Aprile 2009 - Centro Apice - Università degli Studi di Milano

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Aprile 2009 - Centro Apice - Università degli Studi di Milano
In corso d’Opera…
N e w s l e t t e r
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C e n t r o
A p i c e
Numero 2
aprile 2009
Collezioni di Apice ospiti in mostra
Si è inaugurata lo scorso gennaio la mostra che
celebra il centenario del Corriere dei Piccoli. Curata da Giovanna Ginex, è stata promossa dalla Fondazione Corriere della Sera e rimarrà allestita alla
Rotonda di via Besana fino al 17 maggio.
Il Centro Apice ha partecipato alla mostra attraverso alcuni esempi di periodici precedenti o contemporanei alle prime uscite del Corrierino, come il
Giornalino della domenica, Novellino, Novellino
rosa, il Giornale per i bambini: un insieme che documenta il contesto nel quale nacque la testata
milanese; sono inoltre stati prestati circa 40 fascicoli del Corriere dei Piccoli, di cui Apice conserva
la raccolta completa (in molti casi non rilegata in
volume, cosa che ne ha facilitato l’esposizione), fino alla seconda guerra mondiale.
Il Corriere dei Piccoli fu fondato dal giornalista e scrittore Silvio Spaventa Filippi, su
un progetto della pedagogista e scrittrice Paola Lombroso: uscì in edicola, come
supplemento del Corriere della Sera, a partire dal 27 dicembre 1908 e vi rimase fino
al 15 agosto 1995, divenendo il maggior periodico italiano per ragazzi.
Il Corrierino, diversamente dai periodici ottocenteschi per bambini incentrati sul racconto letterario più o meno illustrato, presentò per la prima volta nel nostro Paese i
grandi autori americani di comics umoristici, come Richard Felton Outcault, Frederick Burr Opper, Winsor McCay, George McManus e Pat Sullivan: proprio una striscia di Outcault, anche se senza ballons come sarà consuetudine per il giornale,
appare infatti sulla prima pagina del primo numero del Corriere dei Piccoli. Accanto
a loro gli artisti italiani, come Antonio Rubino, Attilio Mussino, Sergio Tofano e, dalla
fine degli anni Venti, Bruno Angoletta e Carlo Bisi.
La documentazione esposta comprende disegni
originali, finora mai presentati al pubblico, ma anche bozzetti, vignette, giocattoli e pupazzi.
Il catalogo della mostra raccoglie, oltre alla storia
del periodico, approfondimenti sul contesto immediatamente precedente la nascita del Corrierino,
sulle presenze internazionali e sugli autori che
hanno maggiormente contribuito alla fisionomia
del giornale, e una serie di testimonianze di autori
e protagonisti. A chiusura del volume, una sezione di biografie degli autori e un elenco ragionato
degli illustratori.
Sommario:
Incontri ed eventi
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Strumenti
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Studi e ricerche
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Spigolature
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I NCONTRI ED EVENTI
“Alberto Vigevani scrittore. Giornata di studi”,
Università degli studi di Milano, 2 aprile 2009
Il 2 aprile si è svolta, presso la Sala Crociera Alta dell’Università degli studi di
Milano, la giornata di studi “Alberto Vigevani scrittore”.
A dieci anni dalla morte il Centro Apice celebra la figura di Alberto Vigevani,
libraio antiquario, editore, critico teatrale e letterario concentrando però l’attenzione sull’autore di narrativa e di poesia.
Sono state messe in luce le caratteristiche dei primi anni di attività dell’autore,
dalla pubblicazione delle prime prose su rivista e del primo romanzo, Erba d’infanzia, considerato dall’autore stesso un’esperienza della giovinezza fino alle
opere dell’immediato dopoguerra, passando per la produzione letteraria segnata dagli anni del conflitto e dell’esilio in Svizzera.
L’attività matura di Vigevani – comprendente successi editoriali e costellata di
premi letterari per romanzi come Estate al lago, Un certo Ramondès, L’invenzione, Fine delle domeniche, Il grembiule rosso e All’ombra di mio padre – è
attraversata dal tema della memoria del tempo dell’infanzia e dell’ambiente milanese.
Il Vigevani poeta è ricordato in particolare per la raccolta Anche le più lievi con
cui vinse il Premio Gozzano nel 1986. L’autore, tradotto in molti paesi europei,
sviluppa in tutta la sua attività con coerenza i temi caratteristici della sua produzione, non ultimo quello della propria identità ebraica.
A celebrazione del decennale della morte è stato pubblicato il volume inedito Il
battello per Kew, il cui testo autografo è conservato ad Apice.
Nell’occasione, che ha riscosso un considerevole successo di pubblico, ha fatto
da corredo una piccola esposizione documentaria sui materiali provenienti
dall’archivio Vigevani del Centro Apice.
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STRUMENTI
Il Fondo Gabriele Mucchi. Inventario
L’Archivio di Gabriele Mucchi (Torino, 1899-Milano, 2002),
pittore, designer, scrittore, è costituito da 47 buste di
materiali relativi alla vita e all’attività dell’artista ed è attualmente depositato presso il Centro Apice. Vi sono raccolti i
documenti personali di Gabriele Mucchi; la sua corrispondenza con i famigliari e con artisti e intellettuali protagonisti
del XX secolo, quali la poetessa Sibilla Aleramo, il filosofo
Norberto Bobbio, l’editore Valentino Bompiani, i critici d’arte Raffaele De Grada e Mario De Micheli, il pittore Renato
Guttuso, gli storici dell’arte Roberto Longhi e Giuseppe
Marchiori, lo scultore Giacomo Manzù, l’architetto Giuseppe Pagano, il pittore Armando Pizzinato, il critico letterario
Sergio Solmi, il pittore Ernesto Treccani, lo scrittore Cesare Zavattini e altri.
Contiene inoltre numerosi manoscritti e dattiloscritti
degli articoli di critica d’arte, o d’argomento politico, pubblicati da Gabriele su diverse testate in Italia e all’estero e delle sue conferenze pubbliche; le bozze dei suoi lavori di traduzione e dell’autobiografia
Le occasioni perdute. Memorie 1899-1993 (Milano, L’archivolto, 1994; II
ed. Milano, Mazzotta, 2001); i contratti relativi alle mostre in corso o gli
elenchi delle opere di volta in volta esposte.
Numerosa, e complementare rispetto agli oltre 2500 volumi che fanno parte della biblioteca personale di Mucchi, anch’essa conservata ad Apice, è
inoltre la presenza di piccoli cataloghi, dépliant e inviti alle mostre personali e collettive di Gabriele Mucchi e di altri artisti del movimento del realismo
italiano e della Repubblica Democratica Tedesca.
L’inventario dell’Archivio Gabriele Mucchi, che ha dato origine a Il Fondo
Gabriele Mucchi. Scritti 19451945-1955, tesi di diploma, Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte e delle arti minori, di Fiorella Mattio, è consultabile
on line al seguente indirizzo: http://gea.lib.unimi.it/GeaWeb/.
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S TUDI E RICERCHE SUI NOSTRI FONDI
Federicomaria Muccioli, Il registro della spia. Le molte vite della
professoressa Tina Crico, Rimini, Panozzo editore, 2007
Quella narrata nel libro è una storia vera, una spy story ambientata
tra l’epoca del “massimo consenso” al fascismo e il secondo conflitto
mondiale, con conseguenti strascichi nel dopoguerra. Protagonista è
una professoressa di materie letterarie al Ginnasio Superiore di Rimini e poi in altri istituti d’Italia: un’insegnante brillante, moderna e lontana dalle convenzioni, che inseguì i suoi ideali scegliendo di cambiare
vita e identità. Entrata nell’Intelligence Service inglese, divenne figura
di spicco tra gli agenti segreti al servizio di Sua Maestà.
Per la ricostruzione di alcuni fondamentali dettagli biografici, l’Autore
ha potuto avvalersi del fascicolo personale di Albertina Crico, studentessa dell’Università degli studi di Milano negli anni Venti, e conservato nell’Archivio storico dell’Università presso il Centro Apice.
Tesi di laurea e di dottorato
Luigi Ernesto Arrigoni Quasimodo traduttore di Catullo: oltre la stagione ermetica; tesi
di laurea magistrale Università degli studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a.
20052005-2006, relatore prof.ssa Giovanna Rosa
La tesi si concentra sulla traduzione dei Canti di Catullo di Salvatore Quasimodo, nei
suoi aspetti metrici e linguistici e nei suoi rapporti con la produzione poetica originale di
Quasimodo. Presso il Centro Apice è presente l’edizione originale del volume del 1945,
Catulli Veronensis Carmina, pubblicato dalle Edizioni di Uomo. E’ stato così possibile
confrontare le varianti fra la prima edizione e quella definitiva e riprodurre le illustrazioni
originali create dal pittore Renato Birolli per il volume.
Dalla tesi sono scaturiti successivamente due saggi specialistici. Il primo, Il Catullo di
Quasimodo e Birolli fra parola e immagine, pubblicato in «ACME», Volume LXI, Fascicolo I, gennaio-aprile 2008, tratta del rapporto intersemiotico fra i testi latini di Catullo, le
traduzioni di Quasimodo e i disegni di Birolli. Il secondo, l carme 31 da Catullo a Quasimodo sotto il segno di “Vento a Tìndari” (pubblicato in Uso, riuso ed abuso dei testi
classici, a cura di Massimo Gioseffi, Milano, LED, 2009) si concentra sulla traduzione
del carme 31 dedicato a Sirmione: sono approfondite le varianti a stampa e manoscritte
e i rapporti intertestuali con una delle poesie più celebri di Quasimodo, Vento a Tìndari.
Alessandro Terreni, Dall’occhio all’orecchio: forme dell’io lirico nella poesia del secondo Antonio Porta, tesi di dottorato di ricerca in Storia della lingua e letteratura italiana,
Università degli studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 20072007-2008, relatore
prof. Giovanni Turchetta.
La ricerca ha avuto per oggetto il linguaggio poetico di Antonio Porta (1935-1989), con
particolare attenzione alla produzione lirica degli anni Ottanta. Obiettivo del lavoro è
stata l’analisi delle modalità formali dei libri usciti dopo il 1977, spesso valutati in modo
troppo riduttivo, al fine di restituire un’immagine critica più complessa dell’attività
dell’autore. Per ricostruire la poetica portiana è stato fondamentale l’apporto della fitta
produzione del Porta critico militante e pubblicista, nonché teorico della letteratura, produzione disponibile nella sua integrità presso il Centro Apice, dove sono conservati anche i numerosi materiali preparatori della produzione letteraria. Il raffronto tra i manoscritti e i dattiloscritti e le finali versioni a stampa ha surrogato l’interpretazione critica di
alcuni passi della poesia del secondo Porta, sempre protesa all’inesausta sollecitazione
di un difficile contatto comunicativo con i suoi lettori, e oggetto di uno strenuo controllo
formale.
Errata corrige: La descrizione della ricerca condotta da Fabio Guidali e riportata nel numero precedente si riferisce ad uno studio in corso per una tesi di laurea dedicata a Gabriele Mucchi: un intellettuale tra Italia e Germania e non alla indicata tesina, Fascismo
e <antiquestofascismo> in un dialogo tra Norberto Bobbio e Gabriele Mucchi. Si tratta di
due lavori tra loro distinti.
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SPIGOLATURE D’ARCHIVIO. . .
“Grazia”, 22 dicembre 1938,
a. XIII, n. 7
Archivio Bompiani
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