C- Come posso fidarmi di te dopo che alcune forme di governo del
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C- Come posso fidarmi di te dopo che alcune forme di governo del
PROGETTO CORRUZIONE E CRIMINALITA' ORGANIZZATA: AZIONI CONTRO L'ILLEGALITA' ADOTTA UNA SCUOLA-ADOTTA LA COSTITUZIONE CLASSE III B LICEO SCIENTIFICO “SERENI” LUINO DISCORSO CON LO STATO CITTADINO - Cosa vuoi da me?Perché limiti sempre la mia libertà? STATO - Cosa intendi per libertà? C- Essere libero di scegliere e di fare ciò che più mi piace. S -La tua libertà finisce dove inizia quella del tuo prossimo e solo rispettando le leggi, illuminato dalla Costituzione, vedrai chiaramente la strada da percorrere. Devi sapere che le regole sono alla base del vivere comune, solo il rispetto ti permette di vivere bene insieme. il grande merito dei padri costituenti è proprio quello di aver tramandato tali principi. fin dall'antichità, partendo dalle popolazioni barbare passando per l'antica Roma toccando il corpus iuris civilis di Giustiniano, gli uomini hanno cercato di organizzare la vita insieme dandosi delle regole di comportamento. L'uomo è un animale sociale (zoon politikon): il filosofo Aristotele (vissuto nel IV secolo a.C.) nelle scienze pratiche, in particolare nella Politica, introduce questo concetto spiegando che l’individuo, per essere tale, non è sufficiente a se stesso e che quindi per natura è spinto a creare delle comunità. Tuttavia la sua comunità ideale era l’oìkos, cioè una “fattoria di famiglia”, anche se in essa non vi erano assolutamente gli stessi principi che regolano lo Stato moderno: per esempio la donna era subordinata all’uomo ed esistevano gli schiavi, che erano solo “strumenti animati” di proprietà del padrone. In ogni caso, l’uomo da sempre cerca di formare dei gruppi riconoscibili per aiutarsi e sopravvivere, che comprendono storia, norme di comportamento, stili di vita comuni (e anche un credo condiviso). Solo in questo modo l’uomo può realizzarsi e realizzare la propria entelechia, e con essa la felicità, punto cardine su cui ruota la vita dell’uomo, che deve inoltre adempire ai suoi molti doveri di cittadino. C -E quindi cosa posso fare per sentirmi parte di te e non sentirmi oppresso? S -Devi smettere di fare parte per te stesso, devi interessarti alla politica che è la scienza del vivere insieme e del costruire la vita presente e futura. C- Come posso fidarmi di te dopo che alcune forme di governo del passato hanno fallito? Come posso sapere che quello che fai per me sia realmente per la mia felicità e il mio bene? S- Aristotele, oltre allo zoon politicon, ci ha lasciato anche la sua idea di governo ideale, cioè una forma mista in cui prevale la classe media, governa la maggioranza e le cariche sono assegnate all’aristocrazia (i migliori). Tutto ciò per evitare di cadere nelle forme di governo degenerate, nelle quali i governanti hanno tralasciato il bene comune per inseguire scopi personali. Questo è per dirti che in generale non esistono forme di governo “giuste” o “sbagliate”, ma tutto dipende dalle persone a capo di esse. Purtroppo non posso garantirti che la mia forma politica sia la migliore in assoluto, in quanto dovreste essere voi cittadini a deciderlo, tuttavia credo che ognuna di noi cerchi di garantirvi certi diritti e tutelarvi, nel limite delle nostre possibilità. C -Bene. Parli tanto di leggi e regole, ma chi sono? REGOLE -Siamo i fondamenti necessari per il funzionamento della convivenza sociale per escludere ingiustizie e disparità. Gherardo Colombo nel suo libro " Sulle regole" ci definiva come qualcosa di irrinunciabile, qualcosa che regola la vita di tutti i giorni; infatti noi non potremmo comunicare senza determinate regole, non riusciremmo ad incontrarci senza determinate regole di tempo. Insomma noi e la convivenza siamo due facce della stessa medaglia. A volte però chi governa non è ispirato dal bene comune e purtroppo pensa solo a se stesso. S -Devi sapere che le regole sono state importanti fin dall’antichità; infatti molti autori si sono occupati di questo argomento, ad esempio Cicerone. Egli nella sua opera politica ‘’De legibus’’ partendo dalle leggi dell’epoca, le XII Tavole, spiega il loro significato e il loro fine comune ,cioè l’educazione dei cittadini che coincide con la felicità in uno strato ben organizzato. Il cittadino inoltre deve essere un ‘’miscuglio’’ tra due concetti: Utile e Honestum. Honestum è un bene morale in base al quale si stabiliscono i doveri e serve anche per il vivere civile, mentre l' Utile consiste nell’avere un ruolo politico ed un consenso pubblico per garantire il bene dello stato. La cosa giusta da fare riguarda direttamente i compiti e le prerogative dell’uomo in quanto essere sociale, a maggior ragione del ‘’Princeps’’, figura con cui Cicerone individua coloro che hanno in mano il governo della città. Infatti Cicerone afferma: «Chi ha incarichi pubblici deve capire che indossa direttamente la persona della città. Egli è perciò obbligato a sostenerne l' onore e la dignità, preservandone le leggi, né può scordarsi di ciò che è affidato alla sua credibilità». Perciò si deve sempre considerare il bene comune e non soltanto quello del singolo. Noi leggi abbiamo una storia lunghissima, possiamo essere riferite a qualsiasi cosa: giochi, divieti modi di comunicare ma in questo caso parliamo di convivenza tra persone: agli albori eravamo solo orali, siamo state messe per iscritto per la prima volta nel codice di Hammurabi (1792-1750 a.c.). LEGGI- Noi leggi siamo state poi elaborate anche nel Corpus iuris civilis, la raccolta di materiale normativo e giurisprudenziale di diritto romano, voluta dall' imperatore Giustiniano per riordinare il sistema giuridico dell'impero. S- Un altro importante riferimento alle leggi è presente nell’opera "De Officiis" di Cicerone, in cui si affronta il problema del vivere in società del rispetto di regole condivise, ovvero il concetto di diritto/dovere. L'uomo grazie alla propria ragione capisce di dover uscire dalla condizione di stato di natura e di avviarsi verso la realizzazione del fondamento della società civile. Infatti nella società di Cicerone gli individui sono caratterizzati da un desiderio di compiere azioni che vadano a vantaggio della collettività. Tantissime personalità del passato, sin dall'antica Grecia, hanno cercato di spiegare cosa fosse veramente la giustizia: impossibile non pensare al caro Platone, che costruí un’ importantissima opera incentrata proprio sul concetto di giusto. Il filosofo ci dice che la giustizia coincide con "l'ottima eguaglianza", che consiste nel dare a ciascuno ciò che gli spetta secondo il suo reale valore. C- Allora quando possiamo dire che uno stato è giusto? S- Lo stato si definisce giusto quando ogni persona, nel suo piccolo, svolge il proprio compito. Gli uomini non possono convivere in uno stato ove non vi é giustizia. C- Come si risolve quindi il problema della mancanza di senso del dovere in alcune persone? S- Ecco che entrano in gioco le leggi: esse sono parte integrante della nostra civiltá da sempre, nonché tema assai complesso e ampio. Riprendendo ancora una volta il celebre allievo di Socrate, il suo dialogo sulla legislazione fu il più lungo e addirittura incompiuto dell'intera produzione platonica. Secondo lo stesso, le leggi hanno principalmente il ruolo di evitare conflitti interni allo stato, perciò hanno una doppia funzione: costrittiva, cioè prescrivono quale debba essere il comportamento più adatto ad un cittadino, ed educativa, poiché educano i giovani che saranno i prossimi cittadini. C- Si può dire quindi che l'idea di una Costituzione che regoli lo stato abbia nobili origini. S- Esatto, ed è dalle leggi stesse che io sono nato. S -Devi permettere al senso di giustizia di crescere dentro di te perchè tu possa sentirti parte attiva di me e perseguire l'ingiustizia e l'illegalità. Un esempio ce lo hanno dato due grandi magistrati, che persero la vita per seguire la giustizia e combattere l'illegalità. I loro nomi sono Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. Essi furono uccisi nel 1992 dalla mafia perchè erano arrivati molto vicini alla verità è quindi al raggiungimento della giustizia, ma purtroppo, a riconferma anche di quello che le Regole ti hanno appena detto il loro nemico non era solo la mafia; infatti i capi di stato e i politici avevano perso di vista cosa fosse realmente il bene e avevano patteggiato la sconfitta dello stesso stato con Totò Riina, capo di Cosa nostra.Non lasciarti catturare dall'indifferenza, da quel puzzo, come la chiamava Paolo Borsellino, che è la nemica peggiore del vivere. Non dimenticare coloro che sono morti permettendoci oggi di essere liberi, lasciati ispirare dagli stessi principi. C- E se a chiedermi di andare contro la legge fosse un mio caro amico? S- Ti sbagli, un tuo caro amico non ti chiederebbe ciò, e nel caso in cui lo facesse tu non ti dovresti lasciar convincere dal legame che vi lega, l’uomo ha il diritto di scegliere, con i propri mezzi, e quindi di sbagliare, ma non credere che chi agisca nell’errore lo faccia per cattiveria, lo fa semplicemente per ignoranza del bene; un altro tuo compito in questa società è quello di portare sulla retta via coloro che ancora non la conoscono. In questo dovremmo prendere esempio dal passato, come faceva già Socrate dovremmo anche noi sollecitare i nostri concittadini all’adempimento delle loro virtù, di modo che possano vivere nella felicità. Elaborato dagli alunni Matteo Vismara, Giorgio Napoli, Astrid Ghisoni, Beatrice Ioana Iosub, Enrico Matteo, Chiara Lanella, Thomas Zanini,