Marzo 2012 - Comune di Castelleone

Transcript

Marzo 2012 - Comune di Castelleone
Marzo 2012
Recensioni di alcuni libri acquistati dalla Biblioteca di Castelleone
Cicciottella, sgraziata e un po' insicura, Victoria Dawson non si è mai sentita all'altezza della sua
famiglia tanto snob quanto superficiale. Fin da piccola, ha imparato a sopportare gli sguardi di
disapprovazione della madre e gli sgradevoli commenti del padre sulle sue forme morbide, e ha
affogato i dispiaceri nel gelato e nei dolci, rassegnandosi a vivere nell'ombra della sorella Grace,
così bella da rasentare la perfezione. Tuttavia, proprio nella sorella Victoria trova un'insperata
alleata: diverse eppure così simili, le due ragazze stringono un rapporto profondo di amore
incondizionato e rispetto reciproco, crescendo più vicine di quanto avrebbero mai immaginato.
Almeno fino al giorno in cui Victoria decide di abbandonare Los Angeles e la sua famiglia per
trasferirsi a New York. Qui, lontana da tutti, può finalmente essere la persona che ha sempre
sognato e ricominciare da capo. Trova lavoro come insegnante in una delle migliori scuole private
della città e, senza curarsi del mancato sostegno dei genitori - che continuano a rimproverarla
per la scarsa considerazione di sé -, per la prima volta si sente felice e realizzata. Ma quando
Grace le annuncia di volersi sposare con un uomo egocentrico e narcisista, che è l'esatta copia
del padre, Victoria è costretta a tornare in California. Per proteggere la sorella da un matrimonio
sbagliato e per affrontare la sua famiglia una volta per tutte. TRATTO DA: WWW.IBS.IT
Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel.
Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. Come i buffi e pennuti supereroi
ritratti nel primo fumetto che Filippo ha disegnato con la sua matita destinata a diventare
famosa. A nulla valgono le differenze: l'indolenza di Filippo - refrattario a qualsiasi attività non
riguardi donne, cibo e fumetti - opposta alla determinazione di Samuel, brillante negli studi,
impacciato nell'arte amatoria, avviato a un'ambiziosa carriera nel mondo della finanza. Ma ecco
che i loro destini sembrano invertirsi e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere
di mesi, Filippo diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull'infanzia violata,
acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui il simbolo, l'icona
in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra
un investimento a rischio e un'impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle
nozze ha perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con un debole
per l'autoerotismo. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la "mame" che veglia su di loro
da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano
inclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che
li riguarda tutti... TRATTO DA: WWW.IBS.IT
"Metà di quello che ho scritto è uscito in una notte. Il resto sul tram, mentre andavo al lavoro"
racconta Massimiliano Verga, padre di Jacopo, Cosimo e Moreno, un bellissimo bambino di otto
anni, nato sano e diventato gravemente disabile nel giro di pochi giorni. "Così ho raccolto gli
odori, i sapori e le immagini della vita con mio figlio Moreno. Odori per lo più sgradevoli, sapori
che mi hanno fatto vomitare, immagini che i miei occhi non avrebbero voluto vedere. Ho perfino
pensato che fosse lui ad avere il pallino della fortuna in mano, perché lui non può vedere e ha il
cervello grande come una Zigulì. Ma anche ai sapori ci si abitua. E agli odori si impara a non farci
più caso. Non posso dire che Moreno sia il mio piatto preferito o che il suo profumo sia il migliore
di tutti. Perché, come dico sempre, da zero a dieci, continuo a essere incazzato undici. Però mi
piacerebbe riuscire a scattare quella fotografia che non mi abbandona mai, quella che ci ritrae
quando ci rotoliamo su un prato, mentre ce ne fottiamo del mondo che se ne fotte di noi."
Queste pagine sono una raccolta di pensieri e immagini quotidiane su che cosa significhi vivere
accanto a un disabile grave (la rabbia, lo smarrimento, l'angoscia, il senso di impotenza),
pensieri molto duri, ma talvolta anche molto ironici, su una realtà che per diverse ragioni
(disagio, comodità, pietà) tutti noi preferiamo spesso ignorare. E che forse, proprio perciò,
nessuno ha mai raccontato nella sua spietata interezza. TRATTO DA: WWW.IBS.IT
È la primavera del 1967. L'alluvione di novembre, con il suo strascico di tragedie e di detriti,
sembra essersi placata e Firenze comincia di nuovo a respirare. Ma non il commissario Bordelli.
Per lui non c'è pace dopo un fatto che gli è successo. Indagando sull'omicidio di un ragazzino, si
è scontrato con i poteri occulti della massoneria ed è stato costretto alla resa con un "messaggio"
molto chiaro: lo stupro di Eleonora, la giovane commessa con cui aveva appena intrecciato una
relazione appassionata, e una lista con i nomi di tutte le persone a lui più care. Sconfitto e
amareggiato, Bordelli si è dimesso dalla polizia e ha lasciato San Frediano. Che altro avrebbe
potuto fare? si chiede nel silenzio della casa sulle colline. Continuare a fare il poliziotto sapendo
che non sarebbe mai riuscito a mettere in galera gli assassini? Adesso trascorre le giornate
cucinando, facendo lunghe passeggiate nei boschi, imparando a far crescere le verdure nell'orto.
Il pensiero di quella resa, di quella violenza senza giustizia, però, non lo abbandona. Ma il
destino, in cui fino ad ora non ha creduto, gli offre inaspettatamente l'occasione di fare i conti
con il passato, e Bordelli non si tira indietro. TRATTO DA: WWW.IBS.IT
Cinque anni separano Beatrice Hemming, la primogenita, da Tess, sua sorella. Cinque anni
segnati dalla condivisione di un lutto incancellabile - la morte di Leo, il fratellino portato via da
una malattia genetica - e da un abisso di forme di vita, personalità e aspetto fisico tra le due
sorelle. Account director in un'agenzia newyorchese, con elegante appartamento nella Grande
Mela, Bea è sempre stata la sorella matura e importante, la maggiore capace di sgridare la
sorellina minore capricciosa e irresponsabile e di condurla sulla retta via. Tess, invece, è sempre
stata una bellissima, impulsiva, solare creatura. Una ragazza impaziente di vivere che, in nome
dei suoi sentimenti, non ha esitato un solo istante ad avventurarsi in una relazione clandestina
con uno dei suoi tutor al college d'arte londinese in cui studia, un professore, per giunta, che ha
quindici anni più di lei ed è sposato da tempo. Quando apprende, perciò, dalla madre che Tess è
irrintracciabile al lavoro e a casa da ben quattro giorni, Bea prende il primo volo per Londra, ma
non si angustia più di tanto. Certo, sua sorella è incinta e il tutor, il padre del nascituro, si è
chiuso in un ipocrita "riserbo", tuttavia Bea sa che Tess non è una ragazza cosi avventata da
mettere a repentaglio la sua vita e quella del suo bambino. Qualche giorno dopo che ha messo
piede a Londra, una terribile notizia raggiunge, però, Bea. La polizia la informa di aver rinvenuto
il cadavere di Tess a Hyde Park... TRATTO DA: WWW.IBS.IT
"Mi chiamo Lucy Jarrett. Prima di sapere della ragazza della finestra, prima di tornare a casa e
imbattermi nei frammenti della sua storia e ricostruirla, vivevo in un villaggio sul mare in
Giappone". Regione dei Finger Lakes, stato di New York. È una notte di luna piena. Lucy Jarrett è
di fronte alle acque del lago. Le sembra ancora di vedere il padre nella sua ultima notte di vita,
seduto nel giardino di casa, pochi istanti prima di salire su quella barca che l'avrebbe portato alla
morte. Sono passati anni da allora, anni in cui Lucy ha cercato di dimenticare, senza mai
riuscirci. Ma adesso, forse, è venuto il momento di scoprire la verità. Lucy è tornata a casa, dopo
un lungo periodo all'estero. Nella grande tenuta in riva al lago tutto è come allora, i fiori di melo
pallidi come le stelle e le stanze buie, rimaste sempre chiuse da quella notte sconvolgente. In
casa, tra le vecchie cose di famiglia dimenticate da tutti, Lucy ritrova alcune lettere risalenti ai
primi anni del secolo e un lenzuolo da bambino, con un ricamo di lune e fiori. Un motivo identico
a quello delle preziose vetrate della chiesa del paese dove compare sempre una donna
misteriosa, con in mano un mazzo di iris della stessa varietà che cresce nel giardino di Lucy. Chi
è questa donna? E chi è Rose, colei che firma le lettere misteriose? Lucy deve scoprirlo a tutti i
costi. È convinta che lì, nei frammenti della vita dimenticata delle due donne, e forse in quella di
una bambina abbandonata, si nasconda un segreto terribile. TRATTO DA: WWW.IBS.IT
Protagonista Capitano Sesto: un uomo che attende di aprirsi, di conoscersi, di ritrovarsi sull'altra
riva di un paese, l'Italia, sofferto e sofferente. Complice la metafora del "piccolo naviglio",
Tabucchi immagina una rotta difficile da mantenere, una rotta implicita nella carta del romanzo
che scrive, piccolo naviglio per eccellenza. Diceva il risvolto dell'edizione del 1978: "Sul suo scafo
ci sono i grumi e le annotazioni del giornale di bordo delle generazioni che lo hanno preceduto e
che egli tenta faticosamente di decifrare. Più decifrabile, il suo stesso giornale di bordo, l'Italia
del dopoguerra vista con gli occhi attoniti e innocentemente dissacratori di un bambino e di un
adolescente: le elezioni del Quarantotto, le madonne in lacrime, il perbenismo e l'ipocrisia, i primi
saccheggi edilizi, l'autoritarismo, la repressione, gli entusiasmi per una Cuba remota e illusoria,
l'angoscia e la solitudine. Insomma il bagaglio di una generazione nevrotica e orfana, la sua
inquieta e talvolta dolorosa ricerca di una convinzione, di una ragione, di un padre putativo".
TRATTO DA: WWW.IBS.IT
Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che basta una notte, una sola, per
cambiare il corso di tutta una vita. Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad
abbandonare tutto. E a ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte,
qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la polizia sovietica irrompe
con violenza in casa sua, in Lituania. Lina, figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera,
insieme alle famiglie di molti altri scrittori, professori, dottori. Sono colpevoli di un solo reato,
quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla madre e al fratellino viene ammassata con
centinaia di persone su un treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane
di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna
il buio, dove il freddo uccide, sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra
che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa che non possono
togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non
è costretta a lavorare, Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al
campo di prigionia del padre. E l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora
vivi. TRATTO DA: WWW.IBS.IT
"Aglio, cipolle, rape, ravanelli e porri sono verdure indigeste che non diamo mai agli ospiti della
casa!" Suor Speranza ne è sicura: nel minestrone che ha distribuito ai pazienti della Casa di
Riposo di Bellano l'aglio non l'ha fatto mettere di sicuro. Allora come mai Ernesto Cervicati,
entrando nella stanza di zia Antonia, ha sentito quell'odore, invece dell'aroma inconfondibile e
fresco della menta? Ernesto conosce bene il rassicurante profumo delle mentine di cui è golosa la
sua anziana parente. Certo meglio di suo fratello Antonio, che della zia non ha mai voluto
saperne: gli interessava molto di più Augusta Peretti, una trentacinquenne ossigenata e vogliosa,
nonché figlia di salumiere. Ernesto invece aveva accolto zia Antonia in casa sua e l'aveva
accudita per tre anni, finché lei, un po' per non gravare troppo sul nipote, un po' per pudore,
aveva deciso di trasferirsi all'ospizio. Quel sorprendente odore d'aglio è un piccolo enigma. Forse
è l'indizio di qualcosa di più grave. A indagare, oltre a Ernesto e all'energica suor Speranza, si
ritrova anche il dottor Fastelli, medico dal carattere gioviale ma di grande sensibilità. Intorno a
questo profumato mistero, Andrea Vitali costruisce un romanzo carico di tenerezza, una di quelle
storie che, come zia Antonia, ti accarezzano in un fresco abbraccio. Per poi regalarti, alla fine,
una sorpresa. TRATTO DA: WWW.IBS.IT
Una foto. Tutto ha inizio da una foto descritta all'interno di un romanzo: una signora ormai
ottantenne, Hedwig, ritiratasi a vivere in Spagna, riceve in dono il libro e crede di potersi
riconoscere in quell'immagine sbiadita, che ritrae un'anonima famiglia svedese, in un'epoca
ormai lontana. È il principio di una fitta corrispondenza con l'altra protagonista del romanzo, la
scrittrice Sigrid Combüchen che, desiderosa di trovare materiale per il prossimo libro, lascia
credere all'anziana donna di abitare nella sua casa d'infanzia, proprio quella della foto. Un
inganno ben riuscito, che si protrarrà per un decennio e che, in una raffinata operazione
metaletteraria, apre una finestra sulla vita anticonformista della giovane Hedwig, vista attraverso
gli occhi della protagonista ormai al tramonto dell'esistenza. Con l'eleganza di una grande
narratrice, in "Cosa rimane della vita" Sigrid Combüchen lancia una vera e propria sfida al
lettore: sin dalla prima pagina lo tiene in bilicò sul sottile filo che separa la realtà dalla finzione e
lo disorienta lasciandolo spiare - talvolta senza riuscire a comprendere fino in fondo - l'intimo ed
esclusivo dialogo tra le due protagoniste; ma al tempo stesso, gli apre le porte della propria
officina artistica, mostrandogli in presa diretta la potenza manipolatrice della letteratura nei
confronti della realtà. TRATTO DA: WWW.IBS.IT
"Non è che tutti gli anni possono ammazzare qualcuno per farvi passare il tempo", sbotta
disperato Massimo il barrista. Ma è impossibile sottrarsi al nuovo intrigo in cui stanno per
trascinarlo i quattro vecchietti del BarLume: nonno Ampelio, il Rimediotti, il Del Tacca del
Comune, Aldo il ristoratore. Dalla vendita sottoprezzo di una villa lussuosa, i pensionati,
investigatori per amor di maldicenza, sono arrivati a dedurre l'omicidio del vecchio proprietario,
morto, ufficialmente, di un male rapido e inesorabile. Massimo il barrista, ormai in balìa dei
vecchietti che stanno abbarbicati tutto il giorno al tavolino sotto l'olmo del suo bar nel paese
immaginario e tipico di Pineta, al solito controvoglia trasforma quel fiume di malignità e di
battute in una indagine. Il suo lavoro d'intelletto investigativo si risolve grazie a un'intuizione che
permette di ristrutturare le informazioni, durante un noioso ricovero ospedaliero: proprio come
avviene nei classici del giallo deduttivo. E a questo genere apparterrebbero, data la meccanica
dell'intreccio, i romanzi del BarLume, se non fosse per le convincenti innovazioni che vi aggiunge
Marco Malvaldi. La situazione comica dei quattro temibili vecchietti che sprecano allegramente le
giornate tra battute diatribe e calunnie, le quali fanno da base informativa e controcanto farsesco
al mistero. La feroce satira che scioglie nell'acido ogni perbenismo ideologico. La
rappresentazione, umoristica e aderente insieme, della realtà della provincia italiana... TRATTO
DA: WWW.IBS.IT