il papa in armenia evoca il genocidio

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il papa in armenia evoca il genocidio
STORIA E DIPLOMAZIA
IL PAPA IN ARMENIA EVOCA IL GENOCIDIO
«Prima immane tragedia del secolo scorso»
A Erevan Bergoglio torna a usare la parola odiata dai turchi
Città del Vaticano
Cataldo Greco
Papa Francesco non si fa certo
intimidire da quanti, a proposito
dello sterminio di un milione e
mezzo di armeni perpetrato un
secolo fa dal Governo dei giovani
turchi dell’Impero Ottomano, non
vogliono, come si sa, sentir parlare
di “genocidio”. A Ervan, nel suo
primo giorno in Armenia, nel suo
intervento alle autorità, il Pontefice
argentino a quella parola non ha
voluto rinunciare. «Quella tragedia,
quel genocidio – ha affermato –
inaugurò il triste elenco delle
immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o
religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare
interi popoli. «È tanto triste – ha aggiunto – pensare che in questo, e negli altri due, le grandi
potenze internazionali preferivano guardare dall’altra parte».
Francesco ha auspicato che l’umanità sappia trarre da quelle tragiche esperienze l’insegnamento ad
agire con responsabilità e saggezza per prevenire i pericoli di ricadere in tali orrori».
«Si moltiplichino, perciò, da parte di tutti - ha aggiunto -, gli sforzi affinché nelle controversie
internazionali prevalgano sempre il dialogo, la costante e genuina ricerca della pace, la
collaborazione tra gli Stati e l’assiduo impegno degli Organismi Internazionali».
Immediato l’attacco della Turchia al Papa: «Ha la mentalità delle Crociate»
Il Vaticano: «Francesco parla per la Pace»
Era nell’aria da giorni la dura reazione del Governo guidato dall’islamico Recep Tayyip Erdogan.
La tensione sorta tra Vaticano e Turchia è di quanto Papa Francesco avrebbe detto. Domenica 26
giugno, come i media di tutto il mondo hanno riportato, alla Santa Messa convocata per
commemorare i cento anni del martirio degli armeni, il cosiddetto “Metz Yeghern”.
IL FARO – Periodico del Centro Studi “ Pier Giorgio Frassati ” – Cariati (CS)
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Bergoglio, infatti, sfidando l’opposizione di
Ankara, non ha avuto remore di pronunciare
a voce alta quella parola ancora proibita nel
Paese
della
Mezzaluna
tenacemente
negazionista sul punto, per definire quanto
subìto dalla popolazione armena nel 1915,
“genocidio”. Scelta che ha provocato
l’immediata, dura reazione e farla giungere a
Roma. «Quello degli Armeni – ha detto il
Papa citando Giovanni Paolo II, davanti a
Papa Francesco e KerekinII, Arcivescovo cristiano
una folta delegazione giunta da Erevan, nella
orientale armeno lasciano la Cattedrale di
Basilica di San Pietro – è stato il primo
Etchmiadzin
genocidio del XX secolo». «Furono uccisi
Vescovi, Sacerdoti, religiosi, donne, uomini, anziani e persino bambini e malati indifesi», ha
ricordato Papa Bergoglio evocando il massacro della popolazione cristiana che ha fatto oltre un
milione e trecentomila vittime secondo la generalità degli storici e “sminuito” invece a una stima tra
250mila e 500mila dalle autorità turche. Francesco è andato oltre spiegando che le altre due tragedie
del “Secolo breve” «furono quelle perpetrate dal nazismo e dallo stalinismo. E più recentemente –
ha aggiunto – altri stermini di massa, come quelli in Cambogia, in Ruanda, in Burundi, in Bosnia».
«Eppure – ha sospirato – sembra che l’umanità non riesca a
cessare di versare sangue innocente. Anche oggi stiamo
vivendo una sorta di genocidio causato dall’indifferenza
generale e collettiva, dal silenzio complice di Caino che
esclama: “A me che importa?”; “Sono forse io il custode di mio
fratello?”. Papa Francesco ha anche precisato che «in
Argentina, quando si parlava dello sterminio armeno, si usava
sempre la parola “genocidio”, non ne conoscevo un’altra», ha
concluso.
Le parole del Pontefice sul massacro degli armeni non sono
piaciuti ad Ankara, tanto che il vice Premier turco Nurettin
Canikli le ha definite «molto spiacevoli» e frutto di «una
mentalità da Crociate». «Un errore – replica il portavoce
vaticano Padre Federico Lombardi -. Il Papa non parla per la
Il Presidente della Turchia
Recep Erdogan
guerra ma per la pace». Il Governo turco ha reagito
convocando il Nunzio Vaticano, Monsignor Antonio Lucibello,
per manifestare «disappunto».
Quindi ha richiamato in patria il suo ambasciatore presso la Santa Sede, in segno di protesta. «La
dichiarazione di Francesco – ha lamentato su Twitter il Ministro degli Esteri, Hevlur Cavusoglu –
non può essere accettata, è lontana dalla realtà legale e storica, è infondata». La Turchia dimostra
così di non recedere di un millimetro dalla sua guerra diplomatica, che ora investe anche la Santa
Sede, per impedire che il genocidio venga riconosciuto da un numero sempre crescente di Stati. E lo
scontro Ankara – Vaticano potrebbe avere ora riverberi anche nei rapporti di Ankara con la Ue.
Eppure Papa Francesco, nel messaggio agli armeni consegnato al termine della Celebrazione, aveva
lanciato un appello affinché si riprenda «il cammino di riconciliazione».
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Polemica chiusa
Papa Francesco taglia corto: «Il Papa sono io»
«C’è un solo Papa. Papa Benedetto è il Papa emerito, non il secondo». Così, nella conferenza
stampa sul volo di ritorno dal viaggio apostolico in Armenia. Papa Francesco pone fine alle
polemiche che alla fine di maggio aveva scatenato Monsignor Gaenswein parlando di un «Ministero
petrino condiviso».
Benedetto – ha aggiunto – ha detto chiaramente quell’11 febbraio che dava le sue dimissioni a
partire dal 28 febbraio e si ritirava ad aiutare la Chiesa con la preghiera. Non dimentico il discorso
fatto il 28 febbraio ai Cardinali: “Tra voi c’è il mio successore, prometto obbedienza”.
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