Nasher Sculpture Garden e Schulhof Garden alla Collezione Peggy
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Nasher Sculpture Garden e Schulhof Garden alla Collezione Peggy
Nasher Sculpture Garden e Schulhof Garden alla Collezione Peggy Guggenheim. All’interno della splendida e incompiuta cornice di Palazzo Venier dei Leoni, scelta da Peggy Guggenheim come abitazione e sede del suo celebre museo d’arte, anche il giardino è stato ripensato come sede espositiva, in cui arte e natura dialogano tra loro. Nel tratto di Canal Grande compreso fra il ponte dell’Accademia e la chiesa della Salute, quasi di fronte alla casetta rossa in cui D’Annunzio convalescente compose il poema “Notturno”, si trova Palazzo Venier dei Leoni, splendido palazzo in pietra d’Istria, progettato dall’architetto Lorenzo Boschetti nel 1748, e mai terminato, che nel 1949 divenne dimora della collezionista americana Peggy Guggenheim. Qui Peggy trasferì la sua preziosa collezione d’arte americana ed europea del XX secolo, e vi abitò fino al 1979, anno della sua morte. Dal 1980 la sua casa è stata convertita in museo, oggi il più visitato in Italia per l’arte contemporanea. Oltre ai capolavori della collezione di Peggy Guggenheim, che annovera artisti quali Picasso, Pollock, Kandinsky, Miró, de Chirico, Dalí, e molti altri, il museo ospita anche la Collezione Hannelore B. e Rudolph B. Schulhof, la Collezione Gianni Mattioli, il Giardino delle sculture Nasher e organizza importanti mostre temporanee. In particolare il giardino, che si sviluppava sul retro del palazzo, ha avuto modo di ampliarsi nel corso degli anni grazie ad acquisizioni di piccoli giardini confinanti, l’ultima nel 2001, separati all’epoca da muri di cinta. In seguito al più recente rinnovo, terminato nel 2012, il giardino oggi “parla una doppia lingua”, americana e italiana, poichè ad affiancare Thomas Woltz del Nelson Byrd Woltz Landscape Architects (New York) sono stati Isotta Cortesi, architetto paesaggista, e per la realizzazione tecnica Andrea Mati, dell’omonima Piante Mati di Pistoia. Questo restauro ha fatto seguito a quello che l’architetto veneziano Belavitis aveva operato a cavallo degli anni novanta. La mission affidata loro dal direttore del museo, Philip Rylands, è stata quella di trasformare il giardino da cornice alle opere d’arte a entità propria capace di attirare il pubblico per il suo valore decorativo e botanico, cambiando quell’assetto che dalla scomparsa della proprietaria era rimasto invariato. Il nuovo progetto ha preservato la pavimentazione originaria fatta di materiali diversi, tutti di recupero da vecchie opere murarie della Venezia andata, mattoni, marmi e pietre antiche a formare una sorta di mosaico policromo e multiforme grazie al rosato di Chiampo e al granito verde, ispirato alla pavimentazione a romboidi del Giardino della Giudecca, sempre ritagliata per dare terra intorno agli alberi e agli arbusti. Questi spazi sono stati conservati con una pacciamatura che riduce la manutenzione impedendo la crescita di malerbe. La vegetazione, giocoforza, si sviluppa lungo i bordi delle diverse stanze, ai piedi dei vecchi muri divisori in gran parte conservati. La scelta non poteva che ricadere su piante che vegetano con forza anche all’ombra perché la presenza dei manufatti e delle chiome dei grandi esemplari arborei determinano molte zone di luminosità ridotta. Ecco allora fare da padrone le morbide ed eleganti fronde piumate delle felci, le grandi foglie dal carattere spiccato per via del margine dentato e ondulato degli acanti, la spinosa rigidità dei ruscus, la ricchezza dei cespi di liriope, le foglie delle felci, e il verde intenso e vivido dell’Heuchera villosa Chantilly. Palazzo Venier dei Leoni Dorsoduro 701 30123 Venezia (39) 041 2405 415 guggenheim-venice.it A predominare sono le piante che si conservano verdi tutto l’anno anche durante i mesi invernali formando una vegetazione rigogliosa che al tempo stesso è sfondo per le opere d’arte e talvolta ricettacolo delle stesse, quando poste dentro le aiuole. Il colore della primavera e dell’estate arriverà con un sapiente mix di bulbose da fiore e perenni erbacee. Ai delphinium e alle aquilegie seguiranno i geranium e gli agapanti. Sui muri il trachelospermum jasminoides, con il suo profumo di gelsomino, intenso, inebriante quando al culmine della fioritura nel mese di giugno, dai tralci sottili e le foglie leggere, la fa da padrone, mentre alcune pergole riservano al glicine il compito di stupire con le sue ricche fioriture. Pochi gli arbusti da fiore ma fra questi spiccano le rose donate nel 2010, da Sibilla principessa di Lussemburgo. Sono rose Princesse Joséphine Charlotte, selezionate dal belga Victor Lens nel 1941, conosciute anche come Pink Triumph, del tipo Polyanta, dai fiori piccoli di colore rosa chiaro, semidoppi, con un numero di petali da nove a sedici e un profumo delicato. Ogni ramo porta fino a venti fiori e per tutta la stagione produce fiori in ondate successive. Si adatta anche ad essere coltivata in ombra parziale. Dalle Americhe, proprio come Peggy che di quelle terre era originaria, incontriamo nel giardino Amelanchier canadensis oggi allevati a siepe, i piccoli alberelli di Cladastris kentukea dalla fioritura a grappoli bianchi, Tilia americana e Betula nigra. E poi ancora pitosfori, mirti, cipressi, tassi e magnolie. Dono di Yoko Ono, del 2002, è “l’albero dei desideri”, “Wish tree”, un ulivo dove i visitatori possono appendere perché restino sospesi nell’aria biglietti con su scritto i loro desideri. Fermo al suo posto è rimasto in gazebo di marmo ricoperto dall’edera. Giardino delle Sculture Nasher Nell’ambito del sodalizio esistente tra la Fondazione Solomon R. Guggenheim e la Fondazione Nasher del 1995, a partire dal maggio 1999 vengono esposti nel Giardino delle Sculture Nasher della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia i prestiti di sculture realizzate dai principali artisti del XX secolo. Il Patsy R. and Raymond D. Nasher Sculpture Garden della Collezione Peggy Guggenheim presenta opere della collezione permanente del museo (di artisti quali Arp, Duchamp-Villon, Ernst, Giacometti, Holzer, Minguzzi, Mirko, Merz, Moore, Takis), e sculture appartenenti ad altre fondazioni o gallerie (di artisti quali Calder, Marini, Smith, Nannucci, Kapoor). La collezione di Patsy R. e Raymond D. Nasher (Dallas, Texas) raccoglie le opere collezionate in più di trent’anni dai coniugi Nasher, ed è riconosciuta come una delle più importanti e raffinate collezioni di scultura moderna e contemporanea al mondo. Esposta nel 1987-88 al Dallas Museum of Art, alla National Gallery of Art di Washington DC, al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia di Madrid, a Forte Belvedere a Firenze, al Tel Aviv Museum, comprende più di 700 opere di arte moderna e contemporanea. Le sculture di maggiore rilievo sono di Magdalena Abakanowicz, Jean Arp, Costantin Brancusi, William de Kooning, Raymond Duchamp-Villon, Henri Gaudier-Brzeska, Alberto Giacometti, Roy Lichtenstein, Richard Long, Henri Matisse, Henry Moore, John Newman, Pablo Picasso, Auguste Rodin, George Segal, David Smith e Mark di Suvero. Il Giardino delle Sculture Nasher presso la Collezione Peggy Guggenheim è l’unica sede espositiva in Europa dove sono in permanenza esposte opere della collezione Nasher e nel 1995 Palazzo Venier dei Leoni Dorsoduro 701 30123 Venezia (39) 041 2405 415 guggenheim-venice.it il sostegno finanziario della Fondazione Nasher ha reso possibile il completamento del giardino di Palazzo Venier dei Leoni, secondo il progetto dell’architetto veneziano Giorgio Bellavitis. Giardino Schulhof Da ottobre 2012 la Collezione Peggy Guggenheim accoglie 80 preziosissime opere d’arte italiana, europea e americana del secondo dopoguerra, lascito della collezionista americana Hannelore B. Schulhof e del marito Rudolph B. Schulhof, e proprio per volontà della Sig.ra Schulhof le opere donate alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York sono destinate a rimanere esposte in maniera permanente a Palazzo Venier dei Leoni, accanto ai grandi capolavori collezionati da Peggy Guggenheim. Parte di queste opere sono oggi conservate nel giardino titolato agli amonimi collezionisti, che custodisce opere di Anthony Caro, Barbara Hepworth e Sol LeWitt. Palazzo Venier dei Leoni Dorsoduro 701 30123 Venezia (39) 041 2405 415 guggenheim-venice.it