sanniomedica1-2-2012 - Ordine dei Medici di Benevento

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sanniomedica1-2-2012 - Ordine dei Medici di Benevento
Sannio Medica n. 1/2 2012
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Sannio Medica
ANNO XIX- N° 1/2 2012
BOLLETTINO
DELL’ORDINE DEI MEDICI
CHIRURGHI E DEGLI
ODONTOIATRI DELLA
PROVINCIA DI BENEVENTO
COMITATO DI REDAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
ALFREDO SALZANO
ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI
E DEGLI ODONTOIATRI
DELLA PROVINCIA DI BENEVENTO
SOMMARIO
La rivoluzione della sanità digitale............................................ pag.3
Celebrazione del Centenario dell’Istituzione
dell’Ordine dei Medici................................................................ pag.4
REDAZIONE
VINCENZO LUCIANI
LUCIANA CIANNELLA
MAURIZIO IAZEOLLA
FLAVIO QUARANTIELLO
FEDERICO ROSA
Intervista a Giovanni Moleti...................................................... pag.15
CONSIGLIO DIRETTIVO
Incontri all’Ordine....................................................................... pag.18
PRESIDENTE
VINCENZO LUCIANI
VICE PRESIDENTE
ALBERICO D’AURIA
CONSIGLIERE SEGRETARIO
LUCA MILANO
CONSIGLIERE TESORIERE
CARMINE CHIUSOLO
CONSIGLIERI
CATERINA CASALE
LUCIANA CIANNELLA
LUDOVICO CORETTI
MARIO DI GENNARO
PASQUALE GRIMALDI
GIOVANNI PIETRO IANNIELLO
CARLO IANNOTTI
MAURIZIO IAZEOLLA
TERESA MELILLO
GIOVANNI MOLETI (ODONT)
FLAVIO QUARANTIELLO
FEDERICO ROSA
COMMISSIONE ODONTOIATRI
GIOVANNI MOLETI (PRESIDENTE)
CARMINE CHIUSOLO
MARIO FELEPPA
IORILLO NICOLA
ERMANNO MAZZA
COLLEGIO REVISORI DEI CONTI
IDO SARRACCO (PRESIDENTE)
ANNAMARIA IZZO (COMPONENTE)
MARIA RITA DE ROSA (COMPONENTE)
DIODATO LANNI (SUPPLENTE)
COMPOSIZIONE STAMPA
AESSE STAMPA- BENEVENTO
Autorizzazione n° 151/88
del 18/07/1988
Tribunale di Benevento
Un medico per il nostro tempo:
soltanto un tecnico o anche un uomo di cultura..................... pag.7
Le demenze: una pandemia in rapida espansione.................. pag.23
Body mass index (BMI)
ed early adiposity rebounb (EAR)............................................. pag.30
Stress lavorativo e burn-out nella professione medica........... pag.32
Missione umanitaria in Benin................................................... pag.35
Attività del Consiglio.................................................................. pag.40
L’Ordine informa......................................................................... pag. 42
Medici disponibili per sostituzioni........................................... pag.43
Corsi e Convegni......................................................................... pag.45
Convenzioni commerciali.......................................................... pag.50
ORARIO D’UFFICIO DI SEGRETERIA
TEL 0824/51792- FAX 0824/312414
e-mail – [email protected]
Sito web: www.ordinemedicibenevento.it
Segreteria: Giovanni Carolla- Anna Falco - Sonia Iscaro
dal LUNEDI’ al VENERDI’ mattino dalle ore 9.00 alle ore 12.30
il MARTEDI’ e il GIOVEDI’ anche di pomeriggio dalle ore 15.00 alle ore 16.00
il SABATO CHIUSO
Tutti gli iscritti all’Ordine possono avvalersi delle seguenti CONSULENZE GRATUITE
previo appuntamento telefonico con la Segreteria
CONSULENZA LEGALE
CONSULENZA FISCALE E DEL LAVORO
CONSULENZA PREVIDENZIALE- ASSISTENZIALE 2 www.ordinemedicibenevento.it
Avv. Luigi D.Perifano
Dott.ssa Giulia Forgione
Postazione informativa ENPAM
LA RIVOLUZIONE
DELLA SANITA’ DIGITALE
ICT (Information and Communication Technology), e-Health, e-Government,
Telemedicina: quanti di noi conoscono il significato di questi termini ? Pensate
siano cose astratte, lontane dal nostro mondo, riservate solo a specifici addetti
ai lavori ? Vi sbagliate di grosso, perché già oggi operiamo in un contesto nel
quale ci stiamo confrontando sempre più con tali termini. Ne abbiamo discusso
recentemente a Padova lo scorso 28 e 29 settembre in un convegno, promosso
dalla FNOMCeO, dal titolo “Cybermedicine: l’integrazione delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione nei processi decisionali del sistema
sanitario e delle cure dei pazienti”. Ormai la tecnologia, le conoscenze, lo
scambio di informazioni, la cura dei pazienti, il governo clinico sono condizionati
pesantemente dalla rete informatica e, al tempo stesso, creano nuovi problemi anche di
carattere etico e deontologico.
Nel nostro paese, la cosiddetta sanità digitale, tranne alcune virtuose realtà quasi tutte del
nord, sembra stenti a decollare. Vi sono parecchie differenze di comportamento tra le varie
categorie professionali e all’interno di specifiche categorie. I medici di famiglia si sono
dovuti adeguare, volenti o nolenti, alle nuove procedure per la certificazione di malattia
online ( così come quella per l’invalidità civile ); sono stati altresì obbligati, dal loro
accordo nazionale, ad avere un archivio informatizzato dei propri pazienti e ad emettere
ricette stampate al computer. Nonostante ciò, esistono ancora colleghi che a stento
riescono a premere il tasto per accendere il computer! I medici ospedalieri, eccetto qualche
sparuto caso di avanguardia, sono recalcitranti nell’utilizzo delle tecnologie informatiche
e nell’invio dei certificati di malattia on line.
Eppure il governo sta “accelerando” sul processo di costruzione della sanità digitale; da
alcuni giorni, infatti, sono stati introdotti il Fascicolo sanitario elettronico e la Cartella
sanitaria digitale. Lo prevedono l’articolo 12 e 13 del secondo ‘’Decreto Crescita’’,
approvato dal Consiglio dei Ministri. Ogni cittadino, ha detto il ministro della Pubblica
amministrazione, Filippo Patroni Griffi illustrando il Dl, ‘’avra’ un proprio fascicolo
sanitario elettronico, consultabile in qualsiasi regione d’Italia’’. Il fascicolo, FSE,
conterra’ tutti i dati digitali di tipo sanitario e sociosanitario del cittadino, raccogliendone
di fatto l’intera storia clinica. Il fascicolo dovrà essere aggiornato dai diversi soggetti
che, nell’ambito del servizio sanitario pubblico, prendono in cura gli assistiti. Le cartelle
cliniche dovranno essere solo in forma digitale. Vengono altresì determinati i criteri per
la cosiddetta “ricetta elettronica” che, a breve, dovrebbe soppiantare la ricetta cartacea.
Di novità, pertanto, ne sono in arrivo molte. Dobbiamo comunque augurarci che questi
nuovi obblighi non creino ulteriori problemi derivanti dal mancato adeguamento delle
infrastrutture che dovrebbero gestire tutti i processi. Noi medici, da parte nostra, dobbiamo
prendere coscienza che l’evoluzione naturale delle cose è quella a cui stiamo assistendo e
che, difficilmente, potremo sottrarci a certi obblighi.
IL PRESIDENTE
Dott. Vincenzo Luciani
Sannio Medica n. 1/2 2012
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Celebrazione del Centenario
dell’Istituzione degli Ordini dei Medici
a cura di
Luca Milano
(Consigliere Segretario Ordine dei Medici)
con la collaborazione di
Anna Falco e Sonia Iscaro
(Segreteria Amministrativa)
Il 20 novembre 2010 Il Consiglio dell’Ordine di Benevento ha celebrato il Centenario dell’Istituzione degli Ordini dei Medici invitando nella
propria sede un ospite illustre il Prof. Vito Cagli, che in un affascinante
relazione ha toccato tematiche inerenti cultura e professionalità medica,
suscitando l’unanime ammirazione del gremito auditorio.
L’itinerario professionale e scientifico del Prof. Vito Cagli (come si legge
nella motivazione a socio onorario della FADOI) si è dipanato alla scuola
dei grandi Maestri della Medicina clinica dell’Università di Roma, da
Cesare Frugoni a Giovanni di Gugliemo a Michele Bufano. Durante gli
anni del Suo corso di laurea, interno nella Clinica Medica, ha subito sentito “tutto il fascino dell’approccio clinico al malato, della capacità cioè
di avvicinarsi ai pazienti e di risolverne i problemi contando soprattutto
su di un’attenta anamnesi, su uno scrupoloso esame obiettivo e su un
corretto modo di ragionare che consentisse di unificare in un insieme
significante tutti i dati raccolti”.
Per questo qualcuno lo ha anche definito:“l’Orazio Coclite della Clinica,
l’ultimo irriducibile difensore della visita medica” (Fig.2)
E’ stato libero Docente di Malattie Infettive e di Semeiotica Medica
all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Direttore del Centro
Studio e Cura dell’Ipertensione e Malattie Renali del Policlinico Umberto I di Roma. Il suo itinerario professionale e scientifico Sempre grazie a
questa scuola, si sviluppa anche il Suo interesse per i problemi del procedimento diagnostico, dell’evoluzione della Medicina e del suo Insegnamento, sui quali ha pubblicato numerose monografie, tra cui anche
un capitolo “La formazione medica fino alla tabella XVIII ” del testo
dedicato al “Centenario dell’Istituzione degli Ordini del Medici” pubblicato dalla Federazione Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri
.(FNOMCeO) (Fig.3).
Il Prof. Vito Cagli ha sempre sottolineato l’importanza degli aspetti umanistici nella formazione del Medico, considerandoli fondamentali “per acquisire le capacità ad interloquire
efficacemente con le persone sofferenti”.Del
tutto particolare nel Suo profilo scientifico è
l’interesse ai problemi psicologici e relazionali, coltivato sin dagli anni del ginnasio quando
ha incontrato la psicoanalisi, grazie ai
libri
di Bonaventura e di Weiss, appassionandosi
subito a questa disciplina.Egli ha affermato
che “questo interesse per gli aspetti psichici
dell’uomo non è stato oscurato dalla necessità
di occuparsi dei problemi fisici. Anzi, in vario
modo, queste due facce di uno stesso mondo,
quello dell’umana sofferenza, hanno offerto
ciascuna all’altra un sostegno. La psicoanalisi
e la clinica hanno infatti in comune di essere
scienze dell’individuo ammalato e non della malattia: al centro della loro
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Figura 1: Celebrazione all’Ordine di Benevento
Figura 2: La Visita Medica di
un passato recente
attenzione sta il paziente”.
Il Prof. Vito Cagli nel 2001 ha ricevuto il Premio Musatti dalla Società Psicoanalitica Italiana per i suoi
contributi alla conoscenza della
Psicoanalisi.
Due grandi figure lo hanno guidato
nella sua attività ultracinquantenaria di medicina clinica, Sigmund
Freud e Augusto Murri:“Il primo
quale modello di un pensatore che
ha rinnovato dalle fondamenta il
modo di considerare la psiche umana e che ha offerto uno strumento
per conoscerla e per aiutarla nelle
difficoltà.
Il secondo quale modello di un
medico che ha compreso come al
centro dell’attività clinica debba
esserci la capacità di ben ragionare, anche a garanzia della presenza accanto ad un uomo sofferente
di un uomo pensante”.Intensa e
prolifica anche la Sua produzione
scientifico-letteraria,
spaziando
dall’ambito umanistico a quello
psico-terapeutico, psico-somatico,
letterario, storico ecc… (fig. 4).
Alcune frasi, estraibili dai tanti
libri del Prof. Cagli, sono illuminanti per cogliere il Suo pensiero,
come per esempio: “Leggere un
romanzo, o frequentare un teatro,
non è soltanto una “distrazione”,
ma è anche un completamento
della propria educazione, qualcosa
che contribuirà a fare di loro dei
Medici migliori”;
“Saper cogliere il mondo interiore
in cui la malattia si svolge, ci aiuta
ad accostare non solo la malattia,
ma anche la sofferenza e la morte”;
“I Medici vivano di scienza e passione per la loro scienza e non siano
pallidi burocrati attenti a timbrare
il cartellino all’ora giusta o a cercare il DRG più conveniente”;“Un
Medico senza passione non sente
la vita e la morte; forse può scorgere la malattia, non vedrà mai
l’ammalato”.Egli ha già più volte
affascinato la nostra città. (Fig. 5)
Non possiamo certo dimenticare le
Sue magnifiche conferenze nelle
serate umanistiche dei prestigiosi
seminari di medicina interna magistralmente organizzati dal dott.
Francesco Sgambato presso l’o-
Figura 3: Libro della FNOMCeO dedicato al “Centenario dell’Istituzione degli Ordini dei Medici”
Figura 4: Parte della produzione letteraria del Prof. Vito Cagli
Figura 5: il prof. Vito Cagli a Benevento
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spedale Fatebenefratelli. Così come
ben ricordiamo la presentazione di uno
dei Suoi libri “Dialogo sulla diagnosi.
Un filosofo e un medico a confronto”
nell’ambito della manifestazione socio-culturale-umanistica “Liberamente” organizzata da Monsignor Mario
Iadanza presso il Convento di S.Maria
delle Grazie.
In conclusione, si potrebbe dire che
Egli è una biblioteca vivente, una
fonte inesauribile di informazioni, di
cultura, di esperienze, di maturità, di
Umanità, cioè di tutto quello che è la
Medicina vera. Praticamente il Prof.
Vito Cagli rappresenta una summa
di quelli che sono i modelli a cui noi
giovani medici, e non solo, dovremmo
ispirarci.
Figura 6: Il Medico colto, incisione allegorica tedesca di M. Engelbrecht, 1735 circa
Il Presidente dell’Ordine Vincenzo Luciani ringrazia il Prof. Vito Cagli al termine della sua magistrale lezione
Il Prof. Vito Cagli autografa al Consiglio dell’Ordine di Benevento il suo ultimo libro “Le cime e le valli”
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Un Medico per il nostro tempo:
Soltanto un tecnico efficiente
o anche un uomo di cultura?
Prof. Vito Cagli
Libero docente di malattie infettive e di semeiotica medica all’università degli studi di Roma “ La Sapienza”,
Direttore del centro studio e cura dell’ipertensione e Malattie Renali del Policlinico Umberto I di Roma.
Caro Presidente Vincenzo Luciani, Colleghi, Signore e Signori, per prima cosa
devo ringraziare, non per convenzione, ma per una necessità dell’animo. Le
vostre parole sono parole che mi hanno commosso, perché ho visto che siete
andati persino a documentarvi sui miei libri. E’ una presentazione di quelle che
ti fanno dire:“ma, davvero ho fatto tutte queste e cose?” poi uno pensa,: “beh,
in fondo sono cosi vecchio che posso anche averle fatte, ne ho avuto il tempo.”
Il tempo è una gran cosa, però dobbiamo utilizzarlo. La vecchiaia insegna il
rimpianto se questo tempo lo si è gettato via, e qualche volta ci si conforta con
i propri libri, non per narcisismo, ma per dire, quale che sia il loro valore: “ho
fatto qualche cosa che ha impegnato il mio tempo”. Diceva Benedetto Croce:
“fa che la morte non mi colga inoperoso”; io credo che l’uomo deve operare,
possibilmente deve ben operare e che come diceva Metastasio:“meglio oprando obliar senza indagarlo questo enorme mister dell’universo”. Insomma, l’uomo deve darsi da fare, detto in parole molto semplici e credo che questo sia
anche una verità per noi medici. Il medico deve pensare ma, deve anche fare,
non è che io sia mazziniano, però Mazzini diceva: “pensiero e azione” ed è un
binomio che credo proponga un buon programma; qualche filosofo dice che
bisognerebbe sempre pensare prima di agire e forse ha ragione: talora a noi
medici capita di dover agire prima di pensare, per esempio in certe situazioni
al Pronto Soccorso. Sembra che non si pensi, in realtà, come ha messo bene
in evidenza Augusto Murri, di cui parleremo fra poco: l’occhio clinico non è
altro che un ragionamento molto rapido, e quindi noi dobbiamo sempre avere
il pensiero al centro della nostra azione.
Io sono grato di questo invito: a Benevento, sono legato anche dalla amicizia
con Franco Sgambato, quindi anche con il compianto Sergio Vulterini da cui Franco Sgambato ha preso le mosse all’Ospedale Fatebenefratelli di Roma. Insomma, ho tanti ricordi di
persone che mi sono care e di un’accoglienza sempre di un grande calore e di una grande
sincerità e spontaneità. A volte il calore nasconde qualche cosa di non autentico, ma qui
tutto è autentico, compresa la eccellente cena di ieri sera, quindi sono contento di essere tra
voi. La vostra presentazione mi rende un pò più difficile parlare, perché potrebbe avervi dato
l’impressione di essere davanti a una specie di essere enciclopedico: chissà cosa dovrei dire
per dimostrarmi all’altezza del modo con cui sono stato presentato! Dirò solo alcune cose,
con una premessa: sono cose in cui credo.
Non la voglio fare troppo lunga, più lunga del necessario, quindi comincerò un breve tragitto
storico perché sono persuaso che senza storia non si vada da nessuna parte.
Figura 1: Prof. Vito Cagli
E questo è vero anche per la medicina e mi rivolgo soprattutto ai più giovani, i quali credono
sempre che, la vita e la realtà siano nate con loro e molti pensano che valga la pena di leggere
l’ultimo articolo sul New England, ma non di andarsi a leggere un trattato di medicina che
magari ha vent’anni.
E’ un errore, perché se non sappiamo da dove veniamo, non capiremo mai dove stiamo andando e soprattutto non capiremo cosa stiamo facendo davvero nel momento in cui lo facciamo; questo è molto importante.
La dimensione storica ci da lo spessore; pensate per un momento come sarebbe ciascuno di
noi se perdesse la memoria, che è la nostra storia personale. Perciò dobbiamo avere il senso
della storia e conoscere da dove veniamo.
Come dicevo, per non farla troppo lunga, comincio da quel 1543, che convenzionalmente è la
data assegnata all’inizio della rivoluzione scientifica, perché è la data in cui Nicolò Coperni-
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co pubblica il “De rivoluzionibus” (Fig.2) che rivoluziona
davvero la visione del mondo, perché porta il sole al centro
dell’universo togliendo questo primato alla terra. Anche se
è vero che già in periodo ellenistico Ipparco, aveva sostenuto la stessa cosa.
Però, ci sono sempre quelli che hanno preceduto le scoperte, ma noi dobbiamo dire che questa è una data convenzionale ben scelta perchè è davvero una rivoluzione quella
che Copernico propone.
E non è un caso che in quella stessa data, Andreas van Wesel, il cui nome italianizzato è Andrea Vesalio che insegnava anatomia a Padova, pubblichi il primo trattato moderno
di anatomia (Fig.3).
Non vi stupisca la parola moderno. Perché si dice moderno? Perché la fa finita con il galenismo, anche se Galeno
ha dei meriti indubbi. Pare che abbia fatto anche delle autopsie, comunque aveva pratica di chirurgia sui gladiatori,
però molta parte della sua anatomia era tratta dallo studio sugli animali, e c’erano grossi
errori, e il galenismo è stato insegnato per tutto il medioevo fino al Rinascimento. Allora
questo trattato di Vesalio innovò profondamente. A partire dal 1300, in quel periodo che
venne chiamato dei secoli bui, senza che, in realtà, lo fossero ci fu una sorta di incubazione
perché tutto il lavoro del medioevo è un lavoro fecondo, solo che lo si è fatto in silenzio. Pensate ai monaci che hanno trascritto per esempio Aristotele,
e pensate a questo enorme lavorio che è stato fatto. Basta
leggere “Il nome delle rosa”,
perché anche dai romanzi si impara, soprattutto quelli
scritti da persone come Umberto Eco, e per capire quanto
lavoro c’è stato nel medioevo, quindi non è stato un secolo
buio, ma soltanto un secolo che ha lavorato sotto traccia,
che ha lavorato per noi, per quelli che venivano dopo, che
è una cosa nobile, perché non è un lavoro fatto per glorificare se stessi, ma per trasmettere agli altri. Mondino
de’ Liuzzi nel ‘300 a Bologna ricomincia le dissezioni.
Anche li, è vero che già in periodo ellenistico erano state
fatte delle dissezioni. L’anatomia si era cominciata a fare
sui cadaveri, ma poi per secoli questo si è perduto ed è diventata un’anatomia libresca. Mondino de’ Liuzzi ricomincia questo tragitto ed ecco quindi che dopo di lui vengono
altri anatomisti, fino a che si raccolgono le fila in 200 anni
di osservazione e Vesalio ci offre questo patrimonio, che si
affianca a quello di Copernico, per dare inizio alla rivoluzione scientifica. Ora, se è difficile
fare l’anatomia, ancora più difficile è impiantare la fisiologia: non si tratta più di descrivere
le parti del corpo umano, si tratta invece di far vedere come funzionano. Vedete che c’è un
distacco di circa 200 anni prima che Von Haller (Fig.4) ci dia il suo trattato: anche questo
definibile come il primo trattato moderno di fisiologia.
La fisiologia è fondamentale: poi, a metà dell’Ottocento
verrà Claude Bernard ad affermare che la patologia è fisiologia mutata quantitativamente, perché la malattia non
innova nulla. Solo fa si che una caratteristica che è ad un
certo livello divenga di più o di meno. Ma intanto nel ‘700
c’era stato quel gigante della medicina italiana che fu Giovan Battista Morgagni, il quale nel 1711 pubblica a Venezia quel libro fondamentale che è il “De sedibus et causis
morborum per anatomen indagatis” (Fig.5) che dice già
tutto nel titolo, e guardate che ci vuole abilità per mettere
tutto nel titolo. Con “De sedibus” lui afferma che la malattia non è una cosa appesa per aria, come pensavano prima,
che viaggia così, addirittura qualcuno, come Paracelso nel
‘500 che peraltro è un uomo geniale, riteneva che fosse
qualcosa come un essere che entra nel corpo, quasi a prevedere quello che accadrà quando Pasteur e Koch scopro-
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Figura 2: Copernico, De rivoluzionibus, 1543
Figura 3: Andrea Vesalio
Figura 4: Von Haller
no la microbiologia. Qualcuno pensò ecco la malattia è li
in quel germe, ma già Pasteur l’aveva detto, guardate c’è
il germe, ma il terreno, cioè la persona su cui quel germe
va a innestarsi è tutto, il terreno è fondamentale quindi la
malattia non è solo quel germe, ma è anche la nostra risposta all’agente morboso. Morgagni di fronte alla malattia
sembra dirci: “cominciamo da un organo”: c’è un bene
nel messaggio di Morgagni, fondamentale, ma c’è in noce
come sempre un rischio, perché da lì in poi nasceranno,
alcuni secoli dopo, le ultraspecializzazioni, e questo non
è un bene.
Nascerà la medicina d’organo, che è un bene se è uno studio, ma è un male se è una pratica, perché nessun organo è staccato dagli altri. Quando ci ammaliamo, patiamo
con tutto il nostro corpo, e questo è molto importante oggi
ricordarlo. Fortunatamente assistiamo ora, forse anche
spinti da problemi economici, a una valorizzazione della
medicina interna rispetto alle specialità. Ma Morgagni aggiunge anche “causis”:
vuoi capire la malattia devi capire la causa, quindi ha detto già tutto e ha detto infine
“per anatomen indagatis”, cioè indagabili attraverso l’anatomia patologica, e così ha
fondato il concetto di medicina anatomo clinica. Si tratta di quella medicina in cui noi
oggi ci riferiamo, quando di fronte al paziente ci chiediamo quali potrebbero essere le
lesioni che troveremmo sul cadavere. Insomma, la nostra medicina è anche oggi una
medicina fondamentalmente morgagnana. Morgagni non esaurisce il tema, ma lo
fonde in maniera possente.
Poi nell’800, in Estonia, c’è Buchheim (fig.6), il quale ha l’idea di fondare un istituto
che si occupa di studiare con i metodi della fisiologia, le azioni dei farmaci. Se voi
riflettete un attimo, capite immediatamente che la farmacologia altro non è se non la
fisiologia mutata dal farmaco, come cioè un farmaco influisce sulla fisiologia di un
essere umano. Questo è il fatto fondamentale, però nessuno aveva pensato prima di
Buchheim di dedicare un istituto a questo, e quindi si fonda la farmacologia, e cioè si
fonda il modo di adoperare scientificamente i farmaci.
Arriva il XX secolo. E’ un secolo di orrori, perché è il secolo dello sterminio di massa,
sotto tante forme tutte orribili, ed è però anche il secolo della tecnologia: io ho cercato
un’immagine che potesse rendere tutto questo, e credo che questa immagine di Max
Ernst (fig.7) sia una buona immagine, perché c’è il rosso come colore del sangue, una
quantità enorme, due guerre e uno sterminio di massa come quello della Shoa, e c’è
poi anche quel colore metallico che è quello della tecnologia, quasi che fossero impastate della stessa materia.
Non è così, la tecnologia non è opera del demonio. E’ vero che la tecnologia ha contribuito agli stermini di massa, è vero che senza
tecnologia noi non avremmo avuto gli stermini di massa, ma è il modo di adoperare gli
strumenti che abbiamo che cambia. Un conto
è una pistola nelle mani di un delinquente, un
conto è nelle mani di un carabiniere. E’ questo
che cambia, quindi è sempre l’uomo che è al
centro. L’uomo è misura di tutte le cose diceva
Parmenide, e i vecchi filosofi greci non si ingannavano. E’ l’uomo che fa cambiare le cose,
quindi noi dobbiamo avere l’idea di che cosa
significa lo strumento e questo per noi medici è una riflessione molto importante. Non è
lo strumento che deve cambiare noi, ma siamo noi che dobbiamo operare correttamente
con quello strumento. Questo è il XX secolo.
Però, a cavallo tra il XIX e il XX secolo c’è un
uomo, un clinico, ed io faccio una premessa:
noi tutti abbiamo delle “divinità”, che siano
terrene o trascendenti, poco importa. Io ho di-
Figura 5: Morgagni
Figura 6: Rudolph Buchheim,
1820 - 1879
Figura 7: Max Ernest - XX Secolo
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vinizzato questa figura, non per motivi anagrafici perché non posso aver
conosciuto Augusto Murri anche se avrei potuto incontrarlo da bambino,
ma non mi è capitato.
Augusto Murri è un personaggio talmente straordinario della storia della
medicina italiana che merita sempre di essere ricordato. Clinico medico
di Bologna a cavallo tra la fine dell’800 e primi del 900, la sua storia meriterebbe di essere diffusamente raccontata il che io non farò. Qui voglio
richiamare che questo secolo si apre con la disragione, perché il 1914
con lo scoppio della prima guerra mondiale è considerato il vero inizio
del secolo XX, tenendo conto che in quel primo spazio di 14 anni del
secolo XX, nulla cambia rispetto a quella che è stata chiamata la “belle
époque”. Ma poi il rombo del cannone fa diventare la “belle époque” una
tragedia. E tuttavia in quel periodo c’è una voce che invita alla ragione;
guardate come si rivolge Augusto Murri ai suoi studenti “bisogna anche
sapere che relazioni intercedono fra le cose contate pesate e misurate”
che vuol dire questo?; parla già di tecnologia, dell’uso corretto della tecnologia perché contare pesare e misurare comporta degli strumenti se
volete anche degli strumenti semplici come un orologio, ma sono pur
sempre strumenti. La medicina del suo tempo è, rispetto alla medicina
settecentesca, profondamente diversa e il suo è un invito importante; ora,
lui continua “l’orologio, la bilancia e il metro da applicarsi a queste relazioni non si trovano che nella corteccia cerebrale educata”, cioè a dire
se non c’è la mente che raccoglie e da un senso alle osservazioni che
noi abbiamo ottenuto con gli strumenti, quelle osservazioni non dicono
nulla, oppure, ci portano addirittura fuori strada. E conclude: “io dovrei
abituarvi a usare questi strumenti cerebrali”. Il linguaggio è chiaramente ottocentesco e
positivista. Strumenti cerebrali è un’espressione che la dice già lunga, però il messaggio è
forte, perché lui non insegna tanto le nozioni, le nozioni stanno su libri e riviste e le possiamo
vedere oggi su internet quante ne vogliamo con estrema facilità, oggi molto di più che non
al tempo di Murri, ma è l’utilizzo di queste nozioni che deve costituire il cuore dell’insegnamento, è il senso che queste nozioni hanno, senza del quale saremmo semplicemente come
quei nostri pazienti, che ormai, vanno su internet e tornano dal dottore dicendo ma io ho letto
su internet questa cosa o quest’altra. Quella che hanno trovato è soltanto una nozione e non
la possono utilizzare, perché ci vuole un retroterra, qualche cosa che unisca, come dice qui
Murri, per stabilire la relazione che c’è tra questi vari pezzi di un puzzle che altrimenti non
si può ricomporre. Ecco, questo è il messaggio forte di Augusto Murri (Fig.8), un messaggio
che non ha trovato nessuna udienza particolare da parte dell’Università Italiana. Pensate che
lui riuscì a mettere in cattedra due allievi, quasi appena arrivato sulla cattedra, poi capirono
che tipo era e lo schifarono tutti. Fu una voce fuori dal coro, ma nella vita bisogna fare attenzione ai perdenti, i vincenti spesso non sono i migliori. Però vedete che seminare bene (come
nella parabola del buon seminatore) serve purché il terreno sia quello giusto, e se non è giusto
ci vuole più tempo, e così ecco un altro personaggio anche questo soccombente che meritava
la cattedra, ma non la ebbe: Enrico Poli. Primario medico a Milano, a distanza di oltre 50
anni, recupera il messaggio di Murri, con uno stupendo libro di Metodologia Medica, che
naturalmente non viene ripubblicato perché è un bel libro, e perché insegnare a ragionare: è
pericoloso, guai se gli uomini incominciano a ragionare, perché allora succedono tante cose.
Questo libro di Enrico Poli recupera il messaggio di Murri, infatti è dedicato alla memoria
di Augusto Murri. Crea in Italia le basi per la Metodologia Medica, e Poli ci dice quale deve
essere lo scopo della Medicina Clinica, e queste tre frasi sono da scolpire nella mente di tutti
i Medici, perché riassumono quelli che sono gli obbiettivi della nostra professione .
- Interpretare le malattie “ more scientifico”;
Perché noi dobbiamo avere una mentalità scientifica. La medicina non è una scienza come
tutti dicono, ma è fondata sulla scienza, assume la scienza e la utilizza. Non è scienza perché
ha troppe incertezze, la scienza si da quando le previsioni sono sicure. La fisica è una scienza,
la medicina no. Ma la medicina non può distaccarsi dalla scienza, la malattia va interpretata
more scientifico, secondo canoni scientifici.
- Comprendere il malato “ more humano”;
E qui ecco che sorge già la differenza tra malattia e malato, differenza fondamentale e abissale che purtroppo non viene fatta comprendere sufficientemente nel corso degli studi medici,
perché non si sottolinea abbastanza la diversità che c’è tra la patologia medica e la clinica
medica. Qualche cosa viene accennato, ma dovrebbe essere direi un discorso di tutti i giorni,
10 www.ordinemedicibenevento.it
Figura 8: Augusto Murri
(841-1932)
dovrebbe essere un chiodo fisso perché altrimenti noi veniamo su in una maniera che ci costringe a rivoluzionare il nostro modo di pensare e di fare i medici in corso d’opera.
E poi il terzo compito che lui non dimentica e che riprende da Ippocrate.
- Alleviare le sofferenze
“divinum opus est sedare dolorem” e noi diciamo dolore o sofferenza sia quello fisico come
quello psichico. Ecco, questo è un altro dei compiti fondamentali del medico. Tre compiti
scolpiti e da scolpire nella mente dei giovani.
Giorgio Cosmacini qualche anno dopo propone al medico la filosofia. Il passaggio è quasi obbligato perché la metodologia comporta la filosofia, comporta di ritornare al motto di Galeno
“Nullus medicus nisi philosophus” , ebbene Cosmacini lo propone sotto forma di domanda,
ma è una domanda retorica “il medico può essere solo un medico o è necessaria anche una
filosofia della medicina?”. Ecco, qualcuno quando sente la parola filosofia applicata alla medicina prova un brivido che gli corre per la schiena, un brivido di paura, oppure si atteggia
ad un sorriso di sufficienza, come a dire che sciocchezze ci vanno raccontando, la medicina
è una cosa concreta, la filosofia è una cosa astratta. Ma tutto è filosofia nella vita. Un mio
amico, Dario Antiseri, professore di filosofia, ha scritto un breve libro intitolato “Come si
ragiona in filosofia” proprio per insegnare che la filosofia sta in tutte le cose che noi facciamo
ogni giorno, perché noi ogni giorno abbiamo un problema filosofico e lo risolviamo, siamo
filosofi e non lo sappiamo, allora non dobbiamo spaventarci se in medicina dobbiamo essere
anche filosofi. E quindi apriamo le porte a una filosofia della medicina, una filosofia applicata
alla medicina che sia esplicitamente nostra, che ci aiuti nella nostra professione. E ancora
una volta il libro di Poli in cui questo aspetto è presente, rappresenta questi rapporti con
un cono: in basso c’è l’ epistemologia, episteme in greco significa conoscenza certa, quindi
l’epistemologia è quella parte della filosofia che ci insegna come dare certezza alle nostre
asserzioni: l’evidence-based medicine non è forse filosofia? E’ filosofia applicata, solo che se
parliamo di evidence-based-medicine tutti applaudono, se parliamo di filosofia chi si addormenta, chi sorride, chi rifiuta; eppure, è la stessa cosa, la stessa identica cosa. L’epistemologia
significa quindi quello che l’evidence-based-medicine propone: se detto in inglese funziona,
se detto in greco no. E sopra l’epistemologia ci sono le varie metodologie e sopra ancora
c’è la filosofia perché ricomprende metodologia e epistemologia, che sono tutte parti della
filosofia. Guardate che i greci hanno già detto tutto, noi siamo degli applicatori di quello che
la filosofia greca ha stabilito da qualche migliaio di anni. Quindi, non ci spaventiamo se la
filosofia è rappresentata in una posizione superiore rispetto alla tecnica: questa sorta di scala,
significa che quando noi adoperiamo la tecnica (e la dobbiamo adoperare perché anche fare
un esame obbiettivo corretto è mettere in opera una tecnica, non è solo adoperare un ecografo o un elettrocardiografo) dobbiamo farlo alla luce del ragionamento clinico, cioè di un
impianto filosofico. Nel momento in cui noi adoperiamo una tecnica o uno strumento, se ci
confrontiamo con l’epistemologia, la metodologia e la filosofia vuol dire che sappiamo cosa
stiamo facendo, sappiamo perché lo facciamo, sappiamo come deve essere fatto e allora non
siamo più dei meri tecnici, ma siamo a questo punto dei medici- filosofi.
E’ questo un percorso virtuoso che apre a qualcosa che anche questa può far paura ad alcuni.
È la cultura, perché l’uomo colto è un uomo
libero, e gli uomini liberi ancora una volta
fanno paura. Quando diciamo cultura noi diciamo due cose, vedete quei “moai” dell’isola
di Pasqua (fig.9), sono quelle figure che hanno suscitato le ipotesi più svariate. Non si sa
bene a che cosa servano, se per minacciare
eventuali invasori o se siano invece divinità
protettrici che guardano il mare. Comunque
un senso ce l’hanno di sicuro: il senso di marcare un territorio. Vedete c’è una differenza
fondamentale tra noi e gli animali, gli animali marcano il territorio con le loro deiezioni,
noi con le nostre opere: che salto enorme di
qualità ! Un gran salto, ma noi non ne siamo
consapevoli, eppure è una cosa fondamentale
marcare il territorio. Noi lo marchiamo continuamente: andate a visitare delle carceri antiche o moderne, troverete sulle pareti delle
celle le iscrizioni, magari una firma, o una data. Ma cosa vuol dire? Non è solo un invocazio-
Figura 9: Antonello da
Messina 1474
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ne, è dire: sono stato qui; come se voi andate a guardare delle grotte dei graffiti, l’uomo non
vuole soltanto esprimersi e raccontarsi, ma vuole prima ancora dire io sono stato qui, è questo
il punto fondamentale, è una cosa molto importante, perché questa è la cultura da un punto di
vista antropologico culturale. Poi c’è la cultura nella accezione comune, la cultura nel senso
intellettuale. Un dipinto di Antonello da Messina (fig.9), un San Girolamo nello studio che
è un capolavoro non solo pittorico, ma che dal punto di vista descrittivo ci dice che cosa significa davvero la cultura in senso intellettuale. San Girolamo sta seduto su di uno scranno
e ha un libro in mano, e c’è una biblioteca non sovraccarica di libri. Quel san Girolamo ci da
l’impressione di uno che ha tanto tempo, che si mette lì seduto, che sfoglia un libro, legge
magari poche righe e poi si ferma a pensare.
Quando su un libro c’è scritto, come si faceva una volta, “si legge tutto di un fiato” è un libro
di consumo, abbiamo bisogno anche di questo: stamattina, ad esempio, mi son guardato
Derrick in televisione. L’uomo non è fatto soltanto di elevati pensieri. Io ho scritto quel
libro, il Presidente lo sa, intitolato “Le cime e le Valli”, che è un titolo preso da una frase di
Murri, per significare che dobbiamo percorrere le cime e poi camminare pure per le valli.
L’uomo ha bisogno anche di questo, quando parliamo delle cime parliamo delle cime, ma
quando siamo per le valli che facciamo? Tentiamo di fare qualcosa di utile agli altri e a noi
stessi. Quando studiamo, cerchiamo di aumentare la nostra cultura. Ma cos’è la cultura? La
cultura è quel che resta quando si è tutto dimenticato. Non sono le nozioni. Uno può sapere a
memoria un’intera enciclopedia ed essere un perfetto imbecille, ecco perché le star televisive
non sono l’espressione della cultura, la cultura è un’altra cosa. E’ riflessione. E soprattutto
c’è questo problema che è comparso nel nostro paese nel 1965 per merito di Charles Snow
con il suo libro “ Le due Culture” che può essere riassunto da questa frase “letterati a un
polo e scienziati all’altro, tra i due gruppi, un abisso di reciproca incomprensione”, il tema
è chiaro, per un matematico un umanista è un imbecille, e viceversa, quindi non si parlano
proprio. L’anno dopo un gruppo di intellettuali italiani, dette una risposta a questo libro con
un’ opera collettanea, io ho preso soltanto una frase del contributo di Franco Ferrarotti, che
è stato il fondatore della sociologia in Italia, perché la prima cattedra di sociologia in Italia
è stata ricoperta da lui. Egli reclama la necessità di “ una cultura integrata, in cui la scienza
ritrovi la sua funzione, rispetto al significato dell’uomo senza pretendere di esaudirlo”. Ecco
il punto fondamentale: noi dobbiamo essere consapevoli delle capacità della medicina, ma
dobbiamo anche sapere che essa non esaurisce la conoscenza dell’uomo; dobbiamo esserne
orgogliosi, perché è uno strumento stupendo che ha avuto un progresso immenso negli ultimi
anni. Ma con qualche riserva. Qualche anno fa ho fatto una “scoperta”, mi venne in mente
l’idea vedere se nel trattato di anatomia che ho in biblioteca, il “Testut”, che è un classico
dell’anatomia , esistesse la figura di un uomo tutto intero: ebbene, non c’è. Allora io dico,
possiamo studiare l’uomo studiandone solo le parti? Il Testut ha scritto un grandissimo libro,
ma siamo in pieno positivismo, non importa come è fatto tutto l’uomo, bisogna sapere i vari
pezzi dell’uomo, ma il fatto di non aver messo la figura intera dell’uomo significa che l’anatomia non ricostruisce l’uomo intero.
Siamo noi che dobbiamo ricostruirlo, e per ricostruirlo ci aiuta l’arte molto di
più che non l’anatomia, e infatti Leonardo riscopre Vitruvio (fig.10), architetto
Romano, il quale dice, prendete un uomo, fate centro sull’ombelico, e lo fate
tenere a braccia e gambe divaricate:riuscirete a costruire un cerchio perfetto , che
ha al centro l’ombelico. Vedete come si sposa l’arte con la scienza, vedete come
stanno insieme, questo è plasticamente l’evidenza di come scienza e arte siano
insieme, si diano la mano. Di recente è stato pubblicato un libro di un grandissimo interesse “La letteratura vista da lontano”. Lo ha scritto Franco Moretti,
che insegna lingue e letteratura italiana a Stanford, negli Stati Uniti, , e ha voluto
che ci fosse un contributo di Alberto Piazza. Alberto Piazza è un professore di
genetica medica dell’università di Torino. Ora voi direte: ma che c’entra? Perché
li dobbiamo mettere insieme? Invece c’entra, perché il saggio nel suo insieme
dimostra come la teoria della selezione naturale si applichi perfettamente all’evoluzione dei vari ceppi linguistici. Allora voi vedete che questo solco che è stato
creato tra scienza e sapere umanistico è un solco arbitrario, che è solo nella mente
di chi vuole chiudersi nel suo orticello e non guardare mai l’orto del vicino, cosa
che è un grave errore. Umberto Eco aggiunge qualcosa di più “ il nostro sapere
anche quello scientifico e non solo quello mitico è intessuto di storie”, non di
storia, “sono tra coloro che ritengono che anche il sapere scientifico debba prendere la forma di storie”. Noi lo sentiamo anche da un altro grande intellettuale di
sapere umanistico, Tullio de Mauro. Lui racconta di essere andato in facoltà di medicina a
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Figura 10: L’uomo di Vitruvio - Leonardo, 1490
fare una conferenza e di aver visto lo stupore dipingersi sulla faccia degli ascoltatori quando
disse che “le pratiche mediche sono la madre di tutte le scienze, una fonte fondamentale di
spinte teoriche”. Non aveva detto niente di nuovo , basta leggere Aristotele, o ricordare alle
persone che hanno fatto il liceo che il modello filosofico di Aristotele per molte parti non è
desunto dalla matematica, ma dalla medicina. C’è una vicinanza nella filosofia di Aristotele
con la medicina, e non a caso poi Galeno e tutto il resto hanno tratto da Aristotele tutta la
medicina che veniva insegnata nel medioevo. Ecco qual è il punto: non c’è questa divisione
così forte tra cultura umanistica (la filosofia) e cultura tecnico-scientifica (la medicina), e
questo è quello che noi dovremmo sempre tenere a mente, come ci ricorda lo stupendo detto
di Terenzio “homo sum humani nihil a me alienum puto” (Essere uomini significa che nulla
di umano ci deve essere estraneo), invece noi siamo chiusi troppo spesso in un orticello, per
cui non abbiamo neppure la curiosità di andare a vedere cosa pensa una persona che ha fatto
studi diversi, professioni diverse dalle nostre. Allora io credo che noi dobbiamo impegnarci
in questa opera per cambiare un pò la formazione del medico e io credo che ci siano almeno quattro vie che possano aprire ai medici la via di una cultura più ampia e più completa.
Badate non possono essere né quattro discipline né quattro cattedre: certi discorsi con l’università sono pericolosi, perché appena si suggerisce qualcosa, c’è il rischio che si trasformi
nell’istituzione di una cattedra. Invece, io credo che l’università dovrebbe avere pochissimi
insegnamenti fondamentali e chiamare le persone, le più svariate a fare conferenze o seminari: ben vengano anche i cantautori, ma non solo loro, sulla scia della loro popolarità, ma
anche persone che hanno esperienze diverse. Per esempio quanto sarebbe utile che persone
che fanno volontariato in paesi disagiati andassero all’università a dire cosa significa fare il
medico in Africa. Non, dunque, quattro discipline e non quattro corsi, ma quattro dimensioni
da conoscere. Ma come fare questo? Io credo che ci siano quattro vie.
La prima è la storia e anche questo l’ho già detto all’inizio, senza storia non si va da nessuna
parte. Guardate questo libro: “Il significato della storia del pensiero scientifico”. Questo libro
è curato da Federigo Enriques, che è stato uno dei più grandi matematici italiani, e di che cosa
parla? Parla del significato della storia, forse vi chiederete cosa c’entra la matematica con la
storia? Enriques sostiene che “la veduta storica della scienza” è fondamentale, e poi c’è un
filosofo, Dario Antiseri, il quale dice che è la storia della scienza il luogo privilegiato dove
trovare le motivazioni, che hanno spinto il sapere nell’una o nell’altra direzione; se noi non
conosciamo come siamo arrivati a quel punto non riusciremo a comprendere intimamente il
significato di quello che stiamo facendo o dicendo.
La seconda via è la psicologia, principalmente la psicoanalisi , perché? Ecco, vorrei nominare Michael Balint. Balint era un pediatra ungherese, andò in Inghilterra e diventò psicanalista e si accorse di una cosa semplice che ci riguarda tutti, si accorse che i medici di famiglia
del servizio sanitario inglese che era nato da poco, avevano delle difficoltà enormi con i loro
pazienti, e tutti voi lo sapete, quanti pazienti ci sono che non seguono le terapie, che sono
ostili verso il medico, oppure sono invadenti, insomma hanno comportamenti difficili da
gestire, e allora inventò quello che poi è stato chiamato “gruppo Balint”. Si tratta di riunire
periodicamente una decina di medici pratici , i quali sotto la guida di uno psicanalista, discutono non i casi clinici da un punto di vista clinico, ma i casi di relazioni difficili con i loro
malati. Anni fa sono riuscito ad attivare, grazie all’aiuto di un amico psicanalista purtroppo
recentemente scomparso, un gruppo Balint che è andato avanti per tre anni: tutti abbiamo
avuto un grande vantaggio da questo tipo di attività. In un mio libro intitolato “Sognando
l’ippogrifo” ho cercato di lanciare un messaggio: l’ippogrifo ha i piedi, tocca la terra, come
noi dobbiamo ricordarci di toccare i nostri malati, la visita medica non è soltanto una fonte
di preziose informazioni, con l’anamnesi prima, l’ascolto anzi più dell’anamnesi , e poi con
l’esame obiettivo, ma è anche un accostamento al malato ch e richiama le prime cure parentali, e quindi ha un effetto rassicurante. Noi siamo gli unici che facciamo mettere in mutande
una persona che abbiamo conosciuto cinque minuti prima, e lo dobbiamo utilizzare questo
fatto. Toccare il corpo è fondamentale, perché la nostra presenza, il nostro “io ti sto curando”
sta nel nostro chinarsi su di un paziente per auscultare il suo respiro e il suo cuore, per palpare
il suo addome; è questo che ci fa medici. Ma l’ippogrifo ha anche le ali per volare verso la
luna a recuperare il senno di Orlando, così come noi dobbiamo volare verso il regno dei significati per dare senso alle parole dei nostri malati ed anche al nostro lavoro. E c’è il malato
che questo senso lo cerca. Devo presentarvi, a questo proposito, un altro personaggio, che
è poco noto e poco valorizzato, perché è fuori dal coro. Si chiamava Viktor von Weizsäcker,
apparteneva a una famiglia nobile della Germania, professore di neurologia e di clinica medica ad Heinsberg nei primi anni del XX secolo, si pose un obiettivo principale nella sua attività
di medico, introdurre il soggetto in medicina. Voi direte, ma che significa? Significa che noi
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intervista a...
Giovanni Moleti
Presidente Albo degli Odontoiatri di Benevento
Presidente Moleti se da un lato Benevento rischia di scomparire come
provincia l’attività del suo Ordine sta risultando incisiva sul fronte della
difesa dell’Albo Odontoiatri e nello specifico l’interessamento a dirimere
le iscrizioni erronee a Milano
L’abolizione della provincia di Benevento e la problematica delle iscrizioni dei
chirurghi Maxillo- Facciali paradossalmente hanno lo stesso filo conduttore e
gli stessi parametri : sono irrazionali, vergognosi ed offensivi delle comunità
provinciali e di tutti i Colleghi che hanno fatto percorsi formativi secondo le
vigenti leggi dimostrando, ancora una volta, che questo è il Paese dei furbi.
Da cosa è partita la sua segnalazione agli Organi competenti?
Ad aprile di quest’anno due Colleghi, specialisti in Chirurgia MaxilloFacciale chiesero l’iscrizione all’Albo degli Odontoiatri di Benevento; dopo le verifiche degli uffici risultò che
essi non avevano i requisiti e pertanto la loro domanda non trovò accoglimento, i due Colleghi, a loro supporto,
mi portarono documentazione che attestava l’iscrizione di vari specialisti, nel 2008, all’Albo degli Odontoiatri
di Milano. Dopo mie attente verifiche risultò che l’Ordine di Milano li aveva erroneamente iscritti, attuando,
a mio modo di vedere, una sanatoria in “fraudem legis” , per cui segnalai subito la questione al Dott. Renzo
Presidente della CAO nazionale ed al Dott. Bianco Presidente della FNOMCeO , nel frattempo il Presidente
di Milano in un articolato suo punto di vista difendeva l’operato del suo Ordine e pertanto bypassando i vertici
ordinistici nazionali mi rivolsi direttamente al Ministero della Salute, organismo vigilante, e sentii l’obbligo
di avvertire le associazioni di categoria quali portatrici degli interessi e della difesa della professione. Solo
l’A.I.O. nella persona del Presidente Delogu prontamente si interessò indirizzando una lettera ai vertici della
FNOMCeO e sollecitando un’interrogazione parlamentare fatta dal Sen. Pasquale Viespoli.
Mi dispiace rilevare che l’altro sindacato sia stato serenamente silente, eppure dice di essere il più rappresentativo
sindacato di categoria del settore odontoiatrico.
Figura 11
Intervista rilasciata a P.O. Organo d’informazione dell’Associazione Italiana Odontoiatri
dobbiamo aver presente ogni volta che ci avviciniamo a un malato che lui è un soggetto e non un
oggetto, non è un fegato, una milza, un cuore, ma è un essere umano con un problema, e dentro
quel problema noi dobbiamo scavare, non dimenticando che quello è il problema di quel malato.
Sul versante della malattia dobbiamo cercare i meccanismi causali, secondo la lezione di Claude
Bernard. La patologia non è altro che fisiologia mutata, Con Freud, quando dice nell’isterismo
che il malato è malato di reminescenza dobbiamo cercare un significato. Guardate che è un salto
geniale, pensate che è un medico formatosi nella grande scuola medica di Vienna, perché quello
che molti dimenticano è la formazione di Sigmund Freud. Freud non è come gli psicologi di oggi: è
un medico, inizialmente orientato alla medicina sperimentale, ha cominciato da studente, è andato
a Trieste a studiare le gonadi della rana. Poi approdò alla ricerca di significati, perché cercare i
significati era necessario per comprendere e curare il disagio e le malattie psichiche. E ha anche un
valore, in sè, non fosse altro per il valore che chi soffre gli conferisce.
La terza via è quella della “narrazione”, perché le narrazioni ci insegnano molto, tanto che è nata
la “ Narrative Based Medicine”, con un libro in cui c’è nella copertina un quadro di Luke Fildes,
“The Doctor”. Questo quadro ci mostra una cosa fondamentale: il medico è colto nel momento in
cui riflette; è in una povera casa, ma è seduto, cosa vuol dire che è seduto? Esprime la sua mancanza di fretta e il primo regalo che può fare un medico al paziente è di dargli il proprio tempo;
e poi la riflessione , non sta visitando la malata, lo ha già fatto, ma viene colto nel momento più
importante. Un clinico francese diceva “La medicina deve essere una riflessione non un riflesso”.
E poi, oltre alla narrazione del paziente c’è la narrazione letteraria. In un libro recente “Malattie
come racconti” ho raccolto, in una sorta di antologia presentata e commentata, molti brani di grandi letterati che hanno scritto sulla medicina. Un’opera
che non ho inserito in questa raccolta, ma che metterei come libro di testo obbligatorio per gli studenti di
medicina,“La morte di Ivan Il’ic”, di Tolstoj, ci insegna, come meglio non si potrebbe, cosa significa essere malati, ci aiuta a metterci dalla parte del malato.
E allora ecco che noi dobbiamo integrare due punti di
vista diversi, quello della malattia e quello del malato. C’è l’indagine obiettiva, la medicina morgagnana
come ho già detto, che cerca la causa della malattia. E
poi soprattutto nella prescrizione della terapia le “prove di efficacia” la Evidence-based-Medicine, perché
è necessario che ci sia una solida base di prove per
mettere in pratica trattamenti non sempre esenti da
rischi anche gravi, avendo però l’avvertenza di capire
che nella Evidence-based-Medicine come dicono gli
stessi proponenti, cosa che spesso non viene ricordata,
non si mette da parte l’esperienza del singolo, ma la
si integra. La difficoltà sta nel fatto che dobbiamo
passare dalle indicazioni generali a quel caso, quell’unica persona che stiamo esaminando e questo
è un problema di traduzione, non di traduzione letterale, ma di traduzione intelligente e critica.
Sul versante del malato diviene importante la Narrative-based-medicine. Vedete come il concetto
di Narrative-based-medicine sia ricalcato su quello di Evidence-based-medicine (fig.11), è l’altra
faccia della medesima medaglia, la narrazione è fondamentale, io penso che tutti voi, soprattutto
quelli che hanno dei figli, si ricorderanno dei loro bambini che quando tornano a casa dicono ”
mamma, papà oggi a scuola mi è successo…”; è la prima cosa che fa un bambino: ti vuole raccontare.
C’è un libro di Savinio, che è il fratello minore ma solo di età e non di importanza di De Chirico,
che ha un titolo meraviglioso “ Narrate uomini, la vostra storia” perché noi dobbiamo raccontare
la nostra storia e il bambino la vuole raccontare tantissimo, ma spesso i genitori dicono “sta zitto”. No, lasciate che i bambini parlino e lasciate che i malati parlino, non togliamogli la parola, e
la Narrative- based-medicine ci fa capire di quanto abbiano bisogno i malati non tanto della nostra
parola, ma della loro .La quarta via è quella della filosofia che tutte le altre ricomprende con la sua
capacità di comprensione dei problemi, di critica e di assunzione di valori: ne abbiamo già detto
a sufficienza. E così io credo che possiamo concludere con questo messaggio di un medico che è
diventato un grande filosofo, Karl Jaspers: “Il medico deve sapere dove sa e agisce in conformità
con le scienze naturali e dove accede in quest’altro ambito: Lo spazio del senso che può essere
compreso, scambiato con gli uomini e da essi inteso”. Un messaggio che riprende quello di avvicinare il malato “more humano” di Enrico Poli, e quello del “senso” di Freud che abbiamo visto un
momento fa. Questi sono i messaggi che desidero lasciarvi e vi ringrazio per la vostra attenzione.
In taluni ordini, insomma, si è applicata la regola del doppio canale formativo?
Stando così le cose sì, le numerose sentenze della Magistratura italiana e quelle della Corte di Giustizia
Europea sgombrano il campo da ogni dubbio, la specializzazione in Chirurgia Maxillo- Facciale non è né titolo
abilitante né titolo equipollente per poter esercitare l’Odontoiatria, e quindi l’erronea iscrizione configura un
doppio canale formativo per la professione. Ciò è già stato sanzionato dall’Europa che potrebbe farlo ancora
se non ci fosse un’azione incisiva da parte delle nostre Istituzioni su questo problema , ma in tal caso l’ulteriore
passaggio altro non sarà che il ricorso a tale organismo.
Ricordo che le sanzioni della Corte Europea oltre a quelle amministrative sono anche sanzioni pecuniarie.
Sorge ovvia una domanda :” chi le pagherebbe?” I Cittadini, naturalmente.
Qual è il ruolo dell’Albo degli Odontoiatri?
Nella 409/85 la volontà espressa dal legislatore è quella di assicurare comunque alle due componenti
professionali, medica e odontoiatrica, pur costituenti un unico Ordine, ambiti specifici di autogoverno della
rispettiva professione. Tant’è che essa prevede che nel Consiglio dell’Ordine siedano rappresentanti Odontoiatri
eletti dall’Assemblea. Per restare in argomento ricordo che le iscrizioni all’Albo degli Odontoiatri sono di
competenza del Consiglio dell’Ordine e quindi anche della componente odontoiatrica.
Questa faccenda oltre al carattere squisitamente legale e di legittimità è in controtendenza con il Manifesto
elettorale presentato dalla CAO Nazionale alle ultime elezioni dove si afferma testualmente : “E’ ormai
condivisa da tutti la necessità di determinare la definizione del numero programmato nell’ambito almeno
della UE, altrimenti, come tante esperienze anche recenti ci insegnano, la programmazione diventa
puramente teorica ….” Se gli Organi preposti non ristabiliranno il rispetto delle regole di quale numero
programmatico vogliamo parlare? E se un ordine, come quello di Milano
afferma :” L’ordine, esaminate le domande di coloro che potevano dimostrare di aver esercitato
legittimamente l’odontoiatria per molti anni, ritenne di poterli iscrivere all’albo degli odontoiatri”,
arrogandosi il diritto di iscrizione all’albo a proprio piacimento, l’Ordine di Benevento, provocatoriamente, è
pronto a deliberare l’iscrizione degli abusivi che dimostrano di aver esercitato l’odontoiatria per molti anni.
Giovanni Moleti
Presidente Albo degli Odontoiatri di Benevento
Sannio Medica n. 1/2 2012
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Atto n. 4-07985
Pubblicato il 18 luglio 2012, nella seduta n. 770
Sen. Pasquale Viespoli - Al Ministro della salute
Premesso che:
con la legge 24 luglio 1985, n. 409, recante “Istituzione della professione sanitaria di
odontoiatria e disposizioni relative al diritto di stabilimento ed alla libera prestazione di
servizi da parte dei dentisti cittadini di Stati membri delle Comunità europee”, veniva
istituita la professione sanitaria di Odontoiatria;
attualmente, in Italia, il legittimo esercizio di tale professione è consentito a: laureati
in Odontoiatria e protesi dentaria; laureati in Medicina e chirurgia immatricolati al
corso di laurea precedente alla data del 28 gennaio 1980, con o senza specializzazione
in Odontostomatologia; laureati in Medicina e chirurgia immatricolati al corso di
laurea successivo al 28 gennaio 1980, in possesso del diploma di specializzazione in
Odontostomatologia o abilitati all’esercizio della professione di odontoiatra, secondo
quanto previsto dal decreto legislativo 13 ottobre 1998, n. 386;
requisito indispensabile per l’esercizio della professione è l’iscrizione all’albo degli
odontoiatri presso l’ordine dei medici e degli odontoiatri della provincia di residenza del
sanitario; risulta che presso l’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Milano
siano stati iscritti all’albo degli odontoiatri dei medici che non hanno i requisiti previsti
dalle vigenti leggi e quindi eserciterebbero la professione di dentista attuando di fatto una
sanatoria in fraudem legis;
in data 11 giugno 2012 tale anomalia veniva segnalata dal Presidente della Commissione
albo di Benevento al Presidente della Federazione nazionale ordini dei medici chirurghi e
odontoiatri, al Presidente della Commissione albo nazionale ed al Ministero,
si chiede di sapere:
se ritenga opportuno verificare che la vicenda si sia svolta attraverso un trasparente e
obiettivo iter procedurale da parte dell’ordine di Milano;
se e quali incisivi provvedimenti di competenza il Ministro in indirizzo intenda adottare nel
caso in cui non siano state rispettate le disposizioni di legge.
intervista a...
Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07985
Dott. Angelo Raffaele Sodano
Probus Vir Associazione Italiana Odontoiatri
Presidente Consulta quota B E.N.P.A.M.
L’esercizio dell’odontoiatria non può prescindere dall’iscrizione all’albo professionale,
quali le regole? Ancora oscure o semplicemente disattese?
Ordine autonomo o Autonomia nell’Ordine, su questo apparente bisticcio di parole negli
anni 90 si e’ dipanata quella fase di transizione in cui le “tensioni sociali” hanno messo
in luce una conflittualità culturale tra il neonato Odontoiatra e il Medico. Che oggi, nel
2012, si debbano simmetricamente e a parti invertite, rinvangare quelle”rivalità mai sopite” come si e ‘ potuto
leggere, lo trovo francamente fuori luogo e artatamente fuorviante (si sposta l’attenzione per offuscare il quadro d’insieme?). Tornando alla domanda le regole sono chiare ai due estremi: prima della nascita del CLOePD
il laureato in medicina poteva esercitare, con o senza specializzazione , l’odontoiatria; all’opposto il laureato
in Odontoiatria non può che esercitarla; la transizione e’ densa di una legislazione “scivolosa” fatta di leggi e
sentenze che governa appunto la Transizione. Su questa complessità della legislazione si sono verificati errori
o, peggio, hanno trovato terreno fertile i furbi e si è concesso l’esercizio con l’annotazione prima e l’iscrizione
all’albo poi: peccato che ad oggi si rischia di intendere la richiesta di legalità in una guerra “ad personam”. Quindi? Un dato certo: se, poniamo, ci si e’ iscritti a Medicina negli anni successivi al 1985/86 dovremmo essere consapevoli e rassegnati all’ idea di non avere diritto all’esercizio dell’odontoiatria fatto salvo, naturalmente, il diritto
di accedere alla professione conseguendo una seconda laurea, quella apposita... non può esserci mediazione!
Ricordo che da quando, nato il CLOePD, conquistato l’esame di stato, conquistato l’accesso alla previdenza
dell’ENPAM, sono trascorsi più di 30 anni: un arco di tempo che, alla luce dei fatti odierni, non è stato sufficiente a mantenere a regime regole che apparivano semplice e semplicemente applicabili senza l’esigenza
di un’azione di controllo esterno, quella sindacale...
Ma la realtà non e’ sempre questa, la vicenda sollevata con l’indagine ministeriale scaturita da una diretta segnalazione di percorsi poco chiari e un’interrogazione parlamentare rappresentano altro
Precisiamo che gli effetti delle valutazioni in corso non sono ancora noti a ma se si appurasse che, in alcune
realtà e per un limitato numero di casi, si sia applicata una “legislazione speciale, ad hoc” allora la faccenda si
complicherebbe vista la natura e la “mission” dell’Istituzione Ordine; aver legittimato e generato un’ aspettativa
di vita professionale e poi negarla... VI MEMORIAL “PIETRO LONARDO”
No a sanatorie “contra legem”
per l’esercizio dell’Odontoiatria
Premio miglior tesi in Odontoiatria
al Dott. Andrea Lamparelli
Appurare l’eventuale esistenza sul territorio nazionale di Specialisti in Chirurgia
Maxillo Facciale che esercitino l’odontoiatria eludendo la legge era al quinto
posto del percorso programmatico auspicato dall’AIO in occasione delle
elezioni della CAO Nazionale.
L’attuazione del progetto, è notizia di questi giorni, sta vivendo una significativa
accelerazione nel segno della fondatezza delle notizie circolate sull’argomento:
alla richiesta di accertamento, intrapresa dal presidente della CAO di Benevento
e sostenuta dall’azione sensibilizzatrice dell’AIO nazionale, rivolta agli
organismi preposti al controllo, iniziando dall’Ordine di Milano ed estendendo
poi la verifica a tutti gli altri Ordini provinciali, è seguita, per sollecitazione di AIO,
l’interrogazione parlamentare presentata dal Sen. Pasquale Viespoli. Al momento di andare
in stampa risultano in programma gli opportuni accertamenti richiesti dal Ministero della
Salute alla FNOMCeO. Sembra che il fenomeno abbia un estensione diffusa sul territorio e
perciò assume grande importanza la nostra richiesta ufficiale di revisione completa di tutti
gli Albi d’Italia. La cancellazione degli iscritti all’Albo Odontoiatri incorsi nell’illecito
configurato sembra l’unica soluzione percorribile. L’AIO, vista l’attenzione del Ministero
della Salute è sicura e fiduciosa che si arriverà presto a fare chiarezza su questa situazione
nell’interesse di tutto il settore e soprattutto dei cittadini/pazienti.
Dott Pierluigi Delogu, Presidente Nazionale AIO
Grande successo per la sesta edizione del Memorial Pietro Lonardo
organizzato dalla sezione A.I.O. e dalla Commissione Albo degli
Odontoiatri di Benevento.
L’evento, ormai consolidatosi nel panorama nazionale, è stato un
vera e propria verifica dei progressi scientifici compiuti nel campo
dell’Odontoiatria. Concluse le prestigiose relazioni, alla presenza
della moglie e dei figli del dottor Pietro Lonardo, si è proceduto alla
consegna del premio al Dott. Andrea Lamparelli per la migliore tesi in
odontoiatria.
Il Presidente dell’Albo degli Odontoiatri Gianfranco Moleti “si è ritenuto
particolarmente soddisfatto per la buona riuscita della manifestazione e
per l’affluenza dei numerosi colleghi provenienti da più parti d’Italia.
Anche per quest’anno la città di Benevento è stata il fulcro della cultura
scientifica nazionale, dimostrando che questa nostra provincia è viva e
vitale, a dispetto degli attuali tentativi di eliminazione.
La riuscita della manifestazione organizzata in partnership con A.I.O.,
il sindacato di categoria più rappresentativo, ha anche il significato
che quando vi è forte sinergia tra le Istituzioni, quando si opera senza
divisioni a prescindere, vince la categoria e la città”.
Alfredo Salzano
16 www.ordinemedicibenevento.it
Da sinistra: Dott. Iorillo Mattia, Dott. Vincenzo Luciani,
Dott. Andrea Lamparelli, Dott. Giovanni Moleti
Sannio Medica n. 1/2 2012
17
Incontri all’ordine
primo appuntamento
A cura di
Luca Milano
Consigliere Segretario Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Benevento
Responsabile Scientifico del Progetto “Incontri all’Ordine”
Il nuovo Consiglio Direttivo è lieto di presentare il progetto
“Incontri all’Ordine”, che prevede per il prossimo triennio
una serie di corsi di Educazione Continua in Medicina. L’iniziativa si inquadra nella obbligatorietà condivisa di un
necessario e costante aggiornamento professionale, possibilmente arricchita da uno spirito di condivisione delle
esperienze, di rispetto della colleganza e di approfondimento culturale, non solo medico.
Il primo appuntamento si è tenuto lo scorso 5 maggio, presso l’Auditorium “G. D’Alessandro” della sede del nostro
Ordine, ed è stato dedicato ai Disturbi del Comportamento
Alimentare.
L’obiettivo, sia scientifico che partecipativo, è stato ampiamente soddisfatto, con l’approfondimento delle ultime
novità scientifiche correlate a questa tematica (dalla clinica alla diagnosi alla terapia), grazie ad interventi di illustri
Relatori (psichiatri, medici di medicina generale, internisti,
gastroenterologi, nutrizionisti, neurologi, ginecologi, dermatologi) e alla interattiva partecipazione dei numerosi
colleghi iscrittisi (precisamente 97).
Dopo l’introduzione al tema, presentata dal nostro Presidente, dott. Vincenzo Luciani, il programma scientifico si
è sviluppato con tre sessioni, tutte nell’arco della mattinata.
La prima, moderata dal nostro Vice Presidente, dott. Alberico D’Auria, ha visto impegnati, quali Relatori, il prof.
Lucio Luciano (Docente di Psichiatria Sociale Scuola di
Specializzazione di Psichiatria SUN NA, Direttore D.S.M.
ASL BN) che ha trattato la “Psicopatologia”, la dott.ssa
Elvira Fasulo (psichiatra, dirigente medico Dipartimento
Salute Mentale ASL BN) con i “Quadri clinici” e la dott.
Dott. Elvira Fasulo
Dott. Alberico D’Auria
ssa Ersilia Palombi (nutrizionista, dirigente medico SIAN
ASL BN ) con “Le criticità mediche: dal medico di medicina generale allo specialista”.
Nella seconda sessione, moderata dal Prof. Lucio Luciano,
sono intervenuti il prof. Giancarlo Di Pietro (psichiatra psicoterapeuta, Università Federico II Napoli,Consigliere
Direttivo Nazionale SISDCA) con “I percorsi terapeutici:
il team integrato come modello di cura”, il dott. Sabatino
Manzi (psichiatra - psicoterapeuta, Responsabile UOSM
Solofra e del Servizio Provinciale per il trattamento dei
La brochure
della manifestazione
18 www.ordinemedicibenevento.it
DCA, ASL Avellino, Consigliere Direttivo Nazionale SISDCA) con “L’approccio psicoterapeutico e residenzialità”
e il dott. Walter Milano (endocrinologo - psichiatra, Responsabile CSM distr. 24 ASL Napoli 1 Centro e responsabile
Servizio per il trattamento DCA ASL Napoli 1 Centro, Consigliere Direttivo Nazionale SISDCA, Presidente Sezione
Campania della SISDCA) con “La terapia farmacologia”.
La terza e conclusiva sessione è stata dedicata ad una Tavola Rotonda, con la dott.ssa Luciana Ciannella (neuropsichiatra, dirigente medico U.O.C. Neurologoa S.U. A.O.
G.Rummo BN, Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e
Odontoiatri Benevento) che ha moderato gli interventi dei
dottori Giuseppe Fuggi (gastroenterologo, Osp. Sacro Cuore di Gesù, Fatebenefratelli – Benevento.), Pasquale Grimaldi (medico di medicina generale, Consigliere Ordine
Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Benevento,
Segretario Provinciale FIMMG), Silvia Iannazzone (dermatologa , specialista ambulatoriale ASL BN ), Maurizio Iazeolla (neurologo territoriale ASL BN, Consigliere Ordine
Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Benevento),
Vincenzo Lago (psicoterapeuta, Medico di Medicina Generale), Liliana Lepore (ginecologo, Ospedale Sacro Cuore
di Gesù, Fatebenefratelli – Benevento) e Fernanda Mirco
(internista, nutrizionista, Dirigente Medico U.O.C. Gastroenterologia A.O. G.Rummo BN).
In questa interessante giornata scientifica sono stati lanciati
alla attenta platea alcuni messaggi chiave per poter meglio
individuare, diagnosticare e trattare i Disturbi dei Comportamenti Alimentari (DCA).
Sono stati presentati dati epidemiologici che evidenziano
un netto incremento della loro incidenza, una maggiore
consapevolezza dei rischi connessi e la conseguente aumentata richiesta di cura.
Dott.ssa Ersilia Palombi, Dott.ssa Liliana Lepore
Dott. Walter Milano , Dott. Vincenzo Luciani, Dott. Luca Milano
Sannio Medica n. 1/2 2012
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Incontri all’ordine
secondo appuntamento
“Medicina Difensiva: i diversi punti di vista”
Sabato 10 novembre 2012 • Teatro di Palazzo De Simone
Via Niccolò Franco, 18 - Benevento
Oggi si può affermare che i DCA rappresentano un grave problema socio-sanitario del mondo
occidentale e purtroppo anche della nostra realtà. E’ stato affermato, inoltre, che nell’ampia accezione di DCA sono comprese un complesso di forme morbose caratterizzate da quadri clinici
d’interesse psichiatrico e internistico.
Diversi sono i Professionisti che incontrano questi pazienti a causa delle varie manifestazioni
collaterali e complicanze cliniche, quindi è chiaro che la gestione multi-disciplinare è propria
di queste affezioni.
E’ stato sottolineato, infine, che prima che un Disturbo del Comportamento Alimentare si palesi
in modo chiaro, esso giunge spesso ad una fase avanzata per l’estrema energia con cui chi ne
soffre cerca di nasconderlo. Una maggiore attenzione verso queste tematiche può essere determinante per individuare precocemente l’insorgenza di un DCA, elemento molto importante per
la risoluzione dello stesso.
Questo corso di aggiornamento è stato riservato a 80 Medici (Psichiatri, Neurologi, Internisti,
Endocrinologi, Cardiologi, Gastroenterologi, Dietologi, Dermatologi, Infettivologi, Ginecologi, Medici di Medicina Generale) a cui sono stati assegnati 6 crediti ECM.
Si informa che il secondo Incontro del progetto, dedicato al dilagante fenomeno della “Medicina
difensiva”, si terrà il pomeriggio di sabato10 novembre presso il Teatro di Palazzo De Simone,
con la partecipazione straordinaria
del Presidente della Federazione
Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri, dott. Amedeo
Bianco, e di altri illustri Relatori
(non solo Medici, ma anche Magistrati, Avvocati, Giornalisti, Sindacalisti): davvero un grande onore
per la medicina sannita.
Naturalmente siete tutti invitati ad
una propositiva partecipazione.
20 www.ordinemedicibenevento.it
Uno scorcio del gremito
Auditorium “G. D’Alessandro”
Dott. Maurizio Iazeolla,
Dott.ssa Fernanda Mirco,
Dott.ssa Luciana Ciannella,
Prof. Lucio Luciano.
Caro Collega,
dopo il successo del primo Corso dedicato ai
“Disturbi del comportamento alimentare”, per
conto del Consiglio e a titolo personale sono
lieto di invitarTi al secondo appuntamento di
“Incontri all’Ordine”. Il progetto si inquadra
nella obbligatorietà condivisa di un necessario e
costante aggiornamento professionale, possibilmente arricchito da vivaci spunti multi-culturali
e assolutamente aperto alle competenze e alle
esperienze di tutti i partecipanti.
Il secondo incontro scientifico prevede la partecipazione straordinaria del dott. Amedeo Bianco, Presidente della Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri: un grande onore par la
sanità sannita.
Si parlerà di “Medicina Difensiva”, tema molto attuale e sentito, visto il continuo aumento del contenzioso giudiziario contro i Medici.
Oggi il Medico non è più libero nelle scelte diagnostiche e terapeutiche, ma sempre più è condizionato
dalla necessità di evitare comportamenti che possano metterlo a rischio di denunce giudiziarie. Da poco
comparso in Europa, questo dilagante fenomeno ha la sua genesi (come del resto sovente in ambito di
tematiche legali) negli Stati Uniti.
La Medicina Difensiva si concretizza quando si prescrivono extra-tests, trattamenti o visite (medicina
difensiva positiva), o quando si evitano pazienti o trattamenti ad alto rischio (medicina difensiva negativa) allo scopo di ridurre la propria esposizione medico-legale.
Determinante è anche la proliferazione di associazioni che ritengono di tutelare il paziente attraverso
la concessione di consulenze gratuite, sollecitando il ricorso alle denunce.
Tale aberrazione arreca danni anche alle Procure, per un sovraccarico di processi che nel 90% dei casi si risolvono in un nulla di fatto. Questo stato di cose sta determinando una situazione di estremo disagio da parte dei Medici, che non intendono sottrarsi alle loro responsabilità, ma chiedono di poter lavorare con la serenità necessaria.
Il lavoro del Medico è molto delicato e non è possibile operare scelte difficili od attuare terapie rischiose, finalizzate solo alla guarigione dei pazienti, con l’incubo di procedimenti giudiziari a posteriori.
In una recente intervista, il Prof. Umberto Veronesi affermava: «oggi in sala operatoria il codice penale prende spesso il posto del giuramento di Ippocrate». Il ricorso ai comportamenti di medicina difensiva va senz’altro arginato nell’interesse di tutti, in quanto compromette l’efficienza e l’efficacia del Servizio Sanitario e grava sui bilanci dello Stato (di oltre il 10% sulla spesa sanitaria). Non è facile valutare questo fenomeno ed i suoi limiti saranno sempre più valicati in modo direttamente proporzionale all’evolversi anche della tecnica usata nella scienza medica.
Il Convegno si pone come obiettivo l’approfondimento delle ultime novità scientifiche correlate alla
“Medicina difensiva” e dei possibili rimedi per contrastarla, grazie ai “diversi punti di vista” degli
illustri Relatori (non solo Medici, ma anche Magistrati, Avvocati, Giornalisti,) e di tutti i partecipanti.
Ti aspettiamo!
Luca Milano
Sannio Medica n. 1/2 2012
21
“Medicina Difensiva: i diversi punti di vista”
Sabato 10 novembre 2012 • Teatro di Palazzo De Simone
Via Niccolò Franco, 18 - Benevento
PROGRAMMA SCIENTIFICO
16.00 Saluti delle Autorità
Dott. Vincenzo Luciani - Presidente Ordine Provinciale Medici Chirurghi e Odontoiatri BN
Dott. Rocco Carbone - Presidente del Tribunale di Benevento
Moderatore:
Dott. Vincenzo Martignetti
Vice Presidente Comitato Etico A.O. Rummo di Benevento.
16.20 Lettura Magistrale
Valori deontologici e medicina difensiva
Dott. Amedeo Bianco Presidente Federazione Nazionale Ordini dei Medici Chirurghi e degli
Odontoiatri.
17.00 Il Magistrato
Dott.ssa Marcella Pizzillo Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Benevento
Le Demenze: una pandemia
in rapida espansione
Il ruolo fondamentale del Medico di Medicina Generale e l’importanza
della collaborazione con gli Specialisti del Territorio
La patologia demenziale è in rapida espansione in tutto il mondo e non è esagerato definirla una vera e propria pandemia
dai risvolti umani, sociali ed economici le cui dimensioni sono impressionanti. Qualche diagramma e qualche cifra tratti dal
World Alzheimer Report del 2010 dà l’idea delle grandezze in gioco.
Nel 2010 nel mondo quasi 36 milioni di persone erano affette da demenza: tale numero, già notevole, si stima sarà di 66
milioni nel 2030 e raggiungerà i 115 milioni nel 2050, con un incremento percentuale rispetto al 2010 dell’85% nel 2030 e
del 225% nel 2050. Normalmente si ritiene che tale patologia sia in espansione soprattutto nell’Occidente benestante: ebbene
il grafico che segue mostra come questa sia una falsa convinzione, dal momento che la prevalenza sta aumentando esponenzialmente proprio nei Paesi a reddito medio – basso (fig. 3).
I costi in termini economici sono spaventosi: se le Demenze fossero un’azienda, il loro “fatturato”, pari a 604 miliardi di
dollari l’anno, si collocherebbe al primo posto nel mondo davanti a colossi come la Wal – Mart (414 miliardi di dollari) e la
Exxon – Mobil (311 miliardi). Se i loro costi fossero il bilancio di uno Stato, le Demenze si collocherebbero tra i Prodotti
Interni Lordi (PIL) di Stati quali la Turchia e l’Indonesia, superando ampiamente quello del Belgio e della Svezia (fig. 4).
17.15 Il Medico Legale
Prof. Pietrantonio Ricci Professore Ordinario di Medicina Legale- Università Magna Graecia
di Catanzaro.
17.30L’Avvocato
Avv. Roberto Longhin Avv. Patrocinante davanti alle Giurisdizioni SuperioriEsperto in Diritto Amministrativo Sanitario
17.45 Il Clinico
Dott. Rodolfo Vincenti Past-President Associazione dei Chirurghi Ospedalieri Italiani (ACOI)
co-fondatore Fondazione Chirurgo e Cittadino (FCC)
18.00 Il Giornalista
Dott. Luciano Lombardi d’Aquino Giornalista Scientifico.
18.15 Discussione generale e chiusura del convegno
XIII Festa
del Medico Sannita
Sabato 10 novembre 2012
Teatro Palazzo De Simone
Via Niccolo’ Franco,18
BENEVENTO
onsiglio,
Il Presidente, unitamente al C
si pregia di invitare la S.V. alla
XIII Festa del Medico Sannita
ore 18.30 Saluti
o
irurghi e Odontoiatri Benevent
Ch
i
dic
Me
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Pr
e
din
dente Or
Odontoiatri
Dott. Vincenzo Luciani- Presi
le Ordine Medici Chirurghi e
na
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te
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Dott. Amedeo Bianco – Presi
e ricordo
neo-laureati e consegna targh
Giuramento di Ippocrate dei
ro per i 40 anni di laurea
Premiazione con medaglia d’o
22 www.ordinemedicibenevento.it
In Italia le dimensioni del fenomeno si commentano da sole:
Classi di età
Popolazione
2010
Demenze
2010
Popolazione
2030
Demenze
2030
Popolazione
2050
Demenze
2050
Popolazione
> 60 anni
15.900.568
(26,40 %)
1.163.329
(1,93 %)
21.264.216
(34,22 %)
1.819.052
(2,93 %)
23.997.491
(38,88 %)
2.679.276
(4,34 %)
Totale
Popolazione
60.224.114
62.128.993
61.716.517
L’estensione del problema è correlata con il fenomeno della transizione demografica, cioè con il passaggio da una popolazione con alti tassi di natalità e di mortalità ad una popolazione con entrambi i tassi in progressiva riduzione. L’Italia è già
ora uno dei paesi più avanti nella transizione demografica, con un saldo di popolazione che si approssima ad essere negativo:
ne consegue che il numero assoluto degli anziani e quindi anche degli affetti da demenza, è destinato nei prossimi decenni
a crescere, forse ancora più che in altri paesi. L’estensione di questa patologia, con i costi diretti e indiretti che comporta, è
destinata a incidere in modo significativo sui provvedimenti per il benessere sociale della nazione.
I costi indotti da questa patologia sono altissimi. Le recenti linee guida europee per la sola malattia di Alzheimer stimano in
21.000 euro/anno il costo per le cure di una persona con demenza. Il costo totale in Europa è intorno ai 141 miliardi di euro
per anno, di cui il 56% è rappresentato dalle cure informali. In Italia i costi diretti ed indiretti per la sola malattia di Alzhei-
Sannio Medica n. 1/2 2012
23
mer nel 2010 sono stati di quasi 25 miliardi di euro; se consideriamo tutte le forme di Demenze i costi salgono a 40 miliardi.
Un progetto generale di cura della demenza deve necessariamente partire dagli aspetti propriamente clinici, quali la diagnosi
e il trattamento farmacologico e non farmacologico. In parallelo, si rendono necessari specifici servizi dedicati alle diverse
fasi della malattia, ai problemi familiari e ai luoghi delle cure. In sintesi, si deve ipotizzare un sistema che, tenendo conto
della situazione ambientale e sociale del singolo paziente, garantisca:
• diagnosi e presa in carico tempestive;
• terapia non farmacologica e farmacologica;
• educazione del paziente e soprattutto del caregiver;
• affidamento a un team territoriale con specifiche competenze;
• competenze specialistiche sanitarie e sociali finalizzate alla consulenza per il monitoraggio e la gestione delle fasi di scompenso;
• disponibilità di strutture socio-sanitarie dedicate all’accoglienza temporanea;
• nuclei residenziali edificati secondo specifiche indicazioni architettoniche e organizzative.
La demenza va altresì distinta dal delirium, pur potendo coesistere con questo. Il delirium è una condizione età correlata che
riguarda oltre il 30% della popolazione anziana con una patologia acuta o cronica scompensata. È uno stato confusionale
che si sviluppa in un arco di tempo variabile da ore a giorni (sebbene in alcuni soggetti possa iniziare all’improvviso) e che
fluttua nel corso della giornata. Fino al 60% dei residenti delle case di riposo di età superiore ai 75 anni può presentare delirium in qualsiasi momento. Fino all’80% dei pazienti con malattie terminali sviluppa delirium in prossimità della morte.
Il delirium è generalmente conseguenza diretta di una condizione medica sistemica o della somministrazione o interruzione
di farmaci. In particolare, deve essere sospettato in presenza di patologie infettive, recenti interventi chirurgici, traumi, scompensi metabolici, stati allucinatori acuti, sospensione o introduzione di trattamenti farmacologici.
E’ provato che i criteri diagnostici per la demenza contenuti nel Diagnostic and Statistical Manual – IV edition (DSM IV,
1994) hanno un ottimo livello di accuratezza, con sensibilità superiore all’80%.
Criteri diagnostici per la demenza da DSM-IV, 1994 (tutte le tipologie)
A) Sviluppo di deficit cognitivi multipli, manifestati da entrambe le condizioni seguenti:
1) deficit della memoria (compromissione della capacità di apprendere nuove informazioni o di ricordare informazioni già acquisite)
2) una (o più) delle seguenti alterazioni cognitive:
- afasia (alterazione del linguaggio)
- aprassia (compromissione della capacità di eseguire attività motorie nonostante l’integrità neurologica)
- agnosia (incapacità di riconoscere o di identificare oggetti nonostante l’integrità della funzione sensoriale)
- disturbo delle funzioni esecutive (pianificare, organizzare, ordinare in sequenza, astrarre).
B)Ciascuno dei deficit cognitivi dei criteri A1 e A2 causa una compromissione significativa del funzionamento
sociale o lavorativo e rappresenta un significativo declino rispetto ad un precedente livello di funzionamento.
C)I deficit non si presentano esclusivamente durante il decorso di un delirium.
Il MMG rappresenta, nella formulazione del sospetto diagnostico, nell’invio alle strutture di diagnosi e terapia di secondo e
terzo livello (Unità di Valutazione Alzheimer – UVA – del territorio, ospedaliere o universitarie), nell’attivazione e nel coordinamento di tutti i servizi che nel corso dei lunghi anni di decorso della patologia si rendono necessari, nelle prescrizioni
farmacologiche e di presidi, nell’aiuto ai familiari, una figura assolutamente centrale ed insostituibile.
Sono state recentemente (2011) formulate da un gruppo di studio della Regione Toscana delle Linee Guida rivolte proprio ai
MMG per renderne il più possibile tempestiva ed efficace l’azione su tale patologia.
La demenza è una sindrome clinica caratterizzata da deficit delle funzioni cognitive (quali la memoria, il linguaggio, le
prassie, la gnosia) e delle funzioni esecutive e, frequentemente, da disturbi psicologici e del comportamento collettivamente
chiamati BPSD ovvero Behavioural and Psycological Symptoms in Dementia. Le Demenze vengono distinte in “degenerative” (“primarie”) e in “secondarie”.
Nel 1999 Petersen ha individuato un’entità clinica che ha denominato Mild Cognitive Impairment (MCI) caratterizzata da
lieve deficit cognitivo: esso non configura un franco quadro di demenza, ma può evolversi in esso nel 5-10% dei soggetti
ogni anno, contro l’1% dei coetanei nella popolazione generale.
In conseguenza dell’elevata varietà dei sintomi, dell’età in genere senile di insorgenza e dell’erroneo convincimento che la
conservazione della memoria per eventi remoti sia un segno di assenza di deficit cognitivo, la demenza di solito non viene
diagnosticata precocemente.
Da rimarcare anche che una percentuale non trascurabile di demenze è secondaria a condizioni patologiche trattabili, alcune
delle quali potenzialmente reversibili se identificate e trattate il prima possibile (per tutte, un ipotiroidismo o uno squilibrio
elettrolitico).
Il medico di medicina generale conosce il profilo cognitivo/comportamentale dei suoi assistiti e può identificare i segni
clinici del decadimento cognitivo al loro insorgere, anche avvalendosi delle segnalazioni dei familiari.
Per converso, la depressione può, soprattutto nel paziente anziano, manifestarsi fino dalle fasi iniziali con deficit cognitivi,
che possono regredire in seguito al trattamento antidepressivo.
Quando rileva alterazioni cognitivo - comportamentali, il medico di medicina generale dovrebbe valutare la presenza
di sintomi depressivi, eventualmente avvalendosi di strumenti psicometrici e di altre competenze professionali. E’
consigliabile l’uso della Geriatric Depression Scale (GDS) a 15 item.
GERIATRIC DEPRESSION SCALE SHORT FORM (GDS-SF)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
E’ soddisfatto della sua vita?
Ha abbandonato molte delle sue attività e dei suoi interessi?
Ritiene che la sua vita sia vuota?
Si annoia spesso?
E’ di buon umore per la maggior parte del tempo?
Teme che le stia per capitare qualcosa di brutto?
Si sente felice per la maggior parte del tempo?
Si sente spesso indifeso e abbandonato?
Preferisce stare a casa piuttosto che uscire a fare cose nuove?
Pensa di avere più problemi di memoria della maggior parte delle persone?
Pensa che sia bello stare al mondo, adesso?
Si sente un po’ inutile così come lei è o vive oggi?
Si sente pieno di energia?
Pensa di essere in una situazione priva di speranza?
Pensa che gli altri stiano, per lo più, meglio di lei?
Punteggio 0-5 = normale; punteggio >5 = depresso
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Sì
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1
1
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0
1
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1
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No
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0
Il medico di medicina generale formula l’ipotesi diagnostica di demenza attraverso l’anamnesi, l’esame obiettivo
generale, la ricerca di eventuali fattori causali iatrogeni e un’intervista strutturata, eseguita nell’ambito del team
multiprofessionale.
Questionario da sottoporre alla persona che conosce meglio il paziente
1
Ha difficoltà a ricordare recenti conversazioni, eventi e appuntamenti?
SI
NO
2
Ha difficoltà a ricordare il giorno della settimana o la data attuale?
SI
NO
3
Ripone frequentemente gli oggetti in luoghi inappropriati?
SI
NO
4
E’ più ripetitivo nel parlare?
SI
NO
5
Ha difficoltà nel seguire un pensiero complesso o nell’eseguire compiti che richiedono
numerose azioni?
SI
NO
6
E’ incapace di rispondere a problemi banali insorti a casa o sul lavoro?
SI
NO
7
Si mostra stranamente poco riguardoso delle regole sociali di comportamento?
SI
NO
8
Ha difficoltà nell’orientamento durante la guida dell’automobile?
SI
NO
9
Tende a perdersi anche in luoghi familiari?
SI
NO
10
E’ passivo, non reagisce adeguatamente alle differenti situazioni e si mostra
indifferente e distaccato?
SI
NO
11
Interpreta in modo sbagliato stimoli uditivi e visivi?
SI
NO
12
E’ più irritabile e sospettoso del solito?
SI
NO
13
Ha difficoltà sempre maggiori a trovare le parole che esprimono ciò che vuole
comunicare (“sulla punta della lingua”) ed a seguire le conversazioni?
SI
NO
Anche una sola risposta affermativa ad una di queste 13 domande è sufficiente a procedere ad una valutazione cognitiva
iniziale.
Per la valutazione cognitiva iniziale si consiglia la somministrazione del Mini-Cog Test, che consente di verificare la memoria a lungo e a breve termine, la capacità di rappresentazione visiva e spaziale, la capacità di attenzione e le funzioni
Sannio Medica n. 1/2 2012
25
esecutive. Il test, della durata di 3 minuti, consiste nell’apprendimento di tre parole, nel disegno del quadrante di un orologio
e nel ricordo delle tre parole.
DIAGNOSI DIFERENZIALE DELLE FORME DI DEMENZA
(in grassetto le forme potenzialmente reversibili)
1. Inizialmente si chiede al paziente di ripetere 3 parole prive di attinenza tra loro, come nel Mini- Mental State Examination (MMSE), ad esempio “cane”, “casa”, “gatto”.
2. Si sottopone il paziente al test dell’orologio (CDT), chiedendo al paziente di:
• disegnare il quadrante di un orologio (una circonferenza);
• completarlo con i numeri;
• mettere le lancette alle undici e dieci;
(il test è considerato normale se tutti i numeri sono presenti nella sequenza e nella posizione corretta e se le lancette
indicano l’ora richiesta).
forme
comuni
degenerative
m. di Alzheimer
cerebrovascolari
malattia diffusa dei
piccoli vasi
- angiopatia amiloide
- embolie multiple
- danno ischemico-ipossico diffuso
neoplastiche
metastasi cerebrali
- tumori primitivi dell’encefalo
- malattia da raggi
sindromi
paraneoplastiche
traumatiche
ematoma
sottodurale cronico
danno assonale diffuso
demenza pugilistica
- da abuso etilico
- da farmaci
- da deficit di tiamina
(Wernicke-Korsakoff)
- da deficit di vit. B12
- da deficit di niacina (pellagra)
- da deficit di vit. E
avvelenamento
da CO
- uremia
- epatopatia cronica
- ipo e ipertiroidismo
- s. di Cushing
- s. di Addison
- iperparatiroidismo
tossiche alimentari
endocrinometaboliche
Nella tabella qui di seguito vengono indicate le varie forme patologiche che possono essere causa di demenza, parte delle
quali potenzialmente reversibili.
26 www.ordinemedicibenevento.it
m. di Wilson
- vasculite cerebrale
- m. di Binswanger
- CADASIL*
avvelenamento
da Pb, Hg, As
- HSV latente
- m. di Lyme (da borrelia)
- infezione da HIV (primaria o associata a
toxoplasmosi, criptococcosi, leucoencefalia
progressiva multifocale)
- meningite tubercolare o fungina
Infettive /
infiammatorie
Molte situazioni patologiche possono determinare demenza. Delle forme a esordio dopo i 60 anni il 60% è correlato a
malattia di Alzheimer, il 15-20% è determinato da patologia cerebro - vascolare
(demenza vascolare, VaD) o da malattia a
corpi di Lewy (LBD). Le forme a esordio
precoce più frequenti sono del tipo fronto
- temporale (FTD) seguite dalla malattia
di Alzheimer. Forme meno comuni di demenza accompagnano il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla e l’AIDS. Meno
spesso, la malattia di Huntington, la sindrome di Korsakoff e la malattia di Jakob
- Kreutzfeld.
rare
- corpi di Lewy
- frontotemporale
- m. di Parkinson
- m. di Huntington
- degenerazione corticobasale
- paralisi sopranucleare progressiva
- m. a granuli argirofili
- SLA
3. Si chiede poi al paziente di ripetere le tre parole.
Il test risulta sospetto per demenza sulla base dell’algoritmo seguente:
infrequenti
demielinizzanti
sclerosi multipla
psichiatriche
depressione
Leucodistrofia
dell’adulto
trauma da corrente
elettrica
post terapia elettroconvulsivante
da prioni
m. di Creutzfeldt Jacob
m. di Gerstmann
Straussler Scheinker
epilettiche
epilessie refrattarie
stato di male
epilettico
idrocefalo
- i. comunicante / non comunicante
- i. normoteso
altre
- apnee notturne
- ipercapnia/ipossiemia cronica
- privazione cronica di sonno
*CADASIL = cerebral autosomal dominant arteriopathy with subcortical infarcts and leukoencephalopathy.
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Nell’ambito delle attività del medico di medicina generale è buona pratica ricercare tutte le condizioni patologiche
che possono essere causa di disturbi cognitivi.
Nell’ipotizzare una demenza, soprattutto nella fascia più anziana di popolazione, diviene necessario valutare il rapporto tra
situazione cognitivo - comportamentale e coesistenza di patologie croniche (comorbilità). La comorbilità può far peggiorare
rapidamente lo stato cognitivo e lo stato funzionale del paziente, oltre a complicare la valutazione circa la patologia prevalente nel determinare la disabilità. È anche utile valutare la situazione ambientale di soggetti con sospetti disturbi cognitivi:
esistono studi che rilevano come fattori di isolamento sociale possano favorire la comparsa di disturbi della sfera cognitiva.
L’esecuzione di test di laboratorio di routine, per quanto scarsamente documentata da studi clinici, è generalmente ritenuta
una componente necessaria della fase iniziale di diagnosi dei disturbi cognitivi, per rilevare eventuali fattori di rischio o stati
morbosi in atto. Necessarie sono le seguenti indagini di screening: emocromo con formula, elettroliti (Na, K, Ca), glicemia,
creatininemia, azotemia, ALT, AST, gamma GT, TSH, Acido folico, vitamina B12.
Studi di visualizzazione cerebrale possono essere di aiuto nella diagnosi differenziale della demenza. La tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica (RM) possono rivelare atrofia cerebrale, lesioni cerebrali focali, idrocefalo o lesione
ischemica cerebrale peri ventricolare. Gli studi di visualizzazione funzionale, come la tomografia a emissione di positroni
(PET) o la tomografia computerizzata a emissione di singoli fotoni (SPECT) non vanno usate di norma nella valutazione
della demenza. Raccomandazione analoga è contenuta in molte linee guida sulla demenza. Recenti studi stimano che l’idrocefalo normoteso causi tra il 9 e il 15% delle demenze (in questo caso potenzialmente curabile); tale incidenza è maggiore
di quanto si ritenesse in passato.
Per la conferma diagnostica, per la diagnosi differenziale fra le demenze, per l’organizzazione del piano terapeutico e per
la stabilizzazione di situazioni complesse, il medico di medicina generale può avvalersi dei servizi specialistici dedicati alla
cura delle demenze.
La diagnosi di demenza e di inquadramento differenziale tra le varie forme è un vero e proprio “processo indiziario”:
nessuna indagine strumentale o neuropsicologica (test cognitivi), per quanto sofisticata, è, ad oggi, in grado di far fare
da sola la diagnosi, che rimane un compito eminentemente e squisitamente clinico.
Fin dal 2000, epoca del Decreto Ministeriale n. 141 che istituì il “Progetto Cronos”, conclusosi nel 2003 nella sua fase sperimentale, sul territorio della provincia di Benevento si crearono diverse UVA e, ad oggi, sono attive in ogni Distretto Sanitario e presso l’Azienda Ospedaliera “Rummo” con specialisti responsabili, Neurologi o Geriatri, individuati dalla Regione
Campania con proprio decreto di nomina.
La flow-chart che segue indica il percorso ideale che le UVA Territoriali si erano prefissate di implementare. Una serie di
circostanze oggettive, di carenze organizzative e di personale, non disgiunte da una certa inerzia da parte della Dirigenza
aziendale nel cercare le migliori soluzioni organizzative possibili, hanno fatto sì che tale implementazione sia rimasta solo
parziale. Ad esempio non si è mai potuta realizzare una reale interazione tra Neurologo e Geriatra, non c’è stato ancora modo
di creare dei percorsi diagnostico – terapeutici preferenziali per eseguire in tempi brevi l’iter diagnostico richiesto, sia presso
strutture interne sia presso strutture accreditate, dopo una brillante partenza si è dovuto fare a meno della struttura per il
Training Cognitivo, per il supporto psicologico ai caregiver e per il servizio di Assistenza Sociale.
Un tanto indispensabile quanto innovativo per la realtà locale Centro Diurno per i malati di Alzheimer localizzato a Puglianello, arredato ed attrezzato, la cui operatività è stata attivata fin dal settembre 2008 (Delibera Direttore Generale n. 128 del
26/03/2009), per ragioni imperscrutabili non è mai entrato in funzione.
Ciò nondimeno i Centri UVA territoriali della provincia svolgono un ruolo apprezzato dall’Utenza e pubblicamente riconosciuto anche dall’Istituto Superiore di Sanità per la qualità dell’assistenza prestata.
E’ ancora auspicabile che, a distanza di quasi 12 anni dall’entrata in funzione dei Centri, si crei una maggiore rete di comunicazione ed interazione tra MMG e Specialisti, presupposto fondamentale per poter conseguire efficienza ed efficacia nelle
cure prestate a questa categoria di malati ed alle loro famiglie.
L’adozione, negli studi dei MMG, delle semplici raccomandazioni riportate e l’invio ai Centri UVA utilizzando la richiesta
con la corretta dizione “Valutazione Multidimensionale d’equipe” (codice 89.07) (maggiori tempi in agenda da poter
dedicare agli ammalati ed ai familiari, liste di attesa più brevi) e non come di solito accade “Visita Neurologica”, può rappresentare un notevole impulso positivo nell’affrontare in modo ottimale la patologia demenziale.
Dott. Maurizio Iazeolla
Specialista Ambulatoriale Neurologo
Responsabile Centro UVA del Distretto Benevento 1
Consigliere Ordine Medici Chirurghi ed Odontoiatri provincia di Benevento
Riferimenti:
World Alzheimer Report, 2010 (http://www.alz.co.uk/research/world-report)
Linee Guida Demenza Regione Toscana, 2011 (http://www.snlg-iss.it/lgr_toscana_demenza_2011)
28 www.ordinemedicibenevento.it
Sannio Medica n. 1/2 2012
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Body mass index (BMI)
ed early adiposity rebound (EAR):
due parametri utili nella valutazione
della crescita ponderale del bambino
Il Body Mass Index (BMI) O Indice di Massa Corporea
(IMC) è un parametro proposto ormai da tempo ma che per
la sua semplicità è sempre più utilizzato nella pratica clinica
e nella ricerca.
Il calcolo necessario per determinarlo è: BMI peso (in Kg)
/ altezza al quadrato (in metri).Costituisce lo strumento più
semplice per giudicare l’adeguatezza del peso di un individuo, sia esso maschio o femmina, bambino o adulto, sano
ho affetto da malattia cronica. In età adulta viene universalmente ritenuto che il BMI debba essere compreso tra 18.5 e
25. Al di sotto di 8.5 vi è una condizione di magrezza, oltre i
25 di sovrappeso e oltre i 30 un soggetto può essere definito
obeso. Studi epidemiologici hanno documentato già in età
pediatrica una correlazione significativa tra BMI e mortalità o morbilità per patologie correlate con un peso corporeo
alterato,per eccesso o per difetto.
Anche in età pediatrica e adolescenziale il BMI viene proposto (e preferito ad altri) quale metodo per la definizione di
obesità. Tuttavia ,se dopo i 18 anni i valori limite di BMI sono
considerati stabili e definitivi ,nel bambino questo indice varia fisiologicamente in relazione all’età e al sesso. Pertanto
BMI in età pediatrica deve essere usato non come valore assoluto bensì come valore relativo. E’ economico e semplice
da rilevare: peso e statura sono misure comuni,altamente
riproducibili con metodica standardizzata di rilevazione.
Economicità e semplicità sono presupposti essenziali per
un altro pregio del BMI: l’universalità d’impiego. Altro vantaggio è la buona capacità
di rappresentare l’adiposità corporea totale
e,attraverso di essa,il rischio clinico associato
alla condizione di sovrappeso .Al contrario ,il
BMI non può fornire dati circa la distribuzione
adiposa nelle varie regioni corporee e pertanto
non può stimare il rischio clinico correlato con
la sola adiposità viscerale.
Il BMI alla nascita è mediamente attorno al valore di 14 (50 percentile ). Rapidamente esso
incrementa nei primi mesi di vita e raggiunge
un massimo relativo (50 percentile attorno a
18) entro il primo anno ,spesso poco dopo
i 6-8 mesi. In occasione di questo picco, il
lattante si mostra visibilmente grasso nella maggior parte dei casi,ed in
effetti la sua massa grassa è
circa raddoppiata rispetto
a quella presente alla
nascita (25-30% del
peso corporeo rispetto
a 10-15%). Successi-
30 www.ordinemedicibenevento.it
vamente il BMI si riduce, lentamente ma progressivamente, fino a raggiungere un minimo all’età di circa 6 anni (50
percentile attorno a 16°),con parallela riduzione della massa
grassa corporea a beneficio di quella magra. In altre parole,
cresce di più il quadrato dell’altezza rispetto al peso, cioè
diminuisce il BMI. E’ infatti a questa età che il bambino presenta una fisiologica magrezza, secondo molti autori è proprio questo il momento della massima magrezza di tutta la
vita, almeno, nell’ambito delle condizioni fisiologiche e ad
esclusione di patologie o volontario dimagramento.
Si definisce EAR un precoce aumento del BMI ( e quindi
dell’adiposità corporea) che avvenga dopo il primo anno e
prima dei 6 anni di vita ,in altre parole un’inversione anticipata nel suo andamento temporale. In particolare, viene
descritto come tipico caso di EAR quello caratterizzato da
un aumento del BMI che segua valori normali o addirittura
bassi nei primi 2-3 anni di vita, con un marcato passaggio su
percentili più alti. In sintesi, un EAR quello caratterizzato
da un aumento del BMI che segua valori normali o addirittura bassi nei primi 2-3 anni di vita ,con un marcato passaggio
su percentili più alti. In sintesi, un EAR riflette una crescita
accelerata ed anticipata del bambino rispetto a quella fisiologica. Non si deve fare l’errore di considerare l’EAR come
sinonimo di un obesità precoce o di un elevato percentile
di BMI raggiunto precocemente: l’EAR è semplicemente un
aumento del valore assoluto del BMI in una fase nella quale questo indice dovrebbe diminuire, e ciò
spesso precede il sovrappeso obesità che si
manifesterà solo dopo mesi e anni. Le evidenze legate al rischio di malattia futura
dei bambini con EAR sono ormai numerose anche se a dire il vero non ancora molto
pubblicizzate nella comunità scientifica
pediatrica.
La relazione tra EAR e morbilità è probabilmente almeno in parte indipendente da quella più nota e studiata
esistente tra obesità e morbilità:
infatti, sono segnalati effetti negativi a distanza di un EAR in
soggetti mai divenuti obesi,
od in cui l’adiposità eccessiva resta confinata al distretto viscerale. L’EAR si correla, evidentemente, con un
periodo critico della
vita per programmazione del rischio per
obesità e complicanze metaboliche ad essa correlate. Ciò si
realizza, probabilmente anche attraverso l’influenza su numero e dimensioni degli adipociti. Studi svolti in varie realtà
segnalano un anticipo dell’età media di adiposity rebound
negli ultimi decenni, di pari passo con l’aumentata prevalenza di obesità infantile. Tra i fattori sospettati di predisporre un EAR, viene attribuito un ruolo preponderante a quelli
nutrizionali. Tra questi, alcune ricerche sostengono l’effetto
di una alimentazione iperproteica nei primi 2 anni di vita,
spesso associata ad una carenza relativa di lipidi. Il pediatra
di Famiglia è indubbiamente nella situazione ideale per cogliere le precoci anomalie nella curva del BMI, disponendo
di numerose misure seriate di peso ed altezza del singolo
bambino, ottenute con la medesima metodologia. Pertanto,
egli può cogliere un EAR sin dal suo primo manifestarsi e
conseguentemente individuare i bambini a maggiore rischio
clinico nei quali scoprire e correggere gli eventuali errori nutrizionali precoci.
Inoltre il Pediatra di Famiglia può e deve mettere in essere
ogni attività preventiva che possa contrastare i fattori predisponenti all’EAR (stile di vita inadeguato, carenza di allattamento al seno, eccesso nell’introduzione di latte adattato,
precoce introduzione del latte vaccino, precoce svezzamento, eccessivo intake proteico).
Infine, il Pediatra deve rassicurare il genitore di fronte alla
progressiva magrezza fisiologica dell’età prescolare, soprattutto in confronto con l’immagine spesso paffuta acquisita nel primo anno di vita, evitando che il bambino riceva
eccessive stimolazioni ad alimentarsi oltre le sue richieste
spontanee e mantenendo così un corretto rapporto anche
emozionali con il cibo. Sicuramente il riscontro di elevati
valori di BMI anche in età pediatrica costituisce la modalità
più semplice (e accurata) per diagnosticare la presenza di
sovrappeso o di obesità, così come ridotti valori di BMI permettono di individuarne una magrezza.
In questo contesto, anche un solo valore assoluto al di fuori
dei limiti del normopeso rappresenta una prova diagnostica sufficiente. Tuttavia il Pediatra dovrebbe osservare con
maggiore attenzione rispetto al passato anche l’andamento
temporale del BMI, così da cogliere rapidamente la presenza
di anomalie nella curva di questo indice nell’età 1-6 anni. E’
così infatti che può essere individuato un EAR, spesso già
nella fase in cui il BMI risale ma ancora all’interno dei valori
normali, ben prima cioè che sia possibile diagnosticare una
condizione di sovrappeso od obesità. La diagnosi è pertanto
essenzialmente visiva e può prescindere dai grafici o dalle
tabelle di riferimento utilizzati.
La correzione di un errore nutrizionale o il miglioramento di
uno stile di vita scorretto sono decisamente più semplici nel
bambino più piccolo, rispetto a quando determinate abitudini
si siano poi consolidate nel tempo. Particolare attenzione va
anche data alla rilevazione regolare di peso ed altezza nel
bambino con genitori sovrappeso, condizione che costituisce
un ulteriore fattore di rischio per l’obesità del bambino.
Dott. Federico Rosa
Specialista in Pediatria
Consigliere dell’Ordine
dei Medici - Chirurghi di Benevento
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Stress lavorativo e burn-out
nella professione medica
Dott. Giovanni Anzuino
Psicologo - Psicoterapeuta
Dott.ssa Claudia Cocco
Psicologa - Psicoterapeuta
1 . Lo Stress Lavorativo nelle helping professions.
Lo STRESS è la condizione nella quale un organismo si trova
quando deve adattarsi ad un cambiamento o ad una situazione che gli si presenta. La classificazione di Selye (1976) riconosce due tipi di stress: il primo, giudicato positivo e vitale
(EUSTRESS), viene definito come quello che serve a “rendere
le persone in grado di aumentare la capacità di comprensione
e concentrazione, di decidere con grande rapidità, di mettere
i muscoli in condizione di muoversi repentinamente (per attaccare, difendersi, fuggire), di avere a disposizione l’energia
necessaria ad agire, a combattere e così via”. Lo stress continuo, cronico (DISTRESS), è invece negativo e devastante. Lo
stress può essere determinato sia da eventi piacevoli (es. una
bella notizia, una vincita), sia da eventi spiacevoli. Nel nostro
organismo, quando si è sottoposti a uno stress intollerabile,
cronico, avviene un ‘:’ero e proprio sconvolgimento biochimico e muscolare. Ogni agente stressante che colpisce un individuo può provocare due reazioni, una positiva ed una negativa;
quest’ultima può dare luogo a patologie psicosomatiche a seconda della capacità dell’individuo di trovare in se s i esso le
risorse necessarie per affrontare una situazione di emergenza.
In sostanza lo stress è la risposta ad una situazione in cui l’individuo è consapevole di una discrepanza tra le domande che
l’ambiente esterno gli pone e le sue caratteristiche soggettive
ed oggettive. Lo stress sarebbe quindi la conseguenza della necessità di impiegare energie superiori a quelle che solitamente
un soggetto è in grado di adoperare.
Nell’attuale mondo del lavoro esistono, oltre a fattori di rischio
specifici, responsabili di alcune malattie professionali, numerose altre variabili capaci di turbare l’equilibrio ed il benessere
dell’individuo, creando reazioni di disadattamento e di stress,
da cui possono derivare malattie non caratteristiche, non specifiche, ma certamente legate alla propria professione. Nella
genesi dello stress lavorativo, un ruolo fondamentale è rivestito
dalle caratteristiche sociali ed organizzative del lavoro, le quali
possono interagire con gli attributi psicologici e la personalità
dei singoli individui. L’operatore, nella sua attività lavorativa,
si trova infatti di fronte ad un sistema complesso, all’interno
del quale interagiscono tre componenti: l’uomo, il lavoro e
l’ambiente.
Ogni condizione che turbi l’equilibrio del sistema uomo-lavoro-ambiente può essere fattore di stress, e le modificazioni
che ne conseguono vengono indicate con il termine di strain.
Schematicamente la relazione STRESS - STRAIN può essere rappresentata dall’accoppiamento di un peso ad una molla,
dove il peso rappresenta la sollecitazione di carico (STRESS)
e l’allungamento rappresenta la deformazione che la molla
subisce (STRAIN): se il peso supera la capacità di elasticità
o il carico di rottura della molla, la deformazione diventa irreversibile. Non solo l’eccesso delle stimolazioni ambientali
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provoca stress, ma anche la loro carenza. Mediatori delle reazioni stress-strain sono il sistema endocrino, il sistema nervoso
vegetativo ed il sistema immunitario.
Le reazioni individuali allo stress lavorativo sono legate soprattutto alle caratteristiche psicologiche del soggetto, ma in
ogni caso si possono delineare tre tipi di risposta frequentemente osservate:
• Disordini comportamentali
• Disordini psicofisiologici
• Sindrome del burnout
La risposta da stress lavorativo è particolarmente frequente in
tutte quelle professioni in cui lo specialista viene a contatto
con utenti/clienti che vivono una o più situazioni di sofferenza
psicologica e/o emotiva e formulano una domanda d’aiuto nei
suoi riguardi. Questo tipo di relazione, caratterizzata dall’incontro tra due persone, l’utente e il professionista, viene definita relazione d’aiuto (vedi Chiland, 1995). Medici, infermieri,
psichiatri, psicologi, insegnanti, educatori, pedagogisti, assistenti sociali, e tanti altri, sono i professionisti maggiormente
coinvolti, per le peculiarità del loro lavoro, in relazioni d’aiuto
con i loro utenti, e sono perciò tra le categorie maggiormente
a rischio di sviluppare una risposta di stress lavorativo. L’interazione ed il contatto prolungato con la sofferenza dell’utente,
infatti, portano i professionisti a sperimentare una situazione di
sovraccarico emotivo: questa, se non gestita, può comportare
una sensazione di esaurimento emotivo e perdita di energia.
Il sovraccarico emotivo e mentale che le professioni d’aiuto
richiedono dovrebbe essere sempre ascoltato e valutato quando dà segnali di allarme: se tali segnali vengono trascurati, la
risposta di stress potrebbe sfociare nella cosiddetta “sindrome
del burn-out”.
2. Il burn-out: che cos’è e quali sono le principali cause
Possiamo sinteticamente definire la Sindrome del “Burn Out”
(che in italiano possiamo tradurre con “bruciare”), come una
progressiva perdita di idealismo, energia e scopi, vissuta da
operatori sociali, professionali e non, come risultato delle condizioni in cui lavorano.
Alcuni autori, che più si sono occupati del fenomeno, come la
Maslach (1997) , definiscono il burn out come “una sindrome da esaurimento emotivo, da spersonalizzazione e riduzione
delle capacità personali che può presentarsi in soggetti che per
professione si occupano della gente”, e ancora: “una reazione
alla tensione emotiva cronica creata dal contatto continuo con
altri esseri umani, in particolare quando essi hanno problemi o motivi di sofferenza”. Il modello elaborato dalla Maslach
(2000) rappresenta la sindrome del burn-out in tre dimensioni:
Esaurimento emotivo: si manifesta con la sensazione di aver
“bruciato” le proprie energie psicologiche, con un netto calo
delle proprie energie emotive, che il soggetto non riesce più
a ristabilire. Questo è dovuto ad un prolungato contatto con
emozioni stressanti che incidono negativamente sul benessere
fisico.
Spersonalizzazione: può essere vista come una strategie difensiva che si manifesta con indifferenza, cinismo verso le emozioni e i bisogni altrui, per evitare la sensazione di minaccia
percepita nella relazione con l’utente. L’operatore tenderà a
comportarsi in modo freddo e distaccato verso il proprio lavoro, cercando un minimo coinvolgimento e abbandonando
l’entusiasmo iniziale.
Ridotta realizzazione professionale: l’operatore tenderà a sentirsi inadeguato nello svolgimento dell’attività, avrà un calo di
fiducia nella possibilità di svolgere in maniera efficace il proprio lavoro e progressivamente tenderà a sviluppare un senso
di insoddisfazione, di insuccesso, abbassamento dell’autostima
verso le proprie capacità, sentendosi incapace di aiutare gli altri.
Come cause fondamentali di fatica e del conseguente calo motivazionale e di efficienza, sono state individuate caratteristiche
ambientali oggettive come rumore, sostanze tossiche presenti
sul posto di lavoro ecc. Attualmente, invece, la medicina dei
lavoro e la psicologia attribuiscono un peso notevole a variabili più soggettive e sociali come il clima e l’organizzazione di
gruppo, le modalità comunicative interpersonali e il livello di
soddisfazione individuale.
Più nello specifico, nel burn out vengono riconosciuti due tipi
di fattori predisponenti:
1. Soggettivi (o interni)
2. Oggettivi ( o esterni)
Fra i fattori predisponenti soggettivi ci sono quelli legati alle
motivazioni ed alle immagini ideali del professionista e ad alcuni suoi tratti caratteriali come:
- Uno stato d’ansia costante, proprio di quelle persone che si
pongono mete eccessive e che si puniscono se non le raggiungono;
- Uno stile di vita caratterizzato da eccessiva attività, competizione, in continua lotta contro il tempo;
- La rigidità, cioè l’incapacità di adattarsi alle richieste sempre mutevoli dell’ambiente esterno;
- Alcune caratteristiche di personalità come l’introversione;
Fra i fattori predisponenti di tipo soggettivo, sempre la Maslach ritiene inoltre che i professionisti più a rischio di burn
out siano quelli che hanno difficoltà nel definire i limiti tra sé e
gli altri, e difficoltà nel definire i confini tra professione e vita
privata.
Fra i fattori esterni rientrano quelli legati alle condizioni oggettive e relazionali di lavoro, tra cui:
- gli orari prolungati di lavoro;
- il sostegno inadeguato (a volte totalmente mancante) all'interno dell’equipe di lavoro;
- la struttura rigida nella quale il professionista è costretto ad
operare in condizioni disagiate;
- la mancanza di rete e contatti tra più figure professionali.
Possiamo quindi sostenere che le condizioni oggettive dell’ambiente lavorativo, la fatica fisica, la mancata gestione dei ruoli,
la scarsa qualità delle relazioni lavorative, la carenza nell’organizzazione del lavoro, sono tutte variabili capaci di provocare negli operatori i sintomi che caratterizzano la sindrome
del burn out, quali apatia, perdita di entusiasmo, senso di frustrazione.
3. Le fasi del Burn-Out e i principali sintomi.
Tipica delle professioni di aiuto, gli studiosi hanno identificato
quattro fasi specifiche e distinte (Cherniss,1983):
· La prima fase, spesso costituita da un entusiasmo idealistico,
può caratterizzare i primi periodi dell’attività professionale;
· La fase dello stress lavorativo, in cui si avverte un progressivo squilibrio tra richieste ambientali e risorse ed energie
personali;
· La fase di esaurimento, in cui si comincia a pensare di non
poter aiutare realmente nessuno ed in cui compaiono la tensione emotiva, l’irritabilità e l’ansia;
· La fase della conclusione difensiva o alienazione, con totale
disinteressamento emotivo nel lavoro, apatia, rigidità e cinismo.
I comportamenti lavorativi messi in atto dagli operatori in fase
di burn out (coping) riguardano soprattutto il rapporto interpersonale con l’utenza nel momento in cui tale rapporto perde
la proprietà di relazione di aiuto e diviene essenzialmente una
relazione tecnica di “servizio”: perdita dei sentimenti positivi verso l’utenza e la professione, perdita della motivazione,
dell’entusiasmo e del senso di responsabilità, impoverimento
delle relazioni, utilizzo di un modello lavorativo stereotipato
con procedure standardizzate e rigide, cinismo verso la sofferenza, difficoltà ad attivare processi di cambiamento.
Qui di seguito sono elencati i principali sintomi del burn-out o
“segni di bruciature”
SINTOMI FISICI
1. malessere generale
1. disturbi del sonno
2. disturbi gastro-intestinali
3. perdita e/o aumento di peso
4. frequente mal di testa
5. difficoltà sessuali
SINTOMI COMPORTAMENTALI
1. impazienza eccessiva
2.impulsività
3. irritabilità e aggressività
4. abuso di psicofarmaci e di alcool
5. conflitti in famiglia e con il partner
SINTOMI COGNITIVO AFFETTIVI
1. distacco emotivo dai pazienti, non disponibilità verso i
loro familiari
2. rigidità intellettuale, utilizzo di un modello di lavoro stereotipato con procedure standardizzate
3. negativismo, atteggiamento critico verso i colleghi
4. mancanza di entusiasmo nel lavoro e fuori dal lavoro
5.cinismo
6.depressione
4. Stress e burn out nella professione medica
Il medico come professionista delle professioni d’aiuto
(helping professione) è particolarmente soggetto allo stress
lavorativo e alla sindrome del burn out. La burocrazia, il
lavorare in strutture sanitarie mal gestite, la scarsa retribuzione,
il sovraccarico lavorativo, lo svolgere un tipo di lavoro a volte
non affine ai propri interessi o agli studi effettuati, la mancanza
di spazi e tempi dedicati alla crescita professionale, le difficoltà
Sannio Medica n. 1/2 2012
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nel rapporto con i colleghi, sono ritenute dai medici tra le
cause più frequenti di stress lavorativo (vedi Pellegrino F.,
2006). I medici, insieme agli infermieri, sono particolarmente
a rischio poichè la loro attività si svolge a contatto diretto con
la sofferenza sia fisica che psicologica dei pazienti e, quindi,
richiede un maggiore carico emotivo. Nell’attività quotidiana
il burn-out ha notevoli ripercussioni
sull’efficienza e sull’efficacia professionale con una
conseguente complessiva riduzione sulla qualità del lavoro.
Il burn-out può essere tra le principali cause di errore
professionale, di difficoltà nel rapporto con i pazienti,
implicando un significativo calo di empatia e sensibilità ed
un aumento di tensione, ansia e depressione nello specialista.
Un medico stressato e con calo motivazionale potrebbe non
avere la giusta concentrazione, essere distratto, meno in ascolto
delle esigenze del paziente e più superficiale nella diagnosi e
nella terapia. Tutto ciò incide seriamente sul rapporto medicopaziente, in particolare per quanto riguarda l’empatia, l’ascolto
e la comprensione del problema; infatti un medico con molte
preoccupazioni, teso e inquieto non avrà la predisposizione
adatta per comprenderei problemi e la sofferenza altrui.
Il fenomeno burn out negli ultimi anni ha assunto proporzioni
importanti a livello europeo e mondiale, mettendo a serio
rischio la salute fisica ed emotiva degli specialisti, come
testimoniato da una serie di indagini condotte in diversi paesi
da tre ricercatori canadesi e riassunte dalla rivista Lancet:
secondo la Canadian Medical Association, il 18% dei suoi soci
è riconosciuto come depresso, ma solo I caso su 4 prende in
considerazione l’idea di farsi aiutare e soltanto il 2% si cura.
Così, nel corso della carriera almeno un dottore su quattro
“scoppia”, arrivando a sviluppare la sindrome del burn-out. Ci
sono forme depressive che portano i medici al suicidio sei volte
più spesso di chi fa un altro mestiere, altre che si manifestano
con rabbia e irritabilità, casi in cui invece prevalgono mal
di testa, nausea e disturbi del sonno. Le conseguenze della
stanchezza hanno ripercussioni anche a livello personale,
perché aumenta il rischio di ferirsi con un bisturi, pungersi
con una siringa, o di provocare incidenti stradali. A rimetterci
è poi la famiglia, con una percentuale superiore alla norma di
separazioni e divorzi. Molti di coloro che hanno una sindrome
del burn-out non ne sono neanche consapevoli e scaricano la
propria sofferenza nel gioco d’azzardo, nell’alta velocità, in
comportamenti sessuali a rischio, alla ricerca di qualcosa che
possa riaccendere le proprie emozioni. La valvola di sfogo più
comune è costituita però da alcol, droghe e farmaci, a cui i
medici hanno più facile accesso. Gli studi condotti in diversi
paesi (ad esempio in Spagna) sono abbastanza omogenei e
indicano che a farne uso è circa il 12% dei medici: in base a
questo dato in Italia sarebbero circa 40mila gli specialisti alle
prese con questi problemi (vedi: Il Corriere.it, gennaio 2010).
A finire nel meccanismo della dipendenza sono soprattutto i
medici più “stakanovisti” che dedicano tutta la vita al lavoro,
sempre disponibili a correre in ospedale e a sostenere turni
massacranti. Per sostenere questa emergenza (come sostiene
un’esperta del Centro studi Albert Schweizer di Torino, che
si occupa tra l’altro del problema del burn-out tra i medici)
gli specialisti dovrebbero avere la possibilità di accedere a
strutture assistenziali, nel rispetto della privacy: questo tipo di
emergenza è però del tutto ignorata nel nostro paese.
5. Prevenire il burn-out: strategie organizzative e individuali
Negli Stati Uniti esistono dei programmi di prevenzione e
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gestione del burn-out che danno degli ottimi risultati; infatti
circa il 75% dei medici riesce ad uscire dai propri problemi.
Gli ultimi studi sulla prevenzione del burn-out individuano due
strategie principali da utilizzare in modo integrato: una di tipo
organizzativo e una di tipo individuale.
Un primo passaggio a livello organizzativo è quello di agire
sulle strutture di un sistema per eliminarne le caratteristiche
patogene o che comportano un peggioramento nella
qualità del lavoro e della vita. Individuare fattori stressanti
nell’organizzazione del lavoro e quindi risolverli, consente di
migliorare la produttività e tutelare la salute degli operatori.
Inoltre, se si cambiano gli stili di gestione dei ruoli e i modi
di incentivare il lavoro e se si investe sulla crescita umana e
professionale, si promuove un clima positivo nell’ambiente di
lavoro e relazioni sane nel team degli specialisti.
Ma quali sono le abilità che permettono agli operatori delle
helping professions di tutelarsi e quindi di evitare di entrare in
burn out? Il primo passo a livello della prevenzione individuale
è promuovere la consapevolezza delle principali avvisaglie di
stress lavorativo e di burn out, in modo da intervenire prima che
compaiano i sintomi fisici e che il malessere si ripercuota sulla
vita familiare e sessuale. Inoltre l’approccio della moderna
psicologia individua dei percorsi formativi in linea con i
modelli dell’intelligenza emotiva e del pensiero positivo. In base
ad un’indagine condotta nel 2006 sulle abilità emotive di quasi
1300 medici di medicina generale in varie regioni italiane (vedi
Pellegrino, 2006), risulta che il medico possiede buone abilità
emotive e le utilizza in modo adeguato. In contrasto con questo
dato emerge invece una generale incapacità a riconoscere
queste abilità, che comporta una tendenza alla rimozione delle
emozioni e alla chiusura in se stessi. Tale chiusura alimenta una
sensazione di solitudine, la quale predispone a frustrazione e a
demotivazione lavorativa, che potrebbero essere l’anticamera
di alcuni sintomi caratteristici del burn-out, come l’alienzione e
l’apatia. I percorsi formativi in linea con la psicologia positiva
puntano sull’innovazione e la crescita professionale e umana,
promuovendo il rafforzamento dell’autoefficacia percepita,
dell’autostima, della creatività, dell’intelligenza emotiva e
dell’ottimismo, come bagaglio essenziale del professionista
delle helping professions e come fattori di prevenzione
primaria dello stress lavorativo e del burn-out. Infatti, risulta
di fondamentale importanza la consapevolezza e la capacità
di gestire le proprie emozioni, per poter sostenere il carico
emotivo ed accogliere adeguatamente le persone che soffrono
da un punto di vista psicologico.
Bibliografia
Baiocco R., Crea G,. Laghi F., Provenzano L. Il rischio
psicosociale nelle professioni di aiuto: la sindrome del burnout
negli operatori, medici, infermieri, psicologi e religiosi.
Edizioni Erickson, Trento, 2004.
Cherniss, C. La sindrome del burn-out. Lo stress lavorativo
degli operatori dei servizi socio-sanitari. Il Centro Scientifico
Torinese,
Torino, 1983.
Maslach, C. La sindrome del burnout. Il prezzo dell’aiuto agli
altri. Cittadella Editrice, 1997.
Maslach, C. e Leiter, M.P. Burnout e organizzazione. Ed
Erickson, Trento, 2000.
Pellegrino F. Oltre lo stress, burn out o logorio professionale.
Torino: Centro Scientifico Editore
Missione umanitaria in Benin
Dott. Giacomo De Cunto
Il nostro stimato collega ha vissuto una intensa esperienza umanitaria in Benin.
Nelle pagine seguenti pubblichiamo un suo resoconto
Nello scorso mese di maggio ho partecipato ad una missione umanitaria in Benin, promossa dalla onlus
“Mosi Cicala”, in un gruppo che da dodici anni opera in Benin per sostenere attività sanitarie e sociali.
Ometto in questa sede le iniziative di carattere sociale di sostegno ad alcune scuole, alla adozione a
distanza, e ad un orfanatrofio e ad una cooperativa di produttori di riso per illustrare gli aspetti della
missione. Il gruppo era composto da due equipe chirurgiche , con anestesista, e per la prima volta da
me e da un oftalmologo.
L’attività è sta svolta da una parte del gruppo presso l’ospedale religioso di Zinvè un comune posto
a circa 35 chilometri dal centro più importante del paese che è Cotonou e da un altro che ha operato
presso l’ospedale di Zagnanado, posto più a nord circa 150 kilometri, all’interno.
Situazione geografica
Situata in Africa Occidentale nel Golfo di Guinea, la Repubblica del Benin
è delimitata al nord dal Niger, al nord-ovest dal Burkina Faso, dal Togo
all’ovest all’est dal Nigeria e al Sud dall’Oceano Atlantico. Si estende su
una superficie di 114.763 km2. La popolazione è stimata a 9.325.032 (luglio
2011).
Situazione demografica
La popolazione del Benin è in gran parte giovane e per lo più femminile.
L’aspettativa di vita media è di 59,2 anni nel 2002. Si è più elevata tra le
donne (61,3 anni) rispetto agli uomini (57,2 anni). Anche se hanno una vita
media superiore a quella degli uomini, le donne hanno un maggior rischio di
morte tra i 15 e 49 anni (età riproduttiva), a causa della mortalità materna in
seguito a complicanze del parto (soprattutto tra le donne analfabeti).
Contesto economico
Il Benin è classificato tra i paesi poveri fortemente indebitati (HIPC): un terzo della popolazione vive
sotto la soglia di povertà. Gli Operatori Sanitari e le infrastrutture non sono distribuiti equamente. Solo
una piccola parte della popolazione ha accesso ai servizi di base : salute, istruzione, acqua, energia
elettrica ... ecc.
Contesto politico
Il Benin ha intrapreso dal 1990 un processo di democratizzazione segnato con l’adozione di una costituzione che sancisce uno Stato di diritto e di rispetto delle
libertà e dei diritti umani. La società civile e le istituzioni di contro-potere esistono e svolgono un ruolo importante nel paese. L’atmosfera dopo le ultime politiche nel 2011 è favorevole al buon governo e sviluppo.
Situazione sanitaria
Il profilo epidemiologico del Benin è caratterizzato da:
una prevalenza di malattie trasmissibili con alta morbilità e mortalità, un aumento della mortalità dovuta
a malattie e alle complicanze post parto per le mamme e i neonati. In questo profilo pesano la qualità del
contesto di vita, le condizioni ecologiche e climatiche,
le difficoltà dei servizi sanitari a svolgere pienamente il loro ruolo, il comportamento spesso non civile
degli individui. In Benin, le malattie come la malaria, l’AIDS, la malnutrizione, le anemie sono ancora
le principali cause di morbilità e mortalità. Il sistema
Sannio Medica n. 1/2 2012
35
sanitario è strutturato in modo piramidale, con tre livelli distinti:- Centrale: Ministero della Salute
e CNHU Cotonou- Intermedio: direzioni dipartimentali di salute, l’Ospedale Regionale (CHD)- Periferia: le zone sanitarie con l’ospedale di Zona (HZ), dei Centri ospedalieri comunale (SCC), dei
Centri Distretto Sanitario (CSA) e delle unità Sanitarie di Villaggio (UVS).Accanto a questa struttura
sanitaria “piramidale” pubblica esiste la “laguna” del settore privato, sempre più diversificata, sempre
più vasto e difficile da limitare e regolamentare. I centri di religiosi e religiose di Zinvié, Davougon,
Ouidah e Zagnanado fanno parte di quest’ultimo.
Livelli e tendenze della salute
Notevoli sforzi sono stati fatti per l’attuazione delle riforme necessarie per migliorare la situazione
delle risorse umane nel settore sanitario. Resta da risolvere le sfide fondamentali qui di seguito:- Il
controllo in tempo reale della forza lavoratrice sia nel settore pubblico come nel settore privato;- Rafforzare la pianificazione strategica delle risorse umane;- La riduzione sostanziale della carenza di medici specialisti;- Sviluppo di un adeguato sistema di incentivi per le cure a tutti i livelli della piramide
della salute;- Riserva di posti in organico, nelle zone svantaggiate;- La protezione del personale contro
i rischi professionali;- Mobilizzare le risorse finanziarie per la specializzazione del personale;- Il corrispondente della produzione dei professionisti della salute con le esigenze di competenze del settore,
con particolare attenzione al personale paramedico;- Limitata migrazione del personale ad altri centri
di attrazione;- Devoluzione e decentramento della gestione delle Risorse Umane in Sanità.- Sviluppo
di Ricerca sulle Risorse Umane in Sanità.
Conclusione
Negli ultimi anni, gli ospedali e i centri sanitari hanno ricevuto un rinforzo degno di fede dei volontari
europei. L’Ospedale “La Croix” di Zinvié, il Centro Gbèmontin di Zagnanado per esempio, ricevono
vari gruppi di volontari italiani, l’Onlus Mosi Cicala e altri vanno due o tre volte l’anno in Benin. Però
resta molto da fare per rivitalizzare il sistema sanitario sia pubblico che privata in Benin.
E’ stato sufficiente arrivare a Zinviè, il villaggio in cui si trova l’ospedale camilliano La Croix che
ci ospita, essere investita dai colori e dai suoni del posto e della gente, per vincere alcune perplessità
iniziali sull’effettiva possibilità per me, che non sono un medico, di fornire un qualche contributo a
questa causa
ho fornito il mio modesto aiuto all’infinita serie di opere svolte sul territorio da Elio, uomo di una singolare generosità e capacità organizzativa che riesce a compiere le sue imprese migliori, grazie anche
a qualche picco di follia Lariam-indotto. Seguire Elio nei villaggi è un’esperienza che arricchisce di
per sé. Poi un giorno, mi sono imbattuta , quasi per caso (dovevo rintracciare 2 bambini che avevo
fatto adottare a distanza), nell’orfanotrofio di Pahù, gestito da madame Pulcheriè, una donna locale
che riesce a gestire 101 bambini (dai 2 ai 18 anni) in una maniera, a mio avviso, straordinaria. Il giorno stesso in cui ho messo piede per la prima volta a Pahù ho compreso di aver trovato la mia giusta
causa. Questi bambini vivono in condizioni di estrema miseria, molti di loro dormono insieme nella
stessa stanza su tappeti posti sul pavimento, solo in alcune stanze ci sono letti, non hanno un bagno,
la dispensa è spesso vuota eppure, grazie a quella che la signora Pulcheriè chiama la “Provvidenza”,
sono tutti in buono stato di salute. L’emozione forte che si prova in questo posto speciale è dovuta al
sorriso di questi bambini che contrasta con la loro storia e con la miseria in cui vivono. Tutti i bambini
vanno a scuola e i più grandi vengono iniziati ad alcune attività lavorative per prepararli ad affrontare
il mondo esterno. Madame Pulcheriè si arrangia in vari modi per mantenere in vita questo orfanotrofio,
con alcune entrate derivanti dalle rette scolastiche di bambini esterni, coltivando alcuni campi limitrofi
e vendendo oggetti di artigianato fatti dalle mani dei suoi piccoli ospiti e, nei momenti più neri , ricorrendo all’elemosina. Poi ci sono gli aiuti dei benefattori che purtroppo, non sono continui. E’ un posto
che merita ogni forma di aiuto
Nello scorso maggio 2012 è stato compiuto il primo passo ed è nata la convenzione tra l’Università
Federico II e l’Università di Abomey-Calavì, grazie alle firme dei due rispettivi Rettori Massimo Marrelli e Brice Sinsin (foto), che si prefigge diversi obiettivi, quali scambi di studenti e docenti, sviluppo
di progetti di interesse comune, organizzazione di seminari, workshop ecc. All’interno di questo agreement è auspicabile che le diverse Facoltà/Dipartimenti della Federico II sviluppino progetti specifici.
Enrico ha già incontrato, nel corso della stessa missione, il Preside della Facoltà di Medicina (nome
cognome), con il quale sta concordando progetti nell’area medica.
Sono tornato ogni anno a Gbemontin,con equipe vecchie e nuove,perché il nostro mondo conoscesse
la storia di questa Suora francescana che ha dato vita ad un ospedale dove nessuno paga e nessuno
è rifiutato (avrebbe solo 150 posti letto,ma fa in modo da trovare asilo anche per 300). Lavora 15
ore al giorno,collaborata da altre 3 religiose e 38 laici,in maggioranza infermieri. Cura l’ulcera di
Buruli,la nuova lebbra della quale è tra i massimi esperti al mondo,la malaria,le perforazioni da tifo,le
ustioni gravi,i traumi stradali della regione. Lavora e prega,e le due cose sono il lei ed in P. Christian
36 www.ordinemedicibenevento.it
del tutto indistinguibili.-il 6 ottobre 2009 la Università Federico II di Napoli
le ha attribuito la laurea honoris causa in medicina e chirurgia;-Nel 2011 e
nel 2012 ho avuto la gioia insieme a Marisa,Maria,Umberto, Mario e Maurizio di attivare con Sr Julia un programma di alta chirurgia. Abbiamo lavorato
insieme,operando nella carità e cercando,nella scia di Sr Julia,di applicare il
Vangelo. Le abbiamo insegnato alcune cose,ne abbiamo imparate altre,ben più
preziose. Enrico di Salvo
Sono stata in Benin la prima volta nel 2007, spinta dal desiderio di conoscere
e sentire sulla mia pelle l’emozione africana, di cui tanto mi aveva parlato
Enrico, che da ormai molti anni trova in quei luoghi serenità e pace interiore.. Animata da tanta buona
volontà e dall’irrequietezza che mi caratterizza, mi sono impegnata nelle più svariate attività, dall’organizzazione dei farmaci nella farmacia dell’ospedale, alle adozioni a distanza,. Ormai sono alla quinta
missione in Benin. Durante i primi anni, sono stata distratta e appagata da tutte queste attività ma in
fondo sentivo di dover e poter fare qualcosa di più per aiutare questo Paese, mettendo a servizio della
causa la mia competenza. Sono un ricercatore della Facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli e mi
occupo di tecnologie dell’allevamento animale. Il Benin è uno dei Paesi più poveri del mondo, con una
grave carenza di proteine di origine animale, quali carne e soprattutto latte. Così, durante le uscite nel
territorio, ho maturato la decisione di impegnarmi in progetti per sviluppare l’allevamento animale e
mi sono resa conto che in quelle condizioni territoriali e climatiche la specie che meglio si adatta è il
bufalo domestico. Il bufalo è infatti un animale di origine tropicale che riesce ad esprimere il proprio
potenziale produttivo anche in condizioni sfavorevoli ad altre specie. Ancora una volta il caso ha
dato una svolta alla vicenda perché ad un congresso internazionale ho incontrato un amico brasiliano, il quale mi ha parlato di un docente beninese, della Facoltà di Abomey-Calavì che aveva fatto un
post-dottorato con lui qualche anno prima. Durante la spedizione del 2011 ho contattato ed incontrato
questo collega beninese, il prof Armand Gbangboche, che ha abbracciato con entusiasmo l’idea del
“progetto bufalo in Benin”. A questo punto, allo scopo di ufficializzare questa collaborazione e di poter
più facilmente accedere a finanziamenti destinati a Paesi africani, ho maturato la convinzione che il
primo step dovesse consistere nella stipula di una convenzione tra le due Università.
Difficile raccontare in breve la mia esperienza nel Centro Gbemontin di Zagnanado. Proverò a farlo
in sintesi telegrafica: ho conosciuto S. Julia 12 anni fa,e con lei il P. Christian. Ero con altri, abbiamo
capito subito che ci trovavamo di fronte e due veri Santi.
NON ERO NATO QUANDO ALCUNI MISSIONARI CAMILLIANI
DECISERO DI FONDARE NEL CUORE DELL’AFRICA NERA
QUELLO CHE OGGI SI CHIAMA “LA CROIX”…L’OSPEDALE “LA CROIX”.
DESCRIVERLO NON E’ POSSIBILE. UN POSTO COSI’, VA VISSUTO.
VA VISSUTO ATTRAVERSO LA COMUNITA’ CAMILLIANA,
CONDIVIDENDONE GIOIE, PROGETTI, RISULTATI E DIFFICOLTA’.
VA VISSUTO ATTRAVERSO IL LAVORO CHE DA 30 ANNI OLIVIER,
UNICO CHIRURGO, SVOLGE.
VA VISSUTO ATTRAVERSO LA DEDIZIONE DI BENOIT,
DI FATTO NON PIU’ INFERMIERE MA ANESTESISTA.
VA VISSUTO ATTRAVERSO TUTTI GLI AMICI E COLLEGHI
CHE HANNO VOLUTO, IN QUESTI ANNI, PRESTARE LA LORO OPERA
PER FAR NASCERE UNA NUOVA VITA
O PER EVITARE CHE NE FENISSE UN’ALTRA
O ANCORA PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DELL’OSPEDALE.
VA VISSUTO ATTRAVERSO LO SGUARDO DI TUTTI COLORO
CHE ENTRANO A LA CROIX PER AVERE CURE,
ASSISTENZA, SOLLIEVO O PIU’ SEMPLICEMENTE UNA SPERANZA…
Sannio Medica n. 1/2 2012
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Una grande novità in arrivo sul sito web dell’Ordine dei Medici
e degli Odontoiatri di Benevento:
l’inserimento e l’aggiornamento dei propri dati direttamente via Internet
Cari Colleghi,
il sito dell’Ordine si arricchisce ancora di funzionalità, grazie allo sforzo congiunto
del Consiglio e di Neikos, la società che ne gestisce tecnicamente lo spazio web.
Benché già da tempo esista un’area riservata agli iscritti, dove è presente la
possibilità di consultare verbali di sedute del Consiglio e bilanci consuntivi e di
previsione, i propri dati presenti in archivio e soprattutto la bacheca per annunci
che ciascun iscritto può utilizzare, solo pochi di Voi attualmente usufruiscono di
tale servizio, probabilmente per la riluttanza a doversi iscrivere a tale area.
Abbiamo così pensato di rendere più semplice ed immediata la procedura e
soprattutto di fornire la possibilità di inserire ed aggiornare i propri dati personali
e di carriera direttamente via Internet.
Tutti i vecchi utenti registrati saranno “cancellati d’ufficio” e al tempo stesso tutti
gli iscritti all’Ordine di Benevento si troveranno iscritti anche al sito.
Sarà poi compito della Segreteria fornire ad ogni iscritto le proprie credenziali di
accesso.
Attraverso l’accesso alla propria area riservata e in particolare alla nuova sezione
“Account”, ciascun iscritto potrà tenere aggiornati tutti i propri dati (ad esclusione
di quelli il cui aggiornamento è riservato alla Segreteria come ad esempio la
sezione “Albo”).
Ogni Collega Medico od Odontoiatra, mediante semplicissime ed intuitive finestre
apribili con un “click”, potrà pertanto aggiornare i propri dati anagrafici, il
domicilio, i recapiti, la formazione ed i titoli di abilitazione e specializzazione,
competenze, master e qualifiche via via conseguiti nel corso della carriera
professionale, controllare il proprio codice ENPAM, le cariche ricoperte in seno
al Consiglio dell’Ordine. Inoltre, previo consenso, si potranno avere via e-mail le
notizie pubblicate sul sito.
38 www.ordinemedicibenevento.it
La riservatezza delle informazioni inserite è garantita dai sistemi di sicurezza che
Neikos adopererà sui propri server. Le informazioni inserite saranno ovviamente
vagliate dalla Segreteria per la loro validazione.
Tale innovazione, che non ha riscontri in altri Ordini d’Italia, consentirà non solo
una maggiore completezza ed utilizzabilità dell’archivio ordinistico, ma soprattutto
di realizzare nuove iniziative sul sito ed attraverso il sito, onde consentire una più
capillare ed efficace comunicazione di notizie, eventi, informative, corsi ECM ecc.
Inoltre una “fotografia” degli iscritti può certamente aiutare il Consiglio a venire
incontro alle esigenze della categoria.
Particolarmente importante è poter acquisire l’indirizzo aggiornato ed attivo di
posta elettronica di tutti e che ciascuno di Voi attivi la propria casella di posta
elettronica certificata (PEC) distribuita gratuitamente a tutti gli iscritti, ricordando
che la sua attivazione è un obbligo di Legge per tutti gli iscritti agli Ordini
professionali.
Sannio Medica n. 1/2 2012
39
ATTIVITÀ DEL CONSIGLIO DIRETTIVO anno 2012
Consiglio Direttivo 24 Gennaio 2012
Sono presenti i Dottori: Vincenzo Luciani, Alberico D’Auria,
Luca Milano, Carmine Chiusolo, Caterina Casale, Luciana
Ciannella, Ludovico Coretti, Pasquale Grimaldi ,Giovanni
Pietro Ianniello, Carlo Iannotti, Maurizio Iazeolla ,Teresa
Melillo,Federico Rosa.
Il consiglio ha deliberato: Approvazione del verbale del
Consiglio precedente,variazione degli Albi, concessioni patrocini a manifestazioni, pubblicità sanitaria.
Il Presidente illustra al Consiglio le problematiche ENPAM.
Il Consigliere Segretario illustra al Consiglio un progetto di
corsi ECM che viene approvato.
Si da mandato al Presidente e al Consigliere segretario per
gli adempimenti della contrattazione decentrata del personale.
Consiglio Direttivo 28 Febbraio 2012
Sono presenti i Dottori: Vincenzo Luciani, Alberico D’ Auria, Luca Milano, Caterina Casale, Luciana Ciannella, Pasquale
Grimaldi , Carlo Iannotti, Maurizio Iazeolla ,Flavio Quarantiello ,Federico Rosa.
Il consiglio ha deliberato: Approvazione del verbale del
Consiglio precedente ,variazione degli Albi, concessioni patrocini a manifestazioni, pubblicità sanitaria.
Il Consiglio delibera la decorrenza della sospensione
dall’esercizio professionale del Dott. XX dal 16/04/2012 al
15/10/2012.
Si iscrivono nell’elenco dei Medici esercenti le medicine
complementari i dott.ri. Luigi Coppola, Vincenzo Dragone,
Ido Sarracco, Giacomo De Cunto.
Consiglio Direttivo 2 Aprile 2012
Sono presenti i Dottori: Vincenzo Luciani, Alberico
D’Auria, Luca Milano, Carmine Chiusolo, Caterina Casale,
Luciana Ciannella, Ludovico Coretti, Francesco Cusano ,
Mario Di Gennaro, Pasquale Grimaldi,Giovanni Pietro Ianniello, Carlo Iannotti, Maurizio Iazeolla ,Teresa Melillo,Flavio
Quarantiello,Federico Rosa, Giovanni Moleti.
Il consiglio ha deliberato: Approvazione del verbale del
Consiglio precedente ,variazione degli Albi, concessioni patrocini a manifestazioni, pubblicità sanitaria.
40 www.ordinemedicibenevento.it
Il Presidente relaziona su l’incontro avuto con il Governatore
della Regione Campania Dott. Caldoro ( Tavolo istituzionale
permanente).
Il Consiglio Approva il Bilancio Consuntivo 2011 e Preventivo 2012.
L’assemblea Ordinaria degli iscritti viene fissata per il giorno
28 aprile 2012.
Consiglio Direttivo 15 Maggio 2012
Sono presenti i Dottori: Vincenzo Luciani, Alberico D’ Auria,
Luca Milano, Carmine Chiusolo, Caterina Casale, Ludovico
Coretti, Francesco Cusano , Mario Di Gennaro, Pasquale
Grimaldi,Giovanni Pietro Ianniello, Carlo Iannotti,Teresa
Melillo,Flavio Quarantiello,Federico Rosa, Giovanni Moleti.
Il consiglio ha deliberato: Approvazione del verbale del
Consiglio precedente ,variazione degli Albi, concessioni patrocini a manifestazioni, pubblicità sanitaria.
Il Presidente comunica che la Regione Campania con decreto n. 33 del 20/03/2012 ha deliberato il monitoraggio informatizzato delle prescrizioni farmaceutiche e di assistenza
specialistica, comunica inoltre che in merito all’esposto presentato dal Dott. XX nei confronti del Dott. XX ha richiesto
delucidazioni ai medici coinvolti nella vicenda TBC presso l’
A.O Rummo Benevento.
Il Presidente comunica che la CCEPS ha respinto il ricorso
presentato dal Dott. XX avverso il procedimento disciplinare
comminato dalla commissione degli Odontoiatri, e il Consiglio delibera di stabilire la decorrenza della sospensione
dall’esercizio professionale di Odontoiatra del Dott. XX dal
01/07/2012 al 30/07/2012.
Si Aderisce al protocollo d’Intesa ANTA ( Associazione Nazionale Tutela Ambiente) e viene nominato referente ordini
stico il Consigliere Dott. Giovanni Pietro Ianniello.
Si iscrivono nell’elenco dei Medici esercenti le medicine
complementari i Dott.ri. Vincenzo De Paola, Francesco De
Paola
Viene deliberata la sospensione dall’esercizio professionale
della Dott.ssa XX.
Consiglio Direttivo 22 Maggio 2012
Sono presenti i Dottori: Vincenzo Luciani, Alberico D’Auria,
Luca Milano, Carmine Chiusolo, Ludovico Coretti, Francesco
Cusano , Mario Di Gennaro, Pasquale Grimaldi,Giovanni Pietro Ianniello, Carlo Iannotti, Flavio Quarantiello,Federico Rosa,
Il consiglio ha deliberato: Il Presidente, ricostruisce gli
eventi relativi alla vicenda TBC presso l’A.O Rummo di
Benevento, presentando l’intero dossier contenente tutti
gli articoli di stampa e le dichiarazioni dei professionisti interessati. Conclude il suo intervento ritenendo opportuno
per il consiglio, saper attendere le valutazioni delle altre
istituzioni chiamate in causa come la Procura e la Commissione Parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario, al fine di definire nel dettaglio il reale svolgimento
dei fatti. Il consiglio decide all’unanimità di consegnare
possibilmente in tempi brevi l’intera documentazione all’
Avv. Diego Perifano e agli Avvocati della FNOMCeO per ascoltare il loro parere prima di avviare il lavoro della Commissione Medica.
Il consiglio ha deliberato di accettare la resistenza in giudizio al ricorso ex art. 700. CPC promosso dal Dott. XX e
affida l’incarico all’ Avv. Perifano.
Consiglio Direttivo 19 Giugno 2012
Sono presenti i Dottori: Vincenzo Luciani, Alberico
D’Auria, Luca Milano, Caterina Casale,Ludovico Coretti, Mario Di Gennaro, Pasquale Grimaldi , Carlo Iannotti,Teresa
Melillo ,Federico Rosa, Giovanni Moleti.
Il consiglio ha deliberato: Approvazione del verbale del
Consiglio precedente ,variazione degli Albi, concessioni
patrocini a manifestazioni, pubblicità sanitaria.
Il consigliere Dott. Moleti chiede la convocazione di un
consiglio monotematica riferito al Bilancio ENPAM.
Vicenda TBC Benevento:
Il Presidente informa il Consiglio riguardo il colloquio avuto in giornata con i genitori della bambina in questione.
Il Consiglio, dopo un attenta discussione generale, elabora
un comunicato stampa.
Si iscrive la Dott.ssa Di Gregorio Renata nel registro degli
esercenti le MNC.
Consiglio Direttivo 19 Luglio 2012
Sono presenti i Dottori: : Vincenzo Luciani, Alberico
D’Auria, Luca Milano, Carmine Chiusolo ,Ludovico Coretti, Francesco Cusano, Pasquale Grimaldi , Carlo Iannotti,
Maurizio Iazeolla , Federico Rosa.
Il consiglio ha deliberato: Approvazione del verbale del
Consiglio precedente ,variazione degli Albi, concessioni
patrocini a manifestazioni, pubblicità sanitaria.
Il Presidente comunica che il 24 novembre 2012 l’Ordine
ospiterà il nuovo Presidente dell’ ENPAM, Dott. Alberto
Oliveti, tra Ottobre-Novembre 2012 l’Ordine organizzerà
il II appuntamento ECM “Incontri all’Ordine” dedicato alla
Medicina Difensiva.
Il Presidente informa il Consiglio in merito alle recenti
evoluzioni del caso TBC a Benevento e di essere stato nominato referente osservatorio Regionale ECM in rappresentanza degli Ordini campani.
IL Presidente illustra alcune proposte di convenzioni assicurative di diverse compagnie, ma avendo appreso in
data odierna che la scadenza per l’assicurazione obbligatoria RCP è stata prorogata di un anno, rinvia questo punto
dell’ordine del giorno.
Si iscrive nell’elenco dei medici esercenti le MNC. la Dott.
ssa Russo Claudia.
Consiglio Direttivo 18 settembre 2012
Sono presenti i Dottori: : Vincenzo Luciani, Alberico
D’Auria, Luca Milano, Carmine Chiusolo, Caterina Casale,
Luciana Ciannella, Francesco Cusano , Pasquale Grimaldi
, Carlo Iannotti, Maurizio Iazeolla ,Teresa Melillo ,Federico
Rosa, Giovanni Moleti.
Il consiglio ha deliberato: Approvazione del verbale del
Consiglio precedente ,variazione degli Albi, concessioni
patrocini a manifestazioni, pubblicità sanitaria.
Il consigliere segretario Dr. Luca Milano comunica al Consiglio che il giorno 10/11/2012 si terrà un convegno dal
titolo:
”Medicina Difensiva: allarmante fenomeno del terzo Millennio” in occasione degli “Incontri all’Ordine” secondo
corso di aggiornamento.
IL Presidente comunica che per quanto riguarda l’indennità
di presenza ,la delibera deve essere inviata in Federazione
per avere l’autorizzazione con la data del Consiglio in cui
è stata approvata.
Si prende atto della composizione di Forme associative
dell’assistenza primaria - Medicina in Rete .
Sannio Medica n. 1/2 2012
41
Variazioni agli Albi
dal 21/09/2011 al 28/09/2012
ALBO MEDICI - CHIRURGHI
Nuove Iscrizioni: ANGRISANI DEBORA, BOLOGNA ADA,CASTELLO ANGELO,CILENTI GIUSEPPINA,
D’ASSISI DOMENICO, DE SANTIS GIOVANNA, DI GIOIA ADELE, FALATO EMMA, FERRO MILENA, ,
GIALLONARDO VINCENZO, GIORDANO GIUSEPPINA, IANNELLA GIANNICOLA, IORILLO MARIAILARIA ,LEONE MARIA BARBARA, LICCIARDI LUCA, MAURO ERMINIO, MOSCATIELLO MARIO, NAPOLITANO ANTONELLA, PARENTE ANTONIO ,PARRELLA MARIAGRAZIA, PETRUCCI CARMINE, PIROZZI
ELISABETTA, PIROZZOLO GIANCARLO,PIROZZOLO GIOVANNI, SPAGNOLETTI ILARIA, TRAVAGLIONE
CARMEN ,VICARIO TOMMASA, VILLACCIO GIUSEPPE ,ZEPPA LUCIA
Iscrizioni per trasferimento: FORMIGLI DARIO, MIELE MARIAPIERA, PACELLA GEMMA MARIA TERESA,
PAPA VINCENZA, RENZO GIUSEPPE
ALBO ODONTOIATRI
Nuove Iscrizioni: MECCARIELLO ARMANDO, MOSTACCIUOLO STEFANO.
Ci hanno lasciato
Dott. Angelino Iadanza
Dott. Maria Pina Iannucci
Dott. Nicola Marotta
Dott. Carmine Mastrocinque
Dott. Giuseppe Merone
L’Ordine informa
Al fine di un corretto funzionamento degli Uffici dell’ordine, i Sigg. Medici sono pregati di segnalare eventuali modifiche intervenute
N.B. Da compilare in stampatello e spedire alla segreteria dell’Ordine o
tramite e-mail all’indirizzo [email protected] o consegnare personalmente
agli uffici della segreteria (da allegare fotocopia documento di identità)
MODELLO PER LE VARIAZIONI ALL’ALBO
DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERTIFICAZIONE
(Art. 46 T.U.-DPR 28 dicembre 2000 n. 445)
I COLLEGHI
SCRIVONO…
Il Dott._______________________________________
nato a________________________________________
il____________________________________________
recapiti telefonici_______________________________
COMUNICA
di aver cambiato indirizzo
E’ possibile inviare lettere
al Presidente su argomenti di
carattere medico, scientifico o
deontologico, presso la segreteria dell’Ordine Viale Mellusi,168
- 82100 Benevento o alla mail
[email protected] pubblicazione avverrà a giudizio insindacabile del Comitato di Redazione
e comunque il materiale inviato
non verrà restituito.Il C.d.R. si
riserva di apportare, se necessario, modifiche editoriali.
dalla via__________________________n._______
città____________________________________
alla via__________________________n._______
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eventuali titoli di specializzazione e/o Libera Docenza
(è indispensabile allegare il certificato rilasciato dall’Università)
consapevole delle responsabilità e delle pene stabilite dalla Legge per false
attestazioni e mendaci dichiarazioni, sotto la propria personale responsabilità
( art.76 T.U. DPR 28 dicembre 2000 n. 445)
data_____________
firma_____________________________
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EMANATO SULLA BASE DI DICHIARAZIONI NON VERITIERE
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MEDICI DISPONIBILI
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ABATE PIERA – Via Cervinara,19/c- Montesarchio0824/835467- 338/8998666 Medicina Generale
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DE PASCALE Gennaro – Piazza della costituzione 4 –
S.Giorgio del Sannio ( BN ) – 320 8998173 – Medicina
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DE SANTIS Giovanna – Via A. Manzoni 50- S. Giorgio
del Sannio (BN) – 3664853686- Medicina Generale
DE SISTO Pasquale– Via Marcello Amoriello - Airola
(BN)0823711738-3476276381-3386193134Medicina Generale
CAMERLENGO Annalisa- Via Ospedaletto- s. Martino
Sannita- 3492565243-Medicina Generale
DI DONATO Samantha- Via G. D’Annunzio ,2 Benevento 0824/3 10409- 3 33/6645604- Medicina
Generale
CATALANI Giacomo Maria – Via Surripe, 47 – San
Lorenzello- 0824/860496 -320/7863729-Medicina
Generale
DI FABRIZIO Laura- Via Mario Rotili,150 –Benevento
3479096670 – 3204019848-0755728629- Medicina
Generale
CAROLLA SERENA – Trav. Trieste e Trento Benevento- 0824/25326- 347/7027607-Medicina
Generale
DI IORIO Walter - Via Ariella- Paduli 0824/928963/5 –
320/43 863 02 - Medicina Generale
CAROPRESO Maria- Viale S. Lorenzo,45 Benevento
0824/28007-338/8812868 – Pediatria
CARPENTIERI Emanuela- C.da Piano Cappelle
-Benevento 0824/51446-349/4145399 – Medicina
Generale
COGNETTI Mariagrazia Via Rimembranza, 20
Melizzano – 0824/944043-339/3266209 Medicina
Generale
CRISCI Vincenzina Via S. Andrea,2 Paolisi0823/950958-349/7375509 Medicina Generale
D’AGOSTINO Daniele- Piazza Piano,2 Fraz. Perrillo
– 0824/981618- 3277898570- Medicina Generale
(Mesi Estivi)
D’AGOSTINO Melania- Via Friuni,184 Tocco Caudio
– 0824/888259- 3407763556- Medicina Generale
-Pediatria
D’AMBROSIO Giovanna – Via Corte ,97- Arpaia (BN)
347/4775237- Medicina Generale- Pediatria.
D’AVINO Fulvio – Via A. De Gasperi, 14 – S. Angelo a
Cupolo 328/3512093 - Medicina Generale
DE BLASIO Venere – Via A. Einstein, 14 – Benevento
0824/311846- 320/6163075 – Medicina Generale
DE IESO Carmine – Contrada Fontanelle, 71 –Pago
Veiano (BN) 0824/987128- 320/1479829 – Medicina
Generale
DE LUCA Maria – Via Concezione Monte, 15 – Mirabella
Eclano (AV) 081/592216 – 333/7688539 – Medicina
Generale
DE LUCIA Silvio- Via Roma,7 – Telese Terme (BN)
0824/941237 – 3891888118- Medicina Generale
DI RESTA Mario -Trav. Rocco Ranaldo- Paduli (bn) Cell
. 320/6952779- Medicina Generale
ERRICO Giovanna- Via Ponte Piano (Calvi) Tel.
334/3088919 Medicina Generale
EURO Giovanni - Via Di Mezzo, 16 Pontelandolfo (BN)
Tel. 3 39/6420437- 0824/851150- Medicina Generale
EVANGELISTA Laura Via Innocenzo Polcari, 7Benevento 0824/42588-339/6687579 – Medicina
Generale
FACCHIANO Carolina Via Napoli (C.da Epitaffio) Benevento 33 9/2625669 0824/63470 – Medicina
Generale
FALATO Claudette Via delle Puglie, 28/I - Benevento
348/567893 7 – Medicina Generale
FALATO Emma Via Massarelli, , 10 – Telese Terme
(BN)328/5413344 – Medicina Generale
FELEPPA Cosimo – C.da Ciancelle – Benevento
335/7426434 - Medicina Generale
FESTA Gabriella- Via Alessandro da Telese,1 Telese
Terme (BN) – 0824/976963- 3289130513- Medicina
Generale - Pediatria
FIORE Mena Daniela- Viale della Vittoria,1 1 Cautano
0824/880662-3395707411- Medicina generale
GALLO Maria - Viale dell’Università , 9 Benevento–
347/8514416 - Medicina Generale
GIAMATTEI Rosa Maria – Via Pugliano , 2 82011
Castelvenere-339/6062614- 3460808911- Medicina
Generale- Pediatria
GRIECO Angelo - Viale Rimembranza, 34 San
Lorenzello (BN)- Tel. 329/7150407-393/7150407
0824/815174 Medicina Generale-
Sannio Medica n. 1/2 2012
43
CORSI E CONVEGNI RESIDENZIALI ECM
che si svolgeranno in provincia di Benevento
NOVEMBRE - 2012
GUARRIELLO Vincenzo - Via Eduardo de Filippo,1
Benevento- 338/2015618 Medicina Generale
MICELI Carlo – Viale Mellusi, 82 – Benevento
0824/315495- 349/3613068 - Medicina Generale
IAVASILE Danila – Via le Atlantici- Benevento
–328/1236423- 0824/316701 Medicina Generale
MOSCATIELLO Mario- Via Marmorale 32- Benevento3922034983- Medicina Generale
IORILLO Mariailaria – Via Francesco Flora -Benevento
–339 1443610- 0824/310649 Medicina Generale
NAPOLI Giuseppina – Via Mons. Luigi Sodo, 13- Telese
Terme (BN) –0824/941075– 338/4930873 Medicina
Generale
IZZO Antonio- Via Roma , 37- Arpaia (BN)
–0823/950280- 388/1752259 Medicina Generale
LA PECCERELLA CAMMAROTA Paola – Via N.
Calandra, 3 – Benevento- 0824/310726 – 3394622135
– MedicinaGen.
LEONE Roberto – Via V. Giangregorio , 14 – Apice (BN)
–0824/952573 – 320/30579 12 - Medicina Generale
MANGANELLI Angela –Via Aldo Moro, 89– S. Giorgio
del Sannio (BN) 0824/4989 1 – 347/6345945
-Medicina Generale
MARENNA Annamaria- Via Fontanavecchia,52 –
Faicchio- 0824/863508- 329/02955 14- Medicina
Generale
NUZZO Eugenia- Via Asilo Infantile,23- Luzzano di
Moiano (BN)- 0823713125- 3492818786- Medicina
Generale
NAPOLITANO Vincenzo – Via Variante n. 8 – Moiano
0823/711855 347/8113751 – Medicina Generale
ONOFRIO Luciano - Via Provinciale, 74 – Faicchio
0824/863611 – 338/4009643 - Medicina Generale
PACELLI Erika – Via Dante Alighieri – Telese Terme
(BN) – 333/4249059 - Medicina Generale
PALMIERI Adriano - Via Ceci, 14 – Faicchio 0824/863335
– 347/8243481 - Medicina Generale
MARTORI Maria Grazia – Via A. De Gasperi, 14 – S.
Angelo a Cupolo 328/3512093 - Medicina Generale
PALMIERI ROSALINDA – Via San Giovanni, 44Cusano Mutri – 0824/862349- 347/96 12454 Medicina
Generale
MATALUNI Gianpasquale- Corso Caudino, 52 –
Airola (BN) 0823/7 12660 – 347/8855697- Medicina
Generale- Pediatria
PANZA Giuseppe – Via Parallela SS 87 – Guardia
Sanframondi 0824/864279- 349/4239737 - Medicina
Generale
MAZZONE Maria- Via Armando Diaz,67- Castelpoto
(BN) 082459328- 3487631378- Medicina GeneralePediatria
PARENTE Antonio–Viale Sant’Angelo,23– S. Salvatore
Telesino (BN)–0824/841133-388/8460663 –Medicina
Generale
MECCARIELLO Gabriella – Via Asilo, 62– Moiano (BN)
- 0823/711857 – 340/3 005934 - Medicina Generale
–Pediatria
PASCUCCI Riccardo – Viale M. Rotili, 1 – Benevento
338/9841102 - Medicina Generale
MECCARIELLO Luigi – Via Variante Caudina, 6–
Moiano (BN) - 0823/713864– 340/3299419574 Medicina Generale -Pediatria
MECCARIELLO Pierfrancesco – Via Marchetiello, 78–
Montesarchio - 33 1/3438844 - Medicina Generale
MELILLO Raffaella – Piazza Mercato, 2- S. Croce del
Sannio (BN) –0824/9503 78 – 347/6591828 Medicina
Generale
PETRUCCI Carmine – Via Fabio Massimo, 15 –
Faicchio 333/1665705 - Medicina Generale
PIROZZI Elisabetta . -Corso Montella , 35 – Airola0823/711234 – 3335209150 Medicina GeneralePediatria
PORCARO Selene – Via Stazione, 37 – Ceppaloni(BN)
0824/55126 – 333/4670104 Medicina Generale
MEZZA Teresa – Via Delle Pigne, 1– Melizzano (BN)
328/69903 69 – Medicina Generale
Su ogni numero del bollettino saranno pubblicati i nominativi dei Medici disponibili ad effettuare sostituzioni.
Coloro che sono interessati ad essere inseriti nell’elenco possono contattare la Segreteria dell’Ordine telefonicamente o tramite e-mail.
Medici - Eventi formativi
Titolo del programma formativo
LE AFFEZIONI RESPIRATORIE: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA
Comune BENEVENTO
Indirizzo VIA DELL’ANGELO, 1
Luogo Evento AZIENDA OSPEDALIERA “G. RUMMO”
Data: 07-09/11/2012
Discipline MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO; MEDICINA INTERNA; ANESTESIA E
RIANIMAZIONE;
E-Mail [email protected]
Telefono 082423156
Titolo del programma formativo
PROMOZIONE DELL’ALLATTAMENTO AL SENO
Comune BENEVENTO
Indirizzo VIA DELL’ANGELO, 1
Luogo Evento AZIENDA OSPEDALIERA “G. RUMMO”
Data: 08-09/11/2012
Discipline NEONATOLOGIA; PEDIATRIA; GINECOLOGIA E OSTETRICIA;
E-Mail [email protected]
Telefono 082457730
Titolo del programma formativo
DIAGNOSTICA DELLE ALTERAZIONI DELLA COAGULAZIONE CON TECNICHE POINT OF
CARE. CORSO HANDS-ON E ALGORITMI DECISIONALI
Comune BENEVENTO
Indirizzo VIA DELL’ANGELO, 1
Luogo Evento AZIENDA OSPEDALIERA “G. RUMMO”
Data: 08/11/2012
Discipline EMATOLOGIA; MEDICINA E CHIRURGIA DI ACCETTAZIONE E DI URGENZA;
MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE; MEDICINA INTERNA; PEDIATRIA; CHIRURGIA GENERALE; CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE; CHIRURGIA PEDIATRICA; CHIRURGIA PLASTICA
E RICOSTRUTTIVA; CHIRURGIA TORACICA; CHIRURGIA VASCOLARE; NEUROCHIRURGIA;
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA; ANESTESIA E RIANIMAZIONE; MEDICINA TRASFUSIONALE; RADIODIAGNOSTICA; MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA);
E-Mail [email protected]
Telefono 051230385
N.B. L’elenco aggiornato è consultabile sul sito web all’indirizzo www.ordinemedicibenevento.it
44 www.ordinemedicibenevento.it
Sannio Medica n. 1/2 2012
45
Titolo del programma formativo
GLI STRUMENTI PER LA PREVENZIONE E LA DIAGNOSI DELLA BPCO IN MEDICINA GENERALE: LA LOTTA AL TABAGISMO,LA SPIROMETRIA
Comune GUARDIA SANFRAMONDI
Indirizzo PIAZZA CONDOTTI
Luogo Evento SALA DIDATTICA ISTITUTO SANTA MARIA DELL’ASSUNTA
Data: 10/11/2012
Discipline MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA); CONTINUITÀ ASSISTENZIALE;
E-Mail [email protected]
Telefono 082424244
Titolo del programma formativo
LA SCLEROSI MULTIPLA E LA DISABILITÀ
Comune BENEVENTO
Indirizzo VIALE ANTONIO MELLUSI, 168
Luogo Evento ORDINE PROVINCIALE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
Data: 15/11/2012
Discipline MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE; NEUROLOGIA; MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA);
E-Mail [email protected]
Telefono 082424652
Titolo del programma formativo
MALATTIA DI PARKINSON E MALATTIA DI ALZHEIMER: PROBLEMATICHE TERAPEUTICHE,
ASSISTENZIALI E RIABILITATIVE
Comune BENEVENTO
Indirizzo VIALE ANTONIO MELLUSI, 168
Luogo Evento ORDINE PROVINCIALE DEI MEDICI CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI
Data: 22/11/2012
GERIATRIA; MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE; MEDICINA INTERNA; NEUROLOGIA; MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA);
E-Mail [email protected]
Telefono 082424652
Titolo del programma formativo
SCOMPENSO CARDIACO : DALLE LINEE GUIDA ALLA PRATICA CLINICA QUOTIDIANA
Comune BENEVENTO
Indirizzo CORSO GARIBALDI, 147
Luogo Evento PALAZZO PAOLO V
Data: 23/11/2012
Discipline CARDIOLOGIA; GERIATRIA; MEDICINA INTERNA; CARDIOCHIRURGIA; CHIRURGIA GENERALE; MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA);
E-Mail [email protected]
Telefono 08231872261
46 www.ordinemedicibenevento.it
Titolo del programma formativo
I NUOVI FARMACI NEL TRATTAMENTO DEL TUMORE DEL COLON AVANZATO: ATTUALITÀ
E PROSPETTIVE FUTURE
Comune SAN NICOLA MANFREDI
Indirizzo CONTRADA MONTEBELLO
Luogo Evento IL BORGO DEGLI ANGELI
Data: 23/11/2012
Discipline
ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA CLINICA; ANGIOLOGIA; CARDIOLOGIA; DERMATOLOGIA E VENEREOLOGIA; EMATOLOGIA; ENDOCRINOLOGIA; GASTROENTEROLOGIA;
GENETICA MEDICA; GERIATRIA; MALATTIE METABOLICHE E DIABETOLOGIA; MALATTIE
DELL’APPARATO RESPIRATORIO; MALATTIE INFETTIVE; MEDICINA E CHIRURGIA DI ACCETTAZIONE E DI URGENZA; MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE; MEDICINA INTERNA;
MEDICINA TERMALE; MEDICINA AERONAUTICA E SPAZIALE; MEDICINA DELLO SPORT;
NEFROLOGIA; NEONATOLOGIA; NEUROLOGIA; NEUROPSICHIATRIA INFANTILE; ONCOLOGIA; PEDIATRIA; PSICHIATRIA; RADIOTERAPIA; REUMATOLOGIA; CARDIOCHIRURGIA;
CHIRURGIA GENERALE; CHIRURGIA MAXILLO-FACCIALE; CHIRURGIA PEDIATRICA; CHIRURGIA PLASTICA E RICOSTRUTTIVA; CHIRURGIA TORACICA; CHIRURGIA VASCOLARE;
GINECOLOGIA E OSTETRICIA; NEUROCHIRURGIA; OFTALMOLOGIA; ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA; OTORINOLARINGOIATRIA; UROLOGIA; ANATOMIA PATOLOGICA; ANESTESIA E RIANIMAZIONE; BIOCHIMICA CLINICA; FARMACOLOGIA E TOSSICOLOGIA CLINICA;
LABORATORIO DI GENETICA MEDICA; MEDICINA TRASFUSIONALE; MEDICINA LEGALE;
MEDICINA NUCLEARE; MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA; NEUROFISIOPATOLOGIA; NEURORADIOLOGIA; PATOLOGIA CLINICA (LABORATORIO DI ANALISI CHIMICO-CLINICHE E MICROBIOLOGIA); RADIODIAGNOSTICA; IGIENE, EPIDEMIOLOGIA E SANITÀ PUBBLICA; IGIENE DEGLI ALIMENTI E DELLA NUTRIZIONE; MEDICINA DEL LAVORO E SICUREZZA DEGLI
AMBIENTI DI LAVORO; MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA); CONTINUITÀ ASSISTENZIALE; PEDIATRIA (PEDIATRI DI LIBERA SCELTA); SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE E
DIETETICA; DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO OSPEDALIERO; ORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI SANITARI DI BASE; AUDIOLOGIA E FONIATRIA; PSICOTERAPIA;
E-Mail [email protected]
Telefono 082450631
Titolo del programma formativo
UROSTAGES 2012 - BENEVENTO
Comune BENEVENTO
Indirizzo VIA DELL’ANGELO, 1
Luogo Evento AZIENDA OSPEDALIERA “G. RUMMO”
Data: 23-29/11/2012
Discipline ENDOCRINOLOGIA; MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE; NEUROLOGIA; CHIRURGIA GENERALE; GINECOLOGIA E OSTETRICIA; UROLOGIA;
E-Mail [email protected]
Telefono 0523338391
Sannio Medica n. 1/2 2012
47
Titolo del programma formativo
BPCO: DALLA RIACUTIZZAZIONE ALLA RIABILITAZIONE
Comune BENEVENTO
Indirizzo CONTRADA PIANO CAPPELLE
Luogo Evento CASA DI CURA VILLA MARGHERITA
Data: 24/11/2012
Discipline CARDIOLOGIA; MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO; MEDICINA INTERNA; MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA);
E-Mail [email protected]
Telefono 0824864562
Egr. Collega,
Titolo del programma formativo
XXII° CORSO PRATICO POST-UNIVERSITARIO IN TEMA DI EQUILIBRIO ACIDO-BASE
Comune BENEVENTO
Indirizzo VIALE PRINCIPE DI NAPOLI
Luogo Evento SALA S. RICCARDO PAMPURI OSPEDALE SACRO CUORE DI GESÙ FATEBENEFRATELLI
Data: 29-30/11/2012
Discipline CARDIOLOGIA; EMATOLOGIA; ENDOCRINOLOGIA; GASTROENTEROLOGIA;
GERIATRIA; MALATTIE METABOLICHE E DIABETOLOGIA; MALATTIE DELL’APPARATO RESPIRATORIO; MALATTIE INFETTIVE; MEDICINA E CHIRURGIA DI ACCETTAZIONE E DI
URGENZA; MEDICINA INTERNA; NEFROLOGIA; NEUROLOGIA; ONCOLOGIA; UROLOGIA;
ANESTESIA E RIANIMAZIONE; PATOLOGIA CLINICA (LABORATORIO DI ANALISI CHIMICOCLINICHE E MICROBIOLOGIA); MEDICINA GENERALE (MEDICI DI FAMIGLIA); CONTINUITÀ ASSISTENZIALE;
E-Mail [email protected]
Telefono 082450631
ti comunico che dal 1 ottobre è attivo il Corso fad “Appropriatezza”, un altro capitolo
in tema di “clinical governance” che segue i corsi RCA, Audit e Sicurezza.
Anche questo evento erogato inizialmente solo online, potrà a breve essere seguito su
supporto cartaceo (in fase di stampa) con invio del test di valutazione via fax .
Il corso è fruibile accedendo dal link che trovate sul sito web dell’Ordine, (www.ordinemedicibenevento.it) o direttamente dal portale della Federazione Nazionale.
Sperando di averti fatto cosa gradita, ti saluto cordialmente.
Il Presidente
Dott. Vincenzo Luciani
Si comunica che è stata prorogata la scadenza dei corsi “Audit Clinico” e “Sicurezza
dei Pazienti e degli Operatori” nelle diverse modalità (online, fax).
Pertanto la nuova scadenza del “Corso Audit” è il 31 dicembre 2012 e del corso
“Sicurezza dei pazienti e degli operatori” il 6 febbraio 2014
48 www.ordinemedicibenevento.it
Sannio Medica n. 1/2 2012
49
CONVENZIONI COMMERCIALI
per gli iscritti all’Ordine
INA ASSITALIA
Agenzia Generale di Benevento
Corso Vittorio Emanuele, 39
Centralino 0824/320511
Convenzione tra Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Benevento e Ina Assitalia Agenzia Generale di
Benevento
Oggetto della Convenzione:
Coperture Assicurative agevolate per tutti i rischi connessi alla tutela della persona e alle cose di seguito specificate
Condizioni e Agevolazioni – Ramo Danni Diversi
* In ordine alla polizze riguardanti il Ramo Danni che saranno stipulate in virtù del presente accordo INA ASSITALIA S.p.A. per il
tramite dell’Agenzia Generale di Benevento accorda i seguenti benefici:
• Salute Sicura (rimborso spese mediche) sconto del 15%
• Salute Cash (indennità malattia) sconto del 20%
• Persona Sicura (garanzie infortuni) sconto del 10%
• Casa dolce Casa (tutela della casa) sconto del 15%
• Ufficio Più (tutela dell’ufficio) sconto del 15%
Agevolazioni – Ramo Vita
INA ASSITALIA ha dedicato agli iscritti, i seguenti prodotti di ultima generazione a condizione di favore:
• FUTURO SICURO – Speciale Convenzioni (temporanea caso morte)
• FUTURO SICURO 2 Vantaggi-Speciale Convenzioni (temporanea caso morte decrescente)
• PIP PRIMO integrato con copertura Long Term Care a costo zero fino al 31/12/2015
• Cresciamo insieme Client Convenzione (risparmio e tutela per figli e nipoti)
• Essere Client Convenzione (piano di risparmio e tutela)
• Sette Client Convenzioni (accantonamento e risparmio)
• Essere in Azione Client (piano di risparmio personalizzato)
MAZZONE VIAGGI
• Sede Centrale:
Via Agilulfo,1 (Palazzo Storico Pedicini) Benevento tel.0824 482030
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Centro Commerciale Buonvento Contrada S. Vito - Benevento tel.0824 63176
e-mail: [email protected]
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DELLA SARDEGNA), DIMENSIONE TRIADE, NAAR, EDEN VIAGGI, FUTURA VACANZE, MARCELLETTI, VERATOUR,
COSTA CROCIERE ED MSC CORCIERE – n. b.: lo sconto non è cumulabile con viaggi già in offerta;
• eliminazione della quota di apertura pratica di euro 25.00
• il 10 % di sconto sul servizio di noleggio con conducente effettuato con pullman,
minibus e auto.
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e ritorno sull’acquisto di un pacchetto turistico con durata di almeno sette notti;
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01/12/2012. Risparmio di € 210,00 sul normale pagamento rateale.
* RAGAZZI ETA’ 5-17 pagamento per il corso intero in due rate: € 265,00 da versare all’inizio del corso; : € 265,00 da versare
entro il 01/12/2012. Risparmio di € 200,00 sul normale pagamento rateale.
* Nel prezzo del corso il materiale didattico è incluso.
* Alla fine del corso verrà rilasciato attestato di frequenza.
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Sannio Medica n. 1/2 2012
51
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