ACTORS FROM SCOTLAND TO ACTMACBETH FOR US

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ACTORS FROM SCOTLAND TO ACTMACBETH FOR US
A. S. 2012/2013 -­‐ NUMERO 6 AVVISTATA “MOSCA BIANCA” NEI CORRIDOI DEL LEONARDO ANGELES, FUTURA OPERATRICE MECCANICA Titolo che fa notizia: tutto per attirare l’attenzione, in realtà, non si tratta di una vera mosca bianca, ma di una fatto così raro da poter essere paragonato ad un tale avvistamento. Mi presento: sono Angeles Correa, ho 15 anni e vengo dall’Ecuador. Sono in Italia da 3 anni e qui mi trovo benissimo. Ho scelto l’Ipsia Leonardo da Vinci perché mi piace la meccanica e penso che sia molto interessante affrontare tutte le materie insegnate in questo indirizzo. Credo inoltre che le possibilità di lavoro in questo settore siano maggiori che in altri. La materia che al momento mi crea più problemi? Laboratorio torneria, certamente interessante, ma completamente nuova, tutta da scoprire ed imparare. Devo dire che al Leonardo, per la prima volta da quando sono arrivata in Italia, mi sento proprio soddisfatta dell’ambiente scolastico e completamente a mio agio, anche se sono l’unica ragazza che gira tra i corridoi. Fin dal primo momento che ho varcato la soglia di questo istituto ed in particolare della mia classe, i nuovi compagni di scuola mi hanno accolta con entusiasmo (ricordo bene la mia emozione per il loro applauso di ”ben arrivata!”): le attenzioni e la gentilezza, che dimostrano nei miei confronti, mi fanno sentire ben accettata e questo accade anche con tutti i ragazzi che incontro, girando per i corridoi, tanto che ho già fatto molte nuove amicizie. Non mi manca per niente una ragazza come compagna, sia perché sono abituata a convivere con i maschi, sia perché le attenzioni, che ricevo a scuola, mi soddisfano pienamente. Che dire poi degli insegnanti? Anche con loro esiste un buon rapporto: sono tutti molto simpatici e sempre disponibili, perfino la Vicepreside. Angeles Correa in collaborazione con Martin Peev
ACTORS FROM SCOTLAND TO ACT MACBETH FOR US VERY STIMULATING AND INTERESTING EXPERIENCE On the last days of the final attack! We are in a bunker, everything is black and dark, just a dim bulb lights the scene and in some moments neither that, so the torches direct their lights to each character separately. A modern Macbeth, belonging to a recent past, interviewed by a reporter, tells his story: his accession and fall . The audience is listening to the last hours of a general who became king with murders and deceit. Macbeth revises all the events by describing the most important moments which determined his destiny: the three witches’ encounter, the plot with Lady Macbeth, the king’s killing, the farce to blame the guards and to accuse his friend Banquo, who will be killed shortly after, Lady Macbeth’s madness ,”the walking wood” and the final battle, where Macbeth will die, against MacDuff and Malcolm. This amateur dramatic proposal of the Società Filodrammatica Piacentina takes its inspiration from “Macbeth”, one of the most famous tragedies by William Shakespeare. It has been realized by the director, Laura Pasetti, who is also an actress and a teacher at the “Piccolo Theatre”, in Milan and it has been performed by very young actors whose names are Jamie Walker, Steven McIntire, Matteo De Mojana and Julia Dixon-­‐Phillip, all members of the Charioteer Theatre in Forres, in Scotland. This event has given us the opportunity of learning, for the first time, some of the typical techniques and styles of the English theatre. Three objects are the symbols of the drama: the crown, the expression of power, the box with the printed word “loyalty” and the gun with the meaning of determination. The rhythm was lively even if we had some difficulties to understand It has been a very stimulating and the parts acted in Old English. interesting experience and we Anyway, thanks to the preparing hope to repeat it in a near future. lessons hold at school, the director’s introduction and the 4 TIM e 4 TSE
actors’ ability we succeeded in understanding better the show. LO SPORTELLO
a cura di Aurelia Barbieri L’idea di scrivere sulla resilienza mi è venuta una mattina a scuola quando, entrando in una classe, ho visto questo termine meccanico (rubato alla psicologia !) proiettato sul muro. Come sapete meglio di me, in meccanica, la resilienza è la capacità di un materiale di assorbire energia quando è deformato in modo elastico. In pratica è definita dal lavoro occorrente per rompere con un sol colpo un'asta del materiale in esame, riferito all'unità di superficie della sezione in cui avviene la rottura. Il reciproco dell'indice di resilienza viene assunto come indice di fragilità. Materiali di elevata resilienza sono detti tenaci, a differenza di quelli fragili aventi piccolo valore di resilienza e quindi poco resistenti agli urti. La psicologia ha preso in prestito questo termine e l’ha trasferito dalle macchine alle persone, definendo la resilienza come la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi le difficoltà. E’ la capacità di ricostruirsi, restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità. Persone resilienti sono coloro che, immerse in circostanze avverse, riescono a superare la contrarietà e dare nuovo slancio alla propria esistenza, raggiungendo anche mete importanti. E’ ciò che ti permette di perseguire i tuoi obiettivi, nonostante i continui “no”, le sconfitte e gli inevitabili contrattempi della vita: è quella razionalità (a volte bizzarra) che ti fa rialzare dopo l’ennesima caduta, perché sai che, prima o poi, nonostante gli inevitabili ruzzoloni, arriverai alla meta. Trabucchi, psicologo ed esperto di resilienza, parla di tecnica ABCDE. • A di Adversity. Sono le difficoltà che possiamo incontrare nella nostra vita, gli eventi negativi su cui non abbiamo il controllo e che inevitabilmente accadono. Possono includere piccole “tragedie” come un compito andato storto, o difficoltà molto più rilevanti. • B di Beliefs. Sono le nostre credenze. L’insieme delle convinzioni che abbiamo maturato nel corso della nostra vita, rappresentano il filtro attraverso il quale percepiamo la realtà. La nostra percezione della realtà, infatti, è sempre soggettiva, così come le nostre reazioni. • C di Consequences. Sono le nostre reazioni emotive e fisiche agli eventi che dipendono dall’evento e dalle nostre credenze. • D di Discussion. Con la lettera D entra in gioco la resilienza. Quando siamo in grado di mettere in discussione le nostre reazioni irrazionali, iniziamo a riprendere il controllo della nostra vita. E’ utile imparare a fermarsi, a prendere le distanze dagli eventi che ci turbano per poterli guardare e fronteggiare con maggior lucidità. • E di Effects. A differenza delle reazioni, gli effetti derivano dalla messa in discussione delle nostre credenze. Questa tecnica è utile per prendere consapevolezza del fatto che il nostro comportamento e le nostre reazioni di fronte a situazioni negative, non dipendono direttamente dagli eventi, ma dalla nostra valutazione di essi. La resilienza è una competenza chiave che è possibile sviluppare attraverso l’apprendimento di tecniche e il potenziamento dei fattori personali, per trasformare le circostanze avverse in nuove sfide. QUESTIONE D’INCIVILTÀ Sono qui a documentare una situazione, ben visibile nella foto sotto riportata, che certo non fa onore ai responsabili. Il tutto risale alla settimana scorsa, al termine di una ricreazione al bar del nostro istituto, quando quasi tutti gli studenti avevano già preso la via delle classi, mi sono trovato davanti ad un’immagine disarmante. Lo stato dell’angolo relax sembrava aver subito un’incursione barbarica: tovaglie distese sul pavimento, carte, lattine e brick lasciati ovunque nonostante i cestini, sedie spostate in modo disordinato. È possibile che il nostro bar sia frequentato da ragazzi che non conoscano come ci si comporta nei luoghi pubblici? Se non si rispettano la società, gli spazi comuni e le altre persone, non si può neanche pretendere di ottenere poi lo stesso rispetto. Dobbiamo impegnarci tutti a seguire le regole del vivere civile, avendo anche riguardo dei posti dove mangiamo o viviamo. Mi chiedo se i ragazzi di oggi siano abituati ad aiutare in casa, se, dopo pranzo, sparecchino la tavola o se, anche tra le mura domestiche, mantengano lo stesso comportamento dei vandali passati al nostro bar. Mi auguro che la foto sia la documentazione di un fatto casuale e che mai più ci si debba trovare davanti ad un simile spettacolo. Eduard Pavlyuk Aurelia Barbieri SULLE NOTE DEL RAP EMINEM, RAPPER MULTIPREMIATO Chi meglio di Eminem (nome d'arte di Marshall Bruce Mathers III, detto anche Slim Shady) può rappresentare il genere Rap? Conta milioni di dischi venduti nel mondo, milioni di brani scaricati, milioni di album negli States. È considerato uno dei migliori artisti rap e hip hop di sempre, oltre che in tutta la musica rap degli anni 2000, paragonato, per i successi conseguiti, a Mick Jagger e Jimi Hendrix. A lanciarlo è stato il singolo “My Name Is”, ma si è affermato sia come produttore di album hip hop che come attore, recitando per la prima volta in “8 mile”, diretto da Curtis Hanson. I testi esprimono tutta la rabbia verso la società e la politica, anche con attacchi verso l'ex Presidente George W. Bush, il pessimo rapporto dell'artista con la madre e l'ex moglie Kim, mentre la figlia avuta da Kim è l'unica persona nell'ambito familiare di cui canta in modo affettuoso. Accanto a questi argomenti, se ne affiancano di più leggeri come le parodie alla musica pop americana: nei testi e nei video, Eminem si prende spesso gioco di artisti come Paris Hilton, Christina Aguilera, Britney Spears, Jessica Simpson, Michael Jackson, Mariah Carey ma soprattutto Moby. Che cosa rende così forte questo personaggio? Proprio la grande retorica dei testi e il favoloso ritmo delle sue canzoni. Valerio Soprani EMINEM – caricatura di Elmir Alihodzic