immediata come quello prescrittivo, nel quale il rispetto di determinate prescrizioni e l’interpretazione delle disposizioni di sicurezza risultano più semplici, poiché richiede particolari conoscenze da parte del tecnico” (A. La Malfa, Ingegneria della Sicurezza Antincendio). La differenza fondamentale tra i due approcci è la seguente: nel caso del prescrittivo esistono delle regole tecniche da applicare, regole che nascono dall’analisi del rischio eseguita dal normatore, mentre nel caso del prestazionale è il progettista che esegue tale analisi valutando differenti scenari d’incendio, individuando quelli più critici. Sulla base dei risultati ottenuti, 48 applicando i vari metodi di simulazione disponibili, quest’ultimo esegue la progettazione dell’opera. Alcune recenti disposizioni legislative, che riguardano prevalentemente la sfera di competenza dei progettisti, contemplano la possibilità di utilizzare il metodo prestazionale: DM 09/03/2007: Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. DM 09/05/2007: Direttive per l’attuazione dell’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio. DM 09/03/2007 (in vigore dal 25/09/2007) − Abrogazione della Circolare 91 del 14/09/1961 − Nuove definizioni del carico d’incendio − Introduzione del criterio prestazionale invece del prescrittivo per attività non normate e per quelle soggette a deroga − Livelli di prestazione da richiedere alle costruzioni. DM 09/05/2007 (in vigore dal 20/08/2007) − Procedure alternative per la sicurezza antincendio in caso di attività non normate o di deroghe − Istituzione di un Osservatorio per l’approccio ingegneristico alla sicurezza antincendio − Definizioni specifiche per l’approccio ingegneristico − Indicazioni per l’analisi preliminare e per quella quantitativa − Documentazione da produrre. Quest’ultimo decreto è stato già integrato dalla Lettera-Circolare prot. 4921 del 17/07/2007 (Primi indirizzi applicativi). Prima parte Definizioni e metodi 9 Riferimenti normativi L’ISO (International Standard Organization) definisce come norme: “specifiche tecniche, accessibili al pubblico, messe a punto con la cooperazione ed il consenso o l’approvazione generale di tutte le parti interessate, fondate sui risultati congiunti della scienza, della tecnologia e dell’esperienza, mirati al vantaggio ottimale della comunità nel suo insieme ed approvate da un organismo qualificato sul piano nazionale, regionale od internazionale”. Per “norme volontarie” si intendono quelle disposizioni tecniche emanate da enti di normazione, in genere nazionali, come in Italia l’UNI con sede a Milano, le quali hanno la caratteristica peculiare di essere non obbligatorie (a meno che non vengano poi recepite mediante atti legislativi), ma che comunque riflettono lo stato dell’arte per quanto riguarda lo specifico settore; infatti aderiscono a tali enti (in Italia come all’estero), ministeri, industrie, associazioni, professionisti, laboratori, portando ciascuno il proprio contributo di conoscenze ed esperienze nell’emanazione di norme. Nel campo della sicurezza in caso d’incendio, in ambito UNI le norme vengono elaborate dalla Commissione Comportamento all’Incendio, la quale coordina vari Gruppi Lavoro specifici: Resistenza all’Incendio, Reazione al Fuoco, Protezione Attiva, Ingegneria della Sicurezza Antincendio, Pericoli di Tossicità in caso d’Incendio. Per “norme cogenti” (dette anche regole tecniche) si intendono disposizioni legislative (leggi, decreti, etc.) nazionali che rendono obbligatorie talune prescrizioni inerenti attività soggette al controllo da parte dell’autorità, che in Italia è il Ministero dell’Interno, attraverso il Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile e, in particolare, la Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica. Diamo di seguito un elenco (generale e non esaustivo) delle principali norme volontarie riguardanti le problematiche connesse con la prevenzione incendi ed in generale con il comportamento al fuoco dei materiali. Norme volontarie ISO GUIDE 52 Glossary of fire terms and definitions ISO 834-1 Fire-resistance tests-elements of building construction; Part 1: General requirements for fire-resistence testing UNI 7677 Prove al fuoco; termini e definizioni UNI 7678 Prove di resistenza al fuoco; elementi costruttivi UNI 9177 Classificazione di reazione al fuoco dei materiali combustibili UNI 9723 Resistenza al fuoco di porte ed altri elementi di chiusura; prove e criteri di classificazione UNI 9502 Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso UNI 9503 Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi in acciaio UNI 9504 Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di legno UNI 9796 Reazione al fuoco dei prodotti vernicianti ignifughi applicati su materiali legnosi; metodo di prova e classificazione UNI EN 1991-1-2 Azioni sulle strutture esposte al fuoco UNI EN 1992-1-2 Progettazione contro l’incendio delle strutture di calcestruzzo UNI EN 1993-1-2 Progettazione contro l’incendio delle strutture di acciaio UNI EN 1994-1-2 Progettazione contro l’incendio delle strutture miste acciaio calcestruzzo UNI EN 1995-1-2 Progettazione contro l’incendio delle strutture di legno UNI EN 1996-1-2 Progettazione contro l’incendio delle strutture di muratura UNI EN 1999-1-2 Progettazione contro l’incendio delle strutture di alluminio 49 Prima parte Definizioni e metodi 10 Direttiva europea 89/106/CEE sui prodotti da costruzione: la marcatura CE Il processo di integrazione fra i vari paesi membri dell’Unione Europea, in atto da tempo (il Trattato di Roma risale al 1957), ha subito negli ultimi anni una forte accelerazione. Senza addentrarci troppo nel macrocosmo della normazione comunitaria, ci si limiterà a citare ciò che concerne il settore d’interesse di quest’opera, e cioè i prodotti da costruzione. Al fine di garantire la libera circolazione di beni e servizi in questo fondamentale settore di attività, l’allora Consiglio delle Comunità Europee emanò alla fine degli anni ottanta la “Direttiva del 21/12/1988 relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti i prodotti da costruzione (89/106/CEE)”. Successivamente la 89/106 è stata lievemente modificata dalla “Direttiva 93/68/CEE del 22/07/1993”. Si ricorda che una direttiva è una disposizione generale vincolante, a cui ogni paese deve adeguare il proprio ordinamento legislativo. Nel caso specifico questa direttiva definisce i requisiti fondamentali a cui devono rispondere i prodotti da costruzione e cioè: 1. Resistenza meccanica e stabilità 2. Sicurezza in caso d’incendio 3. Igiene, salute e ambiente 4. Sicurezza nell’impiego 5. Protezione contro il rumore 6. Risparmio energetico e ritenzione di calore Per la specifica definizione dei requisiti e le loro applicazioni, la direttiva rimanda a successivi “Documenti interpretativi”. In Italia la Direttiva “Prodotti da costruzione” è stata recepita mediante il DPR n. 246 del 21/04/1993 “Regolamento di attuazione della direttiva 89/106/CEE relativa ai prodotti da costruzione” e dal DPR n. 499 del 10/12/1997 “Regolamento recante norme di attuazione della direttiva 93/69/CEE per la parte che modifica la direttiva 89/106/CEE in materia di prodotti da costruzione". L’articolo 13 e l’Allegato III della direttiva dispongono l’applicazione della marcatura CE sui prodotti testati secondo metodologie di prova armonizzate; la marcatura CE garantisce che il prodotto risponde a requisiti minimi comuni a tutta l’Unione Europea, permettendone così la commercializzazione in tutto il territorio dell’Unione. Per quanto riguarda il requisito n. 2 in particolare, nel campo della resistenza al fuoco e della reazione al fuoco, le norme sono state oggetto di studio e discussione nell’ambito del CEN (Comitato Europeo di Normazione), in particolare nel TC 127 il Comitato Tecnico che ha ricevuto dalla Commissione Europea il mandato di elaborare e pubblicare le norme europee (EN) armonizzate, cioè realizzate con il contributo di tutti i paesi membri, i quali sono poi tenuti a recepirle nei loro ordinamenti. Il CEN, costituito dai rappresentanti degli enti normatori nazionali, ha incontrato numerose difficoltà nel mettere a punto metodi di prova e classificazione che tenessero conto delle esigenze di tutti i paesi membri; questi ultimi dovranno in futuro abbandonare i propri metodi nazionali per adottare quelli europei. In Italia la normazione europea viene seguita dalla Commissione Comportamento all’Incendio dell’UNI, di concerto con i rappresentanti del Ministero dell’Interno. Diamo di seguito l’elenco delle norme già approvate dal CEN/TC 127 ed in corso di pubblicazione (alcune sono anche state già recepite dall’UNI). Successivamente il Ministero dell’Interno rende cogenti e quindi operative tali norme mediante propri decreti; nel settore della resistenza al fuoco ciò è avvenuto mediante il già citato DM 16/02/2007, in precedenza la norma UNI EN 1634-1 (porte tagliafuoco) è stata recepita mediante il DM 21/06/2004, mentre nel settore della reazione al fuoco i DD.MM. 10/03/2005, 15/03/2005 e 25/10/2007 hanno disciplinato la materia per quei prodotti soggetti alla marcatura CE in funzione della pubblicazione della norma di prodotto specifica. Comportamento al fuoco UNI EN ISO 13943 Sicurezza in caso di incendio - Vocabolario Reazione al fuoco 50 UNI EN 13501-1 Classificazione al fuoco dei prodotti da costruzione – Parte 1: classificazione in base ai risultati delle prove di reazione al fuoco UNI EN ISO 1182 Prova di non combustibilità UNI EN ISO 1716 Determinazione del potere calorifico UNI EN 13823 Prodotti da costruzione eccetto i pavimenti esposti ad attacco termico da parte di un singolo oggetto che brucia (SBI) UNI EN ISO 11925-2 Prova di accendibilità con piccola fiamma EN ISO 9239-1 Pavimenti – Determinazione del comportamento al fuoco usando una sorgente di calore radiante UNI EN 13238 Procedure di condizionamento Prima parte Definizioni e metodi Resistenza al fuoco UNI EN 13501-2 Classificazione al fuoco dei prodotti da costruzione – Parte 2: classificazione in base ai risultati delle prove di resistenza al fuoco esclusi i sistemi di ventilazione UNI EN 13501-3 Classificazione al fuoco dei prodotti da costruzione – Parte 3: classificazione in base ai risultati delle prove di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi impiegati in impianti di fornitura servizi: condotte e serrande resistenti al fuoco UNI EN 13501-4 Classificazione al fuoco dei prodotti da costruzione – Parte 3: classificazione in base ai risultati delle prove di resistenza al fuoco di componenti dei sistemi di controllo del fumo UNI EN 1363-1 Prove di resistenza al fuoco – Requisiti generali UNI EN 1363-2 Prove di resistenza al fuoco – Procedure alternative e aggiuntive UNI EN 1364-1 Elementi non portanti – Pareti UNI EN 1364-2 Elementi non portanti – Soffitti UNI EN 1365-1 Elementi portanti – Pareti UNI EN 1365-2 Elementi portanti – Solai e tetti UNI EN 1365-3 Elementi portanti – Travi UNI EN 1365-4 Elementi portanti – Pilastri UNI EN 1365-5 Elementi portanti – Balconi e passerelle UNI EN 1366-1 Installazioni di servizio – Condotte di ventilazione UNI EN 1366-2 Installazioni di servizio – Serrande tagliafuoco UNI EN 1366-3 Installazioni di servizio – Sigillatura degli attraversamenti UNI EN 1366-4 Installazioni di servizio – Sigillatura dei giunti lineari UNI EN 1366-5 Installazioni di servizio – Condotte di servizio e cavedi UNI EN 1366-6 Installazioni di servizio – Pavimenti sopraelevati e pavimenti cavi UNI EN 1366-7 Installazioni di servizio – Nastri trasportatori e loro chiusure UNI EN 1366-8 Installazioni di servizio – Condotte di estrazione fumo UNI EN 1634-1 Porte ed altri elementi di chiusura UNI EN 1634-3 Porte ed altri elementi di chiusura a tenuta di fumo UNI CEN/TS 13381-1 Contributo alla resistenza al fuoco – Membrane protettive orizzontali UNI ENV 13381-2 Contributo alla resistenza al fuoco – Membrane protettive verticali UNI ENV 13381-3 Contributo alla resistenza al fuoco – Protezione applicata a elementi in calcestruzzo UNI ENV 13381-4 Contributo alla resistenza al fuoco – Protezione applicata a elementi in acciaio UNI ENV 13381-5 Contributo alla resistenza al fuoco – Protezione applicata ad elementi compositi di calcestruzzo/lastre profilate di acciaio UNI ENV 13381-6 Contributo alla resistenza al fuoco – Protezione applicata a colonne cave di acciaio riempite con calcestruzzo UNI ENV 13381-7 Contributo alla resistenza al fuoco – Protezione applicata ad elementi di legno UNI EN 13381-8 Contributo alla resistenza al fuoco – Protezione reattiva applicata a elementi in acciaio Per quanto riguarda le prove, esse vanno eseguite presso laboratori appartenenti all’elenco degli “Enti notificati” dell’Unione Europea; i laboratori dovranno quindi essere notificati sia per settore di attività (requisito 2), sia per ogni norma di prodotto per la quale vorranno eseguire le prove. In Italia è il Ministero dell’Interno che ha il compito di verificare che i laboratori siano idonei, e di comunicare a Bruxelles il parere favorevole alla notifica. 51 Prima parte Definizioni e metodi Bisogna comunque tenere presente che, per applicare la procedura per la marcatura CE di un prodotto, non è sufficiente che sia disponibile la norma di prova; infatti è necessario che anche la norma specifica relativa a quel determinato prodotto sia stata emanata dal CEN, e pubblicata sulla GUCE (Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea). Per quanto riguarda i prodotti commercializzati dal gruppo Gyproc Saint-Gobain, nella tabella sottostante riportiamo l’e- lenco di alcune norme di prodotto e la data di inizio dell’obbligatorietà della marcatura CE; per le norme riguardanti i prodotti a base gesso il comitato tecnico che le ha elaborate è il CEN/TC 241, la cui segreteria è di competenza dell’AFNOR, l’ente di normazione francese. Vi sono altre norme allo studio ma al momento non sono ancora state emanate come EN, per cui non è possibile prevedere i tempi di applicazione della marcatura CE. Norme di prodotto ai fini della marcatura CE Norma Titolo Inizio obbligo marcatura CE EN 998-1 Specifiche per malte per opere murarie – Parte 1: Malte per intonaci interni ed esterni 01/02/2005 EN 998-2 Specifiche per malte per opere murarie – Parte 2: Malte da muratura 01/02/2005 EN 13279 Leganti e intonaci a gesso 01/04/2007 EN 520 Lastre in gesso rivestito – Definizioni, requisiti e metodi di prova 01/03/2007 EN 14195 Componenti metallici dei telai per sistemi in lastre di gesso rivestito – Definizioni, requisiti e metodi di prova 01/01/2007 EN 13963 Stucchi per giunti di lastre in gesso rivestito – Definizioni, requisiti e metodi di prova 01/03/2007 EN 14190 Prodotti di trasformazione secondaria di lastre di gesso rivestito 01/04/2007 EN 13950 Lastre di gesso rivestito accoppiate con pannelli isolanti termo-acustici 01/09/2007 EN 14496 Adesivi a base gesso per pannelli accoppiati termo-acustici e lastre di gesso rivestito 01/09/2007 EN 14246 Elementi in gesso per controsoffitti 01/04/2008 DIRETTIVA 89/106/CEE · · MANDATI DELLA COMMISSIONE EUROPEA CEN CEN/TC 241 (Prodotti di gesso e a base di gesso) CEN/TC 127 (Sicurezza in caso d’incendio in edilizia) NORME DI PRODOTTO NORME DI PROVA E CLASSIFICAZIONE (reazione e resistenza al fuoco) MARCATURA CE DEL PRODOTTO MINISTERO DELL’INTERNO DISPOSIZIONI LEGISLATIVE 52 Prima parte Prescrizioni legislative Prima parte 11 Prescrizioni legislative Il certificato di prevenzione incendi (CPI) Senza volerci addentrare troppo nella storia legislativa della Prevenzione Incendi, si ritiene utile richiamare solo gli strumenti normativi attualmente di principale interesse e di immediata attuazione per gli operatori del settore. L’istituzione del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) risale al DPR n. 577 del 29/07/1982 “Approvazione del regolamento concernente l'espletamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza antincendi”, poi aggiornato mediante il DPR n. 200 del 10/06/2004 “Regolamento recante modifiche al DPR 29/07/1982 n. 577”. Il DM 16/02/1982 “Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi”, come il titolo fa chiaramente intendere, riporta l’elenco di tutte le situazioni (attività) per le quali è prevista la rispondenza a precise prescrizioni di sicurezza ai fini antincendio. In seguito a tale decreto, nel corso degli anni sono stati pubblicati numerosi decreti contenenti le prescrizioni da osservare obbligatoriamente per ogni tipologia di attività; l’elenco dei principali è riportato successivamente. Il DM 04/05/1998, “Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l’avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all’uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco”, è il regolamento più recente che riassume tutte le disposizioni precedenti relativamente agli adempimenti necessari per ottenere il Certificato di Prevenzione Incendi (CPI) da parte del Comando dei Vigili del Fuoco competente per territorio; sono previste cinque possibilità riportate nei primi cinque articoli del decreto: 1. Domanda di parere di conformità sui progetti 2. Domanda di sopralluogo ai fini del rilascio del CPI 3. Dichiarazione di inizio attività 4. Domanda di rinnovo del CPI 5. Domanda di deroga Attività soggette Richiesta parere di conformità Parere contrario Parere favorevole Nuova soluzione progettuale Realizzazione delle opere Richiesta sopralluogo Esito positivo Esito negativo Rilascio CPI Adeguamento dell'attività a progetto e prescrizioni Attività non subisce modifiche Attività subisce modifiche Rinnovo CPI 53 Prima parte Prescrizioni legislative Relativamente agli scopi di questa pubblicazione, ci si soffermerà solamente sugli aspetti più prettamente tecnici, e in particolare sulla documentazione tecnica da allegare alla domanda di cui al caso 2), riportata nell’Allegato II al DM 04/05/1998, relativa ai materiali utilizzati che devono rispondere alle prescrizioni di reazione e resistenza al fuoco. Tale documentazione è stata codificata in una modulistica standard resa operativa mediante Lettera del Ministero dell’Interno prot. n. P130/4101 sott. 72/E del 31/01/2001, in seguito aggiornata dalla Lettera-Circolare prot. n. P559/4101 sott. 72/E.6 del 22/03/2004 e infine con lettera circolare prot. n. P515/4104 sott. 72/E.6 del 24/4/2008 che ha ulteriormente aggiornato la modulistica allineandola alle disposizioni del DM 16/02/2007. La lettera circolare del 24/04/2008 riguarda la modulistica da allegare alla domanda di sopralluogo ai fini del rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi (CPI). Ferme restando le prescrizioni previste dal DM 04/05/1998, ora i modelli da presentare sono i seguenti: t NPECERT.REI.-2008 - certificazione di resistenza al fuoco di prodotti/elementi costruttivi in opera (con esclusione delle porte e degli elementi di chiusura); t NPEDICH.PROD.-2008 - Dichiarazione inerente i prodotti impiegati ai fini della reazione al fuoco e della resistenza al fuoco ed i dispositivi di apertura delle porte; t NPEDICH.IMP.-2008 - dichiarazione di corretta installazione e funzionamento dell’impianto (non ricadente nel campo di applicazione del DM 22 gennaio 2008, n. 37); t NPECERT.IMP.-2008 - certificazione di corretta installazione e funzionamento dell’impianto. Una volta classificato correttamente il prodotto da costruzione è necessario attestare che il prodotto installato sia conforme all’impiego previsto, sia in termini dei requisiti prescrittivi per la costruzione, che in termini di corretta posa in opera; in particolare, nel caso della resistenza al fuoco, si deve classificare la classe di resistenza al fuoco del prodotto in opera e dichiararne la rispondenza alle specifiche riguardanti la corretta esecuzione o installazione. La stessa cosa si può affermare per un prodotto marcato CE: la marcatura attesta la conformità del prodotto ad essere immesso sul mercato e alla sua libera circolazione, ma è necessario che un professionista tecnico abilitato ne certifichi l’idoneità all’utilizzo specifico. La lettera circolare del 2008 modifica sostanzialmente la modulistica da presentare per la richiesta del sopralluogo ai fini 54 del rilascio del CPI, semplificandola rispetto alla precedente, ma soprattutto viene ampliato il concetto di certificazione: essa si riferisce infatti al prodotto/elemento in opera così come è stato realizzato. La resistenza al fuoco può essere valutata secondo uno dei tre metodi di valutazione introdotti al capitolo 6, sperimentale, analitico e tabellare. Tali valutazioni saranno riportate all’interno di una relazione tecnica che servirà al professionista incaricato della certificazione finale per valutare che l’elemento in opera sia stato realizzato rispettando le condizioni riportate all’interno della relazione tecnica stessa. A questo punto il professionista compilerà in tutte le sue parti il modello CERT.REI.2008, seguendo le indicazioni riportate all’interno del modello stesso. Dopo aver accertato che i prodotti impiegati in opera rispondono alle prestazioni richieste nel progetto approvato, analizzate le informazioni e le procedure fornite dal produttore e verificata la corretta posa in opera, il professionista, iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno di cui alla legge 818/1984, procede alla stesura del modello DICH.PROD.2008. Considerato che diversi sono i riferimenti normativi riferiti a differenti tipologie di prodotto (resistenza al fuoco, prodotti omologati, prodotti con marcatura CE), la lettera circolare del 2008 individua i casi seguenti: a) Prodotti omologati per i quali deve essere fornita la dichiarazione di conformità e la dichiarazione di corretta posa in opera; b) Prodotti marcati CE per i quali deve essere fornita la copia dell’etichettatura (o dichiarazione di conformità CE o certificazione di conformità CE, redatte secondo le indicazioni riportate in allegato alla norma armonizzata di riferimento), documentazione di accompagnamento alla marcatura CE (riportante le caratteristiche prestazionali e le particolari condizioni per l’impiego del prodotto) e dichiarazione di corretta posa in opera; c) Prodotti classificati per la reazione al fuoco non ricadenti nei casi a) e b) per i quali deve essere fornita la copia del certificato di prova ai sensi dell’art. 10 del DM 26/6/1984 e dichiarazione di corretta posa in opera; d) Prodotti classificati per la resistenza al fuoco o che contribuiscono alla resistenza al fuoco di elementi strutturali non ricadenti nei casi a) e b) per i quali sono richiesti il modulo CERT.REI.2008 e la dichiarazione di corretta posa in opera. La documentazione a supporto segnalata è svincolata da qualsiasi formato. Prima parte Prescrizioni legislative Di seguito si riportano due tabelle riassuntive relative agli adempimenti per il professionista ed il produttore. Tipo di valutazione o classificazione Certificazione di resistenza al fuoco del prodotto/elemento costruttivo Dichiarazione inerenti i prodotti impiegati ai fini della reazione e della resistenza al fuoco ed i dispositivi di apertura delle porte Soggetto che produce la certificazione Riferimento normativo Sperimentale Professionista iscritto Norme EN riportate nel DM 16.02.2007, norme di prodotto armonizzate e fascicolo tecnico Tabellare Professionista DM 16.02.2007 + dichiarazione del produttore del protettivo di rivestimento se presente Analitica Professionista iscritto Eurocodici, norme UNI e dichiarazione del produttore del protettivo di rivestimento se presente Documento Oggetto Soggetto che produce la dichiarazione Riferimento normativo Direttore dei lavori (o suo assistente) iscritto ovvero in mancanza professionista iscritto DM 4.5.1998 e Lett. Circ. P515/4104 del 24.04.2008 Firma di: Professionista Produttore Installatore Titolare attività si no no si si (direz. lavori) no no si Mod. CERT.REI.-2008.doc Certificazione di resistenza al fuoco di prodotti/elementi costruttivi in opera Mod. DICH.PROD.- 2008. doc Dichiarazione inerente i prodotti impiegati ai fini della reazione e della resistenza al fuoco ed i dispositivi di apertura delle porte Nessun modello prestabilito (predisposto modello Gyproc) Dichiarazione di corretta posa: reazione al fuoco no no si no Nessun modello prestabilito (predisposto modello Gyproc) Dichiarazione di corretta posa: reazione al fuoco no no si no Nessun modello prestabilito (consigliato DICH. CONF.-2004) Dichiarazione di conformità (reazione al fuoco) per prodotti omologati NON soggetti a marcatura CE no si no no Nessun modello prestabilito (predisposto modello Gyproc) Marcatura CE (ove esistente): Euroclasse di reazione al fuoco no si no no 55 Prima parte Prescrizioni legislative 12 Professionisti autorizzati: DM 25/03/1985 La Legge 07/12/1982 n. 818 già citata introduce anche la possibilità di avvalersi dell’opera di professionisti ai fini dell’approvazione tecnica di un’attività soggetta a norme di prevenzione incendi; l’apposito DM 25/03/1985, “Procedure e requisiti per l’autorizzazione e l’iscrizione dei professionisti negli elenchi del Ministero dell’Interno di cui alla legge 7 dicembre 1984, n. 818”, definisce le modalità di autorizzazione di detti professionisti, i quali devono seguire appositi corsi di formazione organizzati dagli albi professionali di architetti, chimici, ingegneri, geometri e periti industriali di concerto con gli organi del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Una volta ottenuta l’autorizzazione e l’iscrizione nell’elenco del Ministero, questi tecnici possono redigere progetti ai fini dell’ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi. Come si è già visto, ai sensi del DM 04/05/1998 “Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l’avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all’uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi provinciali dei vigili del fuoco”, un aspetto molto importante dell’attività dei professionisti autorizzati, (i cui nominativi sono periodicamente pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana), è quello di eseguire la certificazione di resi- 56 stenza al fuoco degli elementi costruttivi (modello CERT. REI.2008.doc) sulla scorta di valutazioni di varia natura (sperimentale, tabellare, analitica, ulteriore). La modulistica ministeriale, introdotta con Lettera del 28/04/2008, ha ulteriormente sottolineato l’importante ruolo dei professionisti autorizzati, in quanto praticamente solo essi possono redigere le valutazioni analitiche relative alla resistenza al fuoco degli elementi costruttivi, con tutti gli onori e gli oneri che ciò comporta. D’altronde in molti casi la valutazione analitica è l’unica opzione possibile, in quanto spesso non si hanno a disposizione prove di laboratorio o tabelle di elementi riconducibili a situazioni reali. L’opera dei professionisti è quindi fondamentale, poiché essi, oltre ad avere un ruolo riconosciuto da un punto di vista normativo, sono anche il punto di raccordo operativo (in cantiere) tra l’ambito edile di progettazione ed esecuzione, e quello della sicurezza in caso d’incendio: cultura normativa, competenza tecnica e progettuale, conoscenza di materiali e sistemi antincendio, aggiornamento continuo, sono elementi fondamentali per un professionista che opera nel settore della Prevenzione Incendi. Prima parte Prescrizioni legislative Glossario Carico d’incendio Potenziale termico netto della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno spazio corretto in base ai parametri indicativi della partecipazione alla combustione dei singoli materiali. Il carico d’incendio è espresso in MJ; convenzionalmente 1 MJ è assunto pari a 0,054 chilogrammi di legna equivalente. Carico d’incendio specifico Carico d’incendio riferito all’unità di superficie lorda. È espresso in MJ/m2. Carico d’incendio specifico di progetto Certificato di prova Classe di reazione al fuoco Carico d’incendio specifico corretto in base ai parametri indicatori del rischio di incendio del compartimento e dei fattori relativi alle misure di protezione presenti. Esso costituisce la grandezza di riferimento per le valutazioni della resistenza al fuoco delle costruzioni. Documento rilasciato da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno riportante il risultato di una prova eseguita secondo metodologie previste dal Ministero stesso, a cui segue la relativa omologazione. Grado di partecipazione di un materiale al fuoco a cui viene sottoposto. Capacità di compartimentazione in caso d’incendio Attitudine di un elemento costruttivo a conservare, sotto l’azione del fuoco, oltre alla propria stabilità, un sufficiente isolamento termico ed una sufficiente tenuta ai fumi e ai gas caldi della combustione, nonché tutte le altre prestazioni se richieste. Compartimento antincendio Parte della costruzione organizzata per rispondere alle esigenze della sicurezza in caso d’incendio e delimitata da elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l’azione del fuoco e per un dato intervallo di tempo, la capacità di compartimentazione. CPI (Certificato di Prevenzione Incendi) Attestazione da parte dei Vigili del Fuoco del rispetto delle prescrizioni previste dalla normativa di prevenzione degli incendi e la sussistenza dei requisiti di sicurezza antincendio richiesti. Dichiarazione di conformità Dichiarazione rilasciata dal produttore attestante che il materiale commercializzato è conforme al prototipo provato in laboratorio. Incendio Reazione chimica incontrollata tra combustibile, comburente e innesco che si sviluppa rapidamente e con emissione di calore. Laboratorio autorizzato Laboratorio avente l’autorizzazione del Ministero dell’Interno ad eseguire prove di comportamento al fuoco dei materiali secondo metodologie di prova previste dal Ministero stesso. Laboratorio notificato Laboratorio, con sede in uno degli stati membri dell’Unione Europea, avente la notifica da parte della Commissione UE per l’esecuzione di prove ai fini della marcatura CE, in riferimento alla Direttiva 89/106/CEE. Omologazione Potere calorifico inferiore Prevenzione incendi Professionista autorizzato Rapporto di prova Documento rilasciato dal Ministero dell’Interno comprovante l’autorizzazione alla riproduzione e commercializzazione di un manufatto conformemente al prototipo provato in laboratorio. Quantità di calore prodotta da un combustibile, quando questo brucia completamente. Insieme dei provvedimenti destinati a ridurre la possibilità di insorgenza di un incendio e a limitarne le conseguenze. Tecnico iscritto ad albo professionale, (ingegnere, architetto, chimico, geometra, perito industriale), autorizzato dal Ministero dell’Interno, dopo apposito corso di formazione, a seguire le pratiche per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi; in particolare a calcolare la resistenza al fuoco di un elemento per via analitica, e a verificare ed attestare la funzionalità degli impianti di spegnimento degli incendi. Documento rilasciato da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno riportante il risultato di una prova eseguita secondo metodologie previste dal Ministero stesso, ma senza successiva omologazione, in quanto non prevista. Rapporto di classificazione Documento redatto in conformità alla 13501 parti 2, 3 e 4 da parte del laboratorio di prova che attesta, sulla base di uno o più rapporti di prova, la classe del prodotto o dell’elemento costruttivo oggetto della prova. Esso contiene il campo di diretta applicazione dei risultati di prova. Resistenza al fuoco Attitudine di un elemento a conservare, per un dato tempo, la capacità portante (R), la tenuta (o integrità) ai gas caldi ed alle fiamme (E), e l’isolamento termico (I), qualora sottoposto ad un programma termico definito. In caso di elemento di compartimentazione, si può definire come la capacità di opporsi alla propagazione di un incendio. Bibliografia - A. Amico, G. Amico, G. Bellomia, Carico d’incendio e resistenza al fuoco delle strutture, 2000, Dario Flaccovio Editore - G. Biondo, Progettazione antincendio, 1992, BE-MA editrice - BPB Italia S.p.A., Guida alla protezione al fuoco delle strutture, 2000 - BPB Italia S.p.A., Protezione Antincendio – Soluzioni tecniche per l’edilizia, 1999 - L. Corbo, Manuale di prevenzione incendi dell’edilizia e nell’industria, 1998, Il Sole 24 Ore Pirola - A. La Malfa, Ingegneria della Sicurezza Antincendio, II edizione, 2004, Legislazione Tecnica - A. La Malfa, Problemi pratici risolti di Sicurezza Antincendio, 2005, Legislazione Tecnica - R. Lenzi, Resistenza al fuoco delle strutture, 2004, EPC Libri - L. Ponticelli, M. Caciolai, Resistenza al fuoco delle costruzioni, 2008, UTET Scienze tecniche - Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Fondazione Promozione Acciaio – Ministero dell'Interno “Nomogramma”, 2006 57 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain In caso d’incendio l’aumento della temperatura può generare una modifica delle caratteristiche meccaniche dei materiali incombustibili, tale da provocare il collasso e innescare la combustione in quelli combustibili contribuendo così alla propagazione del fuoco. Proteggersi contro l’incendio vuol dire quindi attuare quelle misure che evitano o rallentano l’aumento di temperatura degli elementi costruttivi e limitano l’estendersi dell’incendio. Gyproc Saint-Gobain offre un’ampia gamma di lastre di gesso rivestito e di intonaci a base gesso che assicurano un’ottima protezione degli edifici in caso di incendio grazie al comportamento tipico ed unico della componente gessosa in presenza del fuoco. 58 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain 1 Comportamento al fuoco del gesso Il gesso (chimicamente un solfato di calcio biidrato: Ca SO4 t 2 H2O) contiene circa il 21% di acqua di cristallizzazione ed il 79% di solfato di calcio (Ca SO4) che è inerte ad una temperatura inferiore ai 1200 °C. Quando gli elementi di una struttura, protetti con lastre di gesso rivestito o con un intonaco a base gesso sono esposti al fuoco, l’acqua di cristallizzazione si libera sotto forma di vapore; se viene mantenuta una temperatura sufficientemente alta per un lungo periodo, tutta l’acqua di cristallizzazione evapora attraverso un processo denominato “calcinazione del gesso”. Questo processo è accompagnato da assorbimento di calore con un effetto “raffreddante” sulla superficie esposta al fuoco. È partendo da questa superficie che ha inizio il processo di calcinazione del gesso che procede gradualmente attraverso tutto lo spessore del gesso. Lo strato di gesso già “calcinato” (cotto) aderisce tenacemente allo strato sottostante non ancora calcinato e ritarda il processo di disidratazione che si riduce progressivamente a mano a mano che lo spessore della parte già calcinata aumenta. Mentre questo processo è in corso, la temperatura della superficie immediatamente dietro allo strato di gesso già disidratato è prossima a quella di ebollizione dell’acqua (100 °C) e quindi fino a quando tutta l’acqua di cristallizzazione non è evaporata, la temperatura della struttura protetta dal gesso non supera i 100 °C. Questa temperatura è ben al di sotto di quella a cui la maggior parte dei materiali impiegati in edilizia e/o conservati negli edifici inizia la combustione, né è tale da modificare le caratteristiche meccaniche. Una volta che tutto lo strato di gesso è disidratato, il residuo gessoso trasformato in solfato di calcio continua la sua azione protettiva fino a quando mantiene la sua integrità. Le caratteristiche di protezione al fuoco proprie del gesso sono ulteriormente incrementate mediante l’aggiunta di additivi specifici negli impasti quali la perlite, la vermiculite, e la fibra di vetro. 59 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain 2 I Prodotti Gyproc Saint-Gobain Gyproc Saint-Gobain offre una vasta gamma di prodotti a base gesso e di soluzioni certificate in grado di soddisfare numerose esigenze di comportamento al fuoco di cui, di seguito, si riportano le principali caratteristiche. Per quanto riguarda le lastre in gesso rivestito, le soluzioni Gyproc Saint-Gobain presentano i nuovi nomi assegnati in occasione del rebranding aziendale, in particolare: t le lastre Gyproc Wallboard corrispondono alle vecchie PLACO BA / RIGIPS RB t le lastre Gyproc Fireline corrispondono alle vecchie PLACO PPF / RIGIPS RF t le lastre Gyproc Hydro corrispondono alle vecchie PLACO PPM / RIGIPS RBI t le lastre Gyproc Lisaflam corrispondono alle vecchie LISAFLAM M0 Nelle pagine seguenti il simbolo (*) indicherà al lettore il riferimento alla lista sopracitata, in modo tale da trovare la perfetta corrispondenza tra le nuove e le vecchie denominazioni di prodotto. Lastre di gesso Lastra Standard* La lastra di gesso rivestito Gyproc Wallboard presenta le caratteristiche funzionali intrinseche tipiche dei prodotti a base di gesso rivestito. La lastra di gesso rivestito Gyproc Lisaplac si contraddistingue per il rivestimento esterno, costituito non da carta normale, ma da carta a bassissimo potere calorifico che conferisce alla lastra un comportamento di reazione al fuoco in classe A1. Le soluzioni tecniche realizzabili mediante l’utilizzo di queste lastre sono in grado di soddisfare un’ampia gamma di esigenze progettuali relative alla resistenza al fuoco. In merito alla reazione al fuoco si distinguono le seguenti tipologie di prodotto. Tipo di lastra Spessore mm Peso indicativo kg/m2 Euroclasse UNI EN 13501-1 Reazione al fuoco DM 26/06/1984 Gyproc Flex 6 6 5,4 A2-s1,d0 1 Gyproc Wallboard 10 9,5 7,3 A2-s1,d0 1 Gyproc Wallboard 13 12,5 9,2 A2-s1,d0 1 Gyproc Wallboard 15 15 11,9 A2-s1,d0 1 Gyproc Wallboard 18 18 13,7 A2-s1,d0 1 Gyproc Lisaplac 13 12,5 9,7 A1 0 Gyproc Lisaplac 18 18 14,9 A1 0 Lastra Antincendio* La lastra di gesso rivestito Gyproc Fireline ha elevate caratteristiche funzionali di comportamento al fuoco grazie alla presenza, nel nucleo di gesso, di additivi come la fibra di vetro e la vermiculite che ne migliorano la coesione alle alte temperatu- 60 re, consentendo quindi il raggiungimento di prestazioni migliori. La lastra di gesso rivestito Gyproc Lisaflam si contraddistingue dalla Fireline per il rivestimento esterno, costituito non da carta normale, ma da carta a bassissimo potere calorifico Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain che conferisce alla lastra un comportamento di reazione al fuoco in classe A1. Le soluzioni tecniche realizzabili mediante l’utilizzo di queste Tipo di lastra lastre sono in grado di soddisfare un’ampia gamma di esigenze progettuali relative alla resistenza al fuoco. In merito alla reazione al fuoco si distinguono le seguenti tipologie di prodotto. Spessore mm Peso indicativo kg/m2 Euroclasse UNI EN 13501-1 Classe DM 26/06/1984 Gyproc Fireline 13 12,5 10,1 A2-s1,d0 1 Gyproc Fireline 15 15 12,7 A2-s1,d0 1 Gyproc Fireline 20 20 18 A2-s1,d0 1 Gyproc Lisaflam 13 12,5 10,5 A1 0 Gyproc Lisaflam 15 15 13,3 A1 0 Lastra di gesso fibrorinforzato Gyproc Glasroc F è una lastra di tipo speciale in gesso rinforzato con rete in fibra di vetro sulla superficie e con incrementata Tipo di lastra coesione del nucleo ad alta temperatura additivato con fibre di vetro. Spessore mm Norma di prodotto Peso indicativo kg/m2 Euroclasse UNI EN 13501-1 Classe DM 26/06/1984 Gyproc Glasroc F 6 6 EN 15283-1 7,5 A1 0 Gyproc Glasroc F 10 10 EN 15283-1 10,4 A1 0 Gyproc Glasroc F 13 12,5 EN 15283-1 12,2 A1 0 Gyproc Glasroc F 15 15 EN 15283-1 14,6 A1 0 Gyproc Glasroc F 20 20 EN 15283-1 18,9 A1 0 Gyproc Glasroc F 25 25 EN 15283-1 23,6 A1 0 Lastra di gesso fibrato La lastra Gyproc Rigidur è costituita da un impasto di gesso, fibre di cellulosa, additivi minerali. La lastra Gyproc Rigidur H è costituita da un impasto di gesso, Tipo di lastra fibre di cellulosa, additivi minerali e idrofuganti: si caratterizza per una elevata densità e maggiore resistenza all’acqua. Spessore mm Norma di prodotto Peso indicativo kg/m2 Euroclasse UNI EN 13501-1 Classe DM 26/06/1984 Gyproc Rigidur L 10 EN 15283-2 10 A1 0 Gyproc Rigidur H 10 10 EN 15283-2 12 A1 0 Gyproc Rigidur H 13 12,5 EN 15283-2 15 A1 0 Gyproc Rigidur H 15 15 EN 15283-2 18 A1 0 Gyproc Rigidur H 18 18 EN 15283-2 22 A1 0 61 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain Pannelli per controsoffitti I pannelli per controsoffitti sono prodotti idonei per la realizzazione di controsoffitti modulari o continui. L’ampia gamma Gyproc Saint-Gobain offre la possibilità di scegliere tra diverse Casoprano tipologie di prodotto, che si differenziano tra loro in virtù della differente natura dei materiali che li compongono e delle prestazioni richieste. Casoprano è un pannello modulare costituito da un’anima in gesso additivato, rivestito su entrambe le facce da speciale materiale cellulosico ad alta resistenza meccanica e prefinito sul lato a vista. Decogips Decogips è un pannello modulare costituito da gesso alleggerito, ed è caratterizzato da un eccellente comportamento al fuoco; permette di realizzare controsoffitti con un ottimo livello di isolamento acustico tra i locali. Gyptone Gyptone è disponibile sia come pannello, sia come lastra, ed è costituito da un’anima in gesso additivato, rivestito su entrambe le facce da speciale materiale cellulosico ad alta resistenza meccanica; vi è anche la versione col lato a vista prefinito. Rigitone Air Rigitone Air è disponibile sia come pannello, sia come lastra, ed è costituito da un’anima in gesso additivato, rivestito su entrambe le facce da speciale materiale cellulosico ad alta resistenza meccanica; si caratterizza per diversi tipi di perforazione e di decoro. Gyprex Gyprex è disponibile in pannelli, ed è costituito da un’anima in gesso additivato, rivestito su entrambe le facce da speciale materiale cellulosico ad alta resistenza meccanica e prefinito sulla faccia a vista mediante una pellicola di vinile. Coratone Coratone è un pannello modulare costituito da gesso rivestito, ricoperto da carta decorativa di alta qualità con diverse finiture, combinando l’aspetto estetico del legno e le prestazioni di assorbimento acustico. Tipo di controsoffitto Spessore mm Norma di prodotto Peso indicativo kg/m2 Euroclasse UNI EN 13501-1 Classe DM 26/06/1984 GYPTONE BIG 6,5/12,5 EN 14190 4,8/7,5/8/8,5 A2-s1,d0 1 RIGITONE AIR 12,5 EN 14190 7,5/9,5/10 A2-s1,d0 1 GYPTONE (pannelli) 12,5 EN 14190 8/9 A2-s1,d0 1 8 EN 14190 6,8 B-s1,d0 1 CASOPRANO (pannelli) 8/9,5 EN 14190 7,5/7,8 A2-s2,d0 1 GYPREX (pannelli) 8/9,5 EN 14190 6,8/8 B-s1,d0 1 15/19/28 EN 14246 9,5/10/13,5/18 A1 0 CORATONE (pannelli) DECOGIPS (pannelli) 62 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain Intonaci Gli intonaci premiscelati Igniver (specifico per l’applicazione su strutture metalliche, in c.a. e c.a.p.), Sigmatic Ignifugo M 120, Surmix, Intonaco Pronto, Speslith, Monocote e IPM 70 PLUS (solitamente usati su muratura) si caratterizzano tutti per la presenza come legante del gesso (o suoi derivati) nell’impasto, e vermiculite o perlite come inerte leggero isolante: ciò permette di ottenere alte prestazioni dal punto di vista della resistenza al fuoco. Denominazione intonaco Composizione Legante/Inerti Tipo di applicazione Igniver Leganti speciali/ Vermiculite IPM 70 PLUS Anidrene/Perlite A questi intonaci in vermiculite o perlite si aggiunge anche l’Into Alfa che utilizza inerti calcarei e che offre anch’esso alte prestazioni di resistenza al fuoco, come testimoniato dal rapporto di prova ottenuto. Per quanto riguarda la reazione al fuoco, essi sono tutti incombustibili, e quindi in Euroclasse A1 secondo la norma europea UNI EN 13501-1, la quale corrisponde alla classe 0, ai sensi del DM 14/01/1985. Peso specifico in sacco: kg/m3 Peso specifico in opera: kg/m3 Resa teorica spessore 1 cm: kg/m2 Meccanica 300 400 4,0 Meccanica o Manuale 700 1000 10,0 Sigmatic Ignifugo M 120 Gesso emidrato/ Vermiculite e Perlite Meccanica o Manuale 750 900 8,5 Intonaco Pronto Anidrene/ Vermiculite e Perlite Manuale 620 1000 10,0 Surmix Anidrene/ Perlite e calcarei Meccanica o Manuale 800 950 9,5 Into Alfa Aerei e idraulici/ calcarei Meccanica o Manuale 1000 1250 13,0 Spes-lith Gesso/Perlite Manuale 650 850 8,0 Monocote Light Anidrene/Perlite Meccanica o Manuale 650 850 8,0 63 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain 3 Reazione al fuoco dei prodotti Gyproc Saint-Gobain Quadri sinottici della reazione al fuoco Nel prospetto seguente sono elencate le lastre di gesso rivestito, i pannelli per controsoffitto e gli intonaci premiscelati con la relativa classe di reazione al fuoco determinata secondo la norma europea UNI EN 13501-1, ovvero secondo il DM 26/06/1984 e DM 03/09/2001, oppure ai sensi del DM 14 gennaio 1985. I prodotti Gyproc Saint-Gobain sono stati sottoposti alle prove di qualifica previste all’interno dello specifico standard di pro- Denominazione dotto per la marcatura CE, che ne hanno verificato le prestazioni riportate all’interno della marcatura e consente, quindi, la commercializzazione all’interno dell'Unione Europea. Spessori Norma di prodotto Tipo di lastra Euroclasse UNI EN 13501-1 Classe DM 26/06/1984 10, 13, 15, 18 EN 520 A A2-s1,d0 1 6 EN 520 A A2-s1,d0 1 Gyproc Lisaplac 13, 18 EN 520 A A1 0 Gyproc Fireline 13, 15, 20 EN 520 F A2-s1,d0 1 Gyproc Lisaflam 13, 15 EN 520 F A1 0 Gyproc Hydro 13, 15 EN 520 H2 A2-s1,d0 1 Gyproc Hydro/fire 13, 15 EN 520 FH2 A2-s1,d0 1 6, 10, 13, 15, 20, 25 EN 15283-1 GM-F-H2 A1 0 Gyproc Habito Active Air 13, 15 EN 520 DI A2-s1,d0 1 Gyproc Habito Hydro Active Air 13, 15 EN 520 D I H1 A2-s1,d0 1 10, 13, 15, 18 EN 15283-2 GF-C1-I-W2 A1 0 13, 15 EN 15283-2 GF-C1-I-W2 A1 0 Gyproc Rigidur 10 EN 15283-2 GF-C1-W2 A1 0 Gyproc Rigidur AK 13 EN 15283-2 GF-C1-W2 A1 0 Gyproc Rigidur VK 13 EN 15283-2 GF-C1-W2 A1 0 Gyproc Rigidur H sd 13 EN 15283-2 GF-C1-W2 A1 0 10, 13 EN 15283-2 GF-C1-W2 A1 0 Gyproc Rigidur M AK 13 EN 15283-2 GF-C1-W2 A1 0 Gyproc Aquaroc 13 EN 12467 // A2-s1,d0 1 Lastre gesso rivestito Gyproc Wallboard Gyproc Flex Altri tipi di lastre Gyproc Glasroc F Gyproc Rigidur H Gyproc Rigidur H AK Gyproc Rigidur M 64 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain Denominazione Spessori Norma di prodotto Euroclasse UNI EN 13501-1 Classe DM 26/06/1984 Decogips 15/19/28 EN 14246 A1 0 Gyptone 12,5 EN 14190 A2-s1,d0 1 Coratone 8 EN 14190 B-s1,d0 0 Casoprano 8/9,5 EN 14190 A2-s2,d0 1 Gyprex 8/9,5 EN 14190 B-s1,d0 0 Pannelli Denominazione Norma di prodotto Tipo di intonaco Euroclasse UNI EN 13501-1 Classe DM 14/01/1985 B1-C5/50/2 A1 0 Intonaco normale (DM 16/02/2007) Into alfa EN 13279-1 Intonaco antincendio (DM 16/02/2007) Sigmatic ignifugo M120 EN 13279-1 C5/20 A1 0 IPM 70 Plus EN 13279-1 B4/50/2 A1 0 Pronto grezzo EN 13279-1 B4/20/2 A1 0 Spes-lith EN 13279-1 B4/50/2 A1 0 Surmix EN 13279-1 B4-C5/50/2 A1 0 Monocote light EN 13279-1 B4/50/2 A1 0 C5/20 A1 0 Intonaco antincendio leggero (DM 16/02/2007) Igniver EN 13279-1 65 Seconda parte Prodotti e sistemi Gyproc Saint-Gobain 4 Fumi e gas: caratteristiche dei prodotti Gyproc Saint-Gobain Nonostante le norme di Prevenzione Incendi non prevedano alcuna analisi circa le emissioni dei materiali sottoposti a incendio Gyproc Saint-Gobain ha ritenuto opportuno verificare il comportamento dei prodotti solitamente più utilizzati nel campo della protezione passiva dal fuoco. Sono state quindi realizzate due ricerche in collaborazione col laboratorio LA.P.I. di Prato, col quale si è convenuto di eseguire le prove non solo secondo la norma francese AFNOR NF X 70100 (specifica per il settore delle carrozze ferroviarie), ma anche con prove aggiuntive secondo ISO 5659-2 (specifica per il settore navale). Inoltre le prove sono state realizzate a diverse temperature per simulare differenti situazioni d’incendio, e cioè la fase precedente al flash-over e quella post flash-over: sono state quindi eseguite prove con attacchi termici a 400 °C e 25 kW/m² e a Prodotto 800 °C e 75 kW/m². Infine si è utilizzata la norma AFNOR NF 16-101 per dare una classificazione ai materiali, tenendo comunque presente che la ricerca si è svolta in condizioni più severe rispetto a quanto previsto dalla norma stessa, la quale prevede 6 classi di fumo: F0 (la migliore), F1, F2, F3, F4, F5 (la peggiore). Sono state eseguite prove sull’intonaco Igniver e sui principali tipi di lastre di gesso rivestito. I risulati sono riportati nella tabella sottostante. Va sottolineato il fatto che l’intonaco Igniver non ha difficoltà a raggiungere la classe migliore in tutte le condizioni d’incendio, mentre per le lastre la classificazione nella fase di post flash-over dipende dalla presenza di carta sulla propria superficie che produce una superiore quantità di fumo. Classe di fumo pre flash-over Classe di fumo post flash-over Intonaco Igniver F0 F0 Lastra Gyproc Wallboard* F0 F1 Lastra Gyproc Fireline* F0 F1 Lastra Gyproc Hydro* F0 F1 Lastra Gyproc Lisaflam M0* F0 F1 *tali prodotti presentano le nuove denominazioni assegnate in occasione del rebranding aziendale di Gyproc Saint-Gobain, in particolare: t le lastre Gyproc Wallboard corrispondono alle vecchie Placo BA/Rigips RB; t le lastre Gyproc Fireline corrispondono alle vecchie Placo PPF/Rigips RF; t le lastre Gyproc Hydro corrispondono alle vecchie Placo PPM/Rigips RBI; t le lastre Gyproc Lisaflam corrispondono alle vecchie Lisaflam M0. 66 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Prove di laboratorio Regime transitorio La Gyproc Saint-Gobain ha testato in laboratorio numerosi sistemi costruttivi e protettivi, che sono riportati nelle pagine seguenti. Le prove attualmente disponibili sono state eseguite secondo i criteri previsti dall’Allegato A del DM 16/02/2007, seguendo la specifica norma UNI EN o prEN o ENV prevista per ciascun elemento costruttivo. Nella guida compaiono anche gli ultimi rapporti di prova eseguiti secondo la Circolare 91 del 1961, che possono ancora essere utilizzati all’interno del periodo transitorio come di seguito specificato. Si ricorda che, a seconda del campione in prova e delle esigenze costruttive, la prova può essere condotta con o senza applicazione di carico; tale tipo di informazione si può ricavare sia dalla differente classificazione che dalla lettura del rapporto di classificazione e/o del rapporto di prova. Prima di affrontare le soluzioni sperimentali si forniscono le indicazioni sulle modalità di gestione dei documenti nel periodo transitorio. Il Decreto del 16 febbraio 2007 all’Art. 5 stabilisce i seguenti periodi di validità per i rapporti di prova emessi secondo la Circolare 91 del 1961: t3BQQPSUJFNFTTJFOUSPJMGJOPBMTFUUFNCSF 2008 t3BQQPSUJFNFTTJEBMBMGJOPBM 25 settembre 2010 t 3BQQPSUJFNFTTJEBMGJOPBMTFUUFNCSF All’allegato C (classificazione in base ai risultati di calcoli) stabilisce la possibilità di utilizzare sia gli eurocodici che le norme UNI nazionali fino alla pubblicazione delle Appendici Nazionali degli eurocodici stessi. Per quanto riguarda l’impiego dei parametri termo fisici dei sistemi protettivi al variare della temperatura, possono essere utilizzati i valori derivanti da opportune prove sperimentali oppure, in alternativa e fino al 25 settembre 2010, i valori tabulati all’interno delle UNI 9502, 9503 e 9504. All’allegato D (classificazione in base al confronto con tabelle) la sola limitazione prevista è relativa alle tabelle D.7 (Travi, tiranti e colonne in acciaio) il cui utilizzo è consentito fino al 25 settembre 2010. A modificare parzialmente quanto sopra riportato sono state pubblicate due lettere circolari, la prima del 31/03/2010 protocollo n. 0005642 e la seconda del 04/04/2011 protocollo n. 0004845, che stabiliscono che i rapporti di prova, i parametri termo fisici dei sistemi protettivi tabulati nelle UNI e le tabelle al punto D.7 del D.M. 16/02/2007 possono ancora essere utilizzati esclusivamente per le costruzioni il cui progetto sia stato presentato al competente Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco prima delle date sopra riportate di fine validità. 67 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Prove su elementi costruttivi Si ricorda che con l’introduzione del sistema di prova e classificazione europeo, ora il laboratorio emette due differenti documenti: il rapporto di prova ed il rapporto di classificazione; inoltre il DM 16/02/2007 introduce, i concetti di “campo di applicazione diretta” e “campo di applicazione estesa” e prevede che il produttore predisponga, in caso di variazioni non previste dal campo di applicazione diretta, un fascicolo tecnico approvato dal laboratorio che ha emesso il rapporto di classificazione. Per un approfondimento sull’argomento si rimanda il lettore al sesto capitolo nella prima parte della Guida. I metodi di prova e classificazione previsti dal DM 16/02/2007 (Allegato A) hanno portato sensibili cambiamenti rispetto a quelli della Circolare 91. Tali metodologie consentono la determinazione dei requisiti di resistenza al fuoco di prodotti o elementi costruttivi, seguendo rigorosi protocolli effettuati presso laboratori autorizzati, sotto specifiche condizioni di esposizione e attraverso il rispetto di misurabili criteri prestazionali. Gli attacchi termici di riferimento per l’esecuzione, i simboli, le norme di prova e i criteri di classificazione di resistenza al fuoco sono contenuti nelle norme EN 13501-2, EN 13501-3, EN 13501-4 e 13501-5. Le specifiche dei forni sperimentali, delle attrezzature, degli strumenti di misura e di acquisizione, i criteri prestazionali, le procedure di campionamento, conservazione, condizionamento, invecchiamento, installazione e le modalità di stesura del rapporto di prova sono indicate nelle norme EN richiamate dalle parti 2, 3 e 4 della EN 13501 nello specifico: Un discorso a parte meritano le prove della serie EN 13381 t UNI EN 1363-1 requisiti generali t la serie UNI EN 1364 per gli elementi non portanti t la serie UNI EN 1365 per gli elementi portanti t UNI EN 1634-1 per le porte e altri elementi di chiusura “Metodi di prova per la determinazione del contributo alla resistenza al fuoco di elementi strutturali”: come dice il titolo, esse hanno lo scopo di determinare lo spessore del materiale protettivo al fine di ottenere una determinata resistenza al fuoco. Il risultato di tali prove non è quindi una vera e propria classificazione dell’elemento, bensì una procedura (assessment) per la determinazione degli spessori necessari in funzione del tipo di elemento costruttivo da proteggere. 68 In particolare la serie sopra citata si suddivide, a seconda della tipologia di struttura da proteggere, in: t UNI CEN/TS 13381-1 membrane protettive orizzontali t UNI ENV 13381-2 membrane protettive verticali t UNI ENV 13381-3 protezione applicata ad elementi in calcestruzzo t UNI ENV 13381-4 protezione applicata ad elementi in acciaio t UNI ENV 13381-5 protezione applicata ad elementi in compositi di calcestruzzo/lastre profilate in acciaio. tUNI ENV 13381-6:2002 Metodi di prova per il contribu- to della resistenza al fuoco di elementi strutturali: protezione applicata a colonne cave di acciaio riempite con calcestruzzo tUNI ENV 13381-7:2002 Metodi di prova per il contributo della resistenza al fuoco di elementi strutturali: protezione applicata ad elementi di legno tUNI EN 13381-8:2010 Metodi di prova per il contributo della resistenza al fuoco di elementi strutturali Parte 8: protettivi reattivi applicati ad elementi di acciaio. L’utilizzo delle metodologie fin qui esposte è obbligatorio in Italia a partire dal 25/09/2007, il periodo che va da tale data ai cinque anni successivi è detto “di transizione”, proprio perché in tale lasso di tempo le due metodologie possono coesistere. A tal proposito, la Guida ospita entrambe le possibilità e quindi i nuovi rapporti di prova saranno affiancati da quelli effettuati secondo l’ormai abrogata Circolare 91, che scadranno il 25/09/2012, data che segna il termine del periodo transitorio. Si ricorda che la valutazione sperimentale può essere fatta esclusivamente da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno ai sensi del DM 26/03/1985 o notificato dalla Commissione Europea ai sensi della Direttiva 89/106. In ogni caso sarà il professionista che segue la pratica per l’ottenimento del CPI a certificare la resistenza al fuoco dell’elemento, sulla scorta di valutazioni sperimentali, redigendo la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Metodo tabellare Per quanto riguarda i materiali Gyproc Saint-Gobain, l’utilizzo delle tabelle di cui all’Allegato D al DM 16/02/2007, (riportate in Appendice), è possibile sia per gli intonaci premiscelati, sia per le lastre di gesso rivestito: infatti il suddetto decreto definisce nel dettaglio i materiali protettivi maggiormente diffusi. Di seguito si riportano definizioni e descrizioni di tali materiali Definizione DM 16/02/2007 previsti dal decreto con i rispettivi nomi commerciali corrispondenti a prodotti Gyproc Saint-Gobain. Si ricorda inoltre che le tabelle 2, 3, 4 e 5 della Circolare 91 non possono più essere utilizzate a causa dell’abrogazione della Circolare stessa (disposta dal DM 09/03/2007). Descrizione DM 16/02/2007 Prodotti Gyproc Saint-Gobain corrispondenti a quelli previsti dal DM 16/02/2007 Allegato D Intonaco normale Intonaco tipo sabbia e cemento, sabbia cemento e calce, sabbia calce e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 1000 e 1400 kg/m3 Into Alfa Intonaco protettivo antincendio Intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, perlite e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/m3 Sigmatic Ignifugo M 120 - Surmix - IPM 70 PLUS Intonaco Pronto - Spes-lith - Monocote Light Intonaco protettivo antincendio leggero Intonaco leggero a base di fibre o inerti minerali espansi e leganti, caratterizzato da una massa volumica compresa tra 300 e 600 kg/m3 Igniver Lastra di gesso rivestito tipo antincendio caratterizzata da una massa volumica compresa tra 750 e 900 kg/m3 Gyproc Fireline* - Gyproc Lisaflam* Intonaci Lastre Lastre di gesso rivestito *si rimanda il lettore alla pag. 65 per quanto riguarda le corrispondenze tra vecchie e nuove denominazioni introdotte a seguito del rebranding aziendale. Va comunque sottolineato che la valutazione tabellare può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto al proprio albo, il quale redigerà la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008. Metodo analitico I metodi di calcolo da utilizzare ai fini del DM 16/02/2007 sono quelli contenuti negli eurocodici EN 1991-1-2, EN 1992-1-2, EN 1993-1-2, EN 1994-1-2, EN 1995-1-2, EN 1996-1-2 e EN 19991-2, se completi delle appendici contenenti i parametri definiti a livello nazionale (NDPs). In attesa della pubblicazione delle appendici di cui sopra, il D.M. consente tuttavia l’impiego dei soli eurocodici relativi alle strutture di calcestruzzo armato, alle strutture in acciaio, alle strutture composite acciaio-calcestruzzo e alle strutture in legno adottando i valori degli NDPs suggeriti dagli eurocodici stessi ovvero, in alternativa, le norme UNI 9502, UNI 9503 e UNI 9504. Si ricorda che a partire dal 25/09/2010 le proprietà termo fisiche dei prodotti, riportate nelle tabelle delle norme UNI, possono essere determinate esclusivamente attraverso le prove sperimentali effettuate presso i laboratori autorizzati per i progetti presentati in data successiva al 25 settembre 2010 (vedi nota sul transitorio a pag 67). È esclusa la possibilità di impiego delle citate norme UNI quando saranno rese disponibili le appendici nazionali. È appena il caso di segnalare che a seguito della pubblicazione dei decreti contenenti le appendici, sarà emanata una apposita circolare che darà indicazioni circa il definitivo passaggio dal calcolo secondo le norme UNI a quello secondo gli eurocodici. La valutazione analitica può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno, quindi autorizzato ai sensi della Legge n. 818 e DM 25/03/1985, il quale redigerà la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. 69 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 1 Elementi portanti Sono tutti quegli elementi strutturali che costituiscono lo scheletro, l’impalcatura di un edificio. La loro funzione è quella di sopportare i carichi agenti e garantire la stabilità di un manufatto complesso (travi, pilastri, solette, solai, tegoli). Gli elementi portanti in alcuni casi possono anche assolvere al compito di separazione, ad esempio nel caso di un solaio che è nel contempo una struttura portante e separante. Nel caso di elementi portanti non separanti (quali travi e pilastri), per quanto concerne la resistenza al fuoco, si valuta esclusivamente il parametro R: la capacità di reggere il carico applicato anche durante l’esposizione all’incendio. 2 Nel caso invece di elementi portanti e separanti (quali i solai) si valutano, oltre alla stabilità R, anche i parametri E (tenuta ai fumi) ed I (isolamento termico). Le strutture più comuni sono in acciaio, in calcestruzzo armato e in cemento armato precompresso (c.a.p.), oltre alle strutture composite di calcestruzzo/lastre profilate in acciaio. Dal punto di vista normativo il dimensionamento dell’isolante posto a protezione della struttura può essere valutato ricorrendo al metodo sperimentale, al metodo analitico, a confronti con tabelle (con esclusione delle già citate tabelle D 7.1 relative alla protezione di strutture in acciaio). Strutture metalliche Metodo sperimentale La resistenza al fuoco di una struttura metallica può essere valutata con i criteri di prova previsti dall’Allegato A al DM 16/02/2007, i test devono essere condotti seguendo la specifica norma UNI ENV 13381-4, la quale ha lo scopo di determinare lo spessore del materiale protettivo al fine di ottenere una determinata resistenza al fuoco. Il risultato di tali prove non è quindi una vera e propria classificazione dell’elemento, bensì una procedura (assessment) per la determinazione degli spessori necessari in funzione del tipo di elemento costruttivo da proteggere. La metodologia per la determinazione del contributo alla resistenza al fuoco di elementi strutturali con riferimento alla protezione applicata agli elementi di acciaio, è descritta nella UNI ENV 13381-4 e prevede tre possibili procedure di calcolo: 1) equazioni differenziali, 2) regressione numerica, 3) metodo grafico. La valutazione sperimentale può essere fatta esclusivamente da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno ai sensi del DM 26/03/1985 o notificato dalla Commissione Europea ai sensi della Direttiva 89/106. In ogni caso sarà il professionista che segue la pratica per l’ot- tenimento del CPI a certificare la resistenza al fuoco dell’elemento, sulla scorta di valutazioni sperimentali, redigendo la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Per quanto riguarda la protezione delle strutture in acciaio, Gyproc Saint-Gobain dispone di diversi assessment report, a seconda del materiale protettivo utilizzato o a seconda del metodo utilizzato (equazioni differenziali, regressione numerica o grafico). Di seguito vengono esplicitati i metodi utilizzati per gli assessment appena esposti (vedi tabella 1). Come già accennato, le prove hanno come risultato ultimo gli abachi prestazionali che riportano le temperature raggiunte dall’acciaio in base ai fattori di sezione in funzione degli spessori di materiale protettivo utilizzato e al tempo di esposizione al fuoco. Oltre a questi, con l’entrata in vigore del D.M. 16/02/2007, assumono rilevante importanza anche i dati relativi a densità del materiale protettivo utilizzato, contenuto di umidità, calore specifico e le variazioni della conduttività termica in funzione della temperatura. Tabella 1 70 Materiale protettivo Strutture in Acciaio UNI EN 1338-4 Metodo utilizzato Laboratorio di prova Gyproc Igniver Intonaco isolante leggero premiscelato a base di gesso e vermiculite, leganti speciali e additivi specifici Assessment Report 09-U-097 A 09-U-097 B Eq. Differenziali Regr. Numerica Effectis France Gyproc Fireline Lastre in gesso rivestito di tipo F (EN 520), composte da nucleo di gesso, fibra di vetro e vermiculite, con rivestimento esterno in carta Assessment Report 10-U-157 A 10-U-157 B Eq. Differenziali Regr. Numerica Effectis France Gyproc Glasroc F Lastre in gesso rinforzato con rete in fibra di vetro sulla superficie e con incrementata coesione del nucleo ad alta temperatura additivato con fibra di vetro Assessment Report BTC 15121 FA BTC 15122 FA Grafico Grafico Building Test Centre Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Di seguito vengono presentati gli estratti da un assessment per ciascuna tipologia di materiale utilizzato per la protezione di strutture in acciaio: t lastre Gyproc Fireline t lastre Gyproc Glasroc F t Intonaco Igniver Lastre in gesso Gyproc Fireline Di seguito, a titolo di esempio, si riporta uno degli abachi presenti all’interno dell’Assessment Report 10 U-157 A, eseguito tramite il metodo delle equazioni differenziali a conduttività termica variabile, per le lastre Gyproc Fireline, che, in base alla classe di resistenza al fuoco richiesta forniscono lo spessore di Fattore di sezione (m -1) 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 210 220 230 240 250 260 270 280 290 300 310 320 330 340 350 360 protettivo da utilizzare in funzione del fattore di sezione e della temperatura critica dell’elemento costruttivo in acciaio. In particolare si evidenziano gli spessori della lastra per garantire una classe R90 per i vari fattori di sezione per temperature critiche di 350 °C (profili in classe 4), di 500°C e di 550°C. Spessore minimo necessario di protettivo per ottenere R90 (mm) Temperatura media dell'acciaio (°C) 350 400 450 500 550 600 650 700 750 15 20 20 25 25 25 28 28 30 30 33 33 33 33 33 33 33 35 35 35 35 35 35 35 40 40 40 40 40 40 40 40 40 13 15 20 20 25 25 25 25 28 28 28 30 30 30 30 33 33 33 33 33 33 33 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 35 13 13 15 20 20 20 25 25 25 25 28 28 28 28 28 30 30 30 30 30 30 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 33 13 13 15 15 20 20 20 20 25 25 25 25 25 28 28 28 28 28 28 28 28 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 30 13 13 13 15 15 20 20 20 20 20 25 25 25 25 25 25 25 25 25 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 28 13 13 13 13 13 15 15 20 20 20 20 20 20 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 28 28 28 28 28 28 28 13 13 13 13 13 13 13 15 15 20 20 20 20 20 20 20 20 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 13 13 13 13 13 13 13 13 13 15 15 15 15 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 25 25 25 25 25 25 25 25 25 25 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 15 15 15 15 15 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 Assessment Report 10 U-157 A per classe di resistenza al fuoco R90 71 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Lastre di tipo speciale Gyproc Glasroc F Di seguito, a titolo di esempio, si riporta uno degli abachi presenti all’interno dell’Assessment Report BTC 15121, eseguito tramite il metodo grafico, per le lastre Gyproc Glasroc F, che, in base alla temperatura critica dell’elemento in acciaio da proteggere, forniscono lo spessore di protettivo da utilizzare in funzione del fattore di sezione e della classe di resistenza al fuoco richiesta. In particolare si evidenziano gli spessori della lastra per garantire una classe R90 per i vari fattori di sezione per temperature critiche di 550°C. Assessment Report BTC 15121 per la temperatura critica 550 °C 72 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Intonaco antincendio leggero Igniver Di seguito a titolo di esempio si riporta uno degli abachi presenti all’interno dell’Assessment Report 09-U-097 A, eseguito tramite il metodo delle equazioni differenziali a conduttività termica variabile, per l’intonaco antincendio leggero Igniver, che, in base alla classe di resistenza al fuoco richiesta fornisce lo spessore di protettivo da utilizzare in funzione del fattore di Fattore di sezione (m -1) 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 210 220 230 240 250 260 270 280 290 300 310 320 330 340 350 360 370 380 390 400 410 sezione e della temperatura critica dell’elemento costruttivo in acciaio. In particolare si evidenziano gli spessori dell’intonaco per garantire una classe R120 per i vari fattori di sezione per temperature critiche di 350 °C (profili in classe 4), di 500°C e di 550°C. Spessore minimo necessario di protettivo per ottenere R120 (mm) Temperatura media dell'acciaio (°C) 300 400 450 500 550 600 650 700 750 26 30 33 36 38 39 41 43 44 45 46 47 47 48 49 49 50 50 50 51 51 51 52 52 52 52 52 53 53 53 53 53 53 53 54 54 54 23 26 29 32 34 36 38 39 41 42 43 44 45 46 46 47 47 48 48 49 49 50 50 50 50 51 51 51 51 51 52 52 52 52 52 52 52 19 23 26 28 31 33 35 36 38 39 40 41 42 43 44 44 45 45 46 47 47 47 48 48 49 49 49 49 50 50 50 50 50 51 51 51 51 17 20 23 25 28 30 31 33 35 36 37 38 39 40 41 42 42 43 43 44 45 45 45 46 46 47 47 47 47 48 48 48 49 49 49 49 50 15 17 20 22 25 26 28 30 31 33 34 35 36 37 38 39 40 41 41 42 42 43 43 43 44 44 45 45 45 46 46 46 46 47 47 47 47 12 15 17 19 21 23 25 27 28 30 31 32 33 34 35 36 37 38 38 39 40 40 41 41 42 42 42 43 43 43 44 44 44 44 45 45 45 11 13 15 17 18 20 22 23 25 26 27 29 30 31 32 33 33 34 35 36 36 37 37 38 39 40 40 40 41 41 41 42 42 42 42 43 43 10 10 12 14 15 16 19 20 21 22 23 24 25 27 28 29 30 31 31 32 32 33 33 34 34 35 36 37 37 38 38 39 39 40 40 40 40 10 10 10 10 12 12 14 16 18 19 19 '19 20 22 23 25 26 27 28 28 28 29 29 29 30 30 31 32 33 33 34 35 35 36 36 37 37 Assessment Report 09 U-097 A per classe di resistenza al fuoco R120 73 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Procedura di valutazione sperimentale dei prodotti Dopo aver presentato i risultati degli Assessment di cui sopra è utile, ai fini di una maggiore comprensione dell’ importanza dei dati rilevati, esplicitare la procedura di valutazione sperimentale tramite un esempio per ciascuna delle tre tipologie di materiale protettivo presentate. t Procedura di valutazione sperimentale protezione strutturale acciaio con lastre Gyproc Fireline Dati di partenza (esempio) Profilo: IPE 240 Resistenza al fuoco richiesta: R 90 Temperatura critica: non specificata Fattore di sezione: Sono tabulati sia nella UNI 9503 che nell’eurocodice UNI EN 1993-1-2 e sono funzione della forma della sezione e del numero dei lati esposti all’incendio. Supponiamo l’esposizione su tre lati e utilizziamo la tabella della UNI 9503 (figura 1): Figura 1 IPE Determiniamo un fattore di sezione pari a 153 m-1 Il profilo è di classe 1 (supposto un acciaio S355) Eseguiamo una valutazione preliminare cautelativa della temperatura critica usando la tabella prospetto 4.1 dell’eurocodice, che coincide con la tabella riportata nella UNI 9503, supponendo un fattore di utilizzazione pari a 0,7 (figura 2): Figura 2 μ0 ea,cr μ0 ea,cr μ0 ea,cr 0,22 0,24 0,26 0,28 0,30 0,32 0,34 0,36 0,38 0,40 711 698 685 674 664 654 645 636 628 620 0,42 0,44 0,46 0,48 0,50 0,52 0,54 0,56 0,58 0,60 612 605 598 591 585 578 572 566 560 554 0,62 0,64 0,66 0,68 0,70 0,72 0,74 0,76 0,78 0,80 549 543 537 531 526 520 514 508 502 496 Ne risulta una temperatura critica di 526 °C 80 100 120 140 160 180 200 220 240 430 389 359 335 309 292 269 253 235 329 301 278 259 240 226 210 197 184 370 335 310 290 268 254 234 221 204 269 247 230 215 200 188 175 164 153 Possiamo ora dimensionare il protettivo necessario: come riferimento prendiamo l’assessment report 10-U-157 A (figura 3): t Dimensionamento protettivo - Fattore di sezione 153 - Temperatura critica 526 - Per il dimensionamento a favore di sicurezza si entra nella tabella con un fattore di sezione approssimato per eccesso e con una temperatura critica approssimata per difetto. Figura 3 Spessore minimo richiesto di lastra di gesso rivestito per garantire R90 (mm) Temperatura normalizzata dell’acciaio (°C) Fattore di sezione (m-1) 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 350 400 450 500 550 600 650 700 750 15 20 20 25 25 25 28 28 30 30 33 33 33 33 13 15 20 20 25 25 25 25 28 28 28 30 30 30 13 13 15 20 20 20 25 25 25 25 28 28 28 28 13 13 15 15 20 20 20 20 25 25 25 25 25 28 13 13 13 15 15 20 20 20 20 20 25 25 25 25 13 13 13 13 13 15 15 20 20 20 20 20 20 25 13 13 13 13 13 13 13 15 15 20 20 20 20 20 13 13 13 13 13 13 13 13 13 15 15 15 15 20 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 13 Spessore necessario: 25 mm di lastre di Gyproc Fireline 74 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain t Procedura di valutazione sperimentale protezione strutturale acciaio con lastre Gyproc Glasroc F Dati di partenza (esempio) Profilo: IPE 240 Resistenza al fuoco richiesta: R 90 Temperatura critica: non specificata Fattore di sezione: Sono tabulati sia nella UNI 9503 che nell’eurocodice UNI EN 1993-1-2 e sono funzione della forma della sezione e del numero dei lati esposti all’incendio. Supponiamo l’esposizione su tre lati e utilizziamo la tabella della UNI 9503 (figura 1): Possiamo ora dimensionare il protettivo necessario: come riferimento prendiamo l’assessment report BTC 15121 FA (figura 3): t Dimensionamento protettivo - Fattore di sezione 153 - Temperatura critica 526 - Per il dimensionamento a favore di sicurezza si entra nella tabella relativa alla temperatura critica approssimata per difetto con il fattore di sezione e con la classe di resistenza al fuoco richiesta. Figura 3 - Assessment Report BTC 15121 per la temperatura critica 550 °C Figura 1 IPE 80 100 120 140 160 180 200 220 240 430 389 359 335 309 292 269 253 235 329 301 278 259 240 226 210 197 184 370 335 310 290 268 254 234 221 204 269 247 230 215 200 188 175 164 153 Determiniamo un fattore di sezione pari a 153 m-1 Il profilo è di classe 1 (supposto un acciaio S355) Eseguiamo una valutazione preliminare cautelativa della temperatura critica usando la tabella prospetto 4.1 dell’eurocodice, che coincide con la tabella riportata nella UNI 9503, supponendo un fattore di utilizzazione pari a 0,7(figura 2): Figura 2 μ0 ea,cr μ0 ea,cr μ0 ea,cr 0,22 0,24 0,26 0,28 0,30 0,32 0,34 0,36 0,38 0,40 711 698 685 674 664 654 645 636 628 620 0,42 0,44 0,46 0,48 0,50 0,52 0,54 0,56 0,58 0,60 612 605 598 591 585 578 572 566 560 554 0,62 0,64 0,66 0,68 0,70 0,72 0,74 0,76 0,78 0,80 549 543 537 531 526 520 514 508 502 496 Spessore necessario: 30 mm di lastre di Gyproc Glasroc F Ne risulta una temperatura critica di 526 °C 75 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain t Procedura di valutazione sperimentale protezione strutturale acciaio con intonaco Igniver Dati di partenza (esempio) Profilo: IPE 240 Resistenza al fuoco richiesta: R 120 Temperatura critica: non specificata Fattore di sezione: Sono tabulati sia nella UNI 9503 che nell’eurocodice UNI EN 1993-1-2 e sono funzione della forma della sezione e del numero dei lati esposti. Supponiamo l’esposizione su tre lati e utilizziamo la tabella della UNI 9503 (figura 1): Figura 1 IPE 80 100 120 140 160 180 200 220 240 430 389 359 335 309 292 269 253 235 329 301 278 259 240 226 210 197 184 370 335 310 290 268 254 234 221 204 269 247 230 215 200 188 175 164 153 Determiniamo un fattore di sezione pari a 204 m-1 Il profilo è di classe 1 (supposto un acciaio S355) Eseguiamo una valutazione preliminare cautelativa della temperatura critica usando la tabella prospetto 4.1 dell’eurocodice, che coincide con la tabella riportata nella UNI 9503, supponendo un fattore di utilizzazione pari a 0,7 (figura 2): Figura 2 μ0 ea,cr μ0 ea,cr μ0 ea,cr 0,22 0,24 0,26 0,28 0,30 0,32 0,34 0,36 0,38 0,40 711 698 685 674 664 654 645 636 628 620 0,42 0,44 0,46 0,48 0,50 0,52 0,54 0,56 0,58 0,60 612 605 598 591 585 578 572 566 560 554 0,62 0,64 0,66 0,68 0,70 0,72 0,74 0,76 0,78 0,80 549 543 537 531 526 520 514 508 502 496 Ne risulta una temperatura critica di 526 °C Possiamo ora dimensionare il protettivo necessario: come riferimento prendiamo l’assessment report 09 – U097 A (figra 3): t Dimensionamento protettivo - Fattore di sezione 204 - Temperatura critica 526 - Per il dimensionamento a favore di sicurezza si entra nella tabella con un fattore di sezione approssimato per eccesso e con una temperatura critica approssimata per difetto Figura 3 Fattore di sezione (m-1) 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160 170 180 190 200 210 220 Spessore minimo necessario di protettivo per ottenere R120 (mm) Temperatura media dell’acciaio (°C) 350 400 450 500 550 600 650 700 750 26 30 33 36 38 39 41 43 44 45 46 47 47 48 49 49 50 50 23 26 29 32 34 36 38 39 41 42 43 44 45 46 46 47 47 48 19 23 26 28 31 33 35 36 38 39 40 41 42 43 44 44 45 45 17 20 23 25 28 30 31 33 35 36 37 38 39 40 41 42 42 43 15 17 20 22 25 26 28 30 31 33 34 35 36 37 38 39 40 41 12 15 17 19 21 23 25 27 28 30 31 32 33 34 35 36 37 38 11 13 15 17 18 20 22 23 25 26 27 29 30 31 32 33 33 34 10 10 12 14 15 16 19 20 21 22 23 24 25 27 28 29 30 31 10 10 10 10 12 12 14 16 18 19 19 19 20 22 23 25 26 27 Spessore necessario: 42 mm di intonaco Igniver 76 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain A completare il quadro sperimentale sulla protezione delle strutture in acciaio di seguito si riporta la descrizione della soluzione provata sperimentalmente secondo la Circolare 91 del 1961. La scadenza del rapporto di prova è il 25 settembre 2012; Trave in acciaio HEB 200 con protezione scatolare in lastre essa comunque può essere ancora utilizzata secondo le indicazioni riportate all’interno del capitolo sulla gestione del periodo transitorio. R 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 140271/2125RF del 06/09/2000 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t5SBWF)&# t1SPGJMJJOBDDJBJP[JODBUP t-BTUSFEJUJQP'TQFTTPSFNN t4UVDDPEJHFTTP Descrizione Realizzazione di protezione antincendio scatolare su trave in acciaio HEB 200 costituita da n. 2 lastre di gesso rivestito di tipo F a bordi assottigliati spessore 15 mm, che dovranno essere fissate, con viti fosfatate autoperforanti intervallate di 150 mm, all’orditura metallica costituita da profili in lamiera di acciaio zincata spessore 0,6 mm e larghezza di 50 mm. I giunti d’angolo interni tra i due strati di lastre saranno protetti con paraspigolo a L di dimensioni 25/25 mm e spessore 0,5 mm. I giunti d’angolo esterni saranno trattati con nastro paraspigolo e stucco a base di gesso. Se la struttura non corrisponde alla descrizione del rapporto di prova, lo spessore in lastre di gesso rivestito potrà essere determinato mediante valutazione analitica o tabellare, in funzione della resistenza al fuoco richiesta. 77 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Metodo tabellare Metodi analitici All’interno del DM 16/02/2007, nell’Allegato D.7, le varie tabelle indicavano il tipo e lo spessore di protettivo da utilizzare per raggiungere la resistenza al fuoco richiesta di elementi in acciaio. A partire dal 25/09/2010 il metodo tabellare per gli elementi in acciaio non può più essere utilizzato; le determinazioni delle caratteristiche dei protettivi rimane possibile, dopo tale data, solo attraverso le opportune prove sperimentali per i nuovi progetti, mentre per i progetti presentati in data antecedente vedere il regime transitorio a pagina 67. Per quanto riguarda la trattazione teorica dei metodi analitici per la verifica degli elementi in acciaio si rimanda alla parte iniziale e comunque alla lettura integrale dell’eurocodice EN 1993-1-2. Si ricorda che in attesa della pubblicazione delle appendici nazionali e secondo quanto previsto per la gestione dei documenti nel periodo transitorio è possibile utilizzare anche la UNI 9503 sia per la verifica strutturale che per l’impiego dei parametri termo-fisici dei sistemi protettivi. Si ricorda, inoltre, che la valutazione analitica può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno, quindi autorizzato ai sensi della legge n. 818 e D.M. 5/03/1985, il quale redigerà la documentazione prevista dalla lettera Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Come previsto dal D.M. 16/02/2007 e dagli euro codici di riferimento, le proprietà termo fisiche dei sistemi protettivi devono essere ottenute attraverso opportune prove sperimentali. Di seguito si riportano i seguenti dati ottenuti dall’esecuzione delle prove EN 13381-3 per i protettivi delle strutture in acciaio: 1. Conduttività termica in funzione della temperatura 2. Densità 3. Calore specifico. 78 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Lastre in gesso Gyproc Fireline Campo di temperature (°C) Conduttività termica variabile (W/m °C) 1 x 13 - 1 x 15 - 1 x 20 mm 2 x 20 mm [0,250] 0,183251 0,506145 [250,300] 0,132699 0,206771 [300,350] 0,118475 0,138845 [350,400] 0,075051 0,140918 [400,450] 0,051601 0,114784 [450,500] 0,102579 0,066712 [500,550] 0,150869 0,081833 [550,600] 0,169098 0,218902 [600,650] 0,174469 0,362143 [650,700] 0,181747 0,386706 [700,750] 0,182468 0,428298 [750,800] 0,185958 0,510691 [800,850] 0,141033 0,514374 [850,900] 0,185051 1,025640 [900,950] 0,185051 1,256219 [950,1000] 0,185051 1,256219 t%FOTJU± da 13 e 15 mm: 821 kg/m3 da 20 mm: 741 kg/m3 t$BMPSFTQFDJGJDP+LHÉ$ Intonaco antincendio leggero Igniver Campo di temperature (°C) Conduttività termica variabile (W/m °C) [0,250] 0,5541011691 [250,300] 0,2120968103 [300,350] 0,1102623194 [350,400] 0,1034321859 [400,450] 0,1284171492 [450,500] 0,1385471076 [500,550] 0,1277101636 [550,600] 0,1432189494 [600,650] 0,1640963405 [650,700] 0,1787979305 [700,1000] 0,1963772029 t%FOTJU± da 10 a 50 mm: 363 kg/m3 da 51 a 90 mm: 394 kg/m3 t$BMPSFTQFDJGJDP+LHÉ$ 79 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 3 Strutture in cemento armato Metodo sperimentale La resistenza al fuoco di una struttura in calcestruzzo armato può essere valutata con i criteri di prova previsti dall’Allegato A al D.M. 16/02/2007: i test devono essere condotti seguendo la specifica norma che ha lo scopo di determinare lo spessore di materiale protettivo al fine di ottenere una determinata resistenza al fuoco. Al momento della stesura di questa edizione della Guida al fuoco le metodologie di prova che coinvolgono le strutture in calcestruzzo sono in revisione. Ad oggi, nel caso di sistemi protettivi realizzati con lastre di gesso rivestito FIRELINE, che richiedono l’utilizzo di una struttura metallica per il loro supporto, le prove di qualificazione sono state eseguite in accordo a: t6/*&/QFSUSBWJFDPMPOOFJODBMDFTUSV[[PBSNBUP t6/*&/7QFSTPMFUUFJODBMDFTUSV[[PBSNBUPQSPUFUUF da una membrana protettiva orizzontale. Mentre nel caso di utilizzo dell’intonaco antincendio leggero IGNIVER, le prove di qualificazione sono state eseguite in accordo a: t6/*&/QFSUSBWJDPMPOOFFTPMFUUFJODBMDFTUSV[[P armato. Per la protezione delle strutture in calcestruzzo Gyproc SaintGobain utilizza i dati tabulati nei rapporti di valutazione (Assessment Report) elencati nella tabella sotto riportata. Materiale protettivo Gyproc Igniver Intonaco isolante leggero premiscelato a base di gesso e vermiculite, leganti speciali e additivi specifici Gyproc Fireline Lastre in gesso rivestito di tipo F (EN 520), composte da nucleo di gesso, fibra di vetro e vermiculite, con rivestimento esterno in carta 80 Il risultato di tali prove non è quindi una vera e propria classificazione dell’elemento, bensì una procedura (Assessment) per la determinazione degli spessori necessari in funzione del tipo di elemento costruttivo da proteggere. Si ricorda che nella Guida al fuoco compaiono anche gli ultimi rapporti di prova eseguiti secondo la Lettera Circolare 91, i quali rappresentano l’unica eccezione ammessa nel periodo denominato “di transizione” e di cui si è parlato nel quinto capitolo (terza parte), che va dal 25/09/2007 (data di entrata in vigore del D.M.) al 25/09/2012, data di scadenza dei suddetti rapporti. La valutazione sperimentale può essere fatta esclusivamente da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno ai sensi del DM 26/03/1985 o notificato dalla Commissione Europea ai sensi della Direttiva 89/106. In ogni caso sarà il professionista che segue la pratica per l’ottenimento del CPI a certificare la resistenza al fuoco dell’elemento, sulla scorta di valutazioni sperimentali, redigendo la documentazione prevista dalla Lettera Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Di seguito vengono presentati gli estratti da un Assessment Report per ciascuna tipologia di materiale utilizzato per la protezione degli elementi in calcestruzzo armato: t*OUPOBDP*HOJWFS t-BTUSFJOHFTTPSJWFTUJUP(ZQSPD'JSFMJOF Applicazione Metodo Assessment Report Laboratorio di prova Travi Colonne Solette UNI EN 13381-3 10-U-030 Efectis France Travi Colonne UNI EN 13381-3 11-U-320 Efectis France Solette UNI ENV 13381-1 11-U-373 Efectis France Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Intonaco antincendio leggero Igniver Di seguito si riporta la tabella contenuta all’interno dell’Assessment Report n° 10-U-030 con gli spessori equivalenti di calcestruzzo per l’intonaco isolante leggero Igniver in funzione dell’applicazione (se trave o soletta), del tipo di agente disarmante utilizzato e della classe di resistenza al fuoco richiesta. Il risultato più interessante ai fini della valutazione sperimentale è proprio quest’ultimo e di seguito si riporta la rispettiva tabella, ma prima diamo alcune precisazioni: Tipo di struttura in calcestruzzo tQFSWBMPSJJOUFSNFEJUSBMPTQFTTPSFNJOJNPFMPTQFTTPSF massimo, si possono interpolare i dati; tOFMDBTPMPTQFTTPSFSJDIJFTUPEJDBMDFTUSV[[PTJBTVQFSJPSFBM valore maggiore riportato in tabella, quest’ultima non si può applicare; tOFMDBTPMPTQFTTPSFSJDIJFTUPEJDBMDFTUSV[[PTJBJOGFSJPSFBM valore minimo riportato in tabella, si usa lo spessore totale di intonaco inferiore. Tipo di agente disarmante Spessore di Igniver (mm) Spessore equivalente di calcestruzzo (mm) Durata dell’esposizione secondo la EN 1363-1 (min) 30 60 90 120 180 240 Olio minerale 28 33 ** ** ** ** Emulsione 30 37 39 40 ** ** Olio minerale 44 59 66 71 74 74 Emulsione 49 63 72 78 84 86 8 * 7 15 13 ** ** ** 55 * 24 68 74 99 119 138 7 Solette/Pareti 20 Travi/Colonne (*) Per entrambi gli agenti disarmanti (**) Durata dell’esposizione non raggiunta Lastre in gesso rivestito Gyproc Fireline Di seguito si riporta la tabella contenuta all’interno dell’Assessment Report n° 11-U-320 con gli spessori equivalenti di calcestruzzo per le lastre in gesso rivestito Fireline in funzione dell’applicazione, del tipo di agente disarmante utilizzato e della classe di resistenza al fuoco richiesta. Il risultato più interessante ai fini della valutazione sperimentale è proprio quest’ultimo e di seguito si riporta la rispettiva tabella, ma prima diamo alcune precisazioni: Tipo di struttura in calcestruzzo Travi/Colonne Spessore di Fireline (mm) tQFSWBMPSJJOUFSNFEJUSBMPTQFTTPSFNJOJNPFMPTQFTTPSF massimo, si possono interpolare i dati; tOFMDBTPMPTQFTTPSFSJDIJFTUPEJDBMDFTUSV[[PTJBTVQFSJPSFBM valore maggiore riportato in tabella, quest’ultima non si può applicare; t OFMDBTPMPTQFTTPSFSJDIJFTUPEJDBMDFTUSV[[PTJBJOGFSJPSFBM valore minimo riportato in tabella, si usa lo spessore totale di lastre inferiore. Spessore equivalente di calcestruzzo (mm) Durata dell’esposizione secondo la EN 1363-1 (min) 30 60 90 120 180 1 x 12,5 19 41 53 52 * 1 x 15 19 44 56 57 * 2 x 12,5 21 54 66 79 * 12,5 x 15 21 57 68 84 * 2 x 15 21 59 71 90 * 3 x 12,5 22 67 78 106 * 3 x 15 23 75 86 122 117 (*) Durata dell’esposizione non raggiunta 81 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain t Procedura di valutazione sperimentale per la protezione di TUSVUUVSFJODBDPOJOUonaco Igniver I parametri che devono essere considerati per il dimensiona- mento del protettivo da applicare sono principalmente i seguenti: Parametri Come si ricavano Spessore della soletta e dimensione del copriferro dell’elemento da proteggere Sono tabulati sia nella UNI 9503 che nell’eurocodice UNI EN 1993-1-2 e sono funzione della forma, della sezione e del numero dei lati esposti all’incendio Spessore minimo della soletta e dimensione minima del copriferro dell’elemento per la classe di resistenza richiesta Viene fornita attraverso le prescrizioni normative pubblicate dal Ministero dell’interno e viene fornito dal professionista, dal cantiere, dall’installatore o dalla proprietà Tipologia di elemento strutturale Se soletta, muro con esposizione da un solo lato, trave o pilastro Tipo di agente disarmante Se olio minerale od emulsione acquosa Classe richiesta Viene fornita attraverso le prescrizioni normative pubblicate dal Ministero dell’interno e viene fornito dal professionista, dal cantiere, dall’installatore o dalla proprietà Assessment di riferimento 10-U-030 per la determinazione dello spessore equivalente Vediamo ora un esempio di attuazione del metodo sperimentale. Dati di partenza: Struttura: Soletta in calcestruzzo armato spessore 90 mm e copriferro 10 mm Agente disarmante: emulsione acquosa Resistenza al fuoco richiesta: REI 90 All’interno dell’eurocodice 1992-1-2 troviamo la seguente tabella valida per solette: Table 5.8: Minimum dimensions and axis distances for reinforced and prestressed concrete simply supported one-way and two-way solid slabs Determinazione spessore di calcestruzzo necessario R: richiede almeno 30 mm copriferro EI: richiede una soletta di spessore 100 mm almeno slab thickness hs (mm) axis distance a one way two way: 1,5 < Iy/Ix ≤ 2 Iy/Ix ≤ 1,5 1 2 3 4 5 REI 30 REI 60 REI 90 REI 120 REI 180 REI 240 60 80 100 120 150 175 10* 20 30 40 55 65 10* 10* 15* 20 30 40 10* 15* 20 25 40 50 La tabella dell’eurocodice sopra riportata prevede la realizzazione di un copriferro pari ad almeno 30 mm per la classe R90 e uno spessore di soletta minimo pari a 100 mm per la classe 82 Minimum dimensions (mm) Standard fire resistance EI90. Dal confronto con la soluzione di progetto si evidenzia come siano necessari ulteriori 20 mm di calcestruzzo per soddisfare il requisito R previsto dall’eurocodice e di ulteriori 10 mm Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain per i requisiti E ed I (figura 1). Per il dimensionamento dello spessore di protettivo da utilizzare consideriamo la situazione più sfavorevole, vale a dire che alla situazione di progetto dobbiamo aggiungere uno spessore di intonaco isolante leggero Igniver equivalente a 20 mm di calcestruzzo. Utilizziamo quindi la tabella degli spessori equivalenti dell’Assessment Report 10-U-30 con i seguenti dati di progetto: t4QFTTPSFEJDBMDFTUSV[[POFDFTTBSJPNN t"HFOUFEJTBSNBOUFFNVMTJPOFBDRVPTB t4QFTTPSFNJOJNPEJ*HOJWFSNNDPSSJTQPOEFOUFBNN di calcestruzzo t4QFTTPSFNBTTJNPEJ*HOJWFSNNDPSSJTQPOEFOUFB 72 mm di calcestruzzo. Qualora la richiesta di spessore di calcestruzzo sia inferiore a 39 mm si sceglie il valore minimo di Igniver utilizzato nella prova e cioè 7 mm. La tabella dell’assessment report non è invece applicabile se lo spessore di calcestruzzo richiesto risulta superiore a 72 mm (figura 2). . 10 . . t . t . t . t . t. t . . t . t. t . . SITUAZIONE DI PROGETTO . 30 90 100 Figura 1 EUROCODICE 1992-1-2 Figura 2 Tipo di struttura in calcestruzzo Spessore di Igniver (mm) Tipo di agente disarmante Spessore equivalente di calcestruzzo (mm) Durata dell’esposizione secondo la EN 1363-1 (min) 120 180 240 * ** ** 39 40 * * 59 66 71 74 74 49 63 72 78 84 86 * 7 15 13 ** ** ** * 24 68 74 99 119 138 30 60 Olio minerale 28 33 Emulsione 30 37 Olio minerale 44 Emulsione 8 55 90 7 Soletta 20 Trave (*) Durata dell’esposizione non coperta 83 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Una volta determinati gli estremi, si individua la retta passante per i due punti e si incrociano i dati nel grafico con il valore richiesto di spessore di calcestruzzo per determinare l’equivalente di intonaco. Si è deciso di utilizzare come agente disarmante l’emulsione acquosa; nel caso si fosse utilizzato l’olio minerale non sarebbe stato possibile utilizzare i valori di spessore equivalente riportati in tabella (figura 3). Essendo il valore dello spessore equivalente ricercato al di sotto dei valori della retta interpolante si prende in considerazione per il dimensionamento il valore inferiore della retta interpolante e cioè 7 mm di Igniver. Spessore equivalente in mm Figura 3 80 70 60 50 40 30 20 10 0 Spessore equivalente 7 20 39 72 Spessore necessario: 7 mm di intonaco Igniver t1SPDFEVSBEJWBMVUB[JPOFTQFSJNFOUBMFQFSMBQSPUF[JPOFEJ TUSVUUVSFJODBDPOMBTUSF'JSFMJOF mento del protettivo da applicare sono principalmente i seguenti: I parametri che devono essere considerati per il dimensionaParametri Come si ricavano Larghezza della trave e dimensione del copriferro dell’elemento da proteggere Sono tabulati sia nella UNI 9502 che nell’Eurocodice UNI EN 1992-1-2 e sono funzione della forma, della sezione e del numero di lati esposti all’incendio Larghezza minima della trave e dimensione minima del copriferro dell’elemento per la classe di resistenza richiesta Viene fornita attraverso le prescrizioni normative pubblicate dal Ministero dell’Interno e viene fornita dal professionista, dal cantiere, dall’installatore o dalla proprietà Tipologia di elemento strutturale Se trave o colonna Tipo di agente disarmante Se olio minerale od emulsione acquosa Classe richiesta Viene fornita attraverso le prescrizioni normative pubblicate dal Ministero dell’Interno e viene fornita dal professionista, dal cantiere, dall’installatore o dalla proprietà Assessment Report di riferimento 11-U-320 84 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Riportiamo ora un esempio di attuazione del metodo sperimentale. Dati di partenza: t5SBWFBTF[JPOFSFUUBOHPMBSFJODBMDFTUSV[[PBSNBUPDPO larghezza di 90 mm e copriferro di 10 mm t3FTJTUFO[BBMGVPDPSJDIJFTUB3 All’interno dell’Eurocodice EN 1992-1-2 troviamo dei valori ta- bulati che riportano le dimensioni minime per vari elementi strutturali in calcestruzzo armato per determinate classi di resistenza al fuoco. Di seguito si riporta quella relativa alle travi continue (presa in considerazione a titolo di esempio), dalla quale si evince che per una classe di resistenza al fuoco R 90 la trave deve avere una larghezza minima di 150 mm e un copriferro di almeno 35 mm. Table 5.6: Minimum dimensions and axis distances for continuous beams made with reinforced and prestressed concrete (see also Table 5.7) Standard fire resistance Minimum dimensions (mm) Possible combinations of a and bmin where a is the average axis distance and bmin is the width of beam Web thickness bw Class WA Class WB Class WC 6 7 7 1 2 3 REI 30 bmin = 80 a = 15* 160 12* 80 80 80 REI 60 bmin = 120 a = 25 200 12* 100 80 100 REI 90 bmin = 150 a = 35 250 25 110 100 100 REI 120 bmin = 200 a = 45 300 35 450 35 500 30 130 120 120 REI 180 bmin = 240 a = 60 400 50 550 50 600 40 150 150 140 REI 240 bmin = 280 a = 75 500 60 650 60 700 50 170 170 160 4 5 Confrontando la situazione progettuale con quella prevista dall’Eurocodice si evidenzia come siano necessari ulteriori 30 mm per soddisfare il requisito relativo al copriferro e di 60 mm per le dimensioni della trave (figura 4). Figura 4 150 . 10 . . t. t . t . t. t . . t . t. t . . SITUAZIONE DI PROGETTO . 40 90 EUROCODICE 1992-1-2 Per il dimensionamento dello spessore di protettivo da utilizzare consideriamo la situazione più sfavorevole, vale a dire che alla situazione di progetto dobbiamo aggiungere uno spessore di lastre in gesso rivestito Fireline equivalente a 60 mm di calcestruzzo. Utilizziamo quindi la tabella degli spessori equivalenti dell’Assessment Report 11-U-320 con i seguenti dati di progetto: tTQFTTPSFEJDBMDFTUSV[[POFDFTTBSJPNN tTQFTTPSFNJOJNPEJMBTUSBNNDPSSJTQPOEFOUFBNN di calcestruzzo tTQFTTPSFNBTTJNPEJMBTUSFNNDPSSJTQPOEFOUFBNN di calcestruzzo 85 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Una volta determinati gli estremi, si individua la retta passante per i due punti e si incrociano i dati nel grafico con il valore richiesto di spessore di calcestruzzo per determinare l’equivalente in lastre in gesso rivestito. Come si può osservare dal grafico (figura 5), lo spessore richiesto è di 19,4 mm per cui si utilizzeranno 2 lastre FIRELINE 13 da 12,5 mm per uno spessore totale pari a 25 mm. Figura 5 Spessore equivalente di calcestruzzo (mm) R 90 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 12,5 Spessore equivalente 53 45 19,4 86 Solette in calcestruzzo armato protette da controsoffitto Per valutare la protezione in caso d’incendio offerta da un controsoffitto in lastre di gesso rivestito ad una soletta in calcestruzzo armato, non è possibile eseguire un test in accordo alla UNI EN 13381-3, come nel caso dell’intonaco isolante leggero IGNIVER, in quanto lo specifico metodo di prova pone dei limiti molto stretti sulla massima distanza ammissibile fra intradosso della soletta ed estradosso del controsoffitto. Per i sistemi complessi costituiti da un solaio e da una struttura portante, realizzata con travi in acciaio, calcestruzzo o legno, laddove l’elemento protettivo da verificare sperimentalmente è un controsoffitto, è necessario eseguire una prova ai sensi della UNI ENV 13381-1. Come per tutte le prove eseguite ai sensi della serie 13381, il risultato della prova non è una semplice classificazione, ma un Assessment Report. Per le lastre in gesso rivestito Fireline sono state eseguite due prove, la prima che prevede l’utilizzo della singola lastra FIRELINE 13 e la seconda con tre lastre FIRELINE 15. I risultati contenuti all’interno dell’Assessment Report n° 11-U373 si possono riassumere nelle tabelle sotto riportate, il cui utilizzo è abbastanza semplice: per ciascuna combinazione prevista di soletta e struttura portante riportata, nella tabella relativa alla composizione del numero di lastre cercato, si trovano le classificazioni in termini di stabilità strutturale (R) per la struttura portante e tenuta (E) ed isolamento (I) per il sistema nel suo complesso. Nelle due tabelle successive si trovano anche i dati delle temperature riscontrate durante la prova, dati che possono essere utilizzati per valutazioni analitiche all’interno degli Eurocodici parte fuoco. Spessore minimo (12,5 mm – GYPROC FIRELINE 1 x 13) Tipo di trave Tipo di soletta Temperatura limite specifica (°C) Tempo necessario per raggiungere la temperatura limite (min) Nella cavità Sulla superficie dell'elemento Nella cavità Sulla superficie dell'elemento Classificazione REI Calcestruzzo denso Calcestruzzo denso 600 - 66,5 - REI 60 Acciaio Calcestruzzo denso 530 510 62 66,5 REI 60 Calcestruzzo denso o acciaio Soletta composta calcestruzzo e acciaio profilato 400 350 37,5 38,5 REI 30 370 350 31,5 38,5 REI 30 Calcestruzzo denso Acciaio profilato a freddo 86 Soletta composta calcestruzzo e acciaio profilato Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Spessore massimo (45 mm – GYPROC FIRELINE 3 x 15) Tipo di trave Temperatura limite specifica (°C) Tipo di soletta Tempo necessario per raggiungere la temperatura limite (min) Nella cavità Sulla superficie dell'elemento Nella cavità Sulla superficie dell'elemento Classificazione REI Calcestruzzo denso Calcestruzzo denso 600 - 140 - REI 120 Acciaio Calcestruzzo denso 530 510 138,5 140,5 REI 120 Calcestruzzo denso o acciaio Soletta composta calcestruzzo e acciaio profilato 400 350 122 125 REI 120 370 350 117 125 REI 90 Calcestruzzo denso Acciaio profilato a freddo Soletta composta calcestruzzo e acciaio profilato In alternativa all’utilizzo degli Assessment Report sopra descritti, sono disponibili alcune soluzioni sperimentali per strutture in calcestruzzo armato, provate in laboratorio secondo la Solaio tipo Plastbau protetto con lastre di gesso rivestito Circolare 91 del 1961 e in corso di validità. Di seguito se ne riporta una breve descrizione. R 120 Rapporto di prova: CSI n. 1082RF del 12/01/2004* Scadenza: 25/09/2012 290 15 600 600 Dati tecnici t4PMBJPUJQP1MBTUCBVTQFTTPSFNN t0SEJUVSBNFUBMMJDBB$ t1SPUF[JPOFDPOMBTUSBUJQP'TQFTTPSFNN Descrizione Realizzazione di protezione antincendio su solaio tipo Plastbau costituita da: - orditura metallica realizzata con profili denominati “Profilo a C 18/48”, dimensioni 48 x 18 mm e spessore 0,6 mm, posti, ad interasse di 600 mm; tali profili sono fissati, mediante incastro, ad appositi raccordi in acciaio denominati “Cavaliere per profilo a C 18/48”, dimensioni 46 x 42 x 18 mm e spessore 0,8 mm, ancorati al solaio mediante idonei tasselli metallici ad espansione, diametro 8 mm interasse 600 mm, e posizionati in corrispondenza dei travetti in calcestruzzo del solaio stesso; - plafonatura realizzata con lastre di gesso rivestito tipo F (Gyproc Fireline), spessore 15 mm, fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm e lunghezza 35 mm, poste ad interasse di circa 200 mm; - sigillatura dei giunti e delle teste delle viti realizzata mediante stucco a base gesso. Se la struttura non corrisponde alla descrizione del rapporto di prova, lo spessore di lastre di gesso rivestito potrà essere determinato mediante valutazione analitica o tabellare, in funzione della resistenza al fuoco richiesta. * Rapporto di prova intestato a Poliespanso s.r.l. 87 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Solaio in latero-cemento protetto con lastre di gesso rivestito REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 178081/2574RF del 04/12/2003 Scadenza: 25/09/2012 120 40 160 15 25 15 215 255 40 600 Dati tecnici t4PMBJPJOMBUFSPDFNFOUPTQFTTPSFNN t0SEJUVSBNFUBMMJDBB$ t-BTUSBUJQP'TQFTTPSFNN Descrizione Realizzazione di protezione antincendio su solaio in latero-cemento costituita da: - orditura metallica realizzata con profili denominati “Profilo a C 18/48”, dimensioni 48 x 18 mm e spessore 0,6 mm, posti, ad interasse di 600 mm; tali profili sono fissati, mediante incastro, ad appositi raccordi in acciaio denominati “Cavaliere per profilo a C 18/48”, dimensioni 46 x 42 x 18 mm e spessore 0,8 mm, ancorati al solaio mediante tasselli metallici ad espansione, interasse 1.000 mm, e posizionati in corrispondenza dei travetti in calcestruzzo del solaio stesso; - plafonatura realizzata con lastre di gesso rivestito tipo F Gyproc Fireline 15, spessore 15 mm, fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm e lunghezza 35 mm, poste ad interasse di 250 mm; - sigillatura dei giunti e delle teste delle viti realizzata mediante stucco a base gesso. Se la struttura non corrisponde alla descrizione del rapporto di prova, lo spessore in lastre di gesso rivestito potrà essere determinato mediante valutazione analitica o tabellare, in funzione della resistenza al fuoco richiesta. Trave in calcestruzzo armato: protezione con intonaco Sigmatic Ignifugo M 120 20 340 300 R 120 Rapporto di prova: 20 Istituto Giordano n. 228214/2979FR del 17/07/2007 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici 300 320 t5SBWFJODBMDFTUSV[[PBSNBUPEJEJNFOTJPOJ 300 x 300 mm e con copriferro minimo pari a 13 mm t1SPUF[JPOFDPONNEJJOUPOBDP4JHNBUJD Ignifugo M120 20 Descrizione Realizzazione di protezione antincendio su trave in c.a. dimensioni 300 x 300 mm, copriferro minimo 13 mm, costituita da: 20 mm di uno spessore di intonaco isolante Sigmatic Ignifugo M 120 a base di gesso emidrato, Vermiculite e Perlite espansa in Euroclasse A1 di reazione al fuoco, atto a garantire la resistenza al fuoco richiesta. Le superfici da trattare dovranno essere integre, pulite, libere da polveri, oli disarmanti, etc.. Se la struttura non corrisponde alla descrizione del rapporto di prova, lo spessore di intonaco isolante Sigmatic Ignifugo M 120 potrà essere determinato mediante valutazione analitica o tabellare, in funzione della resistenza al fuoco richiesta. 88 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Solaio in latero-cemento e travetti in c.a.p. con intonaco Sigmatic Ignifugo M 120 REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 197441/2747RF del 08/06/2005 Scadenza: 25/09/2012 40 160 15 500 200 Dati tecnici 15 t4PMBJPJOMBUFSPDFNFOUPTQFTTPSFNN con travetti in c.a.p. t*OUPOBDP4JHNBUJD*HOJGVHP.TQFTTPSF 15 mm Descrizione Realizzazione di protezione antincendio sull’intradosso di solaio in latero-cemento con travetti in c.a.p. interasse 500 mm, spessore 16+4 cm costituita da: 1,5 cm di intonaco isolante Sigmatic Ignifugo M 120 a base di gesso emidrato, Vermiculite e Perlite espansa, reazione al fuoco classe “A1”. Le superfici da trattare dovranno essere integre, pulite, libere da polveri, oli disarmanti, etc.. Se la struttura non corrisponde alla descrizione del rapporto di prova, lo spessore di intonaco isolante Igniver potrà essere determinato mediante valutazione analitica o tabellare, in funzione della resistenza al fuoco richiesta. Metodo tabellare Metodo analitico All’interno del DM 16/02/2007, nell’Allegato D, le varie tabelle indicano il tipo e lo spessore di protettivo da utilizzare per raggiungere la resistenza al fuoco richiesta di elementi in calcestruzzo armato. La valutazione tabellare per la protezione di elementi in c.a. può essere effettuata esclusivamente da un professionista iscritto al proprio albo, il quale redigerà la documentazione prevista nella Lettera-Circolare del 24/04/2008. I metodi di calcolo da utilizzare ai fini del DM 16/02/2007 per determinare la resistenza al fuoco di elementi costruttivi in c.a. sono quelli contenuti nell’ eurocodice EN 1992-1-2, se completi delle appendici contenenti i parametri definiti a livello nazionale (NDPs). In attesa della pubblicazione delle appendici di cui sopra, il D.M. consente tuttavia l’impiego dell’ eurocodice relativo alle strutture in c.a., adottando i valori degli NDPs suggeriti dall’ eurocodice stesso ovvero, in alternativa, la norma UNI 9502. È esclusa la possibilità di impiego delle citate norme UNI quando saranno rese disponibili le appendici nazionali. La valutazione analitica può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno, quindi autorizzato ai sensi della Legge n. 818 e DM 25/03/1985, il quale redigerà la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. 89 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 4 Strutture miste: calcestruzzo e lastre profilate di acciaio Metodo sperimentale La resistenza al fuoco di una struttura composita di calcestruzzo armato/lastre profilate in acciaio, può essere valutata con i criteri di prova previsti dall’Allegato A al DM 16/02/2007, i test devono essere condotti seguendo la specifica norma UNI ENV 13381-5, la quale ha lo scopo di determinare lo spessore del materiale protettivo al fine di ottenere una determinata resistenza al fuoco. Il risultato di tali prove non è quindi una vera e propria classificazione dell’elemento, bensì una procedura (assessment) per la determinazione degli spessori necessari in funzione del tipo di elemento costruttivo da proteggere. Per la protezione delle strutture miste, Gyproc Saint-Gobain utilizza i dati tabulati nel rapporto di valutazione (assessment report) n. 10-U-042, le prove sono state effettuate presso il laboratorio Effectis di Metz (Francia), utilizzando come protettivo l’intonaco antincendio leggero Igniver. h1 h2 heff l2 l1 90 l3 Il risultato più interessante ai fini della valutazione sperimentale è proprio quest’ultimo e di seguito si riporta la rispettiva tabella: Spessori totali della soletta composita (h1+h2) (cm) 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Spessore minimo di Igniver da applicare (mm) Classificazione REI raggiunta REI 30 REI 60 REI 90 REI 120 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain La valutazione sperimentale può essere fatta esclusivamente da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno ai sensi del DM 26/03/1985 o notificato dalla Commissione Europea ai sensi della Direttiva 89/106. In ogni caso sarà il professionista che segue la pratica per l’ottenimento del CPI a certificare la resistenza al fuoco dell’elemento, sulla scorta di valutazioni sperimentali, redigendo la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Spessori totali della soletta composita (h1+h2) (cm) 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 Di seguito si riporta un esempio di attuazione del metodo sperimentale: t Procedura di valutazione sperimentale per la protezione di TUSVUUVSFJODBDPOJOUPOBDP*HOJWFS Dati di partenza (esempio): Struttura: Soletta in calcestruzzo armato spessore 45 mm e lamiera grecata altezza 55 mm Resistenza al fuoco richiesta: REI 90 Spessore minimo di Igniver da applicare (mm) Classificazione REI raggiunta REI 30 REI 60 REI 90 REI 120 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 11 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 15 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 24 Spessore necessario: 19 mm di intonaco Igniver 91 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Metodo tabellare Metodo analitico All’interno del DM 16/02/2007, nell’Allegato D, l’unica possibilità di utilizzare il metodo tabellare si trova al punto D 5.1 e riguarda i solai misti di lamiera/cls. La tabella riporta i valori minimi dello spessore (H) del solaio e della distanza (a) dall’asse delle armature alla superficie esposta sufficienti a garantire il requisito R per le classi indicate. Da quest’ultima osservazione si può dedurre che il metodo tabellare non può essere utilizzato nel caso di strutture composite di calcestruzzo armato/lastre profilate in acciaio con funzione portante. Per valutare la resistenza al fuoco di una struttura mista in c.a. si può fare ricorso a valutazioni analitiche di un tecnico autorizzato ai sensi della Legge n. 818 del 07/12/1984 facendo riferimento al metodo di calcolo riportato nell’ eurocodice UNI EN 1994-1-2. La valutazione analitica può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno, quindi autorizzato ai sensi della Legge n. 818 del 07/12/1984 e DM 25/03/1985, il quale redigerà la documentazione tecnica prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. 92 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 5 Strutture in legno Metodo sperimentale Metodo tabellare La resistenza al fuoco di una struttura in legno può essere valutata con i criteri di prova previsti dall’Allegato A al DM 16/02/2007, i test devono essere condotti seguendo la specifica norma UNI ENV 13381-7. Il risultato di tali prove non è quindi una vera e propria classificazione dell’elemento, bensì una procedura (assessment) per la determinazione degli spessori necessari in funzione del tipo di elemento costruttivo da proteggere. Si ricorda che nella Guida compaiono anche gli ultimi rapporti di prova eseguiti secondo la Circolare 91, i quali rappresentano l’unica eccezione ammessa nel periodo denominato “di transizione” e di cui si è parlato nel quinto capitolo (terza parte), che va dal 25/09/2007 (data di entrata in vigore del D.M.) al 25/09/2012, data di scadenza dei suddetti rapporti. La valutazione sperimentale può essere fatta esclusivamente da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno ai sensi del DM 26/03/1985 o notificato dalla Commissione Europea ai sensi della Direttiva 89/106. In ogni caso sarà il professionista che segue la pratica per l’ottenimento del CPI a certificare la resistenza al fuoco dell’elemento, sulla scorta di valutazioni sperimentali, redigendo la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Il DM 16/02/2007 non prevede la possibilità di fare ricorso a confronti con tabelle per quanto riguarda le strutture in legno. Metodo analitico I metodi di calcolo da utilizzare ai fini del DM 16/02/2007 per determinare la resistenza al fuoco di elementi costruttivi in legno sono quelli contenuti nell’ eurocodice EN 1995-1-2, se completi delle appendici contenenti i parametri definiti a livello nazionale (NDPs). In attesa della pubblicazione delle appendici di cui sopra, il D.M. consente tuttavia l’impiego dell’ eurocodice relativo alle strutture in legno, adottando i valori degli NDPs suggeriti dall’ eurocodice stesso ovvero, in alternativa, la norma UNI 9504. È esclusa la possibilità di impiego delle citate norme UNI quando saranno rese disponibili le appendici nazionali. La valutazione analitica può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno, quindi autorizzato ai sensi della Legge n. 818 e DM 25/03/1985, il quale redigerà la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. 93 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controsoffitto CSA 13FM0 x 2 REI 90 a protezione di solaio in legno 2000 1200 18 330 247 40 247 195 12,5x2 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n. 219691/2903FR del 13/12/2006 Scadenza: 25/09/2012 t4PMBJPJOMFHOPDPTUJUVJUPEBUBWPMBUPJOMJTUFMMJ spessore 18 mm appoggiati su due travi in legno sezione 247 x 195 mm interasse 1.200 mm t0SEJUVSBNFUBMMJDBB$USBTWFSTBMFBMMF travi, interasse 400 mm tOMBTUSFUJQP'.TQFTTPSFNN Descrizione Realizzazione di protezione antincendio di solaio in legno costituita da: - orditura metallica realizzata con profili in acciaio a forma di C denominati “Profilo a C 18/48”, dimensioni 48 x 18 mm e spessore 0,6 mm, posti, ad interasse di 400 mm, perpendicolarmente alle travi in legno; tali profili sono fissati ad appositi elementi in acciaio denominati “Susp. diritto per profilo a C”, dimensioni 46 x 80 x 12 mm e spessore 0,8 mm; tali elementi sono preliminarmente ancorati al fianco interno delle travi mediante viti in acciaio autofilettanti; ulteriori elementi in acciaio denominati “Susp. con molla per profilo a C”, dimensioni 46 x 80 x 12 mm e spessore 0,8 mm sono posizionati alle estremità dei profili suddetti e agganciati, mediante pendini e viti autofilettanti, alla guida a U posta in corrispondenza del bordo del tavolato in legno; - plafonatura realizzata con n. 2 strati di lastre di gesso rivestito tipo antincendio (tipo F secondo EN 520 e in classe A1 di reazione al fuoco secondo UNI EN 13501-1) denominate “GYPROC LISAFLAM 13”, spessore 12,5 , fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm, poste ad interasse di 200 mm; la distanza fra intradosso travi e estradosso lastre risulta pari a circa 4,0 cm; - sigillatura dei giunti fra le lastre realizzata mediante rete forata in fibra di vetro e stucco di gesso della Gyproc SaintGobain; - sigillatura delle teste delle viti realizzata mediante stucco di gesso della Gyproc Saint-Gobain. 94 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 6 Compartimentazioni Generalità Quando si deve per motivi di prevenzione incendi, costruire dei compartimenti (parti di un edificio che hanno lo scopo di confinare l’incendio evitandone la propagazione alle zone e ai compartimenti adiacenti fino all’esaurimento dei materiali combustibili contenuti o fino al sopraggiungere dei Vigili del Fuoco) bisogna ricorrere alla realizzazione di pareti divisorie che soddisfino la classe di resistenza al fuoco richiesta e quindi garantiscano per il tempo richiesto: eventuale capacità portante (R), tenuta ai fumi e alle fiamme (E), isolamento termico (I). Per raggiungere i requisiti richiesti si può dunque ricorrere a: - tramezzi in lastre di gesso rivestito Gyproc Saint-Gobain - pareti in muratura opportunamente intonacate con prodotti della linea EcoVic - pareti in muratura mediante contropareti con lastre di gesso rivestito delle linee a secco Gyproc Saint-Gobain. Prove sperimentali La resistenza al fuoco di una compartimentazione può essere valutata con i criteri di prova previsti dall’Allegato A al DM 16/02/2007; le prove devono essere condotte seguendo la specifica norma di prova EN prevista per ciascun elemento costruttivo: in particolare la UNI EN 1365-1 per le pareti portanti, e la UNI EN 1364-1 per le pareti non portanti. La valutazione sperimentale può essere fatta esclusivamente da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno ai sensi del DM 26/03/1985 o notificato dalla Commissione Europea ai sensi della Direttiva 89/106. Il laboratorio di prova deve rilasciare al produttore: 1. Il rapporto di prova, redatto in conformità alla EN 1363-1, 2 e a quanto previsto dal relativo metodo di prova specifico e deve contenere tutti i dati necessari ad identificare il prodotto o il manufatto testato e i risultati della prova sperimentale. 2. Il rapporto di classificazione, che rappresenta il documento, redatto in conformità a quanto previsto dalla EN 13501, che attesta sulla base di uno o più rapporti di prova, la classe del prodotto o dell’elemento costruttivo oggetto della prova; inoltre il DM 16/02/2007 introduce, i concetti di “campo di applicazione diretta” e “campo di applicazione estesa” e prevede che il produttore predisponga, in caso di variazioni non previste dal campo di applicazione diretta, un fascicolo tecnico approvato dal laboratorio che ha emesso il rapporto di classificazione. Per un approfondimento sull’argomento si rimanda il lettore al sesto capitolo nella prima parte della Guida ed al testo del DM riportato in appendice. In ogni caso sarà il professionista che segue la pratica per l’ottenimento del CPI a certificare la resistenza al fuoco dell’elemento, sulla scorta di valutazioni sperimentali, redigendo la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Metodo tabellare All’interno del DM 16/02/2007, nell’Allegato D, le varie tabelle indicano il tipo e lo spessore di protettivo da utilizzare per raggiungere la resistenza al fuoco richiesta di pareti non portanti (si veda la prima parte della Guida e l’Appendice). Inoltre il decreto prevede solo due possibili rivestimenti protettivi da utilizzarsi in base a confronti con tabelle: intonaco normale e intonaco antincendio (punto D.4). La valutazione tabellare può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto al proprio albo, il quale redigerà la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. 95 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete Gyproc DA 75/50 F EI 45 Rapporto di prova: LAPI n°38/C/10 - 75 FR del 20/07/2010 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFB6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti distributive Gyproc DA 75/50 F costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 13, di tipo F, dello spessore di 12,5 mm una per lato che dovranno essere fissate con viti fosfatate, poste ad interasse di 300 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm; - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Parete Gyproc DA 105/75 F EI 60 Rapporto di prova: LAPI n°44/C/10 - 83 FR del 07/10/2010 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFB6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti distributive Gyproc DA 105/75 F costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 15, di tipo F, dello spessore di 15 mm una per lato che dovranno essere fissate con viti fosfatate, poste ad interasse di 300 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm; - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 96 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete Gyproc DA 105/75 L F EI 90 Rapporto di prova: LAPI n°45/C/10 - 84 FR del 07/10/2010 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFB6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t-BOBEJSPDDJBTQFTTPSFNNEFOTJU°LHN3 t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti distributive Gyproc DA 105/75 L F costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 15, di tipo F, dello spessore di 15 mm una per lato, con interposta lana di roccia dello spessore di 60 mm e densità di 50 kg/m3, che dovranno essere fissate con viti fosfatate, poste ad interasse di 300 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm; - montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Parete SA 100/50 L RH REI 90 Rapporto di prova: LAPI n. 10/C/07-15FR del 09/10/2007 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t-BTUSB3JHJEVS)TQFTTPSFNN t-BTUSBUJQP"TQFTTPSFNN t-BOBEJWFUSP*TPWFS1"3TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P t6OCPSEPWFSUJDBMFOPOGJTTBUP Descrizione Realizzazione di parete divisoria SA 100/50 L RH costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto mediante fissaggi metallici - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di 600 mm - isolante in lana di vetro Isover Par spessore 45 mm posto nell’intercapedine fra i montanti - primo strato (interno) di lastre di gesso rivestito di tipo A (Gyproc Wallboard 13) spessore 12,5 mm, fissate con viti fosfatate poste ad interasse di 300 mm all’orditura metallica - secondo strato (esterno) di lastre di gesso e fibre di cellulosa denominate RIGIDUR H spessore 12,5 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 97 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete SA 100/50 standard con botola d’ispezione REI 90 Rapporto di prova: LAPI n. 8/C/07-13FR del 09/10/2007 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t-BTUSBUJQP"TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P t#PUPMBEJTQF[JPOFYNNTVBNCP i lati Descrizione Realizzazione di parete divisoria SA 100/50 con botole d’ispezione costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto mediante fissaggi metallici - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di 600 mm - lastre di gesso rivestito di tipo A (Gyproc Wallboard 13) spessore 12,5 mm due per lato, fissate con viti fosfatate poste ad interasse di 300 mm all’orditura metallica - botola d’ispezione, dimensioni 600 x 600 mm, composta da un telaio metallico fissato a due montanti mediante viti autoperforanti e da uno sportello mobile composto da un telaio perimetrale in acciaio e tamponamento con doppio strato di lastre tipo A (Gyproc Wallboard 13) spessore 12,5 mm. Le botole sono poste in corrispondenza di scatole elettriche di derivazione fissate al retro delle lastre (nell’intercapedine della parete) mediante malta di gesso; la scatola è inoltre collegata a tubi corrugati. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Parete SA 100/50 V curva REI 90 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n. 8/C/07-13FR del 09/10/2007 Scadenza: 25/09/2012 t-BTUSBUJQP"TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di parete divisoria SA 100/50 V costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm denominate VERTEBRA fissate a pavimento e soffitto mediante fissaggi metallici, previa apposita sagomatura al fine di ottenere una doppia curva - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di 400 mm - lastre di gesso rivestito di tipo A (Gyproc Wallboard 13) spessore 12,5 mm due per lato, fissate con viti fosfatate poste ad interasse di 300 mm all’orditura metallica. I giunti piani, orizzontali e verticali saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 98 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete Gyproc SA 125/75 L LISAPLAC-HYDRO EI 90 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n° 61/C/11-109 FR del 20/06/2011 t-BTUSBEJUJQP"TQFTTPSFNN t-BTUSBEJUJQP"$MBTTF" TQFTTPSFNN t-BTUSBEJUJQP)TQFTTPSFNN t*TPMBOUFNJOFSBMFTQFTTPSFNNEFOTJU° 11,5 kg/m3 t(VJEFBE6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti divisorie Gyproc SA 125/75 LISAPLC-HYDRO L costituite da: - Lato esposto al fuoco: lastre di gesso rivestito Gyproc Wallboard 13, di tipo A, dello spessore di 12,5 mm (lato interno), lastre di gesso rivestito Gyproc LISAPLAC 13 (Classe A1), dello spessore di 12,5 mm (lato esterno). - Interposizione di lana di vetro dello spessore di 70 mm e densità 11,5 kg/m3. - Lato non esposto al fuoco: lastre di gesso rivestito Gyproc Wallboard 13, di tipo A, dello spessore di 12,5 mm (lato interno), lastre di gesso rivestito Gyproc HYDRO 13 (tipo H2), dello spessore di 12,5 mm (lato esterno). Le lastre dovranno essere fissate con viti autoperforanti fosfatate, poste ad interasse di 250 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm, costituita da: - Guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm. - Montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Parete SA 100/50 con botole d’ispezione REI 120 Rapporto di prova: RINA n. 0009FR del 05/12/2006 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t-BTUSBUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P t#PUPMBEJTQF[JPOFYNNTVBNCP i lati t6OCPSEPWFSUJDBMFOPOGJTTBUP Descrizione Realizzazione di parete divisoria SA 100/50 con botole d’ispezione costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto mediante fissaggi metallici - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di 600 mm - lastre di gesso rivestito di tipo F (Gyproc Fireline 13) spessore 12,5 mm due per lato, fissate con viti fosfatate poste ad interasse di 300 mm all’orditura metallica - botola d’ispezione, dimensioni 600 x 600 mm, composta da un telaio metallico fissato a due montanti mediante viti autoperforanti e da uno sportello mobile composto da un telaio perimetrale in acciaio e tamponamento con doppio strato di lastre tipo F (Placo PPF/Rigips RF) spessore 12,5 I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 99 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete Gyproc SA 125/75 F EI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n° 53/C/11-101 FR del 11/05/2011 t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBE6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti divisorie Gyproc SA 125/75 F costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 13, di tipo F, dello spessore di 12,5 mm due per lato, che dovranno essere fissate con viti autoperforanti fosfatate, poste ad interasse di 250 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm, costituita da: - Guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm. - Montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Parete Gyproc SA 125/75 F LV EI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n° 54/C/11-102 FR del 16/05/2011 t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBE6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t*TPMBOUFNJOFSBMFTQFTTPSFNNEFOTJU° 11,5 kg/m3 t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti divisorie Gyproc SA 125/75 F LV costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 13, di tipo F, dello spessore di 12,5 mm due per lato, con interposta lana di vetro dello spessore di 70 mm e densità 11,5 kg/m3, che dovranno essere fissate con viti autoperforanti fosfatate, poste ad interasse di 250 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm, costituita da: - Guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm, - Montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 100 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete Gyproc SA 125/75 L F RH EI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n° 76/C/11-130 FR del 19/01/2012 t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t-BTUSB3JHJEVS)TQFTTPSFNN t*TPMBOUFNJOFSBMFTQFTTPSFNNEFOTJU°LHN3 t(VJEFBE6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti divisorie GYPROC SA 125/75 L F RH costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 13, di tipo F, dello spessore di 12,5 mm, una per lato (interna) e lastre di gesso fibrato Gyproc Rigidur H 13, dello spessore di 12,5 mm, una per lato (esterna), con interposta lana di vetro dello spessore di 70 mm e densità 11,5 kg/m3, che dovranno essere fissate con viti autoperforanti fosfatate, poste ad interasse di 250 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm, costituita da: - Guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm. - Montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Parete Gyproc HABITO MAXIMA – SAD5 215/75 L RH HABITO ACTIV AIR EI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n° 64/C/11-115 FR del 06/07/2011 t-BTUSBEJUJQP%*TQFTTPSFNN t-BTUSB3JHJEVS)TQFTTPSFNN t*TPMBOUFNJOFSBMFTQFTTPSFNNEFOTJU°LHN3 t(VJEFBE6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti divisorie Gyproc HABITO MAXIMA – SAD5 215/75 L RH HABITO ACTIV AIR costituite da: - lato esposto al fuoco: 2 lastre di gesso rivestito Gyproc HABITO 13 Activ Air, di tipo D I, dello spessore di 12,5 mm. - Interposizione nella doppia struttura metallica di lana di vetro dello spessore di 70 mm e densità 11,5 kg/m3. - Strato interno: 1 lastra di gesso fibrato Gyproc RIGIDUR H 13 (Classe A1), di tipo GF C1 I W2, dello spessore di 12,5 mm. - lato non esposto al fuoco: 2 lastre di gesso rivestito Gyproc HABITO 13 Activ Air, di tipo D I, dello spessore di 12,5 mm. Le lastre dovranno essere fissate con viti autoperforanti fosfatate, poste ad interasse di 250 mm, alla doppia orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm, costituita da: - Guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm. - Montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 101 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete Gyproc DA 115/75 L F EI 120 Rapporto di prova: LAPI n°40/C/10 - 80 FR del 09/09/2010 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFB6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t-BOBEJSPDDJBTQFTTPSFNNEFOTJU°LHN3 t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di pareti distributive Gyproc DA 115/75 L F costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 20, di tipo F, dello spessore di 20 mm una per lato, con interposta lana di roccia dello spessore di 60 mm e densità di 75 kg/m3, che dovranno essere fissate con viti fosfatate, poste ad interasse di 300 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm; - montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Tramezzo Placo SADH 200 REI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n. 157535/2335RF del 05/03/2002 Scadenza: 25/09/2012 t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNNTUSVUUVSBEPQQJB t.POUBOUJBi$wEBNNTUSVUUVSBEPQQJB t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJWFUSP Descrizione Realizzazione di tramezzo Placo SADH 200 costituito da: lastre di gesso rivestito di tipo F a bordi assottigliati spessore 12,5 mm due per lato, che dovranno essere fissate con viti fosfatate poste ad interasse di 300 mm alla doppia orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm - montanti doppi distanziati di 50 mm saranno collegati tra loro da strisce di lastre di tipo F spessore 12,5 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 102 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete divisoria con intonaco Sigmatic Ignifugo M 120 REI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n. 222485/2917FR del 27/02/2007 Scadenza: 25/09/2012 t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPTQFTTPSFNN t*OUPOBDP4JHNBUJD*HOJGVHP.TQFTTPSFNN Descrizione Realizzazione di parete divisoria costituita da: - muratura in laterizio forato di 80 mm di spessore - intonaco isolante Sigmatic Ignifugo M 120 a base di gesso emidrato, Vermiculite e Perlite espansa, (reazione al fuoco Euroclasse A1), applicato nello spessore di 15 mm su ambo i lati della muratura. Parete Gyproc SA 165/75 F EI 180 Rapporto di prova: LAPI n°41/C/10 - 77 FR del 22/07/2010 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFB6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di parete divisoria Gyproc SA 165/75 F costituite da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 15, di tipo F, dello spessore di 15 mm tre per lato che dovranno essere fissate con viti fosfatate, poste ad interasse di 300 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm; - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 103 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete divisoria con intonaco Surmix REI 180 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n. 143137/2160RF del 28/11/2000 Scadenza: 25/09/2012 t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPTQFTTPSFNN t*OUPOBDP4VSNJYTQFTTPSFNN Descrizione Realizzazione di parete divisoria costituita da: muratura in laterizio forato di 80 mm di spessore, intonacata su entrambi i lati con 20 mm di intonaco premiscelato Surmix a base di Anidrene, Perlite espansa e inerte calcareo. Reazione al fuoco Euroclasse A1. Parete divisoria con intonaco Into Alfa REI 180 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n. 146970/2215RF del 11/04/2000 Scadenza: 25/09/2012 t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPTQFTTPSFNN t*OUPOBDPQSFNJTDFMBUP*OUP"MGBEJTQFTTPSFNN Descrizione Realizzazione di parete divisoria costituita da: muratura in laterizio forato di 80 mm di spessore, intonacata su entrambi i lati con 20 mm di intonaco premiscelato Into Alfa a base di Anidrene e inerte calcareo. Reazione al fuoco Euroclasse A1. 104 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controparete Gyproc CP.S 65/50 L F EI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici n° 77/C/11-131 FR del 31/01/2012 t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t*TPMBOUFNJOFSBMFTQFTTPSFNNEFOTJU°LHN3 t(VJEFBE6EBNN t.POUBOUJB$EBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di controparete GYPROC CP.S 65/50 L F costituita da: lastre di gesso rivestito Gyproc Fireline 15, di tipo F, dello spessore di 15 mm, dello spessore di 15 mm, con interposta lana di vetro dello spessore di 45 mm e densità 13 kg/m3, che dovranno essere fissate con viti autoperforanti fosfatate, poste ad interasse di 250 mm, all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm, costituita da: - Guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm, - Montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 105 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controparete Placo CP 65/50 REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 142761/2149RF del 16/11/2000 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JGPSBUJEBNNEJMBSHIF[[B intonacata su entrambi i lati con 10 mm di intonaco t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di contropareti costituite da: lastre di gesso rivestito di tipo F a bordi assottigliati spessore 15 mm, che dovranno essere fissate con viti fosfatate poste ad interasse di 300 mm all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Controparete CP 65/50 con botola REI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n. 9/C/07-14FR del 09/10/2007 Scadenza: 25/09/2012 t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPEBNNEJMBSHIF[[B intonacata sul lato non esposto al fuoco con 10 mm di intonaco t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P t#PUPMBEJTQF[JPOFYNNTVMMBUPFTQPTUP al fuoco Descrizione Realizzazione di contropareti costituite da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 50 cm - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di 600 mm - botola d’ispezione, dimensioni 600 x 600 mm, composta da un telaio metallico fissato a due montanti mediante viti autoperforanti e da uno sportello mobile composto da un telaio perimetrale in acciaio e tamponamento con strato di lastre tipo F (Gyproc Fireline 15) spessore 15. La botola è posta in corrispondenza di scatola elettrica di derivazione fissata alla muratura mediante malta di gesso; la scatola è inoltre collegata a tubi corrugati - lastre di gesso rivestito di tipo F (Gyproc Fireline 15) a bordi assottigliati spessore 15 mm che dovranno essere fissate con viti fosfatate poste ad interasse di 300 mm all’orditura metallica in lamiera d’acciaio. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 106 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controparete in aderenza CPA F15 LISAFLAM REI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI 2/C/06-1FR del 29/01/2007 Scadenza: 25/09/2012 t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPEBNNJOUPOBDBUB sul lato non esposto al fuoco con 10 mm di intonaco t$PMMBOUFBEFTJWPBCBTFHFTTP t-BTUSBEJUJQP(ZQSPD-*4"'-".TQFTTPSFNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di contropareti costituite da: - uno strato di lastre di gesso rivestito Gyproc LISAFLAM 15 a bordi assottigliati spessore 15 mm, che dovranno essere fissate alla muratura mediante collante adesivo a base di gesso, e successivo ancoraggio meccanico con ancorette metalliche. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Controparete in aderenza REI 180 REI 180 Rapporto di prova: Dati tecnici IG 182230/2619RF del 15/04/2003 Scadenza: 25/09/2012 t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JGPSBUJEBNNJOUPOBDBUB su entrambi i lati con 10 mm di intonaco t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di contropareti costituite da: n. 2 lastre di gesso rivestito tipo F a bordi assottigliati spessore 15 mm, che dovranno essere fissate: - il primo strato mediante collante adesivo a base di gesso - il secondo strato mediante ancoraggi metallici. I giunti piani, orizzontali e verticali, saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 107 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controparete con intonaco Sigmatic Ignifugo M 120 EI 180 Rapporto di prova: Dati tecnici LAPI n°42/C/10 - 78 FR del 26/07/2010 t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPTQFTTPSFNN t*OUPOBDP4JHNBUJD*HOJGVHP.TQFTTPSF 30 mm sul lato esposto al fuoco t*OUPOBDPUSBEJ[JPOBMFTQFTTPSFNNTVMMBUP non esposto al fuoco t3BTBOUFBCBTFHFTTP3BTPDPUF1MVTTQFTTPSF 2 mm Descrizione Realizzazione di controparete costituita da: - muratura in laterizio forato di 80 mm di spessore; - intonaco isolante Sigmatic Ignifugo M 120 a base di gesso emidrato, vermiculite e perlite espansa, (reazione al fuoco Euroclasse A1), applicato nello spessore di 30 mm sul lato esposto al fuoco; - intonaco tradizionale applicato nello spessore di 10 mm sul lato non esposto al fuoco. Cavedio tecnico REI 120 con botola d’ispezione REI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici WLF Lapi n. 11/C/05-11FR del 24/06/2005 Scadenza: 25/09/2012 tOMBTUSFEJUJQP'JODMBTTFTQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di tramezzatura per cavedio tecnico costituita da: - guide a “U” di 50 mm di larghezza fissate a pavimento e soffitto mediante fissaggi metallici - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di circa 600 mm - rivestimento della faccia esposta al fuoco realizzato con tre lastre di gesso rivestito tipo F in classe 0 di reazione al fuoco e commercializzate con le denominazioni Gyproc Lisaflam 15, spessore 15 mm; tali lastre sono fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, poste ad interasse di 250 mm - botola d’ispezione di dimensioni circa 600 x 600 mm, costituita da un telaio fisso avvitato a due montanti mediante viti fosfatate autoperforanti e da un’anta mobile apribile dal lato esposto al fuoco - sigillatura dei giunti e delle teste delle viti realizzata mediante stucco a base gesso Gyproc. 108 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 7 Controsoffitti Generalità Prove sperimentali Per poter adeguare una struttura (solaio o travi portanti) che non raggiunga la desiderata resistenza al fuoco si può ricorrere a vari sistemi di protezione: applicando uno strato protettivo di intonaco oppure ricorrendo alla realizzazione di un controsoffitto ribassato rispetto all’intradosso del solaio oppure in aderenza. Oltre a garantire la resistenza al fuoco, ad un controsoffitto può essere richiesta una certa classe di reazione al fuoco: si distinguono così controsoffitti in classe A2-s1,d0 o Bs1, d0 (o classe 1) oppure in classe A1 (o classe 0), a seconda dei materiali impiegati. Un controsoffitto può essere: continuo, in questo caso si utilizzano lastre di gesso rivestito avvitate ad un’orditura metallica nascosta con viti successivamente stuccate, oppure ispezionabile, in questo caso si preferiscono soluzioni con pannelli modulari che possono essere appoggiati su una struttura che non li vincola e dunque rimossi all’occorrenza. La resistenza al fuoco di un controsoffitto (o il suo contributo ad essa) può essere valutata con i criteri di prova previsti dall’Allegato A al DM 16/02/2007; le prove devono essere condotte seguendo la specifica norma di prova EN prevista per ciascun elemento costruttivo: in particolare UNI EN 1364-2 (Prove di resistenza al fuoco per elementi non portanti - Soffitti), UNI EN 1365-2 (Prove di resistenza al fuoco per elementi portanti Solai e coperture) e la CEN/TS 13381-1 (contributo alla resistenza al fuoco - membrane protettive orizzontali). Da un punto di vista di protezione dal fuoco si possono realizzare: - controsoffitti a membrana, cioè vere e proprie compartimentazioni orizzontali, che garantiscono una determinata resistenza al fuoco a prescindere dall’elemento da proteggere, in virtù delle particolari condizioni di prova (che prevedono la verifica dei parametri E e I sull’estradosso del controsoffitto) - controsoffitti a protezione di struttura, cioè senza funzione di compartimentazione, ma con il fine di proteggere la struttura sovrastante. Tale suddivisione è stata chiarita dalla Lettera-Circolare del Ministero dell’Interno prot. N. DCPST/A5/283/FR del 16/01/2004 “Controsoffitti per strutture resistenti al fuoco. -Chiarimenti sull’impiego di controsoffitti certificati ai sensi della Circolare M.I.S.A. del 14 settembre 1961 91”, (riportata in Appendice): precedentemente tale differenza non era stata chiarita da alcun atto normativo. Un ulteriore caso particolare è quello di soffittature non pendinate con funzione di compartimentazione orizzontale. Qualora infatti sia necessario realizzare la protezione antincendio di un ambiente posto all’interno di un altro più grande, per evitare la propagazione del fuoco dal primo al secondo attraverso l’alto, (ad esempio un deposito materiali combustibili realizzato all'interno di un capannone), è necessario realizzare sia una compartimentazione verticale mediante pareti, sia una compartimentazione orizzontale mediante una copertura autoportante. La valutazione sperimentale può essere fatta esclusivamente da un laboratorio autorizzato dal Ministero dell’Interno ai sensi del DM 26/03/1985 o notificato dalla Commissione Europea ai sensi della Direttiva 89/106. Il laboratorio di prova deve rilasciare al produttore: 1. Il rapporto di prova, redatto in conformità alla EN 1363-1, 2 e a quanto previsto dal relativo metodo di prova specifico e deve contenere tutti i dati necessari ad identificare il prodotto o il manufatto testato e i risultati della prova sperimentale. 2. Il rapporto di classificazione, che rappresenta il documento, redatto in conformità a quanto previsto dalla EN 13501, che attesta sulla base di uno o più rapporti di prova, la classe del prodotto o dell’elemento costruttivo oggetto della prova; inoltre il DM 16/02/2007 introduce, i concetti di “campo di applicazione diretta” e “campo di applicazione estesa” e prevede che il produttore predisponga, in caso di variazioni non previste dal campo di applicazione diretta, un fascicolo tecnico approvato dal laboratorio che ha eseguito la prova. Per un approfondimento sull’argomento si rimanda il lettore al sesto capitolo nella prima parte della Guida ed al testo del DM riportato in appendice. In ogni caso sarà il professionista che segue la pratica per l’ottenimento del CPI a certificare la resistenza al fuoco dell’elemento, sulla scorta di valutazioni sperimentali, redigendo la documentazione prevista dalla Lettera-Circolare del 24/04/2008 del Ministero dell’Interno. Metodo tabellare Il DM 16/02/2007 non prevede la possibilità di fare ricorso a confronti con tabelle per quanto riguarda i controsoffitti. Si ricorda che a partire dalla data del 25/10/2010 decade la possibilità di utilizzare la tabella D 7.1 per quanto riguarda la protezione degli elementi in acciaio la quale rappresentava l’unica eccezione ammessa per l’utilizzo del metodo tabellare per i controsoffitti. 109 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Metodo analitico Per valutare il contributo alla resistenza offerto da un controsoffitto è possibile utilizzare il metodo suggerito dalla LetteraCircolare del Ministero dell’Interno prot. N. DCPST/A5/283/FR del 16/01/2004 che dà indicazioni precise su come utilizzare i risultati di prove sperimentali per valutazioni analitiche (punto 4) per quanto riguarda i dati provenienti da prove eseguite secondo la Circolare 91, mentre nel caso di sperimentazioni eseguite secondo i metodi EN si potranno utilizzare gli Eurocodici. Controsoffitto a membrana Gyproc La valutazione analitica può essere fatta esclusivamente da un professionista iscritto negli elenchi del Ministero dell’Interno, quindi autorizzato ai sensi della Legge n. 818 del 07/12/1984 e DM 25/03/1985, il quale redigerà la documentazione tecnica prevista dalla Lettera-Circolare del 22/03/2004 del Ministero dell’Interno. In relazione a quanto finora esposto si riportano di seguito le varie soluzioni provate in laboratorio. REI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n. 178080/2573RF del 04/12/2003 Scadenza: 25/09/2012 tOMBTUSFEJUJQP'JODMBTTF"TQFTTPSFNN t0SEJUVSBNFUBMMJDBQSJODJQBMFUJQPB$ t0SEJUVSBNFUBMMJDBTFDPOEBSJBUJQPB$ t1FOEJOJJOBDDJBJPEJBNFUSPNN t(BODJEJTPTQFOTJPOF t(JVOUJTUVDDPEJHFTTP t7JUJGPTGBUBUFBVUPQFSGPSBOUJJOUFSBTTFNN Descrizione Realizzazione di controsoffitto a membrana costituito da: - pendini in acciaio diametro 4 mm fissati all’elemento sovrastante mediante idonei sistemi di fissaggio metallici; - elementi di sospensione in acciaio denominati “Susp. con molla per profilo a C 27/48”; - orditura metallica principale trasversale realizzata con “Profilo a C 27/48”, dimensioni 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 750 mm; - orditura metallica secondaria longitudinale realizzata con “Profilo a C 27/48”, dimensioni 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 400 mm perpendicolarmente alla struttura metallica principale, a cui è fissata mediante raccordi in acciaio denominati “Cavaliere per profilo a C 27/48”; - plafonatura realizzata con tre lastre di gesso rivestito tipo F in classe A1 di reazione al fuoco e commercializzate con le denominazioni Gyproc Lisaflam 15, spessore 15 mm; tali lastre sono fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm, poste ad interasse di 250 mm, lunghezza 35 mm per la prima lastra, 45 mm per la seconda, 55 mm per la terza; - sigillatura dei giunti e delle teste delle viti realizzata mediante stucco a base gesso Gyproc. 110 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controsoffitto orizzontale e inclinato con veletta REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 212560/2864FR del 16/06/2006 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici tOMBTUSFUJQP'(ZQSPD'JSFMJOF t0SEJUVSBNFUBMMJDBQSJODJQBMF t0SEJUVSBNFUBMMJDBTFDPOEBSJB t(BODJEJTPTQFOTJPOF t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di controsoffitto orizzontale e inclinato con veletta a protezione di travi in acciaio inclinate costituito da: t$POUSPTPGGJUUPPSJ[[POUBMF - Pendini in acciaio diametro 4 mm posti ad interasse 900 mm; - Elementi di sospensione in acciaio denominati “Susp. con molla per profilo a C 27/48” spessore 1,2 mm provvisti di molla nella quale si inseriscono i pendini in acciaio; - Orditura metallica principale trasversale realizzata con profili in acciaio a forma di C denominati “Profilo a C 27/48”, dimensioni 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti, ad interasse di 900 mm, perpendicolarmente alle due travi e agganciati all’estremità inferiore degli elementi di sospensione; - Orditura metallica secondaria longitudinale realizzata con profili in acciaio a forma di C denominati “Profilo a C 27/48”, dimensioni 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 400 mm perpendicolarmente ai profilati della struttura metallica principale, a cui sono fissati mediante raccordi in acciaio denominati “Cav. per profilo a C 27/48” spessore 1,0 mm; - Plafonatura realizzata con due lastre di gesso rivestito di tipo antincendio denominate Gyproc Fireline 13, spessore 12,5 mm; tali lastre sono fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm, poste ad interasse di 200 mm; - Sigillatura della testa delle viti realizzata mediante stucco di gesso della Gyproc Saint-Gobain; - Sigillatura dei giunti fra le lastre realizzata mediante nastro di rinforzo e stucco di gesso della Gyproc Saint-Gobain. t&MFNFOUPWFSUJDBMFWFMFUUB - Guide poste alle estremità superiore e inferiore denominate “Guida a U 30 x 28” realizzata con profili in acciaio a forma di U, dimensioni 30 x 28 mm e spessore 0,6 mm, fissata superiormente al profilo asolato e inferiormente all’orditura metallica secondaria del controsoffitto orizzontale mediante viti autoperforanti; - Orditura metallica verticale realizzata con profili in acciaio a forma di C denominati “Profilo a C 27/48”, dimensioni 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 400 mm ed inseriti all’interno delle guide sopradescritte; - Rivestimento di altezza pari a 400 mm realizzato con due lastre di gesso rivestito di tipo antincendio denominate Gyproc Fireline 13, spessore 12,5 mm; tali lastre sono fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm, poste ad interasse di 250 mm; - Elemento di protezione del bordo inferiore della veletta costituito da un profilo in acciaio forato denominato “Paraspigolo in acciaio” dimensioni 30 x 30 x 2.000 mm e spessore 0,6 mm fissato all’orditura metallica della veletta mediante viti autofilettanti; - Sigillatura della testa delle viti e dello spigolo inferiore realizzata mediante stucco di gesso della Gyproc Saint-Gobain; - Elemento di collegamento col controsoffitto inclinato costituito da un profilo in acciaio denominato “Variangolo rigido VAR” dimensioni 105 x 45 e spessore 0,6 mm fissato alla veletta e all’orditura secondaria del controsoffitto inclinato mediante viti autofilettanti; t$POUSPTPGGJUUPJODMJOBUP - Pendini in acciaio diametro 4 mm ancorati all’elemento sovrastante mediante idonei sistemi di fissaggio, posti ad interasse 900 mm; - Elementi di sospensione in acciaio denominati “Susp. Prim 50” spessore 1,0 mm provvisti di molla nella quale si inseriscono i pendini in acciaio; - Orditura metallica principale longitudinale con profili in acciaio denominati “Stilprim 50”, dimensioni 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm appositamente sagomati per l’incastro con l’orditura secondaria, posti, ad interasse di 900 mm, parallelamente alle due travi e agganciati all’estremità inferiore degli elementi di sospensione; - Orditura metallica secondaria ortogonale realizzata con profili in acciaio a forma di C denominati “Profilo a C 27/48”, dimensioni 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 400 mm perpendicolarmente ai profilati della struttura metallica principale, a cui sono fissati mediante incastro; - Plafonatura realizzata con due lastre di gesso rivestito di tipo antincendio denominate Gyproc Fireline 13, spessore 12,5 mm; tali lastre sono fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm, poste ad interasse di 200 mm; - Sigillatura della testa delle viti realizzata mediante stucco di gesso Gyproc Saint-Gobain; - Sigillatura dei giunti fra le lastre realizzata mediante nastro di rinforzo e stucco di gesso della Gyproc Saint-Gobain. 111 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controsoffitto continuo Gyproc CS.AN 27/48 15 F REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n° 276593/3248 FR del 01/12/2010 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t0SEJUVSBNFUBMMJDBQSJODJQBMFUJQPB$ t0SEJUVSBNFUBMMJDBTFDPOEBSJBUJQPB$ t1FOEJOJJOBDDJBJPEJBNFUSPNN t(BODJEJTPTQFOTJPOF t(JVOUJTUVDDPEJHFTTP t7JUJGPTGBUBUFBVUPQFSGPSBOUJJOUFSBTTFNN Descrizione Realizzazione di controsoffitto continuo costituito da: - pendini in acciaio diametro 4 mm fissati all’elemento sovrastante mediante idonei sistemi di fissaggio metallici posti ad interasse di 600 mm; - elementi di sospensione in acciaio denominati “Susp. con molla per profilo a C 27/48”; - orditura metallica principale trasversale realizzata con “Profilo a C 27/48”, dimensioni 27 x 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 1.200 mm; - orditura metallica secondaria longitudinale realizzata con “Profilo a C 27/48”, dimensioni 27 x 48 x 27 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 500 mm perpendicolarmente alla struttura metallica principale, a cui è fissata mediante raccordi in acciaio denominati “Cavaliere per profilo a C 27/48”; - plafonatura realizzata con una lastra di gesso rivestito Gyproc FIRELINE 15, di tipo F, dello spessore di 15 mm che dovranno essere fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm, lunghezza 35 mm, poste ad interasse di 200 mm; - sigillatura dei giunti e delle teste delle viti realizzata mediante stucco a base gesso Gyproc. Controsoffitto con botola d’ispezione REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 170828/2501RF del 14/04/2003* Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t0SEJUVSBNFUBMMJDBQSJODJQBMFJOUFSBTTFNN t0SEJUVSBNFUBMMJDBTFDPOEBSJBJOUFSBTTFNN t(BODJEJTPTQFOTJPOFJOUFSBTTFNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P t7JUJGPTGBUBUFBVUPQFSGPSBOUJJOUFSBTTFNN t#PUPMBEJTQF[JPOFYNN Descrizione Realizzazione di controsoffitto costituito da: tMBTUSBEJHFTTPSJWFTUJUPUJQP'BCPSEJBTTPUUJHMJBUJTQFTTPSFNNGJTTBUBDPOWJUJGPTGBUBUFBMMPSEJUVSBNFUBMMJDBJO lamiera d’acciaio zincato costituita da: - profili a “C” per orditura primaria posti ad interasse di 900 mm e sospesi alla soletta mediante pendini rigidi in acciaio zincato; - profili a “C” per orditura secondaria, posti ad interasse di 500 mm perpendicolarmente ai profili dell’orditura primaria e ad essi ancorati mediante gancio ortogonale; - botola d’ispezione dimensioni 400 x 400 mm composta da un telaio metallico perimetrale fissato all’orditura secondaria e da uno sportello rimovibile realizzato con telaio metallico e tamponamento in lastre di gesso rivestito tipo F spessore 15 mm. I giunti tra le lastre saranno trattati e rifiniti con stucco di gesso e nastri di rinforzo. Si dovrà, inoltre, prevedere la stuccatura della testa delle viti sulle lastre. *Rapporto di prova intestato a Eurosistemi Italia s.r.l. 112 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Copertura autoportante Gyproc Saint-Gobain REI 90 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 197455/2748FR del 08/06/2005 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di copertura autoportante costituita da: - guide metalliche longitudinali realizzate con profilati in acciaio a forma di U dimensioni 40 x 75 x 40 mm e spessore 0,6 mm fissate alla muratura mediante tasselli metallici ad espansione; - orditura metallica trasversale realizzata con montanti in acciaio profilati a forma di C di dimensioni 51 x 75 x 47 mm e spessore 0,6 mm, posti ad interasse di 400 mm, inseriti alle estremità nelle guide sopra descritte; - rivestimento di ambo le facce della struttura metallica realizzato con due lastre di gesso rivestito tipo F, spessore 15 mm; tali lastre sono fissate all’orditura metallica mediante viti fosfatate autoperforanti, diametro 3,5 mm, poste ad interasse di 250 mm; - sigillatura dei giunti e delle teste delle viti realizzata mediante stucco a base gesso Gyproc. Nella tabella sottostante sono riportati i valori di luce massima consigliati per contenere le deformazioni a freddo: tali valori sono indicativi e in ogni caso non sostituiscono la verifica statica che deve essere eseguita da un tecnico competente. Tipo di profilo e interasse M75 interasse 400 M75 interasse 300 M75 doppio interasse 400 M75 doppio interasse 300 Schema di montaggio [ [ ][ [ Luce massima (mm) 2.700 3.100 3.200 3.500 Tipo di profilo e interasse M100 interasse 400 M100 interasse 300 M100 doppio interasse 400 M100 doppio interasse 300 3.150 3.500 3.700 4.200 Schema di montaggio Luce massima (mm) 113 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controsoffitto Casoprano REI 90 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 111746/1723RF del 10/10/1997 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t1BOOFMMJEJUJQP$BTPQSBOPTQFTTPSFNN dimensioni 600 x 600 mm t4USVUUVSBNFUBMMJDBBWJTUBDPOQSPGJMJB5SPWFTDJB di acciaio zincato (interasse profilo primario 600 mm, profilo trasversale 600 mm) t(BODJEJTPTQFOTJPOFBEJOUFSBTTFNN Descrizione Realizzazione di controsoffitto costituito da: pannelli di tipo Casoprano di spessore 8 mm, dimensioni del pannello 600 x 600 mm, struttura metallica a vista con profili a T rovescia in acciaio zincato; profilo primario ad interasse 600 mm, profilo trasversale ad interasse 600 mm, ancorati al solaio mediante ganci di sospensione posti ad interasse 600 mm. Controsoffitto Casoprano REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 128536/1980RF del 20/07/1999 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t1BOOFMMJEJUJQP$BTPQSBOPTQFTTPSFNN dimensioni 600 x 600 mm t4USVUUVSBNFUBMMJDBBWJTUBB5SPWFTDJBEJBDDJBJP zincato (interasse profilo primario 600 mm, profilo trasversale 600 mm) t(BODJEJTPTQFOTJPOFBEJOUFSBTTFNN Descrizione Realizzazione di controsoffitto costituito da: pannelli di tipo Casoprano di spessore 9,5 mm, dimensioni del pannello 600 x 600 mm, struttura metallica a vista con profili a T rovescia in acciaio zincato; profilo primario ad interasse 600 mm, profilo trasversale ad interasse 600 mm, ancorati al solaio mediante ganci di sospensione posti ad interasse 600 mm. 114 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Controsoffitto Gyproc Decogips REI 90 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n° 276703/3250 FR del 03/12/2010 t1BOOFMMP(ZQSPD%FDPHJQTCPSEP"TQFTTPSF 15 mm dimensioni 600 x 600 mm t4USVUUVSBNFUBMMJDBBWJTUBDPOQSPGJMJB5SPWF sciata t1FOEJOJJOBDDJBJPEJBNFUSPNN t(BODJEJTPTQFOTJPOFBEJOUFSBTTFEJNN Descrizione Realizzazione di controsoffitto MODULARE costituito da: - pendini in acciaio diametro 4 mm fissati all’elemento sovrastante mediante idonei sistemi di fissaggio metallici, posti ad interasse di 600 mm; - elementi di sospensione in acciaio denominati “Doppia molla” nei quali si inserisce il pendino; - orditura metallica principale trasversale realizzata con profili a T rovesciata denominati “LINETEC PLUS T 24”, lunghezza standard 3.700 mm, sezione di ingombro 38 x 24 mm e spessore 0,35 mm, posti ad interasse di 600 mm; - orditura metallica secondaria longitudinale realizzata con profili a T rovesciata denominati “LINETEC PLUS T 24”, lunghezza 600 mm, sezione di ingombro 32 x 24 mm e spessore 0,3 mm, posti ad interasse di 600 mm; - plafonatura realizzata con pannelli in gesso alleggerito Gyproc DECOGIPS bordo A, di spessore 15 mm, dimensioni del pannello 600 x 600 mm, fissati alla struttura metallica mediante clip di fissaggio. Controsoffitto Decogips REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 222534/2918FR del 27/02/2007 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t1BOOFMMP%FDPHJQT&TQFTTPSFNNEJNFO sioni 600 x 600 mm a bordo ribassato t0SEJUVSBNFUBMMJDBTFNJOBTDPTUBEFOPNJOBUB Linetec Plus T 24 con profili a T rovescia di acciaio zincato (interasse profilo primario 600 mm, profilo trasversale 600 mm) t(BODJEJTPTQFOTJPOFJOUFSBTTFNN t1MBGPOJFSBEFOPNJOBUB'*3&#JOMBNJFSBEBDDJBJP zincato dimensioni 600 x 600 mm Descrizione Realizzazione di controsoffitto costituito da: pannelli di tipo Decogips E 24 di spessore 18 mm, dimensioni del pannello 600 x 600 mm, struttura metallica Linetec Plus T 24 semi-nascosta con profili a T rovescia in acciaio zincato; profilo primario ad interasse 600 mm, profilo trasversale ad interasse 600 mm, ancorati al solaio mediante ganci di sospensione posti ad interasse 600 mm. 115 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain 8 Protezioni di impianti e attraversamenti Prove sperimentali Generalità Quando si realizzano, in un edificio, dei compartimenti bisogna stare attenti a garantire la loro continuità. Questo nella realtà assai di rado accade, in quanto una parete o un solaio, che costituiscono un compartimento, solitamente sono attraversati da canali di ventilazione, canaline per cavi elettrici, tubi di varia natura e sono bucati per permettere l’inserzione di scatole di derivazione o di pulsantiere elettriche. Si rendono quindi necessari tutti quegli accorgimenti come: il rivestimento dei canali di ventilazione o la sigillatura di tutti i varchi con materiali isolanti, per rendere ermetico ai fumi ed al calore il compartimento. Condotta di ventilazione Per poter verificare l’efficacia della soluzione adottata in questi casi è opportuno riferirsi sempre a soluzioni verificate sperimentalmente. REI 120 Rapporto di prova: Dati tecnici Istituto Giordano n. 142762/2150RF del 16/11/2000 Scadenza: 25/09/2012 t$POEPUUBJOBDDJBJPYNN t#BSSBEJBDDJBJPGJMFUUBUP. t1SPGJMPPSJ[[POUBMFEJBQQPHHJP t-BTUSB(MBTSPD' t(JVOUJTUVDDPEJHFTTP Descrizione Realizzazione di condotta di ventilazione costituita da: condotta di ventilazione in acciaio dimensioni 500 x 400 mm, fissata al solaio con un sistema di collegamento costituito da un profilo metallico orizzontale di appoggio, sospeso mediante barra in acciaio filettato M8 con dado e rondella. La protezione è realizzata con due lastre Glasroc F spessore 25 mm ciascuna, fissate tra loro a rivestire la condotta che risulta appoggiata su strisce di lastra Glasroc F. La stuccatura dei giunti delle lastre è realizzata con stucco a base gesso. 116 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Scatole elettriche portafrutti REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 169861/2487RF del 13/03/2003 Scadenza: 25/09/2012 VISTA FRONTALE Dati tecnici t&MFNFOUJJOHFTTPGJCSPSJOGPS[BUPDPOTDBUPMF portafrutti SHELTER 120 diametro 160 mm t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P SEZ. ORIZZONTALE Descrizione Realizzazione di parete divisoria 125/75 costituita da lastre di gesso rivestito di tipo F a bordi assottigliati spessore 12,5 mm due per lato, fissate con viti fosfatate all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 500 mm - montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm - scatola portafrutti inserita all’interno di un elemento in gesso fibrorinforzato denominato “SHELTER 120” fissato alle lastre mediante ancorette metalliche. Giunti e teste delle viti saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. Scatole elettriche di derivazione REI 120 Rapporto di prova: VISTA FRONTALE Istituto Giordano n. 169861/2487RF del 13/03/2003 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici SEZ. ORIZZONTALE t&MFNFOUJJOHFTTPGJCSPSJOGPS[BUPDPOTDBUPMF di derivazione SHELTER CROSS dimensioni 258 x 160 mm t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di parete divisoria 125/75 costituita da lastre di gesso rivestito di tipo F a bordi assottigliati spessore 12,5 mm due per lato, fissate con viti fosfatate all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 75 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 500 mm - montanti a “C” larghezza 75 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm - scatola di derivazione inserita all’interno di un elemento in gesso fibrorinforzato denominato “SHELTER CROSS” fissato alle lastre mediante ancorette metalliche. Giunti e teste delle viti saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 117 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete SA 100/50 con attraversamenti di tubazioni REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 229538/2996FR del 24/08/2007* Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P t"UUSBWFSTBNFOUJUFDOJDJQSPUFUUJDPOTJTUFNJ)JMUJ - Tubo in PVC - Tubo in acciaio Descrizione Realizzazione di parete divisoria SA 100/50 costituita da lastre di gesso rivestito di tipo F a bordi assottigliati spessore 12,5 mm due per lato, fissate con viti fosfatate all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 500 mm - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di 600 mm - Attraversamenti tecnici costituiti da: Tubi in PVC protetti con collari antifuoco “CP 643 N” della Hilti Italia Tubo in acciaio protetto mediante cordone “CPR 287” della Hilti Italia. Giunti piani, orizzontali e verticali saranno trattati con stucco di gesso e nastro di rinforzo. *Rapporto di prova intestato a Hilti Italia S.p.a. Parete SA 100/50 con canalina portacavi e giunto di dilatazione REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 229538/2996FR del 24/08/2007* Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P t"UUSBWFSTBNFOUJUFDOJDJQSPUFUUJDPOTJTUFNJ)JMUJ - Canalina portacavi elettrici - Giunto verticale Descrizione Realizzazione di parete divisoria SA 100/50 costituita da lastre di gesso rivestito di tipo F a bordi assottigliati spessore 12,5 mm due per lato, fissate con viti fosfatate all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 50 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 500 mm - montanti a “C” larghezza 50 mm posti all’interno delle guide con interasse di 600 mm - apertura dimensioni 500 x 400 mm con canalina metallica portacavi elettrici tamponata mediante sacchetti termoespandenti “CP651 N” della Hilti Italia - giunto di dilatazione verticale, altezza 3.000 mm e larghezza 30 mm tamponato mediante cordone “CPR 287” e sigillante acrilico “CP 606” della Hilti Italia. Giunti piani, orizzontali e verticali saranno trattati con stucco di gesso e nastro di rinforzo. *Rapporto di prova intestato a Hilti Italia S.p.a. 118 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete in muratura intonacata con attraversamenti di tubazioni e Sigmatic Ignifugo M 120 REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 222485/2917FR del 27/02/2007 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPTQFTTPSFNN t*OUPOBDP4JHNBUJD*HOJGVHP.TQFTTPSFNN t"UUSBWFSTBNFOUJUFDOJDJQSPUFUUJDPOTJTUFNJ)JMUJ - Tubi in PVC - Tubo in acciaio Descrizione Realizzazione di parete divisoria costituita da: muratura in laterizio forato di 80 mm di spessore, intonacata su entrambi i lati con 15 mm di intonaco isolante Sigmatic Ignifugo M 120 a base di gesso emidrato, Vermiculite e Perlite espansa, reazione al fuoco Euroclasse A1. - Attraversamenti tecnici costituiti da: Tubi in PVC protetti con collari antifuoco “CP 643 N” della Hilti Italia Tubo in acciaio protetto mediante cordone “CPR 287” della Hilti Italia Parete in muratura intonacata con canalina portacavi e Sigmatic Ignifugo M 120 REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 222485/2917FR del 27/02/2007 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t.VSBUVSBJOMBUFSJ[JPGPSBUPTQFTTPSFNN t*OUPOBDP4JHNBUJD*HOJGVHP.TQFTTPSFNN t"UUSBWFSTBNFOUJUFDOJDJQSPUFUUJDPOTJTUFNJ)JMUJ - Canalina portacavi elettrici Descrizione Realizzazione di parete divisoria costituita da: muratura in laterizio forato di 80 mm di spessore, intonacata su entrambi i lati con 15 mm di intonaco isolante Sigmatic Ignifugo M 120 a base di gesso emidrato, Vermiculite e Perlite espansa, reazione al fuoco Euroclasse A1. Apertura dimensioni 500 x 400 mm con canalina metallica portacavi elettrici tamponata da sacchetti termoespandenti “CP651 N” della Hilti Italia. 119 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Parete con attraversamenti tecnici vari REI 120 Rapporto di prova: Istituto Giordano n. 161516/2396RF del 02/07/2002 Scadenza: 25/09/2012 Dati tecnici t"UUSBWFSTBNFOUJUFDOJDJEJWBSJFUJQPMPHJF t-BTUSBEJUJQP'TQFTTPSFNN t(VJEFBi6wEBNN t.POUBOUJBi$wEBNN t-BOBNJOFSBMFTQFTTPSFNNFEFOTJU°LHN£ t(JVOUJTUVDDPEJHFTTPFOBTUSPEJSJOGPS[P Descrizione Realizzazione di parete 105/55 in lastre di gesso rivestito tipo F spessore 12,5 mm due per lato, con interposta lana minerale spessore 40 mm e densità 40 kg/m³, fissate con viti fosfatate all’orditura metallica in lamiera d’acciaio zincato spess. 6/10 mm costituita da: - guide a “U” larghezza 55 mm fissate a pavimento e soffitto tramite idonei punti di fissaggio posti ad interasse di 500 mm; - montanti a “C” larghezza 55 mm posti all’interno delle guide con interasse di ca 600 mm - attraversamenti della parete di vario tipo protetti con idonei materiali. Giunti e teste delle viti saranno trattati con stucco e nastro di rinforzo. 9 Porte tagliafuoco Resistenza al fuoco di porte Spesso le pareti di compartimentazione prevedono al loro interno l’inserimento di porte, che devono anch’esse avere gli stessi requisiti di resistenza al fuoco della parete. Quando in laboratorio si prova una porta tagliafuoco montata su parete in lastre di gesso rivestito, uno dei punti di criticità è il sistema di aggancio del telaio della porta all’orditura metallica della parete: un collegamento non appropriato fra questi due elementi può non assicurare la tenuta e l’isolamento termico dell’insieme porta-parete oggetto della prova. Come si è già accennato nella prima parte del volume, il riferimento normativo è il DM 14/12/1993 “Norme tecniche e procedurali per la classificazione di resistenza al fuoco ed omologazione di porte ed altri elementi di chiusura”: infatti, nell’ambito della resistenza al fuoco le porte sono gli unici manufatti soggetti ad omologazione da parte del Ministero dell’Interno; per le modalità di prova il decreto suddetto rimanda alla norma UNI 9723 “Resistenza al fuoco di porte ed altri elementi di chiusura”. Tale norma stabilisce le modalità di prova ed i relativi criteri di classificazione. 120 Nello specifico vengono indicati: tMFNPEBMJU°EJSFBMJ[[B[JPOFEFMMFDPOEJ[JPOJEJFTFSDJ[JP della porta, che viene preliminarmente sottoposta ad un ciclo di 5.000 aperture e chiusure (prova di invecchiamento) tJDSJUFSJQFSMFTFDV[JPOFEJQSPWFTJBTVMMBUPBQFSUVSB sia sul lato chiusura tMBEFGJOJ[JPOFEFMMFMFNFOUPEJTVQQPSUPFEFMTJTUFNBEJ montaggio della porta tJDSJUFSJEJDMBTTJGJDB[JPOFTVMMBCBTFEFJSFRVJTJUJ3&F* tJDSJUFSJEJFTUFOTJPOFEFJSJTVMUBUJEJQSPWB Nel rapporto di prova redatto dal laboratorio vengono indicati in dettaglio le caratteristiche dell’elemento provato, gli schemi costruttivi ed i materiali impiegati nella costruzione del sistema di aggancio tra porta e parete. Successivamente il Ministero ha emanato il DM 21/06/2004, mediante il quale ha dato la possibilità di eseguire prove di laboratorio utilizzando il metodo europeo: UNI EN 1634-1. Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Omologazione ministeriale Sistema di aggancio porta-parete Contrariamente alle prove di resistenza al fuoco eseguite con i criteri indicati nel DM 16/02/2007 ed ai relativi rapporti di prova rilasciati su manufatti per i quali non è prevista l’omologazione ministeriale, le porte tagliafuoco possono essere commercializzate solo se omologate dal Ministero dell’Interno secondo le procedure previste dal DM 21/06/2004: l’iter procedurale prevede, come nel caso della reazione al fuoco, prima l’esecuzione della prova presso un laboratorio autorizzato dal Ministero, poi il rilascio del certificato di prova, quindi l’istanza di omologazione al Ministero dell’Interno da parte del produttore, ed infine il rilascio dell’omologazione, cioè l’autorizzazione a commercializzare la porta conformemente al prototipo provato in laboratorio. L’omologazione ha durata cinque anni e può essere rinnovata su richiesta del produttore. Si osservi infine che, sia nel certificato di prova, sia nell’omologazione, viene citato il rapporto di prova eseguita precedentemente sulla sola parete di supporto: pertanto la porta può essere montata solo su una parete con caratteristiche uguali o migliori rispetto a quella provata in laboratorio. Diamo di seguito un esempio relativo ad una porta metallica REI 120; per ogni installazione è comunque necessario fare riferimento al certificato di prova della porta e alla relativa omologazione: in essi sono infatti riportati tutti i dettagli di installazione precedentemente descritti e che devono essere scrupolosamente seguiti. In questo caso il Rapporto di prova della sola parete è il CSE 3804/138/74. L ’ elemento di supporto utilizzato è costituito da una parete divisoria di spessore totale nominale 125 mm già classificata REI 120, composta da guide a “U” e montanti a “C” di larghezza 75 mm, mentre in prossimità del telaio della porta è presente un profilo scatolare in acciaio di sezione 50 x 50 mm e spessore 3,0 mm. Sulla struttura metallica per ogni lato della parete sono fissate due lastre di gesso rivestito di tipo antincendio dello spessore di 12,5 mm l’una, applicate ai profili metallici mediante viti autofilettanti in acciaio. La coibentazione interna della zona in prossimità del telaio fisso del campione di porta è realizzata con pannello in lana di roccia larghezza 300 mm, spessore 50 mm e densità 165 kg/m³. Il campione della porta deve essere montato sull’elemento di supporto mediante fissaggio del telaio della porta ai profili tubolari in acciaio tramite viti autofilettanti in acciaio, previa interposizione di n. 2 listelli di lastra di gesso rivestito di spessore 12,5 mm l’uno. Particolare di assemblaggio telaio fisso / elemento di supporto 121 Terza parte Resistenza al fuoco delle soluzioni Gyproc Saint-Gobain Altri due esempi sono schematizzati nei disegni successivi: essi si riferiscono a sperimentazioni di laboratorio eseguite da Novoferm Schievano s.r.l. in collaborazione con Gyproc SaintGobain. Entrambe prevedono un telaio fisso, in lamiera d’acciaio asolata, per porta ad ante battenti, coibentato mediante listelli di cartongesso spessore 12,5 mm. PORTA REI 60 - Elite/2A/60/K/C* La parete “105/75” è costituita da: t4USVUUVSBNFUBMMJDBDPNQPTUBEB - guide metalliche orizzontali realizzate con profilati in acciaio a forma di U dimensioni 40 x 75 x 40 mm e spessore 0,6 mm; - orditura metallica verticale realizzata con montanti in acciaio profilati a forma di C da 51 x 75 x 47 mm e spessore 0,6 mm, posti inseriti alle estremità nelle guide orizzontali sopra descritte; tTUSBUPJOMBTUSFEJHFTTPSJWFTUJUPDPNNFSDJBMJ[[BUFDPOMFEFOPNJOB[JPOJ(ZQSPD'JSFMJOFTQFTTPSFNN su ambo i lati; tTJHJMMBUVSBEFJHJVOUJGSBMFMBTUSFFEFJCPSEJQFSJNFUSBMJNFEJBOUFOBTUSPEJSJOGPS[PFTUVDDP(ZQSPD4BJOU(PCBJO a base di gesso; tTJHJMMBUVSBEFMMFUFTUFEFMMFWJUJNFEJBOUFTUVDDP(ZQSPD4BJOU(PCBJOBCBTFEJHFTTP Il riferimento alla prova di resistenza al fuoco su parete precedentemente provata è il n. 006/88/CF del 28/03/1988 emesso dal CSI. *Certificazione intestata a Novoferm Schievano s.r.l. PORTA REI 120 - Elite/2A/120/K/C* La parete “125/75” è costituita da: t4USVUUVSBNFUBMMJDBDPNQPTUBEB - guide metalliche orizzontali realizzate con profilati in acciaio a forma di U dimensioni 40 x 75 x 40 mm e spessore 0,6 mm; - orditura metallica verticale realizzata con montanti in acciaio profilati a forma di C da 51 x 75 x 47 mm e spessore 0,6 mm, posti inseriti alle estremità nelle guide orizzontali sopra descritte; tEPQQJPTUSBUPJOMBTUSFEJHFTTPSJWFTUJUPDPNNFSDJBMJ[[BUFDPOMFEFOPNJOB[JPOJ(ZQSPD'JSFMJOF (spessore 12,5 mm) su ambo i lati; tTJHJMMBUVSBEFJHJVOUJGSBMFMBTUSFFEFJCPSEJQFSJNFUSBMJNFEJBOUFOBTUSPEJSJOGPS[PFTUVDDP(ZQSPD4BJOU(PCBJO a base di gesso; tTJHJMMBUVSBEFMMFUFTUFEFMMFWJUJNFEJBOUFTUVDDP(ZQSPD4BJOU(PCBJOBCBTFEJHFTTP Il riferimento alla prova di resistenza al fuoco su parete precedentemente provata è il n. 169861/2487RF del 13/03/2003 emesso dall’Istituto Giordano. *Certificazione intestata a Novoferm Schievano s.r.l. 122 Appendice Allegati Appendice Allegati Vengono riprodotti in questa sezione i principali Decreti e Lettere Circolari relativi alla resistenza e reazione al fuoco. Consapevoli della vastità del numero dei documenti ufficiali prodotti, abbiamo, in questa sede, selezionato solo quelli che riteniamo imprescindibili per l'utilizzatore di questa Guida. Sono quei documenti ufficiali necessari a descrivere la cornice e i confini entro cui gli addetti ai lavori sono tenuti ad operare. 123 Appendice Allegati Allegato 1 - DM 16/02/2007 Gazzetta Ufficiale N. 74 del 29 Marzo 2007 Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione 124 Appendice Allegati 125 Appendice Allegati 126 Appendice Allegati 127 Appendice Allegati 128 Appendice Allegati 129 Appendice Allegati 130 Appendice Allegati 131 Appendice Allegati 132 Appendice Allegati 133 Appendice Allegati 134 Appendice Allegati 135 Appendice Allegati 136 Appendice Allegati 137 Appendice Allegati 138 Appendice Allegati 139 Appendice Allegati 140 Appendice Allegati 141 Appendice Allegati 142 Appendice Allegati 143 Appendice Allegati 144 Appendice Allegati Allegato 2 - DM 09/03/2007 Gazzetta Ufficiale N. 74 del 29 Marzo 2007 Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco 145 Appendice Allegati 146 Appendice Allegati 147 Appendice Allegati 148 Appendice Allegati 149 Appendice Allegati 150 Appendice Allegati 151 Appendice Allegati 152 Appendice Allegati 153 Appendice Allegati Allegato 3 - Lettera-Circolare Ministero dell’Interno del 15/02/2008 Pareti di muratura portanti 154 Appendice Allegati 155 Appendice Allegati Allegato 4 - Lettera-Circolare Ministero dell’Interno del 16/01/2004 Controsoffitti resistenti al fuoco 156 Appendice Allegati 157 Appendice Allegati Allegato 5 - Estratto da DM 20/10/2007 Gazzetta Ufficiale N. 257 del 5 Novembre 2007 Modifiche al DM 10/03/2005, concernente “Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio” Si riportano di seguito alcune tabelle riguardanti prodotti classificabili senza oneri di prova. 158 Appendice Allegati 159 Appendice Allegati 160 Appendice Allegati Allegato 6 - Lettera-Circolare Ministero dell'Interno del 24/10/2008 Validità dei Rapporti di Classificazione 161 Appendice Allegati 162 Appendice Allegati Allegato 7 - Lettera-Circolare Ministero dell'Interno del 24/04/2008 163 Appendice Allegati 164 Appendice Allegati 165 Appendice Allegati 166 Appendice Allegati Allegato 8 - Estratto da Lettera-Circolare Ministero dell'Interno del 31/03/2010 Resistenza al fuoco di murature 167 Appendice Allegati 168 Appendice Allegati 169 Appendice Allegati Allegato 9 - Lettera-Circolare 04/04/2011 170 Copyright© 2002 Saint-Gobain PPC Italia S.p.A. - Milano Progettazione e realizzazione grafica: ARPE sas - Milano Stampa: Grafiche Cola s.r.l. - Lecco 1a edizione: settembre 2002 2a edizione: aprile 2003 3a edizione: aprile 2004 4a edizione: gennaio 2005 5a edizione: gennaio 2006 6a edizione: aprile 2008 ristampa: settembre 2008 7a edizione: ottobre 2011 8a edizione: febbraio 2012 ED. FEBBRAIO 2012 www.gyproc.it Saint-Gobain PPC Italia SpA attività Gyproc Via E. Romagnoli, 6 - 20146 Milano Tel. 02 61115.1 - Fax 02 611192400 [email protected] SOCIO Gyproc Saint-Gobain è socio ordinario del GBC Italia