GAZICH: «SARÒ A NEW YORK NEL NOME DI ALBERT CAMUS»

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GAZICH: «SARÒ A NEW YORK NEL NOME DI ALBERT CAMUS»
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GIORNALE DI BRESCIA · Sabato 9 aprile 2016
CULTURA&SPETTACOLI
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Il violinista bresciano
Ospite di «A Stranger In The City»
La chiusura sarà
affidata a Patti Smith
«A Stranger In The City», a New
York, è una manifestazione che
coincide con il settantesimo
anniversario dell’unico viaggio negli Stati
Uniti di Albert Camus, nella primavera
del 1946, mentre «Lo straniero» (uscito
nel 1942) veniva pubblicato per la prima
volta in inglese. «Il più audace scrittore
oggi in Francia», lo definì il giornale New
York Herald Tribune.
Per questa serie di incontri, proiezioni,
concerti si sono mossi nomi importanti:
ha già suonato Ben Sidran, l’attore Viggo
Mortensen è stato protagonista di un
reading, è in arrivo il biografo Adam
Gopnik... E dopo Andersen-Gazich la
chiusura sarà affidata, il 19 aprile, alla
conversazione su Camus con Patti Smith.
prima volta, nel settembre 2014, a
Aix-en-Provence (nell’ambito delle
celebrazioni per il centenario della
nascita dello scrittore), alla presenza
della figlia di Camus, Catherine,
ricevendo una sorta di «benedizione».
Prima della registrazione è stato poi
proposto, nel 2015, al
Lvr-LandesMuseum di Bonn, in
contemporanea con una mostra del
pittore, Oliver Jordan, autore tra l’altro
Con una leggenda vivente. Michele Gazich accanto ad Eric Andersen // PH. PAOLO BRILLO
dei ritratti di Andersen e Camus
riprodotti nel libretto del cd. Ora
l’appuntamento a New York.
Michele: il tuo rapporto
professionale con Andersen è di lunga
data...
Collaboro dal vivo e in studio con Eric
da sedici anni. È sempre una grande
gioia e un'occasione unica per
riabbeverarsi alla fonte. Eric è uno degli
«originali», uno di quelli, per dirla con le
parole del poeta Allen Ginsberg, che
«tentarono di mettere la grande arte in
un juke-box», uno di coloro che
letteralmente inventarono la figura del
cantautore, al Greenwich Village di New
York, negli anni Sessanta, insieme a Bob
Dylan, Phil Ochs e non molti altri.
Ed è evidente che il vostro terreno
d’incontro è più ampio rispetto alla
sola musica...
Sì, la nostra amicizia artistica si basa
anche su questo credo: entrambi
riteniamo che la canzone vada spinta
oltre le colonne d’Ercole, in un dialogo
aperto con altri generi. Eric fin dall’inizio
ha avuto una scrittura intessuta di
rimandi letterari; io ho scritto canzoni
che interagiscono con l’opera di
Pasolini, Paul Celan, San Paolo e molti
altri.
fotografo teatrale tedesco Werner Meyer
E, nello specifico, il lavoro
Maurizio Matteotti
e specializzatasi in prodotti «di culto»
riguardante Camus?
(non a caso, dell’ep esiste anche
È un progetto audace, in cui ha Eric
un’edizione in vinile da collezione).
creduto molto, ed io con lui. Ho
Quattro i titoli - «The Plague (Song of
partecipato e collaborato attivamente a
n bresciano a New
Denial)», «The Stranger (Song of
tutti gli stadi di preparazione di
York, nel nome di
Revenge)», «The Rebel (Song of Revolt)»
quest’opera; c’è anche uno specifico
Camus.
e «The Fall (Song of Gravity)» - che
aneddoto bresciano: il grosso della
Trasferta nella
rimandano, naturalmente, ad opere (a
composizione è avvenuto a Gargnano,
Grande Mela per
cominciare da «La peste» e
nella nostra casa di famiglia
Michele Gazich, che
«Il discorso
«Lo straniero»), temi (ad
sul lago di Garda.
sabato 16 aprile accompagnerà uno dei
esempio la ribellione contro le
C’è un senso riferito
di Camus di 70
più prestigiosi cantautori americani in
tirannie, l’ingiustizia, il
anche all’oggi, nell’evento
anni
fa
in
«Eric Andersen Sings Albert Camus»,
conformismo...) e luoghi del
che contribuite a ricordare?
America è,
spettacolo - alla National Sawdust di
Premio Nobel per la
Camus visitò New York nel
Brooklyn - inserito all’interno di «A
Letteratura nel 1957.
1946, alla conclusione della
purtroppo,
Stranger In The City», rassegna dedicata
«Macrocanzoni narrative» le
Seconda guerra mondiale. In
attualissimo»
allo scrittore francese morto nel 1960, a
definisce Michele,
quella circostanza parlò delle
soli 46 anni, in un incidente stradale.
sintetizzando efficacemente
tragiche responsabilità
Michele Gazich
Al centro della performance
tracce in cui folk e blues fanno
dell'uomo in guerre, violenze
musicista
dell’artista originario di Pittsburgh e del
da tappeto a una sorta di
e assassinii, attraverso un
violinista di casa nostra (ma sempre più
reading di forte impatto emotivo;
discorso, intitolato «The Human Crisis»,
cittadino del mondo) i brani contenuti
tappeto nel quale proprio i «disegni» di
divenuto un classico. Il discorso è
in «Shadow and Light of Albert Camus»,
violino impreziosiscono la trama,
purtroppo attualissimo anche
disco che Andersen ha inciso - alla voce,
offrendo un contributo che (nonostante
settant’anni dopo, quando il mondo
al piano e alla chitarra - proprio con
la titolarità dei brani sia di Andersen)
appare sulla soglia di un’altra Guerra
Gazich, in uno studio di Colonia, per la
non è azzardato definire «co-autorale».
mondiale. Guerra che, forse, è già
Meyer Records, etichetta creata dal
Il ciclo era stato eseguito dal vivo una
iniziata. //
Suonerà con Eric Andersen i brani
di un disco dedicato allo scrittore
GAZICH: «SARÒ
A NEW YORK
NEL NOME DI
ALBERT CAMUS»
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Quel dialogo
interrotto
fra Pasolini
e Italo Calvino
Valerio Capasa ha «riletto»
i due grandi per il Mese letterario
della Fondazione San Benedetto
Incontri
Sara Polotti
Marcovaldo che guarda la luna, «troppo lenta rispetto ai semafori».
«Pasolini rimpiange gli anni
precedenti il boom, e Calvino
lo accusa di avere nostalgia
dell’Italietta - continua Capasa
- anche se per Pasolini la realtà
è solo una: la società è ormai
omologata, e i mass media sono il nuovo fascismo».
Lo scorso anno all’ultima serata gli spettatori raggiunsero
quota ottocentoventi. Un record, per il «Mese Letterario»,
che nel 2015 ha festeggiato la Anni Sessanta. Gli anni Sessantapermettono a Calvino e Pasosua sesta edizione.
Quest’anno le serate dedica- lini di confrontarsi sui temi più
te alla letteratura e ai suoi gran- moderni, dal divorzio all’abordi nomi, promosse dalla Fon- to, ed è proprio su quest’ultidazione San Benedetto, sono mo che Valerio Capasa ha poalla settima edizione. Giovedì sto l’accento, proponendo al
sera s’è aperta la rassegna, e pubblico letture tratte dalle lol’organizzazione sta già per ro missive al Corriere della Sera
stappare la bottiglia di champa- e passi presi dalla «Giornata di
gne: ottocento iscritti, e siamo uno scrutatore» di Calvino.
Chi pro, chi contro, i due porsolo alla prima serata. Si prospetta un nuovo primato, non tavano al pubblico opinioni assolutamente profonde e riflesc’è che dire.
sive, di uno spessoAd attirare il pubblico sonotanto i te- «Uno rimpiange re raro. «Per Calvino - spiega il prof.
mi quanto i relatogli anni prima
- non si è esri. Sempre spigliati,
del boom, l’altro Capasa
seri umani, ma lo si
sanno come cattugli rimprovera diventa: per questo
rare l’attenzione
posizione
del pubblico senza
di voler tornare una
pro-aborto
non
mai annoiare, rilegall’Italietta»
può che essere congendo in chiavi difsiderata illuminista
ferenti i nomi più
e all’avanguardia.
amati delle lettere.
Dall’altrolato, PasoIeri sera l’ediziolini lo mette in guarne 2016 è stata così
dia: cosa c’è di illuaperta da uno degli
minista nel seguire
assi che Graziano
la moda della masTarantini,presidensa?».
te della FondazioL’ultimo scamne, sa tirare fuori
Valerio Capasa
bio di parole (scritdalla manica: il
Docente e saggista
te, ça va sans dire)
prof. Valerio Capasa, che, introdotto da Gianan- tra i due è l’opinione sul delitto
tonio Sampognaro, ha presen- del Circeo del 1975. «Calvino
tato Italo Calvino e Pier Paolo punta il dito contro i pariolini
fascisti, dichiarati colpevoli,
Pasolini.
ma Pasolini lo mette in guarLettere. Li ha fatti dialogare, dia: è tutta la società che è
un po’ attraverso le lettere scrit- criminaloide». Calvino non ebte dai due eccellenti "grafoma- be il tempo di rispondere a Pier
ni" («Scrivevano, scrivevano e Paolo: due giorni dopo Pasoliscrivevano ancora») sulle pagi- ni venne ucciso, «e non dai pane di riviste e quotidiani, indi- riolini fascisti». Ma gli indirizrizzate proprio l’un l’altro, un zò comunque un’ultima lettepo’ rileggendo le loro opere, co- ra, dandogli ragione, chiedenme fossero scrigni contenenti i dosi il motivo di tutte queste
loro punti di contatto e di allon- atrocitàe tentando di capire cotanamento. «Calvino e Pasoli- me poter svoltare, come poter
ni sono cresciuti insieme e si tornare ad un mondo buono.
«La
risposta
Pasolini
sono amati a distanza - racconta Capasa, - ma solo fino agli gliel’aveva data qualche mese
anni Sessanta: il mondo s’è prima, in una lettera indirizzaspaccato, si sono trovati ognu- ta al Corriere della Sera - rivela
no ad un lato della faglia e dà lì in conclusione Capasa - di nuoha avuto inizio il loro scambio vo sul tema dell’aborto, ma
con una grande verità: l’unica
di idee contrastanti».
Ecco, il mondo s’è spaccato, soluzione per un mondo mie dopo millenni di storia ugua- gliore è non avere paura di avele a se stessa l’accelerazione è re un cuore. Non screditare il
drammatica: lo scrive Pasolini, sacro è l’unica alternativa al polo racconta Calvino nel suo tere omologante». //
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