Imprenditorialità e istruzione
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Imprenditorialità e istruzione
Associazione Italiana di Ingegneria Gestionale XV Scuola AiIG in Ingegneria Gestionale Imprenditorialità, crescita delle imprese e del sistema economico Bressanone, 10-14 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione Maria Sole Brioschi Agenda e obiettivi della lezione (1) • Prologo • Cos’è C ’è l’imprenditorialità l’i dit i lità • Perché è importante • Come si misura • Quali sono le sue determinanti • La relazione tra istruzione e imprenditorialità Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 2 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Agenda e obiettivi della lezione (2) • In particolare, il fenomeno imprenditoriale può essere studiato a diversi livelli •Età,, sesso,, stato civile,, … Caratteristiche individuali Individuo • Condizione occupazionale • Leadership, indipendenza, ... • Istruzione I i Impresa Regione Paese •Infrastrutturazione Caratteristiche dell’habitat • Legate all’impresa • Legate alla dotazione istituzionale • Legate all’università, ll’ centri di d ric. • Quindi, anche il legame tra imprenditorialità e istruzione può essere studiato a d diversi livelli l ll • Il focus di questa lezione è la relazione tra istruzione e imprenditorialità a livello individuale Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 3 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Prologo Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 4 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Il professore e l’imprenditore (1) • A university professor and an entrepreneur are walking in a forest. Each of them thinks he is quite smart • The college professor had high 700s on his SATs in high school and was graduated summa cum laude from an Ivy League college. He has published several hundred articles in prestigious academic journals and has won a number b off di distinguished ti i h d prizes i ffor hi his work. k H He makes k US$80 US$80,000 000 per year in salary but supplements this salary with consulting to the tune of US$10,000 per year • The entrepreneur had 500s on his SATs in high school, and the best that could be said is that he was graduated from college. His grades in college were marginal, in part because his interests laid elsewhere: He was busy working at a business he had formed that was netting him US$30,000 US$30 000 per year, even though he was enrolled in school full time. Now, as an entrepreneur, he is a multimillionaire Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 5 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Il professore e l’imprenditore (2) • As they are walking, a huge, ferocious, hungry-looking grizzly bear comes charging at them. The professor, ever the human computer, calculates that y, he is very y smart: he knows the bear will overtake them in 17.3 s. Clearly, that Distance = Rate*Time, and he can do these kinds of calculations even under pressure. The entrepreneur, on the other hand, cannot and would not do this calculation • The professor looks over at the entrepreneur and notices that he is taking off his hiking boots and putting on running shoes. ‘‘You must be crazy’’ the professor says to the entrepreneur. ‘‘There’s no way we will ever outrun that h bear.’’ b ’’ ‘‘Th ‘‘That’s ’ true,’’ ’’ says the h entrepreneur, ‘‘but ‘‘b all ll I have h to do d is i outrun you.’’ Sternberg (2004) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 6 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi La prima parabola sulla leadership (1) • Un giovane viaggiò attraverso tutta la Cina per arrivare alla scuola di un monaco, famoso maestro di arti marziali • Arrivato finalmente, dopo molti giorni di anticamera, al cospetto del monaco, il giovane disse : “Ti prego maestro, desidero essere un tuo studente per diventare il migliore guerriero di tutta la Cina. Quanto tempo pensi che dovrei studiare ?” • “Almeno Almeno dieci anni. anni ” rispose il maestro • “Dieci anni è un tempo lunghissimo.” disse il ragazzo. “E se mi impegnassi il doppio d i degli d li altri l i studenti d i nello ll studio di e nella ll pratica i ?” • “In q questo caso” replicò p il maestro “ci vorranno almeno venti anni” Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 7 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi La prima parabola sulla leadership (2) • “Venti anni è un tempo infinito.” disse il giovane. “E se allora mi impegnassi giorno e notte, con tutte le mie forze, senza un attimo di riposo ?” • “Trent’anni.” fu la risposta del maestro • “Insomma,” disse allora il giovane, sbalordito, “come è possibile che all’aumentare del mio impegno aumenti anche il tempo necessario ?” • “È semplice,” rispose infine il maestro. “Quando viaggiamo con un occhio fisso sulla destinazione, rimane solo un altro occhio con cui trovare la Via” La Bella (2005) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 8 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Cos’è l’imprenditorialità Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 9 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Cos’è l’imprenditorialità (1) • La domanda non ha una risposta semplice né univoca perché l’imprenditorialità non corrisponde a nessuna disciplina accademica consolidata – come l’economia – o a nessuna sottodisciplina all’interno ad esempio dell’economia dell economia – come ll’economia economia monetaria o l’economia l economia industriale • Al contrario, contrario ll’imprenditorialità imprenditorialità è oggetto di studio in molti campi di ricerca inclusa, ma non solo, la teoria economica (quali la sociologia, la psicologia, l’organizzazione aziendale, la strategia, la finanza, le scienze manageriali,…) • Se è vero che non esiste una definizione unica di imprenditorialità, la maggior parte degli studi concorda sul fatto che l’imprenditorialità abbia a che fare con il cambiamento • Herbert e Link (1989) identificano tre tradizioni distinte nella letteratura sull’imprenditorialità p – La tradizione tedesca (von Thuenen e Shumpeter) – La scuola di Chicago (Knight e Schultz) – La tradizione austriaca (von Mises, Kirzner, Schackle) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 10 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Cos’è l’imprenditorialità (2) • Per Schumpeter l’imprenditore è colui che crea nuove combinazioni di fattori di produzione e l’imprenditorialità è “distruzione creatrice”, ossia continua tensione verso l’innovazione piuttosto che forza che spinge all’equilibrio • Knight distingue il rischio – misurabile – dall dall’incertezza incertezza – non misurabile (non insurable uncertainty) – e l’imprenditore e è colui che è in grado di sopportare tale incertezza nelle decisioni di controllo e allocazione delle risorse • Secondo Kirzner gli errori creano opportunità e l’imprenditore è dotato di una superiore capacità di alertness (ossia la capacità di riconoscere le opportunità) che gli consente di riconoscere, cogliere e sfruttare le opportunità di profitto che nascono dagli errori degli agenti economici Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 11 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Cos’è l’imprenditorialità (3) • Nonostante ciò, non c’è in letteratura una definizione unica e generalmente accettata di imprenditorialità. Le definizioni usate per classificare l’attività imprenditoriale hanno tipicamente una prospettiva economica o una prospettiva manageriale • Da un punto di vista economico, ll’enfasi enfasi è posta sulla disponibilità di risorse finanziarie e sulla capacità innovativa, di prendere decisioni e di allocare le risorse tra usi alternativi – Herbert e Link (1989) individuano nell’imprenditore nell imprenditore colui che prende decisioni con riferimento alla localizzazione, alla forma e all’uso di beni, risorse e istituzioni • Da un punto di vista manageriale, le definizioni proposte distinguono l’imprenditore dal manager – Sahlman S hl e Stevenson St (1991) definiscono d fi i l’imprenditorialità l’i dit i lità come la l capacità di gestire e sfruttare le opportunità senza riguardo alla quantità di risorse esistenti Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 12 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Cos’è l’imprenditorialità (4) • La visione prevalente si focalizza sul concetto di imprenditorialità come percezione di nuove opportunità economiche e successiva introduzione di nuove idee sul mercato • In quest’ottica l’imprenditorialità riguarda il cambiamento e gli imprenditori sono gap fillers o agenti del cambiamento (Audretsch, 1995) • Tutto ciò corrisponde alla definizione di imprenditorialità proposta dall OECD : “Entrepreneurs dall’OECD Entrepreneurs are agents of change and growth in a market economy and they can act to accelerate the generation, dissemination and application of innovative ideas … Entrepreneurs not only seek out and identify potentially profitable economic opportunities but are also willing to take risks to see if their hunches are right” (OECD, 1998, p. 11) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 13 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Cos’è l’imprenditorialità (5) • La semplicità di considerare l’imprenditorialità come attività che innesca il cambiamento ha una sua raison d’être, ma porta con se due ordine di motivi di complessità – In primo luogo perchè coinvolge e attraversa più forme organizzative : individui, progetti, linee di business, imprese, settori, agglomerazioni, cluster, regioni g – In secondo luogo perchè il concetto di cambiamento richiede un benchmark per essere quantificato e ciò che può essere cambiamento ad p p per un individuo o un’impresa p p può non esserlo p per l’intero esempio settore. Necessariamente quindi l’imprenditorialità è incorporata in un contesto locale (Audretsch, 2002) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 14 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Cos’è l’imprenditorialità (6) • L’imprenditorialità può essere anche un fenomeno collettivo : “Although traditional entrepreneurship literature often views entrepreneurship as an economic battle of a “lonely hero” [Johannisson, 1998], the prevalence of entrepreneurial teams is an emerging economic reality” (Chowdhury, 2005) • In particolare, la presenza di entrepreneurial teams è molto significativa nei settori economici più dinamici (Chowdhury, 2005) che si devono continuamente confrontare con nuove e diverse sfide causate processi di business,, dei mercati e delle tecnologie g dall’incertezza dei p – “An entrepreneurial team rather than a single entrepreneur seems better suited to deal with the uncertainties and volatilities associated with new ventures that require q flexibility y and complexity p y of decision making” (Vesper, 1990) • È importante sottolineare che in questi frangenti le determinanti dell’imprenditorialità vanno ricercate a livello di squadra (team-level) e non, o non solo, a livello individuale Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 15 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 16 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante (1) • Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale di fare impresa e di imprenditorialità si è scritto relativamente poco : la letteratura economica era concentrata su tematiche inerenti ll’efficienza efficienza e sui guadagni di efficienza derivanti dalla grande dimensione • In I particolare, i l iin questo periodo i d lla lletteratura h ha prodotto d una serie i di ffattii stilizzati relativi alle piccole e medie imprese (PMI) in Europa e negli USA sostenendo che le PMI sono generalmente meno efficienti delle controparti di grandi di dimensione, di i offrono ff stipendi ti di più iù bassi, b i sono solo l marginalmente i l t coinvolte in attività innovative, la loro relativa importanza decresce nel tempo (Weiss, 1976; Pratten, 1971; Brown, Hamilton e Medoff, 1990; Brown e Medoff Medoff, 1989) • Dalla metà degli anni 70 gli studi hanno documentato un’inversione di tendenza d e una rinnovata i importanza i delle d ll PMI e del d l fenomeno f imprenditoriale Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 17 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante (2) – Negli Stati Uniti il GDP reale medio per impresa è cresciuto di quasi due terzi dal 1947 al 1980 (da 150 a 245 mila dollari), riflettendo un accrescimento della d ll dimensione d media d delle d ll imprese, mentre è diminuito d del 14% nei successivi sette anni (sino a 210 mila dollari nel 1987) evidenziando una netta inversione di tendenza (Brock e Evans, 1989) – Nel corso del decennio 1976-1986 negli Stati Uniti il contributo delle PMI alla formazione del fatturato del settore manifatturiero è cresciuto da un quinto i t a oltre lt un quarto t (A (Acs e Audretsch, A d t h 1990) – “La creazione di posti di lavoro fa capo in misura crescente alle imprese piccole i l e nuove piuttosto i tt t che h a quelle ll grandi. di Paesi P i con un incremento i t dell’attività imprenditoriale tendono a registrare cali del tasso di disoccupazione. Tra il 1994 e il 1998 nei Paesi Bassi l’8% delle imprese in rapida espansione ha prodotto il 60% della crescita dell dell’occupazione occupazione. Negli Stati Uniti 350 mila imprese in rapida espansione hanno creato i due terzi di tutti i nuovi posti di lavoro tra il 1993 e il 1996” (Audretsch, Thurik, Verheul e Wennekers, Wennekers 2002) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 18 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante (3) • Parallelamente alla produzione di evidenza empirica, la letteratura ha cominciato a fornire spiegazioni teoriche del peso crescente delle PMI • Audretsch e Thurik (2001) hanno sviluppato una teoria secondo cui la globalizzazione ha spostato il vantaggio competitivo verso le attività k knowledge-based. ld b d • Nelle teorie convenzionali sull’innovazione il p punto di p partenza è l’impresa. p In queste teorie le imprese sono esogene e la loro capacità di generare cambiamento è endogena (Arrow, 1962) • Per esempio, nel modello principale della teoria sul cambiamento tecnologico, il modello della funzione di produzione di conoscenza ((Griliches,, 1979), ), le imprese p sono date e si industriano p per reperire p “conoscenza” al fine di generare innovazione Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 19 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante (4) • La fonte più importante di nuova conoscenza sono gli investimenti in R&D; altri fattori chiavi sono il capitale umano, la forza lavoro specializzata, la presenza di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche • Il modello “funziona” a livello aggregato : c’è molta evidenza empirica a supporto della d ll relazione l i tra investimenti i i i iin R&D e attività i i à iinnovativa i (misurata in termini di brevetti o innovazioni di prodotto) a livello di Paese o di settore • Tuttavia, quando la funzione di produzione di nuova conoscenza è testata a livello di singola impresa il legame tra input di conoscenza e output di innovazione diventa tenue o inesistente Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 20 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante (5) • E ALLORA : DA DOVE ARRIVANO GLI INPUT DI CONOSCENZA DELLE IMPRESE INNOVATIVE CHE NON INVESTONO IN R&D ? • La risposta a questa domanda – particolarmente importante per le piccole imprese e gli start-up – è che gli input di conoscenza per le piccole imprese originano g ((spill-over) p ) dalle imprese p terze che investono in R&D o dai laboratori delle università • E ATTRAVERSO Q QUALI MECCANISMI HANNO LUOGO Q QUESTI SPILLOVER DI CONOSCENZA ? • La letteratura individua due meccanismi,, entrambi basati sul concetto di appropriabilità di nuova conoscenza • Cohen e Levinthal ((1989)) suggeriscono gg che le imprese p sviluppano pp la capacità di adattarsi alla nuova tecnologia e alle nuove idee realizzate da altre imprese e che perciò sono in grado di appropriarsi di una parte dei ritorni sugli investimenti in nuova conoscenza fatti esternamente Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 21 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante (6) • Audretsch (1995) propone invece di spostare l’unità di osservazione dalle imprese (esogenamente date) ai lavoratori con elevata dotazione di conoscenza (quali gli ingegneri ingegneri, gli scienziati e in generale i laureati in discipline scientifiche e tecnologiche) • In I questo modo d rimane i l’issue l’i d ll’ dell’appropriabilità i bili à ma lla d domanda d di diventa : COME FANNO GLI AGENTI ECONOMICI CON UNA DATA DOTAZIONE DI CONOSCENZA AD APPROPRIARSI AL MEGLIO DEI RITORNI DI TALE CONOSCENZA ? • Se il lavoratore è in grado di sviluppare nuove idee all’interno dell’impresa per cui lavora e di appropriarsi del suo valore atteso, allora non vi è ragione che lasci l’impresa • In caso contrario, per appropriarsi del valore del prodotto della sua conoscenza il lavoratore può scegliere di dare vita ad una nuova impresa Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 22 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Perché è importante (7) • Nella metafora di Hirschman (1970), se la voce è inefficace e la fedeltà è sufficientemente debole, allora il knowledge-worker può spingersi all’uscita dall’organizzazione dall organizzazione (impresa o università) nella quale è stata creata l’innovazione per dar luogo ad una nuova impresa • In I questo secondo d meccanismo i di spill-over ill lla ffunzione i di produzione d i di conoscenza è invertita – La conoscenza è esogena e “incorporata” nel lavoratore – Le imprese vengono create endogenamente nel tentativo dei lavoratori di appropriarsi del valore della loro conoscenza attraverso l’attività innovativa Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 23 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Come si misura Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 24 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Come si misura (1) • L’imprenditorialità è cambiamento è quindi misurare l’attività imprenditoriale significa misurare il cambiamento • Misurare il cambiamento non è semplice (Storey, 1991) e le difficoltà della misurazione crescono esponenzialmente quando si deve confrontare l’intensità imprenditoriale p in p più Paesi ((Audretsch,, 2002)) • Gli studi empirici condotti sino ad ora in un singolo Paese – in un contesto sia cross-section che time-series – hanno impiegato p g numerose p proxy yp per misurare il cambiamento prodotto dal fenomeno imprenditoriale • Alcuni studi impiegano p g misure di intensità di lavoro autonomo ((selff employment) che riflettono il cambiamento che ha luogo a livello di singolo individuo che inizia un’attività imprenditoriale – Il fatto che molto poco di questo cambiamento si rifletta poi sul settore e sul Paese di riferimento ha portato a criticare questo indice come misura dell’attività imprenditoriale, anche se per semplicità e disponibilità p esso continua ad essere impiegato p g nei lavori di confronto cross-country Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 25 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Come si misura (2) • Altri studi impiegano un indice di proprietà dell’impresa (business ownership) definito come il numero di proprietari di un’impresa (in tutti i settori dell’economia dell economia tranne il primario) diviso per la forza lavoro – Pur con ovvi limiti (sintetizza in un unico indice di stock e non di flusso attività diverse, grandi e piccole, high high-tech tech e low low-tech), tech), è un indice molto usato perché permette confronti nel tempo e tra Paesi • Altre misure tentano di catturare il cambiamento inteso come attività innovativa a livello settoriale: investimenti in R&D, numero di brevetti, numero di innovazioni di prodotto introdotte sul mercato – Queste indici hanno il vantaggio di considerare solo le imprese che effettivamente contribuiscono al cambiamento del settore Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 26 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Come si misura (3) • Altre proxy del fenomeno imprenditoriale si concentrano sul criterio della crescita. Le imprese che registrano crescite elevate per periodi prolungati sono classificate come “gazzelle” gazzelle e il numero di gazzelle riflette ll’attività attività imprenditoriale. – Questa tipologia di indici ha il merito di considerare l’attività imprenditoriale come un growth-oriented growth oriented phenomenon • Alcuni studi misurano l’imprenditorialità come il numero degli imprenditori nelle fasi di pre-startup, start-up e nelle fasi iniziali di vita della loro impresa – Un ovvio limite di questo approccio è che restringe ll’attività attività imprenditoriale alle imprese giovani mentre una quantità significativa di cambiamento proviene dalle imprese in stadi più avanzati del ciclo di vita ((“intrapreneurship”) intrapreneurship ) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 27 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le determinanti a livello individuale Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 28 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Caratteristiche individuali e dell’habitat • La letteratura concorda sul fatto che le decisioni degli individui con riferimento alla creazione di nuove imprese siano il risultato sia di caratteristiche individuali sia di condizioni esterne o dell dell’habitat habitat socio socioeconomico in cui tali decisioni vengono prese •Età, sesso, stato civile, … Caratteristiche individuali Individuo • Condizione occupazionale • Leadership, indipendenza, ... • Istruzione Impresa Regione Paese •Infrastrutturazione Caratteristiche dell’habitat • Legate all’impresa • Legate alla dotazione istituzionale • Legate all’università, centri di ric. Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 29 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le caratteristiche dell’imprenditore Traits Dimensions Personal orientation Alertness Leadership Creativeness Risk taking Individual characteristics Age Education Work experience Availability of financial assets Switch between wage worker and self-employment Pursuit of reward Profit Prestige, social distinction Professional and personal satisfaction Founder and/or owner of smallsize firms IImportance off new start-ups Contribution of smaller firms versus large firms Cassia, Fattore e Paleari (2006) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 30 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Habitat e imprenditorialità Dimensions Traits and characteristics Access to capital Availability of public financing Access to private financing (banks, venture capital) Importance of financial market efficiency Industry-specific limitations Regulatory issues Access to knowledge Universities U i ii Industry spill-over and spin-off activities Supporting infrastructure Private business support services (consulting firms) Public business support services (development agencies) y of tax incentives Availability Cassia, Fattore e Paleari (2006) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 31 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le determinanti a livello individuale (1) • Nell’ambito della teoria economica, il quadro di riferimento teorico è il modello di scelta del reddito (model of income choice), formulato originariamente da Knight (1921) ed esteso poi da Lucas (1978), (1978) Kihlstrom e Laffont (1979) e altri • Nella N ll sua versione i di b base, gli li individui i di id i devono d scegliere li se percepire i il loro reddito sotto forma di salario come dipendenti di un’impresa esistente o sotto forma di profitto come futuri imprenditori • La probabilità di costituire una nuova impresa, considerata come una proxy dell’imprenditorialità, è dunque data da P ( s ) = f ( p − w) dove : s = start-up, p, p = p profitto,, w = salario Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 32 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le determinanti a livello individuale (2) • Il modello negli anni è stato esteso per includervi una serie di caratteristiche individuali • Età “It is a known empirical fact that new firm creation tends to be a young man’s game” (Lévesque e Minniti, 2006). Ad esempio, l’età mediana del CEO delle imprese private USA a più rapida espansione era di 34 anni nel 2001 e di 32 anni nel 2000 (Inc. 500, 2000, 2001) • In un articolo teorico a partire dal modello di Becker (1965) sull’allocazione p di lavoro tra g gli status di imprenditore p e di salariato,, Lévesque q e del tempo Minniti (2006) mostrano che la disponibilità degli individui ad investire tempo nella formazione di nuove imprese diminuisce al crescere dell’età Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 33 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le determinanti a livello individuale (3) • Sempre con riferimento all’età, collegato al fenomeno imprenditoriale è il problema della successione, ovvero il trasferimento della guida dell’impresa dell impresa dai genitori ai figli La letteratura mostra la presenza di una relazione positiva tra l’età dell’imprenditore (che lascia) e la predisposizione di un piano di successione formale. formale Al tempo stesso, stesso paradossalmente, paradossalmente si riscontra che all’aumentare dell’età dell’imprenditore la gestione del passaggio diventa meno cooperativa e più conflittuale (Marshall et al., 2006) • Sempre in tema di relazione tra età e imprenditorialità, Parker (2006) suggerisce che all’aumentare dell’età l’imprenditore prende decisioni reagendo d sempre meno alle ll nuove informazioni i f i i (ossia ( i allontanandosi ll t d i dal d l concetto di imprenditore a là Kirzner) e affidandosi sempre di più alla sua passata esperienza e ai comportamenti pregressi Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 34 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le determinanti a livello individuale (4) • Condizione occupazionale In generale i lavori condotti sulla relazione tra status occupazionale e probabilità di dar vita ad una nuova impresa evidenziano come tale probabilità aumenti quando il lavoratore perde il posto di lavoro (si vedano ad esempio Evans e Leighton, 1990 per i maschi bianchi US, Foti e Vivarelli, 1994 per l’Italia o Ritsila e Tervo, 2002 per la Finlandia) (anche se gli studi a livello macro indicano come un basso tasso di disoccupazione associato a crescita economica aumenti la probabilità di nascita di nuove imprese) • De Wit e van Winden (1989) (per l’Olanda) suggeriscono che la probabilità di essere imprenditori aumenta se è o era imprenditore il padre • Leadership e indipendenza Molti lavori evidenziano come la probabilità di dar vita ad una nuova impresa p aumenti all’aumentare del valore assegnato g dagli g individui alla leadership, all’indipendenza, al desiderio di occupare una posizione di responsabilità, all’opportunità di essere responsabili del proprio futuro (Klandt, 1984 e 1996; Kulicke, 1987 ; Boegenhold, 1985 per la Germania) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 35 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le determinanti a livello individuale (5) • Un’attenzione particolare merita il concetto di leadership che La Bella (2005) riassume nelle seguenti funzioni – La L visione i i (la (l costruzione t i e la l proposizione i i di una vision) ii ) – Il posizionamento (la definizione di una posizione chiara su tutte le questioni chiave che riguardano l’organizzazione) – La comunicazione (capacità di comunicare vision e posizionamento) – Il dispiegamento (la valorizzazione) delle proprie risorse – L L’attenzione attenzione (capacità di immergersi nelle situazioni e ascoltare gli altri) – Il problem solving creativo (in situazioni di stallo o crisi) “Il tema t della d ll leadership l d hi è stato t t a llungo ttrascurato t negli li studi t di organizzativi e nelle scuole di management, a causa dell’errata convinzione che la capacità di svolgere un ruolo di leader sia legata a rare doti naturali. naturali Oggi sappiamo che non è così, così e che si tratta di capacità che possono essere acquisite tramite un processo di apprendimento e affinamento continuo” (La Bella, 2005) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 36 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Le determinanti a livello individuale : Imprenditorialità e istruzione Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 37 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (1) • Esiste un vasto corpo della letteratura che dimostra (contrariamente a quanto emerge dalle “storie” del prologo !) come l’istruzione sia positivamente correlata all’attività all attività imprenditoriale • Ad esempio, Evans e Leighton (1989), Shaver e Scott (1991), Adaman e Devine D i (2002) mostrano come la l propensione i alla ll costituzione i i di un’impresa dipenda da caratteristiche individuali quali l’età, il livello di educazione e l’esperienza di lavoro dell’imprenditore • Audretsch e Lehmann (2004), in uno studio sulle determinanti della performance post-IPO sul Neuer Markt tedesco, suggeriscono come il capitale umano, misurato dall’istruzione dell’imprenditore e dei membri del consiglio di amministrazione, sia una delle determinanti più significative delle performance di mercato delle imprese quotate Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 38 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (2) • In molti di questi studi il fenomeno imprenditoriale viene catturato tramite indici di performance dell’impresa • In particolare, le variabili di volta in volta impiegate per misurare la performance dell’impresa sono il tasso di crescita del fatturato o della quota di mercato, gli li addetti dd i o anche h gli li indici i di i di redditività ddi i i à o di solidità lidi à finanziaria • La crescita del fatturato trova largo impiego per due ordini principali di motivazioni – L’imprenditorialità p è spesso p identificata con il cambiamento e la crescita delle vendite riflette quest’impostazione teorica – I lavori empirici spesso studiano gli start-up e le imprese piccole e giovani e in q g questa fase del corporate p life f cycle y misure di p profittabilità e solidità finanziaria potrebbero risultare fuorvianti Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 39 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (3) • In uno studio sulla performance post-IPO di 665 imprese quotate sull’Alternative Investment Maket (AIM), Cassia, Colombelli e Paleari (2007) mostrano come come, tra altre determinanti a livello individuale (relative all’esperienza e alle capacità del CEO) e a livello di impresa (indicative del grado di assunzione di rischio), il livello di istruzione del CEO influenzi positivamente la crescita del fatturato Questo è un risultato importante perché ottenuto con un campione significativo di imprese e in relazione ad un mercato di quotazione che ben sintetizza il fenomeno imprenditoriale • Infatti – L’AIM è un mercato dedicato alle imprese piccole e giovani. Secondo il modello del ciclo di vita dell’impresa di Quinn e Cameron (1983) queste t sono iimprese nella ll ffase iimprenditoriale, dit i l caratterizzata tt i t da d elevata l t innovatività e creatività e da un alto grado di incertezza Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 40 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (4) – In secondo luogo, l’AIM non è un mercato specifico per le imprese high-tech né vi sono requisiti specifici per la quotazione. Le imprese che si quotano sull’AIM sull AIM sono davvero progettate attorno ad una nuova idea imprenditoriale, la principale determinante della creazione del capitale imprenditoriale. Come mostrato da Audretsch e Keilbach (2004), il capitale imprenditoriale si palesa attraverso la formazione di nuove imprese, coinvolgendo imprenditori – disposti a fronteggiare il rischio connesso alla nuova attività – e investitori – disposti a condividerne rischi e benefici – Infine, non vi sono specificità settoriali sull’AIM : le imprese ivi quotate operano sia in settori science science-based based che in settori non science science-based. based. E ciò è coerente con il fatto che l’imprenditorialità è un fenomeno individuale, specifico di un’organizzazione e specifico di un territorio piuttosto che specifico p di un settore Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 41 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (5) • Un risultato parzialmente in contrasto con quest’ultimo punto è quello ottenuto da Thornhill (2006) sulla base di uno studio condotto su 845 imprese p industriali canadesi Il lavoro giunge a tre risultati che legano il dinamismo settoriale (misurato dall’intensità di R&D a livello settoriale), l’innovatività a livello di impresa (variabile dummy relativa all’aver introdotto o meno innovazioni di prodotto), la performance dell’impresa (crescita del fatturato), i knowledge assets a livello di impresa (la percentuale di ingegneri e di tecnici sul totale degli addetti) e il training a livello di impresa (la percentuale di spesa in training sul totale del costo del personale) – Innanzitutto lo studio mostra una relazione positiva tra dinamismo settoriale e innovazione a livello di impresa p : nei settori high-tech, g , caratterizzati da elevate spese in R&D, la percentuale di imprese che hanno introdotto un nuovo prodotto è più che doppia rispetto a quella registrata nei settori low-tech – In secondo luogo, i dati confermano la relazione positiva tra l’innovatività e la performance a livello di impresa Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 42 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (6) – L’ultimo e più significativo risultato è che il dinamismo settoriale, l’innovatività e la conoscenza a livello di impresa interagiscono nel determinare la performance dell dell’impresa impresa Industry Dynamism Firm-level Innovation Firm Performance Knowledge & Training – IIn particolare, ti l neii settori tt i di dinamici i i (hi (high-tech), h t h) i prodotti d tti iinnovativi ti i hanno un impatto elevato sul fatturato se il livello dei knowledge assets dell’impresa è elevato. In altri termini, la qualità dell’innovazione (misurata dal suo effetto sulla crescita del fatturato) è funzione del livello di conoscenza (leggi pure istruzione) all’interno dell’impresa Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 43 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (7) – Nei settori low-tech, invece, l’innovatività dell’impresa produce i migliori risultati sulla performance in presenza di un elevato livello di training interno – Le ragioni di questo risultato potrebbero giacere nella natura delle i innovazioni i i di successo neii di diversii contestii competitivi ii i Nei settori high-tech, caratterizzati da continui cambiamenti della tecnologia, i nuovi prodotti devono poter superare significative difficoltà tecnologiche per distinguersi dai prodotti concorrenti. In questo contesto, è fondamentale disporre di ingegneri e in generale di una forza lavoro altamente specializzata nelle discipline tecniche e scientifiche i tifi h Nei settori meno dinamici, le innovazioni non richiedono lo stesso livello di “novità” per avere successo sul mercato. Perciò è meglio d dotarsi i di una forza f lavoro l “ h has “that h learned l d how h to llearn, iis responsive i to the market and is well-trained at what it does” Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 44 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (8) • In un contesto diverso (ma per questo non meno importante) che attinge alla letteratura in ambito psicologico, Soutaris, Zerbinati e Al-Laham (2007) testano l’effetto l effetto dei programmi universitari di Entrepreneurship sulle attitudini e le intenzioni imprenditoriali degli studenti di ingegneria e di altre discipline scientifiche di due università di Londra e Grenoble Nel lavoro, in particolare, il concetto di “programma” è più vasto di quello di “corso”, includendo infatti un portafoglio di attività complementari – Uno o più corsi di lezione frontale (“taught” component) – Un business plan game competitivo tra studenti o gruppi di studenti che ne accresca la capacità di sviluppare una determinata idea imprenditoriale (“business-planning” component) – Uno o più seminari esterni tenuti da imprenditori ed eventi di network building (“interaction with practice” component) – La disponibilità di risorse (anche finanziarie) e spazi da parte dell’università (“university support” component) Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 45 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (9) Il lavoro mostra che gli studenti che hanno seguito il programma di Entrepreneurship registrano un aumento dell’intenzione di dar vita ad una nuova impresa mentre quelli appartenenti al gruppo di controllo no Individual d d l Traits Attitudes Intentions Behaviour Situation variables Exogenous variables Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 46 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (10) • De Martino e Barbato (2003) hanno studiato le differenze nelle motivazioni alla carriera imprenditoriale (come la creazione di ricchezza, l’autonomia, la flessibilità nel bilanciare lavoro e famiglia, famiglia ecc.) ecc ) di quasi 2.000 2 000 imprenditori con lo stesso background e le stesse credenziali accademiche, ossia controllando per l’istruzione, e giungendo alla conclusione che “ the differences between female and male entrepreneurs become larger if the entrepreneurs are married and with dependent children” Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 47 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Imprenditorialità e istruzione (11) • A livello bibliografico è interessante segnalare che recentemente Katz (2003) ha ripercorso tutta la storia dell’insegnamento di Entrepreneurship negli Stati Uniti a cominciare – Dal primo corso tenuto dal Prof. Myles Mace presso la Harvard Business School nel 1947 – Dalla prima rivista specificamente dedicata agli studi attorno all’imprenditorialità, intitolata Explorations in Entrepreneurial History e pubblicata ad Harvard nel 1949 Da allora, le infrastrutture accademiche sull’imprenditorialità si sono moltiplicate, raggiungendo più di 2.200 corsi tenuti presso più di 1.600 scuole, 277 posizioni, 44 riviste con referees in lingua inglese e più di 100 centri di ricerca dedicati Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 48 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Riferimenti bibliografici Scuola di Formazione dell’AiIG Bressanone, 12 settembre 2007 Imprenditorialità e istruzione pagina 49 Università degli Studi di Bergamo Maria Sole Brioschi Riferimenti bibliografici (1) • Acs Z., D. 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