Una parrucca per non sentirsi diversa dopo il tumore

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Una parrucca per non sentirsi diversa dopo il tumore
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16 maggio 2015
Una parrucca per non sentirsi diversa dopo il
tumore
A carico della malata, tranne in poche Regioni, arrivano a costare più di duemila euro,
se in capelli naturali. Ma, ispirandosi a quanto accade in Francia, una onlus ha dato il
via a una distribuzione gratuita
di Benedetta Verrini
In Francia l’associazione Josephine pour la beauté des femmes ne ha fatto una campagna nazionale: sotto lo slogan Avec ma
perruque s’impegna a raccogliere le parrucche delle donne che hanno sconfitto il cancro per donarle a quante, sottoposte alla
chemioterapia, non possono permettersi di comprarne una. L’idea alla base del progetto è che nessuna donna che affronta una
malattia debba rinunciare a sentirsi bella a causa di problemi economici. Il sistema socio-sanitario d’Oltralpe garantisce alle
ammalate un forfait di 125 euro sull’acquisto, considerato inadeguato rispetto al costo da sostenere.
E in Italia? La situazione, se possibile, è ancora più difficile. Quasi nessuna regione, a parte Piemonte, Toscana (e da poco anche
Lombardia) prevede un rimborso. Il costo della parrucca, pertanto, è a carico dell’ammalata e varia dai 300 euro per le versioni
sintetiche fino agli oltre duemila euro per quelle con capelli veri.«La discriminazione economica, in questo caso, è un ulteriore
affronto, vista la sofferenza che già procura la malattia» commenta Tina Giammello, coordinatrice del Progetto
parrucche dell’associazione Cancro Primo Aiuto, che dal 2010 ha avviato la più vasta esperienza nel settore: una distribuzione
gratuita di parrucche nuove (nel 2014 ne hanno beneficiato oltre 1.800 donne).
«Sappiamo che per una donna la perdita dei capelli è traumatica quasi quanto elaborare la notizia della malattia» prosegue la
Giammello.«È davvero importante che, in un momento di totale vulnerabilità, possa difendere la sua bellezza». L’associazione
ha iniziato la distribuzione di parrucche nuove nelle strutture ospedaliere dove era presente (Ospedale Manzoni di Lecco, Istituto
Villa Aprica e Ospedale Valduce di Como, Ospedale di Desio, Ospedale di Carate, Istituti clinici Zucchi di Monza, Ospedale di
Vimercate, Ospedale Sacco e Ospedale San Carlo a Milano e Ospedale di Sondalo). «Ed è diventato subito evidente come la parrucca
sia un vero e proprio bisogno delle donne che si sottopongono a chemioterapia, fondamentale nel cammino di guarigione. Così nel
2014 il progetto ha fatto un vero e proprio salto di qualità, attraverso un accordo con un importante produttore che ha realizzato uno
specifico catalogo con una trentina di modelli e colori» prosegue la coordinatrice.
Per rispondere alle richieste delle pazienti di ospedali non raggiunti da questo servizio, a febbraio 2015 l’associazione ha aperto un
Centro Parrucche a Seregno, un “luogo protetto” a cui tutte le ammalate lombarde possono rivolgersi per un appuntamento (tel.
039.4989041), incontrando parrucchieri volontari e scegliendo il modello preferito.
Il progetto parrucche di Cancro Primo Aiuto è recentemente arrivato anche all’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande
vicino a Catania, prima struttura del Sud Italia. E il suo piano di espansione prevede nuove aperture nel corso del 2015, a partire da
Magenta, Castellanza, Cinisello Balsamo e Ospedale Niguarda di Milano.