5. Appendice metodologica

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5. Appendice metodologica
5. Appendice metodologica
I dati contenuti nelle tavole e nelle figure che compaiono nei quadri macrosettoriali di questo Rapporto (cap. 3) sono ricavati da due diverse fonti di informazione. La prima (tab. 3.i.1 e figg. 3.i.1, 3.i.3, 3.i.4) è costituita dalla banca
dati Asi, sviluppata da Prometeia Calcolo in collaborazione con il servizio Studi
e Ricerche di Banca Intesa. La seconda (tabb. 3.i.2, 3.i.3, 3.i.4 e figg. 3.i.5, 3.i.6,
3.i.7) è un data-set realizzato dal Cespri-Bocconi con la collaborazione
dell’Ufficio Studi Ice. La figura 3.i.2 è stata realizzata presso il Centro Studi
Confindustria sulla base di dati Eurostat.
5.1. La banca dati Asi
La banca dati Asi si basa su informazioni fornite dall’Istituto nazionale di
statistica, dalle Associazioni nazionali di categoria e delle Federazioni di settore, oltre che su un campione significativo di bilanci di imprese. I criteri metodologici utilizzati nella costruzione delle diverse serie storiche sono brevemente
descritti di seguito.
Produzione a
prezzi costanti
La produzione a prezzi costanti (tab. 3.i.1 e fig. 3.i.1) è calcolata utilizzando
tre diversi criteri a seconda delle caratteristiche proprie di ciascun settore. Il primo metodo fa riferimento alle quantità misurate in unità fisiche. Per quei settori i cui livelli di attività possono essere significativamente rappresentati dalla
quantità prodotta di alcuni singoli beni, la produzione a prezzi costanti è calcolata aggregando, con pesi opportuni, i dati relativi alla produzione in unità fisiche dei beni individuati (è il caso ad esempio dell’industria siderurgica, la cui
produzione a prezzi costanti è il risultato dell’aggregazione delle tonnellate di
ghisa e acciaio prodotte). Poiché la definizione statistica «produzione a prezzi
costanti» incorpora eventuali variazioni del mix qualitativo dei diversi beni prodotti, in alcuni casi nella trasformazione da «quantità in unità fisiche» a «produzione a prezzi costanti» sono state tenute esplicitamente in considerazione le
eventuali modifiche qualitative che possono aver interessato i singoli beni (è il
caso ad esempio dell’industria delle calzature, che si è caratterizzata negli ultimi decenni per una riduzione significativa della quota di calzature di bassa qualità sul totale della produzione). Il secondo metodo utilizza invece informazioni
riguardanti la produzione in valore (o il fatturato se informazioni dirette sulla
produzione non sono disponibili). In questo caso la produzione a prezzi costanti
è calcolata deflazionando la produzione in valore con il corrispondente prezzo
alla produzione. Il terzo metodo combina l’indice di produzione con una stima
del valore della produzione calcolata sulla base dell’occupazione e della produzione pro-capite risultanti dai dati relativi ai bilanci delle imprese. Questa metodologia è utilizzata solo nei casi in cui la mancanza di informazioni diverse
dall’indice di produzione Istat non consentiva altre soluzioni.
Esportazioni
ed
importazioni
Nella tabella 3.i.1 sono indicati anche i flussi di commercio internazionale
a prezzi costanti. Le serie a prezzi costanti sono calcolate deflazionando i flussi
in valore con i prezzi medi dell’output totale, anziché i valori medi unitari, dal
momento che l’evoluzione recente dei valori medi unitari rende problematico
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APPENDICE METODOLOGICA
utilizzarli come una approssimazione dei prezzi delle importazioni e delle
esportazioni, rendendo preferibile — in un contesto internazionale di bassa inflazione e di forte integrazione dei mercati — approssimare la dinamica dei
prezzi dei flussi commerciali attraverso il prezzo dell’output totale. In generale,
l’utilizzo dei prezzi dell’output in luogo dei valori medi unitari consente di ovviare al problema rappresentato dagli spostamenti qualitativi del mix commerciale, che, per costruzione, si scaricano interamente sui valori medi unitari e non
sui flussi in quantità, come sarebbe opportuno ai fini dell’interpretazione economica del fenomeno. Ovviamente l’adozione di un unico prezzo per i flussi di
commercio con l’estero e per le serie della produzione può comportare distorsioni, nel momento in cui la dinamica dei prezzi interni ed esteri diverga sensibilmente. L’ipotesi alla base della scelta adottata è che le differenze tra la dinamica dei prezzi interni e dei prezzi esteri sono rilevanti soprattutto nei settori
contraddistinti da una significativa differenziazione di prodotto, caso in cui, per
i motivi sopra descritti, i valori medi unitari possono risultare fortemente distorti
rispetto ai prezzi effettivi. D’altra parte nei settori a forte omogeneità di prodotto, nei quali l’utilizzo dei valori medi unitari può risultare meno distorsivo, è proprio l’omogeneità di prodotto a rendere improbabili differenze tra prezzi interni e prezzi esteri e dunque a legittimare l’utilizzo dei prezzi alla produzione. Le
figure 3.i.3 e 3.i.4 di ciascun quadro macrosettoriale mostrano il contributo percentuale alla crescita delle esportazioni (delle importazioni) per aree di destinazione geografica, calcolato rapportando la variazione percentuale delle esportazioni (importazioni) totali del settore.
La capacità produttiva è calcolata con un metodo peak to peak, interpolando
i punti di massimo relativo raggiunti dal livello della produzione di ciascun settore negli ultimi venti anni di riferimento. Le ipotesi sottese a questo criterio di
calcolo sono principalmente due: la prima è che nei punti di massimo del ciclo
le imprese utilizzino tutta la capacità disponibile (da questo punto di vista, si implica che in presenza di un’accelerazione della domanda le imprese tendano
comunque a produrre il massimo, anche se questo può comportare un temporaneo eccesso di offerta sul mercato); la seconda ipotesi è che gli incrementi di
capacità produttiva non si realizzino — a livello settoriale — secondo un processo discontinuo, ma in modo graduale, secondo un profilo approssimabile da
un trend lineare. Il limite principale del metodo è tuttavia nella difficoltà di
quantificare la dinamica della capacità produttiva nel periodo successivo all’ultimo punto di massimo. In questo caso si è cercato di ovviare a questo limite utilizzando le informazioni Isae sul grado di utilizzo della capacità produttiva,
combinandole con il dato relativo alla crescita della produzione tra l’anno di
massimo ciclo precedente e l’anno di riferimento del calcolo. Una volta costruita la serie della capacità, il relativo grado di utilizzo è ottenuto rapportando ad
essa il livello della produzione.
Capacità
produttiva
I costi operativi registrano la dinamica dei prezzi dei fattori produttivi
(escluso il capitale) per unità di prodotto. Essi sono calcolati sulla base dei coefficienti tecnici di produzione (variabili nel tempo) e dell’indice di prezzo degli
input utilizzati nel processo produttivo: materie prime e semilavorati, trasporto,
servizi e spese generali, lavoro. Per tutti i settori industriali sono utilizzati i medesimi indici di prezzo degli input di trasporto, servizi e spese generali, lavoro.
L’indice di prezzo degli input di trasporto è calcolato come media ponderata tra
indici di costo del trasporto su strada, mare e ferrovia. Il costo per servizi e spese generali è approssimato dal deflatore del valore aggiunto della branca di
Contabilità nazionale «servizi alle imprese». L’indice del costo orario del lavoro
è calcolato sulla base dei redditi pro-capite da lavoro dipendente nell’industria
Costi operativi
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APPENDICE METODOLOGICA
in senso stretto (Contabilità nazionale) e di una stima delle ore lavorate pro-capite. L’indice di prezzo degli input di materie prime e semilavorati, diverso da
settore a settore, è calcolato come media ponderata dei prezzi dei vari beni utilizzati nel processo produttivo dai diversi settori.
Prezzi alla
produzione
L’indice di prezzo alla produzione di ciascun settore è calcolato applicando
un mark up (variabile nel tempo) ai costi operativi. La serie storica dei mark up
settoriali è stata calcolata per il periodo 1980-2002 sulla base dei margini operativi per unità di prodotto ricavati per ciascun settore dai risultati delle indagini Istat sui Conti economici delle imprese e da un campione significativo di bilanci di imprese. Il valore del mark up per l’ultimo anno di riferimento è approssimato comparando la dinamica dei costi operativi con l’inflazione media
del settore registrata dai diversi indici di prezzo elaborati dall’Istat (prezzo alla
produzione sul mercato interno, prezzo al consumo, valori medi unitari delle
esportazioni).
Addetti
Il numero di addetti in ciascun settore è calcolato utilizzando i valori dei
Censimenti del 1981, del 1991, del 1996 (Censimento Intermedio) e la dinamica della produzione pro-capite. Quest’ultima è calcolata per il periodo 19802002 combinando le informazioni desumibili dalle indagini Istat sui Conti economici delle imprese (1980-1992) e da un campione significativo di bilanci di
imprese (1991-2002). Con riferimento all’ultimo anno di riferimento la produzione pro-capite è inoltre stimata sulla base di un modello previsivo che tiene
conto delle relazioni tra produttività e crescita della produzione stimate a livello di ciascun settore sul periodo precedente (1973-2002). Il numero di addetti
così calcolato viene successivamente comparato e reso omogeneo con le serie
storiche di Contabilità nazionale relative alle Unità di lavoro dell’industria.
5.2. Il data-set Cespri-Ice
Il data-set Cespri-Ice si basa su serie storiche ricavate da dati World Trade
Analyzer-Statistics Canada per quanto riguarda gli anni 1990-1996, e su stime
Ice effettuate su dati Gti per gli anni 1997-2003. Il World Trade Analyzer è un
database contenente dati di commercio internazionale (fonte Nazioni Unite)
per oltre 180 paesi partner e oltre 800 merci, classificati in base alla Standard
International Trade Classification (Rev. 2, Four Digit). Il Gti (Global Trade
Information Services) invece accoglie in base alla classificazione del c.d.
Sistema armonizzato (versione 1996) le informazioni fornite dagli Istituti di
statistica dei paesi dell’Unione europea (attraverso Eurostat) e dei seguenti altri: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Corea del Sud, Giappone,
Hong Kong, Malaysia, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Russia, Stati Uniti,
Sud Africa, Svizzera e Taiwan. Tali dati vengono poi aggregati dall’Ice per
gruppi e principali sezioni e sottosezioni secondo la classificazione Istat delle Attività economiche (Ateco 2002), secondo uno schema desunto per gran
parte dalle tavole ufficiali di corrispondenza tra le due classificazioni e, laddove non sussista una corrispondenza univoca, secondo regole concordate da
Istat e Ice.
Tasso di
crescita della
domanda
mondiale
La figura 3.i.5 riporta sugli istogrammi il tasso di crescita annuo della domanda mondiale (importazioni mondiali a dollari correnti), e sulla linea la
quota dell’Italia — in termini delle sue esportazioni — sulle importazioni
mondiali (sempre in dollari correnti). La domanda mondiale, utilizzata come
denominatore delle quote, copre circa il 95% degli effettivi scambi internazio-
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APPENDICE METODOLOGICA
nali ed è costruita come somma delle importazioni dei 33 paesi «dichiaranti»
(gli stessi dai quali Gti raccoglie i suoi dati) e delle loro esportazioni verso il
resto del mondo (divise per 0,95 al fine di valutarle cif). Per il 2003, non avendo a disposizione il dato relativo all’intero anno, ma soltanto quello relativo ai
primi dieci mesi, la variazione della domanda mondiale è calcolata rispetto al
periodo gennaio-ottobre 2002. Similmente, per il 2003, la quota italiana è riferita al periodo gennaio-ottobre 2002. I dati sulle importazioni mondiali relativi al periodo 1997-2003 (di fonte Ice) sono stati agganciati alla serie precedente (periodo 1990-1996 di fonte Trade Canada), considerando il 1996 come
anno base.
Il tasso di cambio reale effettivo (3.i.6) è utilizzato per avere un confronto
in valuta comune tra l’evoluzione dei prezzi italiani di un determinato settore
manifatturiero e il corrispondente andamento per un gruppo di paesi esteri. Il
prezzo relativo è costruito in modo tale che una sua diminuzione corrisponda
ad un aumento di competitività di prezzo delle produzioni italiane. Più precisamente è definito per un dato settore come la media ponderata degli indici dei
prezzi alla produzione italiana, rapportati ai corrispondenti prezzi riferiti ad un
gruppo di paesi concorrenti (Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti e
Giappone). L’aggregazione è ottenuta tramite una media geometrica con pesi
fissi al 1990: per quantificare la rilevanza della competizione che un determinato paese esercita nei confronti dell’Italia, è stata effettuata una doppia ponderazione basata sulle quote. La competizione viene valutata utilizzando la
quota di mercato (per esempio, nel mercato francese) posseduta in un dato
istante da un paese (per esempio, la Germania) e ponderandola per l’importanza relativa che quel mercato ha per l’Italia. La quota tedesca del mercato
francese è in questo caso misurata rapportando le esportazioni tedesche verso la Francia alla somma delle esportazioni dei cinque paesi considerati sempre verso la Francia. A sua volta l’importanza relativa che il mercato francese
ha per l’Italia è calcolata come rapporto tra le esportazioni italiane verso la
Francia e il totale delle esportazioni italiane verso gli stessi paesi. Le serie sono costruite sulla base di dati trimestrali riferiti al periodo 1980-2002; i prezzi
sono ricavati da dati Ocse (Indicators for Industry and Services). Sulla stessa figura 3.i.6 è stato riportato, sotto forma di istogramma, il saldo normalizzato
dell’Italia, ottenuto come rapporto fra la differenza delle esportazioni ed importazioni italiane relative ad un settore verso e da il resto del mondo a numeratore, e la somma tra le stesse esportazioni ed importazioni italiane a denominatore. In questo caso il saldo normalizzato è calcolato utilizzando serie di
fonte Asi (infra, par. 5.1).
Tasso di
cambio reale
effettivo
La figura 3.i.7 riporta la quota dell’Italia dal 1990 ad ottobre 2003 sulle importazioni mondiali a prezzi correnti delle seguenti aree di mercato: Europa occidentale, Europa centro-orientale, Mediterraneo-Medio Oriente, Nord
America, Sud America, Asia e Resto dell’Africa La quota è calcolata come rapporto tra le esportazioni italiane verso le aree mercato in questione e le loro importazioni dal mondo. Ciascuna area è formata da paesi dichiaranti e/o paesi
non dichiaranti, dunque le importazioni dell’area sono calcolate come somma
delle importazioni dei paesi dichiaranti e/o delle esportazioni dei paesi dichiaranti verso ciascun paese non dichiarante facente parte dell’area.
Quote di
mercato
dell’Italia verso
le principali
aree
La tabella 3.i.2 riporta la quota sulle importazioni mondiali (cfr. quanto detto a proposito della figura 3.i.5) di alcuni paesi ed aree. Sulle righe vengono riportati i paesi (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Giappone,
Altre economie avanzate e Resto del mondo), sulle colonne i periodi considerati (dal 1991 ad ottobre 2003).
Quote di
mercato sulle
importazioni
mondiali
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APPENDICE METODOLOGICA
Quote di
mercato dei
principali
concorrenti
dell’Italia nelle
diverse aree
La tabella 3.i.3 riporta la quota detenuta dai principali concorrenti dell’Italia
sulle importazioni mondiali a prezzi correnti di diverse aree, nel 1997 e nel 2003
(cfr. quanto detto a proposito della figura 3.i.7). Sulle righe compaiono i concorrenti (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Resto Ue, Nord America, Sud
America, Giappone, Cina ed Est Asia), sulle colonne le diverse aree-mercato
(Europa occidentale, Europa centro-orientale, Mediterraneo e Medio Oriente,
Nord America, Sud America, Asia e Oceania e Resto dell’Africa).
Principali
esportatori ed
importatori
La tabella 3.i.4 mostra in ordine decrescente i principali venti esportatori ed
importatori mondiali. Per ognuno dei primi venti esportatori vengono riportati:
i) la quota di mercato (in questo caso la quota è calcolata come peso delle esportazioni di ciascun concorrente sul totale delle esportazioni mondiali, e dunque
può presentare discrepanze con le quote riportate nella figura 3.i.7 e nella tabella 3.i.2); ii) il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni);
iii) il tasso medio annuo di crescita nel periodo 1997-2002. Le esportazioni
mondiali rappresentano in questo caso circa il 95% delle effettive esportazioni
totali e sono definite dalla somma delle esportazioni dei 33 paesi dichiaranti e
delle loro importazioni dal resto del mondo (moltiplicate per 0,95 al fine di eliminare la componente cif). Dal momento che il valore del 2003 si riferisce solo
ai primi dieci mesi dell’anno, il tasso medio annuo di crescita delle esportazioni è stato ricavato considerando separatamente la variazione relativa ai primi
cinque periodi (1997-2002) e quella intercorsa tra gennaio-ottobre 2002 e gennaio-ottobre 2003. Il calcolo è del tutto analogo per quanto riguarda la classifica degli importatori.
Classificazioni
geografiche e
geoeconomiche
Nella tabella che segue vengono indicati i paesi compresi nelle diverse aggregazioni a cui si fa riferimento nelle tavole.
Area
Paese
America Latina
Messico, Argentina, Brasile, Cile, Colombia,
Perù, Venezuela, Altri paesi America
Asia
Giappone, Cina, India, Sud Corea, Taiwan,
Hong Kong, Singapore, Filippine
Indonesia, Malesia, Thailandia, Altri paesi Asia
Europa centro-orientale
Fed. Russa, Repubblica Ceca, Polonia,
Ungheria, Bulgaria, Croazia, Romania,
Slovacchia, Slovenia, Altri paesi europei,
Albania
Europa occidentale
Germania, Francia, Italia, Regno Unito,
Spagna, Belgio e Luss., Olanda, Austria,
Danimarca, Finlandia, Irlanda, Portogallo,
Svezia, Norvegia, Svizzera
Mediterraneo e Medio Oriente
Turchia, Cipro, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia,
Algeria, Arabia S., Emirati Arabi Uniti, Iran,
Iraq, Siria, Israele,Gaza e Gerico, Libano,
Giordania, Kuwait, Bahrein, Qatar, Oman,
Yemen
Nord America
Stati Uniti, Canada
Oceania
Australia, Nuova Zelanda
Resto dell’ Africa
Sud Africa, Altri paesi Africa
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APPENDICE METODOLOGICA
Per quanto riguarda la tabella 3.i.2, fanno parte dell’ aggregato «Altre economie avanzate» i seguenti paesi: altri paesi dell’Ue, Andorra, Australia, Canada,
Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Islanda, Israele, Liechtenstein, Norvegia,
Nuova Zelanda, Singapore, Svizzera, Taiwan e Vaticano. Nella tabella 3.i.3 l’area
Est Asia comprende Hong Kong, Corea del Sud, Taiwan, Malesia.
5.3. Raccordo tra la classificazione CSC e la
classificazione Istat delle Attività economiche
La classificazione delle Attività economiche in questo Rapporto segue per
quanto possibile quella Istat (Ateco 2002). A livello macrosettoriale la sequenza
corrisponde, con alcune varianti, a quella dei due digit Ateco; il dettaglio microsettoriale riflette l’articolazione specifica dei settori per i quali le Associazioni di
categoria e le Federazioni di settore aderenti alla Confindustria raccolgono informazioni economiche, ma è comunque ricondotto ai codici Ateco (fino a cinque digit).
Codici
CSC
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
3.7
3.8
3.9
3.10
3.11
3.12
3.13
3.14
3.15
3.16
3.17
3.18
3.19
3.20
3.21
3.22
3.23
3.24
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Nomenclatura CSC
Industria estrattiva
Industria alimentare e delle bevande
Industria tessile e della maglieria
Abbigliamento
Pelli e calzature
Legno, mobilio e arredamento
Carta, cartotecnica, stampa ed editoria
Prodotti energetici da raffinazione
Chimica
Lavorazione della gomma e della plastica
Vetro e ceramica
Materiali da costruzione di base
Metallurgia
Lavorazione dei metalli
Apparecchi meccanici ed elettrici
Meccanica strumentale
Elettronica
Elettrotecnica strumentale
Strumenti di precisione
Autoveicoli
Altri mezzi di trasporto
Altre industrie manifatturiere
Energia elettrica
Industria delle costruzioni
Codici Ateco 2002
10, 11, 13, 14
15
17
18
19
20, 36.1
21, 22
23
24
25
26.1, 26.2, 26.3, 26.8
26.4, 26.5, 26.6, 26.7
27
28
29.1, 29.2, 29.6, 29.7
29.3, 29.4, 29.5
30, 32
31
33
34
35
36
40
45
APPENDICE METODOLOGICA
5.4. Elenco delle Attività economiche coperte da
informazioni delle Associazioni di categoria e delle
Federazioni di settore
In questo paragrafo viene indicato per quali settori di attività – a livello dei
tre digit Ateco 2002 – siano disponibili informazioni fornite dalle Associazioni
di categoria e delle Federazioni di settore. I numeri tra parentesi indicano il quadro macrosettoriale in cui sono contenute le informazioni.
1.13 - Coltivazione di frutta, frutta a guscio, prodotti destinati alla preparazione
di bevande e spezie
10.1 - Estrazione ed agglomerazione di carbon fossile
10.2 - Estrazione ed agglomerazione di lignite
10.3 - Estrazione ed agglomerazione di torba
11.1 - Estrazione di petrolio greggio e di gas naturale (3.1)
12.0 - Estrazione di minerali di uranio e di torio
13.1 - Estrazione di minerali di ferro
13.2 - Estrazione di minerali metallici non ferrosi, ad eccezione dei minerali di
uranio e di torio
14.1 - Estrazione di pietra
14.2 - Estrazione di ghiaia, sabbia e argilla
14.3 - Estrazione di minerali per le industrie chimiche e la fabbricazione di concimi
14.4 - Produzione di sale
14.5 - Estrazione di altri minerali e prodotti di cava
15.1 - Produzione, lavorazione e conservazione di carne e di prodotti a base di
carne (3.2)
15.2 - Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce
15.3 - Lavorazione e conservazione di frutta e ortaggi (3.2)
15.4 - Fabbricazione di oli e grassi vegetali e animali (3.2)
15.5 - Industria lattiero-casearia e dei gelati
15.6 - Lavorazione delle granaglie e di prodotti amidacei (3.2)
15.7 - Produzione di prodotti per l’alimentazione degli animali (3.2)
15.8 - Produzione di altri prodotti alimentari (3.2)
15.9 - Industria delle bevande (3.2)
16.0 - Industria del tabacco
17.1 - Preparazione e filatura di fibre tessili (3.3)
17.2 - Tessitura (3.3)
17.3 - Finissaggio dei tessili (3.3)
17.4 - Confezionamento di articoli in tessuto, esclusi gli articoli di vestiario (3.3)
17.5 - Altre industrie tessili (3.3)
17.6 - Fabbricazione di tessuti a maglia (3.3)
17.7 - Fabbricazione di articoli di maglieria (3.3)
18.1 - Confezione di vestiario in pelle (3.4)
18.2 - Confezione di vestiario in tessuto ed accessori (3.4)
18.3 - Preparazione e tintura di pellicce; confezione di articoli in pelliccia
19.1 - Preparazione e concia del cuoio (3.5)
19.2 - Fabbricazione di articoli da viaggio, borse, marocchineria e selleria (3.5)
19.3 - Fabbricazione di calzature (3.5; 3.10)
20.1 - Taglio, piallatura e trattamento del legno (3.6)
20.2 - Fabbricazione di fogli da impiallacciatura; fabbricazione di compensato,
pannelli stratificati, pannelli di truciolato ed altri pannelli in legno (3.6)
20.3 - Fabbricazione di elementi di carpenteria in legno e falegnameria per l’edilizia (3.6)
461
APPENDICE METODOLOGICA
20.4 - Fabbricazione di imballaggi in legno (3.6)
20.5 - Fabbricazione di altri prodotti in legno, in sughero e materiali da intreccio (3.6)
21.1 - Fabbricazione della pasta-carta, della carta e del cartone (3.7)
21.2 - Fabbricazione di articoli di carta e di cartone (3.7)
22.1 - Editoria
22.2 - Stampa e attività dei servizi connessi alla stampa (3.7)
22.3 - Riproduzione di supporti registrati
23.1 - Fabbricazione di prodotti di cokeria
23.2 - Fabbricazione di prodotti petroliferi raffinati (3.8)
23.3 - Trattamento dei combustibili nucleari
24.1 - Fabbricazione di prodotti chimici di base (3.9)
24.2 - Fabbricazione di fitofarmaci e di altri prodotti chimici per l’agricoltura (3.9)
24.3 - Fabbricazione di pitture, vernici e smalti, inchiostri da stampa e mastici
(3.9)
24.4 - Fabbricazione di prodotti farmaceutici e di prodotti chimici e botanici per
usi medicinali (3.9)
24.5 - Fabbricazione di saponi detersivi e detergenti, di prodotti per la pulizia e
la lucidatura, di profumi e cosmetici (3.9)
24.6 - Fabbricazione di altri prodotti chimici (3.9)
24.7 - Fabbricazione di fibre sintetiche e artificiali (3.9)
25.1 - Fabbricazione di articoli in gomma (3.10)
25.2 - Fabbricazione di articoli in materie plastiche
26.1 - Fabbricazione di vetro e di prodotti in vetro (3.11)
26.2 - Fabbricazione di prodotti ceramici non refrattari, non destinati all’edilizia
e di prodotti ceramici refrattari (3.11)
26.3 - Fabbricazione di piastrelle in ceramica per pavimenti e rivestimenti (3.11)
26.4 - Fabbricazione di mattoni, tegole ed altri prodotti per l’edilizia in terracotta (3.12)
26.5 - Produzione di cemento, calce, gesso (3.12)
26.6 - Fabbricazione di prodotti in calcestruzzo, cemento o gesso (3.12)
26.7 - Taglio, modellatura e finitura delle pietre ornamentali e per l’edilizia (3.12)
26.8 - Fabbricazione di altri prodotti in minerali non metalliferi
27.1 - Siderurgia (3.13)
27.2 - Fabbricazione di tubi (3.13)
27.3 - Altre attività di prima trasformazione del ferro e dell’acciaio (3.13)
27.4 - Produzione di metalli di base preziosi e non ferrosi
27.5 - Fonderie (3.13)
28.1 - Fabbricazione di elementi da costruzione in metallo (3.14)
28.2 - Fabbricazione di cisterne, serbatoi e contenitori in metallo; fabbricazione
di radiatori e caldaie per il riscaldamento centrale (3.14)
28.3 - Fabbricazione di generatori di vapore, escluse le caldaie per riscaldamento centrale ad acqua calda
28.4 - Fucinatura, imbutitura, stampaggio e profilatura dei metalli, metallurgia
delle polveri (3.14)
28.5 - Trattamento e rivestimento dei metalli, lavorazione di meccanica generale (3.13; 3.14)
28.6 - Fabbricazione di articoli di coltelleria, utensili e oggetti diversi in metallo (3.14)
28.7 - Fabbricazione di altri prodotti metallici (3.14)
29.1 - Fabbricazione di macchine e apparecchi per la produzione e l’utilizzazione dell’energia meccanica, esclusi i motori per aeromobili, veicoli e motocicli (3.15)
29.2 - Fabbricazione di altre macchine di impiego generale (3.15; 3.16)
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APPENDICE METODOLOGICA
29.3 - Fabbricazione di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura (3.16)
29.4 - Fabbricazione di macchine utensili (compresi parti e accessori, installazione, manutenzione e riparazione) (3.16)
29.5 - Fabbricazione di altre macchine per impieghi speciali (3.16)
29.6 - Fabbricazione di armi, sistemi d’arma e munizioni
29.7 - Fabbricazione di apparecchi per uso domestico n.c.a. (3.15)
30.0 - Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici (3.17)
31.1 - Fabbricazione di motori, generatori e trasformatori elettrici (3.18)
31.2 - Fabbricazione di apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell’elettricità (3.18)
31.3 - Fabbricazione di fili e cavi isolati (3.18)
31.4 - Fabbricazione di pile e accumulatori elettrici (3.18)
31.5 - Fabbricazione di apparecchiature per illuminazione e di lampade elettriche (3.18)
31.6 - Fabbricazione di altre apparecchiature elettriche (3.18)
32.1 - Fabbricazione di tubi e valvole elettronici e di altri componenti elettronici (3.17)
32.2 - Fabbricazione di apparecchi trasmettenti per la radio diffusione e la televisione e di apparecchi per la telefonia (3.17)
32.3 - Fabbricazione di apparecchi riceventi per la radiodiffusione e la televisione, di apparecchi per la registrazione e la riproduzione del suono o dell’immagine e di prodotti connessi (3.17)
33.1 - Fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e di apparecchi ortopedici (3.19)
33.2 - Fabbricazione di strumenti e apparecchi di misurazione, controllo, prova,
navigazione e simili, escluse le apparecchiature di controllo dei processi
industriali (3.19)
33.3 - Fabbricazione di apparecchiature per il controllo dei processi industriali
(3.19)
33.4 - Fabbricazione di strumenti ottici e di attrezzature fotografiche (3.19)
33.5 - Fabbricazione di orologi
34.1 - Fabbricazione di autoveicoli (3.20)
34.2 - Fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi
34.3 - Fabbricazione di parti ed accessori per autoveicoli e per loro motori
(3.20)
35.1 - Industria cantieristica: costruzioni navali e riparazioni di navi e imbarcazioni (3.21)
35.2 - Costruzione di locomotive, anche da manovra, e di materiale rotabile ferrotranviario
35.3 - Costruzione di aeromobili e di veicoli spaziali
35.4 - Fabbricazione di motocicli e biciclette (3.21)
35.5 - Fabbricazione di altri mezzi di trasporto
36.1 - Fabbricazione di mobili (3.6)
36.2 - Gioielleria e oreficeria (3.22)
36.3 - Fabbricazione di strumenti musicali
36.4 - Fabbricazione di articoli sportivi (3.22)
36.5 - Fabbricazione di giochi e giocattoli (3.22)
36.6 - Altre industrie manifatturiere (3.22)
37.1 - Recupero e preparazione per il riciclaggio di cascami e rottami metallici
37.2 - Recupero e preparazione per il riciclaggio di cascami e rottami non metallici
40.1 - Produzione e distribuzione di energia elettrica (3.23)
463
APPENDICE METODOLOGICA
40.2 - Produzione di gas; distribuzione di combustibili gassosi mediante condotte
41.0 - Raccolta, depurazione e distribuzione d’acqua
45.1 - Preparazione del cantiere edile (3.24)
45.2 - Edilizia e Genio civile (3.24)
45.3 - Installazione dei servizi in un fabbricato (3.24)
45.4 - Lavori di completamento degli edifici (3.24)
45.5 - Noleggio di macchine e attrezzature per la costruzione o la demolizione,
con manovratore
5.5 - Elenco delle Associazioni di categoria e delle
Federazioni di settore che hanno collaborato alla
realizzazione del Rapporto
ACIMAC
ACIMALL
ACIMGA
ACIMIT
AIDI
AIMPES
AITEC
ANCE
ANCI
ANCMA
ANDIL
ANFIA
ANICAV
ANICTA (FEDERVARIE)
ANIE
ANIMA
ASSALZOO
ASSICA
ASSITOL
ASSOBIRRA
ASSOCARTA
ASS. TESSILE ITALIANA
ASSOCOMAPLAST
ASSOFIBRE
ASSOFOND
ASSOGIOCATTOLI (FEDERVARIE)
ASSOGOMMA
ASSOGRAFICI
ASSOMAC
ASSOMARMI
464
ASSOMINERARIA
ASSONAVE
ASSOPIASTRELLE
ASSOSCRITTURA (FEDERVARIE)
ASSOSPAZZOLE (FEDERVARIE)
ASSOSPORT (FEDERVARIE)
ASSOTTICA-ASSOMEP
ASSOVETRO
ASSOZUCCHERO
CAGEMA
FARMINDUSTRIA
FEDERACCIAI
FEDERCHIMICA
FEDERLEGNO-ARREDO
FEDERORAFI
FEDERVINI
GIMAV (FEDERVARIE)
ITALMOPA
MARMOMACCHINE (FEDERVARIE)
MINERACQUA
SISTEMA MODA ITALIA
TESSILVARI
UCIMA
UCIMU
UNA
UNACOMA
UNCSAAL (FEDERVARIE)
UNIC
UNIPETROL
UNIPI
Finito di stampare nel mese di giugno 2004
dall’Industria Grafica Failli Fausto snc - Guidonia-Montecelio (Roma)