Riccardo Zappa Signature By Eko

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Riccardo Zappa Signature By Eko
Riccardo Zappa Signature By Eko
Quando i responsabili della produzione EKO mi hanno proposto di disegnare una chitarra acustica,
ho accettato subito. Un’occasione del genere non capita ogni giorno, e neppure a tutti quanti i
chitarristi.
Può darsi che questo costituisca un fatto rilevante della mia storia musicale, tanto da meritare
d’essere inserito nella biografia del mio sito web insieme agli album, ai concerti ed alle
collaborazioni importanti.
L’accordo stipulato con EKO prevede la realizzazione, a mia firma, di diversi tipi di chitarra: una
12 corde, una classica ed un’acustica. Tutt’e tre questi modelli, saranno sviluppati sia in versione
alto di gamma, sia economica.
Com’è mia consuetudine, ho preferito cominciare dal “pezzo” più impegnativo: l’acustica
amplificata di basso prezzo.
Tutto quanto il progetto deve rispondere ad un tema ben definito, e cioè concepire uno strumento
talmente ben strutturato da non prestare il fianco a critiche o perplessità da parte di alcuno; siano
questi un professionista o un semplice appassionato che desideri avvicinarsi adesso al mondo della
chitarra acustica. Altrimenti, nel dubbio che ciò possa verificarsi, converrebbe seguire strade
diverse; ad esempio, come già s’è visto sul mercato, scegliere un ottimo strumento già pronto e
proporlo alla vendita con la dicitura: “Suggerito da Riccardo Zappa”, oppure procedere alla
commercializzazione della chitarra senza che il mio nome appaia. Tutto ciò per ribadire che se un
artista progetta e pone la sua firma sulla paletta dello strumento, bisogna implicitamente che egli ne
sia talmente convinto da mettere in discussione ciò che di valido ha costruito nella musica suonata.
Occorre, in buona sostanza, che egli “ci metta la faccia”.
Per come si è evoluta in questi anni la situazione commerciale dello strumento musicale - e fino a
che non cambierà qualcosa in merito allo sbilanciamento del costo del lavoro secondo le varie zone
del globo - oggi è obbligatorio produrre in oriente.
La mia chitarra è fabbricata Cina, nella città di Wan Zhou nella Provincia di Canton.
Ho svolto un’indagine per capire bene, prima ancora di avviarne la produzione, come questi
artigiani conducano la vita lavorativa. Qualche anno addietro, un amico che opera nel settore
dell’abbigliamento, ed anch’egli committente di manovalanza cinese, m’aveva raccontato di una
realtà non bella. Tanto che aveva dovuto sospendere la produzione poiché le camice realizzate
laggiù erano molto ben fatte, però maledettamente odoranti di fritto. Le lavoranti, evidentemente,
consumavano i pasti sul luogo di lavoro, ciò in gloria di un trend produttivo senza pari.
I miei referenti della EKO, che pure dispongono di un ufficio operante in quella zona, mi hanno
documentato una situazione oggi assai migliorata ed in grande evoluzione.
Ho iniziato a disegnare il profilo della cassa armonica a mano libera, secondo le mie esperienze, le
sensazioni, seguendo il pensiero di come avrei migliorato la forma della chitarra che abitualmente
impiego in concerto. Desideravo anche assecondare le esigenze di un’utenza particolare, come il
pubblico femminile. Ne è uscita una forma particolarissima, assai piccola e tondeggiante. Diciamo
una mini-jumbo. Probabilmente è l’inconscio risultato derivante dal mio passato endorsement per
Martin. Nei pomeriggi trascorsi a provare la copiosa produzione di questo prestigioso marchio,
ricevevo la sensazione che il suono più bello provenisse dalle triplo zero, dalle Golden Era, quando
non dalla Eric Clapton Signature. Tutte, guarda caso, a cassa piccola. Poi, da buon dodicicordista,
ho voluto mantenere anche sulla sei corde un manico abbastanza piatto e lucido di verniciatura
trasparente, in modo da far scivolare agilmente il pollice già abitualmente provato dalla notevole
tensione delle corde doppie. Ho stabilito la larghezza della tastiera in una misura media: 3,5 cm fra
prima e sesta corda.
Per quanto riguarda meccaniche ed amplificazione mi si presentavano due soluzioni: scegliere
marchi prestigiosi e ben conosciuti oppure far realizzare un prototipo che avesse installato quanto
andava suggerendomi il capo-liutaio della EKO in tema di precisione costruttiva cinese. Ho
accettato il consiglio. Ed ho fatto bene, perché quei componenti sono entrambi di ottima levatura.
La prima fornitura delle mie chitarre arrivò dopo una sconcertante serie di rinvii. Alla prova dovetti
comunicare ai miei committenti che non avrei accettato di porla in commercio con la mia firma. Ero
soddisfatto praticamente di nulla: né del suono, né del livello liuteristico e neppure vedevo rispettati
alcuni parametri esistenti sui prototipi precedentemente giunti per il collaudo. Gli unici elementi
giusti erano, appunto, le meccaniche ed il pickup.
Decidemmo di sospendere tutto e di individuare un nuovo stabilimento di produzione.
Dovettero passare dieci mesi. Nel frattempo ho approfittato per modificare alcuni dettagli, come la
sostituzione della mia sottile firma autografa, serigrafata in colore bianco sulla paletta, con un logo
madreperlato Riccardo Zappa Signature, retaggio dei miei trascorsi al liceo artistico.
Il resto è storia di questi giorni. Ho visionato ciascuna delle nuove chitarre trovando finalmente un
livello costruttivo di prim’ordine. Aiutato da altri liutai, ho controllato in particolar modo, la
coerenza dinamica del piezoelettrico rispetto a ciascuna corda.
Spesso, soprattutto in rete, mi si chiede consiglio su quale strumento acquistare data una certa
disponibilità economica. E’ questa la domanda delle cento pistole! Come risposta, impiego quello
splendido titolo del libro della Tamaro “Va dove ti porta il cuore”. Questo non certo per un
atteggiamento di sufficienza, ma perché è chiaro che esiste sul mercato una tale competizione per
ciascuna fascia di prezzo, da sconsigliare i produttori ad aggiungere un solo Euro in più rispetto alla
concorrenza, se questo non sia effettivamente giustificato dai materiali impiegati e dal livello
liuteristico.
Mi è capitato di vedere la mia chitarra esposta insieme a tante altre. Lei era la più piccoletta, però,
come spesso accade anche per gli umani, sembrava anche la più simpatica.
Ora ho la sensazione di accomunare l’uscita di questo strumento a quella di un CD. Ne ho
pubblicati una ventina in più di trent’anni di carriera. Alcuni sono finiti nelle classifiche di vendita
assieme a quelli dei cantautori ed ai gruppi rock. Altri, invece, sono passati quasi inosservati, salvo
l’iniziativa di qualche appassionato che ne propone adesso i brani sui social network.
Un autore, una volta missato l’ultimo pezzo di un album, deve, da quel momento in poi, condividere
le sorti del suo operato con una marea di gente che ne potrà stabilire o no il successo in maniera
determinante. Nello stesso modo, alla mia Signature, potrà capitare di trovarla nei posti più remoti
del globo, a partire proprio da quelli levantini.
Progettare un oggetto in Italia, costruirlo in oriente e far sì che lì sia ben distribuito. L’operazione,
ad alcuni comparti commerciali italiani, è riuscita egregiamente. Più ancora che in Europa e Stati
Uniti, dove è già è in atto una promozione per questa chitarra, è lì che adesso deve svolgersi
un’impresa.
Riccardo Zappa