Per un`Economia Solidale e Cooperativa

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Per un`Economia Solidale e Cooperativa
Per un'Economia Solidale e Cooperativa
In Italia e nel mondo si moltiplicano le pratiche di economia solidale,
nate sotto una spinta etica e per rispondere alle crisi, diffuse in molti
settori sono spesso impegnate nella costruzione di filiere, reti e
distretti per rafforzare la capacità di sviluppo e cambiare le priorità
economiche dal profitto di pochi al bene comune:
- generando lavoro e occupazione con particolare attenzione ai
soggetti socialmente deboli.
- utilizzando in modo sostenibile il patrimonio ambientale, la terra,
l'aria, l'acqua, il paesaggio, l'energia, il patrimonio genetico
- proponendo attività legate al territorio e aderenti alle
caratteristiche dei luoghi
- sostenendo le comunità attraverso processi durevoli e aperti
verso l'esterno in grado di accettare la complessità e di
valorizzare le differenze e la relazione.
Il laboratorio di Human Factor permette di imparare dalle esperienze
diffuse In Italia e nel mondo che riguardano: la produzione sostenibile,
le cooperative sociali, le imprese recuperate, il commercio equo, la
finanza etica, i mercati diretti, gruppi di acquisto solidali che spesso
in rete fra loro pongono l’economia al servizio delle comunità e del
territorio.
Ma quali sono le ricette per cambiare veramente?
La partecipazione alla proprietà o alla gestione diretta dei
lavoratori ha in Italia la tradizione e la forza del mondo
cooperatativo che è chiamato a nuove sfide e deve riconfermare la
sua capacità di effettiva partecipazione dei lavoratori alla gestione
dell’impresa, e può vantare molte esperienze nella capacità di
inserimento di soggetti svantaggiati. Nell’ultimo periodo hanno però
iniziato a crescere anche le esperienze di imprese recuperate che
sono nate durante le crisi in Argenintina e oggi sono sperimentate
anche in Italia dove sono oramai una trentina. Sono aziende che
spesso hanno modificato la loro produzione rendendola più sostenibile
e che sono sempre affiancate da comitati di solidarietà (per vicinanza
territoriale ricordiamo Rimaflow Trezzano sul Naviglio, che ora ricicla
apparecchiature elettroniche) ma, in questo week end è utile ricordare
l’esperienza greca di VIO.ME che dalla produzione di prodotti chimici e
colle come impresa recuperata ha sviluppato la produzione di
detergenti e saponi biologici.
Di notevole interesse è l’esperienza del commercio equo e
solidale (Fairtrade) che ha permesso di assicurare un mercato e
quindi un reddito dignitoso e continuativo agli agricoltori del sud
del mondo schiacciati dalla competizione sui prezzi dei prodotti
agricoli oramai quotati nelle borse finanziarie. Nasce come patto fra
consumatore e produttore in cui si assicura dignità, prodotti di qualità,
in cambio di un prezzo equo e dell’accesso al mercato. Una tipologia
di prodotti la cui vendita in Italia cresce del 15% all’anno ed è reso
possibile dalla capacità di modificare la catena di costruzione
del valore dando più forza al mondo produttivo.
E’ un esempio che attraverso la filiera più corta viene riproposto
anche dagli agricoltori italiani nei mercati diretti e nei gruppi di
acquisto solidale e che può trovare una sistematizzazione anche
nella proposta di un fairtrade locale che unisca nei processi
produttivi: responsabilità sociale, sostenibilità ambientale, presidi di
legalità riconoscendo il lavoro con un prezzo.
In tutti i momenti di crisi degli ultimi anni la finanza è stata spesso la
causa o comunque l’amplificatore della crisi attraverso meccanismi
speculativi e distorti. Dal 2008 fatica ad assicurare anche il
finanziamento all’economia reale. Ancora più difficile è il credito
dell’economia solidale ed è, pertanto, oramai prioritario recuperare gli
strumenti di una finanza etica, legata al territorio è indirizzata al bene
comune. L’esperienza di Banca Etica è l’esempio più significativo per
ragionare sugli strumenti che possono dare forza ad una proposta
economica basata sulle comunità e sulla sostenibilità.
L’economia solidale ha una elevata accettabilità sociale e una forte
valenza etica che spinge i consumatori a sceglierla anche nei momenti
di crisi. Il passaggio da un economia di nicchia ad una economia
diffusa capace di modificare le priorità della produzione e del consumo
ha come passaggio intermedio la messa in rete e la formazione di
distretti e di filiere dell’economia solidale ma necessita prima di tutto
di una scelta politica. Molte regioni dalla Puglia all’Emilia Romagna
hanno iniziative legislative che rafforzano queste proposte, in
parlamento è in discussione la proposta di legge sul Faritrade
concordata con le organizzazioni (Faritrade, Agices) mentre la
proposta di legge sull’agricoltura sociale è stata approvata alla
Camera ed è attesa in Senato.
Coordinano: Gianni Melilla (Deputato SEL) Francesco Luca Basile (Ass.
Nazionale SEL)