convegno aiee sull`aumento del prezzo del petrolio notiziario
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convegno aiee sull`aumento del prezzo del petrolio notiziario
<< - pag. 21 Roma, n. 8-9 nov.-dic. 2006 NOTIZIARIO zione delle fonti rinnovabili nei singoli membri Ue e della collaborazione con i Paesi in via di sviluppo. Il commissario Piebalgs ha inoltre presentato una relazione sul blackout europeo di inizio novembre. MSE: LA SOSTITUZIONE DI SERGIO GARRIBBA CON SARA ROMANO Il ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, ha sostituto alla Direzione generale dell’energia il prof. Sergio Garribba con l’attuale vicedirettore generale, dott.sa Sara Romano. Garribba comunque ha accompagnato il ministro a Bruxelles per il Consiglio Energia Ue. L’intenzione di Bersani sarebbe stata di candidare il prof. Garribba, uno dei maggiori esperti internazionali in materia energetica, alla carica di direttore esecutivo dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) in scadenza nei prossimi mesi, candidatura che sembra stata purtroppo bruciata per il mancato appoggio del ministero degli Esteri. ENEL, PER CONTI NESSUN INGRESSO ENI L’ipotesi che Eni possa entrare nel capitale di Enel attraverso il conferimento di Enipower non ha alcun fondamento. Lo ha detto sabato l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti, a margine del convegno della fondazione Italianieuropei. “Si tratta di studi di banchieri che si divertono e non hanno niente da fare. Non c’è alcun fondamento”, ha puntualizzato il manager. Secondo uno studio di Lehman Brothers, Eni potrebbe rilevare il 25% di Enel cedendo a quest’ultima la divisione Enipower. “Non avrebbe neppure molto senso mettere insieme due grandi realtà operative come Eni e Enel, - ha aggiunto Conti – entrambe possono svolgere la loro missione e aggiungere valore: mettendole insieme si riduce di metà l’impatto positivo”. Con Eni “ci possono essere delle contiguità nell’approvvigionamento delle materie prime, ma noi siamo dei produttori di energia elettrica e tendiamo ad investire negli impianti di produzione”. * ISTAT, 41 MLD DEFICIT ENERGETICO IN 10 MESI Nei primi 10 mesi del 2006 il deficit energetico dell’Italia è aumentato di 10 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2005. è quanto risulta dai dati del commercio extra Ue pubblicati dall’Istat. Il saldo negativo dei minerali energetici – che riguardano prevalentemente il petrolio greggio e gas naturale e il cui peso sul totale dell’import raggiunge nel periodo gennaioottobre il 31,7 per cento (28,9 per cento nello stesso periodo del 2005) – ha raggiunto 41.072 milioni di euro, rispetto al deficit di 31.046 milioni di euro nei primi dieci mesi del 2005. escludendo i minerali energetici, nello stesso periodo il saldo della bilancia commerciale risulterebbe positivo per 22.125 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 23.151 milioni di euro del 2005. IL PIANO EFFICIENZA DEL CONSIGLIO UE Il Consiglio europeo dell’energia ha adottato giovedì il Piano di azione per l’efficienza energetica predisposto dal commissario Andris Piebalgs (v. Staffetta 20/10). “il Consiglio accoglie e supporta completamente l’approccio dell’ambizioso Piano di azione della Commissione – recita il comunicato finale – concordando sul fatto che l’efficienza e il risparmio costituiscono un pilastro fonda,ertale della politica energetica europea. Efficienza e risparmio dell’energia contribuiscono simultaneamente ai tre obietti principali della politica energetica della Comunità, in relazione alla sicurezza degli approvvigionamenti, competitività e sviluppo sostenibile, incluso il cambiamento climatico”. Il Consiglio ha perciò deciso di lavorare con la Commissione e l’europarlamento, ma anche con l’industria e i cittadini, per conseguire gli obiettivi del Piano: 20% di risparmio entro il 2020, equivalente a 390 milioni dei Tep, un traguardo “tecnicamente ed economicamente realizzabile”. Questo risultato, secondo i calcoli di Bruxelles basati su un prezzo del greggio di 48$ a barile, permetteranno nei prossimi 15 anni di risparmiare 100 miliardi di euro della bolletta energetica. Il Consiglio ha anche discusso delle politiche per la promo- CONVEGNO AIEE SULL’AUMENTO DEL PREZZO DEL PETROLIO Negli ultimi 50 anni si è assistito a una ricorrente associazione fra shock petroliferi, con forti aumenti delle quotazioni del greggio, e fasi recessive delle economie dei paesi consumatori. Per questo sono riemersi di recente forti timori che dagli aumenti del prezzo dell’energia si generi un effetto negativo sull’economia dei paesi industrializzati. È questa la premessa da cui è partito lo studio di Gianni Di Marzio, presentato martedì 21 novembre a Roma nell’ambito dei seminari dell’Aiee con discussane di tutto livello: Luigi De Paoli dell’Università Bocconi, Carlo Andrea Bollino, presidente del Gse, Silvia Fagiani, del Servizio studi della banca d’Italia, Pasquale De Vita, presidente dell’Unione Petrolifera e di Confindustria Energia. A differenza dei precedenti shock petroliferi, ha sottolineato Di Marzio, “l’aumento del prezzo del greggio in atto dal 2003 ad oggi sembra aver avuto finora un impatto limitato sull’economia mondiale”. A mitigare “gli effetti avversi dell’aumento del prezzo del greggio nell’economia è stato il forte sviluppo dell’economia in vaste aree mondiali”. Per quanto riguarda poi le economie avanzate, ha spiegato Di Marzio, “l’effetto di ampie fluttuazioni del prezzo del petrolio è oggi inferiore a quello che si registrava 30 anni fa”, perché “si è registrato un sensibile declino dell’intensità petrolifera, la produzione manifatturiera energy intensive concorre meno alla formazione del reddito complessivo, si sono ridotte le rigidità istituzionali presenti nei mercati, l’orientamento delle politiche monetarie rende le economie meno esposte all’inflazione”. Ciò non significa che gli aumenti del prezzo del petrolio non abbiano comunque “effetti sensibili tanto per le imprese che per i consumatori”. E comunque, nell’attuale situazione, resta la preoccupazione per “una permanenza del greggio su livelli elevati, fattore che finora non ha precedenti. Ciò potrebbe innescare processi recessivi, non appena la domanda mondiale, sostenuta dai paesi in via di transizione, si dovesse indebolire”. A giudizio di Di Marzio, ripreso in toto da De Vita nelle conclusioni, “è necessario continuare a monitorare attentamente la situazione e, nel contempo, migliorare l’efficienza e il risparmio di energia per contenere la domanda nei paesi consumatori” oltreché “favorire la sostituzione del petrolio con altre fonti più disponibili e più pulite”. Una ricetta condivisa anche dal prof. De Paoli, secondo il quale “un livello di 80$ a barile non rimarrà a lungo”, ma non è nemmeno utile “tornare a 25-30$ a barile”. Al contrario “è auspicabile una politica economica che prenda atto di questi livelli di prezzo dell’energia e attivi investimenti in risparmio, efficienza e sostituzione degli idrocarburi”. * 21 <<20