Quinto Incontro - Diocesi San Marco
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Quinto Incontro - Diocesi San Marco
QUINTO INCONTRO “Prendersi a cuore” Febbraio 2015 DAL LIBRO DI TOBÌA (Tb 8, 4B-8) La sera delle nozze Tobìa si alzò dal letto e disse a Sara: «Sorella, alzati! Preghiamo e domandiamo al Signore che ci dia grazia e salvezza». Essa si alzò e si misero a pregare e a chiedere che venisse su di loro la salvezza, dicendo: «Benedetto sei tu, Dio dei nostri padri, e benedetto per tutte le generazioni è il tuo nome! Ti benedicano i cieli e tutte le creature per tutti i secoli! Tu hai creato Adamo e hai creato Eva sua moglie, perché gli fosse di aiuto e di sostegno. Da loro due nacque tutto il genere umano. Tu hai detto: non è cosa buona che l'uomo resti solo; facciamogli un aiuto simile a lui. Ora non per lussuria io prendo questa mia parente, ma con rettitudine d'intenzione. Degnati di aver misericordia di me e di lei e di farci giungere insieme alla vecchiaia». E dissero insieme: «Amen, amen!». COMMENTO AL BRANO BIBLICO “Signore degnati di farci giungere insieme alla vecchiaia”. E’ davvero bello pensare che due sposi possano chiedere questo al Signore nel giorno delle loro nozze, ma lo è ancora di più pensare che questa sia ogni giorno la preghiera di due sposi cristiani. Tobia e Sara sono due giovani che coronano con le nozze il loro amore. Nulla di più comune. Ma ecco Tobia porre un gesto che fa riflettere: invita la giovane sposa a pregare insieme. Condividere la vita con una persona significa, prima di ogni cosa, riconoscere che la persona che mi sta accanto è un dono che mi ha fatto il Signore. Ecco il senso di quella preghiera. Io non scelgo in base a criteri di utilità la persona da avere accanto. Tu, Signore, l’hai posta sul mio cammino (ed hai posto me sul suo) perché insieme fossimo qualcosa di unico ed irripetibile secondo il tuo cuore. Il matrimonio, poi, invita ad essere uno in Cristo. Questo potrebbe sembrare un invito a fondersi uno nell’altro, a perdere la propria identità per diventare come vuole l’altro. Niente di più distante dal vero senso dell’amore. Amare è condividere, aggiungendo se stessi all’altro. In termini matematici si potrebbe dire: si somma senza sottrarre nulla e poi, con la benedizione del Signore, quell’amore si moltiplica creando una nuova famiglia. Mi piace pensare allora che il titolo del film di Carlo Verdone: “L’amore è eterno finché dura” sia solo una provocazione dettata dalla disillusione. Il Signore ci ha insegnato cos’è l’amore vero. E non si stanca mai di mostrarcelo. I TESTIMONI DEL MESE: I CONIUGI GILLINI - ZATTONI Il racconto di Tobia mostra un matrimonio “diverso”. Si potrebbe dire che questa storia sia troppo lontana nel tempo e invece, ancora oggi, si può vivere il matrimonio come una vera e propria vocazione alla gioia. E’ questa la testimonianza dei coniugi Zattoni – Gillini, due psicologi cristiani, consulenti per famiglie. Alla signora Zattoni avevamo chiesto di fare un passo indietro nel passato per ricordare i sentimenti che avevano animato il tempo del fidanzamento. E invece ci ha risposto così.. SIGNORA ZATTONI: Non ho bisogno di fare un tuffo nel passato, perché il nostro fidanzamento, il nostro innamoramento, dopo 46 anni di matrimonio, è fortunatamente ancora presente, per grazia di Dio. Oggi non si chiama quasi più il primo tempo fidanzamento, ma mettersi assieme, stare con, e in ogni caso, sia che raramente si chiama ancora fidanzamento, sia che si tratta di mettersi assieme, c’è un nucleo non bypassato nel legame d’amore e qual è questo nucleo, il fatto che questo legame contiene una promessa, cioè il desiderio, che il mio stare con te non sia un esperimento a breve termine, ma è una promessa di futuro. Per chi ha il fiato corto è un futuro indefinito, indecidibile, tipo: sto con te finché dura. Ma per chi ha scoperto di non essere solo, è una promessa di futuro per sempre, E’ qui, proprio qui che la promessa coincide con il sogno di Dio, il quale nella storia della salvezza, ha fatto a me a te, a ciascuno di noi, una promessa unilaterale, e cioè Io Sono uno che ha liberamente deciso di stare con te. DOMANDA: Dottoressa, oggi i nostri giovani quando sentono parlare di progetto di vita o vocazione un po’ si spaventano. Altri, e sono la maggioranza, credono che l’idea di un progetto di vita sia restrittiva, che privi del dono della libertà. Come superare questo inganno? SIGNORA ZATTONI: Devo proprio dire che hanno ragione i giovani. Un progetto di vita, una vocazione che si basa, solo sulle mie forze, sulla mia volontà buona è un delirio. Lo dicano forte i giovani. Come posso rischiare la vita per te e precludermi tutte le altre possibilità che non sei tu. E’ una domanda seria: chi sei tu perché per esserti fedele sempre io rinunci a tutti gli altri, o a tutte le altre? Se io sono un piccolo prisma che cattura la luce e ne fa uscire tutte le iridescenze, allora sono ben felice di 2 prestare all’amore, sempre con la A maiuscola, il mio cuore, tutto me stesso o me stessa. E’ qui che non sono più schiavo ma scelto, cioè faccio esperienza di essere scelto, invitato per un compito che non ha limiti, un compito che mi libera, perché mi rende consapevole di essere stato invitato al banchetto definitivo. Quindi noi, io e te, non ci siamo inventati l’amore ma siamo stati scelti per un compito senza confini per cui non basta una vita intera. Dire di sì è l’unica vera libertà che ci libera e ci svincola dai nostri egoismi. Se non ospitiamo l’amore, la nostra libertà non è che faccio quello che mi sento, faccio quello che mi va di fare, ma allora è una libertà schiavizzata dal movimento del sistema libico del nostro cervello, dal movimento che dice: segui solo l’attimo, quello che ti va di fare, questa è la vera schiavitù. DOMANDA: Signor Gillini, molte volte si sente dire che il matrimonio con il passare del tempo diventa una prigione. Cosa rende una relazione di coppia viva ed efficace? Quali sono i punti fermi che mantengono vivo l’amore? SIGNOR GILLINI: Vorrei raccontarle questa esperienza. Molto tempo fa dalla CEI ci avevano chiesto un intervento. Noi facevamo parte, come esperti, della consulta nazionale. Ci avevano chiesto un intervento sulle difficoltà del matrimonio: era la prima volta che ci chiedevano una cosa importante, allora volevamo fare un buon lavoro, e partire non dalle teorie ma dalle coppie concrete che avevamo aiutato nel nostro lavoro, nel nostro studio come consulenti. E allora abbiamo cominciato ad esaminare i casi, e ogni volta, che ci sembrava di aver trovato un caso significativo, un motivo chiaro di fallimento della coppia, non so: fallimento per mancanza di soldi, fallimento per il disagio dovuto alla mancata intesa sessuale, disagio per le intrusioni delle famiglie di origine, ecc. Consultando la nostra casistica trovavamo anche casi che presentavano un problema analogo, ma il cui legame, non solo aveva retto, ma si era addirittura rafforzato, e allora dovemmo quasi concludere che gli stessi motivi diventano, per una coppia occasione di separazione e di divorzio, per un’altra occasione di benefico cambiamento, e per un’altra ancora, occasione di stagnazione relazionale e o stallo di coppia. Ecco quindi quella catalogazione che la cultura dominante si aspetta che ci sia, si aspetta dagli psicologi, non esiste! Non esistono dei disagi, dei fatti incontrovertibili tali che da soli ci possono spiegare un fallimento matrimoniale. I fatti sono sempre filtrati dalla nostra mente, dalla mente degli interessati, e quindi sono letti attraverso i loro valori, attraverso il loro immaginario. DOMANDA: Ora un saluto e un augurio ai giovani della Diocesi di San Marco Argemntano – Scalea. 3 SIGNOR GILLINI: Il mio augurio è quello di saper aver cura di questo sì. Se io penso di aver acquistato un’auto al meglio delle mie possibilità e fossi assolutamente sicuro che non potrò comprarmi un'altra auto per tutta la mia vita, bene o male che vada, è naturale che di fronte alle possibili rotture, mi dia da fare per aggiustarla, anzi la curi al meglio, anzi mi documenti sui suoi possibili limiti al fine di diventare esperto nel trattarla meglio, nel prevedere i blocchi, nell’escogitare nuove soluzioni per rimetterla a posto. Se invece quando l’auto mi procura qualche guaio, io ho la possibilità di cambiarla, perfino senza perderci troppo, allora si capisce che lo stesso guasto, nel primo caso mi porta a darmi da fare, a curare questa auto; nel secondo caso lo stesso guasto mi induce a cambiare l’auto. SIGNORA ZATTONI: Ecco io direi: cari giovani, proprio con le vostre domande, con la vostra capacità di analisi, di ciò che vi succede nella vita, vi auguriamo di essere felici, orgogliosi, entusiasti dell’invito alle nozze. Vi auguriamo di sentirvi degli invitati, quelli che rischiano l’amore, con tutto quello che hanno. IMPEGNO PER IL MESE MI IMPEGNO A VIVERE CON PIU’ MATURITA’ LE RELAZIONI CHE SENTO CONFLITTUALI. COME? DICENDO QUELLO CHE PENSO, DIFENDENDO LA MIA AUTONOMIA DI PENSIERO E ACCOGLIENDO LA DIVERSITA’ CHE INEVITABILMENTE POSSIEDE LA PERSONA CHE MI STA DI FRONTE. INTENZIONI DI PREGHIERA PER IL MESE DI FEBBRAIO Universale: Perché i carcerati, in particolare i giovani, abbiano la possibilità di ricostruire una vita dignitosa. Per l’evangelizzazione: Perché i coniugi che si sono separati trovino accoglienza e sostegno nella comunità cristiana. 4