Il guru Bernasconi alla stretta finale
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Il guru Bernasconi alla stretta finale
IL CAFFÈ 11 settembre 2011 C1ATTUALITÀ @ www.comsaemte.com www.mdam.ch www.tribunale.como.it 7 Il guru Bernasconi alla stretta finale Riprende il processo per le cure a luci rosse nella clinica di Breganzona PAOLO MORETTI, Sesso, solo sesso, nient’altro che sesso. Bastava venisse diagnosticato un disturbo, soprattutto i segni dell’anoressia, e nella clinica di Breganzona del guru Waldo Bernasconi scattava subito la cura. Questo almeno stando alle testimonianze di molte ex pazienti, sfilate nell’aula del tribunale di Como nel corso delle oltre dieci udienze già celebrate durante il processo a carico del (sedicente) psicoterapeuta con casa a Lugano. Un processo interrotto poco prima della pausa estiva e che riprenderà tra qualche giorno con gli ultimi testimoni della procura, che accusa Bernasconi di aver messo in piedi un’associazione a delinquere capace di truffare oltre dieci milioni di euro a centinaia di pazienti, ma anche di aver abusato sessualmente, come sarebbe venuto fuori, di alcune di loro. È il caso, ad esempio, di Daniela Serafinelli, la giovane morta suicida sei Attesi in aula a Como gli ultimi testimoni dell’accusa sulle strane terapie sessuali per guarire dall’anoressia anni fa in Valtellina a pochi mesi dalle dimissioni della casa di cura SanaVita. Il diario della ragazza è la causa principale della radiazione dall’Ordine degli psicologi della Toscana di Bernasconi, diventata definitiva alla fine dello scorso giugno. IN TRIBUNALE Waldo Bernasconi, sotto accusa davanti ai giudici di Como Ed è stato anche il punto di partenza di un’inchiesta che ha alzato il velo sulle originali terapie di cura dell’uomo chiamato il “prof ”. Terapie naturalmente a luci rosse, stando sempre alla dichiarazioni di decine di ragazze. “Parlavano praticamente soltanto di sesso nel corso delle sedute terapeutiche e non solo”, aveva raccontato un’ex paziente nell’ultima udienza prima della pausa estiva. Ad esempio? “Vedevano un flauto e il flauto diventava un’occasione per una battuta a sfondo sessuale”. La testimone prima di lei aveva invece ricordato l’usanza di “baciare sulla bocca” Bernasconi, per non parlare delle “pacche sul sedere” con cui Isaac George, l’intraprendente attore nigeriano assistente di Bernasconi, sarebbe stato solito “salutare” le pazienti al termine della terapia. Poi sono venute fuori storie di biancheria intima e altre strane usanze. Ma la difesa del guru (avvocati Angelo Giuliano e Piermario Vimercati) nell’ultima udienza è riuscita a ottenere un piccolo successo, nella mole di pesantissime accuse mosse dalle ragazze chiamate a testimoniare dalla procura, rappresentata in aula dal pubblico ministero Mariano Fadda: una delle quattro accuse di violenza sessuale contestate a Bernasconi è caduta, per ammissione della stessa presunta vittima. Entro la fine dell’anno i giudici del Tribunale hanno già fissato altre cinque udienze. Molto attese le testimonianze dei genitori di Daniela Serafinelli, la ragazza che nel suo diario aveva raccontato le sedute particolari nello studio del “professore”, di quell’amore per il suo terapeuta, delle attenzioni a sfondo sessuale che Bernasconi le avrebbe riservato. Una storia tragica, quella di Daniela. Già emersa in più di un’occasione nel corso di un processo che non ha finito di riservare colpi di scena. Il caso Le tappe Inizia il countdown per l’icona della Città L’EX PALACE Davanti la facciata del vecchio Palace sta prendendo corpo il Lac, il nuovo Centro culturale di Lugano Sarebbe ormai allo strappo finale il braccio di ferro tra la Comsa, il gruppo spagnolo che gestisce il cantiere del nuovo Centro culturale di Lugano, e la Bilsa, l’impresa di Attilio Bignasca, capogruppo della Lega in parlamento. Alla Bilsa, che per il Lac ha ricevuto un subappalto di 8,6 milioni, sarebbe già stata inoltrata o sarà inviata a giorni la disdetta del contratto. In buona sostanza, secondo gli spagnoli, la ditta di Bignasca, non avrebbe rispettato quanto concordato per il subappalto, che prevedeva la fornitura di tutte le porte del grande complesso, la facciata vetrata e altri lavori in ferro. Dagli uffici della Comsa non arriva nessuna conferma ufficiale della rescissione del contratto, solo un secco “no comment”, ma fonti più che attendibili danno ormai per scontata la rottura con Bignasca. Insomma, sarebbe questo l’epilogo di uno scontro iniziato la scorsa primavera con le e-mail indirizzate alla Bilsa e alla Btf - l’azienda di costruzioni metalliche di Vezia che l’affianca nei lavori - in cui il gruppo spagnolo lamentava l’inadempienza di alcuni vincoli contrattuali. All’impresa di Bignasca si contestava, in particolare, la mancanza delle certificazioni d’obbligo necessarie per alcune lavorazioni e il materiale da impiegare, piani esecutivi carenti o fuori scala, modifiche al progetto mai segnalate e mai pattuite. E persino grossolani errori, rispetto alle norme di sicurezza e alla tenuta antincendio, nel campione delle porte che avrebbe dovuto fornire la Bilsa. Un tira e molla di sollecitazioni durato quattro mesi e che si sarebbe concluso qualche settimane fa con le ultime “comunicazioni” della Comsa in termini, però, ultimativi. A questo punto le cose passano in mano agli avvocati e non è da escludere che la Comsa possa chiedere ad Attilio Bignasca anche un risarcimento dei danni che ritiene di aver subito. L’impressione, come fa notare chi ha seguito molto da vicino questa vicenda, è che la Bilsa abbia preso un po’ alla garibaldina questo sostanzioso subappalto, e La Comsa decisa a rompere il contratto con via Monte Boglia per il Centro culturale di Lugano L’impresa di Attilio Bignasca fuori dal cantiere del “Lac” che, non disponendo di un adeguato ufficio di progettazione, abbia lavorato in maniera molto approssimativa. Che succederà ora? Dal cantiere del Lac trapelano poche indiscrezioni, ma a quanto pare il gruppo spagnolo sarebbe intenzionato ad affidare a tre ditte diverse i lavori per la facciata vetrata, la fornitura delle porte e le opere in ferro che doveva eseguire la Bilsa. In tutta questa storia l’impresa di La cronaca/1 I FRATELLI Attilio e Giuliano Bignasca, quest’ultimo titolare della Bilsa si no a pochi anni fa Ti-Press Le intercettazioni nell’inchiesta su Lele Mora Quel ligio funzionario di banca che ha “sballato” i conti di Fede Ti-Press LIBERO D’AGOSTINO Niente intoppi sui tempi di realizzazione del Lac. Il nuovo Centro culturale di Lugano per la fine del dicembre 2012, al massimo all’inizio del 2013 sarà pronto. Attualmente sul cantiere lavorano un centinaio di operai, più una ventina di altre persone tra tecnici e personale amministrativo. Ultimato il grande parcheggio sotterraneo su quattro piani, restano da fare solo gli interventi di rifinitura, si sta lavorando alla piazza esterna del Lac, alla piattaforma della hall e del museo, e al teatro per il quale è stato realizzato un complesso sistema di ancoraggio in grado di compensare la pressione esercitata sull’area dal lago e dalla montagna. LA BANCA La sede della Bsi in viale Franscini a Lugano Lele Mora lo chiama in ufficio a Lugano e gli chiede di dare tremila franchi a un imprenditore di Brescia, Imerio Baresi. Ma Patrick Albisetti, funzionario di Bsi, dice no. Probabilmente vuol fare le cose per bene e non si prende la responsabilità di mandar via bonifici senza firme. “No, no, non glieli do”, dice a Lele Mora, durante la telefonata intercettata e agli atti dell’inchiesta in Italia, che ha portato all’arresto - confermato nelle scorse ore - del manager dei vip. “Non metto il tuo nome in contatto con il suo. Non metto la cassa a sua disposizione”. Evidentemente Albisetti usa un tono deciso, tanto che Mora si arrende: “Vabbè, ci penso io, non ti preoccupare”. Patrick Albisetti è anche il teste che svela i giri di soldi tra Emilio Fede e Mora. “Sia Mora che Fede non volevano che ci fosse traccia di un collegamento tra i conti. Mi hanno detto che l’operazione doveva avvenire per contanti”, puntualizza ai giudici il bancario svizzero sul passaggio di denaro (un prestito di Silvio Berlusconi) avvenuto il 7 aprile: 350 mila euro passati da Mora a Fede in un salottino della Bsi. “Mora - rivela ancora Albisetti - ha dato l’ordine di prelevare 350 mila euro e di versarne 200 mila in un conto di Fede”. Gli altri 150 mila, in contanti, li ha presi Fede. E riportati in Italia. Attilio Bignasca, di cui sino a pochi anni fa faceva parte anche il fratello Giuliano, presidente della Lega e municipale a Lugano, non rimedia certo una bella figura. Tanto più visti gli attacchi continui al Lac e alla Comsa fatti in questi mesi dalle colonne del Mattino. Una vera e propria offensiva che, nell’interpretazione dei più maligni, doveva pure servire per strappare qualche altro subap- La cronaca/2 palto e a condizionare il municipio di Lugano. Ma con la Comsa il gioco non sembra aver avuto successo. Tutt’altro. Inoltre, poche settimane fa, è venuto meno un altro dei bersagli del Mattino, ovvero l’impresa Pedrera, la società veneta che sta lavorando al teatro del Lac e che ha avuto in appalto anche la facciata ventilata. Opera a cui, sussurrano i soliti maligni, mirava anche la Bilsa. Ebbene, ai primi di settembre lo staff tecnico della Città, assieme ad Ivano Gianola, l’architetto che ha progettato il Lac, ha incontrato a Verona un équipe della Pedrera che ha presentato, con un sosfisticato modello su scala 1:1 del teatro, alcune soluzioni tecniche per i lavori del Centro culturale. Soluzioni che hanno pienamente soddisfatto la delegazione luganese e che sembrano anche aver sgomberato definitivamente il campo dai dubbi e dagli interrogativi sollevati in questi ultimi mesi dal Mattino. [email protected] Berna in stato d’assedio per la Festa dell’Udc Manifestazioni e scontri in piazza fermati novanta giovani estremisti TENSIONE Controlli a Berna prima della Festa dell’Udc Cinquanta li hanno fermati a Berna, durante la Festa dell’Udc. Altri quaranta li hanno bloccati a Diepoldsau, nel canton San Gallo, nel corso di scontri fra estremisti di destra e di sinistra. Fortunatamente in nessuno dei due centri, ha precisato la polizia, sono stati registrati feriti gravi. Quasi cento giovani sono stati dunque bloccati dalla polizia ieri, sabato. In entrambe le manifestazioni si è assistito a un imponente spiegamento di forze. In particolare a Berna dove per la Festa dell’Udc stazione ferroviaria e città vecchia sono state blindate dagli agenti in tenuta da sommossa, giunti anche da altri cantoni. Tolleranza zero per evitare quanto era capitato quattro anni fa con scontri durissimi e feriti, sempre in occasione di un raduno dell’Udc. A Berna mentre parlavano i leader, da Toni Brunner a Christoph Blocher sino al consigliere federale Ueli Maurer, in un centro sociale accanto alla stazione ferroviaria è stata organizzata una festa contro il razzismo. Sempre contro il razzismo hanno manifestato a Diepoldsau gruppi di giovani di sinistra che hanno contestato un corteo di estremisti di destra. La situazione stava per degenerare e la polizia è intervenuta rapidamente per scongiurare incidenti.